Belgio: la Camera dei deputati approva la proposta di legge che vieta il burqa

Il sito belga 7sur7 riferisce che la commissione Interni della Camera bassa ha approvato all’unanimità la proposta di legge che proibisce l’uso in pubblico di qualsiasi indumento che copra il viso totalmente o per la maggior parte. Un testo simile era già stato approvato un anno fa per iniziativa del partito liberale MR (cfr. Ultimissima del 30 aprile 2010), ma la caduta del governo e il successivo scioglimento del parlamento pochi giorni dopo non permisero al Senato di votare a sua volta la legge, che perciò decadde, e adesso occorre che ci sia un governo nel pieno esercizio delle sue funzioni, quale non c’è ancora, perché la proposta di legge possa essere riesumata. I liberali dell’MR, considerando il caso del comune di Etterbeek, il cui regolamento del 2009 che vieta il burqa è stato annullato dal tribunale, hanno ripresentato la proposta avviando di nuovo la procedura dall’inizio. Nella discussione è stato messo in luce l’aspetto della sicurezza e anche quello dei diritti della donna. Gli ecologisti hanno sostenuto che il parlamento debba richiedere il parere del Consiglio di Stato e di alcune associazioni, ma sono stati invitati, se contrari, a votare apertamente no. Il voto espresso dalla camera in seduta plenaria l’anno scorso attirò un vasto interesse nella stampa internazionale, essendo il Belgio il primo paese che legiferava sulla questione.

Ermanno Morgari

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26 commenti

faber

Mha pur condividendone lo spirito sono sempre scettico sulla reale utilità di questi provvedimenti che sono più simbolici che pratici. Inoltre continuo a non comprendere il motivo per cui debba essere vietato se non in casi in cui la riconoscibilità delle persone è fondamentale (motivi di pubblica sicurezza, esami universitari ecc). Io agirei su due fronti piuttosto che su un divieto del genere: innanzitutto campagne culturali di laicità sia scolastiche che extrascolastiche; acquisire la consapevolezza dell’autodeterminazione da parte delle giovani donne e la cultura del rispetto nei giovani uomini mi sembra l’aspetto più importante. Poi inasprirei le pene per le persone che determinano imposizioni a sfondo religioso, siano essi mariti o padri musulmani che impongono il burka o testimoni di geova che impediscono le cure ai propri figli minorenni. Il tutto chiaramente accompagnato da concrete strutture di supporto per le donne che decidono di dire basta.

Stefano Grassino

faber, e se usassimo la TV di stato per fare cultura? Non dico al 100%, ci mancherebbe, ma almeno all’70% che potremo definire ideale. Purtroppo oggi tutto verte sul profitto e questo riguarda non solo chi governa ma anche chi stà all’opposizione.

faber

Concordo in toto. Bisogna puntare sulle nuove generazioni, purtroppo chi ha subito un lavaggio del cervello fin da quando era in fasce difficilmente potrà convincersi del contrario a meno che non sia costretto (come nel caso del divieto del burqa). E questa costrizione fino a quando può durare? Solo fino a quando i rapporti di forza sono a vantaggio di chi la impone. E se questi rapporti di forza dovessero cambiare? E’ semplicemente questa considerazione che mi fa dire che il problema vada risolto alla radice (la formazione culturale) e che contrastarne gli effetti piuttosto che le cause sia riduttivo quando non addirittura dannoso.

Stefano Grassino

Per fare quello che diciamo noi occorrono le rivoluzioni ed io non sono un coraggioso ma solo uno che comprende ma non ha la forza di agire. Chi ha in mano lo status quo, non permetterà mai che gli venga tolto di mano lo scettro con il quale domina le menti e che gli permette di detenere il potere e la padronanza dell’economia.
Forse se fossimo in molti a comprendere ciò, con libere e civili elezioni, tutto si potrebbe risolvere ma se conosco un pò la natura umana, dubito che senza la violenza si possano avere cambiamenti.

Leonardo

Non si può pretendere d’insegnare l’autodeterminazione, e poi contemporaneamente dire che vestiti si possono indossare, e quali no.
Quindi o si fa la scelta laica del “libera chiesa in libero stato”, che comporta per l’individuo anche la possibilità di fare scelte “sbagliate”, oppure si opta per lo stato paternalista o addirittura fondamentalista, che decide al posto dell’individuo cosa sia bene, e cosa sia male per lui/lei.

IChoseLife

Il burqua è una tradizione barbara, simbolo della disparità civile tra uomo e donna e dell’annullamento dell’identità sociale femminile, totalmente subordinata al maschio. Inoltre rappresenta una potenziale minaccia per la sicurezza, considerando che qualunque criminale potrebbe servirsi di un travestimento del genere per mascherare le proprie intenzioni dietro la legittimità dell’autodeterminazione e rendersi irriconoscibile a telecamere di sicurezza e a forze dell’ordine.

Leonardo

@IChoseLife
1) In una società laica le persone sono libere di seguire le tradizioni che preferiscono, anche quelle barbare, se non recano danno al prossimo.
2) Il burqua cela il volto, non le intenzioni. Ed è più facile identificare qualcuno che evidenzia la propria presenza con un vestito eccentrico, piuttosto che chi si mimetizza tra la folla con jeans e maglietta: l’argomento sicurezza è chiaramente pretestuoso.

G.B.

Che una donna accetti liberamente di indossare il burka è un’ipotesi puramente teorica, una costrizione c’è sempre, materiale o psicologica. Quindi ben venga una legge che lo vieta. Naturalmente gli interventi di tipo culturale ed educativo sono anch’essi importantissimi, ma mi sembrano piuttosto complementari che alternativi al divieto legale.

faber

Sinceramente non sono pienamente d’accordo con questa tua affermazione. Qualsiasi studipidissima regola di ogni stupidissima religione è una costrizione psicologica. Ciò non toglie che l’atteggiamento laico non deve essere quello vietare tali manifestazioni di stupidità ma prevenirle. Mettiamo il caso del rifiuto di farsi fare delle trasfusioni da parte dei testimoni di geova. Anche quella è una costrizione psicologica, che se vogliamo ha delle ripercussioni sulla persona anche peggiori del burqa. Ma sarebbe corretto obbligarli a farsi fare delle trasfusioni? Sinceramente penso di no ma è sicuramente dovere morale di uno Stato mettere i propri cittadini nelle condizioni culturali e sociali tali da rifiutare anche solo l’idea di una cosa così idiota in nome di un amico immaginario. Inoltre non conosco di preciso la situazione belga, ma se provvedimenti del genere non vengono accompagnati pari passo da un’imponente campagna di autodeterminazione e presa di coscienza che miri sopratutto a tutelare le donne a cui il burqa viene imposto, il risultato sarà solo quello di trasformare delle donne burqate in donne recluse. Una legge, qualsiasi legge, non può tener conto solo di principi astratti ma deve essere basata anche su un minimo di pragmatismo che badi allo scopo del provvedimento. Se lo scopo è promuovere la liberazione della persona femminile dal giogo maschilista-religioso, bhe non sono convinto che questa sia la strada migliore.

G.B.

Capisco le tue ragioni, tuttavia, giusto per fare il confronto con i testimoni di Geova, certo non si può imporre la trasfusione del sangue a dei maggiorenni(come peraltro non si può imporre di sottoporsi a nessun’altra terapia, salvo voler chiamare ipocritamente anche le trasfusioni “sostegni vitali”); tuttavia sembra ragionevole imporle a dei minorenni in grave pericolo di vita, nonostante la volontà dei genitori. E in certi ambienti del fondamentalismo islamico le donne non sono di fatto nella condizione di minorenni?

giuseppe

Il Belgio ha fatto bene. La sicurezza e il rispetto della dignità delle donne sono una priorità per tutti. Le altre considerazioni sono solo discussioni inutili.

TEO

Il Belgio fra qualche tempo scomparirà dalla cartina geografica……

Paul Manoni

TEO, ti sfido ad andarlo ad urlare in una birreria di Namur…!
Forse con te riusciranno a farci qualcosa di buono da stendere sull’uscio delle loro case, e sicuramente libererebbero noi dalla tua presenza ingiustificata su questo sito, se non per provocazioni ed insulti.

nightshade90

@TEO

“Il Belgio fra qualche tempo scomparirà dalla cartina geografica”

succederà molto prima al vaticano, credimi. orami sono in una crisi senza uscita, nei paesi evoluti sono in picchiata in battesimi in vocazioni, devono importare preti e fedeli dall’africa più povera e a vedere e senyire i rigurgiti neomedievali come il papa, fanzanaga, de mattei e voi cattotroll persino gli ultimi credenti moderati (che quindi si considerano cattolici solo per tradizione e non per vera condivisione della dottrina e dei dogmi. quindi il 99% dei fedeli che vi restano) fuggono da questa chiesa. siete gli ultimi contorcimenti di una belva malata e morete. fareste pena se non foste stati la massima espressione della malvagità e perversione umana sulla terra per 2000 anni.

Marcus Prometheus

Plaudo alla decisone belga di divieto del burqa la sola atta a garantire
1 l’identificabilita’,
2 la dignita’ e l’eguaglianza per le donne,
M A N O N S O L O !
Proibire il burqa vuol dire rendere difficile agli estremisti di dominare il territorio per altri 2 motivi:

3 Vuol dire togliere un’arma simbolica di visibile dominio sul territorio, in cui i burqa sono come bandiere di conquista territoriale per una ideologia religioso politica estremista.

MA SOPRATTUTTO c’e’ un motivo praticissimo che non compare fra gli argomenti di chi discute di burqa senza ne’ il programma dell’islamismo ne’ conoscere esperienze negative specifiche dei paesi con piu’ alta presenza di immigrati islamichi:

IMPORTANTISSIMO

4 Il burqa e’ una arma potente e terribile per gli islamisti tesi alla conquista demografica che di quartiere dopo quartiere e che loro trasformano volutamente in ghetti islamici separati.
Fanno cosi’:
cominciano a disturbare ed a trattare da puttane le donne mussulmane senza velo per strada o sui mezzi pubblici della zona che vogliono conquistare finche’ una parte sempre piu’ consistente inizia a velarsi per proteggersi da continue aggressioni verbali e da qualche aggressione fisica e stupri. Quando la maggioranza delle immigrate e’ gia’ sottomessa si concentrano su quelle che resistono aumentando per esse il rischio di stupri e botte, ed infine passano alla guerra razziale preferenziale verso le indigene europee con stupri continui che le costringono ad emigrare dal quartiere ormai ghettizzato. (E’ la storia di Malmoe e di varie periferie inglesi francesi belghe ed olandesi) .
Come disse l’imam di Milano Viale Jenner registrato da telecamera nascosta da una coppia giornalisti italo Somali i ghetti servono per proteggere la purezza delle “loro” donne da pericolose amicizie con noi infedeli impuri.
Solo al riparo del ghetto le donne di origine mussulmana potranno essere trasformate in cio’ che dalloro vuole l’islamismo: farne fattrici islamiche di figli:
Se ognuna avra’ fra i 4 e gli 8 figli (numeri comuni nei ghetti) con essi sommergeranno gli Europei indigeni (e piu’ facilemente di tutti gli italiani autoctoni che nel frattempo con un figlio a coppia dimezzano ad ogni generazione).

giuseppe

nightshade90 risponde:

venerdì 1 aprile 2011 alle 22:37

@TEO

“Il Belgio fra qualche tempo scomparirà dalla cartina geografica”

succederà molto prima al vaticano, credimi. orami sono in una crisi senza uscita

Come futurologo lei é pittosto mediocre. Come sociologo ancora meno. Per quanta crisi ci possa essere in occidente, la chiesa cattolica gode di ottima salute e in un anno ha aumentato di 17 milioni i battezzati nel mondo. Rispetto ai quattro sbattezzati siamo innumerevoli, anche in occidente. E lo resteremo. Niente illusioni !!!

Kaworu

purtroppo il numero di chierici è in discesa vertiginosa, e anche le suore…

tutte le under 75 che ho visto, erano casualmente filippine o giù di lì.

per carità, per aver la pancia piena si fa di tutto.

TEO

Gli pseudorazionalisti atei e agnostici dimostrano una morbosa attenzione a tutto ciò che riguarda le cose di Chiesa, dando poi interpretazioni e dati strampalati.
Essendo la Chiesa cattolica per definizione universale, non c’è da meravigliarsi che se nelle vecchia Europa calano le vocazioni, presso altri continenti più giovani invece le vocazion i siano fiorenti. In africa nel giro di qualche decennio i cattolici sono triplicati. Ma ovviamente si tratta di negretti , esseri inferiori non illuminati dal laicismo e dal relativismo che vendono la loro anima in cambio di specchietti e di collanine.
Se poi vogliamo mettere in rilievo in senso negativo l’età delle persone, non mi sembra che i vostri “campioni” Hack e Veronesi siano di primo pelo!

Kaworu

in effetti dove c’è benessere non è necessario farsi preti per riempirsi la pancia.

non è necessario nemmeno battezzarsi per accedere a delle risorse quali cibo, acqua od ospedali.

comunque il tuo chiamarli “negretti” la dice lunga su chi considera chi inferiore 😉

ah, la hack e veronesi non son campioni di nessuno, non abbiamo papi, vescovi e affini.

anche se so che per te è difficile comprendere che esistano persone libere e non pecore…

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