Cosa pensano e cosa vogliono i musulmani dell’Egitto ora in rivolta? I musulmani costituiscono in Egitto più del 90% della popolazione. Un’indagine del Pew Research Center’s Global Attitudes Project, condotta la scorsa estate su sette paesi musulmani, tra cui appunto l’Egitto, fornisce qualche indicazione.
Secondo lo studio, il 59% dei musulmani egiziani desiderebbe la democrazia più di ogni altra forma di governo, mentre per il 22% una diversa forma di governo potrebbe essere preferibile in specifiche circostanze.
L’islam gioca un ruolo positivo nella vita politica della nazione per la grande maggioranza degli intervistati, l’85%, che sono però divisi sul peso che la loro religione ha. Per il 49%, l’islam ha infatti un ruolo di secondo piano, il che è visto come un fatto negativo, mentre per un 48% ha grande importanza, fatto vissuto da chi ha dato questa risposta come positivo.
Solo il 31% dei musulmani egizi ha sostenuto l’esistenza di un conflitto tra fondamentalisti islamici e personalità innovatrici, contro un 61% che non lo vedeva. Per il 59% di coloro per i quali il conflitto era presente i responsabili sarebbero i fondamentalisti, per il 27% gli innovatori. Sotto questo aspetto l’Egitto pare diverso dagli altri paesi esaminati: in Libano, Turchia, Pakistan e Indonesia molti più musulmani hanno sostenuto che un conflitto fosse in corso, e la percezione dominante è che fosse da imputare a chi voleva modernizzare il paese.
Il 20% degli intervistati si sono dichiarati molto preoccupati per l’estremismo islamico in Egitto; il 41% si è dichiarato moderatamente preoccupato. Simili le percentuali di chi si è dichiarato preoccupato per l’estremismo nel mondo: il 30% molto, il 40% moderatamente.
Silvia Righini
RETTIFICA DEL 14 FEBBRAIO
Riguardo alle opinioni sul conflitto tra fondamentalisti e innovatori, c’è stato un errore: coloro che hanno dichiarato di vedere un conflitto tra i due gruppi si dividono in un 59% che si identifica coi fondamentalisti, e un 27% che prende le parti dei modernizzatori. In Libano, Turchia, Pakistan e Indonesia sono più alte le percentuali di chi si indentifica con gli innovatori.
Quest’articolo è molto interessante.
Peccato per il Pakistan che non è molto preoccupato dal fondamentalismo.
Oggi un 12enne indottrinato dai Talebani si è fatto saltare in aria uccidendo altre 30 persone.
@ Silvia Righini
Scusi, ma ha dimenticato i dati più importanti sugli Egiziani:
L’82% è favorevole alla lapidazione per punire l’adulterio
Il 77% è favorevole a tagliare la mano ai ladri
e dulcis in fundo l’84% favorevole alla pena di morte per apostasia.
dettagli di secondaria importanza
Il post si riferisce a quella specifica indagine, come linkato. Non conosco i dati di cui parli, se hai un link a riguardo mandalo alle ultimissime e saremo felici di scrivere a riguardo.
Silvia
ero leggermente ironico.
(OT. Avrei volentieri aggiunto una faccina simbolo smile
se sapessi come fare. Qualcuno mi spiega per favore come fare?)
@ Silvia Righini
Veramente i dati fanno parte della stessa indagine, li ho linkati qui sotto! 😉
Per vedere i dati relativi agli altri paesi qui:
http://pewglobal.org/files/2010/12/2010-muslim-01-13.png
Però se non ho capito male, il sondaggio è stato fatto chiedendo soltanto a 1000 persone.
“The sample group of 1,000 was surveyed in face-to-face interviews in April and May of last year for the U.S.-based Pew Research Center”
Sì ma infatti me ne sa di pacco, tra l’altro se vai a vedere i dati globali i musulmani italiani sarebbero solamente 36.000! Io in generale sono anti-sondaggisti, si prendono per il portavoce del popolo influenzando decisioni politiche, la leggitimità per me si acquista tramite le urne. Ovviamente nella situazione italiana probabilmente non hanno lo stesso potere raggiunto in altri paesi.
“i musulmani italiani sarebbero solamente 36.000! ”
Non proprio. Ti correggo, ma senza spirito polemico.
I mussulmani in Italia sono (con statistiche del 2008) 1.293.704 ma circa 67.000 sono cittadini italiani, tra italiani di nascita convertiti e stranieri che hanno acquisito la cittadinanza; gli altri sono immigrati regolari e immigrati irregolari.
Quella dei 36000 dovrebbe essere il rapporto OSI del 2003.
Lo sapevo benissimo, solo che il pew prende come buona la cifra del rapporto OSI, la cosa non mi sembra molto seria.
Il segnale non è buono per quanto riguarda l’Egitto.
Rispetto alla Tunisia (dove la voglia di conservare la laicità c’è eccome) senza dubbio almeno da quello che ho percepito, ovviamente solo l’avvenire ci saprà dare una risposta (tenendo presente che la pena di morte per apostosia in Egitto è già prevista).
In Egitto l’apostasia non è punita con la morte ma con alcuni anni di carcere.
@ giulio
La situazione non è molto chiara visto che la costituzione si rifà al diritto musulmano, in ogni caso la morte civile e perdita di tutti i diritti una volta usciti dalla religione musulmana.
Non dimentichiamo che ci fu il bravo Sadat, cosi osannato dall’ Occident, da ripristinare la Sharia ( soft ) in Egitto, onde tenersi buoni i Fratelli Musulmani ( che l’hanno ringraziato assassinandolo … )
@ tino
Non mi risulta che mai nessuno sia stato giustiziato in Egitto da Nasser in poi per avere fatto apostasia dall’islam. Vengono messi in galera per “turbativa della pace sociale”. Che poi in linea di principio la costituzione egiziana affermi il primato della sharija è vero, come è vero che Al Azhar chiede la pena di morte per gli apostati, ma in concreto in Egitto non ci sono le pene coraniche, non si taglia la mano al ladro, non si lapida l’adultera e non si giustizia l’apostata.
Questi sondaggi, fatti su una popolazione molto limitata dal punto di vista quantitativo e per nulla variabile dal punto di vista della tipologia, offrono una visione estremamente limitata della situazione attuale dell’Egitto e a prenderli troppo sul serio si rischia di prendere lucciole per lanterne.
Scusate ho capito male io o i campioni presi in esame sono di meno di 100 persone per paese? Dubito possano essere molto indicativi.
Il campione è stato di 1000 persone per tutti i paesi, tranne la Turchia (1003) e il Pakistan (2000), e il margine di errore è tra del 3-4%.
Trovi tutto in fondo al documento:
http://pewglobal.org/files/2010/12/Pew-Global-Attitudes-Muslim-Report-FINAL-December-2-2010.pdf
Un campione sempre molto poco rappresentativo. Parlo solo per la Turchia per fare un esempio: è un paese molto esteso e con parecchie differenze culturali fra le varie regioni. Se il campione viene preso nell’estremo est del paese ti trovi con un 40% di immigrati siriani orientati all’estremismo, mentre nel resto del paese la percentuale scende parecchio.
Diciamo che, a prescindere dal soggetto specifico, sondaggi fatti con campioni così ristretti e senza localizzazione per area geografica, livello culturale, ecc mi sembrano poso significativi e scientifici.
Più che sui sondaggi -sui cui limiti concordo con Tino e Painkiller- credo che se si vuol parlare di Egitto bisogna dare un occhio alla rivolta che si sta svolgendo in questi mesi.
A parer mio una rivolta non può diventare una rivoluzione se non c’è una forza poltica capace di mettersi alla testa delle lotte e indirizzarle secondo un progetto.
Altrimenti una rivolta muore, anche se si abbatte il tiranno.
Una forza che potrebbe indirizzare questa rivolta potrebbe essere una coalizione di partiti e raggruppamenti laici e democratici atta ad indire una nuova stagione di rapporti giuridici ed economici per poi, stabilite le regole, indire elezioni sul modello dell’Italia post fascista (non sto paragonando Muabarq al fascismo, chè sono due fenomeni troppo diversi, sto solo facendo un esempio di massima per dire cosa intendo in via molto generale).
Il problema è che a quel che ho letto in giro la forza politica, entrata formalmente a lotta iniziata ma capace di determinare gli eventi e le masse, sono proprio i Fratelli Musulmani e, senza entrare in un discorso di rapporti internazionali, sarebbe un male perchè credo che la laicità (in un Paese dove peraltro ci sono anche i copti per cui la tensione è già a monte) sia determinante per ogni stagione di miglioramento sociale.
Per cui, personalmente appoggio la rivolta sperando che porti ad un cambiamento -proprio perchè più la lotta si fa eminentemente politica più la mentalità si estranea dalla religione e si ragiona in termini materialisti- ma con la presenza dei Fratelli Musulmani (che peraltro sembra proprio che con l’attentato di Capodanno non c’entrino, era probabilmente al Qaeda, e l’hanno stigmatizzato, lo dico per dovere rispetto a quel che so, non per simpatia ad essi) la vedo un po’ dura.
[…] le statistiche sulle opinioni sull’islam nella vita politica dell’Egitto (crf. Ultimissima di ieri), ancora percentuali dall’indagine del Pew Research Center’s Global Attitudes Project. […]