La fede porta a una maggiore disuguaglianza tra i redditi?

Uno studio dell’Università di Bogazici di Istanbul ha analizzato il rapporto tra fede e distribuzione della ricchezza, riporta il blog Epiphenom, per provare a capire come mai i paesi più religiosi abbiano una maggiore disuguaglianza nella distribuzione del reddito.
L’ipotesi è che le persone religiose ottengano maggiore soddisfazione dalla beneficenza in sé, in quanto si aspettano un premio nell’aldilà per la loro buona azione. Per le persone atee questo vantaggio non c’è: quindi quando decidono di donare in beneficenza preferiscono che la donazione sia detraibile dalle tasse, in modo che, complessivamente, non vengano favoriti coloro che scelgono di non donare. Ne seguirebbe che i paesi a maggioranza religiosa avrebbero aliquote più basse, il che significa minore ridistribuzione.
Cyhun Elgin e i suoi colleghi hanno sviluppato un modello matematico che dimostra come questa ipotesi sia plausibile, e come porti in effetti a una minore ridistribuzione della ricchezza. Lo studio rivelerebbe come i paesi con una maggiore fede nell’aldilà avrebbero maggiori disuguaglianze nel reddito, aliquote minori, e spesa pubblica più bassa. Comunque non è detto, osserva Tom Rees, l’autore di Epiphenom, che il rapporto tra religione e ricchezza sia questo: potrebbe anche essere il contrario. Ci sarebbero, sostiene, anche buone ragioni per pensare che sia la disparità nella ricchezza ad aumentare la fede.

Silvia Righini

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17 commenti

Diocleziano

Di certo la fede garantisce ai preti di campare sulle spalle della società.

nightshade90

“La fede porta a una maggiore disuguaglianza tra i redditi?”

tra quelli del clero e dei laici, senza dubbio!

daigoro

e chi l’ha detto che i religiosi siano anche più solidali?

l’italia è un paese a maggioranza religiosa eppure è tra i paesi con la più alta tassazione al mondo.

quindi la tesi è falsa.

secondo me è vero il contrario: in un paese a maggioranza religiosa lo stato deve distribuire una fetta delle tasse al gruppo religioso di maggioranza per accattivarsene il consenso. insomma le tasse salgono per mantenere il pretame.

Paul Manoni

“quindi quando decidono di donare in beneficenza preferiscono che la donazione sia detraibile dalle tasse”

Sicuri che gli Atei chiedono la ricevuta per scaricare tutte le loro offerte!?
Se metto una banconota nel salvadanaio della Croce Rossa o di Emergency (per esempio), mica gli chiedo la ricevuta.

bruno gualerzi

” Comunque non è detto, osserva Tom Rees, l’autore di Epiphenom, che il rapporto tra religione e ricchezza sia questo: potrebbe anche essere il contrario. Ci sarebbero, sostiene, anche buone ragioni per pensare che sia la disparità nella ricchezza ad aumentare la fede.”

Perfetto! Ecco dimostrata l’attendibilità di certi studi…
E’ un bell’esempio di possibile circolo vizioso: qual è la causa, qual è l’effetto?

Stefano Grassino

E allora caro Bruno, mi tocca darti ragione 🙂 e questa volta ben volentieri. Eliminate le religioni, eliminato il circolo vizioso.

Fiorenzo Nacciariti

Per farsi un’idea razionale bisognerebbe andare sul sito di Epiphenom, cercare il link alla pagina dove si scarica lo studio in esame, che comunque dovrebbe essere questo:
http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=1679283
possedere le conoscenze sociologiche, economiche e matematiche, leggere i dati, provere il modello proposto …

e poi commentare.

Cassandra testarda

Mah! non so come questo studio sia stato impostato e quali parametri abbia usato. Non mi convincono molto le argomentazioni riferite nel breve resoconto del post. Mi sembra che ci siano ben altri aspetti da considerare che la beneficenza e le detrazioni fiscali e simili per valutare il rapporto tra religiosità e prosperità economica e povertà.
E’ un fatto che l’attaccamento quasi viscerale ad una fede religiosa è più diffuso e radicato in paesi di scarsa democrazia e dove è più alto il divario tra la ricchezza di pochi e la miseria di tanti, sia in paesi a prevalenza cattolica che in altri a prevalenza islamica. Manifestazioni di estremismo e fanatismo religioso vengono quasi sempre da popolazioni o gruppi sociali che vivono al limite della sopravvivenza. La religiosità nei paesi più ricchi è sì presente, ma è generalmente vissuta in modo più distaccato e “relativista” o secolarizzato.
E’ lecito chiedersi se l’ attaccamento viscerale, senza ombra di dubbio, ad una religione sia l’effetto o la causa della povertà di tante popolazioni educate a confidare in Dio e nella Provvidenza invece che stimolate e aiutate a confidare nelle proprie forze per migliorare la propria condizione.
Ma forse è come chiedersi se sia nato prima l’uovo o la gallina.

Ffrank

“se l’ attaccamento viscerale ad una religione sia l’effetto o la causa della povertà”
Secondo me e’ l’effetto di poverta’ ed ignoranza (che spesso sono in simbiosi). Il credere in qualcosa e’ un modo valido per aiutarsi a superare le paure, le angoscie del vivere, pieno di insicurezze e pericoli che il futuro puo’ riservare.
La religiosita’ nei paesi ricchi e’ vissuta in modo piu’ distaccato perche’ hanno sanita’, pensioni, welfare, rendite finanziarie, anestesia, eutanasia (i piu’ evoluti), ecc. La preoccupazione di morire di fame e’ praticamente cancellata.
A proposito mi viene in mente l’invenzione della divina provvidenza (per i poveri – cui e’ sempre stato chiesto comunque l’obolo – invece di darglielo) e per contro Marcinkus che affermava « Non si può governare la Chiesa con le Ave Maria »

Stefano Grassino

Si Cassandra, hai ragione. E’ un circolo vizioso che si deve mettere in moto. Il cammino verso una maggiore dignità sociale avviene man mano che l’umanità si distacca dalle religioni, ma per distaccarsi dalle religioni occorre avere tempo libero per studiare e riflettere e questo te lo può dare solo una qualità della vita migliore sul piano economico.

POPPER

dire che le religioni sono fonte di discriminazione è già dire qualcosa di molto plausibile e ampiamengte dimostrato, poi, se si entra nell’approfondimento fiscale del tema “disuguaglianza” allora lo studio dell’Università di Bogazici di Istanbul ne ha ben donde, visto che già in Italia abbiamo questo problema di disuguaglianza e alla grande.

8×1000, palate di soldi agli insegnanti di religione, esenzione delle tasse, urbanistica, progetti di recupero dei carcerati, progetti di ricostruzione ell’Aquila, insomma dopa la cricca ci mangia nache la caritas adesso, che se hanno riso anche loro mentre avveniva il terremoto? La cricca legata al PDL l’ha fatto e PDL è il partito dell’amore benedetto e sostenuto politicamente dal papa. Adesso il pdl plaude a Marchionne e a Masi che vogliono escludere i sindacati scomodi della trattative sul contratto di lavoro, addirittura negare agli operai il diritto della rappresentanza sindacale al tavolo dlele trattative.

tonii

Mai visto che l’elemosina sia una forma di ridistribuzione del reddito!
Il reddito si ridistribuisce con politiche di tassazione proporzionale al reddito, con le imposte di successione e imposte fondiarie e sul capitale e promuovendo un welfare state diffuso.

Senza politiche macroeconomiche correttive in un paese capitalista i ricchi diventeranno sempre più ricchi, e i poveri più poveri. (tranne i capitalisti stupidi che riescono a predere i capitale, rari ma ci sono anche loro). Finora la via d’uscita a questo tunnel è stato lo sfruttamento di poveri nei paesi coloniali o semicoloniali. Ora con la globalizzazione anche questo sta finendo, grazie al miglioramento economico di Cina, Brasile e Russia. Quale sia la via d’uscita non si sa, certo che le attuali politiche turbo-liberiste stanno velocizzando la fine del sistema come lo conosciamo. Altro che elemosina!

Markus

Io sono anni che voglio vendere acqua santa su e-bay.

E’ semplice, uno abbocca, mi dà i suoi soldi e ovviamente si crea una disparità di reddito.

Se questa è una ricerca, a Instabul mi possono fare magnifico rettore su due piedi.

Io ero Sai

Boh. Se credi nell’aldilà non ti frega molto di questa vita, quindi sei più propenso a farti sfruttare facendoti pagare poco.
Se non sei religioso vuoi vivere bene in questa, quindi cerchi di fare il possibile per avere un reddito decoroso.

fab

Le popolazioni meno istruite sono le più religiose e anche quelle per cui è più difficile organizzarsi contro i centri di potere. Mi sa che è tutto qui.
In ogni caso, la regressione statistica dell’articolo difficilmente può essere considerata “un modello matematico”.

Third Eye

Non concordo appieno sulla spiegazione, per me conta anche e forse pure di più l’idea di un ordine fortemente gerarchizzato delle cose, voi che dite?

Riguardo al discorso più povertà=>più religione, ho qualche dubbio, però ha una sua logica…

@bruno, certi studi mica devono necessariamente dare verità provate, ma possono anche solo suggerire eventi su cui è meglio indagare più dettagliatamente.

spapicchio

Certamente, gli studi legali di orientamento cattolico, vicini alle diocesi, di fianco alle parrocchie, operano molto a favore della conservazione e della difesa dei beni immobiliari e finanziari, delle famiglie e dei soggetti cattolici che seguono la morale cattolica e le sorti della chiesa quale principale riferimento sociale e politico italiano.

Del resto, ora siamo, purtroppo, uno stato alla deriva confessionale, che rinuncia ad autodeterminarsi esprimendo una regressione involutiva, un degrado delle istituzioni repubblicane, un regime politico in putrefazione, eccetto rari soggetti che ancora resistono; io ritengo anche però che una buona parte degli italiani avvertano questa situazione, e che possa cambiare il vento anche per il Vaticano ed i fondamentalisti clericali: non penso che gli italiani si adeguino fino al punto di darsi fuoco e buttarsi via solo per ingraziarsi i favori dei vescovi cattolici.
Quando vedo politici di destra e di sinistra appecoronarsi al volere della gerarchia, resto inorridito, penso che forse hanno ragione quelli che avvertono della debolezza e della vanità dei tanti proclami e prese di posizione ideologiche impegnate, probabilmente determinate da uno spiccato senso di opportunismo o dalle mode, più che da autentici sentimenti democratici e repubblicani o dall’anelito alla libertà di coscienza, di scelta e di pensiero.
Inoltre quando ci sono gravi crisi economiche, c’è un maggior rivolgimento dei politici di basso livello alle religioni, che però di solito non sono in grado di dare risposte efficaci, ma piuttosto peggiorano le cose inducendo i fedeli alle soluzioni irrazionali, come un narcotico, una droga per lo spirito, in condizioni di depressione.
Mi auguro che finisca questa deriva confessionale, forse non sarà domani, ma un bel giorno finirà, e gli italiani riprenderanno coscienza dell’importanza di autodeterminarsi ed essere consapevoli delle proprie scelte.
Comunque ancora una volta il cattolicesimo romano si dimostra “oppium populi et instrumentum regni”.

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