Le forze di sicurezza del movimento islamista Hamas hanno fatto irruzione, ieri, in un’abitazione del campo profughi di Nuseirat, nella striscia di Gaza, con lo scopo di trovare alcuni responsabili della morte dell’italiano Vittorio Arrigoni. Il blitz si è concluso con l’uccisione di una persona e la morte dell’altro componente, di nazionalità giordana, del gruppo salafita accusato dell’assassinio del militante filo-palestinese. Hamas sostiene che il cittadino giordano si sia suicidato, ma il padre non crede a questa versione, perché “il suicidio è vietato dall’islam”. Un terzo combattente è stato fermato dopo essersi arreso. Altri due uomini erano infine già stati arrestati il 16 aprile.
I funerali di Arrigoni si svolgeranno il 24 aprile, giorno di Pasqua. Lo ha reso noto don Fabrizio Crotta, parroco di Bulciago (LC), dove si svolgerà il rito.
Raffaele Carcano
Arrigoni, il blitz di Hamas si conclude con due morti
45 commenti
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“il suicidio è vietato dall’islam”
ah
certo che è vietato perche è uno spreco ma non e vietato il martirio, quindi se lo vuoi farla finita ti fai saltare con 5 kg di tritolo addosso, uccidi altri infedeli allora sei OK
Le assurdità della religione, di tutte le religioni.
Suicidarsi senza massacrare infedeli è uno spreco nella mentalità islamista. Povero Arrigoni, accecato dall’odio. Si era asservito a questa ideologia. Neanche la soddisfazione di essere ammazzato dai suoi nemici ebrei. Percepisco questa tragedia.
p.e questo jihadista si è fatto saltare in aria per errore senza assassinare nessun Infedele
http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=378585
bardo, come fai a dire che Arrigoni era accecato dall’odio?? mi sembra che era li per aiutare chi era in difficolta e non per fare il combatente
questo è il suo blog http://guerrillaradio.iobloggo.com/
Per esempio un “like” e un appoggio tutto gongoloso sulla sua pagina Facebook era sul cartello all’ingresso di un negozio giordano “Vietato l’ingresso ai cani e agli israeliani”. Poi, beh, a leggere il suo blog ci si fa idee ancora più precise (NB: tutte le accuse lanciate da Arrigoni a Tsahal durante l’operazione Piombo Fuso sono state successivamente smentite da: Croce Rossa Internazionale, ONU e lo stesso “Rapporto Goldstone” è stato ritrattato dal suo stesso autore e persino Hamas è arrivata a far trapelare i numeri dei suoi combattenti in rapporto ai civili. Arrigoni si è astenuto dal pubblicare tutte le smentite e le indagini che hanno portato a detti risultati)
@ Soqquadro
non conoscevo prima Arrigoni, ho guardato il suo blog eppure anche gli esempi dei ebrei o filoisraeliani che lo attaccavano via fb con offese o altro non erano molto belli. Non credo che il marcio o/e la cattiveria parla solo arabo ed e solo palestinese.
A prescindere non giustificare nessun opinione anti-ebraico, anzi li trovo razziste e assurde a lo stesso livello delle opinioni anti-palestinesi a tout court.
e pensare che secondo alcuni arrigoni è stato ucciso dagli israeliani. chissà se ne sono ancora convinti….
gli antisionisti sono senza vergogna. Sono capci di spacciare qualsiasi panzanata
Direi che queste due morti durante il blitz sono un po’ “provvidenziali” considerato le richieste che erano state fatte alla Comunità Internazionale.
http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2011/4/17_Vogliamo_la_verita_sulla_morte_di_Vittorio_Arrigoni.html
Anche dopo questa, continua ad essere piu’ credibile che lo abbiano ammazzato i Salafiti…
Scusate, il parziale OT, ma che senso ha, in una notizia data dall’UAAR, specificare che il 24 Aprile e’ il giorno di pasqua?
E’ il compleanno della nipotina di Soqquadro. Così va meglio?
almeno cosi ha un senso…
I funerali di domenica sono rari, e a Pasqua sono praticamente inesistenti. Scegliendo di effettuarlo di Pasqua, la parrocchia e la Chiesa intendono evidentemente sottolineare come intendono onorare un fedele ‘speciale’.
Penso sia giusto, i credenti sanno benissimo quando è pasqua, noi ateacci invece ce ne scordiamo spesso, quindi è bene che qualcuno, gentilmente, ce li ricordi 🙂
NON e’ per niente il primo caso: I Palestinesi uccidono i loro sostenitori INFEDELI. E’ disprezzo razziale religioso, non e’ un caso
Marcus Prometheus
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I palestinesi uccidono i loro sostenitori
di Daniel Pipes
Si osservi come i palestinesi uccidano i gruppi e i sostenitori che si uniscono a loro per aiutarli a realizzare il sogno di eliminare Israele.
Malcolm Kerr, rettore dell’Università americana di Beirut, fu ucciso nel gennaio 1984, forse da palestinesi.
Ziva Goldovsky, un “pacifista” israeliano di 18 anni, venne strangolato e il suo corpo fu dato alle fiamme nell’agosto 1988 da un amico della sua ragazza palestinese.
Angelo Frammartino, un italiano, fu ucciso accoltellato a Gerusalemme Est nell’agosto 2006 da qualcuno affiliato alla Jihad islamica palestinese.
Juliano Mer-Khamis, un cittadino israeliano, fu ucciso ai primi di aprile del 2011 a Jenin da degli sconosciuti.
Vittorio Arrigoni, un altro italiano, venne ucciso a Gaza da un gruppo salafita che lo teneva in ostaggio.
Commenti: 1) Queste uccisioni riassumono perfettamente la pazzia e la depravazione della società palestinese, di certo, la più insana al mondo, con la sua industria del suicidio, la celebrazione dei terroristi e il suo culto di morte. 2) Conformemente al suo stato patologico, essa divora altresì i suoi ammiratori.
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L’ITALIA NON SPENDA PUBBLICO DENARO PER SERVIRE ALL’ODIO RAZZISTA ECLATANTE IMMOTIVATO ED ASSURDO
Rispondi
Marcus Prometheus a bcc: ateismo, bcc: ateismoscettic., bcc: brightsitalia, bcc: italian.atheist, bcc: listageopoliti., bcc: lucianotanto, bcc: nogod, bcc: Shalom_Israele, bcc: David
mostra dettagli 11:21 (1 ora fa)
Il ministro Frattini, se non vuole fare della Farnesina un ministero specializzato in antisemitismo, non può e non deve soddisfare l’odio stratificato e velenoso della famiglia di Arrigoni, antisemita conclamata, che chiede di non far passare la salma del figlio – assassinato, per giunta, dai palestinesi di Hamas e non da israeliani – sul territorio di Israele.
Sono determinato a prendere a schiaffi, il ministro Frattini, se spenderà un solo centesimo, per soddisfare simili richieste antisemite di chiaro stampo nazicomunista.
Giancarlo Lehner, I.R
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Arrigoni Colpevole venerdì 15 aprile 2011
… è stato rapito e ucciso da un gruppo salafita (vicino ad Al Qaeda). Gli è stato rimproverato di “diffondere valori occidentali”. Infatti, riferisce il “Corriere”, “una scritta in arabo in sovraimpressione [che] lo accusava di propagare i vizi dell’Occidente fra i palestinesi”.
L’accusa è assurda e tuttavia non infondata.
È inconcepibile accusare qualcuno di diffondere valori perché, nei Paesi democratici, basta dire “non sono d’accordo”. Ma ci sono posti, come Gaza, dove c’è una rincorsa a chi è più islamico. E tutto può apparire in una luce diversa, tanto che l’accusa più fantasiosa può addirittura risultare provata nei fatti.
Arrigoni è un uomo vissuto in un Paese in cui è lecito dire male di tutti e nel frattempo dire bene di un governo straniero – quello di Gaza – che permette che circolino a piede libero terroristi assassini e che si sparino razzi con la speranza di ammazzare civili. Da noi è lecito contravvenire ai principi della più elementare umanità, pur sostenere i palestinesi di Gaza i quali, non riuscendo a vincere una guerra contro Israele, cercano di ammazzare anche donne e bambini. Per Arrigoni, se “non si ha nessun altro modo per farla prevalere”, una causa “giusta” permette anche questo. E infatti la sinistra alla Asor Rosa, non riuscendo a vincere democraticamente contro Silvio Berlusconi, invoca il colpo di Stato. Ecco i valori occidentali: la libertà di dire cose del genere senza essere arrestati.
Ma ciascuno ha i propri valori. Fra quelli dei palestinesi spiccano l’autoritarismo antidemocratico, l’intolleranza religiosa e l’inumanità. Il povero Arrigoni, che per anni ha trovato ovvia quella tolleranza religiosa e civile, che per anni ha potuto vivere e parlare come ha fatto, anche in Palestina è rimasto perfettamente italiano. Non si è dunque accorto che, mentre le sue mani sventolavano la bandiera palestinese, la sua nazionalità e la sua storia parlavano di un mondo che permette agli Arrigoni ogni sorta di libertà: un mondo in cui imperano i valori occidentali. Si può capire che lo abbiano ucciso.
Deve pure essere permesso riflettere sulla incauta qualifica di pacifista attribuita a qualcuno che, nel momento in cui c’è un conflitto fra due popoli, prende nettamente le parti di uno. Parecchie foto sul Corriere ci mostrano Vittorio mentre sventola bandiere palestinesi e invece un vero pacifista non è partigiano. Naturalmente si ha tutto il diritto di esserlo e in molti, nel 1956, siamo stati risolutamente a favore degli ungheresi e contrari all’Armata Rossa: ma non avremmo preteso la medaglia di pacifisti. Ché anzi a quei carri armati avremmo volentieri sparato cannonate.
Il fatto poi che gli uomini di Hamas abbiano cercato di liberare l’ostaggio non significa che questa organizzazione sia più democratica ed occidentale dei salafiti. Significa soltanto che considera questo gruppo un nemico. Infatti, se Hamas fosse contro il sequestro e la detenzione di innocenti, non tratterrebbe da anni il soldato israeliano Gilat Shalit.
Non sono gli integralisti che non hanno capito Arrigoni, è Arrigoni che non ha capito gli integralisti. Si è comportato come quelle ragazze che si innamorano di stupratori e assassini seriali con l’idea che avranno, sì, ammazzato altre ragazze, ma loro le amerebbero.
Umanamente non si può che essere molto dispiaciuti per questa tragedia. Ma non possiamo esimerci da una certa severità, nei confronti di quest’uomo, come si è severi con chi fa free climbing senza assicurarsi con una corda, con chi ha un incidente senza la cintura allacciata o va in moto senza casco.
Arrigoni è una vittima dei valori che ha propagandato senza saperlo. Né importa che non sia stato assassinato da Hamas ma da un gruppo che si oppone ad Hamas, perché ambedue adottano gli stessi metodi contro quelli che reputano loro nemici. Purtroppo per lui, Vittorio prima ha idealizzato gli estremisti palestinesi, poi li ha incontrati realmente. Non diversamente da come Giuliana Sgrena, nutrita di disprezzo per l’Occidente in generale e l’Italia in particolare, è andata a trovare i terroristi irakeni ed è tornata a casa viva perché l’Occidente in generale e l’Italia in particolare, quando si tratta di salvare un proprio cittadino, non si chiedono se lo meriti.
giannipardo@libero.it
Mi ricordo cosa diceva Sholokhov nel suo “viaggio nel USA”: è facile disprezzare l’USA è ancora piu facile adorare l’USA, difficile è capire l’USA.
Disprezzare l’occidente per adorare un qualsiasi società dove la democrazia è roba da fanatici religiosi.
Capisco che uno soffre nel vedere le sofferenze dei poveri ovunque siano ma considerare l’occidente l’unico colpevole della loro situazioni e illogico. Se distruggessimo l’occidente non riusciamo a sanare la situazione di nessun povero del mondo.
Appunto. Il problema è che alla gente piace vedere le cose in bianco e nero. Ci deve essere un “buono” ed un “cattivo”. Se provi a spiegargli che i “cattivi” si trovano anche in mezzo o a capo delle vittime ti linciano.
@
In questi casi si innesca un circolo vizioso, Israele viene attaccato, Israele ne risponde, ci sono delle vittime innocente palestinesi, Hamas ci marcia su, i palestinesi rimangono fra due fuochi e con solo una “scelta” accettare la versione di Hamas.
Nel 1979 durante la guerra sino-vietnamita, vedevo a Tirana le bacheche con foto dal fronte di guerra delle ambasciate vietnamita e cinese (erano a 200m di distanza una dal altra). Avevo 11 anni e non riuscivo mai a capire chi erano i “cattivi” e chi i “buoni”.
Vittorio Arrigoni era un attivista dell’International Solidarity Movement, si trovava a Gaza per portare aiuto a una popolazione stremata da un assedio illegale e disumano perpetrato dallo Stato sionista: chi dice che sosteneva hamas o qualsiasi altra fazione politica dice una menzogna. Dal suo blog aveva informato quotidianamente su come l’unica “democrazia” del medio oriente avesse nell’operazione “piombo fuso” bombardato con armi al fosforo bianco(il cui utilizzo è vietato in aree massicciamente popolate), scuole, ospedali, persino ambulanze.
La diffusa equazione palestinese=estremista islamico non corrisponde quasi mai a verità, come il sionismo non c’entra nulla con l’ebraismo(esistono infatti molti ebrei antisionisti).
Vik difendeva i contadini e i pescatori di Gaza dai soldati israeliani che sparavano loro addosso appena osavano compiere azioni notoriamente terroriste come raccogliere il prezzemolo o gettare in mare reti da pesca. Consiglio a tutti vivamente il libro dello storico israeliano Ilan Pappé “La pulizia etnica della Palestina”, un testo che fa piazza pulita delle menzogne sulla nascita dello stato d’Israele,
http://guerrillaradio.iobloggo.com/1857/giornata-dell-amnesia
http://c481901.r1.cf2.rackcdn.com/wp-content/uploads/2011/04/vithama.jpg
La storia del fosforo bianco sparato a Gaza è stata smentita dalla Croce Rossa. Quella dei missili al fosforo bianco sparati invece DA Gaza verso Sderot in Israele invece è stata confermata.
Che poi, dire che un 36enne, per quanto in forma, disarmato difende contadini o qualsivoglia categoria professionale da un attacco di un esercito significa credere veramente a Superman. O Arrigoni era Superman, o l’esercito non attaccava contadini che raccoglievano prezzemolo.
Per quanto riguarda le dichiarazioni di Pappe sulle dichiarazioni di “pulizia etnica” : per smentirlo basta guardare il tasso di CRESCITA demografica della Palestina, basta guardare quanti palestinesi di Gaza e di Cisgiordania vanno regolarmente a curarsi in Israele, quanti arabi hanno regolare cittadinanza israeliana (circa un milione e 300 mila su una popolazione totale di 7 milioni di persone), quanti svolgono regolare servizio nell’esercito, e quanti occupano posti di prestigio nell’arte, nel giornalismo, nella politica, nello sport e nella magistratura, e quanti arabi non israeliani ci risiedono per studio, lavoro o rifugio politico. E il fatto che Pappe abbia pubblicato regolarmente delle assurdità smentibili numericamente senza sforzo non è che una ulteriore riprova della democrazia e della libertà d’espressione che vige in Israele.
Che poi, diversi ebrei siano antisionisti, è vero: ci sono diversi omosessuali omofobi e diversi italiani che ripristinerebbero lo Stato Pontificio. E quindi?
Ci sono anche, è vero e per fortuna, un sacco di palestinesi che non sono fondamentalisti, e che anzi avrebbero già sottoscritto da decenni accordi di pace con stabilizzazione dei confini con Israele. Basta prendere in mano lo Statuto di Hamas o dare un’occhiata ai programmi per bambini che vengono regolarmente proiettati sulle tv palestinesi di Gaza e Cisgiordania per capire come questi siano schiacciati e da chi. E anche chi parla di sterminio.
PS: dieci giorni fa è stato lanciato un razzo DA Gaza che ha colpito in pieno uno scuolabus. Era rimasto, verso l’ultima fermata, solo un ragazzino di 16 anni che tornava da scuola, che è morto ieri, dopo dieci giorni di agonia per le ferite riportate. Un bel razzo nuovo di zecca, telecomandato di ultima generazione. Qualcuno ha idea di quanto costi un coso del genere? Sarà mica che chi gestisce le risorse e gli aiuti internazionali li dirotti verso questa tipologia di acquisti?
Commento precedente troppo lungo (cose che capitano quando i dati sono tanti) e in attesa di approvazione. Si porti pazienza.
Cmq è interessante notare anche che l’omicidio di un uomo a Gaza, compiuto da islamisti, in cui Israele non c’entra manco di striscio ed era anche ben lontano, sia una ghiotta occasione per negare il diritto all’esistenza allo Stato di Israele. Se non è odio questo.
Negare ad Israele il diritto di difendersi (mentre lo si attacca a suon di razzi quotidianamente da quando ha sgomberato Gaza) e’ inammissibile. Chiedere ad Israele cose diverse da quelle che si chiedono a tugli gli stati del mondo e’ razzismo antisionista, applicato ad uno stato unvece che a ad ebrei dispersi, e questa e’ tutta la differenza fra antisionismo ed antisemitismo, cioe’ nulla.
Tattiche di guerriglia come l’uso dei scudi umani del proprio popolo (o altri) sono crimini di guerra. MIRARE INTENZIONALMENTE A CIVILI e’ un crimine di guerra. Ed e’ tutto cio’ che fanno i revanscisti guerrafondai di Hamas.
Il FOSFORO come illuminante sparato verso il cielo (si chiama bengala ed e’ lo stesso dei fuochi d’artificio) e’ legalissimo e sicuro in ogni luogo (appunto anche usato nelle citta’ in festa in tutto il mondo per i fuochi d’artificio).
Nessun esercito al mondo ha mai preso tanti provvedimenti per limitare al massimo le perdite di civili del campo avversario quanto Israele nell’operazione piombo fuso a Gaza.
Ma ci sono testimonianze ed addirittura filmati con guerriglieri terroristi di Hamas che acchiappano ragazzini palestinesi per la collottola e se li tirano dietro per usarli come scudi umani.
Poi ci sono le falsita’ di Hamas sul numero dei civili e dei minori sui cira 1300 morti arabi della operazione piombo fuso.
Dopo circa sei mesi la stessa Hamas ha riconosciuto in un documento interno che la maggior parte dei morti di Gaza era suoi miloiziani e non “civili” come aveva precedentemente dichiarato.
“La diffusa equazione palestinese=estremista islamico non corrisponde quasi mai a verità”: verissimo, come altrettanto vero, purtroppo, e’ che circa il 70% dei palestinesi ha votato nel 2006 e voterebbe tuttora, se potesse, per Hamas.
Ora, nel 1988 Hamas ha redatto uno statuto.
In questo documento,”la costituzione di Hamas”, si spiega che Hamas e’ una sezione distaccata della Fratellanza Musulmana egiziana e che
“L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: ‘O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo. (Articolo 7)”
Forse l’avranno tolto l’art. 7, sta di fatto che e’ stato pensato e inserito nella carta d’intenti nel lontano ’88, a dimostrazione del clima culturale in cui e’ cresciuta la nuova generazione di Hamas
Non l’hanno tolto. E dalle parti della Cisgiordania non va meglio. La “Carta Fondativa” dell’OLP con articoli di par livello (e nemmeno uno dedicato al benessere dei loro figli) non è mai stata abrogata (dichiarazione della dirigenza ANP). Per essere certi di non sbagliare, il Presidente Abbas (il cui mandato è scaduto da un pezzo, come è scaduto ormai anche quello di Hamas, ma non se ne è accorto nessuno) ha dichiarato alla TV Egiziana che “Venisse fondato lo Stato Palestinese, nessun cittadino Israeliano potrà risiedervi, e che, anche in caso venisse disposta una forza militare internazionale al mantenimento dei confini, essa non dovrà contenere nessun soldato ebreo”.
Io però non credo che a Gaza, votassero adesso, riconfermerebbero Hamas: quelle per cui Arrigoni ha mostrato simpatia nelle ultime settimane della sua vita, sono state le proteste più recenti e più forti, ma non certo le prime. Sono quelle che seguono cinque anni di soprusi in cui la popolazione è stata taglieggiata, ricattata, privata delle piccole cose (dal divieto per le donne di salire sulle motociclette o andare una bicicletta, al divieto di esercizio per i parrucchieri uomini su capelli femminili, dall’incendio degli internet cafè, all’abolizione del diritto all’eredità per le donne….), trascinata in una guerra in cui è stata usata come scudo…. Infatti le elezioni non vengono fissate. Parallelamente, in Egitto, dove i Fratelli Musulmani (“la casa madre”) sono favoriti, vengono richieste celermente. Instaurare la dittatura prendendo legalmente un potere che non lasceranno più…
http://www.ilgiornale.it/esteri/spunta_pista_omofoba_lomicidio_vik_e_hamas_fa_fuori_killer/20-04-2011/articolo-id=518317-page=0-comments=1
Wow!!! il Giornale!!! niente popo di meno!!!
Penso che me lo perderò…
http://news.sky.com/skynews/Home/World-News/Israeli-Army-T-Shirts-Mock-Killing-Palestinian-Women-And-Children-During-Gaza-Offensive/Article/200903315245946
Questi comportamenti sono indegni, e pertanto sanzionati penalmente. La differenza sta qui, tra chi li sanziona e chi li celebra.
VITTORIO ARRIGONI Diffamato da “fuoco amico”di Dimitri Buffa
Altro che Mossad. Quando questa brutta storia dell’omicidio del povero volontario pacifista Vittorio Arrigoni sarà chiusa la verità che verrà fuori parlerà di tradimenti e di messinscene.
Con la regia di capi clan e di terroristi di Hamas che Arrigoni aveva iniziato ad avversare, standosene a Gaza nell’ufficio di Haniyeh e contemporaneamente appoggiando il movimento e il manifesto dei giovani della Striscia che aveva un titolo “Fuck Hamas- Fuck Israel- Fuck Onu – Fuck Unrwa – Fuck Europe”, che più esplicito non poteva essere.
E di cui svariati giornali tra cui “L’opinione” avevano dato già conto. Ebbene adesso si scopre che Arrigoni, in due suoi articoli recentissimi, pubblicati su Guerrillaradio, aveva preso le parti di quei giovani che nel loro manifesto scrivono tra l’altro di “non poterne più di stronzate religiose”, denunciando la repressione, le incarcerazioni e le torture da essi subite durante e dopo le manifestazione tenutesi in concomitanza con l’esplosione della piazza Tahrir al Cairo.
Arrigoni sempre più spesso parlava di una gioventù intrappolata non più solo dalla “odiata Israele” ma anche dai capi bastone del fondamentalismo islamico interno. Inoltre per questi articoli si era attirato le ire e il “fuoco amico” del Campo Antiimperialista che accusava Arrigoni di avere preso posizioni anti Hamas.
Arrigoni aveva anche risposto, a modo suo, sempre su Guerrillaradio, a quelli del Campo Antiimperialista. Così: “Sul Campo Antimperialista recentemente crescono solo sòle, pascolano mandrie di bufale in calore. Difficile che sia solo ignoranza, mi rifiuto di credere sia tutta disonestà.
Tre articoli nel giro di un mese per calunniarmi e denigrare il movimento dei giovani palestinesi che nella Striscia si sono alzati in piedi per invocare un cambiamento.” Poi Arrigoni esaminava le accuse a lui mossegli: “Veniamo al primo articolo a firma della redazione del Campo: datato 2 febbraio, dal titolo eloquente ”Vaffanculo a chi?“.
Nel pezzo ci si chiede chi rappresenta il manifesto ‘di una presunta strisciante protesta dei giovani di Gaza contro Hamas’, mentre ad una lettura non distratta del documento GYBO, è chiaro che non di attacco esclusivo e diretto ad Hamas si tratta”. In parole povere, il Campo Antiimperialista diffondeva su Internet un documento in cui accusava Arrigoni di attaccare deliberatamente Hamas.
Prosegue così poi il ragionamento di quello che adesso molti ipocriti chiamano “Vik”, ma che fino a ieri denigravano e indicavano ai suoi futuri carnefici come un possibile traditore: “Successivamente il Campo accusa i GYBO di mettere ‘sullo stesso piano l’assediante israeliano e le autorità che in una situazione tremenda, unica al mondo, amministrano Gaza’.
La terza bufala nell’arco di poche righe sta nell’assoluta certezza che la voce dei GYBO sia solo una sparuta minoranza. Scrive la redazione: ‘Se questo cosiddetto manifesto rappresenta i giovani di Gaza c’è da mettersi le mani sui capelli. Per fortuna non è così’.
A vedere cosa sono riusciti a metter su in poche settimane questi ragazzi, è probabile per il 15 marzo una epidemia di alopecie psicogene fra i redattori del Campo”. “Infine – scriveva ancora Arrigoni – la perla di questo pezzo quando si mette in dubbio l’autenticità’ del manifesto: ‘a noi sono sorti fortissimi dubbi sull’autenticità di questo Manifesto, che sembra uscito, non da Gaza, ma da qualche smandrappata riunione no-global italiana.
Al di là del contenuto, ripetiamo, inaccettabile, colpisce lo stile occidentalissimo, anzi italianissimo del testo. La scrittura infarcita di così tante parolacce e improperie che chi conosce solo un po’ lo stile linguistico arabo e gli standard comunicativi arabi, stenta a credere che sia farina del sacco di giovani palestinesi”.
“In questo paragrafo ancora una volta la redazione del Campo dimostra – ironizzava Atrrigoni – di non sapere assolutamente di cosa scrive, infatti il testo dei GYBO è notoriamente stato redatto in inglese e non in arabo, perché destinato a circolare fuori dalla Palestina. Poi dall’inglese è stato tradotto nelle varie lingue, fra le quali l’italiano.
(Mi rifiuto di credere che si pensi a Gaza i ragazzi non studino e parlino correttamente l’idioma di Albione)… C’è ancora un attacco verso di me, dipinto come il perfetto idiota reo di ‘aver preso una classica cantonata’, e vale a dire non aver compreso che il movimento GYBO (a detta loro) si tratti di uomini di al-Fatah…” Fin qui le parole di Arrigoni.
Ieri “The front page” ha anche pubblicato un documento riservato di denuncia di alcuni di questi “misguided” attivisti pro-Hamas che si trovano a Gaza in cui si parla di stupri etnici e di altri omicidi perpetrati ai loro danni dai miliziani del movimento di Haniyeh. Non sarà la pistola fumante, ma a livello di movente ce ne è abbastanza per pensare che dietro l’omicidio di Arrigoni ci sia proprio Hamas che probabilmente ha orchestrato una messinscena inventandosi un gruppo salafita dissidente su cui far ricadere la colpa.
Ora il cerchio si chiuderà con la probabile impiccagione dei capri espiatori e i sostentori di Arrigoni, quelli in buona fede e quelli che non lo sono, si consoleranno con il fatto che la sua bara non è passata dall’aeroporto di Tel Aviv per rientrare in Italia.
Pietra tombale di Hamas sul caso Arrigoni
di Paolo della Sala
Voilà, come avevo anticipato, il sistema giudiziario di Gaza è inesistente: i processi si fanno col kalashnikov.
Trovato un colpevole, il problema era sentire da questi la sua versione dei fatti.
Ma ora con l’uccisione di uno dei sospettati e il “suicidio” di Abdel Rahman “Il Giordano” (la famiglia non ci crede affatto), nessuno più parlerà.
Arrigoni aveva lavorato con e “per” Hamas. Impossibile fare qualsiasi cosa a Gaza senza l’assenso consenso di Hamas…
Come ho scritto sabato sul Secolo XIX, gli è stato fatale avere aderito alle richieste del movimento 15 marzo. Soprattutto questo genere di presa di posizione:
Vedasi LINK http://
guerrillaradio.iobloggo.com/2061/i-giovani-della-striscia-di-gaza-e-le-loro-speranza-violentate
Difficile dire che a quel punto il potere ha deciso d’amblée di eliminare una persona considerata a quel punto come testimone scomodo. Chi può saperlo e dirlo?
Di sicuro, da quel momento Arrigoni è rimasto isolato e senza “appoggi”. Sono stato in zone simili a Gaza, e so cosa significa avere l’Ok invisibile del potere: puoi andare nei peggiori posti e nessuno ti tocca, misteriosamente, mentre i tuoi colleghi tornano in hotel come minimo rapinati e con tagli di coltello.
(La pulce di Voltaire, 20 aprile 2011)
Se “Vik” è un esempio e l’alpino Miotto no
di Fausto Biloslavo
Due pesi e due misure per gli italiani uccisi dai terroristi o caduti in guerra: all’ultrà del pacifismo di sinistra vogliono dare il Nobel, mentre “è bene non fare un eroe” del soldato morto in Afghanistan per portare la pace
La Chiesa lo «santifica» e in rete lo candidano al premio Nobel per la pace. La strada per trasformare Vittorio Arrigoni in un eroe dei due mondi è spianata. Non partecipiamo al processo di beatificazione, però siamo convinti che davanti alla morte bisogna sempre inchinarsi. Nonostante le sue discutibili idee ricordiamo Arrigoni come un italiano vittima del terrorismo. Anzi, di una «barbarie» per usare le giuste parole del presidente Giorgio Napolitano.
Con la stessa decisione ci chiediamo perchè Vik da Gaza, rispetto ad altre vittime del terrorismo o delle guerre, stia diventando una specie di icona, un morto di serie A. L’aureola di pacifista aiuta, ma abbracciare il premier di Hamas, Ismail Haniyeh, non significa proprio stringere un ramoscello d’ulivo.
Matteo Miotto
Il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ha «santificato» Arrigoni con un comunicato. Pochi mesi fa il vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, aveva commentato malamente il rientro in patria della salma del giovane alpino Matteo Miotto, ucciso in Afghanistan. «Andiamo piano però con l’esaltazione retorica, non facciamone degli eroi. Vanno lì con le armi, quelle non sono missioni di pace» dichiarava il presule evitando di presenziare ai funerali del caduto.
Non solo: qualche genio del politicamente corretto aveva sbianchettato da una fotografia di Miotto, sul suo blindato con un tricolore, il vecchio stemma sabaudo. Tutti i giornali italiani hanno pubblicato la foto di Arrigoni che sventola la bandiera palestinese, come se fosse una medaglia. E nessuno si chiede se fare lo scudo umano fra i palestinesi, organizzare flottiglie della «libertà» verso Gaza, aderire a gruppi astiosamente anti israeliani siano «armi» non meno insidiose di quelle vere.
Sembra quasi che l’alpino Miotto, che seguiva le orme del nonno con la penna nera, e i tanti caduti nelle guerre di «pace» degli italiani siano morti di serie B rispetto all’ultrà pacifista. Se poi sei dichiaratamente di sinistra, come Arrigoni, la beatificazione è garantita. Una storia già vista con Fabrizio Quattrocchi il contractor, che non ha mai avuto il tempo di sparare un colpo in Irak, ma è stato ammazzato come un cane dallo stesso genere di tagliagole che ha fatto fuori Arrigoni. Bollato come uno sporco mercenario, morto addirittura di serie Z, da non ricordare, anche se davanti agli assassini non piegò la testa e disse: «Vi faccio vedere come muore un italiano». Per fortuna se ne è accorto l’allora presidente Ciampi, che gli ha concesso la medaglia d’oro al valor civile.
Su Il Foglio e il Corriere della sera di ieri si levava qualche voce fuori dal coro dei peana per l’eroe pacifista, che è stato preso ad esempio al festival del giornalismo di Perugia. Arrigoni scriveva per il Manifesto e pure questo aiuta. Per oltre vent’anni Almerigo Grilz, il primo giornalista italiano morto in guerra dalla fine del secondo conflitto mondiale, nel 1987 in Mozambico, è stato un morto dimenticato. Un paria della categoria, perchè non aveva il pedigree politico giusto al momento giusto. Prima di scegliere i reportage di guerra, con uno spirito d’avventura molto simile a quello di Arrigoni, era uno dei capi nazionali del Fronte della Gioventù. A causa del suo passato da «fascio» è sempre stato una vittima di serie B. Solo due anni fa il nostro sindacato ha riconosciuto che pure Grilz va ricordato. Proprio per evitare per sempre due pesi e due misure onoriamo le vittime delle guerre e del terrorismo, pur nella loro diversità, solo in quanto figli della stessa patria, l’Italia.
(il Giornale, 17 aprile 2011)
Lettera dall’Iraq: “Ci hanno indottrinato contro Israele”
Il sito web in lingua araba del ministero degli esteri israeliano ha ricevuto sabato scorso una lettera da un iracheno che si dice costernato per il fatto che lui e i suoi concittadini hanno subito “un lavaggio del cervello contro Israele”. L’autore del messaggio aggiunge che i recenti attentati di Hamas contro civili israeliani hanno suscitato in lui un sentimento di “vergogna” per essere arabo e musulmano.
“Per tanto tempo – dice la lettera – abbiamo creduto che gli israeliani fossero pericolosi barbari, a causa del lavaggio del cervello che abbiamo subito durante il regime di Saddam Hussein; ma ora vedo come gli arabi vengono massacrati in modo ignobile e vergognoso da governanti sunniti e sciiti”.
Il messaggio è stato pubblicato dal ministero degli esteri israeliano sul suo sito web in lingua araba, visitato da utilizzatori di internet in tutto il mondo.
L’autore della lettera prosegue dicendo d’aver aperto gli occhi dopo aver visto medici israeliani che si prodigavano per curare una ragazzina palestinese. “Ciò che ha catturato la mia attenzione – scrive – è stato l’ospedale israeliano che ha curato la ragazzina palestinese malata di cancro. E ho visto il film sul pianista ebreo che ha tanto sofferto al tempo di Hitler” aggiunge, riferendosi con ogni probabilità a “Il Pianista” diretto nel 2002 da Roman Polanski.
L’iracheno dice che ha iniziato a studiare la storia degli ebrei e che spera di poter visitare un giorno Israele “per sconfiggere la paura inculcata in me dal lavaggio del cervello secondo cui gli israeliani sarebbero barbari e il loro paese uno stato terrorista”. E conclude: “Dopo aver visto il terrorismo all’opera in Iraq e il terrorismo che Hamas e palestinesi fanno contro di voi, ho incominciato a vergognarmi d’essere arabo e musulmano”.
“Due pesi e due misure per gli italiani uccisi dai terroristi o caduti in guerra: all’ultrà del pacifismo di sinistra vogliono dare il Nobel, mentre “è bene non fare un eroe” del soldato morto in Afghanistan per portare la pace”.
Mai sentito parlare di Nobel ad Arrigoni. Quanto ai soldati morti in Afghanistan, credo partano per adempiere ai propri doveri professionali. Che sia per scopi di pace o di guerra non sta a loro deciderlo.
“Il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ha «santificato» Arrigoni con un comunicato. Pochi mesi fa il vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, aveva commentato malamente il rientro in patria della salma del giovane alpino Matteo Miotto, ucciso in Afghanistan. «Andiamo piano però con l’esaltazione retorica, non facciamone degli eroi. Vanno lì con le armi, quelle non sono missioni di pace» dichiarava il presule evitando di presenziare ai funerali del caduto.”
Di quel che fanno e dicono vescovi e cardinali credo che interessi ben poco ai frequentatori di questo sito. Hai sbagliato indirizzo.
“Non solo: qualche genio del politicamente corretto aveva sbianchettato da una fotografia di Miotto, sul suo blindato con un tricolore, il vecchio stemma sabaudo. Tutti i giornali italiani hanno pubblicato la foto di Arrigoni che sventola la bandiera palestinese, come se fosse una medaglia. E nessuno si chiede se fare lo scudo umano fra i palestinesi, organizzare flottiglie della «libertà» verso Gaza, aderire a gruppi astiosamente anti israeliani siano «armi» non meno insidiose di quelle vere.”
Bella questa. Mi domando che diavolo ci faccia lo stemma sabaudo su un blindato dell’esercito della “REPUBBLICA ITALIANA”. Urgono approfondimenti. In verità la foto di Arrigoni con la bandiera palestinese io l’ho vista solo su internet e comunque, essendo egli un privato cittadino, non vedo il problema. Quanto ai significati, ognuno (te incluso)ci può trovare quello che gli fa più comodo. Fare lo scudo umano è insidioso almeno quanto circolare armati? Curiosa interpretazione ci rifletterò su.
“Sembra quasi che l’alpino Miotto, che seguiva le orme del nonno con la penna nera, e i tanti caduti nelle guerre di «pace» degli italiani siano morti di serie B rispetto all’ultrà pacifista. Se poi sei dichiaratamente di sinistra, come Arrigoni, la beatificazione è garantita. Una storia già vista con Fabrizio Quattrocchi il contractor, che non ha mai avuto il tempo di sparare un colpo in Irak, ma è stato ammazzato come un cane dallo stesso genere di tagliagole che ha fatto fuori Arrigoni. Bollato come uno sporco mercenario, morto addirittura di serie Z, da non ricordare, anche se davanti agli assassini non piegò la testa e disse: «Vi faccio vedere come muore un italiano». Per fortuna se ne è accorto l’allora presidente Ciampi, che gli ha concesso la medaglia d’oro al valor civile.”
Non tanto di serie B se gli hanno poi dato la medaglia d’oro.
“Su Il Foglio e il Corriere della sera di ieri si levava qualche voce fuori dal coro dei peana per l’eroe pacifista, che è stato preso ad esempio al festival del giornalismo di Perugia. Arrigoni scriveva per il Manifesto e pure questo aiuta. Per oltre vent’anni Almerigo Grilz, il primo giornalista italiano morto in guerra dalla fine del secondo conflitto mondiale, nel 1987 in Mozambico, è stato un morto dimenticato. Un paria della categoria, perchè non aveva il pedigree politico giusto al momento giusto. Prima di scegliere i reportage di guerra, con uno spirito d’avventura molto simile a quello di Arrigoni, era uno dei capi nazionali del Fronte della Gioventù. A causa del suo passato da «fascio» è sempre stato una vittima di serie B. Solo due anni fa il nostro sindacato ha riconosciuto che pure Grilz va ricordato. Proprio per evitare per sempre due pesi e due misure onoriamo le vittime delle guerre e del terrorismo, pur nella loro diversità, solo in quanto figli della stessa patria, l’Italia.
(il Giornale, 17 aprile 2011)”
Appunto. è un problema dei giornalisti, cioè tuo, visto che ti dichiari tale.
Dimenticavo, a proposito di riconoscimenti agli eroi di guerra. Mio nonno si fece 3 anni sul Carso. Al ritorno dalla guerra i tuoi “valorosi amici fasci” si premurarono di ringraziarlo incrinandogli una costola a suon di manganellate. Chissà che ne pensava il tuo compare Grilz.
Buonanotte.
Certo che a leggere Marcus Prometheus mi sorge il dubbio che invece di essere un ideologia politica, il sionismo è in realtà una malattia mentale.
Veramente Prometheus da inc.azz.oso ha toni molto più morbidi del “campo antisionista”. Che poi, lo si direbbe anche del Risorgimento Italiano, della Nascita del Pakistan o di quella del Kossovo?
Ma poi… non si stava parlando dei retroscena dell’omicidio Arrigoni? (commesso da dei Palestinesi, più o meno deviati)
Appunto, ma la macchina del fango s’è messa in moto anche qui! Che tristezza…
Arrigoni era degno di stima, vedasi reportage di Presadiretta per esempio, infangarlo da morto è indicativo.
Non è stato infangato. Sono state smentite delle dichiarazioni che lui ha fatto, con dei dati.
Semmai alcune accuse partite dal “suo fronte” sulle responsabilità irrealistiche di questo omicidio hanno infangato qualcuno per il puro gusto di farlo.
Chi ha veramente “infangato” (termine troppo morbido) Arrigoni è stato chi lo ha rapito e ucciso.
Torno a credere che sia presto per prendere posizione su come sia andata; magari sono stati solo dei fanatici senza che dietro ci fosse nessuno.
Se si pensa ad una regia nessuna teoria è certa, tutte hanno lati deboli o lati forti.
Ciò detto, e senza entrare nelle solite polemiche che queste questioni aprono dico solo che avendo avuto il coraggio di contestare Hamas di fronte alle rivolte a Gaza sia una persona che tutti dovremmo stimare, perchè ci mostra una persona in buona fede che se doveva cantarle ad Hamas non aveva problemi a farlo e quando una persona si comporta così non è certamente un combattente organico ad una fazione.
Ovviamente quando dico una fazione intendo una precisa fazione politica interna al mondo palestinese, cioè Hamas; non parlavo di Israele e Palestina, lo preciso per evitare di tornarci, visto che mi accorgo ch questa frase potrebbe essere male interpretabile perchè l’ho forse scritta male, e sinceramente di ripartire nell’ennesima diatriba non mi va e nemmeno ho tempo.
Riportare la contestazione dei giovani gazani è assolutamente un motivo di plauso. Soprattutto in considerazione che è stato forse questo a costargli la vita.