Polemiche a non finire per la presentazione della collezione Pitti Uomo 2011, in corso a Firenze. Innanzitutto una pubblicità di cantarelli, con un modello in posizione ‘crocifissa’ e la scritta “devoti allo stile”; all’esterno della manifestazione, il cartellone già deturpato a Milano (cfr. Ultimissima del 12 gennaio); infine, l’annuncio della presentazione del calendario di Oliviero Toscani per il Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata, che ritrarrebbe dodici pubi di donna.
La diocesi di Firenze è immediatamente scesa in campo, manifestando il proprio dispiacere per il fatto che, “mentre da una parte si tenti di estromettere la religione dalla vita sociale, come avviene con la questione del presepe o del crocifisso, dall’altra si ricorra ad immagini chiaramente religiose ma sterilizzate e trasformate nel loro senso e nel loro contenuto per fini pubblicitari”. Reazioni anche dal mondo politico: il consiglio comunale fiorentino ha già approvato all’unanimità una mozione che chiede di fermare la presentazione del calendario di Toscani, il presidente della regione Toscana Enrico Rossi ha dichiarato che “l’uso del Cristo per una pubblicità è offensivo verso i cristiani e di cattivo gusto”, mentre la ministro per le pari opportunità Mara Carfagna ha segnalato la pubblicità all’Istituto di autodisciplina pubblicitaria.
Raffaele Carcano
il cattivo gusto è una delle caratteristiche della società attuale ma un’altra, unitamente alla sempre più insopportabile invasività dei dettami ecclesiastici e all’acquiescenza dell’opportunismo politico, è il prepotente instaurarsi di atteggiamenti censorii, pericoloso prodromo di dittature. Se per la prima dobbiamo ringraziare il nano ridens e le sue reti, che hanno lobotomizzato e involgarito gli italiani, per la seconda è bene stare in guardia se non vogliamo tornare, come negli anni ’50, alla condanna del bikini, all’obbligo-consuetudine per le signore “per bene” di girare col capo coperto, all’obbligo, per gli studenti d’indossare giacca e cravatta, al divieto, per le studentesse, d’indossare pantaloni (facevano ginnastica con gonne a pieghe e sotto pantaloni a sbuffo neri fermati al ginocchio da un elastico, tipo i braghettoni cinquecenteschi…) ecc. E tutto ciò sarebbe ovviamente il minore dei mali.
Boh qui in Francia abbiamo il rap non è che si distingua per il buon gusto.
Cito di nuovo questa frase di Luttazzi:
“Se non incontri mai niente che ti offenda, significa che non vivi in una società libera.”
genialata di Luttazzi.
In Italia dovremmo quindi godere del massimo di libertà!
Oliviero Toscani mi è sempre stato simpatico, anche se questa pubblicità non la trovo particolarmente originale e neppure di buon gusto, come i cattolici fanno le loro per pubblicizzare l’8 per mille non vedo perché si debba vietare una pubblicità blasfema. Sempre che lo sia.
A me toscani sta sul c… Come fotografo non vale granché, è solo bravo a provocare usando sempre e solo il sesso o le immagini crude.
Straquoto; ma messo di fronte a Sgarbi fa un altro effetto.
Comunque la pubblicità contro la merce contraffatta è davvero di pessimo gusto; non mi fraintendete, non c’entra niente il rispetto per il crocifisso o gesù o santi vari, la trovo fatta male ed involontariamente trash, magari sono gusti.
Toscani fa benissimo il mestiere di pubblicitario: attira l’attenzione! E se certi “argomenti” (si) vendono bene, ha fatto bene ad usarli. Se avesse fatto foto alle soppracciglia di donne non avrebbe creato nessuna polemica e nessuno si sarebbe accorto del prodotto. In fin dei conti che differenza pratica ci sarebbe tra i due tipi di foto? Solo che la prima suscita (ancora?!!) scandalo, la seconda no. Basta i falsi moralismi, “triangolo”, seno, bocca, capelli, lato B sono solo parti della meravigliosa macchina che siamo! E che male c’è a fotografarle?
Annina,
se il tuo ragionamento fosse corretto, cosa ci porterà la pubblicità del futuro? Fotografie di pubi anche per vendere stampanti ink-jet? Lo si sapeva da almeno ottant’anni che una foto femminile in copertina fa vendere di più. La pubblicità è creatività. E quando l’idea non viene si ripiega sulla provocazione. Non ne faccio una questione di morale, ma solo di ‘mestiere’.
Allora tu sei per la censura? O si può pubblicare un pube (e che ci trovi di immorale, poi?) oppure devi decidere che è vietato. Se non decidi che è vietato, visto che è un’immagine che attira l’attenzione (direttamente o indirettamente, per le polemiche che provoca) continuerà ad essere usata. L’unico limite, nella vita come la vedo io, è fare del male a qualcuno. E non sempre è un limite pure quello, dipende da quello che quel qualcuno vuole fare a me.
Quindi sì a qualunque parte anatomica che attiri l’attenzione, a qualunque immagine attiri l’attenzione, a qualunque slogan che attiri l’attenzione. E che la creatività trionfi. Unico rilievo da fare a Toscani (e pure a quelli che hanno usato Cristo in vari modi) è, appunto, la totale mancanza di creatività: immagine trite e ritrite, provocazioni ormai noiose.
Annina,
io NON sono per la censura. Non ci trovo niente di immorale ma ci trovo molto kitsch, e capirai che novità! penso che negli ultimi dieci giorni saranno stati pubblicati almeno un centinaio di migliaia di pubi su tutte le riviste porno di mezzo mondo…
Però sei un po’ strana: prima polemizzi, poi riprendi in pieno il mio punto di vista nelle ultime due righe. Infatti avevo specificato che mi riferivo esclusivamente alla creatività del pubblicitario. E ne parlo a ragion veduta, visto che sono stato art-director per molti anni.
Annina, c’è un commento in attesa… 🙁
Secondo me quello che hanno fatto con la collezione Pitti Uomo 2011 è coperto da libertà artistica.
La religione non può stare al di sopra della critica, anzi, proprio essa si può (e si deve!) criticare, perchè non si basa sulla ragione ma sulla fede. E cos’è la fede?
Se io sostengo che tra la nostra terra e la luna c’è una teiera volante che ci osserva e ci protegge, non posso essere criticato perchè la ritengo una cosa divina???
Ma come? Non sono loro, allo scopo di appenderlo qua e là, ad aver detto che non era un simbolo religioso? Eccone un uso non religioso…
Questa risposta è perfetta.
ottima risposta, complimenti! penso che la citerò con piacere alla prima occasione che mi si presenterà
l’uso del Cristo per una pubblicità è offensivo verso i cristiani e di cattivo gusto”,
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Il potere è nulla senza controllo….
non mi pare che per quella pubblicità del Fenomeno ci fu tutto sto scandalo. Trovo la scelta di Pitti uomo indubbiamente provocatoria per chi crede, ma è una trovata quasi geniale!!
Non capisco: se hanno paura che i loro crocefissi incontrino la società moderna, allora che se li tengano ben stretti al sicuro, dentro le chiese.
Altro caso di pubblicità più c r e t i n a che blasfema. Che sia un’epidemia? L’offesa c’è, è fuor di dubbio, ma non è un’offesa al crocefisso, nè al “pelo”: è un’offesa all’intelligenza. Ma quella, a forza d’offenderla, è ormai bell’e andata… mi sa che tra un po’ la vedremo tra i “ricercati” a Chi l’ha visto?.
Strategie di marketing pubblicitario che vanno oltre…
Sanno benissimo che la pubblicità solleverà il vespaio dei bacia santini, ed e’ proprio su quello che puntano. 😉
Certo…i dodici pubi di donna, e’ davvero diabolico! 😆
L’abile e brillante sindaco di Firenze si distingue sempre per la propria rufianeria nei confronti di chi tiene il dito sul pulsante -dall’alta finanza alla Chiesa- e son sicuro che farà tanta strada in un partito come il PDmenoL. Auguri e figli maschi.
Da buon bottegaio Fiorentino amante dei soldi, iscritto al PD…… 🙂
Sul cattivo gusto non è che i cattolici si siano risparmati. Tra i cristiani sono quelli che di piu’ hanno fatto uso e abuso di immagini, immaginette, statue, statuine (persino fosforescenti…), addobbi, processioni…. La chiesa cattolica ha sempre fatto ricorso “ad immagini chiaramente religiose ma sterilizzate e trasformate nel loro senso e nel loro contenuto per fini pubblicitari”!!! Hanno iniziato loro, di che si lamentano? Non si è mai distinta per sobrietà, del resto basta vedere come vanno in giro vestiti ancora papa cardinali ecc nel 21mo secolo. E’ una religione fondata sull’immagine.
Concordo Sandra ma dobbiamo sempre fare i conti con “i loro” quelli del gregge che non ci arrivano.
Pensi sia facile spiegare ciò che tu sai a coloro che non sanno, o peggio ancora che non sanno e non vogliono sapere?
Il religioso nella sua quintessenza corrisponde a colui che demanda la sua vita a qualcun’altro che è Dio (del quale il sacerdote è la sua emanazione) ed in conseguenza non ha problemi o se li ha, trovando una spiegazione sempre pronta all’uso, vive serenamente. E’ oppio? Per me si, ma questa è un’altra storia, direbbe Lucarelli.
Forse vogliono solo gli vengano riconosciuti i diritti d’autore.
Bella questa. 🙂
Be viene da dire che la campagna pubblicitaria sia riuscita al 100%. Io da persona assolutamente indifferente ai marchi, fin’ora neanche conoscevo Pitti Uomo!!!
Esiste anche Pitti bambino o bimbo non ricordo bene, se è per questo.
Vedo che sul fatto di pubblicizzare “Vera Pelle Italiana” con dei pubi femminili, nessuno ha trovato niente da ridire, invece. Interessante.
WoW !!!!!!!!
Che ne dite se lanciamo “Pitti chierichetto”? Avranno a che ridire o i nostri amici si precipiteranno a comprare abitini per i loro beniamini? 🙂 🙂 🙂
BWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!
Giuro, mai sentito scuse più idiote: “si tenta di estromettere..” AHAHAHAHAHA! 😆
A me l’idea dei dodici pubi femminili piace…non è la solita banalizzazione del corpo femminile, ma al contrario il richiamo simbolico all’essenza primordiale del femmineo…mi sa molto di pagano…mi piace!
In un quadro, come “L’origine du monde” di Courbet. Nella pubblicità di “Vera Pelle Italiana”, anche no. Anche per l’accostamento.
Effettivamente hai ragione…le foto di Toscani secondo me sono arte, ma immerse in quello specifico contesto perdono tale connotazione. Come Duchamp ha reso arte un cesso mettendolo in un Museo, così Toscani ha ucciso il potenziale artistico e (soprattutto) simbolico delle foto ritraenti i pubi femminili utilizzandole in modo pubblicitario.
Però dai ammettiamolo…se tutti gli uomini (cristiani, musulmani ed ebrei compresi) ragionassero e fossero disposti a dare ragione agli altri con la medesima naturalezza con cui io l’ho data a te sarebbe un mondo migliore, non credi?
Ho dimenticato la maiuscola per Mondo…so che non è strettamente necessaria ma io ci tengo a metterla!
Sai, credo non sia nemmeno una questione di “dar ragione”. Credo che sia nella questione del “rispetto fondamentale di esseri umani”, in questo caso, le donne. Quindi abbiamo trovato una posizione comune, anche se tu apprezzi Toscani e io no. Due religiosi avrebbero avuto da litigare come avrebbero litigato due utrà da stadio solo per la firma della foto, non per il soggetto e il significato in sè-
Il mondo politico che si occupa delle pubblicità “offensive”non ha nulla da dire a proposito delle pubblicità ingannevoli (otto per mille)?
Urlacci di gallinacci che vorrebbero imporre il loro ‘marchio di fabbrica’ a tutti facendolo passare per ‘simbolo non religioso’, ma poi urlano e strepitano quando altri se ne appropriano per i loro comodi.
Forse non è una questione di fede, ma una questione di copyright. A voler commercializzare il crocifisso vogliono essere sempre e solo loro.
[…] della fiera di moda Pitti Immagine Uomo, in corso proprio nella città presso la Fortezza da Basso (Ultimissima di ieri). In uno si vede Cristo vestito con gli abiti della casa di moda Cantarelli, con la scritta Devoti […]