Dopo dodici anni di ininterrotte approvazioni (cfr. Ultimissima del 27 marzo 2010), il consiglio ONU sui diritti umani ha messo da parte la risoluzione che proteggeva le religioni dalla “diffamazione”. L’Organizzazione della Conferenza Islamica, che la riproponeva ogni anno, ha infine accettato di condividere con i paesi occidentali un nuovo approccio, che antepone i diritti dei credenti a quelli delle religioni. Una nuova risoluzione di tre pagine, scrive la Reuters, è stata approvata ieri: riconosce che nel mondo vi sono “intolleranza, discriminazione e violenza” che colpiscono i credenti nelle religioni di minoranza, ma omette ogni riferimento alla “diffamazione”, condanna qualsiasi promozione di odio religioso, e chiede ai governi di agire per prevenirlo. L’ong Human Rights First ha definito il voto “un risultato di enorme importanza”.
Raffaele Carcano
che faccia tolla la conferenza islamica! Ce ne fosse uno degli stati membri che rispetti i diritti delle religione minoritarie e delle minoranze in generale.
Forse (rispetto agli altri)si salvano giusto l’Albania e l’Azerbaijian
Luca
Ad esempio il governo laico in Siria protegge le minoranze religiose con leggi che in Europa ci siamo sognati fino a che la Rivoluzione Francese non ha messo in riga i clericali.
Finalmente un grande passo avanti per l’umanità!
Sono le *persone* quelle che vanno protette, non le *idee*.
Proteggendo certe idee, proteggi anche le persone.
Le idee casomai le sostieni, ma non sono persona giuridica, quindi non necessitano di protezione legale. L’importante è proteggere le persone.
Nessuna idea vale quanto una persona; mi vien in mente una vecchia canzone di Gaber…
@ Stefano Grassino
non è lo stesso proteggere le persone e proteggere le loro idee
un conto è che io ti dico “sei una merda” un altro è che ti dico “la tua idea è una merdata”
quoto
Concordo con Leonardo.
Del buon senso ? Che sia l’effetto dello tsunami ?
Non so di cosa sia effetto, comunque anche io sono stupito da questa comparsa di buon senso.
Ora l’Italia dovrà accogliere la risoluzione dell’Onu, abolendo l’art. 724 del codice penale.
Quella pagliacciata del consiglio ONU sui diritti umani se non erro ha solo valore consultivo, non esecutivo. Aggiungerei anche “per fortuna” visto che vi hanno diritto di voto Arabia Saudita & Co.
Vuoi dire che violeremo le risoluzioni dell’ONU ?
Ed anche quelle del Consiglio d’Europa ? http://www.venice.coe.int/docs/2008/CDL%282008%29090-e.pdf
La protezione della legge deve andare alle persone, non alle religioni.
E’ giusto punire l’istigazione all’odio contro una comunità religiosa (o di altro genere) mentre non è giusto punire la critica, anche severa, verso una religione (o un’altra credenza).
Concordo senz’altro con giulio!
Che senso avrebbe non poter, per legge, criticare/apprezzare/esecrare le idee/convinzioni/opinioni di qualcuno? Sarebbe caratteristico di una dittatura! Ed in effetti le religioni (o meglio: i capi religiosi) che riescono a condizionare un governo o a prenderne possesso instaurano effettivamente delle dittature.
Se il mondo si liberasse una buona volta dalle religioni, si libererebbe anche dalle loro dittature e dai loro tentativi di imporsi a tutti come “valori assoluti” – quando in realtà non c’è niente di più “relativo” (e personalmente aggiungo: “inconsistente”) delle religioni, visto il numero incalcolabile di esse esistite nella storia (e nella preistoria???) e negli anni attuali.
Peraltro, è perfetta cosa difendere le persone che dicono le loro idee, al contrario di quello che fecero (torture, roghi, ecc.) le religioni verso i cosiddetti “eretici” e verso gli “infedeli” in generale.
Se però una persona si rende socialmente pericolosa perchè dice, per esempio, che intende uccidere chi non la pensa come lei, allora quella persona va senz’altro isolata: ma non per la sua idea, bensì per la sua intenzione di passare all’atto.
La “diffamazione” delle religioni è sempre stata così endemica che il non condannarla equivale quasi a non condannare le generiche imprecazioni tipo “Accidentaccio!”.
Ora attendiamo una legge che impedisca di condannare le bestemmie.
Peraltro, diffamare (o “vilipendere”, se è la stessa cosa) una religione non ha mai fatto male a nessuno, se non si arriva alla violenza fisica contro le persone.
@Federico Tonizzo. Ti prego non odiarmi , ma spesso leggo delle stupidaggini. Esempio : se imprecassi verso tuo padre o tua madre secondo te io non farei del male a nessuno,ma tu riterresti il tutto come una bestemmia verso le persone che ami e avresti ragione. Mi sembra un parallelo esauriente.
@Federico Tonizzo . Il parallelo è riferito a Cristo e a persone sante quali sono tuo padre e tua madre. Buona notte, anzi buon giorno.
Semola, tu non hai chiara la differenza tra bestemmia e ingiuria e, dato che l’ingiuria è un reato per cui si procede su querela di parte, il signor Cristo si faccia parte diligente e sporga querela… Quindi se tu imprecassi verso la mamma o il papà di Federico ti becchi una querela, perciò niente favoritismi verso dio… i signori Bacco, Diana e Giove non si sono mai lamentati, eppure anche loro vengono spesso tirati in ballo…
Diocleziano sei un mito!
hai provato a smettere di intervenire e vedere se ne leggi di meno? 😆
Mia mamma e mio padre esistono per davvero. Quindi se li offendi, offendi delle persone.
Dio invece non esiste, è solo un’idea partorita dall’immaginazione di alcuni. Quindi se lo si offende, si offende un’idea, non una persona.
Uno Stato che punisse le bestemmie, imporrebbe di trattare la divinità come una persona realmente esistente; in pratica, imporrebbe per legge di credere nell’esistenza di Dio, violando così la libertà religiosa delle persone, che devono essere libere di credere o meno nel dio che preferiscono.
Questo significa che punire le bestemmie è la negazione della libertà religiosa.
Dommi Semola, come mai sei contrario alla libertà di religione ?
più che d’accordo con il post sopra… basta far notare che tecnicamente i tre monoteismi si bestemmiano l’un l’altro per il solo fatto di esistere, affermando di essere ciascuno il solo vero credo e preferendone uno statalmente non si può che offendere gli altri.
E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che Semola “ragioni” con onestà intellettuale.
“condanna qualsiasi promozione di odio religioso, e chiede ai governi di agire per prevenirlo”
Avete avvertito il nostro Ministro degli Esteri Sbirulino Frattini!?
Pare che la risoluzione, calzi a pennello con le sue dichiarazioni rilasciate all’Osservatore Romano il 22/10/2010, quando afferava che era necessaria una “Santa Alleanza” dei monoteismi CONTRO l’Ateismo, minaccia della società.
Intolleranza, discriminazione ed odio religioso…
C.v.d. 😉
Per la verità le parole di Frattini non erano contro gli atei ma contro l’ateismo. E in effetti quello che sta dicendo ora l’ONU è che non si proteggono più le credenze ma le persone.
e infatti è stato molto scorretto.
trattandosi di un ministro della Repubblica non può mica tanto permettersi di invocare uno scontro fra posizioni filosofiche presenti nella nazione che sta amministrando, a meno di non essere un immane str…..
@giulio
Se azzardi che l’Ateismo sia una minaccia per la società, CHI SONO, coloro che materialmente e fisicamente, seguendo questa filosofia, metterebbero a rischio la società, minacciandola così tanto da dover ricorrere ad una “allenaza” di tutti i monoteismi???
Se l’ONU dice e’ ora che i governi si impegnino a difendere le persone dalle DISCRIMINAZIONI e dalle INTOLLERANZE, e’ ora che il CONIGLIO Frattini si adegui, oppure che si dimetta per incompatibilità con i valori espressi nella Costituzione italiana, oltre che con quelli espressi nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
@ giulio:
“le parole di Frattini non erano contro gli atei ma contro l’ateismo.”
Però qui si innesta un problema successivo: fino a che punto il Frattini saprà distinguere in pratica gli atei dall’ateismo? Uno come lui, quando “dice” che vuole favorire le religioni rispetto a all’ateismo, è uno che non si limita alle parole ma “passa all’atto” e regala alla chiesa cattolica delle opportunità che nega agli atei.
Brutta faccenda.
..riconosce che nel mondo vi sono “intolleranza, discriminazione e violenza” che colpiscono i credenti nelle religioni di minoranza, ma omette ogni riferimento alla “diffamazione”,
Va migliorata ma non penso che al momento si possa pretendere una caporetto delle religioni all’ONU.
Ora il Pakistan e in altri paesi arabi e occidentali devono recepire la Rosluzione e abrogare le leggi sulla blasfemia o anche diffamazione, purtroppo anche in Italia c’è qualcosa di simile.
Mi immagino come l’abbia presa il papa questa risoluzione.
Il governo italiano ha il mal di pancia quando ci sono queste risoluzioni ONU, è accaduto che su centinaia di raccomandazioni ONU in passato i govenri di sinistra e di destra ne abbiano recepito molto pochi e con malavoglia.
La CCR l’ha presa benissimo, anzi caldeggiava la risoluzione.
Il fatto è che quando sono minoranza loro, proprio per le leggi sulla blasfemia vengono perseguitati (in Pakistan ci sono state delle condanne a morte a carico di cristiani).
Quello che devono mettersi in testa è che le stesse garanzie che richiedono quando sono minoranza, le devono garantire quando sono al potere, come in Italia.
Infatti tutte le religioni quando sono minoranza reclamano diritti ma quando sono maggioranza tendono a imporre i loro comandamenti a scapito delle altre o dell’ateismo.
Brutta abitudine.
Magari c’è lo zampino del Vaticano per proteggere i suoi nei paesi musulmani. Comunque ben venga.
Personalmente ne dubito, perche’ se fosse vero, il loro “zampino” gli e’ ritornato indietro come un boomerang nei denti. 😉
Eh sai, neanche il Papa è infallibile!
la posizione della ccar in turchia, ad esempio, è favorevole allo “stato laico”.
Per pura convenienza politica: v. il discorso di Leonardo di venerdì 25 marzo 2011 alle 20:44.
Qui in Italia, invece, è favorevole allo Stato confessionale, altrimenti detto “concordatario”.
i “diritti delle religioni” sono un concetto giuridico che mi sfugge veramente.
@ serlvrer:
Anche a me sfugge…
Tuttavia c’è qualcuno che si picca di pretenderli, quei diritti (ma deve essere un equivoco, probabilmente intende “diritti dei gruppi religiosi” o qualcosa del genere), comunque qui: http://www.statoechiese.it/index.php?option=com_content&task=category§ionid=4&id=23&Itemid=40 c’è una pagina intitolata proprio “Diritti delle religioni” (ovviamente scritta da? … 😉 )
Leggendo la Reuters la vedo in senso inverso!
Perchè? Non mi sembra…
“Omitting any reference to “defamation”, it condemns any advocacy of religious hatred that amounts to incitement to hostility or violence against believers and calls on governments to act to prevent it.”
Credi che ci possano ancora stare le vignette svedesi?
Viene condannata l’ “istigazione all’ostilità o alla violenza contro i credenti” e si “chiede ai governi di agire per prevenirla (l’istigazione)”.
Beh, è anche una questione di suscettibilità dello spettatore. Se la raffigurazione di Maometto come un cane, oppure con una bomba al posto del turbante, è considerata “istigazione”, cosa dovrebbero essere le innumerevoli raffigurazioni di Ratzinger come nazista, o con le mani insangiunate, o come “umile servo nella vigna del Signore” (http://rossoshocking.ilcannocchiale.it/2008/06/21/papa_ratzinger_lumile_servo_ne.html ), o tutto il resto che si trova su di lui in Internet? O anche questa: http://www.photographers.it/articoli/foto1/maometto/gesu.jpg ?
Idealmente, tutti dovrebbero essere abbastanza “maturi” (concetto ancora relativo, per ora…) da prendere la satira come satira e non come “istigazione”. Se qualcuno si sente offeso dalla satira, anche su argomenti religiosi, dovrebbe avere la possibilità di ricorrere ai tribunali civili, ma non dovrebbe venir istigato dalle autorità, religiose o civili che siano (http://it.wikipedia.org/wiki/Caricature_di_Maometto_sullo_Jyllands-Posten#Dichiarazioni_ufficiali_di_esponenti_dei_governi_musulmani ) all’aggressione fisica.
Direi che le vignette danesi siano state usate come pretesto, da parte di alcune autorità islamiche, per istigare all’aggressione: i veri istigatori sarebbero cioè i capi religiosi, non gli autori delle vignette (che di per loro sarebbero passate quasi inosservate).
Buona notte Federico. Quoto Marcus più sotto sui comportamenti.
Ho letto quanto dice Marcus e concordo. Va comunque tenuto presente che il fatto che, nei paesi islamici, della gente che “vuole la democrazia” più dell’80% vuole anche le “leggi islamiche” è dovuto al martellamento costante degli imam e degli ajatollah locali (le autorità a cui mi riferivo prima), oltre che al fatto che è da 1400 anni che è iniziata l’islamizzazione violenta dei loro paesi, ed è quindi comprensibile che purtroppo quei popoli violentati non riescano facilmente a pensare alternative alle “regole” islamiche: da questo punto di vista, avrebbero tutti bisogno di capire cos’è veramente la libertà e cosa sono i “diritti umani” intesi al di fuori delle GABBIE delle religioni. Confido, al riguardo, che (1) Internet e (2) la giovane età media dei popoli nordafricani favoriscano lo scambio di idee fra islamici e non islamici, e quindi in qualche modo la de-religionizzazione degli islamici stessi (oltre che del mondo intero…).
Non ho capito però cosa pensi di quanto ho detto io alle 16:51 di oggi…
Pensavo la buona notte! Meno male che non sei permaloso! 🙂
Non è questione del tuo punto di vista sulla satira o su come vengono fomentate certe cose ma cosa sancisce quella risoluzione. E sui due piedi non mi piace, mi pare proprio una roba interna alle religioni. Spero solo che nell’applicazione si interpreti correttamente la questione della libertà di parola, perché ai fedeli basta niente per ritenersi offesi personalmente, e a maggior ragione non potendosi appoggiare sulla diffamazione.
Beh, riguardo a cosa sancisce quella risoluzione, è chiaro che se non ci fossero state le religioni non ci sarebbe stata nemmeno quella risoluzione.
Ovviamente ora non possiamo fare altro che sperare che quella risoluzione venga applicata in senso molto generale in quanto alla libertà di espressione, anche se temo che “le religioni” faranno di tutto per opporsi.
Nel frattempo, quello che possiamo fare (anzi: che possiamo fare sempre) è predicare urbi et orbi sulla falsità delle religioni e sulla corruzione dei capi religiosi e anche di tanta parte dei cleri, cioè delle origini di tanti mali dell’umanità e di tanto arretramento della cultura, della scienza e della civiltà. Più la gente sarà informata su tutto questo, tanto meglio sarà per il futuro.
Mi pare un’ottima decisione; bisogna vedere se non rimarrà lettera morta.
Soprattutto in Italia!
Sarebbe il caso di lanciare una campagna per abolire il “reato” di “vilipendio della religione”.
Condanna qualsiasi promozione di odio religioso; cioe’ condanna l’uaar per l’odio contro i credenti, specialmente se cristiani e cattolici.
Senza quel voto, e senza un reale cambiamento di rotta per ora solo annunciato dal semplice parere sfavorevole della Merkel e di Cameron sul multiculturalismo eravamo proprio malmessi.
Speriamo che questi due segni positivi marchino una vera inversione di tendenza.
E’ necessario anche spezzare stabilmente l’alleanza all’ONU delle due religioni piu’ aggressive.
Vanno entrambe denunciate di continuo per il non allineamento di nessuna delle due sui diritti umani:
Il Vaticano non ha firmato la dichiarazione sui diritti dell’uomo.
I paesi islamici si sono inventati una finta dichiarazione islamica che in sostanza dice che l’uomo islamico ha tutti i diritti al mondo purche’ entro i limiti della sharia.
Cioe’ non e’ che le due religioni sgarrano casualmente un po’ su qualcosa, ogni tanto, ma il contrario. ENTRAMBE programmaticamente non ne vogliono proprio sapere, salvo fare finta di esserne paladine.
Marcus Prometheus, tutto assolutamente condivisibile. Ma ho una domanda che definirei “tecnica”, a cui vorrei rispondere in modo chiaro a definitivo. Mi e’ capitato piuttosto spesso di sentir parlare alcuni membri del clero cattolico, in circostanze relative, a proposito di “Diritti Umani” e del loro rispetto.
Tu giustamente dici che il Vaticano non ha mai firmato la dichiarazione, ed in effetti questa cosa la sapevo anchio. Ora, a parte Wikipedia che sfiora l’argomento di striscio ed e’ una fonte non attendibilissima sotto qualche aspetto, dove e’ possibile reperire informazioni piu’ approfondite sull’argomento?
Dove si puo’ avere prove concrete ed inconfutabili del fatto che il Vaticano, come Stato estero, non ha mai firmato tale Dichiarazione?
La domanda e’ ovviamente aperta a tutti…
Grazie 😉
a Paul Manoni. Prova con Amnesty International sez. italiana.
Il Vaticano non ha firmato la Dichiarazione, perché nessuno stato era tenuto a ratificarla. Però il Vaticano non ha sottoscritto nemmeno la Convenzione europea sui diritti dell’uomo: http://conventions.coe.int/Treaty/Commun/ListeTableauCourt.asp?MA=3&CM=16&CL=ENG.
Mille grazie a Raffaele e soave. 😉
Un cattolico mi aveva detto:
“Se offendi la religione calpesti il sentimento,
nostro e di tutti i protestanti.”
Vorrei rispondergli:
“Parliamo un po’ di un altro sentimento, per
esempio quello che provo per Bianca Rossi
(nome di fantasia). Se tu la diffami, calpe-
stando il mio sentimento, intendo procedere,
per legge, contro di te.
Dovrò, davanti alla Giustizia, dimostrare che
costei esiste, almeno dove e quando è nata.
Se non so farlo, la cosa finisce lì.
E tu, davanti al giudice, dimostreresti che
esistono Dio Padre e suo Figlio Risorto?
Se a me sembrano fantasie, e rido di esse,
non hai mezzi legali per condannarmi.”
In realtà la questione è ancora più articolata.
Se Dio esistesse, dovrebbe essere lui a sporgere denuncia. I sentimenti (dei credenti, come quelli di qualunque altra persona), non sono sottoposti a tutela legale.
Ad esempio un tifoso di calcio si risentirà se si offende la sua squadra del cuore, ma non per questo potrà pretendere di perseguire penalmente chi la offende, anche se la squadra esiste per davvero.
Ma riguardo alle religioni la questione starebbe ancora più “alla base”: tu dici “Se Dio esistesse, dovrebbe essere lui a sporgere denuncia.”; ma se un qualche dio esistesse veramente, non sporgerebbe denuncia ma si farebbe giustizia da solo! E siccome non esiste e quindi non lo fa, assistiamo ad empi spettacoli di gente che arriva a scannarsi a vicenda per “difendere” dei che non esistono!
Dio non si è mai personalmente lamentato di tutte le supposte bestemmie del mondo, nè di quelle che una dottrina religiosa ha dette contro il dio di un’altra dottrina religiosa egualmente supposta rivelata… Pertanto solo il lamento delle persone credenti è in realtà il concreto piagnisteo pretestuoso per procedere direttamente al male dell’uomo concreto colpendolo nella individuale libertà e dignità. E poi dio e il demonio non sono lo stesso mito dove l’uno bestemmia e l’altro se le prende? Ma come è possibile non ridere delle più assurde fantasie!?
Perfetta sintesi 🙂
Human Rights First said the move marks an important shift away from efforts at the UN to create an international blasphemy code, something that has for the past decade been supported by the Organization of the Islamic Conference (OIC).
Marcus Prometheus: Onore a Human Rights First, ma qui o si sbaglia o minimizza:
la Organizzazione della Conferenza Islamica (Oltre 50 stati piu’ o meno illiberali e contrari ai diritti dell’uomo) CONTINUA STRENUAMENTE (come il Vaticano) a lottare a favore delle leggi sulla blasfemia. Ma questa e’ una sua cocente sconfitta dovuta all’entrata in crisi della sua alleanza col Vaticano! Infatti gli stati che hanno cambiato voto all’ONU sono: principalmente cristiani, e nessuno e’ mussulmano
1 Argentina, 2 Uruguay, 3 Mexico (CATTOLICI, America Latina)
4 Bahamas, 5 Barbados, (CRISTIANI protestanti e cattolici America Caraibi )
7 Solomon, (CRISTIANI protestanti e cattolici Isole PACIFICO)
6 Fiji, (induisti e cristiani protestanti e cattolici Isole PACIFICO)
8 Zambia, (CRISTIANI protestanti e cattolici Africa Meridionale)
9 Republic of Korea (buddista e parzialmente cristiana ASIA ORIENTALE)
ossia 8 stati quasi solo cristiani ed uno buddista con forte influenza cristiana, la Corea del Sud.
Conclusioni:
1) Nessuno stato mussulmano o parzialmente mussulmano ha cambiato idea
Tanto meno la OIC Conferenza Islamica si sogna di cambiare idea.
2) Non sognatevi che cambino idea
3) Per fortuna nostra di infedeli e miscredenti almeno i cristiani OGGI sono meno fanatici e piu’ malleabili.
4) L’alleanza Vaticano Islam contro i liberi pensatori per imbavagliarli (o per tagliare gole e lingua nella speranza degli islamisti) ha subito una sconfitta.
5) ATTENZIONE non e’ finita!
6) Numerose leggi sono passate in vari ambiti nazionali anche in Italia atte ad imbavagliare le critiche alle religioni sia direttamente sia coprendole come incitamento all’odio razziale.
La cosa e’ estremamente rischiosa per la liberta’ di espressione del pensiero, anche se il modo di distinguere SE lo si volesse fare in buonafede, ci sarebbe:
L’odio razziale e’ rivolto ad un ESSERE in un certo modo, situazione immodificabile, non scelta ma di nascita.
La critica alle religioni e’ invece critica ed anche avversione aspra verso dei comportamenti che chi critica ritiene sbagliati e da ripudiare o correggere.
I comportamenti sono scelti emendabili, variabili, per cui le critiche agli stessi sono proprio necessarie, da proteggere, non da reprimere.
Ma a qualcuno ovviamente la confusione fa comodo!
Cattotalibani ed IslamTalibani.
Per le fonti della mia affermazione sulle dichiarazioni sui diritti Onu ed Europea vedo che il Segretario UAAR ha gia’ risposto. Grazie Raffaele Carcano!
Groundbreaking Consensus Reached to Abandon Global Blasphemy Code at the United Nations
For Immediate Release: March 24, 2011
Testo completo del comunicato di Human Right First
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Washington, DC – Today in Geneva, members of the United Nations Human Rights Council adopted a groundbreaking resolution that seeks to address violence, discrimination and incitement to religious hatred without reference to the controversial notion of “defamation of religions.” Human Rights First said the move marks an important shift away from efforts at the UN to create an international blasphemy code, something that has for the past decade been supported by the Organization of the Islamic Conference (OIC).
“This new text adopted by the UN Human Rights Council is a huge achievement because, for the first time in many years, it focuses on the protection of individuals rather than religions,” said Human Rights First’s Tad Stahnke. “The consensus behind today’s resolution should put the divisive debates on defamation of religions behind us. Instead, states need to do more to adopt measures to combat violence and discrimination on the basis of religion or belief, as well as address religious hatred without restricting speech. The resolution is a start, but recent events across the globe remind us that much more work needs to be done.”
Human Rights First said today’s landmark shift can be attributed to a number of factors. Support for the defamation concept has been waning at both the Human Rights Council and the General Assembly. Over the last year, countries from several regions including Argentina, Bahamas, Barbados, Fiji, Republic of Korea, Solomon Islands, Mexico, Uruguay and Zambia have shifted their votes in opposition to the defamation resolution. Furthermore, the recent assassinations of Governor Salmaan Taseer and Minister Shabhaz Bhatti in Pakistan, as well as the outbreaks of mob violence in Indonesia, have all directly related to the existence of national blasphemy laws – heightened already existing concerns about the abuse of these laws.
In a recent Human Rights First report, the organization identified scores of cases that provide ample warning of the dangers of enacting a global blasphemy law. The study documents over 70 such cases in 15 countries where the enforcement of blasphemy laws have resulted in death sentences and long prison terms as well as arbitrary detentions, and have sparked assaults, murders, and mob attacks.
Human Rights First has long advocated to reverse the defamation approach and has encouraged states to combat hatred without restricting speech. Several of the organizations recommendations were included in the resolution adopted today. Days before the deal at the UN was brokered, Human Rights First invited Shehrbano Taseer to address UN delegations on the abuses of national blasphemy laws in Pakistan. Shehrbano Taseer is the daughter of slain Punjab Governor Salmaan Taseer, who was murdered by his own bodyguard following the governor’s opposition to abuses of Pakistan’s blasphemy statute.
To speak about today’s developments with Shehrbano Taseer or a member of Human Rights First’s Fighting Discrimination team, please contact Brenda Bowser Soder at 202-370-3323 or bowsersoderb @ humanrightsfirst . org
Da Intervista a Geert Wilders di Roberto Santoro su l’Occidentale sabato 26 marzo 2011
Quant’è importante la libertà di parola per salvaguardare i valori della civiltà occidentale?
La libertà di parola è il più importante dei nostri diritti civili. Essere liberi di parlare definisce le nostre società moderne in quanto tali. Senza diritto di parola non può esserci democrazia, non può esserci libertà. Come disse una volta George Orwell: “Se la libertà ha un significato è certamente quello di avere il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire”. Ripeto spesso le parole incise sopra la lapide del politico olandese anti-islamico Pyn Fortuyn, che riposa qui in Italia: “loquendi libertatum custodiamus”, custodiamo la libertà di parola. E’ nostro dovere difenderla.
Invece adesso si corre il rischio di finire addirittura in tribunale…
Purtroppo, la libertà di parola non è più così scontata in Europa. Quel che un tempo pensavamo fosse una componente naturale della nostra esistenza è diventato qualcosa per cui bisogna tornare a combattere.
Le persone che dicono la verità sull’islam vengono trascinate nelle aule di giustizia per i cosiddetti crimini di “incitamento all’odio”.
Recentemente, il giornalista danese Lars Hedegaard, presidente della International Free Press Society, ha dovuto far fronte a un processo a Copenhagen perché ha osato criticare l’islam. Il signor Hedegaard è stato prosciolto ma solo grazie a un cavillo. Non sapeva che le sue parole, espresse in una conversazione privata, in realtà erano state oggetto di una registrazione. I suoi accusatori hanno impugnato il verdetto e il mese prossimo Hedegaard dovrà vedersela con la Corte suprema danese.
Di recente, Elisabeth Sabaditsch-Wolff, un’attivista viennese per i diritti umani, è stata multata per aver osato dire che il profeta Maometto era un pedofilo perché sposò una bambina di appena 9 anni.
E il suo processo invece come va?
Il mio processo ad Amsterdam va avanti pur costituendo una bella perdita di tempo, tempo che potrei spendere meglio per rappresentare il milione e mezzo di elettori che mi ha votato. Il risultato perverso di questa situazione, comunque, è che oggi in Europa è praticamente impossibile avere un dibattito franco sulla natura dell’islam o sugli effetti che i fedeli musulmani hanno sull’immigrazione in generale. La libertà è fonte di creatività umana e di sviluppo. I popoli e le nazioni appassiscono senza libertà. C’è davvero ragione di temere se il prezzo che siamo chiamati a pagare per integrare l’islam è l’erosione della nostra libertà di parola. E bisogna preoccuparsi se coloro che negano che l’islam sia il problema non ci garantiscono neanche il diritto a dibattere la questione.
Servirebbe una campagna per promuovere i valori occidentali?
Una campagna del genere sarebbe certamente importante, ma è qualcosa che dovrebbe svilupparsi già nelle nostre scuole e università. Dovrebbero insegnare i valori occidentali ai nostri bambini. Purtroppo il multiculturalismo ha intaccato le scuole, le università e talvolta… Tutti temono, al limite della riluttanza, di promuovere i valori dell’occidente per una semplice ragione: non credono più nella superiorità della cultura giudaico–cristiana e della cultura umanistica.
Guardiamo a quel che sta accadendo in questi giorni nel mondo arabo e musulmano. Lei pensa che l’islam possa essere riformato?
Non penso che l’islam possa essere riformato. I popoli arabi bramano la libertà. Niente di più naturale. Ma rimane la questione di fondo, ovvero che l’ideologia e la cultura dell’islam è talmente interiorizzata da queste società che una vera libertà è semplicemente impossibile. Fintantoché l’islam rimarrà dominante non potrà esserci vera libertà. Guardiamo in faccia la realtà. Lo scorso 8 marzo, la festa della donna, 300 donne hanno dimostrato a piazza Tahrir al Cairo, nell’Egitto post-Mubarak. Dopo pochissimi minuti, sono state caricate da un gruppo di uomini barbuti che le hanno colpite e condotte via. Alcune di loro, a quanto pare, sono state addirittura molestate sessualmente. La polizia è rimasta a guardare. Questo è il nuovo Egitto. Un giorno le persone protestano per chiedere più libertà; quello appresso, gli stessi che chiedevano libertà picchiano le loro donne, che a loro volta erano in piazza invocando la stessa cosa.
Libertà e democrazia avranno spazio in Nordafrica o finiremo col sentire la mancanza di Mubarak e Gheddafi?
Quello che ho detto non significa che io senta la mancanza di Mubarak. Mi dispiace molto sapere che Gheddafi sia ancora al potere. Quel tipo è assolutamente pazzo. Ma l’ingenuità è un lusso che non posso permettermi. Temo che difficilmente, nei paesi islamici, la democrazia si tradurrà in libertà. Un sondaggio condotto dall’American Pew Research Center ha messo in luce che il 59 per cento degli egiziani preferisce la democrazia a qualsiasi altra forma di governo. Detto questo, l’85 per cento afferma che l’influenza dell’islam in politica è una cosa buona, l’82 per cento che le adultere dovrebbero essere linciate, l’84 per cento vorrebbe la pena di morte per gli apostati e il 77 per cento pensa che i ladri dovrebbero essere fustigati o che gli andrebbero mozzate le mani.
Che posizione dovrebbero assumere l’Europa e gli Stati Uniti davanti a una crisi come quella libica?
Il mio partito ha sostenuto l’imposizione di una no-fly-zone sopra i cieli di Libia. Il mondo deve fermare Gheddafi – questo “cane rabbioso” come lo chiamò Ronald Reagan – e deve impedirgli di uccidere la propria gente. Comunque, andiamo a vedere cosa recita la risoluzione dell’Onu 1973 della scorsa settimana. Il testo dice che la responsabilità primaria degli “Stati della regione” è quella di dar corso alla risoluzione. Qualcuno mi spieghi perché un paese come l’Olanda deve contribuire con 6 jet da combattimento F16 per imporre l’embargo sulle vendite e il trasporto di armi verso la Libia, mentre un paese come l’Arabia Saudita non mette neppure un singolo velivolo della sua flotta di quasi 300 aerei. Altri arabi muoiono, ma i Paesi del mondo musulmano si sottraggono alle proprie responsabilità. Come ho già detto non dovremmo nutrire l’illusione che vi possa essere vera libertà e vera democrazia in un Paese fintantoché l’islam resta dominante. Stiamone pur certi. Non credo di dire chissà quale enormità quando spiego che, con buona probabilità, i risultati dello studio del Pew sull’Egitto potrebbero valere anche per la popolazione libica. Non è certo nel nostro interesse portare al potere i Fratelli Musulmani a Tripoli e che in Libia si installi un califfato.
Non Le sembra di essere un po’ troppo pessimista?
Guardi, io vado spesso in Medio Oriente. Conosco il potenziale che hanno questi paesi e questi popoli. Guardiamo alla prosperità di uno stato come Israele, che vive in condizioni geografiche e climatiche simili a quelle di un paese arabo. Benché Israele non goda di pozzi di petrolio, gli israeliani hanno costruito per sé e per i propri figli una nazione prospera, democratica e libera. Se solo le società arabe riuscissero a liberarsi dall’islam, allora anche loro diverrebbero delle nazioni prospere e libere. L’islam è il problema e non dobbiamo avere a paura di dirlo.
(Traduzioni/editing: Edoardo Ferrazzani)