Quelle unioni di fatto benedette dalla Chiesa cattolica

Raffaele Carcano*

Raffaele Carcano

Tema ‘hard’ nella precedente legislatura, tanto da costituire un motivo non secondario della caduta del governo Prodi, sulle coppie di fatto è calato, da tre anni a questa parte, un silenzio di piombo. Il cardinale Bagnasco e i pluriconiugati eroi del Family Day vegliano sulla sacralità del matrimonio, e l’Italia è ormai l’ultimo paese dell’Eueopa occidentale a non riconoscerle. E non si parla soltanto delle coppie omosessuali, ma anche di quelle etero. La Chiesa cattolica impedisce anche alle coppie che cattoliche non sono di godere di diritti civili. E pensare che alcune confessioni cristiane sono arrivate a concepire la benedizione di gay e lesbiche. Ha ragione Maroni: è tempo di uscire dall’Unione Europea. Ed entrare in quella Africana, costituita da paesi le cui legislazioni sono molto più vicine alla nostra.
Eppure, ci sono anche coppie di fatto benedette dalla Chiesa cattolica. Sono formate da uomini e donne che per lo Stato non risultano sposati, ma che ciononostante vivono insieme e, presumibilmente, non disdegnano di copulare. Sono state unite in matrimonio soltanto religiosamente, perché almeno uno dei due nubendi è vedovo, e non vuol perdere il diritto alla pensione di reversibilità. Dal punto di vista civile, queste coppie sono dunque, a tutti gli effetti, unioni di fatto, anzi, ancor più impalpabili di altre, perché spesso non sono tali nemmeno anagraficamente, sempre in nome del supremo e materialissimo interesse del mantenimento dell’appannaggio.
Una truffa legalizzata consacrata dalla Chiesa. Circostanza che un po’ la imbarazza. Ma solo un po’: in tali casi, la sua linea d’azione non è di impedire la truffa. Ma di legalizzarla, come l’ICI sugli immobili ecclesiastici ad uso commerciale. Anni fa l’arcivescovo di Torino, il cardinale Severino Poletto, lamentò pubblicamente il fatto, e propose esplicitamente il mantenimento della pensione al vedovo o alla vedova disposta a risposarsi con tutti i crismi (sacri e profani). Gli rispose a stretto giro di posta proprio Maroni, allora ministro del welfare: “Se l’interessato si risposa viene meno il concetto stesso di pensione di reversibilità che viene data per consentire lo stesso tenore di vita che si teneva prima che il coniuge morisse”. Lapalissiano. E nessun esponente delle gerarchie ecclesiastiche è più tornato sull’argomento.
La circostanza conferma come la contrarietà della Chiesa a una regolarizzazione delle coppie di fatto non è, in realtà, dovuta alla convinzione che tale legge sarebbe “contro natura”, ma che, molto più semplicemente, non si uniformerebbe alla dottrina cattolica: in particolare, che spetta unicamente al sacerdote sancire cosa è lecito e cosa no anche dal punto di vista temporale. Il divorzio va impedito a ogni costo, ma la legge civile deve accogliere la nullità ecclesiastica. E non dimentichiamo il privilegio paolino, secondo cui “il matrimonio celebrato tra due non battezzati si scioglie in favore della fede dalla parte che ha ricevuto il battesimo, per lo stesso fatto che questa contrae un nuovo matrimonio, purché si separi la parte non battezzata”. Citazione, testuale, dal Codice di Diritto Canonico: il papa rivendica il diritto di far divorziare una coppia regolarmente sposata da un non sacerdote.
Dalla legge civile “laica” e dai cittadini, anche quelli non credenti, si pretende dunque che si adeguino alle bizzarrie della dottrina cattolica. Una pretesa un po’ totalitaria. Che nel nostro paese va sempre più spesso in porto.
Ah, dimenticavo: i matrimoni omosessuali sono legali anche in Sudafrica. Tempo qualche anno, e forse anche l’Unione Africana comincerebbe a trovarci arcaici.

* Studioso della religione e dell’incredulità, curatore di Le voci della laicità, coautore di Uscire dal gregge, segretario UAAR

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.
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31 commenti

Paul Manoni

Colgo l’occasione per provare a fugarmi qualche dubbio.

La pensione di reversibilità, viene concessa anche al coniuge che si e’ sposato “in articulo mortis”, oppure no?

Mi riferisco all’arcinoto caso “D’Auria”, l’agente del SISMI ferito in Afghanistan, sposato quando era in coma irreversibile dal cappellano militare, affinche’ la compagna con 3 figli godesse della sopracitata pensione. Insomma, la compagna del Sergente D’Auria, gode dei requisiti per l’ottenimento della pensione di reversibilità, oppure no?

Anche in questo caso, pare che i Ministri di culto abbiano dei privilegi non da poco, nel poter celebrare un matrimonio, “senza il consenso di uno dei coniugi”, vi pare?

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che sapranno fornirmi risposte o link in merito. 😉

giuseppe

Si, perché giuridicamente si fa riferimento alla volontà della persona se fosse in grado di esercitarla. Ma questo discorso non vi andava bene per il fine vita, come nel caso Englaro ? Strano che la stessa regola non possa applicarsi per altri casi. Sempre due pesi e due misure voi….

Kaworu

mi sembrano due cose leggerissimamente diverse.

in un caso (eluana per esempio) una persona decide per la SUA vita e questo non avrà effetti a parte eventuale eredità su persone legate a lei.

nel caso che cita paul manoni invece si vengono a costruire “ex novo” dei contratti basandosi sull’ipotetica volontà di una persona che non può più esprimerla.

non so se cogli la differenza…

Paul Manoni

@giuseppe

Che risposta noiosa e priva di logica. Soprattutto perche’ potremmo dire la stessa cosa nei confronti della Chiesa. Quando sta bene a loro, si sposa in articulo mortis senza il consenso espresso di uno dei due coniugi. Quando non gli funzionano le cose, si mette di traverso con gli stessi presupposti.
Vabbe’…W la coerenza.

Resta il fatto che il mio post l’ho scritto per ricevere informazioni piu’ o meno in topic, ma soprattutto per rimarcare un poter/privilegio riconosciuto dalla legge, al pretume.

Fai una ricerca su chi sia Adele Parrillo, Sig. “Animal Farm” 😉

giuseppe

Non é vero che l’Italia é l’unico paese a non riconoscerle. E se pure lo fosse, c’é da esserne fieri. Gli altri, prima o poi, torneranno indietro.

Kaworu

c’è da esser di negare dei diritti a delle persone declassandole di fatto a individui di serie B?

wow.

se questi sono i valori di uguaglianza e amore cattolico, sono fiera di non far parte di una cricca che sa solo discriminare e odiare.

bruno gualerzi

Il bello – si fa per dire – di quasi tutti i cattolici che frequentano questo blog… chiaramente inviati in missione da Radio Maria… è che dicono fuori dai denti ciò che la gerarchia (il ‘Magistero’!) deve dire attenta a non mettersi troppo contro il senso comune, quello prevalente, col rischio di perdere tanti privilegi (rischio per altro in Italia ridotto al minimo). Insomma, il classico gioco delle parti in modo da non perdere per strada nessuna pecorella…

Dalila

Si’, come no, infatti in Francia ormai esistono quasi solo PACS…i trolls vivono in un mondo di fantasia tutto loro 😀

Southsun

@ Giuseppe

Certo, come la democrazia aborrita da Pio IX. ‘Non expeditur’ spedito poi alle ortiche.

“Sesso solo procreativo” per secoli e senza piacere, poi CON piacere, poi con qualche concessione all’edonismo.

Chi è, scusa, che torna indietro?

Il mondo secolare ha cambiato la Chiesa cattolica così tanto che manco Pietro la riconoscerebbe più.

E voi volete insegnare principi di laicità e democrazia all’Europa, quando siete abbarbicati a una monarchia assoluta medievale, mantenuta come una sgualdrina?

Ma facimme ‘o piacere, va’…

Third Eye

Sì, guarda: Scandinavia, Olanda, Francia, Spagna… Tutti paesi in nettissima crisi per colpa dei pacs, della secolarizzazione e dell’assenza di referenti spirituali con calzature Prada, si sa…

Mica come la robustissima Italia, faro di civiltà che ormai solo i ranking sovietici declassano sotto ogni aspetto <_<.

Fai la ninna, fai la nanna…

Francesco

Che ne pensate di prendere tutti gli appartenti della chiesa piazzarli in dei barconi e mandarli in Golfo Persico dove potranno ricevere assistenza dai loro fratelli musulmani?

davide

non si può…poi tocca sentirsi frattini che scassa perchè i musulmani avrebbero qualcosa da ridire e i poveri cattolici verrebbero perseguitati…e mi pare pure “giusto” li la religione di stato esiste e ti ci devi conformare…tra l’altro ho un vago ricordo che fosse anche qui così…forse ricordo male..

Francesco

Frattini sarebbe uno dei primi a finire sui barconi, poi il mezzo al mare avrebbe voglia di lamentarsi…..

Francesco

E’ la Svezia il Paese più gay-friendly d’Europa, che garantisce, a livello legislativo, parità di trattamento alle persone omosessuali, oltre a fornire valide tutele normative contro l’omofobia. (fonte repubblica.it).
Con i suoi 10 punti (su un massimo di 10), guida una classifica redatta dalla Ilga Europe 1 (il ramo europeo della International lesbian and gay association)……..
………..La liberale Svezia è l’unica ad aver raccolto tutti i punti disponibili, seguita (a nove punti), da Belgio, Olanda, Norvegia, Spagna. Terzi classificati, con otto punti, Islanda e Regno Unito. L’Italia, ferma ad appena un punto, è in fondo alla classifica, in decima posizione: a farle compagnia ci sono Georgia, Grecia, Malta, Montenegro, Serbia. Peggio del Belpaese hanno fatto la Città del Vaticano e la Polonia (ferme a 0 punti), la Bielorussia e la Turchia (-1 punto) e, infine, Russia e Ucraina (- 2 punti).

Queste parti di articolo provengono da questa fonte:

http://www.deegay.it/news/3733-diritti-dei-gay-male-in-italia.html

davide p.

ma ancora con le coppie di fatto??
esiste il matrimonio civile! e solo quello deve esserci, eliminando il sesso dei coniugi dagli articoli che li rigaurdano!
vabeh abbiamo la carfagna come ministro delle pari opportunità… ma insistere sulle coppie di fatto credo sia un autogol per il riconoscimento delle coppie gay

FedeB

La penso come te…
Ma in italia la vedo impossibile 🙁
Emigrerò in Spagna

Antonio

In effetti quello che non ho ancora capito è:

tralasciando la questione dell’omosessualità e il matrimonio religioso, perchè dovrebbero esistere due diverse forme di unione riconosciute dallo stato, ossia pacs e matrimonio civile? Non vedo affatto l’utilità di due modi diversi con cui una coppia (di qualunque genere) si vede riconoscere dei diritti, l’unione di fatto è una sorta di matrimonio civile light? Questa unione dovrebbe conferire dei diritti alla coppia, ma che doveri impone rispetto al matrimonio? Se uno stato vuole garantire diritti alle coppie gay, perchè unione civile per gay e etero e matrimonio per etero?
Ora come ora il concetto di unione civile mi da l’impressione di un “matrimonio in prova” del tipo: stiamo assieme da poco, vediamo come va e se la storia continua facciamo l’upgrade a matrimonio, come per i software insomma XD
Per me la cosa più sensata è che matrimonio civile e unione di fatto convergano, una volta che ce ne freghiamo del matrimonio dal punto di vista religioso si tratta di una coppia che firma un contratto con lo stato, soltanto che la parola “matrimonio” è troppo ricca di significato (abito bianco, festa, marcia nuziale, albi fotografici con cui annoiare i parenti…) per considerarlo tale.

Dalila

Già spiegato mille volte e non mi va di ripetere…che p…!
Coi Pacs si evitano sitauzioni di comodo volte allo scrocco (che ne sono tante) ed il dovere principale è dividere spese egualmente (e anche debiti) con il partner senza pero’ chiedere alimenti o altre boiate simili mentre ci si rifà una vita magari con l’ex amante e nuovi figli.
Non c’è divorzio, ma una separazione facilissima che si complica solo in presenza di figli riconosciuti.

Giusto per dare una nota colorita alla realtà (un po’ più seria) dei PACS in Europa.

Painkiller

Ne riparliamo quando il matrimonio civile non sarà più la versione punitiva di quello religioso e quando gli accordi prematrimatrimoniali saranno una realtà.
Dai una lettura al codice civile.

Florasol

D’accordo con Painkiller, e decisamente NOn d’accordo con Davide P. Se esistesse un riconoscimento per le coppie di fatto io e il mio compagno lo sottoscriveremmo al volo. Con questo non penso di fare alcun danno alla comunità LGBT. In che modo dovrei mai danneggiarli?

Mungaccia

Ciao a tutti, comincio con il salutare perchè è la prima volta che scrivo pur essendo un paio di mesi che vi seguo avendo scoperto questo blog da poco.

Premesso che sono parte in causa, ateo e convivente senza alcuna intenzione di ”regolatizzare ” la mia unione e che trovo scandaloso come siano saltati i Pacs, volevo sapere una cosa :
se due persone sono sposate solo in Chiesa e non in comune, anche in questo caso il vedovo/la vedova non hanno diitto alla pensione ?

Certo che questa storia del Diritto Paolino, arrogarsi il potere di rendere nulle le altre unioni .. mah …

Saluti.

teologo cattolico

dirò una sciocchezza perchè ci capisco poco e non mi sono mai interessanto all’argomento. chiedo: se passassere contratti tipo pacs/dico o quello che sono, anche eventualmente per omosex, potrei prima di morire, visto che non sono sposato, unirmi civilemente (non religiosamente ovvio) con il mio curato o qualche altro religioso (anche religiosa) e con una semplice firma passargli tutta la mia pensione (che poi pagherebbero gli italiani, anche gli atei)? oppure ci sono dei limiti e dei criteri?

Kaworu

i religiosi non possono sposarsi.

quindi direi che è già un limite.

altre domande stupide?

teologo cattolico

Esatto, e questa non è forse un caso di discriminazione? NB: ovvio che da diritto canonico non si possono, ma civilmente è una trasgressione della parità di diritti. Indico una petizione. Si ad unione di fatto civili tra omosex e si unione di fatto tra e con religiosi.

Marcus Prometheus

No, se due persone sono sposate solo in chiesa senza trascrizione del matrimonio nei registri di stato civile, per lo stato non sono sposati e quindi per lo stato quel matrimonio non esiste ad ogni riguardo.

iging

Qui da noi in Catalogna (la regione di Barcellona per intenderci) le cose stanno così: se due persone indipendentemente dal sesso convivono sotto lo stesso tetto, hanno dei diritti e non dvono nemmeno registrarsi come coppia di fatto. Qui da noi quello che fanno le persone non è oggetto d’interesse dello stato.
Le persone possono decidere della loro vita, con chi unirsi e con chi disunirsi.
Qui da noi per legge ci si può divorziare in tre mesi.
Italia segui l’esempio!

Soqquadro

ma se sono due coinquilini? io una registrazione volontaria la farei… a nessuno piacerebbe trovarsi accoppiato d’ufficio con qualcuno. A mettere una firmetta su un atto che ci vuole?

guidozy

E’ una delle poche volte che non sono così d’accordo con Raffaele.
Tra eterosessuali esiste il matrimonio civile. Se due eterosessuali vogliono un riconoscimento della loro unione, si sposino. Non capisco la necessità di altre forme “intermedie” di unione. Opposto il caso di due omosessuali che non possono sposarsi, a loro estendiamo il matrimonio, devono avere pari opportunità anche dal punto di vista delle loro unioni.

Il caso dei vedovi che si sposano solo in chiesa per non rinunciare alla pensione è diverso, in un certo senso opposto: si tratta di un unione, non valida nel mondo civile, tra membri di una setta religiosa (in questo caso i cattolici, ma vale anche per i valdesi, gli avventisti, i geoviani o i seguaci di otelma) che niente ha a che vedere con l’assunzione di diritti civili: i due restano non sposati per lo stato italiano. Se lo sono per la loro religione, con tutto il rispetto, a noi non deve importare, è un rito interno, come la confessione o la cresima che ripeto dall’esterno non dobbiamo né considerare né valutare, semplicemente non esiste.

Piuttosto una battaglia che noi laici dovremmo fare è quella contraria: va abolito, da parte dello stato laico, il riconoscimento del matrimonio religioso, come succede nel resto del mondo civile: se due si vogliono sposare “in comune” che vadano in comune anche dopo il matrimonio cattolico “in chiesa”. Così come fanno due sposati appartenenti alla chiesa valdese, avventista, geoviana o di otelma, se vogliono che il loro “matrimonio” abbia valenza civile.

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