La beffa dell’8×1000 continua

Marco Accorti*

Marco Accorti

Il 18 novembre scorso il Governo ha trasmesso alla Presidenza del Senato lo “Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante la ripartizione della quota dell’otto per mille dell’Irpef devoluta alla diretta gestione statale, per l’anno 2010”. La commissione Bilancio del Senato ha dato parere favorevole e quindi merita metterci il naso e rifare due conti alla buona per vedere se è cambiato qualche cosa rispetto a come lo Stato fino ad ora ha distribuito i fondi.
Vale ricordare che quest’anno la quota dell’8×1000 di spettanza statale tornava nella sua interezza per i fini previsti dalla legge, ovvero: beni culturali, assistenza rifugiati, fame nel mondo e calamità naturali. Da ormai tre anni veniva infatti regolarmente decurtata una quota considerevole: lo scorso anno dai 130 milioni destinati dai contribuenti allo Stato vennero a mancare oltre 86 milioni, 80 dei quali impiegati per finanziare i vari interventi militari all’estero.
Dunque l’anno scorso rimasero disponibili poco meno di 49 milioni, 21 dei quali (48%), pur nell’ambito dei  beni culturali, andarono a favore di proprietà cattoliche contro  l’11,4% a fini civili. Quest’anno, finalmente a budget intero, ci si attendeva una ripartizione meno confessionale e se non laica – ci mancherebbe altro! – almeno più rivolta a scopi civili. Invece abbiamo la fotocopia della stessa ripartizione del 2009 con una percentuale clericale compresa fra il 47 e il 48% per un importo di circa 70 milioni, di cui 2,5 difficili da attribuire dalle tabelle ministeriali in quanto non è dato di sapere se gli edifici religiosi a cui sono destinati siano di proprietà delle diocesi o, ormai dismessi, siano passati ai comuni.

gestione statale€ 2010n 2010€ % 2010€ % 2009
beni culturali 107.782.163 262 74,6% 59,4%
assistenza rifugiati 11.272.719 13 7,8% 5,9%
fame nel mondo 5.410.560 40 3,7% 2,3%
calamità naturali 20.023.750 22 13,9% 32,4%
totale 144.489.192 337 100,0% 100,0%

Fra l’altro è interessante vedere come vengono elargiti per restauro, manutenzione e altri interventi di edifici di proprietà della CCAR: 8 milioni attraverso i comuni, oltre 7 direttamente dallo stesso Ministero dei beni culturali, più di 27 a 49 parrocchie e oltre 24 dispersi fra diocesi, monasteri, chiese, ordini monastici e conventuali.
In pratica la CCAR anche quest’anno fa man bassa grazie all’ultima intesa fra il Ministro per i beni culturali ed ambientali ed il Presidente della CEI (DPR 4 febbraio 2005, n. 78) relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche (aggiornamento della precedente intesa del 1996), al fine di «armonizzare l’applicazione della legge italiana con le esigenze di carattere religioso in materia di salvaguardia, valorizzazione e godimento dei beni culturali».
Non è  dato di sapere con quale criterio vengano distribuite le risorse fra i quattro scopi previsti dalla legge, ma gli edifici di culto, sì numerosi ma non più centro di spiritualità vista la rarefazione di fedeli e sacerdoti, sono ora rivendicati dalla CCAR come possibile oggetto di interesse artistico e turistico – mutazione di comodo per il loro svuotamento. Visto anche questo cambiamento di ruolo è difficile dare loro una qualche priorità rispetto al valore delle vite umane perse in conseguenza delle prevedibili calamità naturali. Valga ad esempio come il Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia) nel 2010 abbia individuato più di 485.000 frane che interessano 5.708 i comuni italiani pari al 70,5% del totale.
Fra l’altro è bene richiamare la sentenza del TAR della Toscana (n° 4082 del 4/10/2004) secondo cui «l’ “autorità civile” terrà conto delle esigenze religiose per quanto concerne la costruzione di nuovi edifici di culto, ma non fissa un obbligo di finanziamento» e inoltre specifica che «il sistema di finanziamento dell’edilizia di culto è oggi rifluito nel nuovo sistema finanziario di cui all’art. 47 della legge n. 222 cit. e cioè nella quota dell’8 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche liquidata sulla base delle dichiarazioni annuali dei contribuenti». Dunque ogni attribuzione dell’8×1000 dei fondi statali alla CCAR non risulta motivato da un obbligo, ma da una scelta politica ben precisa, cosa questa che non meraviglia certo visti i larghi spazi che le istituzioni lasciano alle continue ingerenze delle gerarchie vaticane per condizionare la politica nazionale.
Ancor più scandalosa appare questa surrettizia forma di finanziamento quando la CCAR, a fronte di chiese che si spopolano, invece di contribuire al loro mantenimento o a dismetterle, continua a costruirne di nuove. Da anni viene indetto un bando per i “progetti pilota” (1998, 1999, 2000, 2006, 2008) denominati appunto “Nuove chiese” con impegni di spesa esorbitanti nonostante che si continui a parlare di un numero di oltre 95.000 edifici di culto senza però che sia mai stato completato il censimento ufficiale del patrimonio edilizio della Chiesa Cattolica ormai in corso da anni, ma i cui dati riguardano poche decine delle 228 diocesi italiane.
Dal 1990 al 2009 la quota dell’8×1000 spettante che la CCAR ha dedicato all’edilizia di culto e ai beni culturali ammonta a 2.357 milioni di euro, senza contare quanto investito dalle diocesi dalla quota “culto e pastorale” relativamente alle voci ivi comprese “nuova edilizia di culto” e “tutela e il restauro dei beni culturali ecclesiastici”. Il tutto senza dimenticare gli innumerevoli e consistenti contributi elargiti dalle istituzioni.

tabella 8x1000

(clicca per ingrandire)

Un fiume di denaro pubblico, oltre 13 miliardi di euro distolti da scopi di pubblica utilità ed estorti per due terzi dall’IRPEF comune con un meccanismo perverso che attribuisce ad una minoranza di scelte, corrispondenti percentualmente più o meno a quel terzo di cattolici praticanti, il diritto di decidere per la quasi totalità della popolazione.
Se è una beffa l’8×1000 cosa dire dopo l’ultima chicca di Benedetto XVI: «Quei patti internazionali non sono espressione di una volontà della Chiesa o della Santa Sede di ottenere potere, privilegi o posizioni di vantaggio economico e sociale, né con essi si intende sconfinare dall’ambito che è proprio della missione assegnata dal Divino Fondatore alla Sua comunità in terra» (17.XII.2010, Lettere credenziali dell’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede). Ipocrisia o candore? Chissà. Forse dall’alto del soglio pontificio non si accorge che l’eterodeterminazione clericale sconfina nello Stato adiacente al Vaticano e ne condiziona la vita politica tracimando su tutte le scelte individuali: da come nascere a come fare all’amore, fino a come morire annullando ogni diritto all’autodeterminazione. Nella lettera la gabella come simbiosi mutualistica, ma è solo parassitismo. Anzi, cleptoparassitismo.

* Socio del circolo UAAR di Firenze

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.
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15 commenti

c.j.

però consentitemi, gli stupidi non sono mica loro… …gli uomini della chiesa cattolica semmai saranno bugiardi, ipocriti, disonesti e bastardi… …ma stupidi proprio no, chiamali scemi…

Io me la prendo con il popolo italiano… …davvero tanto idiota da non capire l’assurdità, gli imbrogli, i raggiri e questa indecente e squallida frode ai danni dei contribuenti.

Chiedo scusa, ma da ateo razionalista, evviva la verità!

pastafarian

ti quoto in pieno, non a caso il mio 8×1000 va da molti anni ai valdesi.

Federico Tonizzo

Bisogna amplificare al massimo la campagna informativa sull’8/1000 ogni anno, finchè anche gli italiani più tordi capiranno.

Batrakos

C.J.

Sono spesso il primo a criticare il popolo italiano, del quale anche io faccio parte.
Stavolta però credo che semplicemente abbia bisogno di essere informato come dice Tonizzo, perchè noi italiani sull’informazione via internet siamo parecchio indietro (ed è colpa anche nostra, per quanto il net è arrivato molto tardi e molti italiani sono anziani) ma c’è pur da affermare che i mass media sono quello che sono.
Con questo voglio dire che molti italiani che versano l’8×1000 allo Stato non sanno che i loro soldi finiscono di nuovo nel giro dei preti, e credono, dandoli allo Stato, di non darli alla Chiesa, come del resto sarebbe logico aspettarsi.
Per cui, massima informazione sull’ 8×1000 sia a titolo individuale (tramite discussioni con conoscenti e simili) sia di gruppo, ma su questo credo che l’UAAR si sia sempre fatta sentire per le sue possibilità, anzi reputo la parte sull’ 8×1000 un lavoro eccezionale, personalmente l’iniziativa che ho apprezzato di più.
Insomma anche individualmente diamoci da fare, che quando si parla di CCAR con la gente spesso uno degli argomenti più forti sono proprio i soldi, ed è anche comprensibile.

cristian

Hai ragione Bakatros però io lo do allo stato ben cosciente di quel che accadde. Lo faccio perchè le alternative sono altre confessioni religiose e quindi non ho altra possibilità se non quella di scegliere il male minore. E’vero che i valdesi lo danno tutto in beneficienza però anche loro sono sempre parte di quel gruppo di supertizioni ,cioè tutte le religioni, che hanno come unico scopo la conversione della gente alle loro infantili credenze. Quindi, dandolo a loro, faremmo il loro gioco, facendoli vedere belli agli occhi della gente e loro otterrebbero più consensi. Pertanto è più forte di me, non posso darlo a nessuna organizzazione religiosa anche se l’unica alternativa è questo stato arretrato culturalmente.

Batrakos

Cristian,
a quel che leggevo l’altra volta nemmeno i valdesi lo danno interamente in beneficenza, anche se comunque ne danno moltissimo, anche sulla ricerca.
Io invece, pur turandomi il naso, lo do ai valdesi perchè, conoscendone un po’ l’ambiente, so che hanno posizioni nette sulla laicità dello Stato e penso che non sia nel loro dna la visione teocratica della società propria della CCAR e di altre religioni.
Mi turo il naso perchè, come dici tu, sono pur sempre una religione e io vorrei darlo allo Stato ma credo che il rischio che tu paventi sia molto astratto e, in mancanza di meglio, preferisco darli a dei religiosi che hanno posizioni chiare sulla laicità dello Stato che ad uno Stato che li rigira alla CCAR.
Ma l’importante è essere informati; poi ognuno deve fare come meglio sente.

Volo alto

@ c.j.
O Patria mia, vedo le mura e gli archi e le colonne e i simulacri
e le l’erme torri degli avi nostri.
Ma la gloria non vedo.
Giacomo Leopardi
Credo, che la gloria siano gli italiani.
Ignavi allora, inqualilicabili e indefinibili oggi!

Paul Manoni

Grazie Marco, per l’ottima raccolta dati.
L’unica cosa che si deduce, senza ombra di dubbio, e’ che lo Stato complice della CCAR, finisce per dare piu’ soldi ai “beni culturali” (della Chiesa, ovvio!), piuttosto che per la fame nel mondo, le calamità naturali e l’assistenza ai rifugiati, di cui spessissimo si riempiono le ganasce!
TRISTISSIMO…!

Federico Tonizzo

Concordo con Marco Accorti: è PARASSITISMO! 👿

E, per la pubblica salute, i parassiti vanno DEBELLATI 👿

SilviaBO

Non sarebbe il caso di abolire tutti i “per mille”? Chi vuole finanziare organizzazioni di vario tipo lo faccia di tasca propria, non con i soldi delle tasse.

Batrakos

Certamente sarebbe questo l’obiettivo da raggiungere, e credo che qua siano in pochi a non essere d’accordo.
Ma intanto che tocca darlo per forza, visto che l’attuale classe politica (a parte poche eccezioni, cioè soprattutto i radicali e va detto per onestà intellettuale anche da me che radicale non sono) non ha la minima intenzione di rivedere il concordato, è meglio sapere bene a chi si danno i soldi e come poi vengono usati

Federico Tonizzo

Purtroppo l’8/1000 fu un’ideaccia perversa di Tremonti, che la suggerì a Craxi e al Vaticano (i quali non ci avevano pensato e pensavano ad una “tassa per il Vaticano” uguale per tutti, se ben ricordo), per legare le “elargizioni” al reddito DICHIARATO e non a quello …EVASO!!! Cioè per far pagare di più al solito povero Pantalone, lavoratore dipendente, e di meno ai nababbi, evasori fiscali!!! 👿

barone D'Olbah

ha ragione SilviaBO- sarebbe veramente una forma di democrazia laica e giusta

c.j.

ma sta proprio li la truffa, SilviaBO…

Se facessero come hai scritto tu, la chiesa cattolica perderebbe (non i milioni, ma) i miliardi! Lo scandalo dell’8×1000 sta proprio nella truffa spacciata per beneficenza. In pratica sei costretto a dare i soldi in beneficenza (primo paradosso, la beneficenza dovrebbe essere spontanea, non obbligatoria), puoi solo scegliere confessioni religiose (cristiane, dunque atei agnostici razionalisti musulmani ebrei buddisti scintoisti hinduisti ecc. sono fregati, potranno unicamente scegliere una confessione religiosa che ovviamente loro non gradiscono), ci sarebbe (la trappola dello) Stato italiano, ma alla fine lo Stato italiano rigira i soldi… alla chiesa cattolica (che già si becca il malloppo maggiore, che supera il MILIARDO di euro! 2mila miliardi delle vecchie lire!!!)

Quello che hai scritto è fin troppo evidente, sia per noi atei, sia (e soprattutto) per i furbacchioni cattolici i quali ci sguazzano in questo schifo di raggiro, un vero e proprio pacco!). Ma se le cose fossero diverse, i ladr… ehm.. i preti non arriverebbero a fare quel bel mucchietto di soldoni che poi (in teoria si, in pratica no) dovrebbero dare in beneficenza

Nota bene: Un quinto dei soldi che si becca la chiesa va effettivamente in beneficenza
(200.000.000 di euro) tutto il resto (quattro quinti, 80%, 800.000.000 di euro)… se li tengono per se e per le loro chiese, per le loro cattedrali e per pagare i preti (se stessi)

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