Non si può organizzare una messa durante l’orario scolastico, sostiene la legge. Ma pare che a Genova, la diocesi guidata dal presidente CEI card. Bagnasco, l’usanza stia prendendo sempre più piede, in particolare a Pasqua. Un gruppo di genitori democratici, scrive il Secolo XIX, ha dunque deciso di presentare un esposto in Procura. Una preside risponde al giornale che in realtà la ‘sua’ messa pasquale si è svolta regolarmente, perché si era provveduto a “ritoccare il calendario in occasione del 17 marzo”, e “abbiamo quindi provveduto ad apportare alcune modifiche: tra queste la chiusura anticipata di due ore delle lezioni pre-pasquali”.
Luciano Vanciu
Perfetto!
Anche la presa per i fondelli!
Perché la Chiesa cattolica mi ricorda tanto i regimi del socialismo reale che in modo spontaneo, portavano centinaia di migliaia di persone in piazza per il Primo Maggio? Molte persone andavano per non subire ritorsioni e del Primo Maggio gliene fregava assai.
Si sa poi come è finita. Regimi crollati come castelli di carta cosa che auguro anche alla CCAR.
Speriamo…
Beh potrebbero ormai direttamente consegnare le scuole statali pubbliche alla diocesi di Bagnasco, dicendo che in questo modo si avrebbe un gran risparmio di denaro pubblico (forse) devolvendolo tutto alla sola diocesi ossia alla ccar.
Messa ogno giorno e crocifissi dappertutto.
corrige:
Messa ogni giorno e crocifissi dappertutto.
Coi crocifissi siamo già un bel pezzo avanti 🙁
in Spagna, sotto il franchismo e fino agli anni 70, di maggio gli scolari erano costretti a portare a scuola fiori per omaggiare la regolamentare statua della madonna.
a ciò erano costretti anche i pargoli delle famiglie indigenti.
è evidente che la CCAR ha delle tradizioni di sopruso e abuso da rispettare in ambito scolastico.
Fuori la chiesa dalla Scuola Pubblica!
Un sogno…
la legge parla chiaro. Nessuno per altro impedisce che gli studenti che lo desiderano e autorizzati dai genitori possano andare insieme a messa fuori dagli orari scolastici.
Già ma ridurre l’orario scolastico apposta è l’equivalente di una truffa.
Peraltro, già i “tagli” governativi alla scuola PUBBLICA sfavorisce l’istruzione pubblica!
E’ IN ATTO UN GOLPE STRISCIANTE DEL VATICANO NEI CONFRONTI DELL’ITALIA (e non solo dell’Italia). Un golpe a “cottura lenta”: http://lerane.wordpress.com/il-principio-della-rana-bollita/
… ecco da dove ha imparato il nostro silvio naziponale a farsi le leggi su misura: dalla chiesa !
2000 anni d’esperienza sono una garanzia! 😀
Preti nelle scuole? “Fora dai ball”.
Per “teologo cattolico”: la legge parla chiaro, la scuola “in quanto tale” non può organizzare atti di culto o cerimonie religiose. Ciascuno è libero di parteciparvi, ovviamente, quando e come vuole, ma una scuola pubblica non può farsi promotrice di iniziative di questo genere.
esatto, è quanto dice appunto la legge e quello che volevo dire io. Che poi i ragazzi si ritrovino dopo l’orario di scuola per andare a giocare a calcio, andare al cineman, fare una passeggiata in citta , o anche andare a messa, la trovo una eventualità possibile, non da condannare a priori almeno (sempre con la supervisione educativa dei genitori se i ragazzi sono minorenni).
Ora che ha vinto il crocifisso, nessuno ferma piùi cattolici, il prossimo trofeo saranno le messe romane cattoliche in aula, oltre all’insegnamento della sola religione cattolica nella scuola pubblica, a chi si avvale, e chi non si avvarrà verrà riservata derisione implicita ed (auto) discriminazione, per la vergogna che dovrà sopportare.
E le lezioni in latino.
Nell’azienda dove lavoro (circa 500 dipendenti), Martedì scorso e’ venuto addirittura un Arcivescovo a celebrare la messa per la Pasqua. Nulla di scandaloso, in quanto si tratta di un’azienda privata che puo’ fare ben cio’ che meglio ritiene oppotuno, diversamente da una scuola pubblica e quindi laica.
Ebbene, la messa doveva cominciare dopo l’orario giornaliero verso le 17.00. Alcuni capi reparto, istruiti a loro volta dai loro superiori, e su’ su’, fino all’A.D. hanno invitato le persone a restare in azienda (con tanto di pagamento degli straordinari!!), pur di riuscire a riempire la sala, dove era prevista la celebrazione della messa. Nonostante cio’, i partecipanti erano ben meno del 20% dei dipendenti. 😉
Tutto questo aneddoto lo racconto esclusivamente per sottolineare, che se anche arrivano a ridurre l’orario scolastico per “favorire” subdolamente la partecipazione alla catto indottrinata pasquale di Bagnasco&C., poi non e’ mica detto che gli studenti o i loro genitori, partecipino davvero. La secolarizzazione, non si combatte con i sotterfugi e le scappatoie. 😉
bella l’opportunità offerta dalla tua azienda (anche pagata…). Fin che si tratta di una proposta e non imposta – e pagata- non vedo il problema.
Guarda che quel “hanno invitato”, non era proprio un invito formale. Si trattava piu’ che altro di una sorta di ordine o di pressione, per fare in modo che la parata con l’Arcivescovo, avesse almeno un colpo d’occhio all’altezza della decenza. Si sa’ poi, che in una realtà aziendale, oltre ai lecca-lecca capaci anche di mettersi a 90 per il “capo”, si e’ soliti accontantare i superiori per paura di ritorsioni ed ancgherie…Soprattutto se questi superiori, sono i vertici aziendali stessi. 😉
Il problema quindi c’e’, perche’ tutto questo non e’ certo una manifestazione di fede, di persone interessate alla religione, o alla pasqua. Per fortuna, a questo tipo di problemi, i lavoratori trovano presto la soluzione. Infatti puoi pagarli ed esercitare tutte le pressioni che ti pare, ma se non sono interessati alla “merce” in esposizione, o non sacrificherebbero un minuto in piu’ in azienda e lontani da casa e famiglia, difficilmente quella sala si riempirà.
Ah, dimenticavo. L’azienda in questione, e’ una S.p.a. con una modesta quota azionaria del Vaticano. Questo genere di buffonate vengono puntualmente organizzate, tutte le volte che c’e’ una festa comandata dalla mammasantissima. Per fortuna che sulla bacheca dipendenti, dove solitamente vengono attaccati volantini, locandine, compro/vendo e via dicendo, “qualcuno” spesso ci mette la pubblicità di qualche iniziativa dell’UAAR. Penso che quest’anno, siano stati davvero in pochi, quelli che hanno firmato l’8×1000 alla CCAR. 😉
Ma una religione, un credo, sono fatti personali, non sono legati al foedus, al podere, al feudo come nel medioevo, al quale i cattolici paiono voler continuare a fare forzatamente implicito stretto riferimento: la religione del feudatario non è trasmissibile ai sudditi, agli studenti, ai dipendenti, eccetera, non è legata al feudo.
Penso che i cattolici clericali dovrebbero farsene una ragione.
Ma… quindi i ragazzi erano liberi di andarsene ed erano stati avvisati della cosa?