In una lettera inviata al Corriere della Sera e sottoscritta da diversi parlamentari di Futuro e Libertà, si ribadisce che la “vocazione laica, da destra europea di Fli” non può essere “tacciata di laicismo”. Tra i firmatari, i parlamentari Andrea Ronchi, Roberto Menia, Pasquale Viespoli, Antonio Bonfiglio, Daniele Toto, Giuseppe Scalia, Angelo Pollina e Roberto Rosso – questi già autore del manifesto dei “laici credenti” (Ultimissima del 4 dicembre).
Fli ha l’ambizione di interpretare nella “modernità i valori cattolici di cui è intrisa la nostra comune identità nazionale”, si legge. Un “patrimonio di valori che ha nella fede cristiana un solido ancoraggio, come ha riconosciuto lo stesso Gianfranco Fini a Bastia Umbra”. La lettera se la prende con “l’esposizione mediatica” che “rischia di fare apparire come cultura prevalente posizioni legittime ma non ampiamente condivise”. Il “giusto richiamo alla laicità dello Stato” non deve “scivolare nel fondamentalismo laicista”, di cui sarebbe espressione la volontà di estendere del matrimonio alle coppie gay.
“Dobbiamo essere vigili rispetto alle trappole del relativismo etico”, “fenomeno figlio anche di quella immaturità che l’Europa dimostrò quando decise di omettere ogni riferimento alle comuni radici giudaico-cristiane nei valori della Convenzione Europea, nonostante gli sforzi compiuti in tal senso da Gianfranco Fini” (Ultimissima del 19 dicembre), continua la lettera. Perchè “difendere le nostre radici vuole dire difendere la nostra cultura, i diritti civili e il grado di libertà di cui godiamo”. Riprendendo le parole di Robert Schumann secondo cui “la democrazia deve la sua origine e il suo sviluppo al cristianesimo”, i parlamentari Fli sostengono che “negare questo presupposto vorrebbe dire costringere la nostra società al declino e alla progressiva cancellazione”. Non manca poi il riferimento al richiamo del card. Bagnasco sul “lento suicidio demografico” del Paese, che va combattuto con “politiche per la natalità e la famiglia”. Ma bisogna anche “misurarsi col tema della cittadinanza ai figli degli immigrati nati sul suolo italiano”, sottolineano i firmatari, in polemica con “movimenti e culture che evocano i valori cattolici” ma “praticano l’egoismo e la discriminazione”.
La lettera non ha mancato di suscitare polemiche nel centrodestra. Daniele Priori, segretario dell’associazione di centrodestra Gaylib, ha risposto accusando le “colombe” di Fli di “gioco al massaro dei gay per elemosinare un voto in più dai cattolici”. Precisa che a Fli, cui diversi gay di centrodestra si sono avvicinati sperando in posizioni più aperte, “non ha proposto il riconosciento del matrimonio omosessuale tanto temuto”, ma “l’unione omoaffettiva sulla scorta dei modelli già in atto in nazioni vicine e amiche come la Svizzera e l’Austria”. Le “colombe pseudo futuriste volino fino a Londra, Berlino e Parigi dai loro colleghi di centrodestra europei e dicano, se ci riescono”, ironizza Priori, “che queste nazioni socialmente e culturalmente più evolute della nostra, sono a rischio di estinzione”. Da segnalare anche una intervista a Benedetto Della Vedova, esponente Fli, che così commenta la “differenza” tra “laico e laicista”: “per me è un mistero”, “io mi considero laico, ma vengo definito ‘laicista’ solo perché, ad esempio, vorrei una legge che tuteli le coppie di fatto”.
Anche Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, afferma che Gianfranco Fini “si è definito più volte ateo e ha ostacolato tutte le norme a tutela della vita”, come già aveva fatto (Ultimissima del 7 settembre). Ritiene interessante la lettera dei parlamentari di Futuro e Libertà, ma chiarisce che “contano di più i fatti”: “la Camera si pronunci finalmente sul testamento biologico”. “Chi si professa cattolico, firmando scritti, sconfessi le posizioni di Fini, che ha boicottato in ogni modo e in ogni fase il nostro impegno per la vita”, continua. Sulle ipotesi di un Terzo Polo, afferma: “Casini non potrà seguire la deriva finiana superlaicista”.
Valentino Salvatore
Scusate, ogni tanto esce qualche buffo neologismo in questa lingua. Qualcuno mi può spiegare la differenza tra laico e laicista? O si tratta solo di supercazzole?
laicista: (agg, m) che non professa apertamente fedeltà alla CCAR e rifiuta di abbassare le mutande ai preti.
è la stessa differenza che c’è fra cattolico e cattolicista.
Tutto un mucchio di discorsi che possono essere tradotti nel seguente modo:
“Noi siamo dei leccapiedi dei preti tuttavia per darci una immagine di modernità ci definiamo laici”.
La differenza tra laico e laicista è solo un gioco di parole per giustificare quanto sopra. In realtà non esiste nessuna differenza tra laico e laicista.
Da oggi c’è anche ‘superlaicista’, termine di nuovo conio by Gasparri!
ma se fini e’ un superlaicista da emarginare noi cosa siamo, terroristi da sterminare?
E anche “supercazzola” se per quello.
la lingua italiana vorrebbe che non ci fosse nessuna differenza: nel loro politichese laico significa lacchè della chiesa, laicista invece è ciò che noi intendiamo come laico.
Inoltre per la ccar laico è colui che non ha preso i voti (ecclesiastici, mica quelli dei politici :-P): quindi anche il più fanatico clericalista è da loro definito laico.
Massimo, non sono d’accordo.
Una piccola tiritera tipicamente di sapore “cattolico” dice che tutte le parole che finiscono in -ismo sono cose negative.
E quindi con questa “formuletta magica” si mettono automaticamente in cattiva luce fascismo, nazismo, comunismo, socialismo, senza dare l’occasione di capire le “sottili” differenze fra quello che questi termini rappresentano.
Poi si crea la parola “laicismo” (chi di voi l’ha sentita già solo dieci anni fa?) per farla rientrare in questo “insieme”.
é una precisa strategia culturale e comunicativa, la stiamo pienamente subendo, e molti di “noi” ne sono attori attivi.
Vi invito a correggere le persone che usano il nelogismo “laicista” con laico.
Valerio,
andando a memoria mi pare che l’aggettivo ‘laicista’ sia già presente nella famosa frase di Salvemini (“La realtà è che quando un clericale usa la parola libertà intende la libertà dei soli clericali (chiamata libertà della Chiesa) e non le libertà di tutti. Domandano le loro libertà a noi laicisti in nome dei principi nostri, e negano le libertà altrui in nome dei principi loro.”).
Che poi la Chiesa usi la distinzione per screditare…beh anche la parola ‘ateo’ è nata in modo denigratorio e ora ha un altro signif i c a t o.
La desinenza -ismo indica generalmente un’elaborazione ed una concezione del mondo e/o dei rapporti umani e sociali, di per sè non ha connotazione negativa.
Insomma: non vedo perchè rigettare un termine che non è negativo: si può benissimo usarlo e ribaltarlo; anche perchè nell’accezione etimologica anche uno come Formigoni o uno come Buttiglione sono ‘laici’, perchè non sono preti.
Posto che alla fine sono poi usati in modo equivalente, credo che rifiutare il termine sia proprio un modo di adeguarsi al cattolicesimo (o cattolicismo come mi pare già dicesse Salvemini): gli -ismi non sono per forza una cosa negativa.
C’è anche il tomismo, se vogliamo, e la Chiesa non ha nulla da contestare al termine…
La differenza c’è. Quelli che da certa gente vengono chiamati laicisti sono i veri laici. E quelli che loro chiamano laici sono più o meno dei sacrestani.
Delle parole che finiscono in -ismo comunque personalmente ho sempre diffidato, in quanto, nella maggior parte dei casi, indicano sistemi di pensiero chiusi, politici, religiosi, filosofici, culturali o etici che siano, che di per sè potrebbero avere anche delle caratteristiche positive ma che portati all’eccesso, estremizzati, assolutizzati, presi come “dogmi”, come sistemi di pensiero chiusi, appunto, da seguire ed applicare alla lettera in tutto in per tutto in ogni cosa della realtà, finiscono per condizionare, imprigionare e diventare la negazione del libero pensiero e della laicità, la quale invece valuta volta per volta scientificamente, razionalmente, ogni singolo caso traendone il meglio e rigettandone il peggio, quindi anche per le varie correnti di pensiero, qualunque esse siano. Questo almeno é il mio modo di procedere in ogni cosa della vita, questa è la mia idea di laicità e libero pensiero.
Galoppini,
sto riflettendo sulle vostre obiezioni, la tua come quelle di altri sotto e considerando altri interventi interessanti in merito.
In effetti si tende, soprattutto a primo impatto, a pensare -ismo come una forma di ideologia soffocante e totalizzante perchè diversi sistemi ideologici poco rispettosi della libertà adottano l’accezione -ismo.
Tuttavia se ben ci si pensa tra i vari -ismi ce ne sono alcuni di segno diverso da quelli che tendiamo a considerare: materialismo, naturalismo (e naturismo), ateismo, razionalismo, liberalismo (nell’accezione politica più che economica di liberismo) sono i primi che mi vengono in mente a non avere le connotazioni ideologiche da te paventate.
Viceversa il cattolicesimo, non certo un esempio di democrazia, non è un -ismo.
E’ vero che la Chiesa lo scredita proprio per le associazioni mentali col nazismo ad esempio (quando il nazismo non è pensiero ateo o comunque non razionalista ma mistico), ma proprio per quello, come richiamava poc’anzi Cesare, mi piace usarlo e credo che abbia un suo perchè, come dice sempre Cesare, ‘quelli che loro chiamano laici sono dei sacrestani’ oltrechè per il discorso linguistico che ha detto molto bene, imho, Grendene e il discorso di Paolo P. sulla laicità come fine e il laicismo come mezzo.
Insomma, questo mio lungo bottone, ormai un po’ sul s e s s o degli angeli, non intende sostenere che si debba usare laicismo anzichè laicità, ma che siano entrambi validi.
Wow, a leggere i toni e i termini della lettere, sembra di sentire parlare il Papa.
Comunque, visto che ‘laico’ è un termine che ancora oggi usano i cattolici per definire i non preti, e che già lo stesso Salvemini usava ‘laicista’ per indicare chi voleva una netta separazione tra Stato e Chiesa, a me il termine ‘laicista’ va benissimo anche se di solito uso il più eufonico ‘laico’.
Ma, dato che i cattolicisti (a questo punto per indicare i cattolici più integralisti nell’applicazione della religione alla società ci può stare) la menano con la ‘laicità positiva’ e storie del genere, ben venga il termine ‘laicista’ per differenziarci.
In fondo, se si pensa alla parola, ‘laicista’ è chi vuole la laicità dello Stato, come comunista sarebbe chi vuole il comunismo, e nelle varie lingue ci sono usi simili di altri termini (atheist inglese oppure anarchiste francese ad esempio).
Al di là di questo, chi sperava che FLI fosse una destra laica (o laicista) e moderna credo ci debba un po’ riflettere…
ammetto che per un attimo, appeno codesto partito si formò, sperai in un partito di centrodestra, moderno, europeo, realmente laico e magari vagamente onesto. Tutta questa mia illusione è durata meno di 10 secondi, tempo di riconnettere il cervello e realizzare da che parte son stati questi signori negli ultimi 16 anni.
Pur essendo di sinistra ci ho provato a sperare anche io (sebbene molto molto vagamente conoscendo il personaggio-Fini ma si può sempre cambiare, in teoria ma proprio in teoria…) perchè comunque una destra laica e liberale sarebbe un toccasana per l’agibilità e l’alternanza del Paese e speravo che una destra del genere avesse potuto per ricasco far abbandonare il vizio clericale alla sinistra.
Ma erano solo illusioni, anche se non ‘pie’.
Ma possibile che debbano sempre ritirare fuori gli stessi discorsi, sempre!!??… 👿
E’ inutile commentare le flatulenze di questi omminicchi, che rappresentano soltanto le segreterie dei loro partiti sanguisuga. Piuttosto a proposito di “lento suicidio demografico” segnalo questa pagina. Tanto per mettere in evidenza le menzogne dei prelati (qualore ve ne fosse ancora il bisogno!)
http://www.anarchia.com/link_in_frame.php?link=5253&c=
Come prevedibile, si salva solo Della Vedova. Un po’ poco, eh!
Ci cascano tutti nella trappola.
si usa la parola “laicismo” al posto di “laico” quando si vuole far apparire brutto e cattivo un atteggiamento conforme alla costituzione (laica, appunto) e non si ha altro modo di denigrarlo che cambiargli lievemente il nome e fare poi un FINTO distinguo tra il “laico buono” e il “laicista cattivo”.
Chi non ricorda “pacifista” e “pacifoide”? (O il più moderno “disubbidiente”) O i discorsi sessuofobi dei preti incentrati sulla differenza fra “sessualità” (=buona) e “genitalità” (=cattiva).
Parole inventate. Per cambiare in valore negativo il valore positivo di concetti importanti.
e’ la neolingua. questi si sono letti 1984 e lo stanno mettendo in pratica come se fosse un manuale di istruzioni.
“Siam fascisti non fascistoidi”
sintesi perfetta. La lettera al Corriere è un coacervo di troppe parole che non riescono però a nascondere il sotteso orbace
In Italia molti futuristi sono sempre stati fascisti!
Roberto Rosso – questi già autore del manifesto dei “laici credenti”
Il giorno in cui il sentimento comune propenderà per un manifesto degli “anticlericali credenti e non” l’italia sarà un paese decisamente migliore.
Ma cosa sperano di ottenere?Così non prendono nè i voti dei “laicisti” nè dei cattolici conservatori.
Bah!
Sono solo 4 servi nascosti sotto le sottane vaticane. Ora hanno talmente paura di sparire che venderebbero l’anima anche a Belzebub pur di rimanere attaccati alla poltrono. Altro che laici o laicisti.
@sal
quoto 100%
l’italia e’ un paese da terzo mondo gia bancarotta da 20 anni con a capo gente politica degna di tal situazione come gasparri.. in italia comandano le mafie, le associazioni segrete, il vaticano, le loggy economiche gli usa, e i servizi segreti.. si salvi chi puo
quoto al 1000×1000.
Il solito polpettone di parole senza senso (parole in libertà, appunto, trattandosi di futuristi…)
L’evoluzione del gattopardo oggi è: ”Che nulla cambi, affinché nulla cambi”. Sono imbeci||i fino allo sfinimento, si dovrebbe passare l’eternità a confutare le loro menzogne ripetute automaticamente.
Ancora prima delle questioni di lana caprina su ‘laici e laicisti’ c’è sempre la questione che può sembrare del tutto teorica, accademica. ininfluente nelle pratica, e cioè “può un credente essere laico”?
Va da sè che praticamente tutti i credenti, cattolici o meno, si dichiarano anche laici, magari facendo distinzione tra laici e laicisti, tra laicità positiva e laicismo, e altre capziosità del genere… ma, o l’appartrenenza religiosa è poco più di un abito da indossare insieme a tanti altri (come per fortuna, da quasto punto di vista, avviene quasi sempre), oppure se la fede che si intende testimoniare viene prima – come sarebbe ‘logico’ – di ogni altra opzione, non c’è alcuna laicità accettabile. La Binetti… ha ragione! Come posso nelle necessità di scegliere tra Cesare e Dio stare dalla parte di Cesare? Quando Cesare (lo stato) è in rotta di collisione con Dio (cioè, nel caso dei cattolici, col Vaticano), non dovrebbero esserci dubbi da che parte stare.
Per fortuna, dicevo, di fronte a tante scadenze (d’obbligo citare referendum su divorzio e aborto) la maggioranza dei credenti ha preferito… o indossare uno degli abiti alternativi sempre presenti nel suo gur5daroba, o comunque mettere la sordina alla propria coscienza di credenti… e scegliere lo stato.
In genere a cercare di conciliare fede religiosa e laicità e quindi a ritenersi non in contraddizione… si ricorre ad una contraddizione, ad un rovesciamento ‘logico’ del rapporto, ritenendo legittimo, dal momento che si è cittradino di uno stato laico, dare la priorità alla cittadinanza rispetto all’appartenenza religiosa. Bene così, oviamente, per le sorti della laicità, perchè altrimenti saremmo a tutti gli effetti in uno stato confessionale… ma siamo sicuri, in questo clima di radicalizzazione dello scontro culturale tra clericali e anticlericali (si può essere clericali in tanti modi… per esempio essere ‘atei devoti’, o più in generale appoggiando di fatto un regime clerico-fascista), che questa laicità ‘civile’ di tanti credenti regga? Forse per divorzio e aborto, anche se tardi siamo arrivati prima di alcuni altri paesi, ma per coppie di fatto, uso delle cellulke staminali, testamento biologico, per non parlare di matrimoni gay ed eutanasia, ci stanno superando un pò tutti, nazioni a stragrande maggioranza cattolica compresi (v. Spagna).
E con la classe politica che abbiamo, alla resa dei conti temo che Fini e Binetti (per dire due apparenti posizioni agli antipodi come professione di fede) troveranno un accordo.
Secondo me un cattolico osservante non può essere laico perchè fa riferimento alla sua gerarchia che, come si vede in tutte le nazioni, si comporta come uno stato nello stato. Ma per fortuna molti cattolici, soprattutto italiani, sono “a la carte” cioè ascoltano la loro gerarchia, ma poi fanno quello che vogliono e prendono dalla loro religione solo alcune cose. Certo il dover fare alcuni compromessi comporta alcuni problemi e l’invadenza ed il potere delle loro gerarchie ne può influenzare i loro comportamenti come vediamo in Italia per l’ingombrante presenza del Vaticano (ed infatti altre nazioni cattoliche hanno maggiori libertà ed indipendenza). Differente il discorso per i protestanti che non hanno una vera gerarchia a cui fare riferimento e potendo interpretare direttamente i testi sacri hanno una notevole libertà di interpretazione e di accomodamento del loro credo alla realtà, con risultati per la laicità decisamente migliori.
Comunque il problema lo vedo più politico ed economico, che culturale: in effetti gli italiani sono molto più laici e secolarizzati delle loro gerarchie che, però, sono in grado di condizionare i politici e le scelte dei governi e distorcere la realtà grazie all’influenza sui media.
Definirsi laici e non laicisti è un vezzo che hanno solo i politici, un tempo si diceva in altro modo “dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte”. Quanto disgusti questo modo di intendere la politica, i politici non possono immaginarlo.
Dispiace che anche politici che vorrebbero fingersi una novità nel panorama italiano ricorrano a questi bizantinismi, senza spiegare ad esempio quale sia la reale distinzione tra laici e laicisti. Infatti tutte le posizioni elencate nella lettera potrebbero essere sottoscritte tranquillamente anche dal Papa e, con un po’ di concessioni reciproche, anche da Casini.
Beh in teoria basterebbe che un cattolico si limitasse a seguire la sua dottrina e non volesse imporla agli altri…
infatti: un cattolico credente e pranticante può essere anche laico (come lo intendiamo noi, laicista per dirla alla “loro” maniera), cioè pretendere che Stato e Chiesa (anzi, Chiese!) siano separati e che lo Stato legiferi autonomamente; se poi non vuole avvalersi di alcuni diritti (matrimonio omo, divorzio…) è liberissimo di farlo e si comporterà secondo il suo credo.
Diciamo che di cattolici così, per quanto teoricamente non vedo nessun problema alla loro esistenza, probabilmente ne esistono ben pochi, o perlomeno io ne conosco pochissimi!!
Un crededente, uno che professa e vive una dottrina religiosa di divina rivelazione, non può assolutamente essere e vivere utenticamente da laico. Per la contraddizion che nol consente. In particolare un cattolico, il quale non è più tale se non crede come la Chiesa Docente propone a credere. Inutile disquisire sui termini: l’uso doloso di quest’ultimi costituisce l’apice della vetta dogmatica cattolica ratzingeriana specialmente in campo della morale sociale. Goethe direbbe oggi che il nuovo Maestro è lui, non Cristo! Nessuno meglio di B16 conosce il Verbo e nessuno mai ha visto il Padre se non il Verbo che a lui si è rivelato. Quasi tutti i politici italiani, per non dire tutti, fondano la loro strategia pubblicitaria alla scuola di tale verbo. L’Italia non potrà mai essere veramente uno Stato laico finchè la maggioranza sarà una democrazia di credenti laici che ingannano e si autoingannano con parole ad hoc!
E così anche Fini e il suo ennesimo partitino spariranno nel nulla… occasione persa, peccato.
Hanno frequentato per anni l’utilizzatore finale di escort e i suoi amici baciapile della ccar.
Mah!
Avranno cambiato idea?
O hanno capito che il regime è agli sgoccioli e si preparano a poltrone di diverso colore?
Potremmo sinterizzare in “non baciamo le pantofole del pontefice, ma l’anello del Pescatore volentieri “
Io sono buongustaio, non buongustaista.
Tu sei tifoso, non tifosista.
Egli è collezionista, non collezionistista.
E pensare che sono semplicemente clericali moderati, ma tanto basta per diventare super-laicisti agli occhi dei clericali fondamentalisti…
riporto, a proposito del laicismo, una citazione autorevole, dall’ultimissimo lavoro di un grande scomparso: “E’ sempre infuocata la questione del laicismo…mi appare più come una posizione politica determinata, ma prudente, che come l’emanazione di una convinzione profonda della non esistenza di dio e dunque dell’impertinenza logica delle istituzioni e degli strumenti che pretendono di imporre il contrario alla coscienza della gente. Si discute di laicismo perché, in fondo, si teme di discutere di ateismo. La cosa interessante, però, è che la chiesa cattolica, nella sua vecchia tradizione di fare il male e il piagnisteo, se ne sta lì a lagnarsi di essere vittima di un ipotetico laicismo ‘aggressivo’, una nuova categoria che le permette di insorgere contro il tutto fingendo di attaccare soltanto la parte…La questione del laicismo non è altro…che una prima scaramuccia. Il vero e proprio scontro arriverà quando infine si contrapporranno credenza e miscredenza, quest’ultima andando alla lotta con il suo vero nome: ateismo. Il resto sono giochi di parole”.(José Saramago, L’ultimo quaderno, Feltrinelli 2010)
Direi che l’atteggiamento è ben sintetizzato analizzando le parole del portavoce di gayLib, che parla di ETEROSESSUALI e di omoAFFETTIVI. Cioè, per gli etero si può utilizzare il termine “sessuale”, per gli omo va sottaciuto, celato, con vergogna. Complesso di inferiorità a go-go. E con il complesso di inferiorità non si va da nessuna parte. O meglio, magari si va da un analista, non alla guida di un Paese.
L’espressione “fondamentalismo laicista” è un ossimoro.
E non mi stupisce leggere assurdità del genere in un paese in cui il termine “moderato” è usato per riferisrsi a degli omofobi per di più clericali.
“laico” e’ una condizione, “laicista” e’ una disposizione
laicista e’ colui che si adopera per avere uno stato laico
pluralista chi si adopera per avere pluralità
altruista chi si adopera per l’altruismo
« [i clericali] domandano le loro libertà a noi laicisti in nome dei principi nostri, e negano le libertà altrui in nome dei principi loro».
Gaetano Salvemini
ahah Ci manca solo di sentire “sono plurale ma non pluralista”
Per quanto mi riguarda sono sempre e comunque fascisti, il che basta e avanza!
Come tali pronti a leccare il primo prete che, in qualche modo gli possa tornare comodo.
E’ solo una tattica per strappare qualche voto in più, ma al momento opportuno per , unioni di fatto, unioni omosessuali, testamento di fine vita, procreazione assistita, ora di religione nelle scuole, presenza di crocefissi nei pubblici uffici, ecc. si schiereranno dalla parte della chiesa cattolica – senza eccezione alcuna.
aggiungo la mia definizione: clerico fascisti, xenofobi, razzisti ed omofobi !!!!
quoto.
Ma possibile che si vergognano di dire che non credono e che sono indipendenti dalla superstizione ? Possibile che i nostri politici credano tutti che il parere dei preti sia così importante ? Se così fosse perchè i partiti cattolici dichiarati non hanno la maggioranza, ma cercano di mettere pedine trasversali in tutti gli schieramenti ?
Sarebbe ora di meritarci un partito laico, serio e moderno, ma temo che non ci arriveremo mai di questo passo. Speriamo che qualche politico scopra cosa sia il coraggio di prendere posizioni.
Io penso che i termini che finiscono in -ismo spesso denotano un eccesso ideologico, un fondamentalismo. Ma ci sono eccezioni, come ciclismo, automobilismo, eccetera, oppure sottili differenze, come tra laicità e laicismo, umanesimo e umanismo; in particolare la laicità si può considerare il fine e il laicismo il mezzo.
Le ideologie che contemplano i dogmi e i valori non negoziabili sono i fondamentalismi più pericolosi e pertanto che parlino i cattolici di fondamentalismo laicista la cui etimologia significa universali e che dei dogmi fanno le loro insegne fa dire il classico “da quale pulpito…”o anche “che facce di bronzo ! ” . E poi, immaturi sono loro !!!
hanno bisogno del voto dei cattolici (come il pd e l’idv che stanno dall’altra parte) ed erigono una barriera lessicale ridicola tra 2 parole (laico-laicista) che indicano esattamente la stessa cosa, una situazione penosa riscontrabile solo in vaticalia.
diversi politici e commentatori italiani affermano una distizione tra laicismo e laicità, secondo la quale i due termini indicherebbero due atteggiamenti diversi nella concezione del rapporto tra Stato e religione:
la laicità, secondo costoro, sarebbe l’atteggiamento con cui lo Stato dovrebbe garantire la libertà di culto ai fedeli delle varie religioni riconosciute dallo Stato: la democrazia, strumento indispensabile per una partecipazione plurale e collettiva al bene comune dello Stato, garantirebbe la separazione tra sfera politica e sfera spirituale nell’affermazione da parte di ciascuno delle proprie convinzioni e la separazione, anche burocratica, tra autorità religiose e organismi politici.
il laicismo, invece, sarebbe un atteggiamento più radicale, tale per cui lo Stato scivolerebbe da una perfetta equidistanza nei confronti di ogni posizione etica e/o credo religioso verso una visione – più o meno dichiarata – di negazione delle convinzioni religiose e delle correlate impostazioni etiche.
A prescindere dai giudizi su Fini, su FLI o su Gasparri, c’e’ da rimarcare come per l’ennesima volta il termine “Ateo” sia stato utilizzato come arma, come etichetta “negativa” e come aggettivo con senso spregiativo. Gasparri (il superfulmine di aucme della politica italina), appioppa mediaticamente, l’etichetta di “Ateo” su Fini, sapendo già che l’opinione pubblica riconoscerà il termine come un qualcosa di sbagliato e brutto.
Al di là del fatto che si tratta di un giochetto subdolo e meschino per provare a spostare qualche cattovoto in suo favore, mi ritengo personalmente offeso e deluso che i politici italiani siano così arretrati, disrciminatori e pieni di pregiudizi.
Se penso che in Inghilterra, 2 dei 3 principali partiti politici, hanno un leader dichiaratamente Ateo, mi fa pensare che da noi e’ ancora il medioevo.
Grazie Gasparri! 👿
Cosa vuoi pretendere da uno come Gasparri?
Non hai notato che già il solo suo sguardo diverge dall’ordine naturale delle cose?
Detto molto brutalmente berlusconismo e chiesa stanno cercando di farei dei non credenti e dei non straight i nuovi ebrei. Gli servono capri espiatori per galvanizzare la folla e tenerla unita.
“la democrazia deve la sua origine e il suo sviluppo al cristianesimo”, i parlamentari Fli sostengono che “negare questo presupposto vorrebbe dire costringere la nostra società al declino e alla progressiva cancellazione”.
QUESTA E’ LA PEGGIORE.
La mia interpretazione: Fini, visto che in futuro non potrà più contare sul supporto di Berlusconi per restare al potere, si è strettamente alleato con il Vaticano.
I parlamentari Fli, che delusione !!!!!!!!!!!!!!!!
@ Murdega:
Veramente, i parlamentari Fli non sono mai riusciti ad illudermi, quindi non mi hanno deluso: si sono confermati essere quello che pensavo, procacciatori di potere per sé stessi e nient’altro.
N.B.: non lo penso solo di quelli del Fli, ma anche degli altri, salvo poche eccezioni (ma, queste, con “formula dubitativa” e “cautamente pessimistica”).
Purtroppo ha ragione Tonizzo. Fini ha paura di mostrarsi laico, o laicista, sa che in Italia una posizione di questo tipo richiede troppo coraggio. Tutte le sue posizioni possono essere tranquillamente sottoscritte dal Papa o da qualunque democristiano di vecchio o di nuovo stampo. Sposa tutto quello che è politicamente corretto, col terrore di poter essere identificato in qualcosa. Sull’immigrazione non fa proposte politiche, si appella ai buoni sentimenti, insomma è solo questione di solidarietà. Non ha il coraggio di dichiarare che non è in questione il razzismo, ma i numeri, i bilanci e la capacità di un paese come il nostro, dotato di risorse naturali limitate, di assorbire una crescente pressione abitativa.