Washington, la Corte Suprema non mette in discussione il motto “In God We Trust”

La Suprema Corte degli Stati Uniti ha deciso di non ascoltare il ricorso in appello di Micheal Newdow, un ateo che sostiene che il motto “In God We Trust” presente su tutte le banconote e monete americane sia incostituzionale e violi la separazione tra stato e chiesa prevista dall’ordinamento statunitense; lo riporta il sito del Washington Post.

Il ricorso alla Corte Suprema era stato intentato contro il precedente pronunciamento della Corte di San Francisco, la quale aveva stabilito che “la frase è cerimoniale e patriottica e nulla ha a che fare con le istituzioni religiose”.
Newdow non è il primo ad intentare una causa contro il famoso motto, ufficiale dal 1956. Sebbene infatti secondo alcuni sondaggi il 90% della popolazione sia favorevole a quell’iscrizione sulle monete, tra il 10% dei contrari c’era già stato chi si era pubblicamente opposto al riferimento a Dio nel motto nazionale. Tutti i precedenti ricorsi sono però stati bocciati con motivazioni analoghe a quelle del caso di Newdow.

Tommaso Marchioni

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15 commenti

Jeeezuz

Vabbe’, anche nel nostro inno nazionale si fa riferimento a dio e agli Austriaci cattivi…

Florenskij

Credo che non vi dobbiate preoccupare. E’ molto probabile che si tratti della divinità aconfessionale a cui credevano illuministi come Voltaire: non il “vecchione con la barba bianca” della Bibbia ma il supremo principio della razionalità a cui si riferivano i Massoni. Diciamo un Dio a cui ci si si ispira ma che è poco o per nulla interventista. C’è chi vede nelle figurazioni apposte sul dollaro simbologie massoniche, qualcuno anche “luciferiane” nel senso progressista del termine.

Painkiller

Mah secondo me quel “in god we trust” si riferisce più che altro al dio denaro. Decisamente la religione più diffusa al mondo.

Alfonso

@Florenskij

C’è chi vede nelle figurazioni apposte sul dollaro simbologie massoniche, qualcuno anche “luciferiane” nel senso progressista del termine.

Infatti da, diciamo, 1700 anni all’ingresso Vaticano c’è una targa con scritto “In money we trust”.

Florenskij

@Alfonso. Spero di non aver urtato nessuno. Ho solo rinfrescato su Wikipedia informazioni per me “neutre”, colte già da tempo ( N.B. ho letto che la configurazione del biglietto da un (?) dollaro fu voluta dal massone Franklin D. Roosevelt; costui peraltro fece grandi accoglienze a casa sua al superdiplomatico vaticano Eugenio Pacelli, allora definito “il cardinale volante” ).
La CCAR è stata definita da molti come la continuatrice dell’Impero Romano, che ovviamente aveva bisogno di molto denaro per mantenere il suo apparato di difesa e amministrativo oltrechè quello di “rappresentanza”, degno di un potere tendenzialmente mondiale. Alle rimostranze del figlio Tito per aver messo a tariffa anche i servizi igienici Vespasiano mise sotto il naso un sesterzio dicendo:”Pecunia non olet”. Certo, il Vaticano dragava denaro in tutta Europa per mantenere il suo apparato e, si sa, chi va al mulino s’infarina. Però ha costruito nell’area dell’Urbe la città più bella del mondo, che oggi attira turisti a milioni. Meno contenti i popolani dell’epoca edilizia barocca: “Altro volemo che guje e fontane: pane volemo, pane, pane, pane!” ( Pasquino ).

POPPER

è dura cari amici anche per gli USA mutare motti secolari iniziati con la Massoneria, si deve ugualmente insistere a fare ricorsi ma si deve avere altrettanta pazienda e aspettare che i tempi siano maturi.

POPPER

è dura cari amici anche per gli USA mutare motti secolari iniziati con la Massoneria, si deve ugualmente insistere a fare ricorsi ma si deve avere altrettanta pazienda e aspettare che i tempi siano maturi.

Batrakos

E’ più veritiera, riprendendo una battuta già sentita, con l’aggiunta di una elle:

In goLd we trust!

Paul Manoni

Fermarsi sulle singole diciture (inni, motti, iscrizioni, ecc, ecc) riportani la parola “dio”, e provare a cambiarle a furia di carte collate, processi e ricorsi, e’ una battaglia che fa’ perdere tempo ed energie, e che sostanzialmente non porta a un gran cambiamento e beneficio per la società.
Anziche’ perdere tutto questo tempo (e denaro) dietro ad iniziative simili, non sarebbe piu’ opportuno facilitare la secolarizzazione e migliorare l’aspetto della vita sociale dei non-credenti, facendo in modo che “dio” muoia da solo per mancanza di credenti?
Nessuno crede piu’ ad Anubi o Zeus, e la loro casta sacerdotale ha cessato l’attivià con la fine del loro credo…Non per questo le raffigurazioni o le diciture riguardanti Zeus o Anubi, sono state tolte, cancellate o eliminate.
Spero di essere riuscito a spiegarmi….
Nel momento in cui nessuno o quasi crederà in un “dio” per effetto dell’estinzione del credo, non pensate che la scritta “In god we (they!) trust”, la toglieranno in automatico o quantomeno risulterà absoleta quel tanto che basta da essere priva di significato e valore? 😉

Satiros

La frase e’ patriottica?
Lasciando perdere considerazioni l’ecumenismo del motto, che marginalizza un parte importante della popolazione.
Ma dio e’ forse americano? O forse ama ed e’ identificabile con qualsiasi nazionalismo?
Mah …

Painkiller

Dio Yankee!!! 😆
Non lo sapevi che dio, oltre alla proverbiale barba bianca, ha gli stivali da cowboy e la colt? 😆

Commenti chiusi.