Lo affermano studi sul Journal of Personality and Social Psychology, e lo riporta un blog della CNN : secondo la psicologa Julie Exline, della Case Western Reserve University, che ha condotto lo studio principale, non sono solo le persone religiose a provare rabbia verso dio, ma anche atei e agnostici. La loro rabbia sarebbe diretta a una figura ipotetica, o l’avrebbero provata in un passato da credenti. Studi su studenti di college atei e agnostici avrebbero rilevato come questi ragazzi abbiano provato una rabbia maggiore nei periodi in cui si consideravano credenti.
Secondo Exline, le ragioni per cui ci si arrabbia di più sono gli infortuni sportivi e la mancata ammissione al college scelto. I giovani sarebbero poi più arrabbiati degli anziani, forse per via di una diversa educazione. Il sentimento di rabbia sarebbe estremamente simile a quello che si prova nei confronti di un’altra persona, e si manifesterebbe di più quando non ci sono buone ragioni per un evento negativo verificatosi. A non provare questo sentimento sarebbero invece le persone più religiose: sarebbero infatti più orientate a intepretare le intenzioni di dio come buone.
Exline continua a esplorare il tema con un nuovo studio aperto alle partecipazioni.
Silvia Righini
Non a caso le bestemmie sono la variante delle imprecazioni che rivolgeremmo verso una persona fisica.
Beh si, a volte Zeus le fa proprio girare.
Con Dio non ho alcun problema
è il suo fan club che mi spaventa.
ahah. Volevo scriverlo io! 😀
e siamo 3 😀
4! 😀
mi hai anticipato la battuta
LOL
Fenomeno! 😉
Mi associo alla comitiva! 😆
A me una battuta simile non sarebbe mai venuta in mente: mi hai fatto fare delle sane risate.
Mi associo anch’io: bravo!
Grazie, grazie a tutti! 😀
per onestà intellettuale devo però ammettere che non l’ho inventata io, ma l’ho letta da qualche parte in rete.
Non ricordo più dove, altrimenti avrei citato l’autore.
beh ma è ovvio che se parliamo di atei che prima erano credenti, quando erano credenti hanno provato rabbia verso dio -.-”’
(il fatto che le persone più religiose interpretino tutte le azioni di dio come buone è veramente preoccupante comunque. significa che anche maremoti e altre stragi di massa attribuite a un dio per questa gente sono cosa buona e giusta. io farei qualche altro studio partendo da questo, anche di neuroimaging magari)
si’
mi sembra che la rabbia venga da una loro identità superata ma non ancora del tutto dimenticata
Ma sì, infatti…
Io ho partecipato allo studio linkato in fondo all’ultimissima. Avendo risposto che non credo che Dio esista, ma che prima lo credevo, il form del sondaggio ha esplicitamente detto che potevo rispondere alle domande sulla rabbia a mia scelta:
– facendo riferimento al mio passato di credente oppure
– rispondendo Cosa proverei nei confronti di Dio se pensassi che esistesse.
Io ho risposto “RABBIA” perché se pensassi che il tumore che ho avuto è stato voluto (o quantomeno non impedito) da Dio, sarei infuriato contro di lui.
Visto che non penso che Dio esista, mi limito a inca..rmi con quelli che non trovano di meglio di dirmi di pregare, perché il mio tumore ha un senso nel disegno divino… e vaccate varie…
Ciò non significa che sono diventato ateo perché ho avuto un tumore (lo ero già all’epoca) e quindi ho voluto “fare un dispetto a Dio”…
…capisco però che per i clerici l’occasione è ghiotta per gongolare sentendosi furbi con un’interpretazione pseudofreudiana del genere… contenti loro… 🙄
Se fossi credente, di sicuro sarei arrabbiata con dio, mi pare che le ragioni per esserlo non manchino affatto (e sono ben più serie di un leggero infortunio o di una mancata ammissione a un college).
Penso che, quando succede qualcosa di irritante, più o meno grave, la gente abbia uno schizzo ormonale che viene interpretato come rabbia, anche se non c’è un soggetto verso il quale abbia senso indirizzarla. In questi casi, un credente magari la indirizza verso dio, un non credente verso qualcosa di indefinito (è arrabbiato “col mondo”).
Il titolo è fuorviante: si tratta se ho capito bene di uno studio su persone che una volta erano religiose e ora non lo sono più.
Anche se diventare atei per un infortunio sportivo mi sembra un motivo piuttosto vacuo…
Io come ateo che motivo avrei ad arrabbiarmi con dio?
O con il mostro volante di spaghetti?
O con la teiera di Russell?
Lo stesso motivo: nessuno. Non che non abbia occasioni di arrabbiarmi. Però so con chi.
Borges scriveva che basta un mal di denti per diventare atei.
Un infortunio sportivo è più che sufficiente per dimostrare l’incompatibilità fra onnipotenza e bontà, non è una questione di dosi.
OT. Lancio un aforisma: “NESSUNO MEGLIO DEGLI ATEI CONOSCE DIO”! 🙂
Piace!
anche perchè di solito hanno letto i vari libri sacri.
contrariamente al 90% dei fedeli (percentuale che in italia arriva secondo me anche al 99%, preti compresi dato che ne ho trovati alcuni profondamente ignoranti)
Se può essere d’aiuto a qualcuno:
ogni qual volta un benpensante mi fa notare che se bestemmio significa che in un dio ci credo per forza gli rispondo cortesemente che il termine “dio” (e quant’altri ad esso correlati) altro non è che un modo sbrigativo per includere nell’epiteto del momento tutto quanto riguardi la sua allegra “combriccola”, andando così in una sola occasione ad ingiuriare tutto ciò che da bambino e da ragazzo troppe ore mi ha fatto perdere col catechismo e con le messe, che ha contribuito a riempirmi la testa di idiozie, che mi ha inculcato paure e sensi di colpa (dai quali col tempo – molto tempo – e con la sicurezza in me stesso che da sempre mi contraddistingue sono riuscito a disintossicarmi) e che (a mio avviso) continua a rappresentare ciò che di più marcio, disgustoso, corrotto ed ipocrita esista nella società.
D’altronde, come si può non odiare un “dio” che ti insegna che puoi peccare con “parole, opere, omissioni” ma, soprattutto, “pensieri”?
Come si fa a non odiare qualcuno/qualcosa che, pena il “giudizio” e la “punizione” ti vuole convincere che sia peccato persino il pensare in modo differente dai dogmi che ti vengono inculcati?
Come si può schiavizzare qualcuno fino a tal punto e pretendere che non ci si ribelli a questa forma ignobile di sottomissione?
Scusate lo sfogo.
Anzi, è uno sfogo benvenuto! 🙂
Condivido pienamente il tuo pensiero, trovo anzi che la bestemmia abbia un valore insostituibile come una forma di autoterapia per chi come te, me e tanti altri hanno subito un’imprinting religioso con tutte le nefaste conseguenze correlate.
se credessi nell’esistenza di un dio, è ovvio che sarei incavolato nero con esso in quanto palesemente non buono (nel senso che non ci prova neanche ad esserlo) viste tutte le stragi compiute da maremoti, terremoti, malattie, carestie, ecc. (che non sono nè possono essere scusate con la scusa dell’impossibilità di interferire con il libero arbitrio, in quanto eveneti non dipendenti dalle scelte umane). una volta che non ci credi più, non ha più senso prendersela per gli eventi negativi in quanto non più dipendenti da nessuno.
arrabbiati con CHI?
mah….
Con “Nessuno”, ovviamente…
Ricordi Ulisse? 😉 😆
E’ la vecchia storia degli atei che diventano tali perchè arrabbiati con dio per le ingiustizie, ecc… in quando non comprendono la sublimità del piano divino (poi che spiegano che rufolo di sublime c’è nel virus ebola).
Essere arrabbiati con dio è come arrabbiarsi con la fatina dei denti o con winnie the pooh.
Oriana Fallaci si mostrava arrabbiata con Dio proprio perche’ ha la colpa di non esistere !
Stendhal,come ricorderete,affermava invece che il non esistere era la sua unica scusante.
Ognuno ha i suoi punti di vista !
Ho letto in passato i più famosi romanzi di Stendhal, ma non mi sono mai informato sulle vicende della sua vita. Mi sembra di capire dalle tue parole che fosse ateo. Nel sito cattolico UCCR (è nato proprio come contraltare polemico del nostro) lo trovo invece annoverato tra gli scrittori cattolici. Guardando la lista sono rimasto perplesso davanti a molti altri nomi.
http://antiuaar.wordpress.com/2010/06/06/famosi-credenti-cristiani-e-cattolici/
Daglator, sei stato anche tu ospite in un collegio di salesiani?
La pensiamo esattamente allo stesso modo !
Grazie per il tuo intervento.
Giancarlo.
No Giancarlo, fortunatamente non ho avuto tale (desumo infausta) esperienza.
Ma essendo cresciuto in una famiglia cattolica ed avendo percorso le desuete tappe imposte dalla catechesi, a ragion veduta mi sono reso conto di quanto tempo mi abbiano fatto sprecare e di quante idee balzane mi abbiano infarcito il capo, rendendomi poi – una volta raggiunta la cosiddetta “età della ragione” – ancor più ardua l’acquisizione del diritto di poter pensare con la mia testa.
Un ateo arrabbiato con dio nell’emisfero logico-razionale (ammesso che ce ne siano), è un cretino.
Un ateo arrabbiato con dio nell’emisfero analogico-mitico-magico, è un ateo che non si è liberato dell’inevitabile condizionamento imposto da parte della società in cui è vissuto quando non era ancora minimamente indipendente. Non è colpa sua. In questo stato di incompleta liberazione potrà progredire o regredire e l’ambiente in cui vive ha un potere condizionante su quelli di loro più deboli. Non per niente i centri sociali per anziani sono pieni di ex quasi atei che fanno il così fan tutti e subiscono l’influenza e anche le prevaricazioni dei gruppi religiosi organizzati, al pari dei bambini nelle scuole degli Stati teocratici e pseudolaici.
diciamo pure che non è ateo e neppure agnostico o razionalista, ma solo deluso di dio, arrabbiato perchè il suo amuleto trascendentale non gli ha portato fortuna.
E’ più per il fatto che si sia abbandonata la religione ufficiale o tradizionale dei propri genitori per motivi di delusione morale, sentimentale, anche mistico proprio per ipotizzare una deriva new age del non più cattolico o cristiano in genere o non più mussulmano al massimo; sono usciti dalle loro religioni ma non sono ancora atei, angostici e razionalisti, sono solo delusi e molto arrabbiati, in preda ad una crisi di astinenza per cui si rifugiano in intime ricerche del sensazionale e della fortuna o in cerca di surrogati mistici e blande superstizioni astrologiche.
Sono ancora credenti in un certo senso, ma perchè non conoscono se stessi e non si sono liberati dalla zavorra che sta sulla loro carrozza, non hanno conosciuto il loro vero padrone: l’ignoranza su se stessi, esis vivono come dei cocchieri sensa determinare il proprio cammino razionale.
Forse un giorno anche per loro si aprirà la porta della conoscenza di se se stessi e l’ateismo sarà naturale per loro viverlo e parlarne ad altri, per ora sono solo arrabbiati con dio.
Mi sfugge l’utilità di questo…”studio”
Non posso arrabbiarmi con chi non esiste, ma con quelli che mettono il filo spinato ai cervelli.
Concordo anche io che un ateo non se la può prendere con dio, altrimenti non sarebbe ateo. Punto.
Poi quando dice…
‘La loro rabbia sarebbe diretta a una figura ipotetica’
Prendersela con una figura ipotetica (negando tra l’altro l’ipotesi essendo atei) indicherebbe una certa schizofrenia…ma il campione di riferimento da dove viene da qualche clinica per la salute mentale?!
IL problema è: quale dio? 😉