Era stato soprannominato “don Bancomat” ma, stante l’entità delle cifre gestite, sarebbe più opportuno chiamarlo “don Banca”. E’ quanto sostiene Carlo Bonini, in un’inchiesta pubblicata oggi su Repubblica. Su una chiavetta usb e sul pc di Don Evaldo Biasini (il missionario, economo della Congregazione del preziosissimo sangue, indagato dalla procura di Perugia per le sue collusioni con il clan Anemone-Balducci e la cosiddetta “criccadel G8”), sono state trovate le tracce di movimentazioni su una cinquantina di conti correnti e posizioni finanziarie a lui riconducibili, su cui sarebbero transitate decine di milioni di euro nel corso di un solo anno solare. All’attenzione degli investigatori sono anche due operazioni compiute dall’Istituto per il Sostentamento del Clero, alle dirette dipendenze della CEI, di un importo totale di venti milioni di euro, effettuate presso il Credito Artigiano: la stessa banca presso cui transitò il versamento ‘anonimo’ di 23 milioni di euro da parte dello IOR, poi bloccato e sequestrato dai magistrati perché non riconducibile ad alcun nominativo.
Raffaele Carcano
soldi!soldi!soldi! sempre ai soldi sono interessati queste sanguisughe!
Embè? Non si chiama Congregazione del preziosissimo sangue? Vuoi almeno riconoscere la loro coerenza?
Michele Ainis, in Chiesa Padrona, partendo dal falso giuridico dei patti lateranensi ci dice quanto è ingorda sia l’attenzione di la dal Tevere, e quanto si confondono le acque, a discapito dello stato italiano.
Rassegnarsi è da fessi, ma tantè. Lottare contro il Cupolone, più che arduo è impossibili finche non si cambiano le regole, ovvero i patti lateranensi.
”la congregazione del prezziosissimo sangue”………………….succhiato.
beh, hanno un non-morto come sovrano… è coerente con l’essere vampiri 🙂
ma non sono quelli che dicono che è più facile che un cammello passi da una cruna di un ago che un ricco vada in paradiso ? quando si dice la oerenza !!!!
si si son gli stessi per cui il denaro è lo sterco del diavolo, quelli dei mercanti cacciati dal tempio e cose così
voci non confermate raccontano che dalla notifica delle indagini il sacerdote abbia cominciato a ripetere ossessivamente: Il mio tesSSoroo! 😈
😆
Pecunia non Olet, ci rinfaccerebbe… 😉 🙁
il che è curioso, considerando che è sterco di diavolo… che a forza di maneggiarne ingenti quantità gli abbia desensibilizzato l’olfatto?
Desensibilazzato l’olfatto a quelli lì??????? Ma scherzi? Annuserebbero il denaro sotto una montagna di sterco alta come il monte bianco.
Mi vien da immaginare Italia abbiamo circa 40.000 “don Evaldo”, cui si vanno ad aggiungere non so quante “suor Evalde”, cui si vanno ad aggiungere tutti quei laici cattolici che fanno affari con la holding vaticana. Tutti poveri in spirito, ma con ricchi conti in banca.
E’ inutile: finquando permetteremo alla “santa” Chiesa sgualdrina di sguazzare nelle ricchezze lavorate dagli altri, non ne usciremo.
Ieri a “Chi la visto?” c’era la storiaccia di un altro frate intrallazzone e manilunghe, Padre Andrea D’Ascanio, leader dell’ennesima accozzaglia cattolica di isterici invasati, l’Armata Bianca.
Questo santone, oltre alla lotta sempiterna contro l’aborto, dispensava “esorcismi” e toccatine nelle parti basse a creduloni e credulone della sua cricca, oltre che incamerare soldi e altre prebende.
La puzza di letame era talmente forte che pure il Vaticano è dovuto intervenire, dopo anni di indifferenza.
La sentenza di condanna del Tribunale dell’Aquila recita:
“Soggetto a pulsioni sessuali irrefrenabili”, “uomo che tende a imporre la sua volontà agli adepti anche attraverso comportamenti minacciosi” e paventando “mali terreni e soprannaturali in caso di disobbedienza ai suoi voleri”, leader di una “organizzazione rigidamente gerarchica, nella quale sono in pochi, se non uno solo, a decidere, e nella quale valgono la regola dell’ubbidienza assoluta, acritica, al volere del capo carismatico, ed il vincolo di segretezza sui comportamenti tenuti; la pretesa arrogante di essere i soli depositari della verità rivelata, un fortino assediato dai mali del mondo, da difendere a tutti i costi, e quindi l’esclusione, di fatto, dal confronto con l’esterno, visto come un pericolo di inquinamento della propria purezza”. Una figura “tutt’altro che degna di apprezzamento” (…)
Sembra il replay della storia schifosa di Don Marco Dessì, uguale identica. Anche lui, povera stella, “un santo benefattore perseguitato dai comunisti” difeso a spada tratta dalle pecore belanti.
E’ la stessa ‘forma mentis’ che fa adorare il più grande tenutario di bordello degli ultimi 150 anni a folle di pecore col cervello putrescente.
La sentenza del tribunale dell’Aquila non ti sembra che si possa adattare benissimo alla CCAR?
Ho pensato esattamente la stessa cosa!
Nessuna paura dell’inferno ?
Forse Joshua di Betlemme ha perdonato i due ladroni e allora… diamoci dentro ?
Tanto i credini restano tali.
SI ADATTA PERFETTAMENTE E COMPLETAMENTE ALLA CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA.
Stessa Banca e cifra molto simile in entrambi i casi…Io alle coincidenze, quando entra in scena il binomio “Soldi/CCAR”, non ci credo neanche un po’.