I “miracoli” della scienza secondo Kaku

Il prof. Michio Kaku, fisico teorico al College di New York, non ha dubbi: la scienza può realizzare, negli anni a venire, sogni ritenuti impossibili. In un’intervista riportata da La Stampa di ieri, il fisico americano di origine giapponese, si dice certo che siamo sulla buona strada per realizzare il teletrasporto, sparendo e apparendo da un posto ad un altro. Esperimenti in tal senso, ricorda Kaku, sono in corso all’Università di Vienna, con sngole particelle di fotoni teletrasportate. Altre meraviglie quelle connesse alla scoperta dell’intelligenza artificiale con la possibilità, in un prossimo futuro, di poter utilizzare i robot per imprese di colonizzazione del cosmo o ritenute troppo pericolose per gli uomini. Con riguardo al rischio che i robot medesimi possano diventare più intelligenti degli umani divenendo un minaccia per il genere umano (processo noto come singularity) lo scienziato arriva ad ipotizzare l’inserimento di un chip nei loro cervelli che dovrebbe spegnerli nel caso divenissero pericolosi od anche quello di una loro integrazione pacifica nella società. Ma la scoperta più interessante da parte della scienza, che potrebbe davvero cambiare il modo con cui l’uomo guarda l’Universo, quella che mancò ad Einstein (la teoria del tutto) è stata, secondo Kaku, già elaborata: si chiama Teoria delle Stringhe che permette di capire cosa è successo prima del Big Bang privilegiando la possibilità di un multiverso di universi (già Dawkins nel suo libro The God delusion aveva parlato del crescente interesse degli scienziati per la teoria dei multiversi).
Ottimista, poi, il fisico riguardo alla soluzione dei problemi energetici: “Già nel 2020 saremo in grado di risolvere l’effetto serra entrando nell’era dell’idrogeno”, mentre tra 20-30 anni “la fusione nucleare sarà una realtà”. Senza voler, infine, negare foschi scenari riguardo ad un utilizzo sbagliato delle scoperte scientifiche da parte di governi canaglia, Kaku sottolinea come la direzione di marcia della scienza sia segnata e porta ad emblema Internet, che nato per scopi militari “avrebbe potuto trasformarsi nel Grande Fratello” ed invece è divenuto “un formidabile strumento di democrazia”.

Stefano Marullo

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128 commenti

Io ero Sai

Ma continuando di questo passo gli dei e le religioni non serviranno più a niente.
E che faranno i preti? Dovranno trovarsi un lavoro vero?

Kaworu

no, faranno come fanno ora: continueranno a berciare contro la scienza.

Southsun

…e a curarsi le malattie con i più moderni ritrovati di essa.

E a propagandare la loro dottrina farlocca tramite le meraviglie tecnologiche inventate da chi non perde tempo dietro ad idoli ed altre cretinate.

Pietro

sono deenni che fanno promesse fra le quali: migliorare le condizioni di vita, aliminare le malattie, vivere in un mondo piu’ pulito e con ritmi naturali.
invece le malattie aumentano, l’inquinamento che le causa pure, e le zone naturali( riserve e parchi) si rimpiccioliscono giorno per giorno.
IO NN HO PER NULLA FIDUCIA NELLA SCIENZA, GLI UOMINI DI SCIENZA SONO SIMILI AI PRETI ED AI RELIGIOSI, SANNO SOLO INVETARE E RACCONTARE CAZZATE ALL’UMANITA’.

c.d.

“sono deenni che fanno promesse fra le quali: migliorare le condizioni di vita, aliminare le malattie, vivere in un mondo piu’ pulito e con ritmi naturali.”

e che cavolo sareppe un ritmo piu naturale? forse che si era meno stressati quando la caccia al mammuth andava male?

“invece le malattie aumentano, l’inquinamento che le causa pure, e le zone naturali( riserve e parchi) si rimpiccioliscono giorno per giorno.
IO NN HO PER NULLA FIDUCIA NELLA SCIENZA, GLI UOMINI DI SCIENZA SONO SIMILI AI PRETI ED AI RELIGIOSI, SANNO SOLO INVETARE E RACCONTARE CAZZATE ALL’UMANITA’.”

se non ti piacciono sei libero di restituire gli antibiotici, il gps, il cellulare, il computer dal quale scrivi su internet ed andare a vivere in una caverna. detto questo, io avevo sentito parlare bene di kaku, ma queste dichiarazioni in effetti sembrano piu appropriate a un futurologo cantastorie tipo kurzweil: tra 10 anni la singolarita, tra 20 la fusione nucleare, bla bla bla e vissero felici e contenti.

Scimmia Spaziale

pietro, tu non stai parlando di scienza.
La Scienza, quella vera, non è l’artefice della cementificazione, la Scienza non è l’artefice dell’inquinamento.
Se vuoi puntare un dito, col tuo fare da inquisitore, puntalo verso l’economia, i potentati, l’indolenza umana, la politica.
Senza la Scienza, tu probabilmente non saresti nemmeno nato o sopravvissuto.

viator

Internet è stato creato da uomini di scienza
come pure il computer

Se sei coerente non dovresti usarli.

Southsun

Kaku arriva tardi: nel nuovo libro di Scienze per le scuole elementari di Zaia – scritto 3000 anni fa da eminentissimi scienziati del nulla e del menga – il teletrasporto e la camminata sulle acque sono cose già descritte e possibilissime, senza tutte queste elucubrazioni moderne relativiste laiciste fisiciste scientiste nichiliste iste iste iste iste……

bradipo

Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.
Arthur C. Clarke

bruno gualerzi

Commento ‘reazionario’ (metto le mani avanti).
Ma perchè ci si studia sempre di guardare al futuro e mai (o molto meno di quanto si drovebbe) al presente? Ma un ateo non vive solo e sempre nel presente, non essendoci per lui, come individuo, niente prima e niente dopo la sua nascita e la sua morte? Realmente, concretamente viventi sono quelli che esistono nel presente, gli uomini futuri, quelli che verranno, sono persone virtuali, non esistono.
Ma, si dirà, in questo modo, senza la capacità di guardare avanti, al futuro, il presente si impoverirebbe, l’umanità farebbe ben pochi passi avanti, saremmo ancora all’età della pietra, non godremmo oggi di tutti i vantaggi che, quanti ci hanno preceduto, ci hanno permesso di godere.
Ebbene, è proprio guardando a questi vantaggi che in me nascono le maggiori perplessità. Questo ‘progresso’, in che misura ha effettivamente migliorato le condizioni dell’umanità? Sia quantitativamente (non sono ancora i più, enormemente i più, quanti, nel loro presente, avrebbero tutte le ragioni per rimpiangere di essere nati?), che qualitativamente (si godono veramente certi vantaggi innegabili… che comunque proporzionalmente sono tali ancora per pochi, in un rapporto tra i pochi e i molti non molto diverso da quello del passato… se non si traducono in fiducia verso la propria unica vita e convinzione di viverla al meglio, ciò che è difficilmente quantificabile, essendo del tutto soggettivo?)
Non si lascierebbe (come a noi si sarebbe lasciato) in eredità un mondo migliore se si rendesse migliore quello in cui viviamo mentre viviamo? Questo prospettare un futuro in cui tanti dei limiti che gravano sulla vita di ognuno saranno tolti di mezzo, lo si fa in relazione ai limiti che si soffrono nel presente… ma che garanzie abbiamo che il superamento di questi limiti renderà migliore l’esistenza dei singoli nel futuro? Se riflettiamo sul fatto che – questo ci dice l’esperienza – il soddisfacimento reale di un bisognio ne fa nascere almeno un altro altrettanto reale, non è questo limite che andrebbe veramente superato?

Infine (a questo volevo soprattutto arrivare) questo proiettare sempre in avanti il miglioramento dell’esistenza di ognuno, miglioramento praticamente illimitato, come prospetta la notizia, e che sarà tale sempre in un futuro… non sarà che riproduca le aspettative che in genere sono quelle delle religioni? Per le quali la vera vita è sempre ‘al di là’?

bismarck

Beh ragazzi per vedere se le cose sono o meno migliorate rispetto a 200 anni fa fate un esperimento: staccate la luce, il riscaldamento centralizzato, andate a fare la legna, niente water si fa tutto all’aperto (anche d’inverno), niente aspirina per il mal di denti, se c’è una carie si levano i denti a mi dimenticavo la vita media un tempo era intorno ai 35/40, ringraziate che non dovete fare non so una guerra dei trent’anni o una dei sette anni oppure quella dei cent’anni. Mi fermo qui, non voglio infierire.

bruno gualerzi

@ bismark
Solo due considerazioni.
L’elettricità, l’aspirina e tutto il resto ci sono perchè hanno risposto a bisogni reali, riscontrabili nel presente (più avanti nel blog ho espresso il mio parere sulla scienza… e non voglio qui riprendere – perchè so quanto possa essere ambiguo – il discorso circa il fatto che il soddisfaimento di un bisogno ne fa sorgere subito un altro);
certo che la vita media si è allungata, ma… a parte che la conflittualità mai attenuata tra nazioni e la disponibilità di armi ‘definitive’ rschia sempre più di portare a zero la vita ‘media’… quanti sono, a livello planetario, coloro che di questo incremento di esistenza possono essere veramente soddisfatti? Sai come va con le medie: tutti, mediamente – diceva Trilussa – disponiamo di un pollo a testa… ma poi uno ne mangia cinque e altri cinque…

bismarck

Le medie sono aumentate dappertutto e sono scese (e di parecchio) solo in quei paesi piegati dall’aids (poi se dobbiano indagare perchè….) Nel tuo discorso hai un determinismo che non mi convince sulle scoperte scientifiche, basti pensare alla pennicellina scoperta per caso. Tante scoperte per esempio sono collaterali a grandi progetti scientifici vedi i pannelli solari sfruttati dapprima per i satelliti artificiali ecc. In realtà si inventano tante cose e si fanno scoperte scientifiche in tanti campi ma di solito solo l’1% trova poi un riscontro nella nostra vita di ogni giorno come prodotti che noi utilizziamo. Perchè in effetti utilizziamo generalmente sollo quello che ci serve ed in questo c’è anche una parziale risposta al fatto che non si investe in certi settori o per certi progetti. Il problema qui è che non si sono ben capiti perchè certe cose vanno e certe altre no. Per intenderci la scienza è un gran guazzabuglio da cui si estrae ogni tanto qualcosa che ha successo. Io penso ad esempio una cosa, se Bush invece di fare le sue guerre spendeva i 730 miliardi di dollari che sono costate in ricerca di altre fonti di energia oggi il petrolio certamente come risorsa non sarebbe quella più importante. Quale sarebbe allora la risorsa che sostituirebbe il petrolio? A occhio non lo so si avrebbe un ventaglio di opzioni alla fine dell’investimento che ci permetterebbe di bilanciare i costi-benefici per poi decidere.

bismarck

ops
errata-corrige penicillina e non come scritto pennicellina.

bruno gualerzi

“Nel tuo discorso hai un determinismo che non mi convince sulle scoperte scientifiche”

Non so cosa intendi per determinismo, ma non lo riferirei tanto alla ricerca scientifica, che deve seguire le procedure che le sono proprie per acquisire sempre nuove conoscenze utilizzabili… ma – come anche tu richiami opportunamente – se mai è il ritenere che la ricerca la si debba lasciare procedere senza orientarla e indirizzarla ad affrontare problemi emersi nel presente, utili nel presente, e per tutti, che la si considera deterministicamente. Vada come vada, si ritiene che il suo apporto non possa che essere sempre un guadagno, necessariamente. Questo per me è determinismo.

Lorenzo Galoppini

“Questo ‘progresso’, in che misura ha effettivamente migliorato le condizioni dell’umanità?”

Beh..mi pare che rispetto all’età della pietra si viva un pochino meglio, no?
😉

Bruno Moretti Turri

1) Interessante.
Sulla scienza i filosofi “in libris” Ratzinger e Gualerzi sono quasi isofrequenza. 🙂

2) Il Kaku è un 2 di picche di nessuno che parla a sproposito.

Piergiorgio Odifreddi:
Non oso chiederle cosa pensa della teoria delle stringhe.
Robert Laughlin, premio Nobel 1998 per la fisica (effetto Hall quantistico frazionario):
Che è solo una forma di autoerotismo. Senza esperimenti che distinguano tra teorie corrette e scorrette non si può fare scienza e non si è moralmente superiori ai guru religiosi.

Da Piergiorgio Odifreddi, Incontri con menti straordinarie, Longanesi 2006

bruno gualerzi

Cominciavi a mancarmi.
Perdona la mia igniranza (che noin riguarda solo Odifreddi, hai voglia), ma cosa significa ‘filosofo in libris”?
E poi, dài, addirittura in ‘isofrequenza’ con Ratzinger! Anche se non so bene cosa vuol dire, non credi di lusingarmi eccessivamente?

Caro Moretti Turri, al di là delle solite battute e battutine che ci si scambia, potresti prendere in considerazione una qualunque delle ideuzze che provo a mettere insieme, per controbatterle senza citare Odifreddi o chi altri, ma con le tue parole? Così, senza sarcasmi o giudizi sprezzanti.
Buon natale (battuta, ovviamente)

bruno gualerzi

Dimenticavo. Evidentemente non ci sono riuscito, ma cercavo proprio di mettere in guardia sul fatto che la scienza, per guardare troppo avanti, finisse per disinteressarsi del presente e puntare su una sorta di ‘aldilà’… come fanno le religioni. Quel presente che – in prospettiva atea – per ognuno di noi è l’eternità.
Riconoscimi almeno le buone intenzioni.

crebs

Bene cercare di trasmettere il swnso di meraviglia che può suscitare la scienza.
Ma l’esimio professore mi sembra un po’ troppo ottimista.
Almeno sui tempi previsti mi sento di dissentire totalmente e con forza.
Basta prendere ad esempio le sue previsioni sui tempi della fusione nucleare e paragonarli con quelli del primo reattore dimostrativo in corso di progettazione e realizzazione. l’ITER.
Non so perchè, ma diffido di chi fa affermazioni di questo genere, non ne comprendo i motivi.

Tommaso W.

Avvisate Zichichi………….e portate i sali !!
🙂 🙂 🙂

bruno gualerzi

Dimenticavo. Il mio non è un giudizio negativo sulla scienza, sulla pratica scientifica, l’unica che ci permette di avere conoscenze reali, sempre verificabili, anzi!… ma vorrei che la ricerca – per le ragioni addotte – fosse orientata a risolvere i problemi che sperimentiamo nel presente, in funzione di questi problemi. Perchè, per come vedo io le cose, solo così il futuro riceverà un’eredità veramente spendibile per chi lo vivrà mentre lo vivrà.

RobertoV

Probabilmente molti che non si occupano di ricerca scientifica non riescono a rendersi conto dei cambiamenti effettivamente avvenuti. Sarebbe più chiaro se potessimo confrontare in tempo reale la vita di oggi con quella di 100 o più anni fa. Il presente cambia, ma non alla velocità che vorremmo e solo sul lungo periodo ne vediamo gli effetti, ma spesso ci dimentichiamo di come era prima. Un esempio è l’inquinamento: una volta si inquinava di più, ma nessuno lo sapeva e nessuno aveva studiato l’impatto sulla salute. La scienza fornisce dei mezzi potenti e cerca di risolvere dei problemi, ma si muove in una logica molto umana di rapporti politici, sociali ed economici che limitano le potenzialità dei nuovi mezzi offerti. Cioè è vero ciò che diceva Einstein che l’uomo ha migliorato molto le proprie conoscienze, ma è progredito poco sul lato civile ed è questo sviluppo asimmetrico che causa parecchi problemi.
Trovo comunque le dichiarazioni di Kaku troppo ottimistiche (anche se bisognerebbe vedere se i giornalisti riportano in modo corretto il suo pensiero perchè diversi colleghi ricercatori si lamentano del fatto che spesso i giornalisti distorcono il loro pensiero per ottenere effetti sensazionalistici): una cosa è certa, nessuno è in grado di prevedere il futuro, anche perchè spesso non possiamo prevedere molti dei problemi che dovremo affrontare. L’esempio di Crebs della fusione nucleare è lampante: una volta si diceva che ci volevano 50 anni alla realizzazione di un impianto commerciale, adesso 30-40 anni dopo si ripete lo stesso ritornello e qualcuno inizia a dubitare che sarà poi così utile. Sul cancro abbiamo fatto grossi progressi, ma ancora moltissime persone muoiono di cancro e le dichiarazioni ottimistiche di anni fa non si sono realizzate. Trovo controproducente quando alcuni scienziati dimostrano un eccessivo ed irrealistico entusiasmo per la scienza perchè così creano delle attese che poi se non mantenute finiscono per essere percepite come un discredito della ricerca scientifica.
E dovremmo concentrarci sull’utilizzo corretto da parte della società delle potenzialità delle innovazioni scientifiche, utilizzo che purtroppo dipende da che tipo di società abbiamo.

bismarck

Condivido quasi tutto, tranne una cosa, rispetto alla velocità che la scienza sta imprimendo alle sue scoperte buona parte della quale è dovuta alla sempre più enorme capacità computazionale dei supercomputer. Non ci si rende abbastanza conto che ci vuole ancora un po’ perchè le scoperte scientifiche ricadano a valle dei laboratori scientifici. Ma l’accelerazione c’è eccome… Basti pensare al dna, il primo ad essere interamente sequenziato c’è voluto 10 anni adesso un computer da solo ne fa tre. Credo che in effetti il problema sia più di comunicazione ed aspettative che altro, ma non se certe cose in un futuro avverranno o meno.

Fri

Non so se i giornali abbiano riportato il pensiero corretto di Michio Kaku, ma ti assicuro che non e’ assolutamente improbabile che abbia davvero detto quelle cose. Lo conosco bene (non di persona) perche’ conduce un programma di scienza, credo su Science Channel, in cui descrive in dettaglio tutte le cose riportate nella notizia, e molto di piu’. E’ un superfan della scienza piu’ futuristica e della fantascienza.

In linea di massima sono abbastanza d’accordo con lui sulle potenzialita’ della scienza, molto meno sulla tempistica, specialmente considerando l’eta’ buia (quantomeno per la scienza) che stiamo attraversando a livello mondiale.

Batrakos

Gualerzi,
lungi da me considerare la scienza una sorta di ‘divinità’.
Tuttavia quando dici che la scienza dovrebbe risolvere i problemi dell’oggi mi sembri un po’ fuori pista.
La scienza necessita di tempo: tempo per la ricerca, per gli esperimenti, per le applicazioni, per cui è sempre proiettata in qualche modo verso il domani.
E non si pensi che la ricerca sia qualcosa di astratto e di lontano dall’oggi: essa è necessaria per acquisire conoscenze e, per l’effetto serendipity, può sempre aprire nuove porte a risolvere i problemi.

Sul miglioramento delle condizioni di vita concordo con Bismarck nel suo intervento delle 17:51, e aggiungo che nei Paesi del quarto mondo dove ancora ci sono condizioni terribili questo accade proprio a causa della mancanza di sapere e di conoscenza scientifica (e qui si aprirebbe un grosso discorso sul rapporto tra scienza ed economia politica, ma in qualsiasi caso la si pensi la colpa non sarebbe della scienza ma della sua gestione elitaria e affaristica, anzichè democratica) non a causa della scienza, come alcune volte (non parlo di te) ho sentito dire.

Lorenzo Galoppini

“vorrei che la ricerca – per le ragioni addotte – fosse orientata a risolvere i problemi che sperimentiamo nel presente, in funzione di questi problemi.”

Esatto; ma i problemi del presente si risolveranno proprio nel…futuro, per l’appunto. Tutte quelle scoperte future di cui parla Kaku serviranno anche a risolvere i problemi odierni. Quindi la ricerca é per definizione finalizzata a risolvere i problemi del presente; anche perchè prevedere quelli del futuro é certamente più difficile, anche se non impossibile.

Sui tempi se ne può discutere, anche a me sembrano un po’ troppo brevi, comunque ho letto un libro di Michio Kaku qualche anno fa, “Iperspazio”, della Macroedizioni, e non ci ho trovato nulla di pseudoscientifico. Anzi, forse ripensando a quanto aveva scritto proprio in quel testo, non é improbabile che qualche giornalista abbia riportato in modo non del tutto corretto le sue dichiarazioni, soprattutto per quanto riguarda appunto i tempi.

Bruno Moretti Turri

@ Gualerzi

1) Scusa Gualerzi se ti rispondo qui, ma sopra non trovo il tasto “rispondi”.
Vuoi sapere cosa sono i filosofi “in libris”? Cosa nota da “solo” 400 anni?
All right. Te lo spiego in
!Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, filosofia naturale e nuova etica”
http://uavarese.altervista.org/dichiar.html
Buona lezione.

2) “Quel presente che – in prospettiva atea – per ognuno di noi è l’eternità.”
Ma checcavolo vuol dire?
Questa è metafisica allo stato brado.
E poi, “per ognuno di noi”. Esagerato pontificante. Parla per te e “IMVHO”.
Not in my name, please.

bruno gualerzi

@ Moretti Turri
Continui, tuo malgrado, a sopravalutarmi. Allora sono costretto, se non a farti la storia della mia vita (per quanto straordinaria ovviamente sia (^_^)), a dire un paio di cose.
Fino a 30 anni ho fatto di tutto fuorchè interessarmi di filosofia, poi per puro caso ho assistito ad un a lezione di un prof universitario che mi ha interessato. Sono entrato in contatto, siamo diventati amici, mi ha ‘costretto’ a laurearmi, e mi sono trovato ad insegnare storia e filosofia praticamente a digiuno, soprattutto di filosofia. Credo di essermela comunque cavata instaurando con i ragazzi un rapporto ‘socratico’ consistente in sostanza nell’affrontare con loro, spesso per la prima volta, i vari filosofi e studiarli insieme, non andando molto oltre i manuali. Ricavandone spunti per discussioni, senza curarmii troppo (anche volendo non avrei potuto) della correttezza delle interpretezioni. Pare che la cosa sia stata gradita. E i miei allievi hanno sempre fatto la loro porca figura agli esami finali.
Questo per dirti che sono poco più di un autodidatta… ma credo di poter trattare certi temi (mi interessano soprattutto quelli esistenzialiu) basandomi sulle poche letture fatte, ma soprattutto riflettendo su quanto ho potuto ricavare dalla mia esperienza umana. Entrato in pensione ho ripreso a frequentare assiduamente il mio amico (se ti interessa, ma ne dubito, si trattava di Pietro M. Toesca, scompaerso 5 anni fa)) col quale ho discusso senza risparmio un pò su tutto. Ho provato così a tradurre in scrittura quelle riflessioni (prima non lo avevo mai fatto) e a me è piaciuto. Non a tanti altri, figuriamoci, ma insomma qualche idea l’ho elaborata esponendola con i miei mezzi culturali e linguistici.
Guarda che non dico tutto questo per falsa modestia (ho un grande concetto di me stesso), ma solo per cercare di farti capire che quando mi bolli, ad esempio, di filosofo ‘in libris’ non devi meravigliarti più di tanto se non so cosa vuol dire (non lo so bene nemmeno adesso, pur avendo consultatao il tuo bel sito) e che stai sfondando una porta aperta.
Dico delle castronerie, a volte perfino ‘metafisiche’? Provo sempre ad argomentare tutto quanto ricavo dalle mie riflessioni… facendo dormire non solo te, lo so benissimo, ma quasto passa il mio convento.
In conclusione, non mi vanto certo della mia ignoranza… ma essendo ormai irrimediabile, cerco di tradurla in ‘virtù’ sfruttando il fatto che comunque in questo modo mi trovo libero da ogni vincolo accademico. Ed è in questo modo che ho provato a mettere a fuoco il mio essere ateo e che sto continuando a farlo sfruttando le opportunità offerte dal blog. Da libero pensatore. Alla lettera.
Cierca di considerare pur sempre legittimo il mio comportamento, e cerca di sopportarmi (lo dico senza ironia)
Ti saluto.

bruno gualerzi

Ho provato a replicare, ma sono in attesa di approvazione.

bruno gualerzi

“Quel presente che – in prospettiva atea – per ognuno di noi è l’eternità.”
Ma checcavolo vuol dire?”

Una cosa molto semplice, almeno credo. In effetti non mi sono spiegato bene (ancora una volta), ma quando parlo di ‘presente’ intendo l’arco di tempo in cui ognuno di noi (non vedo problemi in questo per un ateo) consuma la propria esistemza. E’, se vogliamo dirla così, il tempo in cui siamo ‘presenti’ alla vita, e finendo la vita per noi con noi finisce anche il ‘tempo per noi’, l’unico di cui abbiamo potuto fare l’esperienza. E che per ognuno di noi è ‘tutto il tempo’. Ciò al quale si dà il nome di eternità.
Non vedo cosa ci sia di metafisico in questo.

MetaLocX

Con riguardo al rischio che i robot medesimi possano diventare più intelligenti degli umani divenendo un minaccia per il genere umano (processo noto come singularity) lo scienziato arriva ad ipotizzare l’inserimento di un chip nei loro cervelli che dovrebbe spegnerli nel caso divenissero pericolosi

Salvo non si rimuovano il chip prima di essere spenti…

Io me la squaglio!

nightshade 1990

macchè squagliartela: fà come me: unisciti a noi, noi borg siamo il futuro, unisciti a noi….

Sbronzo di Riace

fusione nucleare, teletrasporto, era dell’idrogeno, questo Michio Kaku, è molto ottimista anche troppo

sarà forse il nome che suona strano 🙂

Federico Tonizzo

Non entro nel merito delle altre affermazioni di Michio KaKU, ma mi limito a commentare questa:
“Già nel 2020 saremo in grado di risolvere l’effetto serra entrando nell’era dell’idrogeno”.
Poichè con ciò non intende certo la fusione nucleare (infatti questa la elenca subito dopo, stimandola verso il 2030-2040), deve intendere la combustione dell’idrogeno con l’ossigeno per formare acqua. Effettivamente la quantità di energia che questa reazione chimica sprigiona è molto alta, tant’è vero che viene usata per esempio nel primo stadio della partenza degli shuttle.
Quello che Michio Kaku trascura di dire è come procurarsi l’idrogeno da bruciare per formare acqua; si dice sempre “ce n’è tantissimo nell’acqua degli oceani”, ma il fatto è che l’idrogeno dell’acqua è già “bruciato”, cioè è presente già come prodotto della reazione suddetta, e non allo stato puro e disponibile per combinarsi con l’ossigeno e diventare acqua. Ecco il problema: per separarlo dall’ossigeno con cui esso forma l’acqua è necessario fornirgli tanta energia quanta poi esso ce ne ricederebbe ri-formando acqua. Ovvero: la spesa è uguale alla resa, anzi per di più la spesa sarebbe maggiorata dal fatto che bisognerebbe anche spendere energia per costruire gli impianti, eccetera, e, per di più ancora, come in tutti i processi termodinamici, durante le varie fasi un po’ di energia verrebbe comunque dissipata come calore che “fugge” senza rimettersi in ciclo.
Conclusione: Michio Kaku mi sembra un sognatore.
Per conferma: http://it.wikipedia.org/wiki/Michio_Kaku

SilviaBO

Infatti. Anche per quanto riguarda la fusione nucleare, qualche tempo fa leggevo opinioni di fisici che ritengono che non sarà facilmente ottenibile in modo controllato, almeno non in tempi brevi. L’ottimismo dei decenni scorsi al riguardo sta venendo meno.
Questo Kaku mi sembra uno scienziato di levatura simile a Zichichi. Va bene aver fiducia nei progressi della scienza e impegnarsi per ottenerli, ma questo qui mi pare che le spari un po’ grosse e abbia un approccio un po’ semplicista alla soluzione dei problemi del mondo.

Fri

Per favore! va bene criticare le opinioni di Kaku, ma paragonarlo a Zichicchi mi pare davvero offensivo. Stanno lontani anni luce! Kaku e’ sicuramente un sognatore (ma quel e’ quello scienziato che non lo e’?), ma ha delle solidissime basi scientifiche per sostenere le sue teorie, al contrario di Zichicchi la cui “solidissima” base e’ un testo “scritto” 4000 anni fa da dei pastori palestinesi.

SilviaBO

Sì, hai ragione, dare dello Zichichi a qualcuno è un’offesa notevole, forse ho esagerato.

RobertoV

L’idrogeno è solo un vettore di energia, cioè permette di trasportarla a distanza. Ma ovviamente prima devi produrla.
La combustione dell’idrogeno piace perchè è “pulita”, ma se sia una fonte di energia pulita dipende da come è stata prodotta l’energia utilizzata per ottenere tale gas, nel caso potenzialmente più interessante dall’acqua.

Felix

Evviva !
Finalmente qualcuno che centra il Vero problema.
La combusione chimica (o fuel cells) dell’ idrogeno ha illuso un mare di persone.
Nessuno ha badato al “piccolo” particolare che su questo pianeta di idrogeno non vi é neanche l’ ombra.
Di acqua si che c’ é un quantitativo enorme, ma per estrarne l’ idrogeno bisogna pomparci dentro un fottio di energia (chimica o elettrica) e da quattro conti della serva ho concluso che si tratta di un affare del tipo “compri uno e paghi quattro”.

Federico Tonizzo

La combusione chimica dell’idrogeno ha illuso un mare di persone, e il guaio è che ne sta illudendo ancora moltissime: al solito, l’informazione e l’istruzione pubbliche scarseggiano.

bismarck

Viva la rivoluzione industriale!

Nel 2012 saranno trecento anni da quando la prima caldaia di Newcomen è entrata in funzione dando l’avvio alla più straordinaria delle realizzazioni umane.
E’ il 1712 l’anno cruciale ed irreversibile per l’umanità, il punto di non ritorno, l’anno che la ccar ha perso la sua guerra. La superstizione ha gli anni contati, non prevarrà più.
Kaku non fa che confermare quanto già descritto da Ray Kurzweil nel libro La singolarità è vicina.

Pietro

a me sembra che anche la scienza e soprattutto la medicina promettono miracoli come la chiesa, ma alla fine la gente muore lo stesso sena aver eliminto la malatti, chi ha troppa fiducia nella scienza si scotta come chi ne ha troppa nella fede.

FSMosconi

La differenza è che la religione è “Hic et Hunc”, la scienza no, quindi perchè ti lamenti se promette NEL FUTURO ma i risultati non si vedono OGGI: scusa? Inoltre la scienza fa veder il”Work in progress”, la religione no…

bismarck

Allora fai così, se hai mal di denti te lo tieni niente medicine e soprattutto come una volta ti cavi i denti. Niente otturazioni. (è solo un esempio s’intende potrei anche dirti che se ti viene un’appendicite prova a farla come una volta, senza anestesia… ci sarebbe da ridere….)

Kaworu

e perchè stai usando un oggetto prodotto dalla scienza anzichè preghiere?

(oltretutto inventato grazie a un peccatore omosessuale, il che lo rende automaticamente oggetto del dimonio)

SilviaBO

Pietro esagera, ma un pochino di ragione ce l’ha: molti medici (per fortuna non tutti)amano presentarsi come onniscienti salvatori dell’umanità. E molti pazienti li ritengono tali, per ignoranza o per il desiderio più o meno cosciente di affidarsi a qualcuno.
Un po’ più di modestia sarebbe opportuna, soprattutto considerato che la medicina, per quanto abbia recentemente fatto grandi progressi, a causa della complessità dell’oggetto di studio è ancora una scienza molto arretrata, molto lontana dal sapere tutto ciò che c’è da scoprire.
Il medico è meglio dello stregone o del prete, ma bisogna saperlo gestire e comprenderne i limiti.

Federico Tonizzo

E soprattutto occorrerebbe che il governo finanziasse come si deve la ricerca medica, anzichè tagliarle i fondi ogni anno di più!!! Cosa si può fare con quattro soldi e con ricercatori precari? 🙁
Governo “ladro di vita”!!! (dico sul serio!).

Federico Tonizzo

Inoltre, occorrebbe fare piazza pulita dalle false medicine quali omeopatia, fiori di Bach, ecc., che sono fondate su puri deliri e non su studi sperimentali fatti come si deve, e infatti hanno efficacia pari a zero a parte l’effetto placebo. Una citazione fra tantissime possibili:
http://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Le_altre_medicine/2005/08_Agosto/25/omeopatia.shtml
La “fede” in queste false medicine è paragonabile alla “fede” nella religione: non è vero, ma molti ci credono perchè ci credono “gli altri”. E’ dunque anche una questione di disinformazione. Il Ministero della Salute dovrebbe fare della “Pubblicità Progresso” per smentire l’efficacia di queste pseudomedicine; se non lo fa, probabilmente è solo perchè più la gente “compra” più aumenta il PIL! 👿

POPPER

Il medico non è perfetto è perffettibile e fallibile, è uno scienziato, quindi, può essere smentito nelle sue diagnosi e ciò capita, molto spesso; certo è che con strumenti sofisticati come oggi, a sua disposizone, dovrebbe avere dei gradi in più di successo nelle diagnosi, quindi, ci si aspetta da lui più precisione e professionalità ma anche sensibilità umana e tatto necessario per accostare diversi pazienti con diverse sensibilità, ma non idealizzabile come se fosse un dio.

La fede non guarisce, illude e approfitta della disperazione emotiva nello stesso soggetto malato gravemente, anzi lo stesso soggetto, non avendo miracoli sotto mano, idelaizza il materiale religioso idolatrandolo o idealizza il medico come se dovesse guarirlo per forza, ma se il medico non può si ricorre a ragionamenti sconclusionati e ossessivi, tipo, se non avessi la fede morirei disperato.

bradipo

dalla sgrammatica direi che abbiamo un clone di Enrico… miracolo della fede o della scienza? 😆

Kaworu

tutto può essere, devono essere i miracoli del nick che cambia.

o forse è solo un tratto comune

bradipo

si potrebbe lanciare uno studio sulla dislessia e la fede dal titolo: “il cattolicesimo danneggia l’Italia… e anche l’italiano” 😆

Federico Tonizzo

@ Kaworu:
Mah, non so… Vuoi che, se Pietro fosse Enrico, e trattando questa ultimissima di “miracoli” e “scienza”, Enrico non avrebbe approfittato per parlar male di Margherita Hack? 😉

POPPER

Come fan di star trek condivido l’entusiasmo del prof. Michio Kaku, tuttavia il teletrasporto è ancora a livello embrionale, diciamo pressapoco ad alcune dal’inseminazione, tanto per fare un paragone con i tempi di gravidanza di una donna, il successone del teletrasporto con soggetti umani sarà paragonabile alle doglie del parto.

I miracoli? La scienza li potrà spiegare fino al punto che non verrà più nemmeno interpellata dalla chiesa cattolica poichè la chiesa temerà che ormai il mistero sarà già stato risolto e la fede nel sopranaturale perderà di interesse.

Pietro

quasi quasi ritorno al cattolicesimo visto la grande ignoranza e incapacita’ di comuniazione degli atei. interpretano sempre a modo loro i pensieri degli altri, senza riflettere sul significato, per nn parlare degli insulti gratuiti soltanto perche’ salto alcune lettere per via della scrittura veloce.
Voi sareste meglio dei cristiani?
dalle risposte superficiali e banali che date si capisce lo spessore culturale e morale che avete.
a morte le religioni, a morte anche gli atei e i loro anatemi ottusi!

Batrakos

Invece io trovo ogni tanto una certa ‘sindrome da troll’.
Le critiche, se costruttive e argomentate, sono utili e la critica di Pietro alla scienza, per quanto per me esagerata, merita il rispetto che si deve ad un interlocutore onesto e, se ben si guarda, non è molto diversa da quella di Gualerzi che è un ateo.
Non esageriamo con la ‘reductio ad troll’ sennò qua ci troviamo a dirci tutti le stesse cose.

bradipo

Non scherziamo… questo è puro trollaggio, o ancora peggio, un tentativo (tra l’altro piuttosto diffuso e comune, solitamente fatto in malafede) di porre due cose distinte allo stesso piano per poi proporre la solita “alternativa” religiosa:

come la religione anche la scienza oggi è un illusione, tante promesse nn mantenute, per’ i soldi li hanno ricevuti.

Come dire che l’astronomia è illusoria come l’astrologia, quindi tanto vale credere negli oroscopi. Niente a che vedere con l’argomentare in maniera costruttiva.

Fri

ma perche’ ve la prendete tanto con Pietro? non mi pare che abbia detto una cosa del tutto scorretta, anche se forse l’ha detta con parole un po’ infelici. E’ vero che spesso anche la medicina promette miracoli che poi difficilmente si avverano. Secondo me Pietro voleva intendere che noi, in quanto razionalisti, dobbiamo essere critici nei confronti della scienza, dobbiamo analizzarne i risultati senza preconcetti e diffidare dei risultati ad effetto che magari nascondono semplicemente qualche interesse economico. Chiunque abbia fiducia nelle potenzialita’ della scienza deve vigilare proprio per evitare che la scienza diventi una religione.

A questo proposito consiglio un interessante articolo che ho trovato qui http://www.girodivite.it/Immortali.htmlhttp://www.girodivite.it/Immortali.html

POPPER

Con le staminali stanno davvero facendo miracoli, persino organi interni importanti sono oggi possibili senza liste di attesa lunghissime nell’attendere il trapianto, un giorno anche il cervello potrà essere guarito da alcune malattie che oggi fanno strage in ogni fascio di età. Tempo al tempo e avremo personalmente una porpria riserva genetica di organi dalle nostre stesse staminali.

POPPER

Mettere sotto processo la scienza è come voler processare il progresso umano, come voler processare il coltello da cucina perchè il porgresso non è stato sufficientemente chiaro sul suo uso comune.

Fri

Mai detto di voler mettere a processo la scienza. Semplicemente, come in tutte le cose umane, c’è chi ne approfitta, chi sbaglia (in buona o in cattiva fede), chi ci si affida senza criticità, chi la denigra e la nega. In quanto razionalisti dobbiamo mantenere l’obiettività, anche in fatto di scienza. Anzi, soprattutto in fatto di scienza, visto che la scienza fonda le sue stesse basi sulla sperimentazione, l’osservazione, la criticità, il dibattito, le prove e le smentite. Se così non fosse non sarebbe piu scienza, ma religione…

bruno gualerzi

Ripetizione in termini brutali di una questione che nessuno ha affrontato, almeno direttamente. E’ vero o non è vero che – sulla falsariga di quanto prospetta questo scienziato americano (e non solo lui naturalmmente) – si guarda al futuro, prossimo o remoto, per rendere più vivibile (forse, chi lo può dire con certezza’) l’esistenza di ognuno… mentre io vivo qui, adesso, il mio futuro finisce quando finisco io… e chi mi frega di come vivranno i miei discendenti?
Io però intanto usufruisco dei vantaggi che chi mi ha preceduto, pensando al futuro, mi ha permesso di godere? Intanto, i vantaggi che ha reso possibili per il futuro (quelli, non gli altri che lui ha potuto godere nel suo presente), non li ha goduti…
ma, a parte questo, non credo di essere il solo a vedere. STANDO COSI’ LE COSE, un presente e un futuro prossimo non molto promettente, per le tante ragioni che ho ripetuto più volte… il che evidentemente sta a significare che qualcosa non ha funzionato. E ho creduto di individuare un posibile perché, e proprio in quanto ateo.
Mi dispiace – si fa per dire, in reatà sono contento per loro – per chi vede rosa, scienza o non scienza, nel futuro, ma starei molto attento nell’esaltare troppo – per usare l’espressione dell’ateo Leopardi -“‘le magnifiche sorti e progressive”.

Per chi poi continua ad elencare i miglioramenti che il progresso ha reso possibili, riprendo un mio solito ritornallo, che non ha ricevuto molta considerazione o smentite: nel secolo appena trascorso, dove si è pottuo usufruire di tanti progressi nemmeno immaginabili in precedenza, nel cuore della civilissima Europa si sono determinate le condizioni per far deflagrare due conflitti mondiali con decine di milioni di morti. I quali non credo abbiano goduto gran che dei tanti progressi. Colpa della scienza? Per niente, non ho mai detto questo, anzi!… ma sarà lecito o no constatsre che qualcosa è andato storto in misura tale da non esaltarsi troppo di tutto questo progresso?
In realtà – riprendendo una considerazione di Pasolini – si può parlare di sviluppo, ma il progresso è un’altra cosa.

POPPER

Caro Bruno, nessuno degli atei esalterebbe la scienza come per idealizzarla, al contrario ne conosce i limiti teorici e pratici, deontologici persino, quindi, la scienza non è come la religione che esalta gli animi e li rende fanatici, la scienza li fa stare coi piedi per terra, perchè si possono pagare delle serie conseguenze di certi esperimenti nucleari, anche se non nella loro totale durata, poichè nemmeno lo scienziato può datare e valutare perfettamente un test nucleare a breve termine, per esempio.

Il progresso della natura umana in proporzione al suo stesso coinvolgimento in politiche legate all’egemonia militare, religiosa ed economica, un progresso che non si può idealizzare senza incorrere in euforie fantascientifiche, a dir poco, ma anche un progresso che migliora con la qualità dei contenuti epistemologici, in cui è saggio falsificare il progresso stesso perchè non cada in un dogma ideologico.

Ripeto, condivido l’entusiamo dello scienziato prof. Michio Kaku, ma come una passione che ha per la scienza, e non come per una scienza divinizzata, non per idealizzare una scienza fine e se stessa, allora ci sta bene anche qualche miracolo della scienza, se si vuole parlare di miracoli nel senso della lotta alle malattie e alle origini genetiche della malformazione.

La scienza non è come la bibbia da cui si può scegliere i miracoli a cui credere, per me la scienza deve essere il disincanto che ci tiene coi piedi per terra, deve anche disiludere e deludere, altrimenti i nostri sogni fantascientifici si trasformerebbero in preghiere alla dea scienza e ciò è da sconsigliare rigorosamente.

bruno gualerzi

Scusa POPPER, ma qui si continua a difendere la scienza come se io ne parlassi male. La insrieco solo nel contesto di una situazione in cui – almeno per come vedo io le cose – non ha contribuito a quel ‘progresso’ che invece sarebbe nelle sue potenzialità. E ho cercato di esporre quali sarebbero, a mio avviso, le cause.
Brutalmente: quando ho ben debellato tante malattie ritenute incurabili, fatto fare passi da gigante alla conoscenza in tutti i campi, creato in generale condizioni concrete per l’autopromozione dell’uomo… e poi per quest’uomo non viene fatto niente perchè non gli si tolga anzitempo la vita… l’unica vita di cui ciascuno di noi dispone, finita la quale per ognuno di noi finisce il mondo… non vedo proprio dove sta il progresso. E come vi abbia potuto contribuire la scienza da questo punto di vista. E non vedo – nonostante i grandi traguardi raggiunti – nessun passo avanti, anzi!, per quel che riguarda il superamento di questo destino che incombe su milioni di persone più o meno come è sempre avvenuto

Mi ritorna alla mente un bellsissimo film di alcuni annoi fa (o una serie televisiva, adesso non ricordo) che aveva per protagonisti un gruppo di medici da campo che, durante la guerra in Vietnam, reagivano al fatto che, applicando coscienziosamente l’arte medica, rimettevano in sesto tanti feriti, i quali poi, una volta risanati (quelli o altri), erano subito disponibili… a fare altri feriti da curare ecc. Una storia purtroppo sempre attuale.
Vogliamo riconoscere che in tutto questo c’è qualcosa che – nonostante la scienza – proprio non va? Che ai progressi della scienza non corisponde un solo passo avanti nell’eliminazione di questo impulso all’autodistruzione?
Questo al di là degli entusiasmi, più che legittimi, che i nuovi orizzonti aperti dalla scienza possono suscitare.

Lorenzo Galoppini

Il problema é che al progresso scientifico e tecnologico non é mai corrisposto un progresso strettamente culturale-morale; da qui l’impulso all'”autodistruzione” e tutto il resto.

Batrakos

Gualerzi,
come ci dice Galoppini i morti delle guerre mondiali sono morti politiche, accentuate nel numero dai progressi scientifici: ma la colpa qua non è della scienza, ma di come è stata usata.
Aggiungo che dobbiamo essere freddi ed oggettivi: i morti nelle due guerre sono un numero pesantissimo, ma se facessimo comunque una statistica dell’aspettativa di vita nei paesi tecnologicamente evoluti in questo secolo (contando l’ultimo cinquantennio, pieno comunque di guerre di ‘bassa intensità’) credo che saremmo lo stesso messi meglio nonostante i due conflitti che hanno raggiunto risultati atroci a causa dell’applicazione della scienza e della tecnica a fini bellici.
Addirittura si può pensare che fu il possesso dell’arma nucleare ad evitare che la Guerra Fredda degenerasse in guerra guerreggiata se vogliamo analizzare bene il discorso dell’applicazione scientifica in tutti i lati. Per carità ci sono stati conflitti terribili combattuti nelle varie parti del mondo (il Vietnam ne è forte esempio) ma una guerra tra i due blocchi sarebbe stata tutt’altra cosa.
Venendo all’oggi: è vero che si rischia una guerra di proporzioni immani proprio a causa dell’atomica, ma se essa verrà usata sarà anche qua una decisione dovuta al mix di cupidigia economica da una parte contro fanatismo integralista dall’altra, non dovuta alla scienza o meglio alle sue ricadute, perchè la scienza è concetto più ampio delle sue applicazioni.
Per cui il discorso è eminentemente politico; d’altronde se si usa il tuo metro di paragone già l’uso della tecnica per costruire le prime armi da taglio porterebbe ad una critica della scienza perchè capace di produrre morte.
Non è quindi da attribuire alla scienza la mancanza di progresso civile, al contrario è la mancanza di questo che determina un pessimo uso della scienza

Batrakos

Aggiungo e finisco: si potrebbe obiettare ‘e quegli scienziati che furono complici del nazismo e furono e sono complici delle altre atrocità?’
Furono colpevoli, ma come uomini non come scienziati e lo furono allo stesso modo dei filosofi, dei letterati, degli artisti perchè un totaltarismo si fonda ideologizzando tutto l’ideologizzabile.

D’altronde l’uomo a iniziato a massacrarsi sin dalla sua comparsa: come pretendere che, sin da subito, non abbia piegato scienza e tecnica anche verso questa tendenza?

Quindi: la scienza non farà miracoli, perchè essi non esistono, ma continuerà a migliorare la nostra vita e lo farà tantopiù sarà usata a fini civili e sociali, quest’ultimo è il grande problema.
A mio avviso pensare che il problema della scienza sia la sua tensione verso il futuro (che, comunque, si badi bene, parte sempre dai problemi dell’oggi) la quale produrrebbe alienazione è un po’ fuori luogo.
Un conto è rinunciare alla vita in nome dell’aldià, altro conto è la tensione verso un futuro che, puntualizziamo, per la scienza è sempre prossimo non millenaristico, in fondo è anche questa, la tensione al futuro, una caratteristica tipica e propria della ragione umana e dell’integrazione natura/culturam la quale manca, sino a che non evolverà altro, negli altri animali.

bruno gualerzi

“Non è quindi da attribuire alla scienza la mancanza di progresso civile, al contrario è la mancanza di questo che determina un pessimo uso della scienza”

Evidentemente non sono riuscito a spiegarmi a sufficienza, ma quando mai ho detto questo, sostenendo invece il contrario? Volevo solo rimarcare – come del resto fai anche tu – che la scienza, la ricerca scientifica (che – anche qui lo ripeto in cintinuazione – è l’unica forma di sapere che ci permette di avere conoscenze vere in quano sempre verificabili ed eventualmente modificabili, ma soprattutto concretamente utilizzabili) non ha contribuito come tale ad un salto di qualità culturale che permettesse di sfruttarne tutte le sue potenzialità. O peggio ad essere utilizzata contro l’uomo steso?
Perchè? So già che susciterò le ire (faccio per dire, perchè giustamente non sa nemmeno chi io sia) di Odifreddi che se n’è uscito – per esempio in un recente numero de L’ATEO – con un elogio dello scientismo volutamente provocatorio) ma mi suona ancora in qualche modo profetico il Nietzsche che affermava, piò o meno: “l’uomo ha ucciso dio e poi si è messo ad adorare un asino”. Ora, almeno come rischio, non vogliamo tener in conto, da atei, questa eventualità? Sulla base di che cosa? Al di là di ciò che potesse ritenere Nietzsche, sulla base di una neutralizzazione dei grandi benefici resi possibili dalla scienza per questa sorta di sua ‘fuga in avanti’.
Capisco perfettamente la pericolostà di questa opinione, ma questo significa denigrare la scienza, o, peggio ancora, sintonizzarsi su una critica che le viene mossa da Ratzinger e soci? A me sembra in realtà di rovesciare propro la natura di questa critica, ma se anche così non fosse (io credo che lo sia, ovviamente), perchè questo terrore di r’prendere temi fatti propri dalle religioni per riconsiderarli in chiave atea? Perchè dobbiamo sempre (e certo non solo per quel che riguarda la scienza) lasciare il monopolio di certe questioni, soprattutto esistenziali, alle religioni, per lamentarci poi del loro nefasto influire sulle coscienze?

bruno gualerzi

Ho letto solo ora il tuo ultimo intervento (qui sopra mi riferivo a quello precedente), ma… intanto le mie considerazioni erano provocate dalla notizia (criticata per altro con cognizione di causa nel suo merito da tanti interventi), espressione, a mio avviso, di un modo di sentire e pensare molto diffuso e, a maggior ragione pericoloso perchè parto di uno ‘fisico teorico’… soprattutto però ritengo che, in questo come in altri campi, l’eredità di un pensiero magico-religioso sia ancora troppo presente.
E mi sconcerta più di tutto il fatto che questa eredità sia ancora troppo presente nella considerazione di un sapere, quello scientifico, potenzialmente (anche concretamente, certo, ma con i limiti che denunciavo) più di qualunque altro in grado di superare questa cultura.

Batrakos

Aspetta Bruno,
a me pare che nel tuo primo commento di ieri, quello delle 17:10 (peraltro ripresa in parte stamane alle 8:37 in replica a Moretti Turri), la tua fosse una critica strutturale alla scienza (quando dici che si studia per il futuro anzichè per il presente) ed io su quella mi focalizzavo.
Nei successivi commenti hai smussato gli angoli -così a me pare- sino a questo che è condivisibile, perchè nulla va preso come fosse ‘la salvezza’ ed è sempre bene vigilare con attenzione critica.
Tuttavia c’è anche da dire che è, o dovrebbe essere, la mentalità scientifica stessa -sempre pronta a rivedersi e a falsificarsi- a metterci al riparo da entusiasmi messianici. Che poi talvolta anche chi si occupa di scienza su questo sia poco scientifico è un rischio su cui si fa bene a riflettere.
Ma, almeno a me pare con tutto il rischio di aver capito sbrigativamente, che il primo commento fosse più radicale e diretto alla scienza stessa (nella sua essenza di tensione al futuro di cui abbiamo parlato) rispetto a quelli successivi che invece paventano rischi messianici che la scienza può suscitare, che personalmente io non vedo granchè reali visto che spesso gli scienziati ricercatori (altra cosa dai divulgatori) sono i primi ad avere prudenza e buon senso, eccezioni inevitabili a parte.

bruno gualerzi

Ho riletto, ma non mi pare di aver mosso una critica strutturale alla scienza (cosa comunque legittima e possibile, ma tirando in ballo altre questioni, come fa più avanti POPPER)), bensì – sulla scorta, ripeto, della notizia – al modo di considerare il ruolo della scienza e alle sue conseguenze. Mi sono poi studiato – anche sulla base di repliche come la tua – di sottolinearne, soprattutto precisarne, alcuni aspetti.
In quanto al futuro o al presente – condivisibile o meno che siano i miei rilievi – mi rimettevo pur sempre al ruolo che spesso ha assunto la scienza. Cosa che sottolinei anche tu pur da un’ottica certo meno pessimistica.

Piuttosto, ne voglio approfittare per riprendere la questione delle due guerre mindiali. Intanto, va da sè, il discorso va allargato agli aspetti nemmeno pensabili in precedenza assunti da questi conflitti (inutile ricordare i lager nazisti), il tutto poi inserito in un quadro politico caratterizzato da totalitarismi di fatto simili a tante teocrazie, quale che fosse l’atteggiamento assunto nei confronti delle religioni tradizionali… ma non era nemmeno questo (spaventoso, naturalmente) che intendevo sottolineare, quanto che tutto ciò avesse origine nel cuore di un’Europa che aveva dato il via alla secolarizzazione per un verso e indiscutibilmente, nell’era moderna, all’avanguardia nella ricerca scientifica oltre all’averne definito metodi e ambiti. Proprio non ce la faccio a considerare tutto ciò come una sorta di incidente di percorso, pur riconoscendo che in altre parti del pianeta si erano consumete e si stavano consumando tragedie di uguale portata.
Tutto, ancora una volta, per precisare sempre meglio, magari ripetendomi, cosa intedevo dire, non certo per polemizzare con te o altri che evidentemente, e più che legittimamente, preferiscono guardare, come si suol dire, al bicchiere mezzo pieno pur considerando, soprattutto nel tuo caso, anche gli aspetti negativi.
E pure inutile è dire che ho cercato (è un pò la ragione prima della mia frequenza su questo blog) di vedere tutto alla luce di un ateismo… da ripensare.

PS: rileggendo mi sono reso conto dei tanti strafalcioni, grammaticali o sintattici, oltre che dei refusi imputabili ad una vista un pò traballante che costellano i miei interventi.. Chiedo ovviamente scusa.

Batrakos

Caro Gualerzi,

certo che è ammissibile criticare la scienza come paradigma e il tuo discorso sulla macchina bellica e sulle follie di un novecento figlio di un’epoca di secolarizzazione è certamente condivisibile; peraltro si potrebbe estendere la riflessione a tutta l’organizzazione dei rapporti, discorso che ha fatto molto bene Foucault.
Rispondo però con una semplice domanda: è stata la secolarizzazione (inscindibile dal pensiero scientifico) a portare anche la statistica ed il conto dei morti…prima della rivoluzione industriale semplicementi gli sterminii di massa venivano considerati una cosa normale: pensiamo ai morti fatti dai Romani, dagli Arabi post islam, dalle mille lotte tra popoli che sempre ci hanno accompagnato.
Aggiungo anche che ‘la scienza al servizio della razza’ e robe simili erano l’opposto di una seria e meticolosa mentalità scientifica come la si intende oggi, basti pensare alle datazioni e alla teoria degli ‘ariani’ per dirne una.
Anche nel ‘900 fu la politica e l’economia a distorcere la scienza: essa è un mezzo, non un fine e men che mai una salvezza, ma un ottimo mezzo da usare sia per vivere meglio che per sterminarci prima…ma se, senza la scienza e la mentalità scientifica, i miglioramenti sarebbero stati senz’altro molti meno per sterminarci allegramente tra uomini il sistema credo che l’avremmo trovato di sicuro!

Batrakos

Rileggendo ho notato che non ho fatto alcuna domanda, ma credo che sia chiaro lo stesso il discorso.
Aggiungerei che dalla notte dei tempi, ben prima della nascita della scienza nella sua accezione propria, i popoli tecnicamente più sviluppati hanno usato la tecnica per sottomettere e sconfiggere altri popoli (i romani ne sono un esempio tra i tanti, ma forse il più conosciuto) per cui continuo a ritenere che il problema sia legato all’indole umana più che alla scienza stessa.

Pietro

forse piu’ che radio maria, nei pressi di una centrale nucleare dove i fisici e gli scienziati dicono di fare progressi!

moreno03

“cressi di una centrale nucleare dove i fisici e gli scienziati dicono di fare progressi!” che mi risulta in Italia non ci sono centrali nucleari in funzione o che facciano esperimenti. Sei così vago e melodrammatico nelle tue accuse che diventa difficile non credere a un fake.
Ps smettila di rispondere con nuovi messaggi, usa il “rispondi” o non si riesce a seguire il filo del discorso.

Fri

forse non abita in Italia, o forse abita vicino ad una di quelle centrali nucleari che sono state spente dopo il referendum, ma che contengono ancora un sacco di materiale radioattivo…

Fri

hai ragione moreno. Gli avevo dato un po’ di credito sull’argomento scienza, ma dopo aver letto quel commento ritiro tutta la fiducia che gli avevo dato!

POPPER

Anche Radio Vaticana inquina, anche le scoregge dei parassiti vestiti di porpora inquinano, anche gli effetti della vendita di armi che Pax Bank (banca del vaticano) ha appoggiato inquinano, anche le religioni inquinano, eccome, e sono spesso un abuso continuo delle teconologie e della scienza, in nome della sopranaturalità, solo che si crede che dio cancelli questi inquinamenti perchè è in suo onore che si consumano candele e incensi in quantità industriali.

Batrakos

Ragazzi, io i troll non li individuo mai subito…

Bradipo,
scusa avevi ragione tu su Pietro!

bradipo

heh…come dire, a pensar male si fa peccato ma spesso si azzecca.

è che comunque, prima di intervenire qui, avevo già partecipato a qualche sua sparata nella news sulle bibbie “regalo” in cui il personaggio era già uscito abbastanza allo scoperto.

Più che accettarle, direi che non c’era nemmeno bisogno di farle le scuse 😉

Markus

Vedremo… ma quello che mi preme è la cura alla credulità religiosa.

Pietro

quello che preme a me è la cura all’incredulita’ scientifica e religiosa, vanno a bracetto queste due nefandezze umane. difficile per le case farmaceutiche debellare malattie con la medicina, sarebbe un vero collasso per loro, meglio far assumere il farmaco a vita senza guarigione del paziente.
pensavo che i creduloni fossero soltanto i religiosi, invece noto che atei hanno un credo parallelo a loro, assudita’ della vita!

nightshade 1990

peccato che a studiare le malattie e le cure siano i medici, non i menbri delle case farmaceutiche, e credi davvero che se un medico scoprisse il modo per debellare una malattia rinuncerebbe al nobel solo per far felice una casa farmaceutica? anche se lavorasse per una casa farmaceutica che non vuole una cosa simile, si limiterebbe a vendere la medicina a quella rivale, che perderebbe le entrate per le medecine vecchie di quella malattia ma quadagnerebbe 10 volte di più grazie al mo0nopolio di quella nuova. tu non hai parenti medici, vero? non hai la più pallida idea di come funzionino le cose, ti limiti a sparare complottismi dello stesso livello degli sciachimisti…..

Pietro

ricordati markus, visto che per te l’ignoranza è una dottrina da seguire, che l’inquinamento t causa tumori e cancro come tu ben dici, è una conseguenza del progresso tecnologico e scientifico, la scienza ha creando sostanze sintetiche e materiali nocivi ed ha distrutto il pianeta.
quanti scienziati dicono di frequente: il nuclerare nn fa male! le onde elettromagnetiche nn fanno male!
informati prima di schierarti dalla loro parte!!

moreno03

“l’inquinamento è una conseguenza del progresso tecnologico e scientifico, la scienza ha creando sostanze sintetiche e materiali nocivi ed ha distrutto il pianeta.” è come dire che la colpa dei morti negli incidenti stradali è delle macchine e non dei conducenti, anzi della scienza perché è grazie ad essa che si sono create le macchine.

SilviaBO

Sottoscrivo. Le scienze e la tecnologia forniscono strumenti, sta a noi (o a chi ci manovra) decidere come usarli. A volte vengono usati male e invece che risolvere problemi ne creano di nuovi, ma la colpa non è mai dello strumento, è di chi lo usa.

nightshade 1990

che la radioattività non fà male, nessuno lo ha mai sostenuto nella storia. quanto alle onde magnetiche, NESSUNO ha mai detto che non fanno male, al limite dicono che non è ancora dimostrata alcuna correlazione tra esse e i tumori. cosa in effetti vera: non è ancora stata scientificamente dimostrata una correlazione diretta, solo qualche correlazione statistica.

quanto al cancro, fino a 5 secoli fà la gente VENIVA STERMINATA A BADILATE da peste e quant’altro, CON UNA MORTALITA’ CHE RASENTAVA IL 90% e COLPENDO OGNI FASCIA DI ETA’, mentre le carestie tenevano COSTANTEMENTE TUTTO IL POPOLO SULL’ORLO DELLA MORTE PER FAME e la vita media A MALA PENA SUPERAVA I 40 ANNI e le morti (DI MADRI E BAMBINI) PER PARTO ERA TRAGICAMENTE ALTO. nei paesi con a disposizione i risultati della scienza, quante gente ora muore di cancro, sul numero totale della gente? e qual’è la vita media delle persone? e la morte per parto, è diffusa? è diffusa o frequente la morte per fame in questi paesi?

se davvero credi che i risultati della scienza non siano questo gran che, perchè non vai da un abitante medio di un paese che non dispone in larga misura di questi risultati (esempio sudan o camerun) e gli chiedi di comparare la sua vita con quella di un occidentale medio? vediamo se ti dice che preferisce di gran lunga la sua…..

Federico Tonizzo

Ma è ovvio: gay e non gay inquinano l’aria con gas ad effetto serra quando emettono flatulenze 😉

PaoloCap

Solo un appunto… forse farebbe bene a tutti rileggere “le uova fatali” di bulgakov (se non erro). E’ un aglie e divertente libriccino…
La scienza con l’inquinamento non centra nulla. Le decisioni produttive sono squisitamente politico economiche.
Giusto come corollario, l’inquinamento organico provocato da una porcilaia di 12000 maiali, non ha bisogno di ricerche di fisica teorica… magari di incentivi economici invece si.
La diossina dispersa da un inceneritore è risultata una conseguenza dell’amministratore “furbino” che economizzava carburante facendo funzionare l’impianto a circa 300 gradi al di sotto della temperatura teorica di funzionamento ( e intascando ovviamente la differenza)

Lorenzo Galoppini

Per inciso, nel 1977 da “Le uova fatali” fu tratto l’omonimo, ottimo sceneggiato Rai fantascientifico-horror, con effetti piuttosto impressionanti per l’epoca, di cui ho il dvd.

bradipo

mi manca… colgo il consiglio e metto subito in lista tra le cose da ricercare, sperando non sia impossibile da reperire.

P.C.

A chi critica l’idrogeno rispondo con una sola parola: batterie.
Mi spiego: è vero, l’idrogeno non si trova facilmente in natura. Il punto, spesso trascurato, è che non si parla di idrogeno come Fonte di energia, bensì come mezzo per IMMAGAZZINARLA.
Un’altra cosa: ma lo sapete cosa vuol dire “sconfiggere il cancro”? E’ praticamente lo stesso che cercare di sconfiggere l’evoluzione: ogni volta che mettiamo a punto una cura per il cancro o è così forte da uccidere anche la persona, o seleziona (per selezione naturale) un nuovo clone cellulare che resiste alla cura e uccide la persona! E ora una notizia che se non vi occupate di tumori forse non sapete: SUI TOPI ci sono molte cure che FUNZIONANO BENE CONTRO IL CANCRO. Il problema è che poi quando le proviamo sull’uomo fanno cilecca…
E infine:”difficile per le case farmaceutiche debellare malattie con la medicina, sarebbe un vero collasso per loro, meglio far assumere il farmaco a vita senza guarigione del paziente”
Vero, però prenditela con questi affaristi che VENDONO le medicine (capitalismo=cercare il profitto, reinvestirlo per cercarne altro, ecc.), non con la ricerca che le SCOPRE e PERFEZIONA!

Federico Tonizzo

“A chi critica l’idrogeno rispondo con una sola parola: batterie.
Mi spiego: è vero, l’idrogeno non si trova facilmente in natura. Il punto, spesso trascurato, è che non si parla di idrogeno come Fonte di energia, bensì come mezzo per IMMAGAZZINARLA.”
Non fai che spostare il problema: DOVE trovi l’energia (pulita) per ottenere l’idrogeno dall’acqua? In una delle fonti già attualmente disponibili (solare, eolico, ecc.) o altro?

Painkiller

Peccato che se avessimo abbastanza eolico, solare, geotermico, ecc per poter produrre abbastanza idrogeno per soddisfare le richieste energetiche mondiali…. non servirebbe l’idrogeno! Utilizzeremmo direttamente quanto prodotto dalle altre fonti.
Personalmente spero di tutto cuore in un sempre maggior perfezionamento e rendimento delle “fonti pulite”, ma temo ci vorranno più di vent’anni anche solo per arrivare con queste a soddisfare il 40% del fabbisogno.

P.C.

Hanno calcolato (non mi ricordo chi e non mi va di cercarlo, comunque si trovano facilmente molti articoli a riguardo su Google) che una porzione (abbastanza piccola) di deserto del Sahara attrezzata a pannelli solari sarebbe più che sufficiente per il fabbisogno energetico di tutta l’Europa. Il difetto è che di notte non eroga energia. La soluzione, come sopra, è l’idrogeno: di giorno immagazziniamo l’eccesso (e ce ne sarebbe), di notte (o se non possiamo collegarci alla rete elettrica) usiamo l’idrogeno. Quindi:
x Painkiller: sì: le rinnovabili, se fatte con competenza ed evitando sprechi in case ed apparecchi che usano l’energia, danno abbastanza energia.
x Federico: sì.

Pensate che su un articolo del Sole 24h (me lo ha fatto leggere un mio amico, non ho la copia e non posso verificare che fosse proprio il sole 24h, ma mi pare proprio di sì) c’era scritto che l’Italia già adesso produce surplus di energia. Il motivo per cui sembra non essercene è che la rete elettrica è vecchia e malridotta, e non riesce perciò a veicolarla. Questo per dire che c’è gente (non mi riferisco a voi) che cerca di far passare l’idea che servano montagne di energia in più, piuttosto che usarla meglio e produrne (di meno) con le rinnovabili, e questo purtroppo perchè costruire nuove centrali e vendere energia che si disperde lungo la strada è un affarone, per i privati.

Pietro

detto bene fin qui, solo che manca l’ultim fra se che condanna gli uomini di scienza di oggi, purtroppo loro nn hanno i soldi per sperimentare quindi la sperimentazone è guidata e pilotata da chi sta in alto a prescindere dalle loro intuizioni.
nel secondo passaggio, ovvero mettere in pratica quello che si è scoperti, la comunita’ scientifica nn ha alcun potere di farlo, nn è lei che decide di utilizzare o meno un brevetto, oppure di mettere in commercio un farmaco.
in sintesi loro (scienziati) sono soltanto dei servitori che nn agiscono per il bene dell’umanita’, ma per far qualche soldo, visto che le persone che si occupano di scienza sono quasi sempre dei poveracci a livello economico.
eppure la bomba atomica l’hanno inventata, altre armi didistruzione di massa pure, sostane nocive e tossiche pure, come cavolo è che nn riescono adinvetare una sostanza che ci liberi dall’immondizia e dall’inquinamneto?
ricordo che gli stessi scienziati hanno scoperto ed utilizzato il petrolio, hanno loro stessi fatto dei derivati altamente inquinanti che bruciati spRigionano diossina( la PLASTICA).
IO DIFENDEREI POCO IL MONDO SCIENTIFICO, CHE FINO AD ORA HA SOLO PROCURATO DANNI E VIVIAMO IN UN MONDO SPORCO E INQUINATO, AVRI TANTO PREFERITO NN AVERE QUESTO PROGRESSO SCIENTIFICO che si è rivelato un REGRESSO, invidio tanto le comunita’ umane dahli albori fino al 1800!!!!

Felix

Ma qualcuno si é mai preso la briga di conoscere i problemi connessi con l’ immagazzinamento dell’ idrogeno (oltre a tutti gli altri) ?

Federico Tonizzo

@ Felix:
Ti faccio qualche esempio tra i possibili.
L’idrogeno (puro, non combinato per esempio con ossigeno a formare acqua) si può immagazzinare liquefatto in bombole, come altri gas.
Oppure si può immagazzinare come “sciolto” in alcuni metalli, che in certe condizioni lo liberano.
Oppure si può immagazzinare come acido, per esempio acido cloridrico (costituito da un atomo di idrogeno e uno di cloro), che tra l’altro è un comune sottoprodotto di molte reazioni chimiche industriali: per liberare l’idrogeno però occorre far reagire l’acido cloridrico con un metallo (e questo costa quanto… il metallo stesso, più gli impianti; e con certi metalli la reazione è lenta, con altri è veloce), ottenendo idrogeno puro più il cloruro di quel metallo.

Felix

Stiacente, ma la cosa é parecchio più complicata, specialmente per quanto riguarda l’ idrogeno liquido.
Se poi vogliamo parlare degli idruri metallici tieni presente che sarebbero degli ottimi ingrediendi per prudurre delle bombe termiche.

Felix

Sarà megri fare una precisazione, sono un fanatico sostenitore di tutte le ricerche scientifiche.

Federico Tonizzo

Lo sono anch’io. Figurati che faccio il chimico in campo medico-diagnostico.

Painkiller

Condivido l’apprezzamento tuo e di Federico per le scienze, benchè io non sia uno scienziato. Quello che mi dà fastidio è da un l’atteggiamento di alcune persone.
Da un lato abbiamo i complottisti con il loto mantra “la scienza è cattiva torniamo alla natura ed alla superstizione” che portano poi ai morti per diabete curato con l’omeopatia o al cancro curato col bicarbonato. Dall’altro una massa si tecno-imbecilli irresponsabili che pensano sia compito della scienza sistemare i danni che loro fanno. Per farti un paio di esempi: il cretino che non fà la raccolta differenziata “perchè tanto gli scienziati inventeranno una soluzione” oppure “ma possibile che la scienza non faccia qualcosa per lo smog??” detto dopo aver usato il suv per fare i 200 metri che lo separavano dal giornalaio.
La scienza è un grande, grandissimo strumento ma NOI siamo responsabili degli utilizzi e delle conseguenze…. e questo discorso non vale solo per governi e massimi sistemi, vale per la vita quotidiana di tutti.

Federico Tonizzo

Concordo con Painkiller.
Anni fa mi fu raccontato che un deficiente gettava in un fiume dei residui di sostanze tossiche, e a chi gli diceva “Ma guarda che così fai morire i pesci” ha risposto “Tanto IO non vado mica a pescare!”.

POPPER

Ho riflettuto sull’opinione di Bruno Gualerzi ed esprimerò la mia criticità verso la metafisica dell’idealizzazione della scienza e del progresso, perchè le premesse a priori non sono sufficientemente paradossali, quindi, non sono sufficientemente falsificabili, perchè la falsificazione della scienza, nell’epistemologia popperiana, richiede la presenza del paradosso di una proposizione che non faciliti la deduzione logica, perchè uno scienziato non giunge mai a conclusioni dogmatiche e affrettate, al contrario la logica prende in esame i pro e contro della scienza e può disilludere e disincantare, persino deludere le aspettative.

Molte ma anche non esaurienti sono le asserizioni particolari (che paragono ai contributi di ogni scienziato) nella ricerca scientifica e nel progresso, prima di giungere ad una asserzione generale (somma dei contributi di tutti gli scienziati) sul progresso scientifico che valga approssimativamente per tutto l’arco della storia umana, ma sono insufficienti per descrivere un progresso a tinte fantascientifiche; l’entusiasmo c’è negli scienziati di nuova generazione ma sono inseriti in gruppi di ricerca sovvenzionati per fini governativi, privati e di lobby, non ancora chiariti o molto secretati (è sempre possibile e molto probabile).

Va ridefinito anche il termine progresso, il fatto di avere i mezzi e le risorse non vuol dire che la scienza debba essere indotta (problema dell’induzione) a perseguire fini consumistici e miracolistici; il progresso prevede uno sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica e non una forzatura della scienza ai fini consumistici e miracolistici, poichè allora non vi è progresso ma finalità predefinite da interessi forti, legati esclusivamente allo sfruttamento del benessere umano, invece di essere legati a deontologie etiche, e dico etiche, non morali.

Avendo memoria della storia della scienza fino ad oggi, possiano serenamente affermare che è stata assecondata da tutto un insieme di interessi economici, militari e politici; non che sia cambiato radicalmente l’approccio fortemente interessato dell’economia e della politica, ma è certo che l’arte militare ha ancora oggi enormi sovvenzioni e può permettersi di usare e di abusare della scienza e della tecnologia e, in questo caso, del problema epistemologico dell’induzione ai militari non importa un bel nulla, il loro problema è colpire gli obiettivi, scienza, risorse e tecnologia sono solo mezzi di cui abusare legalmente.

Ma torniamo alla scienza per scopi civili, non è certo da paragonare alla Vanna Marchi, si è fatto moltissimo contro le malattie e per migliorare il benessere dell’uomo, ma si da per scontato che l’uomo è mortale e che un giorno sulla terra potrà anche estinguersi, ciononostante esiste davvero un progresso evolutivo naturale dietro le quinte dell’appariescente progresso che oggi usiamo e consumiamo? Viaggiare tra le stelle sarà una realtà, non fantascienza, molte delle cose che star trek negli anni “60 ha mostrato ai telespettatori oggi esistono davvero, li usiamo tutti i giorni, quindi, non ho nessuna difficoltà ad appoggiare le previsioni del prof. Michio Kaku, ma, caro Bruno, io stesso non porrei mai un termnine all’evoluzione, perchè non lo conosciamo, quindi, non conosciamo nemmeno fino a dove ci porterà il progresso.

Federico Tonizzo

Io ho letto un libro non suo, ma di Jean-Francois Bouvet: “Gli spinaci sono ricchi di ferro”. Smentisce molte false credenze comuni su fatti di scienza.
Lo consiglio vivamente.

bruno gualerzi

Ho trovato tempo fa una sintesi straordinaria, ancorchè paradossale e ovviamente da non prendere alla lettera, di ciò che bisognerebbe sempre tener presente – se si è atei – quando ci si studia di ‘migliorare la condizione umana’. Si tratta di una vignetta di quel filosofo che è Altan. Ad uno dei suoi strani uomini dal naso mostruoso, fa dire:
“Uno nasce e poi muore,
il resto sono chiacchiere.”
Un pò nichilista… ma tanto vero!
Buon natale.

bruno gualerzi

continua…
La vignetta – così l’ho interpretata e sviluppata – sta a indicare che i miglioramenti della condizione umana devono riguardare prima di tutto quelli che vivono, cioè quanti ne possono e debbono godere per primi, altrimento tutto viene proiettato in avanti, sempre per quelli che verranno… i quali a loro volta ecc.
A mio parere poi è proprio puntando sul presente che si lascia in eredità un mondo dal quali chi verrà dopo potrà partire per risolvere i problemi che lo riguardano mentre vive, lasciando così in eredità a quelli che verranno, ecc.
Va da sé che, se non tutti, la maggioranza dei problemi non si possono risolvere nel giro di due o tre generazioni, alcuni forse mai… ma non si dovrebbe procedere lasciando che alcuni vengano risolti per alcuni e lasciati indietro per altri (che sono sempre la maggioranza) perch0 ciò crea quegli squilibri che manterranno sempre una condizione di conflittualità che fa poi vivere male tutti.
Tutti uguali allora, altrimenti non si va avanti? Utopia, naturalmente… ma è proprio il modo con cui ci si rapporta all’utopia – che esprime sempre un’esigenza reale – che scatta, dovrebbe scattare, la radicale differenza tra ateismo e religioni. L’utopia come tale non è storicamente realizzabile pena il realizzare proprio il contrario di quanto vi si propone… e quando si è creduto di realizzarla nella storia – per esempio col comunismo, coi regimi totalitari in genere il cui scopo era, ed è, l’uniformare tutti per far parte di un unico gregge, tutti uguali perchè si fa parte di uno stesso gregge – … il tentativo ha creato solo immense tragedie.
E come si comportano le religioni di fronte alla constatazione che storicamente l’utopia non è realizzabile? La collocano in una dimensione trascendente per pervenire alla quale occorre andare oltre la condizione umana prospettando così necessariamente – sia pure nei modi più svariati – una vita dopo la morte, singola o collettiva.
L’ateismo – che si basa sulla convinzione che per ogni singolo essere vivente esiste una sola vita – non deve cadere anch’esso nella trappola del divenire indefinito per un’umanità che in realtà è un’astrazione, esistendo veramente solo gli individui, sia pure come componenti di una specie… e deve porsi l’obbietivo, per così dire, di un”utopia concreta’: cioè avere ben presente che l’utopia esprime un’esigenza reale che in qualche modo deve comunque orientare l’azione degli uomini. Come? Con i mezzi che gli uomini hanno escogitato, e continuano a escogitare, per conoscsre sempre meglio il mondo in cui si vive in modo da renderlo sempre meglio vivibile. E a questo scopo la scienza è il meglio che ha saputo realizzare, anche, e soprattutto, perchè è strtturata in modo da verificare concretamente la validità di queste conoscenze… Ma come? Rapportandole ai bisogni, in continua prograssione, della condizione umana, non lasciando precedere la scienza per se stessa ritenendo, più o meno inconsciamente, che così si realizzerà l’utopia. E non basta la garanzia che dovrebbe fornire il suo statuto (procedere sperimentalmente, cioè concretamente) se non lo si utilizza per affrontare i bisogni concreti, fatti emergere dalla condizione umana nel suo evolversi.
Ma, ecco il punto, non una condizione umana idealizzata (come fanno le religioni), ma una condizione umana che è esperita veramente da ogni singolo individuo mentre la sta vivendo. Altrimenti servirà sempre… ad altri.
Questo occorrerebbe che la ricerca avesse sempre ben presente.

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