Caro Rettore
Se ricordo bene, in passato abbiamo avuto quasi sempre la stessa opinione sui tanti problemi relativi alla politica e all’Università dei quali abbiamo discusso, anche se, lo ammetto, non abbiamo mai affrontato l’argomento “religione”. Oggi, però, leggo su Repubblica che hai concluso il tuo intervento alla riunione della “Corte dei Gentili”, annunciato come un inizio di dialogo tra credenti e non credenti, dicendo che “ mai come adesso c’è stato bisogno di credenti e di atei credibili” e non mi trovo per niente d’accordo. Anzi, mi viene spontaneo rovesciare la frase, senza guastare il simpatico gioco di parole, e affermare che sentiamo tutti un forte bisogno di credenti credibili e di atei (non credenti, agnostici razionalisti, agnostici tout court, e così via).
Che la Chiesa cattolica sia assai lontana dai credenti e altrettanto meno credibile di un tempo (e di uno standard di credibilità accettabile) lo dicono i fatti: sul mio tavolo ci sono libri, che vantano autori prestigiosi, dedicati alla pedofilia, al commercio illecito di immobili, alla mancata condanna dei bordelli privati, e tutti chiamano in causa la stessa religione. Non mi dilungherò su questi temi: mi voglio invece dedicare al convegno che si è appena svolto alla “Corte dei Gentili” incontro che, se non sbaglio, tu hai molto appoggiato.
Mi dicono i rappresentanti dell’’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) di aver atteso a lungo dal Cardinale Ravasi un invito all’incontro, che essi avevano ingenuamente immaginato come un primo esempio di “isola per stranieri morali”; in realtà l’invito non è mai giunto in quanto in Cardinale ha definito l’associazione “folkloristica” e “pittoresca”, aggiungendo altri epiteti assai poco gentili. Poiché sono presidente onorario di questa associazione (insieme a Laura Balbo, a Margherita Hack e ad altre brave persone) mi permetto di esporti il mio personale punto di vista. Si tratta certamente di una frase infelice e scortese, oltretutto inutilmente scortese visto che il diniego avrebbe potuto essere altrimenti motivato.
E’ anche un insulto un po’ buffo, una sorta di autorete: se ci ragioni su per un attimo, arriverai certamente alle mie stesse conclusioni. Sono generalmente sospettoso nei confronti delle persone scortesi, in genere celano difetti ben più gravi: in questo caso, non conoscendo il prefato Cardinale, debbo concedergli il beneficio del dubbio, potrebbe essere stato interpretato male o potrebbe avere scelto una parola sbagliata nella confusione dell’incontro con i giornalisti, chissà. Resta il fatto, e qui non si tratta più di inezie, che la scelta che ha fatto per coinvolgere il mondo non credente è stata, a dir poco, disastrosa: nessuno di noi si è sentito minimamente rappresentato, nessuno di noi apprezza le categorie degli atei devoti, umili, ossequiosi, rispettosi, che hanno venduto l’anima a un Dio in cui non credono, e sai bene che vendere una cosa che non hai a una persona che non c’è configura una serie di reati, incluso, alla fine, l’incauto acquisto. Se posso concludere, mi sembra che il Cardinale Ravasi abbia fallito il suo scopo (sempre che il suo scopo sia veramente quello di iniziare un dialogo tra credenti e non credenti) prima ancora di cominciare, e questo è molto più grave e importante di un gesto scortese.
Ora mi suggeriscono di organizzare un incontro simile, considerato però dalla parte dei non credenti. Il mio parere è di farlo in un’altra città, Bologna non mi sembra più la città laica che ho conosciuto da giovane; mi dicono però che qui sarebbe forse possibile avere l’appoggio dell’Università e del suo Rettore, considerato da tutti un “cattolico laico”. Naturalmente inviterò solo, tra i credenti, quanti siano disponibili a dichiarare l’intrinseca e indiscussa superiorità del pensiero ateo su tutte le religioni, qualsiasi setta le rappresenti. Chi la pensa diversamente, no, sempre per ragioni di folklore. Verrai?
Con affetto, Carlo Flamigni
(pubblicata sull’edizione odierna dell’inserto bolognese di “Repubblica”)
Lol.
Una lettera stupenda! Anche se non sarebbe stato male un appuntino anche sull’abominevole coincidenza tra il giorno dell’iniziativa “ateo-clericale” ed il Darwin-day celebrato in tutto il (resto del) mondo, e sull’abominevole mancanza di qualunque iniziativa della stessa Università per lo stesso giorno darwiniano…
“””….. nessuno di noi si è sentito minimamente rappresentato, nessuno di noi apprezza le categorie degli atei devoti, umili, ossequiosi, rispettosi, che hanno venduto l’anima a un Dio in cui non credono,….””””
Grazie, con tanta stima, a Carlo Flamigni
“Mai come oggi c’è bisogno di atei e di credenti credibili”. Sottoscrivo.
“Naturalmente inviterò solo, tra i credenti, quanti siano disponibili a dichiarare l’intrinseca e indiscussa superiorità del pensiero ateo su tutte le religioni, qualsiasi setta le rappresenti. Chi la pensa diversamente, no, sempre per ragioni di folklore. Verrai?”
E se si spedisse davvero questo ‘invito’ al cardinale? Dite che sarebbe in grado di cogliere l’ironia?
Bravo Flamigni!
Infatti hai citato la frase più bella della missiva, quella che colpisce al cuore dell’interlocutore proprio laddove egli si sente invincibile.
ok, ma l’invito e’ rivolto al rettore!
Lo so. E’ questo che mi piace!
C’è un attacco “attutito” ma ben chiaro.
Bella lettera..
Tuttavia, secondo me, sarebbe stato meglio partire da subito con iniziative parallele piuttosto che aspettare l’invito di Ravasi.
Così si continuano a riconoscere alla chiesa un’autorità (che in Italia ha davvero) ed un’autorevolezza (che non ha mai avuto e mai avrà) che non dobbiamo riconoscere.
Il fulcro della battaglia per la laicità è proprio quello!
la “lunga attesa dell’invito” e’ una formula retorica
e l’uaar non sta e non e’ stata con le mani in mano: il 12 febbraio, e nei giorni vicini, ha organizzato circa 40 Darwin Day, sta sostenendo in neonato Coordinamento Laico Nazionale, sta organizzando una iniziativa per il Testamento Biologico, sta assistendo legalmente chi viene ostacolato nel diritto all’ora alternativa…
il lavoro, purtroppo, non ci manca
Chiaro, so che in generale l’UAAR fa tanto! Se no non mi iscriverei! 😉
Io mi riferisco nello specifico a questa vicenda. Vorrei solo che non passasse l’idea (sbagliata) che l’opinione personale di Ravasi piuttosto che di un altro cardinale abbia qualche peso per noi.
Esattamente come non deve passare l’idea che gli atei (agnostici ecc) di questo paese sono quelli che sono stati invitati da Ravasi.
Entrambe le cose sono errate.
Mi premeva solo mettere l’accento sul fatto che la volontà di partecipare al “cortile” è dettata solo dalla paura di una mistificazione e di una falsa rappresentazione dei non credenti e non per una inesistente autorevolezza della chiesa! 😉
Bravissimo!
Grazie, questa lettera sì che mi rappresenta!
mi unisco nel plauso!
Ottima lettera
buona lettera, inattaccabile.
Impeccabile, leggera, educata, di classe.
Adoro la classe contrapposta al baccano e ai litigi ai quali la televisione ci ha educati
e deliziosamente ironica, caratteristica sempre più rara.
Mi associo nella valutazione
Bravo Prof.!!! vedo con piacere che la sua vis polemica e ironica non è stata intaccata dal tempo.
x Carlo Flamigni
Sei un grande.
Ciao a tutti
Il plauso, sottolinea il consenso. Per Flamigni è totale.
E’ la prima volta, a mia memoria, che uno dei nostri presidenti onorari si spende in maniera così esplicita e positiva appoggiando l’UAAR nelle sue iniziztive ed esponendosi su un avvenimento pubblico di tale portata.
Merito a Flamigni.
E posso supporre anche al circolo di Bologna! 🙂
“posso supporre anche al circolo di Bologna!”
e’ bastato parlarne: l’avvenimento pubblico di tale portata e realizzato con tali metodi dall’Università di Bologna, la sua università, non ha fatto esitare il nostro presidente onorario
Concordo pienamente e apprezzo vivamente lo stile pacato e sottilmente ironico.
Ottima lettera. Grazie
ottimo Flamigni.
questa lettera andrà di traverso a più di una persona. speriamo che li faccia anche riflettere.
complimenti … gradevolissima nota… ci sarà risposta?
Dubito. Parafrasando Totò “signori si nasce ed il Prof. Carlo Flamigni lo nacque”. Il card. Ravasi temo “non lo nacque”.
le circostanze lo richiederebbero
ma evitare di rispondere potrebbe essere una scelta, per non alzare ulteriore polvere e conservare l’alone di solennità che con soldi, parole e comunicati stampa hanno steso sull’evento
Devo dire presidente onorario anche di fatto.
Bella lettera.
Non so perché, ma il Cortile dei Gentili mi fa venire in mente il tentativo di accordo tra la gallina e il maiale per fare una frittata al prosciutto.
La gallina metteva le uova, il maiale il prosciutto…
Non me ne parlare…c’è chi usa ancora questa favolette persino nei management meetings (scopo lavaggio del cervello).
Nooooo! 🙂
non conoscendo il prefato Cardinale, debbo concedergli il beneficio del dubbio, potrebbe essere stato interpretato male o potrebbe avere scelto una parola sbagliata nella confusione dell’incontro con i giornalisti, chissà.
A qualcuno risulta che Ravasi abbia smentito o precisato, quanto meno “contestualizzato” l’epiteto ‘folkloristico’ rovesciato sull’Uaar?
dovrebbe smentire l’Avvenire:
http://www.avvenire.it/Dossier/Il+cortile+dei+gentili/Verso+un+nuovo+Areopago_201002250909147930000.htm
e la cosa risale a diverso tempo fa, come puoi notare
“Mi dicono i rappresentanti dell’’UAAR di aver atteso a lungo dal Cardinale Ravasi un invito all’incontro [nella Corte dei Gentili]” a me questa frase piace poco è preoccupa assai: pensavo che un’associazione fiera come l’UAAR non attendesse speranzosa l’osso da un padrone a cui in pubblico ringhia contro.
Non è quello il senso.
Tra persone/associazioni/nazioni/etc civili ci si saluta e ci si riconosce vicendevolmente.
Questo atteggiamento di chiusura denota una grande paura da parte dell CCAR, perché si sta accorgendo che in ogni incontro civile, dove ognuno esprime liberamente e pacificamente le proprie idee, essa se ne torna a casa con le ossa rotte, perché i discorsi fumosi e sterili vengono ormai facilmente smontati.
Il problema, a mio parere, può confrontarsi con l’episodio della visita del papa alla Sapienza. In seguito alle contestazioni BXVI rinunciò a parlare.
Il motivo VERO della rinuncia fu che avrebbe dovuto confrontarsi ALLA PARI con eventuali domande e/o contestazioni.
Ma questi dogmatici non sopportano che vengano messe in evidenza le loro pecche, le loro contraddizioni interne e la loro ipocrisia.
Quindi rifiutano il confronto.
Perciò non è che l’UAAR attendesse speranzosa un osso.
L’UAAR si aspetterebbe di essere trattata alla pari dalla CCAR.
E questo non lo faranno MAI!
Son convinto che vi sono molti cattolici dissidenti verso il vaticano, magari loro possono dialogare meglio con noi, Carlo Flamigni al rettore di Bologna la cantata giusta.
e poi perchè il rettore non ha incluso nella sua dichiarazione “credenti credibili e atei devoti”?
Invece di credenti e atei credibili, si può chiamare quel tipo di atei che vuola il cardinale come persone che vorrebbero credere in dio in qualche modo ma non hanno ancora trovato il buon pastore, beh adesso lo han trovato in Ravasi,, lui è molto selettivo a tal proposito, beh allora Flamigni dice bene al rettore quando conclude:
“…..Naturalmente inviterò solo, tra i credenti, quanti siano disponibili a dichiarare l’intrinseca e indiscussa superiorità del pensiero ateo su tutte le religioni, qualsiasi setta le rappresenti. Chi la pensa diversamente, no, sempre per ragioni di folklore. Verrai?”
bravo, buon lavoro caro Flamigni
😆
rovesciare quella frase,è stato un modo di fare ragionare.complimenti PROFESSSSSORE FLAMIGNI.
Il ‘cortile dei gentili’ rimarrà un luogo selvatico e deserto dove i preti dialogheranno, con un nemico immaginario, del loro dio immaginario. E con la loro scienza immaginaria, la teologia, trionferanno in ogni disputa. Confrontarsi con un ‘nemico’ vero vorrebbe dire anche rischiare che le loro argomentazioni arrivino alle orecchie dell’ignaro gregge. Non sarebbe da loro, a loro serve dimostrare che nessuno è in grado di prevalere. Per questo si sono procurati un nemico di cartapesta.
Trovare una città più laica. In Italia? Io proverei a Gotham City…
Il nemico non è di cartapesta, è … complice per probabili ricompense …
Ottima lettera. Un plauso a Flamigni.
La mia opinione è estremamente pessimista su un possibile dialogo tra credenti e non.
Credere e dialogare è un ossimoro, meglio dubitare e dialogare!!!
Secondo me il dialogo è possibile, non su ciò che per i credenti costituisce verità di fede, ma su tutto il resto.
Avere presidenti onorari così (Flamigni ma anche le altre “brave persone”) mi rende orgoglioso di essere socio della UAAR.
Ottimissima lettera di Flamigni! 😉
Dobbiamo sperare in una risposta da parte del Rettore, oppure e’ come la lettera a Napolitano, a Frattini, ed a tanti altri a cui abbiamo posto delle questioni e che hanno risposto come le famose 3 scimmiette?
Stupenda lettera!!! Grazie.
Un intervento impeccabile!
Forte, ironico e controllato, da vero laico.
Alla CCAR piace vincere facile, dialogano con atei devoti come Cacciari perchè se lo facessero con Odifreddi verrebbero sbugiardati a dovere.
Bella lettera! 🙂
Attendiamo la risposta del rettore 🙂
Caro Flamigni,in un attimo termina la tua vita , sei sicuro nella tua convinzione di avere analizzato tutti gli aspetti del tuo prossimo futuro?Lontano da me formulare anatemi o minacce ,tu come me sei figlio di Dio che tu lo voglia o no, sei libero di decidere se amarlo o rifiutarlo…