In libreria: “Il crocifisso di Stato”, di Sergio Luzzatto

Nelle prossime settimane la Grande Camera della Corte Europea di Strasburgo si pronuncerà definitivamente sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, in seguito a un’azione giuridica promossa da una socia UAAR e sostenuta dall’associazione. Nel frattempo, in libreria è giunto un libro di Sergio Luzzatto, dal titolo Il crocifisso di Stato, edito da Einaudi (100 pagine, 10 euro). Sulla copertina campeggiano queste frasi: “Senza il crocifisso sul muro, dicono, l’Italia non sarebbe piú la stessa. Lo dicono tanti cattolici, ma anche tanti laici. Io penso che gli uni e gli altri abbiano ragione. Senza il crocifisso negli edifici statali l’Italia non sarebbe piú la stessa: sarebbe piú giusta, piú seria, migliore”.

La redazione

Acquista questo libro su IBS

Archiviato in: Generale, Notizie

10 commenti

Otzi

Ho letto ieri questo libro di Luzzatto e non posso che essere in consonanza con le ottime ragione esposte a toglierlo dagli edifici statali.

Luigi Tosti

Io sono favorevole al mantenimento del crocifisso negli uffici pubblici, al punto tale che sarei disposto a farci una battaglia. Ironia a parte, Sergio Luzzatto è parente di Amos Luzzatto, quello che ha definito la mia iniziativa “strampalata”?

Ciccio

Ciao Max, spero che dopo tutto il tempo e le energie che avete speso per questa lunga e giusta battaglia, la grande camera non sconfessi la precedente sentenza. Certo, gli appigli che avrebbe son pochi, ma si sa che una certa, ricchissima e longeva, lobby è molto abile nel fare pressioni su chi deve prendere decisioni importanti…

maxalber

Caro Luigi,
mia moglie dice che se il governo dovesse prevalere a Strasburgo, si impegnerebbe in una campagna per la presenza del crocefisso in TUTTI gli edifici pubblici, a cominciare dal Parlamento e dal Quirinale.

Per coerenza.

maxalber

Si tratta di un modo paradossale di portare alle estreme conseguenze l’atteggiamento governativo: volete il crocifisso come simbolo che praticamente rappresenta lo Stato? Allora mettetelo ovunque e dimostrate con coerenza che siamo una teocrazia in cui anche il parlamento e le istituzioni tutte sottostanno al potere vaticano.

Ma naturalmente non lo faranno mai: l’ipocrisia è la loro cifra stilistica.

Commenti chiusi.