Nuovo logo UAAR

Il nuovo logo associativo dell’UAAR è stato varato ufficialmente e fa per la prima volta capolino nell’header del sito internet.
L’autore dell’idea originale è il socio Attilio Valier, ex coordinatore del circolo di Venezia, e la versione finale è una delle rielaborazioni proposte dal grafico inglese Cedric Sagne. Le lettere U e A poste una sull’altra simboleggiano l’umanismo, concetto alla base anche del logo “Happy Human” adottato da varie associazioni e federazioni umaniste.
Il logo era stato selezionato, insieme ad altri tre elaborati, da una commissione di grafici appositamente istituita che ha esaminato le proposte inviategli dai soci. Queste quattro proposte, unitamente al vecchio logo associativo, sono state poi votate dai delegati intervenuti al IX congresso UAAR svoltosi recentemente a Varese, e dopo i necessari adempimenti tecnici e formali il vincitore di quella votazione è ora ufficialmente l’emblema dell’associazione.

L’associazione

25 commenti

Roberto Grendene

La figura dell’ “happy human”
http://en.wikipedia.org/wiki/Happy_Human
inserita ora anche nel logo uaar, e’ l’immagine internazionale dei movimenti degli atei e degli agnostici (humanists)
comunica come le donne e gli uomini siano la sede dei diritti in una società moderna e laica, e che la realizzazione delle loro aspirazioni dipenda dal riconoscimento dei diritti individuali

POPPER

Mi piace, congratulazioni al nuovo look, ma quello che deve essere palese a tutti è l’attività UAAR, maggiore visibilità e più incisività nelll’influenzare laicamente le delibere comunali, regionali e nazionali.

Un nuovo anno inaugura un nuovo corso delle attività UAAR ed è per tutti noi un segno che il Sole non tramonterà sulla laicità, perchè è naturale che il buio dell’era delle religioni lasci il posto alla luce di una nuova era di progresso laico-istituzionale e filosofico, scientifico e tecnologico.

hexengut

anche a me ma sono un vecchio attaccato ai ricordi del passato e non faccio testo; il nuovo logo è senz’altro d’impatto più accattivante e moderno ma potrebbe anche essere quello di una qualsiasi marca, che so, di abbigliamento o di articoli sportivi, le ricercate felpe uaar dell’omino felice

Fiorenzo Nacciariti

Concordo con la suggestione “commerciale” di hexengut risponde: domenica 2 gennaio 2011 alle 5:47

“Lu pupo” è senz’altro un archetipo assai funzionante: totem degli indios nordamericani, “statue” dell’Isola di Pasqua, pupazzi di gesso nelle edicole delle città e delle campagne dei “Paesi cattolici”, crocifissi come somma di totem è “pupo”, …

I pubblicitari hanno ben compreso l’efficacia del “pupo”: contenitori di detersivo per piatti a forma di dona stilizzata, …, addirittura sull’etichetta della bottiglia di un prodotto è raffigurato un lavandino in acciaio inox che, se lo guardate attentamente, contiene un’ombra a forma del glande del pene ben eretto, così la massaia, inconsciamente, non potrà resistere dall’afferrare quella turgida bottiglietta. Terribili i pubblicitari!

Per il resto sono d’accordo con bruno gualerzi scrive: 2 gennaio 2011 alle 10:12

Congo

Scusate, sono curioso di vedere anche gli altri loghi, specialmente i 3 finalisti. E’ possibile?

In ogni caso, trovo questo logo molto interessante. Mi è subito piaciuto. Però, l’omino felice l’ho visto solo dopo aver letto il commento di Grendene. Forse perché è un simbolo (l’omino) che non conoscevo.

Markus

Mi piace il nuovo simbolo.

Fa più associazione umanista e meno antagonista.

PacoVero

Io lo trovo molto carino, mi piace più di quello vecchio (troppo scarno e antipatico),
vorrei consigliarvi di cambiare anche i colori dell’associazione: giallo e nero stonano tantissimo!

Federico Tonizzo

Uhm, però non è molto immediato vedere una figura umana nelle U e A sovrapposte…
L’idea era molto bella, però trovo che poteva essere realizzata graficamente un po’ meglio.

Ernesto

L'”umano felice” si capisce che è un uomo (maschio): il tratto orizzontale della A dimostra la felicità del soggetto, ma le donne ne sono sprovviste, a quanto ne so.

andrea pessarelli

per quel che mi importa dei simboli, questo non mi piace molto. se lo vedessi per la strada non attirerebbe la mia attenzione al punto da fermarmi a osservarlo. ma è solo un mio parere naturalmente

Paul Manoni

Non so se sia l’interpretazione che il desiner abbia dato al logo, ma mi piace. 😉
Oltre all’esplicito riferimento all’ “omino felice” classico della Associazione e Federazioni Umaniste, e’ l’idea del “recinto” tipico degli ovini, che ha una sola via di uscita praticabile per la libertà, che trovo davvero un’ottima interpretazione. 😆

bruno gualerzi

Può piacere o non piacere (a me non piace molto per i troppi ‘messaggi’ nascosti da scovare), ma non mi sembra molto saggio cambiare il logo quando quello esistente – bello o brutto – stava diventando sempre più visibile per le iniziative dell’associazione.

Paul Manoni

Se e’ per quello ti do ragione Bruno. Qualcuno aveva cominciato a riconoscere il nostro “brand”, ed uno nuovo, potrebbe anche confndere un pochino.
Poi, non oso immaginare l’infinita quantità di materiale accantonato dai vari Circoli che riportano il vecchio logo! 😯

Ulv

Davvero bello! Un tocco di modernità (che nell’ambientazione paleolitica italiana sembrerà fantascienza)!!

Daniele

Bello!

Io ero affezionato a quello vecchio, ma superata l’iniziale ritrosia al cambiamento (sono genovese!) devo ammettere che è più dinamico e “leggero” di quello vecchio che (come notava prima di me Markus) faceva un po’ “antagonista”.

Anche se nelle intenzioni del suo ideatore, e nostro fondatore, Martino Rizzotti il logo originario voleva significare aprire una breccia nel muro dell’italico clericalismo, alla fine, a chi lo guardava digiuno di storia uaarina, comunicava un po’ di “pesantezza”.

Quello nuovo è più “slanciato e propositivo” come impatto visivo immediato.

Io ritengo che il primo simbolo è stato il più adatto alla prima fase della vita della nostra Unione: dai pochi amici in pizzeria al primo paio di migliaia di iscritti, ma con ancora poca eco “mainstream”.

Il secondo (benché io fossi inizialmente contrario ad abbandonare il vecchio) lo trovo un segno della seconda fase di vita dell’UAAR: l’inizio del riconoscimento da parte dei media e delle istituzioni.
E’ finita la fase antagonista, che inizi (come è iniziata da quando siamo APS) quella propositiva!

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Per la Redazione: suggerirei di inserire una immagine quadrata del solo logo in testa a questa Ultimissima, così quando la posto su Facebook posso mettere il logo stesso come anteprima.

Rothko61

Piace anche a me. Mi piaceva anche quello di prima, che, comunque, aveva un muro a fare da barriera. Quello nuovo è più allagro.

Costantino Rossi

Un cambiamento era necessario. Il precedente simbolo era, non solo anagraficamente, un residuo del secolo scorso.

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