La Corte la Europea dei Diritti dell’Uomo ha emesso il suo verdetto sul ricorso portato avanti da tre donne irlandesi, che avevano dovuto raggiungere l’Inghilterra per ottenere l’aborto negato loro in Irlanda (cfr. Ultimissima del 9 dicembre 2009 ). Per due delle tre donne il ricorso non è stato accolto, ma nel caso della terza la Corte ha riconosciuto la violazione dell’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che sancisce il diritto del singolo al rispetto della sua vita privata e familiare.
La donna in questione era rimasta incinta incidentalmente durante la remissione di un cancro. In Irlanda non era stata in grado di ottenere informazioni dai medici sull’impatto che gravidanza avrebbe potuto avere sulla sua salute, compreso se avesse o meno potuto mettere a rischio la sua vita, e tantomeno sulle eventuali conseguenze sul feto delle terapie seguite. Ha quindi deciso di sottoporsi a un aborto in Inghilterra, dove ha dovuto fronteggiare nuovi disagi: ha dovuto accettare un aborto chirurgico e non via medicinali, dato il suo stato di cittadina estera, aspettando diverse settimane per ottenerlo. Al ritorno in Irlanda, poi, ha sofferto di complicazioni post-operatorie, sulle quali i medici irlandesi hanno faticato a prestarle aiuto.
La Corte ha giustificato le difficoltà dei medici irlandesi, che sono da imputare alla legislazione del paese. In Irlanda infatti, stando all’articolo 40.3 della Costituzione, l’aborto è teoricamente ammesso nel caso che la vita della donna sia a rischio, ma l’argomento è complesso, e il principio costituzionale non ben chiarito nella legge.
L’Irlanda dovrà ora pagare alla donna 15,000 euro di danni, e adoperarsi per cambiare la legge in modo da poter gestire simili casi in futuro. Lorenzo Zucca, un esperto in diritti umani europei al King’s College di Londra, ha spiegato alla BBC che, essendo il verdetto una vittoria debole, un giudizio molto specifico, è difficile che venga cambiata la legge penale, mentre potrebbe essere necessario specificare quali siano le condizioni di pericolo di vita nelle quali una donna può richiedere un aborto.
Il primo ministro irlandese Brian Cowen è molto cauto nelle sue dichiarazioni, riportate da Irish Times. “È importante notare che, come principio generale, la legge irlandese non è stata ritenuta in conflitto con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo” ha detto. “Non credo che si possa saltare ad alcuna veloce conclusione. Chiaramente è un problema per tutti considerare le implicazioni legali. La mia reazione iniziale è che si sollevano delle questioni. Ora dobbiamo considerare tutto questo molto attentamente.” Il primo ministro aggiunge di non sapere ancora se si dovrà legiferare sull’argomento o meno.
Il verdetto di Strasburgo giunge indigesto ad alcuni movimenti pro-vita, che vorrebbero che l’Irlanda non cedesse alle pressioni dell’Unione Europea. “La Corte di Strasburgo vorrebbe che cedessimo parte della nostra sovranità. Ma la nostra Costituzione dichiara chiaramente che il popolo è sovrano ed è semplicemente non vero che c’è un diritto costituzionale all’aborto nel caso di condizioni che mettano in pericolo la vita” ha dichiarato Niamh Ui Bhriain, del Life Institute di Dublino, a EUObserver.
Silvia Righini
Ma perché in Inghilterra le hanno praticato un aborto chirurgico tra l’altro più costoso? Comunque questa sentenza è positiva a livello individuale nel senso che risarcirà i danni alla donna in questione, ma la legge irlandese dubito fortemente che venga cambiata.
probabilmente perchè avendo dovuto aspettare, ha superato il termine per quello farmacologico.
oppure perchè quello farmacologico invece era pericoloso per la sua salute, visto il tumore e le terapie a cui si era sottoposta.
Beh però nell’articolo c’è scritto che è la sua condizione di origine straniera in Inghilterra che l’ha messa in quella situazione, non conosco le leggi inglese per quanto riguarda l’accesso al nhs dei cittadini europei.
appunto, probabilmente le tempistiche.
ipotesi mia eh. sarebbe comunque da chiarire
Non solo, ma vale anche più in generale per tutti i paesi europei che ancora hanno nella costituzione “leggi tortura” in ossequio ai valori della chiesa cattolica apostolica romana.
Comunque sarei curioso di sapere come mai le altre due donne sono state respinte, qualche difetto legale nella presentazione dei ricorsi?
Comunque prima o poi dovranno mettere mano a delle revisioni della legge sull’aborto, L’Italia sta ancora tribolando a causa dei boicottaggi dei pro-vita ma almeno abbiamo una legge, la 194 sostenuta dalla maggiorzanza degli italiani, in Irlanda non ci sono ancora arrivati, ma del resto quel che anche da noi deve cambiare o essere addiritttura abbrogata è la legge 40 ed è già stata giudicata incostituzionale da tre tribunali.
I radicali oggi proporranno su Rai 3 lo spot pro eutanasia.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/12/17/visualizza_new.html_1668867528.html
I Radicali sono riusciti a fare andare in onda lo spot pro-eutanasia. Lo spot, prodotto in Australia e tradotto in italiano dall’associazione Luca Coscioni, è stato trasmesso su Rai Tre all’interno del programma ‘Dieci minuti di…programmi dell’accesso’, dedicato al mondo dell’associazionismo, che oggi ospitava l’associazione radicale.
E’ già un passo nella direzione giusta, e avviso i catto troll si astenersi dal replicarmi, io li ritengo fin da ora promotori di torture fine vita altrui, li ritengo responsabili di appoggiare leggi pro-vaticano contro la libertà individuale all’autodeterminazione nelle scelte che contano per la propria vita e dignità.
Visto…C’era la stessa Mina Welby a presentarlo. 😉
I ricorsi delle altre due donne sono stati respinti perché non è stata riconosciuta la violazione dell’Art.8, cioé da quel che ho capito io la gravidanza non era abbastanza “pericolosa” per la loro vita privata&familiare perché l’Irlanda dovesse concedere loro l’aborto.. Nell’articolo dell’EUObserver http://euobserver.com/9/31525 è scritto che una donna era “a rischio complicazioni per la gravidanza”, mentre l’altra era una ex tossicodipendente con già un figlio, che temeva che un secondo bambino avrebbe compromesso le sue possibilità di ottenere la custodia del primo..
W l’ Europa
Cristiani…
Scusate, chiedo perché sono ignorante, ma non è forse vero che *tutti* i trattati internazionali, una volta sottoscritti, comportano una limitazione della sovranità nazionale?
Inoltre, potrei sbagliarmi, ma credo che la costituzione irlandese preveda che i trattati internazionali siano sottoposti a referendum. Se è così, anche la Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo se la saranno votata direttamente loro. Se ora non gli piace, pazienza. Le regole hanno senso proprio quando ci tocca rispettarle anche se non ci piacciono.
Credo che Niamh Ui Bhriain si possa a pieno titolo meritarsi il titolo di “astuto ahitatore tramite sotterfugi del mese”… 👿 😉 🙁
“è semplicemente non vero che c’è un diritto costituzionale all’aborto nel caso di condizioni che mettano in pericolo la vita”
Cioè, semplicemente, ci sono vite che non valgono un ca…o, sono solo fattrici.
Misogino b…do. Anche il suo di diritto di non rischiare la vita è opinabile?
Mamma mia, non sapevo che in Irlanda fossero messi così male.
Infatti sono messi pegio….Se ti scappa un moccolo o una bestemmia i pubblico, ti fanno 25 MILA Euro di multa! 😯
Non e’ uno scherzo!
«Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità è punito con la sanzione amministrativa da lire centomila a seicentomila».
300 sbeuri! Nemmeno in Italia siamo messi bene.
“è semplicemente non vero che c’è un diritto costituzionale all’aborto nel caso di condizioni che mettano in pericolo la vita”
Da vomito. La donna come se non fosse nemmeno un essere umano.
…….Perchè, per loro lo e’???