Il Tar Lazio ancora sull’ora alternativa: discriminazione agli esami

Il tar Lazio ha parzialmente accolto il ricorso presentato da numerose realtà, tra cui l’Uaar, con il quale era stato chiesto l’annullamento dell’ordinanza del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca n.44/2010 che disciplinava le modalità di svolgimento degli esami conclusivi il ciclo d’istruzione secondaria (la cosiddetta maturità). Il Tribunale infatti, aderendo e rinviando alla recente sentenza sull’argomento emessa dalla stessa Sezione Terza-bis (cfr. Ultimissima del 29 novembre 2010), non ha ritenuto “irragionevole”, e quindi meritevole di censura, la partecipazione del docente di religione cattolica “a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l’attribuzione (…) del credito scolastico” per gli alunni avvalentesi, anche sul presupposto che tale materia da facoltativa diventerebbe obbligatoria a seguito della scelta espressa. Al contrario, ha invece annullato l’ordinanza nella parte in cui al docente di attività alternative all’IRC non è stata assicurata la medesima legittimazione. Si prevedeva infatti una generica e limitata possibilità di “fornire preventivamente elementi conoscitivi” sull’interesse e sul profitto dell’alunno, anzichè la partecipazione a pieno titolo di cui sopra, riservata ai “colleghi” di IRC. Questo diverso trattamento per il Tar Lazio costituisce a chiare lettere, ancora una volta, un “vulnus alla posizione degli studenti non avvalentisi che decidano di seguire l’insegnamento alternativo”, e come tale è da considerare illegittimo.

Adele Orioli, responsabile iniziative giuridiche UAAR

10 commenti

Diego

cioè, oltre a mangiare i soldi pubblici, questi vogliono che gli studenti che fanno l’ora di religione abbiano delle possibilità in più rispetto agli altri??

Roberto Grendene

premesso che il teorico vantaggio e’ praticamente nullo

premesso che chi volesse un vantaggio concreto in termini di credito formativo farebbe 10.000 volte meglio a chiedere studio individuale in alternativa alla religione cattolica e studiare anche solo per mezz’ora le materie curricolari (quelle sì che alzano la media!)

sì, siamo di fronte al tentativo di discriminare per smerciare in giro che fare religione cattolica concederebbe vantaggi
la sentenza punisce questo tentativo del ministero dell’istruzione, sempre prono alla gerarchia ecclesiastica, valorizzando l’insegnamento delle attività didattiche alternative alla religione cattolica

Giovanni Bosticco

Se c’è una cosa che non sopporto sono i
falsi problemi, complicazioni assurde nate
per rovinarci la vita senza alcun risultato.
La religione cattolica dovrebbe essere
insegnata nelle scuole, perché condivisa
dalla maggioranza degli Italiani.
Veniamo ai fatti. La presenza a messa,
obbligatoria tutte le domeniche e le feste
comandate, è applicata da un italiano su
4, per non dire su 5.
L’8/1000 alla CCAR è firmato da un italiano
su tre. Ma risultiamo cattolici perché battezzati,
“convinti” all’età di un mese.
Altra poi, stupidissima gente, deve sposarsi in
chiesa, perché così “la cerimonia viene più bella”,
anche se non ha alcuna religione.
Non voglio, con tutto ciò, difendere l’ateismo, ma
soltanto l’uguaglianza dei cittadini.

Paul

A proposito del tuo incipit: ricordo che quando andavo a scuola, durante le ore di lezione di educazione fisica, non giocavamo praticamente mai a calcio.

L’insegnante,in seguito alle nostre proteste, ci faceva notare che essendo il calcio lo sport più conosciuto e praticato nel nostro privato fosse meglio a scuola fare qualcosa di nuovo, per ampliare la nostra cultura sportiva…..

Direi che si possa fare un parallelo con la religione cattolica!

Stefano Grassino

Infatti, visto che l’italia è piena di chiese con relativi oratori che tutti i cattolici possono liberamente frequentare, non si vede la necessità dell’ora di religione. Due sono le spiegazioni, almeno a parer mio. La seconda è un’ulteriore indottrinamento e la prima e più importante, un notevole afflusso di pubblico denaro nelle tasche dei prelati e consimilari.

Giovanni Bosticco

Il cattolico non concepisce l’uguaglianza dei cittadini,
come stabilita dalla Rivoluzione Francese.
Loro devono dominare tutto: non bastandogli chiese
e parrocchie, conventi e oratori, vogliono le scuole,
e poi faranno religione al cinematografo.
Il nome viene dal greco “catà òlen ghen”, ossia “su
tutta la Terra”. Perché Roma Antica, che ammetteva
in casa sua culti egizi e fenici, li ha buttati alle belve?
Perché coi primi si poteva convivere, con i cattolici no.
E, dopo venti secoli, la storia è ancora la stessa.

Paul Manoni

Tutti questi problemi ed intoppi, potrebbero essere evitati in modo laico, civile ed elegante, istituendo un’ora di “Storia delle religioni” per tutti indiscriminatamente.
Sono restii a concere una cosa simile, solo perche’ a quel punto i professori chiamati ad insegnare una materia simile, non verrebbero certo assunti dalla fucina della curia vescovile.

fiertel91

Sono restio pure io; direi che la religione è trattata sufficientemente nelle materie umanistiche. Basta.

Bosticco Giovanni

Non sono d’accordo.
Perché “storia delle regioni”, e non di altre
forme di pensiero? Perché non Darwin, Freud,
e, più discutibile, Marx?
Questo per non parlare dei pagani, fonte ed
origine della civiltà europea: Platone ed Aristotele,
stoici ed epicurei.
Oggi, a scuola, vengono insegnate come “assolute
e indiscutibili” le presunzioni cristiane.
Anche le mie, sono ateo, sono presunzioni che io
ritengo vere.
Ed io, con tutto questo, mi metterei a radunare
bambini, e ad imbottirgli la testa con cose che a
me sembrano evidenti, ma non sono dimostrate?
Se ne parlo, lo faccio a chi ha 18 anni compiuti.
Ed è l’unico modo che hanno i religiosi per perpe-
tuarsi. Se parlassero a maggiorenni, che non
hanno mai conosciuto il cristianesimo (sia ben
chiaro, né pro né contro), troverebbero l’indif-
ferenza assoluta.
Io vieterei, per legge, in ambo i sensi, questa che
ritengo “circonvenzione d’incapace”.

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