Egitto, situazione ancora confusa

Si è svolto ieri, al Cairo, l’incontro tra il vicepresidente egiziano Omar Suleiman e vari esponenti dell’opposizione. Non è stato invitato il più noto esponente del dissenso, il Premio Nobel Mohamed el-Baradei: in compenso il governo ha per la prima volta voluto dialogare con i Fratelli musulmani. Al termine del meeting questi ultimi hanno tuttavia manifestato la propria insoddisfazione per la decisione di creare entro marzo un comitato misto governo-opposizione a cui è stato attribuito il compito di avviare le riforme costituzionali. Durante l’incontro è stata inoltre raggiunta un’intesa per porre fine alle restrizioni poste ai mass media e all’uso di internet. I manifestanti di piazza Tahrir hanno comunque deciso di continuare a chiedere le dimissioni di Mubarak: ne ha dato notizia un comunicato della direzione unificata dei “Giovani rivoluzionari in collera”.

Raffaele Carcano

Archiviato in: Generale, Notizie

11 commenti

stefano

non lo so…
la situazione è ancora confusa e le notizie che giungono secondo me sono assai frammentarie, di certo gli egiziani in caso di defenestrazione del dittatore al potere, cosa molto improbabile, dovranno stare attenti a non mettersi in casa un altro dittatore magari islamico integralista, come già successe 35 anni in Iran quando al corrotto e violento governo (protetto dalle potenze occidentali Usa e Uk in testa) di Resa Palavi succedette la teocrazia di Khomeini ovvero dalla padella nella brace.

giulio

Per il momento mi sembra che i manifestanti non abbiano ottenuto gran che, più che altro promesse e buone intenzioni, e intanto Mubarak resta incollato alla poltrona.
Forse il regime punta a prendere tempo e aspettare che la protesta si sgonfi da sola per stanchezza.

Painkiller

Aggiungi il dettaglio che Khomeini fù finanziato dall’occidente per tirare giù Reza Palavi in quanto era diventato scomodo (si stava spostando su posizioni più nazionalistiche e non prone all’occidente). Ovviamente finanziare i movimenti democratici era un’idea troppo intelligente, meglio finanziare il teocratico dittatore per fermare “l’avanzata comunista”.

giulio

Mi sembra molto strano quello che affermi. Non sarà una bufala cospirazionista?
Cosa aveva fatto lo Shah contro gli americani? E cosa ha fatto Khomeini a favore?

stefano

l’Iran aveva eletto democraticamente un presidente della repubblica, il buon Mossadeq, progressista e propenso a nazionalizzare il petrolio fin allora in mano agli inglesi e americani.
Mossadeq saltò in aria come Allende qualche anno dopo, nel classico attentato che precede un golpe che puntualmente arrivò con l’ascesa al trono pilotata dai soliti noti (cia e simili), Palevi era propenso a regalare greggio a prezzi (leggi tangenti) generosi.
Komeiny fu la risposta meno inteligente ad una dittatura inumana, purtroppo ne instaurò un’altra ancora peggiore…

antoniadess

non è stato invitato il premio nobel, i fratelli musulmani sì: questo è un segnale poco rassicurante, e come detto sopra i precedenti giustificano certa preoccupazione 🙁
ma è vero che la situazione è troppo confusa per trarre conclusioni in un senso o nell’altro; non possiamo che auspicare che si affermi la democrazia e…la laicità!

MicheleB.

I Fratelli Musulmani, secondo me, fanno i bravi ragazzi a sommo studio, ma non c’è tanto da fidarsi di quella gente.
Confido invece che il popolo insista nell’autoorganizzazione, come fino ad ora, senza farsi abbindolare da richiami “moralizzatori” come avvenne in Iran.

Vera Pegna

Veramente il comitato per il cambiamento di cui fa parte El Baradei è stato ascoltato da Omar Suleiman il quale, secondo me, è anche peggio di Mubarak perché più astuto e più occidentale nei modi, come dimostrano le sue iniziative di dialogo con gli oppositori e le sue posizioni su Israele. El Baradei – che personalmente ammiro – è molto più noto da noi che non in Egitto e ha molti rivali che, come lui, si offrono per guidare la cosidetta transizione. Rivali più noti come Amr Mussa segretaro della Lega araba. In quanto ai fratelli musulmani, per favore non facciamo l’errore di fare di ogni erba un fascio. Se sono, e neanche tanto, popolari quelli egiziani è per gli enormi servizi sanitari, medici, educativi che rendono alla popolazione che ne è priva. Ieri in piazza Tahrir erano presenti anche copti e altri cristiani accolti con entusiasmo dai manifestanti. A conferma che gli attii terroristici come l’attacco alla chiesa copta di Alessandria da cui anche i fratelli musulmani si sono dissociati, non rappresentano il sentimento popolare.

giulio

Il fatto che i FM siano popolari per il loro welfare non è un motivo per non ritenerli pericolosi. Ci sono sondaggi per i quali il 70-80% degli egiziani è a favore di lapidazione, taglio della mano e pena di morte per chi lascia l’Islam.

Painkiller

@Giulio
Non è una fesseria cospirazionista. Mi baso sulle testimonianze di amici iraniani che quel periodo lo hanno vissuto. Palavi si stava spostando su posizione sempre più marcatamente nazionalistiche danneggiando il magna magna colonialista, questo portò alle prime tensioni con gli USA. Per pararsi la poltrona stava tentando dei contatti nel blocco sovietico, con cui pensava di fare affari migliori, e questo ha fatto imbufalire i suoi ex alleati USA.
Ti posso garantire che le testimonianze relative sia alla rivoluzione che alla guerra con l’Iraq sono veramente agghiaccianti.

giulio

Se Mubarak cadrà e sarà sostituito dai FM, a posteriori qualcuno dirà che era diventato scomodo e che gli americani lo hanno sostituito con gli islamisti. E non mancheranno gli appigli per sostenerlo, come le dichiarazioni (dell’ultim’ora) di Obama contro Mubarak.
Si tende a pensare che gli USA sono invincibili, e quindi qualsiasi cosa accada devono averla voluta loro.

Commenti chiusi.