In seguito alla diffusione della notizia che Antonius Richmond Bawengan, cristiano di 58 anni, era stato condannato a cinque anni per aver “sparso odio nei confronti dell’islam”, molti dimostranti musulmani sono scesi per le strade indonesiane dando luogo a scontri violenti. In particolare, davanti al tribunale di Temanggung, i manifestanti hanno chiesto la pena di morte per l’uomo: dopo che le forze dell’ordine hanno sparato colpi in aria per disperdere la folla, scrive il Wall Street Journal, i dimostranti si sono sparsi nelle vicinanze, bruciando due chiese e tirando pietre contro una terza.
Raffaele Carcano
OT:
oggi 9 febbraio, ricordiamo l’anniversario di Giulio Cesare Vanini
http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Cesare_Vanini
Come già detto, siamo di fronte a invasati sanguinari, e solo al potere
Di fronte a ciò, dove sono le nette voci si condanna dell’islam “religione di pace”?
Le nette voci di condanna dell’islam “religione di pace” non ci sono. Anzi!
“Molti” è un po’ vago. Fossero un numero sufficiente, l’episodio diverrebbe la dimostrazione che un assunto spesso sostenuto da queste parti è falso, ovvero l’idea di chi sostiene che la popolazione dei Paesi ove vige la teocrazia la subiscono e non possono far nulla per evitarla. Confutare quell’assunto porterebbe a galla un’altra questione sulla quale a insistere sono spesso io: “importare” gente (specie se si tratta di masse molto numerose) che proviene da luoghi ove è diffusa una cultura che consideriamo deprecabile significa innestare nel proprio tessuto sociale proprio quella cultura che, a parole, si considera arretrata e/o pericolosa. In prospettiva, significa preparare il terreno per la diffusione di quelle culture qui da noi. E’ già accaduto, è probabile che accada nuovamente. Ora, dato che l’accoglienza è una possibilità e non un obbligo (come dimostra la legislazione e le pratiche di molti Paesi riconosciuti come altamente civili), sarebbe il caso di spendere più di un pensiero a quel che sta accadendo e alle molto probabili (certe?) ricadute.
Nella fretta ho lasciato passare qualche “errorino”, ma sono certo che sarete comprensivi, dal momento che il concetto mi pare chiaro.
La teocrazia, come qualsiasi altra forma di ideologismo acritico elevato a sistema politico, è sempre un mostro che si autoalimenta attraverso la propaganda e l’indottrinamento scolastico. Ritorniamo al concetto di meme espresso da Dawkins. Benchè io non sia totalmente d’accordo con diversi aspetti delle sue teorie appare chiaro che alcune idee possiedano intrinsecamente la capacità di diffusione e persistenza intergenerazionale per cui le masse risultano in queste situazioni al tempo stesso vittime e carnefici. Ciò su cui non sono d’accordo con te riguarda le modalità con cui arginare tali fenomeni. Allo stato attuale è assolutamente impensabile limitare tali problemi semplicemente arroccandosi dietro le frontiere, non per chissà quale opinabile ragione etica, ma per una machiavellica constatazione di impossibilità. Se è vero che l’accoglienza è una possibilità e non un obbligo, è altrettanto vero che pensare di arginare gioco forza le masse migratorie, senza innestare processi di tensione sociale che inevitabilmente ricadrebbero anche su chi cerca di tenersene fuori, è assolutamente utopistico. Sono del parere che l’unica possibilità (per quanto solo la storia ci potrà dare il giudizio sull’efficacia) sia quello di sviluppare quanto più possibile all’interno del tessuto sociale gli anticorpi della laicità e del raziocinio, per utilizzare una metafora medica vaccinarsi piuttosto che mettersi in quarantena. E’ fuor di dubbio che l’attuale società italiana questi anticorpi non li ha e proprio per questo, paradossali interazioni tra i possessori di differenti verità assolute diventano terribilmente pericolose. Qualsiasi riferimento ai recenti ponti gettati da b16 verso l’Iran non è da considerarsi casuale!
Non so, a me pare che gli Australiani riescano benissimo ad «arginare gioco forza le masse migratorie». E non sono certo gli unici. Sono altresì convinto che se si dovesse verificare (ipoteticamente) un flusso “milionario”, che so, dall’Italia al Ruanda, i Ruandesi troverebbero e applicherebbero senza troppi pensieri mille metodi per arrestarlo ed invertirlo.
P.S. E’ ovvio che il Ruanda è un Paese scelto a caso tra mille che si prestano almeno altrettanto, e non certo solo in Africa.
il problema spesso non sono i governanti, ma chi li vota (se li votano…) e li sostiene: questa ne è un’ulteriore prova.
Non passa giorno che non si registri qualche episodio di violenza a sfondo religioso, in particolare islamico. Viene da chiedersi quanto queste manifestazioni siano spontanee o quanto sobillate da capi religiosi. E’ ovvio che se queste popolazioni si comportano così, spontanee o sobillate che siano, dimostrano che stanno vivendo in uno stato di arretratezza culturale ( e sicuramente anche economica) terribile. E il mondo islamico “moderato” e più evoluto non sembra molto interessato o capace di fare qualcosa per contrastare questa ripresa del fondamentalismo religioso più aggressivo e violento.
Anzi, sono proprio gli stati islamici finora considerati “moderati” e “laici” a trovarsi in difficoltà e teatro di rivolte in cui forse non è estraneo anche lo zampino dei partiti islamici.
Mi tocca ancora una volta fare la parte della Cassandra; ma sento un brutto vento provenire da quel mondo.
Nessuno ha interesse a sostenere i mussulmani moderati. Nessuno vuole fare incavolare l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi grandissimi produttori di petrolio e patria del più becero fondamentalismo wahabita.
Quanto ai “civili” mussulmani moderati… te lo credo che non parlano! Quando il tuo vicino è disposto a tirarti un colpo di kalshnikov in faccia se provi a dire che magari gli apostati invece di ammazzarli li si potrebbe mandare al confino.
Non vorrei sbagliare, ma in Indonesia questa non è la settimana della pace interreligiosa?
Edit: dal 7 è cominciata la settimana dell’armonia tra le religioni.
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Nei giorni scorsi un rapporto del noto istituto indipendente di ricerca “Setara Institute for Peace and Democracy” ha rilevato che nel 2010 si sono verificati oltre 216 casi di flagranti violazioni della libertà religiosa in Indonesia. Il documento, inviato all’Agenzia Fides, segnala che 91 casi si sono registrati nell’area di Giava occidentale, mente a Giava orientale gli abusi sono stati 28.
Di questi episodi, 75 riguardano le comunità cristiane e 50 sono stati contro i seguaci della Ahmadiya. Ben 43 luoghi di culto cristiani, afferma il Rapporto, sono stati attaccati, con grave violazione dei diritti al culto delle comunità cristiane. La polizia, prosegue, spesso ha coperto o evitata di fermare le violenza, perpetrate soprattutto da gruppi estremisti islamici, come l’Islamic Defenders Front.
Peccato che le forze dell’ordine abbiano sparato in aria e non ad alzo zero.
Questi sono in danni provocati dal fondamentalismo, e dal conseguente rifiuto della libertà d’espressione.
Anche da noi vige l’anacronistico divieto di bestemmiare la divinità (e solo perchè i cattolici non hanno la necessaria forza politica, la pena è relativamente lieve).
Con la scusa di “spargere odio”, si chiude la bocca al prossimo.
Pensa tu a questi bastardi non gli basta che un poveraccio si è preso 5 anni di galera per avere criticato la religione più oppressiva del mondo, volevano la decapitazione, e per tutta risposta vanno anche a devastare la proprietà altrui, ma che andasero a morì ammazzati!
islam = cancro
Sei matto? Ora ti cercheranno per punirti 🙂 …ma che branco di sfigati! Ovviamente mi riferisco a coloro che desiderano la pena di morte per quel poveraccio…
E questi quando arrivano in Italia o in Europa per le nostre sinistre socaliste e destre liberali vanno accolti a braccia aperte…
Donne preparatevi che fra poco quando in egitto domineranno i “laici” fratelli musulmani alle piramidi o a fare il bagno a sharm dovrete andare con velo e sottanone sennò frustate !!!
Ci vorrà il burkini.