Polemiche in Veneto: prete dice “no” al Leone sulla bara

Luigi Sartorelli, militante leghista, aveva espresso il desiderio che la propria bara fosse avvolta nella bandiera di San Marco. Ma don Renato Mazzuia, parroco della Chiesa di Santa Maria di Lourdes, a Mestre, ha detto “no”, perché i simboli politici devono stare fuori dal tempio di Dio. Ha protestato Giuliano Zulin, su Libero: “anche i preti sbagliano”, e il leone alato, “anche se impugna la spada, ha sempre il vangelo vicino”. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha lamentato il fatto che per colpa si alcuni “burocrati” la bandiera che un millennio “ha difeso e sostenuto il mondo cristiano” non è potuta entrare in chiesa.

Luciano Vanciu

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31 commenti

Painkiller

”don Renato Mazzuia, parroco della Chiesa di Santa Maria di Lourdes, a Mestre, ha detto “no”, perché i simboli politici devono stare fuori dal tempio di Dio.”

Beh allora perchè il tempio di dio non sta fuori dalla politica?

Kaworu

domanda più che legittima.

ma direi che questo evento fornisce un quadro preciso:

i preti comandano, l’italia è succube. non c’è niente di reciproco nel rapporto tra stato e chiesa.

POPPER

Se invece della bandiera leghista avessero messo quella tricolore son certo che il parroco non averebbe detto di no, almeno spero, perchè altrimenti anche le bandiere degli alpini o dei altri corpi dell’esercito non potrebbero più avere l’onore di ricordare i propri soldati.

E poi al parroco che gli ferega della bandiera? Io non sono leghista e non lo sarò mai, ma credo che avrebbe poturo chiudere un occhio, del resto il defiunto li ha chiusi tutti e due, sintomo che c’è davvero un malumore e mal di pancia tra ccar e Leghisti.

Marcus Prometheus

Il parroco e’ uno sciocco che non ha saputo neppure leggere le disposizioni vescovili a cui era tenuto ad attenersi e non conosce o non apprezza la storia ne’ la simbologia ufficiale della sua terra veneta, ed ha fatto confusione fra cose vietate e cose ammesse dal suo vescovo.

INFATTI ho letto in modo preciso che non si trattava assolutamente di bandiera della Lega Veneta, partito politico (e quindi rientrante fra i simboli proibiti dalla disposizione sia vescovile).
Si trattava invece decisamente della bandiera della Regione Veneto, ufficialissimo organo territoriale della Repubblica italiana.

Vero e’ che le due bandiere sono simili in quanto a colore predominante rosso ed entrambe con simbolo predominante il gloriosissimo Leone Veneto o leone di San Marco Evangelista. Ma sono anche distinguibili e se non bene conosciute i parenti e gli amici del morto avevano provato a spiegare la cosa all’ignorante e cocciuto.
Ma il parrroco non ha voluto sentir ragioni mostrandosi sia testardo come un mulo, sia particolarmente avverso alla Lega.

INOLTRE anche se non era quello il caso, ripeto, il morto era uomo di partito, ma NON chiedeva di essere seppellito con simboli del partito ma della sua amata terra e regione, secondo me il prete se non fosse stato particolarmente sciocco e testardo uomo di parte avrebbe benissimo potuto (e forse anche avrebbe *dovuto*) tenere conto che una bandiera (fosse anche di una polisportiva o di un partito, entrambe proibite dal vescovo) sulla quale e’ rappresentato un simbolo che e’ *anche* il simbolo di un santo cattolico, anzi di uno dei 4 evangelisti e patrono ed eponimo amatissimo della citta’ poteva benissimo entrare un quarto d’ora in chiesa per una benedizione ad un feretro secondo le ultime volonta’ del morto.

POPPER

si Marcus Prometheus, sono d’accordo con te, queste sono discriminazioni odiose che preoccupano gli stessi cattolici, se un giorno dovessero volere la stessa cosa sulla propria bara.

Però vedi, né in punto di morte né da morti oggi si è rispettati dallo stato e dalla chiesa (nei suoi preti non tutti uguali ma alcuni addirittura odiosi), che insieme han imbastito un ddl Calabrò che vuole imporci anche il modo in cui morire, cioè, previa tortura? Persino dobbiamo pagare i preti perchè facciano assistenza spirituale negli ospedali, quando invece dovrebbero falor per vocazione sacerdotali…mah…

Vocazione sacerdotale? ma che stai a dire Popper, diresti tu? Beh, giusta domanda!

Federico Tonizzo

E allora perchè i CROCIFISSI non devono stare FUORI dalle aule delle scuole PUBBLICHE? 👿

nightshade90

e fuori dai tribunali?

cos’è, in chiesa non ci devono stare simbolo politici perchè edificio ad uso puramente religioso ma in edifici ad uso puramente pubblico e statale (scuole e tribunali) i simboli religiosi (o meglio: quello di una sola e singola religione in particolare e non quello di altre) ci devono stare per legge?

la solita storia dei due pesi e due misure dei cattolici: a loro tutto deve essere permesso, agli altri tutto deve essere negato….

Federico Tonizzo

Il mio “Esatto” delle 21:41 si riferisce al commento di nightshade90 e non a quello di “Federico”, che è diventato visibile (prima sarà stato in attesa di approvazione) dopo che io ho scritto il mio.

antichi sa-pori e do-lori

le religioni tengono conto del fatto che credere vuol dire non sapere nulla.
gli atei al contrario tengono conto del fatto che ragionare vuol dire non essere ignoranti e sapere e conoscere.
gli atei ci saranno sempre perche sempre ci sono stati, cerano prima degli ebrei e anche dopo che l´´ebraismo, come il cristianesimo e tutte le altre credenze, non ci saranno piü. viva il mondo libero dalle religioni viva la ragione abbasso la prigione delle religioni´. il credere e´´ la filosofia dello stolto. la religione metafisica dei vinti dalla vita

Nikolaus

Odio i leghisti, ma in questo caso dò ragione al defunto (fra l’altro la volontà bisogna rispettarla). Capirei si fosse trattato del simbolo della lega, ma il caso qui riguarda la bandiera della rep di S Marco, che non ha nulla di politico.

vad

“Luca Zaia, ha lamentato il fatto che per colpa si alcuni ‘burocrati la bandiera che un millennio ‘ha difeso e sostenuto il mondo cristiano […]’.

Vedi quarta crociata…

Paul Manoni

Politico!? 😯

Scusate ma la scritta sul libro che il Leone di San Marco tiene sotto la sua zampa, non ha un bel niente di politico ma tutto di religioso!…”PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS”. Piu’ chiaro di così!!

Peraltro bisogna ricordare anche che lo stesso San Marco, rappresentato in forma di leone, è tipico dell’iconografia cristiana derivante dalle visioni profetiche contenute nel versetto dell’Apocalisse di san Giovanni 4,7.

Esistono varie interpretazioni del simbolo pero’…Forse questo aiuterebbe un pochino a far chiarezza: http://it.wikipedia.org/wiki/Leone_di_san_Marco
Resta il fatto che e’ sicuramente un simbolo di derivazione cristicola…Che il parroco abbia detto “no” a prescindere, suona piu’ come una ripicca nei confronti dei leghisti.

Rasputin

“perché i simboli politici devono stare fuori dal tempio di Dio”

Quanto a facciadaculismo, hanno nuovamente superato se stessi, incredibile…

Francesco

Scusate ma non e’ un piacere vederli litigare tra loro.

Daniele

Mai quanto le botte da orbi a colpi di oggetti “sacri” fra diverse fazioni cristiane alla chiesa di Gerusalemme…

Qui mi mette un po’ tristezza il non voler rispettare le ultime volontà di un morto… penso all’arroganza del prete che benedì “a forza” la salma di un ateissimo morto noncurante (anzi, sprezzante) del dolore che provocava ai parenti presenti…

…ma è bene che facciano notizia queste cose… che si sappia quanto possono essere arroganti i preti… e per una volta che oltraggiano “uno di loro”…

Kaworu

mah sai, chi è morto giace e chi è vivo si dà pace.

è brutto si, ma del resto il morto non protesterà.

semmai i familiari e gli amici dovrebbero sfruttare queste “occasioni” per capire di che pasta è veramente fatta la chiesa.

Franko

la bandiera che un millennio “ha difeso e sostenuto il mondo cristiano”

ahah, qui si dimostra di non conoscere la storia! mi permetto di ricordare la guerra dell’interdetto

FSMosconi

Riescono sempre a sorprendermi. 😯 Peccato lo facciano sempre nel senso sbagliato… 😉

Francesco

Veneto: prete dice “no” al leone sulla bara ai cogl…i della lega.

Roberto Grendene

non capisco il problema

le regole del club prevedono che il parroco comanda (*)

i familiari potevano celebrare un funerale civile

(*)
Catechismo 1269:
Divenuto membro della Chiesa, il battezzato non appartiene più a se stesso […] è chiamato […] ad essere « obbediente » e « sottomesso » ai capi della Chiesa

giordanobruno

@ Roberto Grendene

Quoto. Se il leghista defunto desiderava tanto avere la bandiera della Serenissima Repubblica di San Marco sul proprio feretro, poteva benissimo optare per un funerale civile. È persino banale ricordarlo.

In questa vicenda mi pare di scorgere l’ennesima dimostrazione della doppiezza leghista: si celebrano riti pagani in onore del dio celtico Po ed allo stesso tempo si stringono sante alleanze con i settori più retrivi del cattolicesimo italiano, si sbraita contro Roma ladrona e poi si votano in parlamento leggi e leggine che servono solo a tutelare la corruzione del regime. Finché gli dura…

#Aldo#

Per unire le due cose avrebbe potuto fare un funerale in onore del ed ii>onorato dal Po. Personalmente, dovessi scegliere tra l’affezione verso un fiume della mia terra d’origine e quella verso un’entità immaginaria non avrei dubbio alcuno. Anche perché un fiume, se non altro, è indiscutibilmente essenziale alla vita. Sorvolo comunque sul fatto che onorare un fiume significa prima di tutto agire per non ucciderlo, e il Po lo abbiamo ucciso a partire da diversi decenni fa in mille e mille modi fantasiosi.

vime

Io avrei tolto la bandiera giusto per il tempo della cerimonia religiosa, poi l’avrei rimessa, così il prete non poteva più lamentarsi.

Ma sta alle onoranze funebri prendere queste iniziative, cercando di mediare le volontà del defunto e le richieste del prete.

Marcus Prometheus

LA STORIA
Il prete al funerale respinge la bara
«Togliete la bandiera veneta»
Leghista di Mestre l’aveva voluta per il suo funerale. Amarezza tra amici e famigliari: «Era una delle sue volontà, il leone di San Marco non è simbolo di partito»

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VENEZIA — L’aveva confidato agli amici di una vita: «Quando muoio, seppellitemi avvolto nella bandiera di San Marco». Luigi Sartorelli, d’altra parte, con quel leone nel cuore aveva vissuto un’avventura lunga vent’anni, tirando su decine e decine di ragazzi cresciuti leghisti a Mestre e dintorni. E proprio loro, quando la bara di «Gigi» è stata sollevata giovedì sul sagrato della chiesa di Santa Maria di Lourdes in via Piave, a Mestre, hanno voluto rendergli l’ultimo omaggio, tener fede all’ultima promessa, spiegando una bandiera della Serenissima e stendendola sopra il feretro. Che però così ornato ha fatto solo pochi passi.

Don Renato Mazzuia, il parroco chiamato a celebrare le esequie, ha infatti fermato il corteo funebre: «Con quella bandiera lì sopra, non lo benedico neppure» avrebbe detto ai famigliari. Ne sarebbe nato un diverbio, secondo quanto riferiscono gli uomini del Carroccio, che alla fine hanno ceduto: la bandiera del Veneto è stata tolta e solo allora la bara è stata lasciata entrare in chiesa, dove il funerale si è poi svolto normalmente. «Un episodio che ci ha amareggiato moltissimo – racconta Alessandro Vianello, segretario cittadino della Lega – ci è sembrata una forzatura senza senso, in un momento triste, in cui si cerca soltanto di salutare degnamente chi ci ha lasciato, dando pace alle sue ultime volontà e stando vicini alla sua famiglia». E Gigi Sartorelli non aveva chiesto poi molto: d’essere benedetto in chiesa e d’essere accompagnato nell’addio dai simboli della terra che aveva amato e del partito in cui aveva creduto. Per lui, che aveva fondato la sezione mestrina della Lega all’inizio degli anni Novanta, che era stato segretario cittadino fino a quattro anni fa ed aveva guidato la circoscrizione del partito sulla terraferma fino al tragico arresto cardiaco che l’ha stroncato a 67 anni, il movimento aveva portato in via Piave un cuscino di rose a comporre il Sole delle Alpi e, appunto, il vessillo del Veneto.

«Abbiamo evitato di portare con noi le bandiere del partito – spiega Vianello – che pure gli avrebbero fatto piacere, proprio perché abbiamo pensato che potessero essere strumentalizzate e potesse nascerne qualche polemica spiacevole». Per scatenare un putiferio è bastata quella della regione. Pare che all’origine della decisione di don Mazzuia di non lasciare che la bara entrasse coperta dalla bandiera via sia una precisa disposizione del Vaticano, che vieta di esporre all’interno delle chiese simboli di partito. «Il punto è che il leone di San Marco non è il simbolo della Lega Nord ma quello del Veneto – continua Vianello – dunque non si capisce dove sia il problema». A ben vedere il 19 agosto scorso, l’arcivescovo di Sassari monsignor Paolo Mario Virgilio Atzei ed il vescovo di Nuoro monsignor Pietro Meloni accolsero senza alcun problema il feretro dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga nella Chiesa di San Giuseppe a Sassari, avvolto dal tricolore sì, ma anche dai quattro mori della bandiera sarda.

Difficile anche appellarsi a ragioni di decoro, visto che di fronte al dolore spesso si indulge, lasciando che i famigliari e gli amici espongano quanto di più caro vi era stato per il defunto, non ultime le bandiere della squadre del cuore. Tant’è, alla fine le esequie si sono svolte come da rigido regolamento vaticano. Ma gli amici di Gigi non hanno rinunciato ad una piccola rivincita. Si sono infatti organizzati in fretta ed all’uscita dalla chiesa l’hanno accolto schierati con le bandiere del Veneto sollevate al cielo. Per fargli ombra, col leone di San Marco. Come avrebbe voluto, per il suo ultimo viaggio.

Marco Bonet
01 aprile 2011

COMMENTI COMMENTI

Non dovevano cedere al prete. Dovevano andarsene…
01.04|20:44
Lettore_1892504
che senso ha la benedizione di uno zotico che neppure sa che il vessillo di San Marco non è bandiera di partito bensì bandiera della Serenissima?? La chiesa è sempre più lontana dal popolo e dalla sua stessa storia.

Chiesa allo sbando… un pretino ignorante e arrogante
01.04|20:44
Lettore_1892504
la bandiera di San Marco è il vessillo della Repubblica di Venezia che, una delle istituzioni di civiltà migliori della storia italiana, … il prete oltre a essere un disgraziato è anche un IGNORANTE. Il prete non saprà neanche che fu anche Venezia a difendere l’ Europa dall’ Islam a Lepanto… grave errore… la Chiesa cattolica sparirà… ormai è una forza incurante della stessa storia europea, delle sue stesse genti… che ridicolmente si scava la fossa da sola promuovendo l’ immigrazione islamica…

Paolo Manzoni

Per la precisione: quello non ammesso in chiesa non era il gonfalone ufficiale né della Regione del Veneto né del Comune di Venezia. Era uno dei gonfaloni della Repubblica di Venezia (erroneamente ritenuto la bandiera di guerra), fatto però simbolo proprio dalla Liga Veneta ed ora della Lega Nord (anche se sotto la “guardia” dello spadone di Alberto da Giussano). D’altronde, a far scoppiare il caso è stata non per niente la Lega Nord.
Poi, chiaramente ognuno può pensare e ritenere quello che vuole. Io sono del parere che è di Cesare quel che è di Cesare, e di Dio quello che è di Dio, per chi ci crede. E che, di conseguenza, ognuno è padrone in casa propria. Il che vuol dire anche che deve avere il coraggio e la forza di farsi rispettare, costi quel che costi.

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