Il diritto all’ora alternativa sempre più garantito

In seguito alle varie sentenze ottenute dalle associazioni laiche tra cui l’UAAR sul diritto all’ora alternativa e sulla non discriminazione degli alunni che preferivano svolgere attività diverse dall’IRC, la certezza che l’ora alternativa fosse un diritto di tutti gli studenti a essa interessati e che i docenti di ora alternativa andavano pagati dal tesoro e non con i fondi delle scuole si scontrava con gli ultimi ostacoli opposti da una burocrazia sorpresa dalla necessità di garantire un diritto previsto dalle leggi vigenti. E’ stata, infatti, necessaria la pressione dei sindacati della scuola e d’incresciosi precedenti affinché finalmente il Ministero del Tesoro non frapponesse alcun ostacolo al pagamento del lavoro svolto dai docenti di ora alternativa. Ora anche questo diritto è stato garantito.
L’UAAR, certamente soddisfatta di quest’ulteriore passo avanti, ritiene ancora discriminante la gestione dell’ora alternativa e continuerà ad adoperarsi perché tutte le discriminazioni intrinseche all’IRC vengano finalmente superate nelle scuole statali italiane, come peraltro previsto dalla nostra Costituzione.

Fabio Milito Pagliara, responsabile progetto UAAR ora alternativa

12 commenti

Paolo

Un ottimo lavoro, a vantaggio di tutti noi e dei nostri figli, ma anche dei credenti, che potranno avvantaggiarsi di una libertà di coscienza più concreta e rispettosa del prossimo (e uscire quindi, prima o poi, dal medioevo).

voltaire

MA GUARDA UN PO’ ,
QUESTA GRADITA NOTIZIA MI GIUNGE PROPRIO
NEL MOMENTO IN CUI LA DIRIGENTE SCOLASTICA
DEL LICEO SCIENTIFICO FREQUENTATO DA MIA FIGLIA
HA RIFIUTATO GLI ALLEGATI “E” ED “F” DA ME SOTTOSCRITTI
PER L’ESERCIZIO DEL DIRITTO DI NON AVVALERSI DELL’ I.R.C.
HO DOVUTO SPEDIRGLIELI VIA E-MAIL CON RICHIESTA DI
CONFERMA DI ACCETTAZIONE CON LO STESSO MEZZO. MA DOPO
QUATTRO GIORNI NON HO RICEVUTO ANCORA NESSUNA RISPOSTA.
DOMANI GLIELI SPEDISCO CON RACCOMANDATA A/R E A SETTEMBRE
POI CI SENTIAMO.

POPPER

Ok Voltair, hai fatto bene, ma facci sapere come è andata, la dirigente dovrà cedere, c’è una sentenza ben chiara che parla del diritto all’ora alternativa.

Red Passion

Non mollare!
Anche per me è stato difficile, ma poi, di fronte alla minaccia di denuncia e di risarcimento danni (il caso di Padova docet), hanno ceduto.
Hanno solo voluto togliersi un sassolino dalla scarpa. Alla presentazione dell’iter dell’ora alternativa c’erano tutte le insegnanti, compresa quella di religione e solamente il sottoscritto. Una spece di tribunale inquisitore, ma avevano sottovalutato la mia persona, e soprattutto le armi della ragione. Inutile dire che ad esporre il programma è stata quella di religione. A che titolo? Boh, ma è stato peggio per loro. Finalmente ho potuto argomentare, ed in maniera anche accalorata tutte le mie argomentazioni. Ad un certo punto sono intervenuti anche gli insegnanti della classe accanto, preoccupati del baccano. Non so se l’insegnante di religione avrà ancora voglia di ritentare la stessa esperienza. Quanto alle altre, che o stavano in silenzio o intervenivano a difesa dell’IRC, qualcosa hanno imparato anche loro. Ad es., quando ho tirato in ballo la questione dell’impossibilità dei divorziati di prendere la comunione ho fatto l’esempio di una mia collega che aveva un marito che tutte le sere si ubriacava e poi, sotto l’effetto dell’alcool, la picchiava. Per un po’ ha sopportato, poi l’ha lasciato. Per la chiesa ha commesso un sacrilegio e quindi non meritevole della comunione domenicale. Insomma, oltre al danno la beffa. Inutile dire che si è distaccata dalla CCAR (pur rimanendo religiosa). Una delle insegnanti a quel punto ha spalancato la bocca e ha detto che non sapeva che i divorziati non potessero ricevere la comunione, ed io ho risposto, che invece io, le cose della chiesa a differenza sua, le cose le conoscevo molto bene. Quella di religione balbetava che la chiesa è grande ed accoglie tutti ed io la incalzavo urlando “è vero o non è vero che la sua chiesa tratta in questo modo le vittime di violenze domestiche che si separano proprio per non riceverne più?” E poichè seguitava a non rispondere dissi: “sono proprio questi i valori che non vorrei venissero trasmessi ai miei figli. Per questo (e per tutte le altre argomentazioni che non sto qui a trascrivere) faranno l’ora alternativa!”
In più, devi sapere che il dirigente scolastico ha preparato un bel corso di ora alternativa con un percorso didattico-culturale dove si insegna il reciproco riconoscimento di culture diverse proprio per l’incontro di bambini italiani e stranieri, il rispetto reciproco e anche le differenze nella cultura alimentare. Insomma mica male, no? Peccato che fino ad un istante prima non fossi al corrente di queste tematiche. Quindi ho preteso di sapere quando era stato messo a punto il progetto, scoprendo che la scuola l’aveva preparato prima della fine dell’anno scolastico precedente. Quando, poi, ho chiesto perchè i genitori non sapessero niente di tutto ciò, mi son sentito rispondere che lo stavano facendo in quel momento. A quel punto ne è nata una nuova discussione perchè io sostenevo che il programma andava presentato a tutti i genitori prima della presentazione dei moduli di scelta dell’ora alternativa e loro che rispondevano che non erano tenuti, secondo questa argomentazione: “non lo facevano per l’italiano, non lo facevano per matematica e quindi non si vedeva perchè farlo per religione/ora alternativa”. Ed io che ribattevo che poichè si trattava di “scelta”, la scelta un genitore la può fare in maniera consapevole solo se ha ben presente i programmi alternativi, altrimenti, il giochino, rendeva più difficile la scelta dell’ora alternativa. Anzi ero convinto che con un programma così interessante, se presentato in tempo, forse qualche famiglia in più poteva scegliere l’ora alternativa. So bene che la mia battaglia contro le incrostazioni delle coscienze anestetizzate da anni di martellamento religioso non sarà semplice, nè conclusa. Ma la prima battaglia è, per il momento, vinta e procedo intestardito per vincere anche la guerra. Ho un obiettivo: far in modo che diventi prassi comune la presentazione e la discussione plenaria dei progetti di ora alternativa per una scelta consapevale da parte delle famiglie. Questo è l’obiettivo che mi sono posto, almeno finchè esisterà l’ora di “indottrinamento”. Al’UAAR e a tutte le associazioni che si battono per il rispetto dei diritti dei non allineati alla CCAR, lascio il compito ben più arduo di trasformare l’esistente.
Per questo ti dico, non mollare, vedrai alla fine che soddisfazione!

Paul Manoni

Mi accodo ai complimenti nei confronti di Red Passion. 😉

Andrea Tirelli

E pensare che io sono alle prese con la lezione di religione cattolica alle SCUOLA MATERNA!
No, dico, mio figlio non ha ancora compiuto tre anni e già mi tocca affrontare l’IRC!
Mah…
Siccome quella di religione era l’unica maestra assente alla presentazione delle attività, le ho scritto per conoscere un po’ più in dettaglio quali fossero quei “valori importanti” e quei “i principi fondamentali” riportati nel suo programma di “cultura religiosa” che lei intende insegnare a mio figlio.
La lettera (per nulla polemica o irrispettosa) ha fatto un certo effetto sulle altre maestre che mi hanno fatto sapere quanto la condividessero.
Credo che possa essere facilmente adattata a molte situazioni (almeno per chi ha un figlio o una figlia alle prese con l’IRC).
Chiedetemela qui andreatirelli@hotmail.com e ve la inoltro volentieri.

voltaire

GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE MI HANNO RISPOSTO, MA STATE TRANQUILLI, SONO UN OSSO
MOLTO DURO!

mistergrey

Come sono cambiate le cose (in peggio)!

Un quarto di secolo fa le forze laiche lottavano contro l’imposizione dell’ora alternativa : l’ora di religione doveva essere alla prima o all’ultima ora.
Non ha senso un’alternativa ad un insegnamento extracurricolare.

Il diritto all’ora alternativa per chi non si avvale dell’irc è purtroppo una battaglia di retroguardia.

Personalmente preferisco sciami di giovani miscredenti che bighellonano pei corridori , tra schermaglie amorose e cazzeggiamenti vari, purchè non disturbino le lezioni.
I bambini giochino in classe alla battaglia navale o con il pongo sotto la sorveglianza delle maestre che non insegnano religione.

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