“Non credo nel peccato, amore mio / perché non credo in Dio”. Questo testo sarà cantato sul palco del prossimo festival di Sanremo dai La Crus. “Fortunatamente non siamo nel Medioevo e non è un mistero che io mi senta più vicino a Peppone che a Don Camillo”, ha dichiarato all’AdnKronos Mauro Ermanno Giovanardi, del duo milanese.
Luciano Vanciu
Caro Mauro Ermanno, ti auguro di vincere a Sanremo ma sarà dura ugualmente, tuttavia tu cantaglela a tutti gli italiani in “Mamma RAI” la tua bellisima camzone.
Mi ricordo che quando vinse l’ateo Simone Cristicchi, il giorno dopo ovviamente tutti i giornali titolavano il vincitore di Sanremo, tranne Avvenire per il quale sembrava che il festival non esistesse. Ridicoli.
Wow, se il prossimo anno alla conduzione ci risarà Bonolis, troveremo Povia con il brano “Filippo era ateo”.
“e adesso fa il vescovo”
😆
Mi sembra perfettamente coerente
Ahahah, bellissima!
Va bene che secondo gli omosessuali si può iniziare a praticare l’omosessualità a qualsiasi eta, ma non si può mai iniziare a praticare la normalità.
Ma la cosa si estende anche all’ateismo?
come si vede che non sai di cosa parli… relativamente ad entrambi gli argomenti.
Federico,
allora il cattolicesimo è uguale all’omosessualità, visto che pretendete di farlo praticare fin dalla culla?
dai, ricomincia dall’alfabeto
Federico la tua frase è falsa, omofobica e discriminatrice. E’ brutto rilevare questo tipo di disonestà intellettuale in chi si professa cattolico e quindi portatore (a suo dire) di valori quali l’integrazione, l’onestà ed il rispetto verso il prossimo. Saluti.
il Festival di Sanremo, pur di far parlare di sè, non oscura la non credenza come invece avviene di solito
Un segnale interessante
mi viene la curiosità di ascoltare questo brano, spero che oltre ai testi, sia anche decente dal punto di vista musicale
si deve cercare qui i testi delle sue canzoni
http://www.mauroermannogiovanardi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=76&Itemid=138
Ma vorrei sapere quando potremo sacricare da Internet la conferenza stampa di R. Carcano a Bologna sul cortile dei gentili.
Chiesa: “E’ infima deriva laicista”
Giovanardi: “Ma io raccontavo una storia…”
Chiesa: “E’ cristianofobia”
Giovanardi: “Ma quando Povia cantò la canzone “Luca era Gay” molti parlarono di omofobia, e lui rispose che si trattava di un esempio, lui non voleva fare di tutta l’erba un fascio, lui raccontava semplicemente una storia, così come sto facendo anch’io… 😉 ”
Chiesa: “GGGRRRRRRRR!!!!!!!!!!!!”
…per la serie “Chi di spada ferisce…”
Mauro Ermanno Giovanardi si trova nella strana situazione di chiamarsi come un parlamentare “paolotto”, Carlo Giovanardi ( o forse Carlo ha l’insperata fortuna di avere lo stesso cognome di Mauro Ermanno ). In ogni caso il cantautore sbaglia di grosso su Peppone, che nonostante la sua tessera del PCI è ancora antropologicamente cattolico, tanto da andare ad accendere ceri, ad aiutare don Camillo a ripitturare il presepe e a togliersi il cappello davanti al Crocifisso. La cosa più importante è che vive come normale una situazione di matrimonio monogamico indissolubile, nonostante qualche sbandata più vagheggiata che realmente effettuata. Soprattutto crede nell’autorità paterna ed è disposto ad “alzare le mani” per esercitarla, da “pater familias”. Uno dei motivi della popolarità di Verdi, stretto conterraneo di Guareschi, è il senso dei ruoli fissi all’interno della situazione familiare: il vecchio padre ( ad esempio Germont o Filippo II ) fa il padre, la figlia purissima fa la figlia rispettosa, e così via. In questo senso Guareschi è ancora un autore ottocentesco. La prima vera opera teatrale atea credo invece che sia “Sei personaggi in cerca d’autore” (1921 o 22 ), in cui i ruoli familiari sono totalmente sconvolti ( un po’ come nel caso dell’ateo Woody Allen ). Questo se è vero che c’è un legame tra ateismo e crisi della famiglia tradizionale. Anche le prime canzoni sanremesi e dintorni erano familistico-ottocentesche ( “Mamma”, “Son tutte belle le mamme del mondo” ). Ben diversa l’Italia del 1948 e quella del 1968 e anni successivi.
Una domanda a Giovanardi: dal momento che non crede in Dio, il suo personaggio non penserà mai di far male avendo avventurette e storie da tenersi ben nascoste con altre donne, diverse da quella che chiama “amore mio”?
Concordo in tutto e per tutto su Peppone.
Volevo proseguire.
Peppone – non tanto quello del buon Guareschi. ma quello cinematografico di Gino Cervi, il solo presumo conosciuto dai giovani – non è che, come illustri benissimo, l’altra faccia di don Camillo… entrambi comunque due stucchevoli macchiette da ‘cinepanettone’ dell’epoca. E, a proposito di nomi ‘equivoci’, mai accosterei Peppone ai fratelli Cervi.
In quanto alla canzone ‘scandaloisamente’ ammessa… mi sbaglirò, ma, al di là delle intenzioni degli autori, mi sembra solo una furbata per attirare l’attenzione sul sempre più esangue festival di Sanremo.
Resta in ogni caso aperto, almeno per me, il solito dilemma: è meglio che comunque se ne parli anche col rischio che tutto si risolva più o meno in ‘spettacolo’, oppure rischiando lo snobismo, ritenere che sarebbe meglio non si parlasse di ateismo in un contesto simile?
Personalmente, ripeto, non so so proprio cosa sarebbe meglio…
“…Personalmente, ripeto, non so so proprio cosa sarebbe meglio…”
Io direi la prima.
Il libero pensiero più viene diffuso meglio é, a prescindere dal motivo per cui lo si fa, specie in un paese come l’Italia. E anche una canzone di Sanremo può dare il suo piccolo contributo in questo senso.
Io penso che sarebbe una buona cosa se si sentissero, dopo sanremo, i giovani canticchiare “Non credo nel peccato, amore mio / perché non credo in Dio”.
Farebbe forse scandalo e forse per questo i giovani la canterebbero ancora più volentieri.
Se non altro diventerebbe sempre più evidente a tutti che non credere a dio (cristiano, arabo, ebreo, indiano, ecc.) non significa mangiare bambini a colazione.
Auguro pertanto un grande successo a questa canzone e al suo autore, anche se non conosco nè l’uno nè l’altro.
@ Florenskij
Cosa ti fa pensare che l’etica del comando sia l’unica possibile?
L’etica serve a vivere una buona vita? Si o no?
Se si, deve essere comandata?
Prendiamo la scienza, necessita di un’etica per funzionare. Anzi le è essenziale.
E’ comandata?
Avere avventure con altre donne/uomini e tenerle nascoste non ha alcuna conseguenza (intrapersonale/interpersonale) se non sanzionata da una divinità?
Di più, la suddetta divinità come è messa con la legge sulla privacy 🙂 ?
Si tratta di argomenti sensibili….
Florenskij,
mi domando piuttosto se c’è un legame tra ateismo, crisi della famiglia tradizionale e crisi della chiesa.
Il problema è: i gonnelloni, se non farla perdere, perlomeno ridimensioneranno i voti pro?
Pensare che c’era già, più di 20 anni fa, “LIBERA NOS DOMINE” di Francesco Guccini:
“Da morte nera e secca, da morte innaturale,
da morte prematura, da morte industriale,
per mano poliziotta, di pazzo generale,
diossina o colorante, da incidente stradale,
dalle palle vaganti d’ ogni tipo e ideale,
da tutti questi insieme e da ogni altro male,
libera, libera, libera, libera nos Domine!
Da tutti gli imbecilli d’ ogni razza e colore,
dai sacri sanfedisti e da quel loro odore,
dai pazzi giacobini e dal loro bruciore,
da visionari e martiri dell’ odio e del terrore,
da chi ti paradisa dicendo “è per amore”,
dai manichei che ti urlano “o con noi o traditore!”,
libera, libera, libera, libera nos Domine!
Dai poveri di spirito e dagli intolleranti,
da falsi intellettuali, giornalisti ignoranti,
da eroi, navigatori, profeti, vati, santi,
dai sicuri di sé, presuntuosi e arroganti,
dal cinismo di molti, dalle voglie di tanti,
dall’egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti,
libera, libera, libera, libera nos Domine!
Da te, dalle tue immagini e dalla tua paura,
dai preti d’ ogni credo, da ogni loro impostura,
da inferni e paradisi, da una vita futura,
da utopie per lenire questa morte sicura,
da crociati e crociate, da ogni sacra scrittura,
da fedeli invasati d’ ogni tipo e natura,
libera, libera, libera, libera nos Domine,
libera, libera, libera, libera nos Domine…”
A chi non l’abbia mai sentita consiglio vivamente di ascoltarla 🙂
Qui:
http://www.youtube.com/watch?v=x2I0a2h7mVI&feature=related
“LIBERA NOS DOMINE” è cantata da un’altra voce.
Invece, qui:
http://www.youtube.com/watch?v=uYeMsjzxEhA&feature=related
“LIBERA NOS DOMINE” è cantata, più efficacemente, da Guccini in persona, e con immagini molto significative! 🙂
s.remo? bleah mai guardato, w gli iron maiden, i metallica, i doors, demetrio stratos e i balletto di bronzo! s.remo è la morte della musica.
Festival di Sanremo? No, grazie. E’ da anni che mi rifiuto di guardare quella orrenda trasmissione; e non sarà certamente il fatto che quest’anno c’è in gara un brano “ateo” a farmi cambiare idea. W gli Unheilig !
…e i Rammstein 😉
C’è solo una cosa che non mi piace: il fatto che essere atei è spesso associato con l’essere schierati a sinistra. Esistiamo anche noi atei cani sciolti, nichilisti, o liberali o radicali.
Se poi voglio andarci + duro ancora, trovo i catto-comunisti (com’era Gino Cervi nel film) ancora + patetici.
quoto.
Qui si esagera un pò coi catto-comunisti, di cui per altro il Peppone di Gino Cervi è solo una scadente caricatura. Ne ho conosciuto tanti – che definirei meglio cristiano-comunisti – in perfetta buona fede, convinti che non ci fosse contraddizione tra messaggio cristiano e aspirazione al riscatto sociale implicito nel comunismo. Questo al di là della scelta del PCI – dei suoi dirigenti – di votare l’art.7.
Poi, quando comunismo è diventato sinonimo di stalinismo, è emersa la vocazione fideistica di entrambe le posizioni… perfettamente impersonata al presente da Bondi, il cui salto della quaglia non sarebbe certo stato nelle corde di tanti comunisti, ripeto, più crstiani che cattolici. Oppure dell’ateo-devoto Giuliano Ferrara, sempre alla ricerca di un qualche ‘dio padre padrone’ didel quale mettersi al servizio.
Per il resto, specialmente di fronte a certa sinistra attuale, essere atei ed essere libertari (non però alla Pannella) credo sia del tutto naturale.
I valori della destra per definizione non possono andare d’accordo con l’ateismo, se non quelli di una destra laica e liberale (modello Cavour, per intendersi) che però qui in Italia attualmente non esiste, se si esclude qualche caso isolato. Di conseguenza l’ateismo viene associato automaticamente alla sinistra. Il libero pensiero in sè é certamente un’idea più di sinistra che di destra. Può esserlo anche di destra, ma ripeto, di quella destra che qui da noi non c’é.
Ciò detto, i catto-comunisti sono senza dubbio di un patetico unico.
I liberali, figli di Cavour, erano forse i più atei di tutti.
Scusate, ma mi rifiuto anche di accettare la seguente equazione, ovvero se non sei di sinistra, sei di destra. Bisogna accettare che esistono atei (come me) che sono semplicemente nichilisti e che non vogliono che gli si appiccichi nessuno schieramento. A me piacevano alcuni liberali ottocenteschi, ma anche mi piace Epicuro, Nietzsche e pure alcuni esponenti di giustizia e libertà. La laicità non è una proprietà di nessuno e l’ateismo nemmeno.
Non concordo.
Concordo.
La laicità non è proprietatà di nessuno, infatti in Italia nesssuno la vuole.
se ho i soldi il cd lo compro.ma solo dopo aver rinnovato l’iscrizione a uaar.promesso.
sanremo??? ahahahhaha la canzonetta italiana che celebra i valori democristiani per il popolino del dopoguerra che scopre il diritto a svagarsi con la musica. Stesse soporifere patetiche ipocrite banalità da 60 anni ignorati ed ignoranti dell’evoluzione musicale del resto del mondo. l’italietta in cui il rock duro è vasco rossi e ligabue ed i led zeppelin sono satanici. che medioevo…anche nella musica
Hai espresso un pensiero che condivido in toto.
Condivido il disprezzo per Sanremo, musicalmente e tematicamente squallido; non conosco i La Cruz, non ho sentito la canzone nè letto il testo (perchè la prima volta che sento un brano mi piace ascoltare il brano nell’amalgama di musica e parole); però non è detto che in linea teorica anche a Sanremo non possa presenziare qualche bella canzone…che possa vincerla è discorso altro: da Tenco in poi le cose sono ulteriormente peggiorate.
La ascolterò alla radio.
Però, in una platea da sempre casa/famiglia/tradizione/dio (ce ne sono tanti di riferimenti alla divinità a Sanremo) sentire due versi così forti e decisi è raro e secondo me ben venga.
Su Peppone e Don Camillo, suvvia, è una boutade colloquiale e si capisce cosa intendeva dire e magari il discorso sui due personaggi cinematografici e prima letterari potrebbe non averlo approfondito mai in vita sua e voleva solo farsi capire in maniera facile!
quindi se cornifichi il tuo lui/Lei è perchè non credi in dio e nel peccato? senza dio è tutto permesso? …vabbè…sono solo canzonette, ma sarebbe stato più divertente il “non credo in dio” riferito a un rapporto con il proflattico
Al di là di quattro parole in un testo, mi auguro che l’autore si sforzi di presentare una musica degna di questo nome. Sanremo ci ha abituato molto, molto male.