Sentenza crocifisso: reazioni dal mondo religioso

Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana: “Una sentenza importante, di grande buon senso e di grande rispetto per le argomentazioni che sono state presentate dal Governo italiano insieme ad un numero significativo di Paesi europei che hanno condiviso questa posizione del Governo Italiano”.
Dora Bognandi, avventista: “E’ una sentenza alla Ponzio Pilato: in pratica la Corte di Strasburgo se ne lava le mani. Ancora una volta si è dimostrato che spesso si sceglie di non dispiacere il più forte. Un’occasione persa per aiutare il nostro paese a scegliere la via della laicità”.
Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese: “Accolgo con grave disappunto questa sentenza, che conferma l’ambiguità e la contraddittorietà della normativa italiana sulla materia: valdesi e metodisti italiani restano convinti che l’esposizione del crocifisso nelle sedi istituzionali violi il principio supremo di laicità dello Stato e di pluralismo culturale e confessionale”.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma: “La mia opinione personale è che nell’edificio pubblico ci deve essere spazio solo per simboli condivisi e non di una parte, anche se è rispettabile e di maggioranza. Dire che il crocifisso è simbolo culturale è, a mio parere, mancargli di rispetto. E non mi ci riconosco come simbolo culturale”.
Ulrich Eckert, vice decano della Chiesa evangelica luterana in Italia: “Non esigiamo che il crocifisso venga esposto in luoghi pubblici in quanto simbolo di fede, ma non siamo contrari alla sua esposizione come simbolo di un richiamo alla tradizione viva della fede cristiana. E’ però fondamentale rispettare la richiesta di toglierlo ove qualcuno se ne veda disturbato, proprio per evitare l’uso di questo simbolo di amore e di solidarietà come simbolo di dominio”.
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia: “I crocifissi continueranno a essere presenti nelle aule scolastiche e nei tribunali, ma per le minoranze che hanno ricevuto i diritti civili e di culto poco più di 150 anni fa, come le chiese evangeliche, questi crocifissi non rimanderanno a una comune appartenenza o cultura italiana. Essi appariranno invece, come sono, retaggio di una società dominata dalla cultura cattolica e dai suoi simboli”.
Rino Fisichella, monsignore: “A un ragazzo che in aula sentisse estraneo il crocifisso, direi: lasciamoci provocare. La nostra mente ha sempre bisogno di ritrovare stupore e meraviglia”.
Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede: “La sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo sull’esposizione obbligatoria del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche italiane è accolta con soddisfazione da parte della Santa Sede. Si tratta infatti di una sentenza assai impegnativa e che fa storia. Si riconosce, ad un livello giuridico autorevolissimo ed internazionale, che la cultura dei diritti dell’uomo non deve essere posta in contraddizione con i fondamenti religiosi della civiltà europea, a cui il cristianesimo ha dato un contributo essenziale”.
Noi siamo Chiesa: “Riteniamo che abbia contribuito, in modo determinante, a creare le condizioni per questa sentenza la posizione assunta dal Vaticano e dai vertici della Conferenza Episcopale Italiana. Essi hanno responsabilità di segno negativo che, in futuro, noi pensiamo dovranno essere riconosciute alla luce di una differente riflessione sull’Evangelo”.
Gianfranco Ravasi, cardinale: “Il crocifisso è un segno di civiltà anche se non lo si riconosce teologicamente, è uno dei grandi simboli dell’Occidente”.
Camillo Ruini, cardinale: “Ho accolto il pronunciamento con profonda gioia. Il crocifisso esprime certamente valori universali e da tutti condivisibili. Bisogna aggiungere che un sano pluralismo vive proprio di questa accoglienza reciproca”.

Raffaele Carcano

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50 commenti

libero

Il Vaticano potrebbe chiedere alla Francia e agli altri paesi di esporlo, lo farà ?

Dalila

Guarda, la tua è un’osservazione pertinente che svela il tallone d’Achille del caro vaticancro: l’Italia è territorio loro, forte di un millenario lavaggio del cervello pertanto “guai a togliere il feticcio ai piccoli fanatici italioti”.
La sentenza non mi ha colta di sorpresa perchè non avrei mai potuto immaginare le reazioni violentissime dei nostri politici baciapile (seguiti a ruota dal popolo bue).
Ma vogliamo parlare della magioranza dei paesi EU, che non espongono affatto simboli religiosi in luoghi pubblici?
Vogliamo parlare della laicità applicata senza troppi giri di parole negli stati in cui essa rappresenta DAVVERO la base del vivere civile?

Roberto Grendene

l’esponente del PD Enrico Farinone: “Il crocifisso è un simbolo di riconciliazione, dispiace che qualcuno invece lo abbia visto come un simbolo di divisione”

alla luce delle dichiarazione elencate sopra, questa e’ una bella panzana

nightshade90

oltretutto, se invece di un simbolo di riconciliazione risulta essere di divisione, non può certo prendersela con chi lo vede come tale, ma bensì con CHI NE HA ABUSATO NEL CORSO DELLA STORIA RENDENDOLO TALE. non si può usarlo per opprimere gli altri e poi piangere perchè gli altri non ci vedono quello che ci vedono i cattolici.

e anche se fossero sempre stati esemplari, non si può pretendere che chi non è un membro di una data religione veda nel simbolo di tale religione qualcosa di diverso dalla rappresentazione della religione stessa, a prescindere da quello che ci vedono i suoi membri. il fatto che io veda in una rosa un simbolo d’amore non mi permette di dire che è per tutti un simbolo d’amore e tutti ci devono vedere questo, nè che in virtù di ciò che rappresenta per me và esposta in tutti i luoghi pubblici.

mistergrey

Mamma mia, questi piddini mi fanno venire l’orticaria! Molto più dei preti.

Non se ne può più.

vico

il PD è una realtà abbastanza complessa. C’è il cattolico integralista. e l’ateo iscritto all’Uaar.

Roberto Grendene

E’ un dato di fatto: con l’avvallo del presidente della Repubblica, viene affisso sui muri degli edifici pubblici un simbolo di divisione

un modo veramente stupido di celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia

Manlio Padovan

Dalla sentenza io ho capito che la Grande (sono obbligato a chiamarla così!) Camera (questo già mi sta meglio) pretende che un bambino di magari solo qualche anno abbia la forza di dichiarare l’eventuale turbamento provocato dalla presenza del simbolo perché i “maturi” non sono in grado di immaginarlo; cioè: che il bambino sia in grado di dichiarare ciò che la psicologia e la psicoanalisi cercano nell’uomo adulto in riferimento a quanto accaduto in età giovanissima.

Il fatto vero è che l’Europa è stata fatta esattamente come l’Italia: per caso, senza partecipazione di popolo, senza coinvolgimento reale della gente e solo per ampliare i mercati: in siffatta condizione a cosa può servire da un punto di vista umanistico…e politico?

Frithnanth

Esatto. Auguro ai cattolici, che quando si verranno a trovare in minoranza, abbiano come controparte delle persone piu` civili.

elena

Qualcuno dei corifei del parlamento, che ora sono tutti a fare la gara per chi si entusiasma di più, ci spiegherà anche come mai la legittimazione dell’affissione di questo “simbolo di riconciliazione” e “delle radici cristiane” scontenta i cristiani (metodisti, valdesi etc) e pure parte dei cattolici (noisiamochiesa). Quelli cosa sono? Indemoniati nichilisti senza dio né morale? Evidentemente basta che sia contenta la CEI…

Tommaso

Tutti i “favorevoli” però sorvolano sul fatto che la sentenza non dice che il Crocifisso DEVE rimanere in quanto, come sostiene Ruini: “esprime certamente valori universali e da tutti condivisibili” ! Ma dice che il simbolo PUO’ rimanere in quanto non ci sono prove che eserciti
una qualche influenza sugli alunni.

Significa che in pratica non serve a niente !!!!!

La chiesa ha ottenuto che si continuasse ad esporre i segni della sua presenza, per ovvie ragioni di prestigio, ma ha barattato il suo prestigio con il prestigio del suo simbolo più importante.

Prima declassato a simbolo di una “tradizione” ed ora definito addirittura inutile !

Se è una vittoria questa !

🙂

Sandro

E a chi sostiene che il crocifisso non è un simbolo cattolico, ma cristiano: “Ma ci facci il piacere!”
Avventisti, luterani, evangelici, valdesi e metodisti (oltre che gli ebrei) si dimostrano contariati da questa sentenza. Tutti gli altri favorevoli citati qui sopra sono -guarda caso- cattolici.

libero

Naturalmente molti stati europei non lo espongono, ma il crocifisso è un simbolo politico e in questo momento pesa ancora anche in Europa, l’Italia ha una importante posizione mediterranea e deve prestare le basi contro la Libia, anche questa è realpolitik.

Frithnanth

Si, peccato che la sentenza parli di “simboli” in generale.
Quando in una scuola di una periferia metropolitana, in una classe a maggioranza di immigrati, questa maggioranza chiedera` l’esposizione della mezzaluna, citando questa sentenza, allora forse i cristianisti capiranno che la laicita` e` un bene per tutti.

Gérard

Esattamente quello che dico e ripeto fino alla noia alle mie conoscenza qui in Italia . Senza questa famosa legge sulla laicita del 1905 ( Quando la stragranza maggioranza della popolazione era cattolica e a 70% praticante !!) la Francia non avrebbe potuto lottare vittoriosamente contro il velo islamico nei luoghi pubblici .

sledge

A me (taoista) il crocefisso non da alcun fastidio, e ricorda il sacrificio di Gesù, fatto storico, che fu esempio di vita semplice, rispetto, amore e pace.

tonii

mi sa che hai esagerato col cinabro rosso e con gli infusi di 靈芝 … dubito che il tuo gesino bambù suonasse la chitarra attorno ai falò lisergici della spiaggia di tel aviv.

Roberto Grendene

anche a me non dà fastidio il crocifisso appeso al collo, o dentro le chiese cattoliche

il problema e’ se diventa il simbolo identitario della Repubblica Italiana: perche’ e’ di questo che si sta parlando

comunque il punto non e’ se per me o per te sia sentito come fattore di discriminazione: conta quanto sia fuori luogo. E lo e’, come lo sarebbe il sole delle alpi, che magari a tanti non darebbe fastidio (ad Adro erano in tanti a volerlo)

Frithnanth

E lo e’, come lo sarebbe il sole delle alpi, che magari a tanti non darebbe fastidio (ad Adro erano in tanti a volerlo)

Quanto ci metteranno i leghisti a rendersi conto che questa sentenza consente alla scuola di Adro di esporre il sole delle alpi?
(ok, ok, capisco che “leghisti” e “rendersi conto” nella stessa frase faccia un po’ ridere)

Sandra

A me ricorda come un non verificato sacrificio possa essere strumentalizzato da una cricca di potenti. I morti sono quanto di più comodo per qualsiasi propaganda.

sledge

A me (taoista) il crocefisso non da alcun fastidio, e ricorda il sacrificio di Gesù, fatto storico, che fu esempio di vita semplice, rispetto, amore e pace.

Roberto Grendene

anche a me non dà fastidio il crocifisso appeso al collo, o dentro le chiese cattoliche

il problema e’ se diventa il simbolo identitario della Repubblica Italiana: perche’ e’ di questo che si sta parlando

comunque il punto non e’ se per me o per te sia sentito come fattore di discriminazione: conta quanto sia fuori luogo. E lo e’, come lo sarebbe il sole delle alpi, che magari a tanti non darebbe fastidio (ad Adro erano in tanti a volerlo)

sledge

A me (taoista) il crocefisso non da alcun fastidio, e ricorda il sacrificio di Gesù, fatto storico, che fu esempio di vita semplice, rispetto, amore e pace.

libero

Occorre controllare con gli storici se in base ai documenti esistenti si possa sostenere che nell’anno 33 si eseguivano crocifissioni di uomini vivi in Palestina.

Non risulta, quindi la crocifissione è stata idealizzata.

Busta

Mio nonno era un contadino analfabeta, amava tutti e non litigava con nessuno. E’ morto per salvare moglie e figli durante la seconda guerra mondiale.
Voglio la foto di mio nonno in tutte le aule scolastiche del mondo.
Esempi di vita semplice, rispetto, amore e pace sono VIVI intorno a noi, in persone cattoliche e non. Avere bisogno di un simbolo “laico” raffigurante un presunto essere divino per ricordarsi quale strada percorrere, è sciocco o quantomeno triste.
Avere bisogno di bastone e carota del vaticano per definire i contorni della propria moralità è triste o quantomeno sciocco.

P.C.

Scusa, ma… quale sacrificio? Si è sacrificato per i nostri peccati? Ma chi voleva impressionare? Ha (avrebbe, secondo la mitologia) allestito uno spettacolo di cui è regista, attore, sceneggiatore, comparsa, autore, pubblico e critica…

Brian di Nazareth

Il crocifisso esprime certamente valori universali e da tutti condivisibili

Universali? Allora chiedete di esporlo anche nelle scuole di tutto il mondo, Iran e Pakistan compresi.

P.C.

Niente come un commento semplice ed ovvio dimostra il servilismo di politici e giornalisti, che si sono ben guardati dal fare osservazioni simili…

Markus

Mi pare che le minoranze religiose siano soddifatte 🙂

Come si dice…

“Debole con i forti e forte con i deboli”… alla Cedu possono appenderselo sui muri come motto…

Sergio

Si confrontino le dichiarazioni riportante in alto di credenti, di cristiani, anche se non cattolici, con le vomitevoli dichiarazioni dei politici del PD. Votare per questi qua?

Altrettanto vomitevole è l’entusiasmo di Ruini, Fisichella e compagnia, ma questi sappiamo chi sono e non ci potevamo aspettare altro da loro, perciò non ci deludono nemmeno.

Ma non illudiamoci che il Vaticano si accontenti dell’esposizione del suo feticcio. Prossima stazione: l’aborto. Uno (credo Batrakos) ieri mi obiettava: non diciamo cavolate!
Vedrete se questi non lanciano una campagna mondiale contro l’aborto. Islam, Chiesa ortodossa, destra americana e nostrana sono dalla sua parte. Anche d’Alema e Napolitano (quanto mi fanno schifo questi due, più di Ruini).

andrea pessarelli

posto nuovamente un articolo che illustra il mio punto di vista e che avevo scritto quando il comune di tortona ha votato una mozione x il crocifisso obbligatorio

Con questo intervento intendo proporre alcune considerazioni, a mio avviso non eludibili, riguardanti la mozione approvata lunedì scorso dal Consiglio Comunale, che prevede l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche e negli uffici della Pubblica Amministrazione. Tale iniziativa (poratata avanti a livello nazionale dalla Lega Nord) come è noto scaturisce in reazione alla recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ne impone invece la rimozione ove presenti.

Gli argomenti principali a sostegno della mozione sono la continuità con la tradizione cattolica (le famose radici cristiane) e il riconoscimento del crocifisso come simbolo rappresentativo di valori universalmente accettati, al di là delle diverse credenze religiose e delle diverse concezioni della vita e del mondo che ciascun cittadino liberamente coltiva; vi è poi un ulteriore argomento, non presente nei documenti formali ma evidente nei discorsi e nei sottintesi, che è la necessità di porre un argine alla temuta incipiente islamizzazione dell’occidente. Si tratta con ogni evidenza di proposizioni che, per non essere considerate autoreferenziali, necessitano di una giustificazione che le renda compatibili con l’impianto democratico su cui si fonda lo Stato di diritto, sia perché mostrano più di un punto debole, sia perché un’iniziativa che produca come conseguenza il conferimento allo Stato di una qualsivoglia caratteristica non espressamente descritta nella Costituzione deve giocoforza offrire le più ampie garanzie di disponibilità alla verifica critica.

Tralascerò volutamente analisi di tipo tecnico – giuridico – procedurale (per esempio la questione se l’autonomia degli Stati Nazionali possa o meno prevalere nei confronti dell’autorità di un organismo come la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) sia perché già ampiamente dibattute da esperti, sia perchè ritengo esistano argomenti sostanziali ugualmente risolutivi, e che non presuppongono per essere compresi né una competenza specifica né un livello di istruzione élitario. Prima di tutto occorre chiarire che una democrazia compiuta e consapevole non ha bisogno di individuare simboli e significati al di fuori di se stessa e che è una crepa, un segnale di debolezza non trovare esaurienti i valori della Costituzione e i simboli ivi previsti, e dover così ricercare altrove un’occasione di riconoscimento della propria identità.

Il riferimento a ideologie o a sistemi valoriali altri evidenzia un “lack” sul cui significato e sulla cui portata occorrerebbe riflettere seriamente e in modo approfondito. Anche volendo accettare – per amore di discussione – l’esistenza di tale necessità, si può ben comprendere come meno che mai siano idonei a mutuare tale mancanza sistemi di pensiero fondati su dogmi, e più in generale su affermazioni non dimostrabili e quindi autoreferenziali, essendo le moderne democrazie sorte proprio dalla messa in discussione dell’esistenza di una verità unica e indiscutibile che sia utilmente applicabile all’organizzazione della società umana; uno Stato effettivamente democratico e di diritto è piuttosto la sintesi positiva di tutte le differenze e di tutte le idee e del confronto fra esse, piuttosto che il loro livellamento e la loro omologazione; uno Stato che voglia dirsi democratico e di diritto per definizione non ha alcun compito né alcuna autorità né alcun interesse a favorire (né d’altra parte a ostacolare) l’adesione dei suoi appartenenti a questa o quella dottrina, nè può permettersi di scovare valori e simboli extracostituzionali che abbiano la pretesa di rappresentare tutti: quando un simbolo o un valore o un sistema di valori non discende dal confronto democratico (la dottrina cattolica non gode di questo requisito, discendendo da una verità rivelata), conseguentemente non attiene all’ambito della democrazia e quindi non può rappresentare l’identità collettiva, ammesso beninteso che ne esista una.

L’ideologia cattolica nella fattispecie non è adatta a rappresentare la complessità dei valori che connotano come democratica una nazione (o una città) in quanto proclama – addirittura come non negoziabile – il principio supremo dell’indisponibilità della vita, contraddicendo in questo modo il diritto all’autodeterminazione, che è una “conditio sine qua non” della democrazia essendo propedeutico a tutti gli altri diritti, che risulterebbero impraticabili e svuotati di significato in assenza di esso. Né possiamo trascurare il fatto che il cocifisso non è un simbolo neutrale in quanto la Chiesa Cattolica non è neutrale, non manca infatti di intervenire con grande impegno e assiduità su molte delle questioni più controverse sulle quali il Parlamento è chiamato a pronunciarsi.

In particolare sui temi della bioetica le recenti vicende di Luca Coscioni, Piergiorgio Welby, Eluana Englaro (per citare solo le più note) hanno evidenziato come vi sia una diffusa e crescente sensibilità nei confronti del diritto individuale di decidere prescindendo da imposizioni di tipo moralista o ideologico o diversamente coercitivo; sensibilità nei confronti della quale la Chiesa non è rimasta neutrale, esercitando ogni possibile pressione per depotenziare tale istanza di libertà, rendendo in questo modo palese il carattere velleitario della difesa del crocifisso come simbolo di tutti.

È un fatto incontrovertibile che il crocifisso è un simbolo che divide anziché unire, come si può facilmente dedurre proprio dall’asprezza dell’attuale contesa tra favorevoli e contrari, ed è difficile trovare una giustificazione sostenibile – sia dal punto di vista prettamente democratico che da quello dell’opportunità – che renda convincente la scelta di un elemento di divisione anziché se mai di condivisione. Per quanto riguarda infine la questione della diffusione della religione musulmana in occidente occorre notare che non sono differenze dottrinarie o teologiche a rendere l’Islam più pericoloso o meno accettabile del Cristianesimo (nei testi sacri, nelle tradizioni e nella storia di entrambi vi sono parimenti precetti e comportamenti accettabili e precetti e comportamenti inaccettabili) quanto piuttosto il fatto che l’occidente “cristiano” è maggiormente secolarizzato rispetto ai Paesi a prevalenza musulmana e molte pratiche e precetti religiosi sono stati abbandonati in quanto non più compatibili con i cambiamenti determinati nella società dalla modernità e dallo siluppo delle conoscenze scientifiche. La migliore risposta al rischio di un’Europa islamizzata non è quindi la contrapposizione di una forzosa identità cristiana (cioè di un’immagine speculare) quanto piuttosto leggi e Istituzioni impermeabili – e non selettivamente permeabili – a istanze autoritarie e ideologiche, a prescindere che siano percepite come estranee o come familiari.

AndreaM

…Rino Fisichella, monsignore: “A un ragazzo che in aula sentisse estraneo il crocifisso, direi: lasciamoci provocare. La nostra mente ha sempre bisogno di ritrovare stupore e meraviglia”.

Quasi quasi vado nella chiesa frequentata da Fisichella e piazzo un bel ritratto di Pol Pot. Se poi dovesse dirmi qualcosa, gli risponderei: «lasciamoci provocare. La nostra mente ha sempre bisogno di ritrovare stupore e meraviglia»…

Dite che starebbe allo scherzo?

Frithnanth

Forse quando la prima classe a maggioranza islamica appendera` la mezzaluna, cambiera` idea sul significato di “stupore”, “meraviglia” e “provocazione”.

bardhi

non le mezzaluna ma bensi la spada e la parola allahu akbar, mi vera da ridere :-)))

Dalila

Frithnanth, spero che la tua ipotesi trovi riscontro reale un giorno quantomeno per far capire a costoro quanto importante sia la laicità ma temo che, piuttosto che rimuovere simboli,essi preferiscano attaccarsi alla croce ad oltranza, proclamando il popolo italiano “popolo cattolico” by default e fregandosene di tutti gli altri.

spapicchio

Infatti per questo le istituzioni e le scuole pubbliche non avranno apposti simboli religiosi, vedi che ci puoi arrivare anche tu, giusto per evitare guerre sante e discriminazioni.

Anche i giudici dovranno presto ravvedersi, smuovendosi dal loro conservatorismo.

😀

Marcus Prometheus

Esprimo tutta la mia solidarieta’ alla Famiglia Albertin ed alla UAAR per aver sostenuto questa battaglia laica. Anche le mancate vittorie comunque servono a mobilitare le forze. Coraggio.
tiremm innanz.
Credo che se questa battaglia di laicita’ fosse stata sostenuta con 20 anni d’anticipo sarebbe andata a buon fine, ma oggi non ci sono piu’ le condizioni politiche.
Ma 20 anni fa l’UAAR era appena agli albori.

Detto questo ed incassate le motivazioni della Grande Chambre che dichiarano il Crocifisso tollerabile proprio perche’ ininfluente, cosa della quale dovremmo ricordarci sempre propagandisticamente, vorrei dire che al punto in cui siamo in Italia per asservimento comune e totalitario di destra e sinistra al Vaticano, esclusi solo Pannella Bonino e pochissimi altri a titolo individuale, probabilmente non ci sarebbe stato niente da fare comunque, neppure in caso di vittoria, anzi, ci potevamo trovare di fronte ad una mobilitazione clericale mai vista per consensi totalitari che avrebbe potuto raccogliere in Parlamento.
Con la quasi unanimita’ parlamentare filoclericale che ci ritroviamo, secondo me, niente avrebbe potuto evitare un cambiamento nei simboli della Repubblica:

Avrebbero potuto cambiare lo stemma italiano includendovi il crocifisso al posto della stella e della ruota dentata, o anche solo sovrapponendolo a stella e ruota eppoi ne avrebbero dichiarato una versione ridotta costituita dal solo crocifisso ebbasta, ed avrebbero potuto imporlo per legge in tutti i luoghi pubblici.

Concludendo sono perfettamente d’accordo con quanto ha scritto Andrea Pessarelli:
La migliore risposta al rischio di un’Europa islamizzata non è la contrapposizione di una forzosa identità cristiana quanto piuttosto leggi e Istituzioni impermeabili – e non selettivamente permeabili – a istanze autoritarie e ideologiche, a prescindere che siano percepite come estranee o come familiari.

Paul Manoni

Mi associo, nell’esprimere solidarietà alla famiglia Albertin.
Purtroppo il 18 Marzo ero a Londra e non ho potuto seguire i commenti sulla sentenza, nella notizia data da Ultimissime. Concordo con quanto scritto sopra da Marcus Prometheus.

sledge

La laicità vera, che voi non applicate perchè troppo obiettiva, consiste in ELIMINARE TUTTI I SIMBOLI DA OGNI LUOGO PUBBLICO, riservandoli alla sfera privata. Ripeto il concetto che molti di voi non accettano: TUTTI I SIMBOLI: RELIGIOSI, POLITICI, STATALI. Così rispetteremo tutte le identità, compreso quelle degli extracomunitari. @ Marcus: quello che dici tu è un utopia dimostrata: contrastare l’ islam “violento” è impossibili con le sole leggi, perchè 1-i ns governi NON hanno il concetto di laicità di cui sopra e hanno interessi col mondo islamico, 2-gli estremisti sanno benissimo come raggirare le leggi e se anche fosse, se ne fregano altamente di rispettarle. Come al solito per colpa di pochi pagano in molti.

serlvrer

“La laicità vera, che voi non applicate perchè troppo obiettiva, consiste in ELIMINARE TUTTI I SIMBOLI DA OGNI LUOGO PUBBLICO” v’è che l’Uaar non vuole alcun simbolo neanche quelli politici. Mi spieghi la pertinenza di questa tua critica fondata sul nulla?

giuseppe

i preti hanno un compito ben preciso suscitare odio nel nome del loro dio, causare guerre. ci godono. nella sofferenza si LEGITTIMANO (vedi immigrazioni, guerra poverta malattie) Sono odiosi e impostori.
quanto al pd avevo deciso di votarli per non darla vinta al berlusk, nessuno avra il mio voto, neanche al referendum
per me la questione laicità è al primo posto. mi dispiace per la faccenda nucleare e acqua. ma oggi dopo la sentenza del crocifisso non credo piu nel senso del giusto. non credo che il referendum di di pietro risolvera niente nell’ipotesi che i nostri connazionali non vadano al mare. PD= pARROCCHIANI dIVERSAMENTE

Gérard

Alla lettura delle reazioni del mondo vaticano, mi pongo la domanda se questa gente crede veramente nel messagio del Vangelo, il loro atteggiamento essendone talmente lontano . Hanno rinunciato a riempire le chiese e da convertire avendo come base il Vangelo ma invece vogliono diventare un modello ideologico, come per i musulmani islamici ( forse se ne sono ispirati ) .

bradipo

grazie per la segnalazione, condivido praticamente tutti i punti presenti nell’articolo… in particolare la conclusione:

Riesce difficile non giudicare inquietante la soddisfazione espressa dalla Santa Sede a proposito di una sentenza come quella di Stasburgo, che negando al crocifisso un potere di indottrinamento gli nega anche – se le parole hanno un senso – un valore di dottrina. A questi punti è arrivata, evidentemente, la Chiesa cattolica di oggi: a una tale ossessione di presenza nella sfera temporale da trascurare ogni scrupolo di presenza nella sfera spirituale. Fino a disconoscere al simbolo cristiano per eccellenza il suo messaggio sacro e (per chi crede davvero) il suo valore salvifico, pur di passare all’incasso (tutto politico) di un messaggio pelosamente profano.

Federico Tonizzo

Leggendo la sentenza della Grande Chambre si capisce benissimo che è in realtà una “SENTENZA CREATIVA”, per lavarsi le mani della questione e per accontentare i CORRROTTI politici italiani e il Vaticano. 👿
Tutti i commenti degli esponenti “Cristiani cattolici”, con l’eccezione di “Noi siamo chiesa”, sono semplicemente LURIDE, VISCIDE, NAUSEABONDE E RIVOLTANTI FALSITA’ 👿
Per fortuna, i commenti degli “altri Cristiani” sono onesti.

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