Nuovo numero de “L’Ateo”

E’ in corso di distibuzione il primo fascicolo dell’anno della rivista L’Ateo, il bimestrale dell’UAAR. Il numero prende spunto dal centocinquantenario dell’Unità d’Italia e presenta articoli di Turchetto, D’Alpa, Accorti, Isnenghi, Abbondandolo, Maiurana, Carcano, Barbetta, Evolvi, Demurtas, Preisner e Mainetto, Grendene, Cavazzini, Pozzo, Adolgiso (intervista a Mainardi), Consiglio, Ballardini, Talenti e Conti.

La redazione

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8 commenti

POPPER

una sola parola: scrocifiggiamo l’Italia, non se ne può più di ste simboli clerico-fascisti-laico-devoti

ben venga la Grande Chambre al più presto. Viava l’Ateo, non vedo l’ora che mi arrivi.

stefano Li

l’italia sarà scrocifissa pressapoco nell’anno 2560-2561 😉 va bene essere ottimisti ma pensare di scrocifiggere una nazione crociata è davvero da inguaribili ottimisti.

COLPANI GIOACCHINO

I simboli, (pesce, croce, mezzaluna, e via andando) raggruppano le truppe, le ideologie, le indottrinano, il resto lo fa la fede, alla quale alcuni, assoggettano le masse.
Solo l’indifferenza dell’uomo, farà cadere le simbologie. Il resto, purtroppo, serve solo a fomentare gli animi.
Più che i simboli, cerchiamo di samarcherare le bufale, offrendo saggezza senza proselitismo
G.Colpani

michele z

è un nostro diritto la libertà dalla religione, quindi che non ci vengano imposti simboli religiosi nei luoghi pubblici, se poi vengono utilizzati strumentalmente dai politici e dai religiosi in spregio alle fondamentali norme democratiche e civili questo basta a samarcherare la bufala delle religioni. Che si raggruppino pure i fanatici, che fomentino pure gli animi, che mostrino pur il loro vero volto da intergralisti.. non faranno altro che allontare sempre più persone che non hanno perso l’uso della ragione.. Diffondere il razionalismo e il laicismo non è proselitismo, per me è un dovere morale

COLPANI GIOACCHINO

Caro Michele,

senza dubbio, il mio commento, per un lessico piuuttosto ermetico, le è risultato opposto a quanto avrebbe voluto dire.
Come non essere d’accordo che dobbiamo volere la nostra libertà da ogni vincolo di fede. Nulla è più limitativo della fede. Infatti chi diffonde il laicismo, o se vogliamo l’ateismo, non fa proseliti, anzi non ne sente alcun bisogno, a diffrenza di ogi credo religioso o non che vive solo sul proselitismo.
Pertanto Michele, siamo sulla stessa barca. Se mai dovesse affondare, non ci resta che nuotare a forti bracciate
Alla prossima
G. Colpani

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