A proposito di scuola pubblica

Flavio Filini*

Fotina Filini

Ho letto il recente sondaggio sulla scuola pubblicato sul sito dell’UAAR, in proposito vorrei contribuire con qualche considerazione.
Credo che le domande tralascino una variabile fondamentale, la prima opzione recita infatti “Ha ragione Berlusconi: inculca convinzioni diverse da quelle dei genitori”. Sarei tentato di rispondere di sì, soprattutto se si tratta di famiglie di fanatici intolleranti (religiosi o politici), di mafiosi e similia, di evasori fiscali, etc. etc.
Ma la differenza fondamentale tra quello che dice Berlusconi e quello che succede nelle scuole statali, e ne conosco molte, è nel verbo: le scuole non inculcano, propongono, anzi, espongono gli alunni a valori diversi.
Inclusa l’attività degli insegnanti di religione cattolica, non dimentichiamo. Anche perché i docenti delle scuole statali non vengono scelti in base all’ideologia e molti di loro, soprattutto a causa dei meccanismi di reclutamento più recenti, arriva dritta dritta dalle scuole cattoliche, che lasciano senza rimpianto alcuno. Tant’è che finora non mi è mai capitato di conoscere un docente cattolico che si licenzia da una scuola statale per farsi assumere da una scuola privata cattolica.
Privata, insisto, non pubblica. Al massimo paritaria, cioè scuola privata inserita nel sistema di istruzione pubblico (L. 62/2000).
Cito il titolo di un testo del filosofo inglese Stuart Hampshire, Non c’è giustizia senza conflitto. Democrazia come confronto di idee: se la scuola adempie ai suoi compiti di strumento di miglioramento della società e di difesa dei valori costituzionali si può trovare necessariamente in conflitto con i valori trasmessi da certe famiglie. O da certi uomini politici, aggiungerei. Non dimentichiamo poi che, soprattutto nelle scuole secondarie, non sempre i principi delle famiglie sono simili a quelli dei figli, nel bene e nel male.
L’ultima sparata dell’attuale Presidente del Consiglio era rivolta ad una platea di cattolici militanti, ed è un segnale, se ancora ce ne fosse bisogno, del messaggio implicito: le scuole private sono uno strumento della Chiesa cattolica.
Basterebbe chiedere a tanti sostenitori della scuola privata e del suo finanziamento pubblico, se sarebbero così favorevoli allo stesso trattamento per le scuole islamiche o di altre religioni. O di una scuola dichiaratamente atea.
Ma non vorrei essere frainteso, come Berlusconi …

* Docente di materie giuridiche ed economiche della scuola pubblica a Verona. In mezzo secolo, si è occupato anche di sindacato, ambiente, informatica libera.

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.
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13 commenti

Silvio Manzati

“finora non mi è mai capitato di conoscere un docente cattolico che si licenzia da una scuola statale per farsi assumere da una scuola privata cattolica”. Neppure a me. Le gerarchie cattoliche continuano, in mala fede, a definire “pubbliche” le scuole paritarie, per giustificare i finanzimenti pubblici.

Xeno

Naaaa. Il messaggio secondo me era ancora più semplice: gli insegnanti delle scuole pubbliche sono tutti dei comunisti rompiscatole che si lamentano continuamente col governo della loro condizione misera. Mentre in realtà è rosea e prospera!!! Finisce che gli allievi mi diventano tutti nemici della libertà!!! ma perché ce l’hanno tutti con me?!? CRIBBIO!!!

Tino

@ Flavio Filini
Beh non è sempre così, nella scuola pubblica ci sono insegnanti di destra, di sinistra, cattolici e atei e non sempre si limitano a proporre, ma spesso inculcano idee, grazie anche al capitale di simpatia, lo stesso vale per gli insegnanti di religione che possono spesso attraverso la simpatia e il savoir-faire inculcare determinati concetti (i recenti episodi di punizioni per bestemmie mi sembrano abbastanza loquaci). E poi siamo proprio sicuri che la scuola pubblica si comporta nello stesso modo con gli integralisti cattolici che con quelli musulmani? Ce lo ricordiamo l’esempio del Liceo Agnesi? O i tappi votati all’unanimità per la ragazzina musulmana che non poteva ascoltare musica in Toscana? L’attacco di Berlusconi è ovviamente fazioso e superficiale, ma ciò non toglie che un problema esiste. Evasori fiscali poi con tutti gli insegnanti che danno ripetizioni senza dichiarale? Insomma cerchiamo di non cadere in visioni manichee, io sono per la scuola pubblica, ma se non riflette alle sfide nuove è non fa autocritica, di razionale non c’è proprio nulla. Sulle scuole islamiche, beh ce ne sono in Italia no? Piano piano faranno parte del paesaggio scolastico italiano e si alleeranno senz’altro con quella cattolica

glicerio

Quello che il governo vuole fare è incentivare la scuola privata epr tagliare sulla scuola pubblica e spendere di meno. Se si incentivano le scuole private, si permette di sostenere in via sempre minore i costi della scuola pubblica che in un epriodo di crisi, pesa molto sul bilancio.
Siamo mediocri, vogliamo fare gli “ammericani”, con il nostro stile provinciale di chi scopre l’acqua calda 20 anni dopo il resto del mondo.

Negli stati uniti stanno arrivando alla sanità pubblica, noi ora, in tempo di crisi, ossia il momento meno adatto, privatizziamo la scuola.
E andrebbe anche bene, nel senso, un governo può anche proporlo, ma chiaramente, elencando i fatti, esponendo prospettive, no ammorbandoci con pipponi metareligiosi, paura dei comunisti nemmeno fossino in guerra fredda.

Bisogna dire che abbandonando a se stessa la scuola pubblica, invece che cercare di migliorarla e correggere gli sprechi e le inefficienze, si allargherà sempre più al forbice sociale, con i ricchi che comunque potranno permettersi un’istruzione a scapito dei più poveri, che se non sono geni, non potranno accedere ad un’istruzione di serie a.

Tino

In Spagna il 30% delle scuole è privata, in Francia il 20% in Italia solo il 6%, in USA non stanno arrivando alla sanità pubblica ma all’assicurazione pubblica che è una cosa ben diversa. Quindi è semmai il tuo commento ad ignorare completamente le realtà estere.

G.B.

“I docenti delle scuole statali non vengono scelti in base all’ideologia e molti di loro, soprattutto a causa dei meccanismi di reclutamento più recenti, arriva dritta dritta dalle scuole cattoliche, che lasciano senza rimpianto alcuno. Tant’è che finora non mi è mai capitato di conoscere un docente cattolico che si licenzia da una scuola statale per farsi assumere da una scuola privata cattolica”.
Sono d’accordo con le altre osservazioni, ma su questo punto permettimi di dissentire. La mia esperienza sarà magari limitata, ma, per quanto ne so io, posso dire che i docenti che vengono dalle scuole private sono certo ben contenti di passare alle scuole statali solo per motivi economici e di sicurezza del posto di lavoro, ma il loro ideale rimane la scuola privata pagata con i soldi dello Stato, cioè di tutti i cittadini; spesso sono proprio loro, insieme agli altri colleghi di formazione clericale, a farsi portavoce delle istanze più integraliste e delle posizioni più intolleranti. No, con questa gente è illusorio sperare in un dialogo e in un confronto positivo.

Tino

Boh non è detto a volte nelle scuole private assumono persone poco o per niente cattoliche senza grandi ideali (semplicemente in attesa di entrare nel pubblico), bisogna valutare caso per caso secondo me questa visione è troppo manichea, nelle scuole pubbliche le ideologie ci sono eccome in molti licei, tra miei parenti e amici italiani sono giunte informazioni contrastanti, ad esempio scuole pubbliche in mano a CL oppure scuole pubbliche in mano alla sinistra (a seconda della regione) e né nell’uno o nell’altro caso la libertà era garantita per chi la pensa diversamente. Questo però negli anni ’90. Oggi magari la situazione è cambiata. Io non idealizzerei troppo. Tra l’altro anche qui ci sono spesso persone che dicono che la scuola pubblica è in mano vaticana, insomma tutte visioni che mi sembrano lontane dalla realtà e comunque in contrasto tra di loro per cui anche tra laici sarebbe l’ora di mettersi d’accordo.

G.B.

Effettivamente in molte scuole c’è l’egemonia soffocante di questa o di quella tendenza politico-culturale, e chi ne fa le spese sono gli studenti, che vengono privati della possibilità di un confronto critico fra posizioni diverse, e i docenti non conformisti, pesantemente condizionati nella loro libertà di insegnamento.

POPPER

“Ma la differenza fondamentale tra quello che dice Berlusconi e quello che succede nelle scuole statali, e ne conosco molte, è nel verbo: le scuole non inculcano, propongono, anzi, espongo gli alunni a valori diversi.”

Secondo me la laicità dello stato viene confusa da molti come stato etico, ma sono due cose diverse; l’insegnamento laico nelle scuole statli prevede un’etica costituzionale ma lungi da quello che vogliono fare in parlamento con il ddl Calabrò, cioè, trasformarlo in una legge da Stato confessionale.

Avendo girato la frittata più volte con la parola laicità, questi vaticaliani ipocriti e corrotti voglionio attaccare la scuola pupplica perchè non è sotto il controllo del governo ombra del Cupolone.

marcigno

@ Popper
esatto! quoto pienamente Popper!
Da aggiungere: le scuole private (in massima parte) sono diplomifici, evadono le tasse (ad es. i contributi per i docenti) e pagano male, molto male i docenti… che sfruttano! Dell’ideologia frega poco… pecunia, pecunia non olet!

Roberto Grendene

L’ultima sparata dell’attuale Presidente del Consiglio era rivolta ad una platea di cattolici militanti, ed è un segnale, se ancora ce ne fosse bisogno, del messaggio implicito: le scuole private sono uno strumento della Chiesa cattolica.

esatto
e per le loro scuole private, dove inculcano una ideologia di parte, hanno avuto (ed ora pretendono sempre maggiori) finanziamenti pubblici

Basterebbe chiedere a tanti sostenitori della scuola privata e del suo finanziamento pubblico, se sarebbero così favorevoli allo stesso trattamento per le scuole islamiche o di altre religioni. O di una scuola dichiaratamente atea.

risponderebbero che e’ una cosa diversa, anche se non saprebbero spiegarlo
come quando chiedo se sarebbero d’accordo all’esposizione della falce e martello al posto del crocifisso
e non dimentichiamoci che potrebbero anche nascere scuole private finanziate dallo stato di partito: scuole leghiste, scuole di cooperative rosse, ecc.

Volo alto

Vi invito a leggere l’articolo di Cinzia Sciuto su Micromega.
Mi sembra davvero splendido!

Paul Manoni

La soluzione, sarebbe fissare dei paramentri di insegnamento nelle scuole pubbliche. La cuola non deve inculcare…La scuola deve insegnare ed educare. Fornire i mezzi e gli strumenti con i quai si raggiunge la conoscenza ed un sano spirito critico.

L’utilizzo del verbo “inculcare” da parte di Berlusconi, davanti ad una platea di “Cristiano Riformisti”, la dice lunga, sul tipo di educazione che tutti questi soggetti vorrebbero per le nuove generazioni.

Meglio riportare in auge questo: http://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/2002_3_art1.html

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