Hong Kong, confronto sui costi pubblici del sostegno al feng shui

Il feng shui, ovvero la geomanzia cinese, è stata tradizionalmente sostenuta a Hong Kong anche dall’autorità politica. Negli ultimi tempi si è tuttavia aperto un dibattito pubblico sulla sostenibilità dei contributi pubblici concessi per “ripristinare” l’armonia degli edifici che, secondo quanto riporta Kevin Drew in un articolo pubblicato su Repubblica, potrebbero ammontare a oltre 50 milioni di euro negli ultimi dieci anni. Pare che dietro le richieste di rimborso si nascondano spesso veri e propri interessi personali. Le tariffe praticate dai ‘maestri’ di feng shui sono alte: l’articolo sostiene che “per sistemare con i giusti criteri un appartamento di 55 metri quadrati un esperto può chiedere dai 400 a 40.000 dollari locali [da 40 a 4.000 euro, NDR], a seconda della propria fama. E l’istruttore Louis Wong spiega che una lezione di feng shui può costare circa 250 dollari all’ora”.

Raffaele Carcano

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12 commenti

tonii

Avanza la sinizzazione di HK!
Non dimentichiamo che per molti decenni in Cina in fengshui fu vietato in quanto parte di quella mentalità semifeudale che era condannata (la lotta ai “4 vecchi”…), mentre continuava a prosperare nella colonia britannica, tanto che il Chris Patten arrivò a piantumare alberi per proteggere l’edificio del governatorato dalla nuova costruzione dell’allora palazzo più altro dell’isola: la Bank of China, il tutto in ossequio ai maggiori maestri di fengsui. Sempre gli inglesi, decenni prima, avevano modificato il percorso della metro per accordarlo al fengshui.

Ma, a parte il paradosso che vede i cinesi difendere il materialismo occidentale e gli occidentali i sistemi tradizionali cinesi, occorre anche dire che gran parte del fengshui storico (quello rivolto alla posizione delle tombe ed eventualmente quello degli edifici ma mai all’arredamento di interni, che è una trovata recente) è frutto di banale buon senso. Non costruire sulla sabbia, o a nord di un monte, o allo stesso livello del letto del fiume… sono principi che bisognerebbe tenere sempre in considerazione.
A HK i quartieri delle prostitute erano nelle zone che il fengshui riteneva pericolose. Infatti sono sotto pareti di roccia non compatta e destinate a subire frane. Per questo nessuno vi comprava casa per viverci, i prezzi erano inferiori e di qui la destinazione a lupanari e bordelli.
Se chiamassimo un esperto di fengshui tradizionale ci saremmo evitati le innondazioni recenti in valpadana. Ma avremmo avuto lo stesso risultato chiamando un ingeniere idraulico. Invece lasciamo mano libera alle “forze del mercato” e agli “accordi internazionali” (il Dal Molin costruito sulla risorgiva del brenta la dice lunga) e poi ci lamentiamo dei disastri….

tonii

sì, hai ragione, ma è una ripresa di questi ultimissimi anni e ancora in scala molto ridotta, rispetto a HK dove è la norma.

Laverdure

“Se chiamassimo un esperto di fengshui tradizionale ci saremmo evitati le innondazioni recenti in valpadana. Ma avremmo avuto lo stesso risultato chiamando un ingeniere idraulico”

Qui invece preferiamo fare offerte miliardarie alla Curia affinche ci assicuri la benemerenza dell’onnipotente.
Ma non sarete mica cosi qualunquisti da paragonarle alla danza della pioggia dei popoli
primitivi,no ?
Il nostro non e’ forse il paese che raccoglie il 75% della cultura mondiale,come sostiene
la Wertmuller ?

SilviaBO

Sì, infatti. Perché se io dico che so dov’è un cadavere mi denunciano per procurato allarme o falsa testimonianza (o, se per caso il cadavere c’è davvero, mi torchiano per sapere come sono coinvolta nel delitto), mentre se lo fa una “veggente” non ci sono conseguenze?

Kaworu

me lo son chiesta anche io…

evidentemente se senti le voci sei più credibile di chi non le sente.

nei paesi normali di solito è il contrario però…

sauro

Pensavo che,per sapere se un posto è adatto a costruirci,bastasse rivolgersi ad un geologo.

tonii

parole sante, ma mi sa che durante la dinastia Tang ce ne fossero pochini 😉

sauro

Però oggi esistono,ma non mi pare vengano considerati molto.

Paul Manoni

50 milioni di euro sono noccioline, rispetto all’edilizia di culto che sovvenzioniamo noialtri in Italia… 🙁

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