La comune lotta contro di quella che essi chiamano l’“islamizzazione della Francia” vede ancora una volta riunito un terzetto molto combattivo ma altrettanto eterogeneo, formato da un gruppo di estrema destra come Bloc Idénditaire, da una formazione “laica di sinistra” come Résistence Républicaine e da un’altra che si vuole in qualche maniera al di sopra delle parti come Riposte Laïque.
Dopo la prima riunione all’insegna dell’“Aperò salame e vino rosso” nel giugno scorso, e la seconda in dicembre, denominata “Assise sull’islamizzazione”, il trio questa volta si riunisce in un ristorante berbero di Parigi e indice una conferenza stampa.
“Di fronte allo spettacolo di una classe politica che continua a negare i pericoli che corre il nostro paese, il trio esige misure di salute pubblica” – riporta Libération. Naturalmente vista l’eterogeneità delle tre formazioni, le proposte non possono che essere le più diverse.
Il presidente del Bloc Idéntitaire, Frabrice Robert, dichiara: “Per invertire il rapporto di forze con i musulmani, pensiamo che il messaggio debba essere chiaro: né moschée, né velo, né sovvenzioni, né rivendicazioni”, proponendo tuttavia nello stesso tempo un partenariato con i paesi musslmani, “affinché i musulmani di Francia possano andare a vivere la propria fede in terra d’islam”: rimpatriandoli, ovviamente.
Christine Tasin, presidente de “Résistence Républicaine“ pensa ad una moratoria delle costruzioni delle moschee perché ritiene che bisogna prima capire bene che cosa vi si predica e se ciò rispetta la legge francese, ricordando, a tal proposito, quello che già Napoleone aveva chiesto agli ebrei e quello che questi avevano accettato per integrarsi. Chiede pertanto che i musulmani “spurghino” il Corano e propone che “se non lo fanno, bisognerà vietare l’islam”, poiché, secondo lei, “non è la Francia che deve adattarsi all’islam ma viceversa questo alla Francia”.
Riposte Laïque, da parte sua, aggiunge che “l’islam non è solo una religione… ma un progetto politico-religioso totalitario” di conquista e, mentre Bloc Idéntitaire rifiuta l’accusa d’islamofobia, Résistence Républicaine invece la rivendica pienamente sostenendo che “non c’è altra soluzione che temere l’Islam. Che la gente non sia islamofoba è cosa che mi sbalordisce”, afferma il suo presidente.
La riunione e conferenza stampa, che ha visto la presenza d’una ventina di giornalisti della carta stampata e d’internet, ha avuto luogo alla vigilia di quel dibattito sulla laicità, (per non dire sull’islam, precisa Riposte Laïque) organizzato dall’UMP, e fortemente voluto dal suo patron Sarkozy. Testo completo e video della conferenza sono disponibili sul sito stesso di Riposte Laïque.
Franco Virzo
Beh, la proposta di “Bloc Idénditaire” mi sempbra un po’ troppo eccessiva e sostanzialmente impraticabile. L’idea (partenariato) di spedire i mussulmani nei loro paesi di origini, per seguire il loro credo, penso sia solo una provocazione.
Quella di “Résistence Républicaine” che vorrebbe “riscrivere” il Corano, non verraà accettata mai e poi mai.
Certo cha a furia di aperitivi a vino e salsiccie, una cosa buona i mussulmani sono riusciti a farla in terra di Francia…Hanno praticamente unito persone con ideologie opposte, sotto il vessillo della lotta all’islam. 😉
Paul, non vedo la proposta di “spedire” alcuno, nella proposta. Si parla di “partenariato con i paesi musslmani, affinché i musulmani di Francia possano andare a vivere la propria fede in terra d’islam”, ovvero di un ritorno su base volontaria per tutti coloro che ritenessero la Francia e i suoi costumi incompatibili con le proprie convinzioni religiose. A me sembra ragionevole.
Ho per alcuni anni accarezzato l’idea (il sogno?) di trasferirmi in un altra zona del mondo e, che tu ci creda o no, la prima cosa che ho fatto è stata interessarmi del modo di pensare e di agire locale, pienamente convinto di doverlo fare mio qualora fossi emigrato. Un’altra delle mie più assidue letture era il sito governativo appositamente allestito affinché gli stranieri possano conoscere le leggi locali ed attenercisi fin dal primo momento. Cosa che la gente del luogo pretende senza troppi giri di parole.
Dimenticavo: colà la cittadinanza non viene concessa in automatico dopo tot anni, ma può essere concessa o negata a discrezione di una commissione che analizza le domande una ad una. Avremmo tanto da imparare.
Pardon, non li caccinao, li invitano ad accomodarsi altrove! 🙂
“Non vedo la proposta di “spedire” alcuno, nella proposta. Si parla di “partenariato con i paesi musslmani, affinché i musulmani di Francia possano andare a vivere la propria fede in terra d’islam”, ovvero di un ritorno su base volontaria per tutti coloro che ritenessero la Francia e i suoi costumi incompatibili con le proprie convinzioni religiose. A me sembra ragionevole”.
Piccolo particolare: i musulmani francesi sono di nazionalità francese nonchè fierissimi di esserlo, per cui dubito fortemente che decidano di vivere nel loro paese d’origine ( nonostante la loro strenua difesa delle origini).
L’idea è pertanto una forte provocazione poichè gli immigrati di terza generazione (ed è molto spesso il caso francese) non hanno la minima idea di come si viva “a casa loro”: rischierebbero pertanto di essere considerati alieni persino in patria visto che, nonostante tutto, la civilizzazione avanza, anche in Maghreb e Algeria, a passi lenti verso la modernità mentre loro, nati in Francia hanno la malsana tendenza a idealizzare tradizioni antiche che forse non esistono neanche più, contro il mondo a cui sono abituati nell’ “infedele” Occidente.
Se si sentono così tanto Francesi, sicuramente si comporteranno come tali non creando alcun motivo di contrasto. Se invece il contrasto c’è, evidentemente così Francesi non sono, indipendentemente da quante generazioni di presenza sul suolo francese hanno alle spalle.
Aldo, la realtà dell’immigrazione francese è questa e lo confermeranno certamente coloro che vivono o hanno vissuto in Francia (come me del resto).
In ogni caso si tratta di una provocazione che non porterà a nulla di buono.
e diventeranno maggioranza quanto prima, per estinzione del nemico causa colesterolo altissimo
(Avevo già segnalato questo articolo di Odifreddi – che merita a mio parere di essere tenuto ben presente – apparso sul sito de La Repubblica. Contavo di proporlo direttamente quando se ne fosse presentata l’occasione. Come ritengo sia questa)
LE INVASIONI BARBARICHE
Lo storico Alessandro Barbero ha scritto qualche anno fa due libri bellissimi e tragicissimi: 9 agosto 378. Il giorno dei barbari (Laterza, 2005) e Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano (Laterza, 2006). E al Festival di Sarzana del 2007 li ha raccontati in tre serate, intitolando la serie delle sue conferenze Le invasioni barbariche.
Chi abbia letto le sue pagine, o sentito le sue parole, non ha potuto fare a meno di sostituire “barbari’” con “extracomunitari”, e “impero romano” con “comunità europea”, tanto erano evidenti le analogie tra i fatti di allora e quelli di ora. E naturalmente era proprio questo ciò che Barbero intendeva suggerire con i suoi resoconti storici.
Quello che colpiva allora, e colpisce ora, erano e sono le ineluttabili forze oggettive che determinavano e determinano i fatti, da un lato. E le impotenti volontà soggettive che si illudevano e si illudono di riuscire a esoricizzarli, dall’altro: in particolare, attraverso impotenti misure di calmieramento dell’invasione, della stessa natura e della stessa inefficacia di quelle dei nostri antenati.
Credere di poter fermare la fine del sistema capitalistico occidentale attraverso una regolamentazione del flusso dell’immigrazione, è come sperare di poter fermare la caduta libera di un masso facendo le corna, o di poter far piovere facendo una danza o recitando una preghiera appropriate. Non a caso, i nostri governanti sono appunto del tipo di quelli che fanno le corna, danzano e pregano.
La realtà dei fatti, detta in una parola, è semplicemente che il venti per cento della popolazione mondiale possiede l’ottanta per cento della ricchezza e consuma l’ottanta per cento delle risorse mondiali. E poichè la storia dei popoli funziona secondo il principio dei vasi comunicanti, essa doveva tendere prima o poi a far trasferire i tre quarti di questa ricchezza e di queste risorse al rimanente ottanta per cento della popolazione, per riequilibrare le cose.
Se veramente avessimo voluto evitare che si preparassero le nuove invasioni “barbariche”, avremmo dovuto pensarci prima, e dirottare una vasta percentuale delle nostre ricchezze ai paesi del terzo mondo, per creare in essi condizioni di vita che riequilibrassero almeno in parte lo squilibrio che oggi sta provocando l’esodo.
Non l’abbiamo fatto, e non facendolo abbiamo dimostrato di non aver imparato la lezione della storia. E non abbiamo nemmeno l’attenuante di essere stati colti di sorpresa, perchè queste migrazioni si erano appunto già verificate, e dovevamo riaspettarcele. Hanno dunque poco da sbraitare i leghisti e i razzisti che credono di fermare gli extracomunitari che premono alle porte.
Non li fermeremo, e proprio grazie alla loro ottusa miopia. La miopia di chi crede che per fermarli basti fare pellegrinaggi alle sorgenti del Po, imporre il Sole delle Alpi sui muri dei locali pubblici, biascicare in dialetto fora dai ball, rivendicare le origini cristiane dell’Europa e altre amenità del genere. La miopia di chi non capisce che se fossero queste le cose che dovremmo salvare, allora sarebbe meglio aprire le porte all’invasione perchè tutto si compisse il più presto possibile.
Diciamoci la verità: i veri barbari sono loro, e non certo quei poveracci che sognano di trovare la civiltà in casa nostra. E quando tra qualche secolo un novello Barbero racconterà il modo in cui sarà successo ciò che ha già cominciato a succedere, non è detto che invece di “invasioni barbariche” non parlerà di ‘caduta della barbarie’.
Mi dispiace, ma dissento da Odifreddi (e credo anche da Bruno Gualerzi).
Fra dieci anni ci sarà un miliardo di persone in più su questa terra: saremo passati dagli attuali 7 miliardi a 8 miliardi. Una Cina o un’India in più. Poi tra altri dieci anni saremo 9 miliardi (un’altra Cina o India attuali in più – nel frattempo Cina e India si saranno ovviamente e ulteriormente “sviluppate” – demograficamente. Apprendo che mentre noi cianciamo l’India non ha più 1 miliardo di abitanti, ma ben 1,2 miliardi – ed è destinata a superare la Cina, più o meno ferma a 1,35 miliardi – se dobbiamo credere a queste cifre).
Secondo Odifreddi (e Gualerzi?) è colpa nostra, di noi occidentali – biechi capitalisti e sfruttatori del mondo intero – se le cose vanno male, ed è più che giusto se tutti questi poveri diavoli ci prenderanno a calci in kulo.
No, sentite, siamo seri: parliamo di demografia.
Oh, scusate, che ci azzecca la demografia con l’UAAR!
Sfruttamento o no…
a mio parere sì, ma, sempre a mio parere, non è questo il punto. Personalmente penso che i giudizi etici sugli avvenimenti storici, pure inevitabili e legittimi, lasciano il tempo che trovano, mentre sono le conseguenze di questi avvenimenti coi quali si ha a che fare al presente…
e i dati sono questi, e le conseguenze le abbiamo tutti sotto gli occhi.
La questione demografica? Assolutamente fondamentale… ma non vedo il nesso, almeno direttamente, con le ‘ivasioni barbariche’. Non credo che il problema dell’esplosione demografica – ripeto, assolutamente centrale – possa essere risolto chiudendo le frontiere. E’ provato che un certo benessere (concentrato attualmente nel venti per cento della popolazione mondiale mentre il restante ottanta per cento…) riduce la natalità.
Inoltre – e qui l’UAAR ‘ci azzecca’ – c’è da fare i conti con l’nsensata politica ‘pro life’ della chiesa.
@ Bruno
Non bisogna pero’ essere miopi di fronte alla politica ‘pro-life’ della chiesa senza guardare anche al problema ben più grave dei min.5 figli sfornati dalle giovani famiglie di religione islamica.
Strategia dietro alla quale fioccano tanti soldini (assegni familiari) elargiti da molti Paesi europei, e ragione per cui sono del parere che gli “immigrati” approdino in Italia solo come passaggio per arrivare, fra gli altri, in Francia o Belgio dove non è insolito vivere totalmente a spese dello Stato (meglio se con tanti figli a carico).
E allora l’UAAR ci azzecca due volte 🙂
@ Sergio.
Non credo sia quello il senso dell’articolo: non è colpa degli occidentali se “le cose vanno male”, non è una questione morale sulle colpe del capitalismo, il fatto è che gli “occidentali” non possono continuare ad illudersi di poter difendere a oltranza il proprio dorato giardinetto.
L’esplosione demografica in atto non farà altro che spostare il “problema” su scala planetaria.
Bruno G. scrive:
«Non credo che il problema dell’esplosione demografica – ripeto, assolutamente centrale – possa essere risolto chiudendo le frontiere.»
E allora apriamo le frontiere a tutti, cioè ai 6-7 miliardi che vivono peggio di noi? Non dimentichiamo che l’UE ha decine di milioni di disoccupati e sottoccupati, che in Italia le paghe medie oscillano tra i 1’200 e i 1’800 euro (non so se netti, credo di sì). Insomma, non si sciala nemmeno da noi. Va bene, rispetto ai 6-7 miliardi di cui sopra saremo pure dei privilegiati, anzi dei superprivilegiati (acqua corrente, riscaldamento, vitto e alloggio assicurato, istruzione e sanità quasi gratuite – quasi, perché si pagano con le tasse ecc.).
È chiaro che con l’istruzione e un innalzamento del livello di vita la natalità cala automaticamente (vedi l’Italia del dopoguerra), ma ormai il disastro è compiuto, non si può più sperare che innalzando il livello di vita dei 6-7 miliardi di cui sopra poi le cose si aggiusteranno rapidamente.
Siamo fuori tempo massimo, ci penserà la natura o il Dio dei cristiani a fare un po’ d’ordine. Qualche avvisaglia l’abbiamo già avuta: 250’000 morti in Indonesia nel 2004, 300’000 ad Haiti un paio d’anni fa, tsunami in Giappone qualche settimana fa. Ma questo è solo l’antipasto. Quando non ci sarà più petrolio – fra non molto, alcuni di noi/voi vivranno la crisi in diretta – e quindi nemmeno più niente da mangiare (perché senza petrolio non si mangia) – allora i sopravvissuti si scanneranno per assicurarsi quel poco che resta.
Attualmente esistono 193 Stati. Tutti questi Stati hanno confini riconosciuti ed eserciti per difenderli (perfino il Vaticano ha un esercito, anche se da operetta). Confini riconosciuti significa che i 193 Stati attuali sono sovrani. Aboliamo gli Stati e le frontiere? Aboliamo anche la proprietà privata, visto che è un furto (secondo Rousseau e Elio Petri)? Perché no?
Ateismo o barbarie. Giorni fa ho letto lo slogan “ecosocialismo o barbarie”. Mi è piaciuto. Non è in antitesi all’altro slogan, ateismo o barbarie, si integrano.
Però mettiamo tutte le carte in tavola, tutte, senza dare subito del razzista o xenofobo a chi vorrebbe essere padrone almeno in casa sua. La violazione di domicilio è ancora reato.
Sergio, hai ragione da vendere. Ma non servirà, perché l’homo è homo, ma non è sapiens.
“affinché i musulmani di Francia possano andare a vivere la propria fede in terra d’islam”: rimpatriandoli, ovviamente.”
Se qui iniziano a mandarci i cristiani degli altri paesi siamo fregati.
Non scherzarci..!
La comunità cattolica Irachena per esempio, non aspetta altro. 😯
Risposta di un italiano liberale e laicista ad Odifreddi sull’aperturismo illimitato agli invasori
Lo storico Alessandro Barbero ha scritto qualche anno fa due libri bellissimi e tragicissimi: 9 agosto 378. Il giorno dei barbari(Laterza, 2005) e Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano (Laterza, 2006). E al Festival di Sarzana del 2007 li ha raccontati in tre serate, intitolando la serie delle sue conferenze Le invasioni barbariche.
Chi abbia letto le sue pagine, o sentito le sue parole, non ha potuto fare a meno di sostituire “barbari’” con “extracomunitari”, e “impero romano” con “comunità europea”, tanto erano evidenti le analogie tra i fatti di allora e quelli di ora. E naturalmente era proprio questo ciò che Barbero intendeva suggerire con i suoi resoconti storici.
Quello che colpiva allora, e colpisce ora, erano e sono le ineluttabili forze oggettive che determinavano e determinano i fatti, da un lato. E le impotenti volontà soggettive che si illudevano e si illudono di riuscire a esoricizzarli, dall’altro: in particolare, attraverso impotenti misure di calmieramento dell’invasione, della stessa natura e della stessa inefficacia di quelle dei nostri antenati.
Marcus Prometheus: Il secono libro, bello, lo ho letto anche io e le conclusioni non sono necessariamente di inevitabilita’,
che poi e’ un concetto molto religioso, non laico. Gli uomini liberi cercano di forgiare coi loro liberi sforzi il loro destino, non credono ne’ alla Provvidenza Divina cristiana, ne’ alla Provvidenza della storia marxista rivolta verso una meta prefissata.
Non credono nemmeno ad una evoluzione prefissata quasi un disegno intelligente.
Allora al tempo del primo collasso della civilta’ nella nostra penisola, e nella nostra Europa furono i cristiani cattolici che tradirono la civilta’ che li nutri’ (e peggiorarono tutto perseguitando gli ariani goti e tutti i barbari intorno all’impero romano eccettuati i soli Franchi ed Alamanni per motivi di astrusa teologia, tirandosi addosso anche ostilita’ religiosa oltre che desiderio di preda).
Adesso pare che per i primi della classe nei festeggiamenti pro invasioni barbariche siano le retroguardie sconfitte del sovietismo insomma i comunisti perfino troppo rintronati dalla caduta del muro da non capire neanche di aver perso.
Ma il comunismo secondo Maritain e’ l’ultima eresia del cristianesimo per cui cambia proprio poco, anche senza alludere a Vico ed ai corsi e ricorsi della storia, intendo dire che sempre masochisti ed uccelli di sventura religiosa sono tutti e due.
Odifreddi:
Credere di poter fermare la fine del sistema capitalistico occidentale attraverso una regolamentazione del flusso dell’immigrazione, è come sperare di poter fermare la caduta libera di un masso facendo le corna, o di poter far piovere facendo una danza o recitando una preghiera appropriate. Non a caso, i nostri governanti sono appunto del tipo di quelli che fanno le corna, danzano e pregano.
Marcus Prometheus:
La fine del capitalismo? certo col picco del petrolio non stiamo messi bene per niente, ma il capitalismo per ora ha visto prima la fine dei suoi avversari e profeti di sventura che non la propria, riuscendo sempre ad adattarsi a nuove condizioni, e perfino dopo un collasso energetico mi pare piu’ probabile che gli uomini si riorganizzino di propria iniziativa privata piuttosto che riunirsi in sovkoz… Comunque Lei speri pure.
I governanti di tutta Europa e non solo i nostri italiani (che fanno le corna, e’ vero, almeno su questo il prof Odifreddi ha ragione), pare che ultimamente si siano convinti dei cattivi risultati per l’Europa e per i loro destini elettorali del comunitarismo.
Infatti Merkel Cameron Sarkozy, Governo Olandese ed altri se ne sono usciti dicendo che Il comunitarismo ha fallito.
Purtroppo e’ la tolleranza del comunitarismo da parte di lorsignori i politiciche ha fallito ad ottenere un minimo di integrazione atta a far convivere pacificamente i cittadini, e gli ospiti quai tutti autoinvitatisi, comunque e’ bene che l’abbiano capito e l’abbiano proclamato in pubblico, ora vedremo se seguono i fattim se vogliono salvare non il capitalismo sibbene le nazioni d’Europa e la sua civilta’ originale.
Odifreddi:
La realtà dei fatti, detta in una parola, è semplicemente che il venti per cento della popolazione mondiale possiede l’ottanta per cento della ricchezza e consuma l’ottanta per cento delle risorse mondiali. E poichè la storia dei popoli funziona secondo il principio dei vasi comunicanti, essa doveva tendere prima o poi a far trasferire i tre quarti di questa ricchezza e di queste risorse al rimanente ottanta per cento della popolazione, per riequilibrare le cose.
Marcus Prometheus:
Odifreddi non tiene conto di un piccolo particolare che invece mi pare non proprio trascurabile nel suo quadretto:
Il venti per cento della popolazione mondiale consuma l’ottanta per cento delle ricchezze perche’ produce l’ottanta per cento della ricchezza mondiale. Eppure Odifreddi dovrebbe sapere o da Marx o almeno da Celentano che chi non lavora non consuma (e non fa neanche all’amore), insomma lavoro o produzione che dir si voglia, e’ in rapporto con consumo. Chi produce poi consuma, chi in un secolo si e’ dedicato a guerre genocidi ed ha usato tutte le sue risorse a moltiplicarsi numericamente da 170 milioni di persone a un miliardo cioe’ l’Africa che diritto ha a parte delle ricchezze che io produco anche perche’ finalmente su un territorio sovrappopolato come l’Italia mi sono messo a fare molti meno figli perfino del semplice tasso di sostituzione? Bassissima e’ ‘impronta ecologica di chi fa meno figli del tasso di sostituzione, ed in Italia gli autoctoni con 1,2 figli a coppia attualmente dimezzano nell’arco di una generazione. Anche a questo titolo che diritto hanno gli africani a quello che produco io?
Odifreddi:
Se veramente avessimo voluto evitare che si preparassero le nuove invasioni “barbariche”, avremmo dovuto pensarci prima, e dirottare una vasta percentuale delle nostre ricchezze ai paesi del terzo mondo, per creare in essi condizioni di vita che riequilibrassero almeno in parte lo squilibrio che oggi sta provocando l’esodo.
Marcus Prometheus:
Assolutamente inutili ed anzi nocivi (per noi e per loro) tutti gli aiuti alimentari che ammazzano l’agricoltura locale e che vengono utilizzati solo per mettere al mondo nuove bocche da sfamare.
Avremmo dovuto regalare solo preservativi e pillole, ma si opposero Chiese ed imam.
Comunque produrre ed arricchirsi del proprio lavoro dopo millenni di fame e’ un reato solo per quella follia ideologica respinta dai popoli di tutto il mondo e detta comunismo.
Per me lavorare e produrre non lo e’. Neppure per gli operai presumo.
E tutti operai e non hanno diritto a difendersi se aggrediti, anche se con pretesti forniti graziosamente da cattivi maestri.
Odifreddi:
Non l’abbiamo fatto, e non facendolo abbiamo dimostrato di non aver imparato la lezione della storia. E non abbiamo nemmeno l’attenuante di essere stati colti di sorpresa, perchè queste migrazioni si erano appunto già verificate, e dovevamo riaspettarcele. Hanno dunque poco da sbraitare i leghisti e i razzisti che credono di fermare gli extracomunitari che premono alle porte.
Marcus Prometheus:
Veramente ha poco da sbraitare anche lei.
Che c’entra il razzismo se uno vuol restare quello che e’ a casa sua?
In quanto a lezioni della storia, Professor Odifreddi, Lei si ricorda quella tipica espressione comunista che parlava del capitalismo destinato a finire dentro all’ immondezzaio della storia, appena appena sospinto dalla ramazza del Marxismo?
Ebbene professore chi c’e’ finito nell’immondezzaio della storia, insieme ai calcinacci del muro di Berlino?
E, fatto ancor piu’ disonorevole, direi, totalmente per demerito proprio, non per violenta ramazzatura dell’avversario.
Odifreddi:
Non li fermeremo, e proprio grazie alla loro ottusa miopia. La miopia di chi crede che per fermarli basti fare pellegrinaggi alle sorgenti del Po, imporre il Sole delle Alpi sui muri dei locali pubblici, biascicare in dialetto fora dai ball, rivendicare le origini cristiane dell’Europa e altre amenità del genere.
Marcus Prometheus:
Ma professore lei o scrive tanto per fare letteratura o si dimentica di quell’altra tipica espressione del genio di Marx che fi la distinzione fra struttura e sovrastruttura. Ed anche il comunismo reale non lesino’ certo in folclore o sovrastruttura che dir si voglia, ed allora non sbraiti neanche Lei se ne usano un po’ anche i suoi avversari, suvvia, un po’ di eleganza, provi a far finta di essere democratico invece che comunista!
Odifreddi:
La miopia di chi non capisce che se fossero queste le cose che dovremmo salvare, allora sarebbe meglio aprire le porte all’invasione perchè tutto si compisse il più presto possibile.
Marcus Prometheus:
Ma quanta fretta prof. Ognuno ha qualcosa da salvare, per esempio oltre alle ampolle, anche tutta l’arte pittorica e scultorea presente in Italia ed invisa ai talibani….. ricorda professore distrussero dei Buddha rupestri millenari nella valle di Bamyan in Afghanistan e prima avevano gia’ distrutto tutti i reperti pre islamici nel museo di Kabul, roba da fare invidia alle guardie rosse maoiste e comuniste che in Cina ebbero a faticare molto di piu’ dato l’immenso patrimonio archeologico cinese. Poi arrivo’ Deng Tsiao Ping con le sue terorie deviazioniste sui gatti che acchiappano i topi (gatti capitalisti caro professore) e cosi’ salvo’ qualcosa del patrimonio culturale, oltre a permettere ai cinesi di riempirsi la pancia col capitalismo non piu’ di stato… particolare forse trascurabile per un intello’ come Lei, ma importante per i cinesi, sa?
Insomma io del patrimonio italiano se non arrivano troppi suoi invitati (magari meno dei 30 milioni che ha dichiarato D’alemah “debbano” venire) io lo vorrei salvare, per esempio l’affresco di Giovanni da Modena alla cappella Bolognini nella basilica di San Petronio a Bologna, e che illustra il canto XVIII dell’Inferno di Dante, che dei politici traditori hanno proposto di eliminare e censurare (Ricercare con un motore di ricerca la denuncia del fatto che fra gli altri ne fece Sgarbi)
Odifreddi:
Diciamoci la verità: i veri barbari sono loro, e non certo quei poveracci che sognano di trovare la civiltà in casa nostra. E quando tra qualche secolo un novello Barbero racconterà il modo in cui sarà successo ciò che ha già cominciato a succedere, non è detto che invece di “invasioni barbariche” non parlerà di “caduta della barbarie”.
Piergiorgio Odifreddi la Repubblica 03/04/11
Marcus Prometheus:
O che il passare armi e bagagli al nemico sia civilta?
Lei e’ razzista signor Odifreddi. Lei toglie diritti a gente che non le piace, che fosse anche brutta a cattiva come i selvaggi, a casa sua mantiene qualche diritto sulle sue cose e sulla sua terra tradizioni e cultura. E questo e’ il principio di base dell’anticolonialismo signor professore razzista ed anti italiano anti europeo, anti occidentale, quindi almeno dal mio punto di vista indigeno, Lei e’ perfino piuttosto traditore. Peccato!
Inoltre se Lei e’ un marxista e parla di lezioni della storia la informo che si e’ gia’ sbagliato almeno due volte sul comunismo.
1) Non era desiderabile ne’ per abbondanza di frutti ne’ per eguaglianza prodotta nel distribuirli, ne’ e tantomeno per danni collaterali alla liberta’ ed alla democrazia.
2) Non era inevitabile, ed infatti perfino chi c’era cascato grazie ad un golpe armato (la Russia) o ad una occupazione militare imperialista e colonialista (i paesi satelliti) alla fine se ne e’ tratto fuori.
Spero pertanto che Lei sia cattivo profeta anche una terza volta e che magari i liberi popoli d’Europa con un sussulto di dignita’ e di forza come nella Reconquista spagnola, in quella Siciliana e come a Lepanto a Vienna ed a Malta se la cavino anche da quest’altra iattura che Lei ci da’ come giusta ed inevitabile.
Marcus Prometheus.
Bravo. Forse avresti potuto zittire più efficacemente Odifreddi, che ci taccia di essere razzisti che si arricchiscono affamando le altrui bocche, semplicemente chiedendogli di pubblicare l’entità dei propri redditi (almeno di quelli ufficiali, perché il nero è nero e, quando si parla di redditi, è uno dei colori preferiti dagli Italiani — Odifreddi farà eccezione?). Se il suo reddito fosse equivalente, almeno in termini di potere d’acquisto, a quello di una governante del Mozambico allora potrebbe salire sul cadreghino del moralista come ha fatto. In ogni altro caso, no.
Quoto Marcus Prometheus in toto e mi riservo solo di fargli un piccolo appunto (più all’Oddifreddi che a lui veramente).
L’Occidente HA PER ANNI dirottato gran parte delle sue ricchezza ai popoli del terzo mondo, specialmente Africa, sotto forma di aiuti monetari, alimentari, volontariato, trasferimento di tecnologie, programmi sanitari.
La medicina è stata peggiore del male che si proponeva di curare.
“L’Occidente HA PER ANNI dirottato gran parte delle sue ricchezza ai popoli del terzo mondo, specialmente Africa, sotto forma di aiuti monetari, alimentari, volontariato, trasferimento di tecnologie, programmi sanitari.”
Me sei ironico o dici sul serio?
“Spero pertanto che Lei sia cattivo profeta anche una terza volta e che magari i liberi popoli d’Europa con un sussulto di dignita’ e di forza come nella Reconquista spagnola, in quella Siciliana e come a Lepanto a Vienna ed a Malta se la cavino anche da quest’altra iattura che Lei ci da’ come giusta ed inevitabile.”
Questa è la conclusione di una lunga tirata esagitata tesa a demolire, punto per punto, l’articolo di Odifreddi, tirata che sarebbe asfissiante riprendere per replicare punto per punto alle repliche. A me (non so a Odifreddi) basta, e avanza, replicare a questa conclusione.
L’Europa della Reconquista spagnola, Lepanto, Vienna, Malta ecc. è quella stessa Europa, culla della civiltà, dalla quale, nel secolo scorso, hanno preso il via due conflitti mondiali con vari milioni di morti… colpa naturalmente del comunismo, dell’islamismo e di tutti gli altri ‘ismi’ esistenti al di fuori dell’Europa, mentre il fascismo, il nazismo e prima ancora IL COLONIALIMO, naturalmente non hanno avuto alcuna colpa per l’accaduto. Non dico che sia questo l’unico modo per leggere la storia recente perchè naturalmente si tratta di una generalizzazione… ma cosa si può ribattere ad una generalizzazione?
Infine una considerazione. In una di queste repliche ferocemente critiche nei confronti dell’articoolo di Odifreddi si parla di ‘miopia’, cioè di un difetto della vista che costringe a mettere a fuoco solo quanto è vicino e impedisce una visione più ampia… metafora risaputa per intendere un modo ristretto di considerare gli eventi avendo come orizzonte soltanto l’orticello di casa, per ampio che sia, considerato l’unico spazio da difendere da qualsiasi intrusione esterna con tutti i mezzi, alzando barricate nell’illusione di tenere lontano per sempre tutto un mondo in rapida e inarrestabile crescita. Avendo come prospettiva (questa è una mia considerazione qui ripetuta fino alla noia) una sola soluzione: lo scontro frontale! il cui esito oggi non sarebbe più (e qui le ‘invasioni barbariche’ storiche sono solo indicative) la fine, il crollo, di un impero romano, ma, con la disponibilità globalizzata di armi ‘definitive’, sarebbe il crollo di ogni civiltà.
Vedete un pò voi chi è ‘miope’ o – e sarebbe ugualmente una visione distorta – è ‘presbite’ nel senso di nascondere il problema ed eludere le difficoltà che realisticamente la situazione presenta.
Sì, gli Occidentali ricchi sono cattivi ecc. Ma qual è l’imponibile lordo annuo del Pontifex Odifreddi? Il mio è di 29.000 euro annui (29.118,46, per essere più precisi). Così, giusto per capire chi è che “sfrutta” di più i poveracci “all’altro capo del mondo” [1] e chi è che quindi dovrebbe cominciare a rivedere il proprio stile di vita per ridistribuire la propria ricchezza ristabilendo gli equilibri. In assenza di quel dato, da me Odifreddi su questo argomento non riceve altro che un meritatissimo pernacchio. Non sono Marcus, io: le parole le spendo solo più se chi ho di fronte le merita.
[1] Ovviamente, “all’altro capo del mondo” non ci sono solo poveracci, perché anche colà ci sono “fratelli” che hanno un bel po’ di sostanze da condividere e che invece tengono per sè. C’è poi il vecchio argomento per il quale chi da quei luoghi viene qui, lo fa per partecipare al banchetto, quindi per contribuire in prima persona a svenare i propri “fratelli” rimasti nel luogo d’origine.
Scusa, ma non ho proprio capito il senso della tua replica. Giusto o sbagliato, si è cercato (Odifreddi ha cercato e io condivido il suo intervento, mentre in genere sono in disaccordo per altri motivi) di fare, come si dice, un discorso epocale, in prospettiva storica, in ralazione ai rapporti tra Europa, o comunque il cosiddetto ‘primo mondo’, e il resto del pianeta.
Tu puoi fare tutti i pernacchi che vuoi ma, reddito di Odifreddi a parte (spero non tiri in ballo il mio di pesionato statale!), il problema della ‘invasioni barbariche’ resta e richiede una risposta. Che a mio parere non è la chiusura delle frontiere. Tutto qui.
PS: Veramente, per entrare nel merito di ciò che più ti sta a cuore. non credo che Odifreddi chieda di cambiare ORA il proprio stile di vita, ma:
“Se veramente avessimo voluto evitare che si preparassero le nuove invasioni “barbariche”, AVREMMO DOVUTO PENSARCI PRIMA, e dirottare una vasta percentuale delle nostre ricchezze ai paesi del terzo mondo, per creare in essi condizioni di vita che riequilibrassero almeno in parte lo squilibrio che oggi sta provocando l’esodo”
Cioè in ballo credo ci sia un riferimento al colonialismo storico, i cui danni non mi pare (e naturalmente posso sbagliarmi) siano stati riparati. Tutt’altro.
Spero senza offesa.
Offesa? Direi proprio di no: si discute. Punto.
A me comunque questi discorsi sulla pelle altrui senza essere disposti a mettere in gioco per prima la propria non piacciono, e quello di Odifreddi mi sembra proprio un discorso di quel genere.
Se vogliamo parlare della tua pensione… e della mia… da che età sei in pensione? Perché temo che, anche per queste belle risoluzioni “alla Odifreddi”, a me toccherà subire i lavori forzati per almeno una decina d’anni in più per finire con una pensione che sarà la metà della tua, alla faccia della mole enorme di contributi versati e regolarmente stornati per scopi diversi da quelli previdenziali.
Intendiamoci, su altri temi Odifreddi è OK, ma questa volta mi sa che il suo senso del reale sia stato messo molto in crisi da una vistosa tendenza a pontificare sugli alti ideali. A spese altrui.
Dimenticavo: quanto sopra se va tutto bene, perché può anche finire peggio.