Paul Fields, capitano di polizia a Tulsa, Oklahoma, si è rifiutato di adempiere all’ordine del vice capo della polizia di presenziare a un evento organizzato dalla Società Islamica dell città, e la decisione gli è valsa un’indagine degli affari interni per violazione della politica di obbedienza del dipartimento, e un riassegnamento a una diversa divisione.
I problemi, per Fields, 16 anni di servizio, nessuna azione disciplinare e sei lodi, così riporta Examiner.com, sono cominciati quando solo in pochi si sono segnati per partecipare, volontariamente, al “Giorno dell’Apprezzamento delle Forze dell’Ordine”, presso la moschea locale. Il vice capo della polizia Daryl Webster ha fatto circolare una comunicazione in cui ordinava che un numero minimo di agenti di polizia per unità partecipasse.
NewsOn6 copre approfonditamente la storia e pubblica anche il volantino del programma: previsti buffet, tour della moschea, incontro coi musulmani locali e coi capi religiosi. Si sarebbe potuta osservare la preghiera settimanale della congregazione e a richiesta vi sarebbero state discorsi su credenze, diritti umani e donne.
Fields ha ritenuto che l’obbligo di presenza a un simile evento non fosse parte dei suoi doveri come ufficiale di polizia e costituisse una violazione dei propri diritti civili e convinzioni religiose, si è rifiutato di adempiere e di imporre la partecipazione ai suoi agenti. Webster gli ha comunicato che l’evento era da considerarsi parte delle sue mansioni, in quanto incontro laico con la cittadinanza che capitava avvenisse in un luogo di culto, e che un suo rifiuto avrebbe causato discredito al dipartimento.
Fields ha ora intentato causa contro Webster sostenendo che i suoi diritti costituzionali siano stati violati nel momento in cui Webster ha deciso di punirlo, col riassegnamento, per la sua scelta di esercitare i suoi diritti così come sanciti dal Primo Emendamento. Chiede un dollaro simbolico di danni, più il pagamento delle spese legali.
Una dichiarazione del dipartimento di polizia di Tulsa, ieri, ribatte l’opinione espressa da Webster, sostenendo che una delle missioni del dipartimento di polizia è il raggiungimento della cittadinanza, che l’evento in questione era stato considerato come un’opportunità in tal senso e quindi la presenza degli agenti era ritenuta appropriata. Il programma della giornata, aggiunge, era strutturato in modo che gli ufficiali di polizia non avrebbero dovuto necessariamente partecipare ad alcuna discussione o pratica religiosa.
Silvia Righini
Fields avrà anche ragione di aver intentato causa contro Webster, ma Il programma della giornata era strutturato in modo che gli ufficiali di polizia non avrebbero dovuto necessariamente partecipare ad alcuna discussione o pratica religiosa. Si insomma non era proprio un grave violazione delle sue convinzioni. Comuque stiamno a vedere gli sviluppi di questo caso.
Ma ha ragione Silvio, è solo folklore, assurdo fare cose del genere. E’ come se gli avessero detto di fare il servizio di sicurezza al derby di due squadre di calcio rivali e si fosse rifiutato perchè lui tifa per una terza…
beh no, e’ come se fosse dovuto andare al party di una delle squadre, dovendo assistere e magari partecipare ai riti scaramantici che precedono la partita, con incontro degli atleti negli spogliatoi
il tutto per ordine di servizio
non stiamo parlando di un politico, ma di un agente di polizia
comunque occorrerebbe conoscere la legislazione locale
Beh, qui partecipano ai funerali religiosi di colleghi o superiori. Qual è la differenza.
Il programma della giornata, aggiunge, era strutturato in modo che gli ufficiali di polizia non avrebbero dovuto necessariamente partecipare ad alcuna discussione o pratica religiosa.
Almeno così leggo sull’articolo.
Secondo me di questo passo il medico obiettore non pratica l’aborto, il poliziotto non arresta nessuno perchè forse il suo dio gli comanda di fare qualcosa, nessuno lavora più perchè c’è sempre un santo da festeggire.
No scusatemi, sono d’accordo con la disubbidienza civile, ma ciascuno deve fare il proprio dovere senza fare discriminazioni. Si trattava di un giorno alla moschea, mica di convertirsi all’islam.
E se uno si doveva infiltrare in una organizzazione religiosa che fa si rifiuta ? Certo che pure frequentare i delinquenti è una brutta cosa… e poi portare le armi non è pacifico… se è così non dovevi fare il poliziotto. Fai il libero professionista e ti scegli i clienti.
Sì, è assurdo: è come se a un giudice gli imponessero di tenere le udienze sotto i crocifissi e lui si rifiutasse.
Purtroppo hai proprio ragione.
😆
e allora qui, dove fanno partecipare direttamente alle messe??
Se c’e’ “separazione tra Stato e Chiesa”, non vedo perche’ Fields avrebbe dovuto essere ordinato, obbligato e comandato ad una simile partecipazione.
Perche’ dovrebbe essere OBBLIGATO a visitare una Moschea (luogo di culto), incontrare capi religiosi, ascoltare discorsi sulle credenze religiose mussulmane, ed eventualmente assistere alla preghiera!?
E’ una chiara violazione, non tanto della libertà religiosa degli agenti, quanto del principio di Laicità delle istituzioni…E guardatevi bene di tirare in ballo l’Italia, o fare raffronti con eventuali deplorevoli casi nostrani. Si sà che qui il suddetto principio e’ una barzelletta.
Infatti la “giornata di apprezzamento delle forze dell’ordine” poteva tranquillamente essere organizzato presso una struttura civica e senza preghiere di mezzo.
Se lo organizzi in una struttura di culto con tanto di rito tribale mi sembra giusto che ci si possa rifiutare di partecipare.
Painkiller, ci si potrebbe benissimo ricollegare alla Ultimissima della soldatessa mussulmana oggetto di nonnismo, a cui era stato obbligato, ordinato e comandato di andare a cantare in un coro natalizio cattolico.
Se si parte dal presupposto che le istituzioni devono essere laiche, non regge ne cio’ che hanno comandato alla soldatessa islamica, ne cio’ che hanno ordinato al poliziotto americano.
Le due ultime righe del mio commento, le ho scritte apposta per motivare la differenza (che non dovrebbe esserci) che c’e’ tra il Principio di Laicità made in USA e quello nostrano.
Secondo me si pone eccessivamente l’accento sul fatto che fosse un evento organizzato in una moschea.
A me pare di capire che il problema fosse la scarsità di volontari disponibili, per cui il capo della polizia ha ordinato che ci fossero, a prescindere.
Ovviamente un ordine per convenienza politica, per non “offendere” la comunità che aveva invitato gli agenti.
Ma che fosse la comunità islamica, i boy-scout, la comunità italo-americana, i rotariani o che altro sarebbe cambiato qualcosa?
Si può ordinare a degli agenti di “offrirsi volontari” contro la propria volontà?
Non vedo lo scandalo. Immaginiamo che un poliziotto debba prestare servizio di ordine pubblico ad una manifestazione politica e si rifiuti di farlo solo perchè lui è di un’altra fazione…sarebbe giustamente punito.
Secondo me ha ragione il dipartimento di polizia, nessuno ha chiesto all’agente di prosternarsi e invocare Allah, gli è stato chiesto di prendere parte a un incontro con la comunità islamica che si svolgeva in una moschea, come avrebbe potuto svolgersi in un cinema o da qualche altra parte. Non mi pare che in se il fatto di entrare in un luogo di culto debba essere motivo di rifiutarsi.
Mi chiedo se gli fosse stato ordinato di eseguire un indagine, un pattugliamento, una perquisizione, un arresto, una scorta armata, o una qualunque altra mansione tipica di un agente di polizia, sempre nello stesso luogo di culto, come si sarebbe comportato.
@Paul Manoni
I due casi sono per molti versi simili: costringere una persona a partecipare ad atti di culto o attività religiose contro la sua volontà.
Nel caso americano c’è anche palesemente una violazione del dettato costituzionale USA sulla separazione fra stato e chiesa.
Come dici tu inutile fare paragoni con l’Italia dove tale separazione non esiste, visto che abbiamo il concordato nella costituzione. Potrà anche non essere ufficialmente religione di stato, ma di fatto la nostra costituzione riconosce una posizione privilegiata ad una particolare confessione religiosa.
@Faber e Giulio
Chiariamo un punto. Partecipare alla manifestazione in mosche con annessa presa visione di una delle presenze islamiche NON fà parte dei doveri di un poliziotto. Era stata inizialmente richiesta una partecipazione volontaria ad un evento che prevedeva anche l’assistere ad atti di culto. Non si trattava di fare servizio d’ordine o simili.
Quando un superiore ha pensato che i poliziotti volontari fossero troppi pochi per fare bella figura ha cercato di obbligarne altri a partecipare ad una manifestazione che prevedeva una bella preghiera islamica. Certo non sei obbligato a pregare, sei solo obbligato ad assistere.
Immagino che la vostra reazione sarebbe stata diversa se l’evento fosse stato organizzato dall’opus dei con messa annessa e da partecipazione volontaria si fosse passati a coercizione.
Fare servizio di sicurezza ad una manifestazione pubblica fà parte dei doveri delle forze dell’ordine, partecipare a event religiosi e momenti di culto per fare far bella figura al capo no.
Il fatto che la nostra Costituzione, preveda un concordato con la Chiesa, non significa pero’ che i suoi cittadini, devono essere obbligati a celebrare i suoi riti…Tantopiu’ se si tratta di persone di credo religioso diverso.
No, io facevo riferimento al Principio di Laicità, per come viene interpretato, a mio parere eroneamente ovvio, dalla maggioranza dei cittadini italiani. Una soldatessa che si lamenta per la violazione della propria libertà di credo, viene a malapena ascoltata qui…In America invece, avrebbero avuto quantomeno piu’ tatto.