La Santa Sede, con un comunicato diffuso oggi, ha deplorato lo svolgimento dell’ottava assemblea dei rappresentanti cattolici cinesi, svoltasi a Pechino tra il 7 e il 9 dicembre. Il Vaticano ha lamentato che alle assise della cosiddetta “Chiesa patriottica”, non riconosciuta da Roma, siano stati costretti a partecipare forzosamente anche vescovi e fedeli ancora in comunione con il papa. In particolare, è stata nuovamente stigmatizzata la nomina di nuovi vescovi, e che l’assemblea sia stata presieduta da un vescovo ritenuto non legittimo. Ad alcune di queste argomentazioni il governo cinese ha già ribattuto negli ultimi tempi, rimproverando in particolare al Vaticano la volontà di voler dire la sua su un’organizzazione che non vuole riconoscere, ricordando inoltre che la presenza di laici alle assemblee religiose nazionali è prevista dalla legge cinese e accettata da tutte le comunità di fede, tranne per l’appunto la Chiesa cattolica.
Raffaele Carcano
La chiesa cattolica apostolica romana si rode il fegato e la milza perchè non riesce ad influire sulla Cina e quindi, sui cristiani cinesi in aperto contrasto con il papa.
La Cina resiste al vaticano e questo mi fa molto piacere, meglio che aumentino gli stati che riescono a dire no al papa, un no laico e secco e irremovibile.
Ci devono essere nel mondo molti paesi che hanno le palle e che sanno dire di no al papa e al vaticano.
Non vogliono i laici, alle assemblee religiose nazionali, previsti per legge…Ma il loro problema, non erano i laicisti!?!? 😉
Ma la chiesa cattolica è registrata alla camera di commercio di Pechino?
No registro, no esclusiva. 😉
in Cina i vescovi o sono legali, appartenenti ai Cattolici Patriottici che non riconoscono l’autorità di un capo di stato straniero, o sono illegali.
Ora succede che il vaticano riceva segretamente da alcuni vescovi patriottici attestati di sudditanza, ma non da tutti i vescovi. E che fa? Dichiara illegittimi i vescovi che lo sono legalmente e si ribella se i “suoi” svolgono i compiti che spettano loro, come appunto andare all’assemblea nazionale.
Questo totale stravolgimento della realtà e del buon senso viene fatto passare in occidente come una “persecuzione” dei cattolici, mentre è solo l’ennesima intromissione clericale nella vita politica di uno stato che permette la pratica religiosa a patto che non vada contro gli interessi dello stato. Il che significa che due sette sono vietate: quella vaticana e quella del falungong.
Anche in questo caso abbiamo solo da imparare dalla Cina e dal loro senso di dignità che si sono conquistati con enormi sforzi e sofferenze.
Ehm Toni capisco che il vaticancro stia sulla uallera ma minimizzare le repressioni cinesi non è bello. La dittatura cinese attacca qualnque cosa disturbi il suo controllo sulle masse e di mezzo ci vanno anche parecchi buddisti, taoisti, ecc…
Mi dispiace che tu basi questo tuo giudizio su fonti evidentemente anticinesi, che oggidì sono una grancassa sempre in moto (vuoi per motivi razziali, vuoi per motivi economici o politici). Tuttavia ciò non corrisponde alla realtà. Tutte le religioni sono praticabili in Cina, purché non siano contrarie all’ordinamento sociale cinese.
Puoi vedere come non solo il buddhismo, ma il buddhismo vajrayana e anche quello della tradizione gelupka (quello del Dalai Lama per intenderci) è praticato e insegnato (anche presso cinesi han!!).
Ovviamente la figura del Dalai Lama pone problemi politici (e qui non entro nella questione) e su questo il suo ingresso in Cina (e nella democratica, capitalista e occidentale Taiwan) è vietato. Ma, appunto, sono problemi politici, non religiosi. Lo stesso vale per l’Islam nel Xinjiang.
Scrivi “dittatura” cinese. Posso solo invitarti a vedere il mondo con meno lenti ideologiche possibili, ti assicuro che non aiutano. Davvero.
@ tonii
Secondo me si può pure dire che la Cina sia una dittatura, ma né il Dalai Lama, né il papa, né i musulmani hanno un progetto democratico e porterebbero indietro la Cina quindi se trovano qualcuno più totalitario di loro, tanto meglio il loro progetti religiosi non sono certo meglio del regime cinese.
Il Dalai lama era un monarca assoluto, quindi, teneva nell’ignoranza i suoi sudditi tibetani, proprio come faceva la ccar, oggi non può più farlo ed è meglio che abbandoni la speranza di ridiventare un leader tibetano, ciò che invece non ha perso il papa maledetto XVI che vorrebbe la restaurazione della teocrazia in Itaila e in paesi europei a lui ancora fedeli.
Meglio una Cina che ha le palle di dire di no al papa e che non gli permette di interferire.
E’ giusto! Prima c’è lo Stato poi c’è l’individuo e infine, se proprio non se ne può fare a meno, c’è la chiesa! Fanno bene i cinesi a mettere in galera soprattutto i vescovi ma anche i preti e i cristiani che mettono davanti a tutto l’appartenere alla ccar. I cittadini di uno stato devono rispettare prima di tutto le leggi dello stato, poi la propria coscienza e, se proprio non possono farne a meno, le assurde regole della chiesa che gli pare!
Il bene dello stato viene prima di qualsiasi preteso “diritto” religioso spacciato per diritto umano! Se uno stato è davvero laico non deve tollerare che dei cittadini non abbiano ben chiaro la gerarchia dei valori: stato, individuo,…..,…..,…..e infine -per ultima- chiesa!
quanto di traquoto, mi piace come ragioni, perchè la penso come te.
In questi giorni in Trentino è forte la polemica per la concessione di un contributo di 300.000 euro da parte della Provincia Autonoma di Trento a un’associazione che ha proposto un intervento a favore di giovani a Hangzhou.
Non si comprende la ragione vera dello stanziamento particolarmente consistente. Anche secondo Renzo Grubert, ex senatore cattolicissimo, la reale motivazione che starebbe dietro al sussidio sarebbe “il favorire una presenza cristiana missionaria (di salesiani) in Cina”.
Scusate, era parzialmente OT ma, visto che si parla di Chiesa e Cina, ho pensato di informarvi dell’ennesimo sperpero di denaro pubblico in favore di iniziative filovaticane.
Mah, un “intervento a favore di giovani” mi sembra una motivazione sospetta, e altrettanto il “favorire una presenza cristiana missionaria (di salesiani) in Cina”.
Forse sbaglio, ma – a naso – la cosa “puzza” di investimenti di aziende italiane in Cina, con addebito dei costi alla Provincia di Trento. Non credo che il governo cinese permetterebbe tanto facilmente ai cattolicissimi romanicissimi salesiani di colonizzare la Cina.
è possibile che lo facciano sotto copertura. non a caso i salesiani sono molto attivi a taiwan e a Hong Kong possiedono molti terreni e palazzi nel costosissimo quartiere di Mid-levels. Un mini lì costa molte volte più dei 300 mila.
Confermo che si tratta di un’operazione “sotto copertura”. Non è una mia congiuttira ma un’affermazione dello stesso ex senatore Renzo Gubert, che in Trentino è un vero e proprio portavoce del Vaticano.
Se poi considerate che il tutto è stato deliberato dalla devotissima assessore Lia Beltrami (la stessa che aveva “regalato” 60.00 euro ad un convento in Siria per migliorare la qualità del formaggio caprino), il gioco è presto scoperto…
Io sto con la Cina.
Ah ah!
Ogni tanto ci si diverte!
Ricordate?
http://www.uaar.it/news/2010/08/25/stato-cinese-investe-chiese/