Georgia (USA), suicidio assistito: ricorso di una donna contro la legge

La corea di Huntington è una gravissima malattia degenerativa ereditaria, che porta alla morte entro 15-20 anni dalla comparsa dei primi sintomi, con dolori, difficoltà nel movimento e decadimento intellettivo. AOL news riporta il caso d’una donna, Susan Caldwell, i cui maggiori erano morti della malattia, la quale nel 2008, sei anni dopo che le era stata diagnosticata la malattia, tentò il suicidio per soffocamento con elio, volendo evitare alla famiglia l’aggravio di anni d’assistenza. La tecnica di suicidio che tentò di seguire è descritta nel manuale di suicidio di Derek Humphry ed è raccomandata da un’associazione di assistenza della Georgia che offre il sostegno di “volontari della fine” – exit guides, i quali non aiutano attivamente i suicidi, ma accompagnano e guidano chi vuole por termine alla propria vita.
La legge della Georgia condanna chi dia assistenza attiva a chi commetta suicidio o ne faciliti l’esecuzione. D’altra parte esiste negli Stati Uniti la libertà di parola e, secondo il ricorso presentato dalla Caldwell, la legge locale viola il suo diritto costituzionale, ove condanna la libera discussione del suicidio e l’assistenza puramente verbale data a chi voglia compierlo. La donna infatti contava d’affidarsi all’assistenza dell’associazione, ma si sentì andare a pezzi quando quattro membri di questa furono accusati in febbraio della morte d’un loro assistito. La Caldwell, che ora non riesce più a deglutire, chiede l’abolizione della legge perché crede nel suo diritto di morire valendosi dell’assistenza d’una persona pietosa che le tenga la mano, se vuole finire la propria vita pacificamente e senza dolore, con dignità.

Ermanno Morgari

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9 commenti

Eco

Quando non bastano le violenze morali, ci si rallegra di quelle fisiche… altrui.
Facile dire “sopporta”, quando non ti tocca.

Ma quando scomparirà questo sadismo religioso?

Stefano Grassino

Per quanto non ami le religioni credo che il problema sia un pò più complesso. Tra i credenti puri ne ho sentiti molti dire che è giusto porre fine ad una vita quando non ci sono più speranze. Penso, che ci sia in tutta questa storia (certamente un filosofo o un’antropologo sarebbero rispondere molto meglio) un’atavico attaccamento alla vita, quando questa ci sorride. Accettare l’eutanasia od il suicidio assistito è un pò come voler dire: perchè me la devo chiamare? A me non può accadere.

SilviaBO

Credo anch’io che non sia un poblema solo religioso. Voler credere che la vita è bella è un desiderio che accomuna credenti e non credenti. Chi si suicida mette in dubbio questa credenza, spaventa e fa arrabbiare chi non vuole ammettere che la vita spesso non è un granché e a volte può fare schifo.
Poi le Chiese ci marciano, come su tante altre debolezze umane.

Brachigobio

La temibile corea di Huntington! La distrofia a confronto è una robetta da niente. Se la diagnosticassero a me mi butterei subito da un palazzo.

Kaworu

c’è invece chi, avendola in famiglia, “esorcizza” la cosa non facendo analisi e facendo comunque figli e “quel che sarà sarà”. così la spada di damocle passa sulla testa dei figli, conosciuti (figli di) personaggi così.

Brachigobio

Come se non bastasse, se il genitore potenzialmente affetto non vuole fare l’analisi per sapere se svilupperà la malattia oppure no, i suoi figli non saranno pienamente liberi di decidere se sottoporsi a tale analisi, perchè un risultato positivo implicherebbe inevitabilmente che anche il genitore porta la malattia. Io ho letto di almeno un caso di questo tipo, in cui il figlio ha dovuto alla fine rinunciare a sottoporsi al test.

Paul Manoni

@Brachigobio
Stai scherzando vero? 😯
Il figlio non sarebbe libero di fare un test medico, perche’ altrimenti si scoprirebbe la patologia nel padre, che differentemente da lui, non vuole saperlo!? 😯 ….Ma e’ agghiacciante! 🙁
Sei sicuro che il figlio non abbia delle leggi che lo tutelano!?

Volo alto

In America esiste un’associazione di figli ,chiaramente malati e disabili, che ha chiamato in giudizio i propri genitori per avergli regalato l’inferno in terra.
Qualcuno ne sa qualcosa di più in merito?

Kaworu

esiste veramente? se si, fanno solo bene (i figli) a mio parere…

mai condannerei mio figlio a un destino peggiore della morte.

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