Egitto, vince il sì al referendum costituzionale: islam rimane religione di stato

In Egitto si è svolto domenica il referendum per la riforma costituzionale, su una serie di emendamenti presentati da un’apposita commissione insediata dal Consiglio militare.
L’affluenza è stata massiccia e hanno vinto i ‘sì’, col 77,20% dei voti, mentre i ‘no’ hanno ottenuto solo il 22,18%. A favore si erano schierati i Fratelli Musulmani e i sostenitori dell’ex presidente Hosni Mubarak. Per il no invece gli animatori del movimento di piazza Tahrir che giudicano le riforme troppo blande, oltre a componenti minoritarie come i copti, nonché lo stesso aspirante alla presidenza Mohamed El Baradei e il segretario generale della Lega Araba Amr Mussa. Non è stato oggetto di modifica l’articolo 2 della Costituzione, che pone l’islam come religione di Stato e la sharia come fonte privilegiata della legislazione: tra i motivi per cui minoranze religiose e liberali si sono orientati verso il no.
Particolarmente capillare invece l’attivismo dei Fratelli Musulmani a favore del referendum, specie nei quartieri popolari. Secondo AsiaNews ci sarebbero stati anche “brogli e strumentalizzazioni religiose da parte degli estremisti islamici”.

Valentino Salvatore

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32 commenti

Costantino Rossi

L’Europa, la Chiesa e Frattini avrebbero solo da essere contenti. Se per loro è lecito che il crocifisso sia imposto in Italia in quanto simbolo della religione predominante, dovrebbe essere altrettanto giusto che concetti analoghi siano imposti dove predomina l’islam. Invece protestano. Com’è strano il mondo.

giuseppe

Costantino Rossi scrive:

22 marzo 2011 alle 12:20
L’Europa, la Chiesa e Frattini avrebbero solo da essere contenti. Se per loro è lecito che il crocifisso sia imposto in Italia in quanto simbolo della religione predominante, dovrebbe essere altrettanto giusto che concetti analoghi siano imposti dove predomina l’islam. Invece protestano. Com’è strano il mondo.

Il paragone é insulso. Gli effetti di un crocefisso appeso ad una parete non sono gli stessi della imposizione della sharia come fonte legislativa. Quando l’anticlericalismo offusca le capacità di ragionare….ma siamo nel sito dell’uaar, quindi la non razionalità, a dispetto della pretesa, la fa da padrona.

ateo3

La migliore delle peggiori forme di governo secondo Platone, se non erro.

Preferisco mille volte la democrazia a una dittatura illuminata che non si sa però quanto realmente sia illuminata.

L’unica cosa che però è necessaria alla democrazia, per funzionare, è la capacità di riconoscere e imparare dai propri errori.

Marcus Prometheus

La frase “la Democrazia e’la peggiore formadi governo eccettuate solo tutte le altre” credo che sia di Winston Churchill (o comunque resa da lui famosa e comunque moderna anche se fosse di qualcuno di un po’ prima di lui).

Platone non e’ per niente l’autore di quella frase, fu quasi un proto nazista colto antidemocratico di origini nobili, cioe’ di quelli che avevano perso il potere con l’affermazione della democrazia Ateniese.

La Democrazia ateniese secondo me non ha molto a che vedere con la democrazia moderna rappresentativa, (con un corpo di rappresentanti scelti tramite elezioni).

I rappresentanti ateniesi ERANO POPOLO, non erano eletti ma estratti a sorte.
Attenzione parlo del potere legislativo (Parlamento) non di quello esecutivo (Governo, per il quale servono anche competenze)

Secondo me un sistema che estraesse a sorte i seggi in parlamento fra tutti i cittadini incensurati e con la scuola dell’obbligo assolta sarebbe superiore a quello attuale
che si evidenzia per una classe politica parassitaria, tesa ai privlegi e di scarso ricambio. e separata dal popolo e ben poco rappresentativa specialmente sul tema della laicita’ e dei diritti civili di inizio vita e fine vita.
Tenuto conto anche che i politici sono in genere una gran massa di ignoranti forse perfino peggio della media dei cittadini, non ci rimetteremmo sensibilmente neppure come cultura o competenza degli stessi. La loro ignoranza e presunzione e’ regolarmente dimostrata ogni volta che qualche intervistatore li provoca con domandine di cultura generale o storica o peggio scientifica. In quanto a scarsa eticita’ ( avidita’, corruzione, menzogne, uso di droghe o pratiche sessuali che ipocritamente condannano perfino con ferocia controproducente), anche questo risulta sia dalla cronaca che dai test antidroga che furono tentati tempo fa.

Insomma come espressione politica della nazione non serve molta competenza specifica
e servirebbe molto meglio un gruppo di rappresentanti estratti a sorte, e svincolati da speranza di rielezione. La speranza di rielezione, il giudizio in base al merito ed ai risultati dovrebbe rimanere invece per gli esponenti governativi.

/////////// A sostegno di quel che ho scritto UNA NOTIZIA ODIERNA:

O N O R E V O L I S O M A R I
La troupe televisiva delle Jene ha atteso al varco i deputati italiani mentre essi uscivano dalla Camera. Ha posto loro delle domande elementari sul Risorgimento che essi, assieme al paese intero, si apprestavano, in quelle ore, a festeggiare, ricordando, il 17 marzo scorso, il 150 anno di unificazione del paese. I microfoni delle Jene hanno ospitato delle risposte che sarebbero imbarazzanti anche in una scuola elementare.

Molti si sono sottratti all’intervista volante, dimostrando, almeno, di avere un minimo di pudore o di imbarazzo. Ma i più (come nel caso esilarante dello sketch del «Sarchiapone» di Walter Chiari) si sono disinvoltamente fermati. Anche qui potevano rispondere: «Non lo so». Sarebbe stato comprensibile. Nessuno infatti è onnisciente. E la memoria, con il tempo, tende ad affievolirsi per cui, anche le cose che un tempo si conoscevano, finiscono poi per essere dimenticate. No, la maggioranza degli interpellati, pur sapendo di non sapere, si è coraggiosamente esposta al ridicolo con la stessa fierezza che un volta i patrioti «esibivano il petto al plotone di esecuzione dell’odiato nemico». Solo che qui non c’è stato spargimento di sangue ma solo, ripeto, di ridicolo.

Un deputato del Pdl ha fatto il percorso pieno, infilando una corbelleria dietro l’altra. Ha detto, ad esempio, che il Regno delle Due Sicilie è finito nel 1945. Ha sostenuto che il primo re d’Italia era Vittorio Emanuele I (per l’onorevole, che cercava di acchiappare le mosche come uno scolaro ripetente ma anche disinvolto, era infatti difficile, per non dire illogico, che il «primo» re d’Italia potesse essere Vittorio Emanuele II). E poi ha concluso la carambola sostenendo che Giuseppe Garibaldi era stato denominato l’Eroe dei Due Mondi perché aveva unificato il Nord e il Sud dell’Italia. Ma questo recordman della cavolate costituisce un caso umano, non un caso politico.

Il caso politico deriva dal fatto che quasi tutti i deputati interpellati non sapevano che cosa ricorresse il 17 marzo, una data per la quale, nell’emiciclo di Montecitorio, si erano lungamente battuti, lanciando accuse reciproche di tradimento o di insensibilità costituzionale. Insomma essi si sono battuti ma non sanno per che cosa. Questa vicenda è espressiva della lotta politica in Italia. Una lotta fatta da schieramenti che si combattono pregiudizialmente. E quando cambiano casacca attaccano con lo stesso ardore ciò che difendevano con entusiasmo poche settimane prima. Ad esempio Bersani, tre settimane fa aveva consegnato ai leghisti, sulla Padania, il certificato che li esentava dal vizio razzista e secessionista («balle»). Deve aver rifatto le analisi perché adesso Bersani ha scoperto che i leghisti hanno entrambe le pecche.

Pierluigi Magnaschi Italia Oggi

G.B.

Probabilmente è democrazia(eventuali brogli a parte), ma non è LIBERALdemocrazia; secondo quest’ultima, infatti, alcune libertà fondamentali sono comunque inviolabili e stato e religione vanno mantenuti distinti.

romeno82

la democrazia e´il fascismo della maggioranza, e non garantisce niente anzi garantisce fascismo. la COSTITUZIONE garantisce i diritti.

c.j.

completamente d’accordo. quoto al 100%

Però ricorda: prima dei diritti… …ci vogliono i doveri; prima della democrazia, ci vuole la meritocrazia.

Alfonso

Una democrazia realemente COMPIUTA deve passare attraverso il voto di cittadini INFORMATI. In mancanza di questo preciso requisito, si è in presenza di dittatura camuffata da democrazia, come in Italia.

antoniadess

come volevasi dimostrare, il Gattopardo colpisce ancora: cambiare tutto per non cambiare niente 🙁 di che libertà si parla in uno stato confessionale?

c.j.

Egitto nazione mille volte più onesta, leale, sincera dell’Italia, che a quanto pare continua a fingere d’essere una moderna democrazia occidentale e LAICA (cosa che nella realtà dei fatti non corrisponde assolutamente al vero).

Almeno gli egiziani hanno il coraggio di dire quello che pensano. “Siamo musulmani, non ce ne frega niente delle minoranze, vince il branco, viva la legge della giungla, qui comanda l’Islam”.

Esattamente tutto ciò che pensano gli italiani (sostituendo l’Islam con il cattolicesimo), ma che non hanno il coraggio di ammettere per passare dal nazione ricca, colta, europea, occidentale, laica, democratica e moderna( cioè: ricca- parzialmente vero; colta- magari un quarto del popolo, il resto fa la fame; europea- siamo ai confini; occidentale- diciamo mediterranea; laica- ma non penso proprio; democratica- sembra più una dittatura in mano a fascisti e mafiosi; moderna- certo, come no, sicuro).

Paul

Ciao, scusa se OT: leggevo qualche commento fa che vivi all’estero, potrei chiedere dove?

Perché da come ne parlavi è venuta quasi voglia di fare la valigia pure a me… 🙂

MetaLocX

Proclamare una religione di stato è un modo neanche troppo strisciante per imporre quella religione e per discriminare chi la pensa diversamente.

Painkiller

E’ un modo diretto e cristallino di imporla. Non sò poi dirti se sia meglio o peggio dell’ipocrisia di un concordato.

Stefano Grassino

22,18% ha votato no. Consideriamo che sicuramente ci siano stati brogli, specialmente nei piccoli centri, seguiti ad intimidazioni, per cui innalzerei il 22,18% al 30 e più. Diciamo che un’Egiziano su tre si è svegliato. Per me è un buon inizio dal momento che occorre sempre veder lungo, pensare da qui a cinquanta anni a venire. Si accettano opinioni contrastanti.

ateo3

No, è una sconfitta. Punto e basta.

come per il crocifisso, non possiamo guardare sempre a quei due o tre che hanno votato “contro”. Il vero problema è che la maggior parte ha votato “a favore”.

Invece che guardare il bicchiere mezzo pieno quando c’è solo un dito d’acqua, bisogna agire per aumentare concretamente l’acqua nel bicchiere.

Stefano Grassino

Bene, accetto il tuo punto di vista. Però un cosa devi riconoscerla: se non hai neanche un seme non puoi fare nulla; se di semi ne hai una piccola manciata, da qui a qualche anno, potresti anche riuscire a moltiplicarli. Ed allora non stiamo dicendo la stessa cosa?

Soqquadro

No Stefano, perchè in alcune zone i pochi “semi” vengono semplicemente esirpati a rivoltellate.

Soqquadro

Non l’ho scordato, come non ho scordato per quanti secoli è andata avanti. L’Egitto che voleva lanciarsi nella libertà è stato stoppato, e verrà trascinato indietro, per chissà quanto tempo ancora.
Sono state legalmente escluse le donne e tutte le minoranze etnico-religiose. Un 30% di “laici” mi fa pensare in prevalenza ai diretti interessati, quindi.
Guarda la Rivoluzione Iraniana. L’Iran da quando hanno preso il potere i fondamentalisti, è tornato indietro. Anche allora c’erano i semini laici (e ben numerosi), ma non sono riusciti ad impedire la caduta libera del loro Paese, nè la loro personale tra le braccia dei boia.

Soqquadro

Ah, PS: Emad Gad, analista dell’Al Ahram Center for Political and Strategic Studies, così dà voce al pessimismo: “Il prossimo Parlamento scriverà la nuova Costituzione, così che i fanatici ci governeranno per decenni”.

Federico Tonizzo

Beh, “anche il viaggio più lungo comincia con un passo” (Lao Tzu).
Speriamo che la diffusione di Internet e la giovane età media in Egitto aiuti ad allungare il passo 😉

Federico Tonizzo

Dimenticavo di precisare: il “passo” attuale sarebbe il 22% che ha votato contro: penso che 30 anni fa (o cmq prima di Internet) si sarebbe ottenuta una % molto vicina allo zero 😉

Federico Tonizzo

Ok, sono cosciente del 30%. Però comunque penso che qualche decina di anni fa forse non sarebbero stati necessari molti brogli o intimidazioni per raggiungere una % di “contro” molto inferiore a quella attuale.
Quello che voglio dire è che ritengo che gli Egiziani stiano facendo progressi, nel senso della laicità, ad una velocità di tutto rispetto – forse anche a causa della giovane età media della popolazione (circa 27 anni, contro i circa 43 degli Italiani).

Giorgio77

Religione di stato significa religione temporale, è un termine privo di senso e contraddittorio un pò come nazionalsocialismo, bisognerebbe dire che nel momento in cui una religione è di stato non è più una religione, diventa automaticamente un organo di potere sempre e comunque antidemocratico che impone i suoi dogmi o con la forza o con la propaganda (in Italia vale molto quest’ultima).

#Aldo#

Questo fa piazza pulita delle argomentazioni di chi sostiene che coloro che da quei posti partono per l’Italia sono vittime che cercano libertà, che dando loro la possibilità d’essere liberi vogliono una forma moderata di religiosità, che sono lieti di accogliere il nostro modo di intendere la convivenza, bla, bla, bla…

— CASSANDRA MODE ON —

Io, per contro, continuo a sostenere che importare forestieri significa importare la loro cultura che, appena i numeri lo consentiranno, ci verrà “graziosamente” imposta a casa nostra. E il momento non è lontano.

— CASSANDRA MODE OFF —

brikko89

Alla faccia che diventavano democratici dopo la rivolta……..

giulio

Da quello che ho capito non si è votato affatto sull’islam religione di stato e sharija fonte del diritto, quindi non c’è stata nè una sconfitta nè una vittoria, semplicemente la questione non è stata toccata.
Di negativo c’è che ci saranno le elezioni tra pochi mesi e chi è più organizzato sono ancora i FM e il partito che è stato di Mubarak, mentre gli altri saranno probabilmente impreparati.

Soqquadro

Sono stati votati gli emendamenti, che sono stati sconfitti. Quindi la questione è stata toccata eccome. Ed è stata una disfatta.

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