New York, rimosso cartellone sugli aborti afro-americani

“Il posto più pericoloso per un afro-americano è nell’utero”: questa la scritta sul manifesto, raffigurante una bambina afro-americana, che era stato affisso su un edificio di New York. È parte di una campagna nazionale promossa dall’organizzazione Life Always, che proseguirà nei prossimi mesi con altri manifesti in tutti gli Stati Uniti, con lo scopo di “aumentare la consapevolezza pubblica nei confronti delle questioni sulla Vita”.
Il manifesto ha generato polemiche: il personale del ristorante con sede nell’edificio è stato importunato da clienti contrariati, e una manifestazione di protesta era in programma per oggi. L’agenzia pubblicitaria Lamar Advertising ha quindi deciso di rimuoverlo per “preoccupazioni per l’ordine pubblico”, pur difendendo la propria scelta iniziale di accettarlo, in virtù della libertà degli individui di “pubblicizzare”.
La CNN riporta la notizia con le osservazioni di Rebecca Wind, portavoce del Guttmacher Institute, un centro di ricerca sulla salute sessuale e riproduttiva newyorkese: gli afro-americani hanno un tasso di aborto maggiore degli altri gruppi demografici, disparità da attribuire almeno in parte alla mancanza di servizi adeguati in molte comunità afro-americane, il che porterebbe a un numero maggiore di gravidanze indesiderate.

Silvia Righini

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8 commenti

Laverdure

Come disse un saggio “Uccidere un bambino prima che nasca e’ inaccettabile !
Oltretutto e’ una dimostrazione di impazienza !”
“Un afroamericano ha tante buone occasioni di farsi ammazzare in seguito,perche negargliele ?”
Pensate che come slogan dei gruppi “pro vita” sarebbe intonato ?
A parte naturalmente il fatto che e’ la pura verita .

MicheleB.

In certi casi ci vogliono quei gesti che in Italia provocano condanne e prese di distanza.

c.j.

Sinceramente io sono in favore dell’aborto in rarissimi casi, il fatto che io sia ateo non significa che l’aborto debba essere preso con leggerezza. La gente dovrebbe responsabilizzarsi. In effetti riesco anche a capire il punto di vista di queste associazioni pro life che battono la lingua dove il dente duole. Molti afro americani sono discriminati o mal pagati o hanno lavori meno pagati. Il fatto che il presidente sia (metà) nero non significa che la condizione dei neri d’America sia poi tanto cambiata. E’ anche vero poi che le fasce della società che guadagnano meno sono più inclini a maggiori disagi, povertà, crimine, emarginazione e anche aborti.

Questi slogan sono stupidi perché mirano unicamente a provocare, però bisognerebbe riflettere parecchio.

Paul Manoni

Che spendessro i soldi di questi cartelloni pubbliciatari, in sedute di educazione sessuale, che responsabilizzi di piu’ la comunità di afro-americani, anziche’ darsi a queste carnevalate fuoriluogo. Sono contro gli aborti?…Benissimo! Che distribuiscano preservativi!!!

Roberto Grendene

il crollo di un palazzo con la gente dentro e’ diverso rispetto all’incendio del progetto di quel palazzo

anche la distruzione di un progetto di vita puo’ essere doloroso, non lo metto in dubbio (e la natura, o per chi ci crede, la “Volontà di Dio”, compie stragi di embrioni superiori a qualsiasi intervento umano)

equiparare bambini a embrioni mi sembra disumano

Giovanni Bosticco

Vorrei chiedere perché debba essere definito
“afro-americano” un americano in piena regola,
“afro” perché discendente da trisavoli africani,
come se uno portasse in sè elementi congeniti
che lo facessero diverso dagli altri.
E’ logico, lo so, chiamare “italo-americano” uno
che conservi forme mentali della madrepatria,
prima di tutto il linguaggio. Se sa l’inglese più
che l’italiano, è americano e basta.
E perché, vorrei chiedere, gli “Americani” sarebbero
tutti di lì? Escludendo i Pellirosse, gli altri sarebbero
“anglo-americani”, “franco-americani”, e chi più ne
ha, più ne metta.

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