Pubblicato il resoconto video dell’incontro con il prof. Mauro Cosmai, docente di psicologia sociale alla Sapienza di Roma, sul tema “Il rapporto tra individuo medio e religione”, organizzato dal circolo UAAR di Roma mercoledì 24 novembre presso la sede di via Ostiense 89 a Roma.
Il circolo UAAR di Roma
ho visto solo la prima parte dell’intervento del prof. cosmai.
mi ripropongo di vedere il resto nei prossimi giorni.
però, per il momento, ho proprio l’impresssione che sia una chiacchierata da… uomo medio, condita da una spolverata di luoghi comuni e di ipse dixit.
per ora, non nascondo una piccola delusione.
anche io sono deluso, ma dalla tua scarsa intelligenza, caro Biondino, possibile che la tua mente lavori ancora coi vecchi cpu del Commodore? guarda che siamo già oltre i 3 ghz degli attuali PC e notebook, hai bisogno di un encefalogramma magari.
Mauro Cosmai mi han fatto riflettere parecchio, ogni tanto rivedo i vecchi video degli incontri del giovedì: i tabù del sopranaturale 6 maggio 2010
http://www.uaar.it/uaar/incontrigiovedi
Biondino sei sul vago nell’essere deluso, specifica cosa ti ha colpito, insomma quale sua frase e approfondimento ha girato il coltello nelle tue fragili piaghe psicologiche?
aspetta, forse ho capito, vedendo solo la prima parte ti sei perso il resto che è altrettanto interessante.
Mamma mia che sarcasmo pungente, non ti sembra di esagerare?
Comunque l’ho visto tutto ed è una buona disamina sulle contraddizioni che ci circondano e che tante volte nemmeno noi vediamo.
Il commento sopra era per Popper.
Personalmente ho apprezzato MOLTO questa conferenza!
Siccome vorre approfondire alcuni punti, senza doverla riascoltare posso forse trovare da qualche parte la versione scritta?
bismarck, secondo me biondino doveva vederlo tutto il video, prima di ritenersi deluso; mica l’ho offeso, scusa anche tu, ma se preferiscei che gli dica, “oh poverino, vacci piano con il libero pensiero, senno fai indigestione di Mauro Cosmai. Ma biondino è maggiorenne, sa difendersi da solo, o no?
Interessante quando parla di dio e il male, il mostro e la scissione in se stessi tra razionalità e violenza.
Quel che si attribuisce a dio oggi non è la sua vera identità, quella che troviano invece nelle varie letterature religiose, tutt’altro, dio, dee, dei, demoni sono dei mostri creati dall’uomo.
sull’individuo medio ha ragione Cosmai, anche nei film più fantascientifici che esistano ci sono sempre riferimenti a divinità, purtroppo anche nella mia serie preferita, star Trek e Stargate, persino nei paesi più laici del mondo ci sono l’individuo medio usato come una marionetta con tanti fili sociologici, politici, religiosi, pubblicitari, sessuali, ricatti, ecc…ecc….
Perchè ribaltare la frittata sul dio unico? Perchè farlo apparire buono e misericordioso? In tutte e tre le relgioni monoteiste la sua identità divina è crudele e discriminatoria, oseri dire il dio della guerra e per nulla misericordioso.
Se dio non vuole il male ma tuttavia lo permette non può dimostrare di non volerlo in realtà, poiché le elaborazioni demenziali che ci vogliono convincere che anche il male concorre al bene per chi crede in dio escluderebbero coloro che non credono in quel dio, fatto passare per misericordioso e razionale daii ragionamenti dei credenti.
Insomma io già non credo in dio e se poi mi si vuole addirittura convincere che se anche non credo lui esiste ugualmente, perchè la maggioranza degli individui medio o medio-massi ci credono, allora faccio un’altra domanda: se vedo due credenti che lo pregano in egual intensità e fede ma uno dei due muore mentre li chiede la salute e l’altro rimane in vita mentre prega di essere chiamato in paradiso, si insomma, quel dio manca anche di discernimento, c’è qualche falla nel suo disegno intelligente e imperscrutabile, non vi pare?
Il male e il bene sono categorie relative, non sono assolute, un criminale di guerra è visto come un eroe in patria e un bene per la difesa del proprio paese, non altrettanto è sonsiderato dal popolo nemico che gli farebbero la pelle.
In una guerra tra relgionioni monoteiste da che parte sta il bene e il mal, sempre in nome del dio unico per tutte e tre? Cosa dio permette di male per una sua relgione a favore del bene di un’altra sua religione?
L’ndividuo medio esiste ovunque, credente e non, ha i fili come una marionetta, non conosce se stesso, si lascia influenzare facilmente, va dietro alle mode senza senso critico, pensa in modo meccanicistico come in una serie di ingranaggi di un orologio a pendolo, un perpetuo moto che sfida la precisione degli orologi svizzeri, ben sincronizzato con un certo sistema socio-economico-politico da massa indiferenziata.
Mamma mia che tipo questo individuo medio! Sembra quasi ad un Borg nella serie stra trek, la sua mente è talmente scissa in tanti compartimenti stagni che ha perso persino il filo di Arianna e non ne esce più dal suo labirinto.
Ma non c’è speranza per questo tipo di individuo medio di elevarsi alla conoscenza do se stessio e prendere in mano, non solo le redini della propria carrozza, ma anche essere il padrone all’intenro di essa? E chi è il vero padrone nella carrozza di questi individui medii?
Forse ho una risposta: per me è ciò in cui crede l’individuo medio, in modo indiscutibile e inamovibile, per un senso di difesa dalla confusione che c’è oggi nelle comunicazioni dei MEDIA religiosi, che non gli permette di migliorare la conoscenza di se stesso, che non gli permette di titare fuori le ..alle del senso critico e della sincerità con se stesso e del libero pensiero; a
Almeno vincerebbe l’ipocrisia moralista o i facili giudizi sommari all’interno di gruppi religiosi, magari necessiterebbe di essere un po’ agnostico per certi versi, ma non per questo rinunciare a criticare le religioni, anche andando controcorrente, dimostrandosi più propenso ad avere un’opinione più razionale, magari, gli elo auguro.
E’ chiaro che non voglio provocare la coda di paglia di nessuno, si ..insomma, non ci si senta addosso quel che ho scritto, ci sono anche dei ragionevoli distinguo nella categoriue degli idividui medii, non sono tutti uguali, si parla sempre di persone con un proprio vissuto, ma tuttavia è anche un mio invito a scegliere la strada dell’approfondimento qualitativo della nostra opinione razionale, che rispecchi un lavorio interiore che faccia chiarezza e coerenza tra quel che pensiamo, diciamo e facciamo.
Cosmai è simpatico ma in considerazione del titolo proposto m’aspettavo una disamina psicosociologica sull’atteggiamento dell’uomo contemporaneo nei confronti del fenomeno e dei tabu religiosi. Si è invece andati un po’ fuori tema per la prolungata insistenza, per altro eccessivamente semplificata (non è qui il caso di entrare nel merito), sulle comuni matrici delle mitologie e delle credenze religiose. Più interessante l’ultima parte, attualizzata e riportata al tema grazie anche agli interventi del pubblico.
con riferimento a popper: autòs epha! (che, per inciso, non è un’invenzione aristotelica né tantomeno un traslato ciceroniano bensì il motto della scuola pitagorica e, molto, molto prima, la sanzione della sacralità dei vaticinii pronunciati dalla pizia delfica…): e che diamine! giornata storta, oggi?
con riferimento a Sal: credo si debba essere comunque grati a chi regala all’uaar un po’ del proprio tempo e pertanto grazie a Cosmai; e poiché non tutti nasciamo o riusciamo a diventare buoni oratori, dovremmo comunque evitare giudizi negativi troppo ad personam e invece limitarci al contenuto; in tal senso ho l’impressione che Cosmai abbia commesso, magari per fretta o mancanza di tempo, soprattutto l’errore di sottovalutare l’uditorio
cosa vuoi? sei Sal forse? non è capace lu di rimpondermi?
Ti sei messo a fare l’avvocato anche tu? Senti, l’ignoranza non meriterebbe neppure una riposta se non nel caso in cui chieda lei stessa di essere informata.
Non è una giornatanera è che si danno valutazioni in modo sommario e francamente sal non è proprio molto competenete a dare valutazioni su Cosmai che io apprezo moltissimo.
Ascolta, ignorami se vuoi, ma non replicarmi che è meglio, qui io sono solo uarrino e nient’altro. Mah…
Popper. replico quanto mi pare, non perché m’interessi difendere qualcuno o accusare altri ma perché nessuno può dare patenti di diritto o di divieto alla parola; né tantomeno giudicare il dissenso -da quale pulpito poi?- quale forma d’insipienza. E voglio, e ho il diritto, di esprimere il mio parere in modo civile senza dover assistere a isterismi di sorta, a logorroiche accuse di mancanza di capacità di approfondimento e soprattutto a veti perentori. E ci mancherebbe altro che non si potesse replicare! Se non vuoi dialogare non farlo e non replicare tu, semmai; ma non offendere chi nei tuoi confronti non l’ha mai fatto.
Solidarietà al Circolo di Venezia!
Sotty, ho sbagliato news… 😉
non fa niente Paul , soldarietà anche da parte mia per l’umiliazione subita.