Una borsa di ricerca UAAR

Il Comitato di coordinamento UAAR ha deliberato di assegnare una borsa di ricerca, riservata a coloro che sono in possesso del titolo di dottorato di ricerca in una disciplina giuridica. La ricerca è finalizzata alla realizzazione di un Codice giuridico dell’incredulità, consistente nella raccolta di leggi, regolamenti, normative ed estratti di sentenze inerenti il trattamento giuridico dei non credenti, sia in ambito italiano (locale e nazionale), sia in ambito sovranazionale (continentale e mondiale), sia ancora con riferimento a specifiche previsioni di altri ordinamenti nazionali. Il Codice sarà in seguito pubblicato a cura dell’UAAR, senza corresponsione di alcun diritto d’autore. Il borsista riceverà un importo corrispondente a 5.000 euro lordi. Le candidature dovranno essere spedite entro il 23 aprile 2011 e dovranno pervenire presso la sede UAAR entro il 30 aprile 2011. Sul sito dell’associazione sono pubblicati il regolamento e la domanda di ammissione.

L’associazione

6 commenti

Costantino Rossi

Complimenti, vedo che l’UAAR è sempre più attiva.

SilviaBO

5000 euro (lordi) per un anno, per svolgere un lavoro che, per essere fatto bene, richiede un notevole impegno? Uhm… A meno che una persona non abbia già il materiale necessario perché si è occupata in precedenza di queste tematiche, quindi in pratica il lavoro sia già stato fatto, non mi pare una proposta molto allettante.

Paolo

Può essere una ricerca part-time… E poi, sono tempi duri per i non credenti. Non tutti hanno la fortuna e le raccomandazioni per avere un 8×1000.

Ulv

Silvia ha purtroppo ragione. 5000 euro non sono una cifra adeguata all’entità del lavoro che si chiede di svolgere. Già il dottorato è poco retribuito, in Italia (12000 euro all’anno, circa). Qui, per un periodo di uguale durata, se ne prendono meno della metà (lordi, per giunta)…
Comunque il lavoro scarseggia per chi fa ricerca, e la proposta non è male (sembra tra l’altro che si tratti di un lavoro eminentemente compilativo). Se io non fossi solo al secondo anno di dottorato, un pensierino lo farei davvero.

Commenti chiusi.