Almeno ottomila coppie italiane, negli ultimi anni, hanno ottenuto il divorzio all’estero. Lo sostiene Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, le cui dichiarazioni sono state riprese da numerosi organi di stampa. Nel nostro paese, sostiene Gassani, nella migliore delle ipotesi occorrono almeno quattro anni per divorziare, mentre in altri paesi europei (Francia, Inghilterra, Spagna…) l’attesa è di qualche mese. Molte coppie finiscono così per affittare appartamenti all’estero, chiedere la residenza e subito dopo chiedere il divorzio: che, una volta ottenuto, lo stato civile italiano dovrà limitarsi a trascrivere.
In Italia, nel 2003, fu portata in parlamento una proposta firmata dall’on. Montecchi (DS) per consentire il divorzio “breve” (riduzione a un anno della separazione), quantomeno per le coppie senza figli e disposte a presentare una richiesta consensuale. La maggioranza filo-cattolica del parlamento bocciò tuttavia anche questa proposta minimale. Da allora di “divorzio breve” non si è più parlato, e chi se lo può permettere ha individuato nel divorzio all’estero la “creativa” soluzione per uscire dall’impasse.
Raffaele Carcano
E vorrebbero anche renderlo più difficile! Ahi Italia.
L’idea base è “il matrimonio è indissolubile! Al massimo si può annullare alla sacra rota!”
che poi, alle iene, s’è visto come funziona alla sacra rota…..se sei ricco e potente, te l’annullano in un batter d’occhio anche se richiedi l’annullamento per le motivazioni più fitili ed inconsistenti, se sei un povero mortale, puoi anche prendertelo nel….
a pagamento ovviamente 🙂
no:
se sei uno spergiuro
Parroco, cpsa sarà mai per un cattolico fare uno spergiuro? …
parroco ha pienamente ragione! tre avemaria e un gloria! (adesso vediamo chi la capisce :p)
parroco
evidentemente, da quanto risulta dal servizio delle iene, la cosa non sembra preoccupare minimamente i vescovi e i preti, che in cambio di un lauto compenso o di furturi “favori” sono tranquillamente disposti ad annullare tutto ad uno spergiuro (e tra l’altro, tecnicamente, non si tratterebbe nenache di uno spergiuro, poichè l’annullamento della chiesa annulla anche il giuramento. l’avete pensata bene, è?)
Questo significa che nonstante tutto la gente anche in presenza di legislazioni difficili trova altre opportunità e non asseconda certi diktat. Credo che alla fine tutto questo non possa che alimentare il risentimento verso certe superstizioni e una classe politica prona a certe visioni ideologiche.
Per fare altri esempi pensiamo all’aborto, più della metà delle donne che abortiscono hanno una famiglia e dei figli, semplicemente non ne vogliono altri eppure a sentire certa gente sembra che siano solo questioni economiche e ragazze madri che vogliono abortire. Pensiamo anche al rapporto tra matrimoni civili, religiosi e convivenze, se dovessimo computare nel calcolo totale anche le convivenze nuove ogni anno con i matrimoni di stampo religioso e civile, credo che le percentuali annuali di 37,46% matrimoni civili e 62,54% matrimoni religiosi (dati 2009 fonte wikipedia) sarebbero già, secondo me, quasi in parità, 50-50.
Purtroppo, come ho già detto, il processo di secolarizzazione è generazionale, vediamo perciò i risultati cambiare con decisione solo nell’arco di 10-20 anni. Ma penso che visti i numeri tra 10 anni le cose cominceranno a cambiare in maniera più decisa. Non bisogna avere fretta, ma molta pazienza, perseverare nell’azione di difesa dei diritti di atei e agnostici e di conseguenza di tutti e nel tempo i risultati si vedranno. Chi pensa ad ottenere risultati nel breve periodo è meglio che cambi prospettiva.
come al solito gli italiani, per colpa dei cattodiktat, sono costretti ad emigrare per ottenere diritti.
Ma questi tizi credono che uno si sveglia la mattina e decide di divorziare?
No sono loro che si svegliano la mattina e si fanno i conti su quanti polli possono spennare.
Grande Stefano…Non si potrebbe argomentare meglio. 😉
Propongo due categorie di matrimonio civile:
a) indissolubile;
b) scioglibile immediatamente su richiesta di uno solo dei coniugi.
Poi ciascuno scelga quello che preferisce.
Ma Lei sta sognando ?? Nessuno che si sposa pensa al divorzio ….!!!
Gerard, invece ad occhio e croce molti sceglierebbero l’opzione b, si pensi al gran numero di conviventi… Per quanto mi riguarda ho pesanti dubbi sull’opportunità di creare un “matrimonio buffonata”…
@ Gérard
sta proprio lì l’errore. il matrimonio è un contratto e come tale andrebbe conosciuto in tutti i suoi aspetti, da chi lo sottoscrive.
il contratto matrimoniale, così come è strutturato in italia, è anacronistico e introduce inaccettabili difficoltà e in caso di scioglimento, producendo notevoli danni alle relazioni di chi ne è coinvolto.
in tale situazione, per una coppia, è sconsigliabile sottoscrivere quel contratto.
paradossalmente, se proprio ci tengono, ha più senso il vincolo religioso.
Almeno come esperimento mentale propongo che il matrimonio che si possa sciogliere in giornata. La mattina mi sposo e il pomeriggio posso divorziare. In questo modo il contratto matrimoniale (non quello pattizio religioso) apparirebbe nella sua verità: una firma con cui assicuro il mantenimento economico alla moglie (maschilisticamente parlando) e all’eventuale figlio. Se poi togliamo anche questa unica clausale, non sarebbe male (sempre maschilisticamente parlando).
A dire il vero, se fosse così semplice, sarebbe per un cattolico un’ottima occasione per distinguersi dall’a-morale plebaglia atea.
Dopotutto quale scenario migliore per far valere la forza della propria fede, se non quello che non ti obbliga a seguirla per castighi legislativi ma solo per scelta?
Quindi l’esperimento non potrà avere come risultato che in una situazione del genere gli unici a formare e mantenere coppie stabili e durature sarebbero i credenti…
o no? 😆
*errata: Quindi l’esperimento non potrà che avere come risultato[…]
“Quindi l’esperimento non potrà avere come risultato che in una situazione del genere gli unici a formare e mantenere coppie stabili e durature sarebbero i credenti”
Era la mia conclusione sottintesa.
E allora che aspettano i cattolici a promuovere la libertà altrui che consentirà loro di distinguersi?
Se dovessero rimanere insieme solo per scelta, la chiesa verificherebbe come di veri cattolici ce ne sono proprio pochi. E lo sanno ed è per questo che fanno di tutto perchè continuino i metodi coercitivi.
Basta leggersi un po’ di racconti del passato per rendersi conto di quanto fossero unite di facciata le famiglie di una volta, ma evidentemente alla chiesa cattolica piace la calma apparente ed ipocrita anzichè confrontarsi con la realtà.
La cattolica Austria ha il divorzio subito operativo senza essere preceduto dall’assurdità della separazione: tanto quando uno va dal giudice è perchè ha già deciso che la situazione era insostenibile e si è accordato col partner per le modalità (altrimenti decide il giudice).
Vedo sempre una disonestà dei cattolici integralisti, i luterani ed i valdesi accettano invece il divorzio: il fatto di chiedere il divorzio breve non vuol dire che allora si svaluta il matrimonio, ma che si tiene conto della realtà, dell’assurdità di tenere legate per anni due persone che hanno deciso di divorziare. Non è meglio poter voltare pagina? E’ curioso come chi propaganda il perdono cristiano non preveda la possibilità dell’errore per le persone.
La scelta della convivenza è spesso dovuta anche ad un rifiuto del modello classico che prevede il matrimonio visto come sistemazione o scalata sociale, o come cerimonia e festa, rifiuto anche determinato dall’osservazione della realtà, da quanti matrimoni di facciata esistano. Se due vogliono stare insieme dovrebbero farlo per scelta non perchè costretti dalla società che decide per loro.
teologo, è per questo che la convivenza è più onesta (anche se non vi piace ammetterlo): nessun partner ma solo figli da mantenere (se mai ce ne sono).
Il resto si divide “alla romana”.
La vostra visione dell’amore rimane obsoleta.
Ci vuole moltissima PAZIENZA,calma,aspettare senza stancarsi mai,proseguire nel proprio cammino ateo MOLTO IRTO,senza cedere mai,senza tentennamenti,se nei momenti DIFFICILISSIMI viene il desiderio di PREGARE…………..NON SIA MAI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ostinazione,impegno ,abnegazione,costanza, determinazione,istruirsi e formarsi giorno per giorno,autostima,fiducia in se stessi,non mollare mai,non isolarsi,ma mantenere contatti con persone atee…………………………ecc.ecc.
quoto. non è facile. Non leggere, non studiare, nom pensare, non confrontarsi con autori di spessore, mantenersi saldi in una epistemologia archeologica, cercare una spiegazione ad ogni fenomeno inspiegabile (fra poco ci sarà forse anche la rivelazione dei 10 segni di Madjugorie, e per ogni anticipazione e verifica si dovranno dare spiegazione alternative plausibili), non sostenere la possibilità di una dimensione di libertà – spirituale, dimensinoe di incondizionatezza – nell’uomo, o cercare una morale senza affermare la libertà…una fatica continua.
@ Teologo
“10 segni di Madjugorie”
Fine epistemologo, a che servono i “segni”?
I “segni” sono ambigui o no?
Una volta “disambiguati” dalla TUA fede (tanto da non dover nemmeno IPOTIZZARE spiegazioni alternative, non leggere, non pensare etc.) sei ancora libero o no?
La morale del comando – con annessa pena eterna – cosa ha di meritevole?
La morale con annessa pena eterna, che dimensione di libertà etica presuppone?
La morale serve nella vita, si o no?
Che fatica teologo parlare con chi ha un sistema etico ed epistemologico paleolitico, chiuso e autoreferenziale, esente da verifiche e immune da errori….
“non leggere, non studiare, non pensare….”?
teologo, stai parlando dei credenti? perchè mediamente gli atei SONO MOLTO PIU’ ISTRUITI E CURIOSI DEI CREDENTI. anzi, sono i credenti che rifiutano di pensare per affidarsi alle verità preconfezionate dalla religione a cui credere per fede, senza metterle in dubbio, oltre che appartenere per la maggior parte alle fasce meno istruite in assoluto….
quanto alla fatica di “cercare spiegazioni razionali ai fenomeni”, beh, stai dipingendo la religione alla stregua della superstizione, che preferisce dare risposte facili a quelle credibili (tipo “mi è passato un gatto nero davanti e la giornata mi è andata male quindi la superstizione ha ragione”. magari se si cercasse una risposta razionale si giungerebbe alla conclusione che l’aver visto un gatto nero e l’essere superstiziosi ha reso il soggetto insicuro e stressato per tutto il giorno facendogli andare male la giurnata……ma queste sono solo stupide risposte razionali, vero?)
@stefano
1. il linguaggio religioso (di rivelazione) implica segni (le note “parole” ed “eventi”) che lo confermino.
2. i segni sono ambigui e disambiguati dalla fede, ossia dalla loro interpretazinoe di fede, come giustamente dici. Anche le ipotesi alternative sono faticosi tentativi di disambuigazione, di spiegazione dei segni. Solo che per un’ermeneutica di fede, un miracolo qualsiasi è facilmente interpretabile, per una lettura scientistica non si spiega, si deve negare. La vera scienza- più onestamente- tace (non si spiega con le attuali conoscenze)
3. Libero lo sono e resto comunque, il libero arbitrio non me lo toglie nessuno. Okkio che essere libero non signfica pensare a quello che voglio e fare quello che voglio. Non è questione di epistemologia, è pura analisi del concetto di libertà (di cui hai una nozione approssimativa evidentemente). Non è che una dimostrazione scientifica o matematica in quanto si pretende vera, o nella misura in cui si pretende vera, attenta alla mia libertà: non va negato l’insegnamento della matematica perche non conforme alla carta dei diritti internazionale dell’uomo. Così non è che la norma morale che condanna l’omicidio e lo sanzione è un attentato alla libertà dell’uomo, altrimenti cancelliamo l’ordine giuridico del nostro Paese.
@ Teologo
il linguaggio religioso (di rivelazione) implica segni (le note “parole” ed “eventi”) che lo confermino
Ovviamente ciascuna religione disambigua i segni in base ai propri “concetti”.
Quindi ciascuna è vera? Poiché le disambiguazioni portano a risultati contrastanti e non possono esistere verità contrastanti le disambiguazioni dei segni sono del tutto arbitrarie. E autoreferenziali.
Le disambiguazioni alternative si basano – al contrario – su concetti esterni (e condivisi) a quelli delle fedi per evitare l’autoreferenzialità. E difatti, inevitabilmente scompaiono i “segni”. Il rilievo che possa non esistere una spiegazione al momento non giustifica automaticamente la tua di default. Da un lato usi le lacune della scienza per giustificare la tua posizione, dall’altro la poni al di fuori delle possibilità di indagine scientifica in modo da evitare che possa essere invalidata dai progressi. Il trucco del tuo gioco di prestigio è svelato.
Io avrò un concetto di libertà approssimativo, tu ce l’hai molto lasso, visto che non tieni conto di nessun altro vincolo se non quello di risultato.
In che caso quel che credi è errato?
Contempli la possibilità che quel che credi possa essere sbagliato?
Cosa conta contro?
Possibile che NESSUNO dei credenti abbia MAI risposto a questa domanda?
Se non rispondi, ma di che cappero di epistemologia parli?
L’epistemologia della rivelazione? E come discrimini tra una e l’altra? Applicando alle altre i criteri che non usi con la tua?
Per favore….
Continua pure a non pensare, ci riesci perfettamente.
In merito alla morale noto la tua (non) risposta.
Non è che una dimostrazione scientifica o matematica in quanto si pretende vera, o nella misura in cui si pretende vera, attenta alla mia libertà.
Certo che no.
Ecco perché è inutile che il tuo dio sia nascosto e parli con segni.
Come si vorrebbe nel caso di un dio inesistente i cui adepti – ciascuno a suo modo – ne “interpretano” i “segni”.
A Lucifero non è importato molto. A te in paradiso neanche.
O hai evidentemente un concetto di libertà approssimativo.
…una fatica continua…
La fatica continua è tutta vostra. A voi piacerebbe un mondo interamente governato da leggi confessionali, come forse c’era nel medioevo, ma ahimè questo mondo non esiste più. Esultate se in qualche paese pongono restrizioni all’aborto, al divorzio, alla fecondazione artificiale, all’eutanasia, ma sono esultanze effimere. Basta passare il confine. Certo, come è stato sottolineato, questo comporta una qualche selezione di classe perchè non tutti possono permettersi di risolvere il loro problema espatriando. Ma questa opportunità (con tuuti i suoi limiti) esiste. E’ questo che vi fa arrabbiare. Vorreste richiudere tutti nel recinto ma vi scappano da ogni parte.
@stefano
“Ovviamente ciascuna religione disambigua i segni in base ai propri “concetti”.”
… un po’ vago … io potrei anche dire che il concetto è il risultato della disambiguazione/interpretazione, non il presupposto. vi è una confusione tra due concetti di “concetti”, è ancora il problema della confusione tra presupposto e ipotesi: in base al presupposto tutto è autoreferenziale, anche la scienza che non esce da se stessa, la matematica procede da sé e non viene meno in se stessa; invece le teorie (ipotesi plausibili non falsificate) sono selezionate in forza dell’impianto metodologico di ogni disciplina… ho parlato per mesi sulla questione sul forum ma alla fine mi sono cadute le braccia. Purtroppo avevo interlocutori che non avevano letto nulla di epistemologia, sono un po’ stato sfortunato.
“In che caso quel che credi è errato?”
Ipotesi (restando nel caso citato): La Madonna appare ai veggenti. Perché la chiesa non si limita a credere ai veggenti, non sarebbe perfettamente autoreferenziale? L’ipotesi che appaia si verifica- dentro il presupposto e piano religioso naturalmente- attraverso la verifica delle anticipazione dei segni promessi. Se non si realizzano non è credibile, l’ipotesi è scartata. Vi sono infinite pretese rivelazioni che non sono state accolte (dunque per qualche criterio), così infinite pretese guarigioni straordinarie che non sono considerate miracolo. Se bastasse l’autoreferenzialità sarebbe considerata vera ogni rivelazione. Perché non avviene?
Io da credente ho dei mezzi categoriali e linguistici per spiegare e non scandalizzarmi di fronte al cosiddetto fenomeno del miracolo del Sole di Fatima, previsto dalla veggente e che ha attirato le folle. La fatica dell’ateo è nel cercare risposte alternative: allucinazione collettiva di 100.000 persone, fenomeni atmosferici che si sono verificati solo in quella occasione, ufo, problemi alla retina, magnetismo solare…è oggettivamente faticoso..
“Possibile che NESSUNO dei credenti abbia MAI risposto a questa domanda?”
Guada che il problema che poni non è irrisolvibile… cosa hai letto? Forse lo ritieni tu irrisolvibile, ma ogni filosofo della religione ha avanzato spiegazioni, ne hai a iosa.(compresi i filosofi analitici.. li cito perché li ritengo più vicini alla tradizione del sito). La domanda sulla struttura del discorso religioso è tema della filosofia della religione e vi sono una legione di filosofi che la studiano da sempre (ritenendola non flatus vocis). La filosofia della religione è materia accademica (in tutte le università statali di filosofia), e si interroga sulle possibilità e limiti metodologici della religione (come la filosofia della scienza si interroga sul metodo del discorso scientifico, la filosofia della politica sulle condizioni di possibilità della prassi e del discorso politico, la filosofia dell’arte sui criteri dell’atto estetico, su cosa è bello e non lo è, la filosofa morale sui criteri del Bene,..ecc..morale, arte, ecc non sono scienza, ma esistono e si possono fare discorsi sensati morali…o l’ateo non ha una morale?).
Solo i neopositivisti logici viennesi consideravano il discorso religioso come insensato e infatti non hanno prodotto opere sull’argomento. Ma anche la filosofia analitica (che non è identica e risolve nell’esperienza del Wiener Kreis) e che cito perché la ritengo più vicina alla tradizione del sito e alla tue “corde” mentali, ha prodotto notevoli lavori sul senso del linguaggio religioso Un’opera che credo possa interessarti e che tratta le tue domande e anche piuttosto recente (2010) è di Micheletti, “La teologia razionale nella filosofia analitica” . Magari da qui ti costruisci una bibliografia interessante
@ Teologo
Ti poni il problema di come scegliere tra le visioni – in base ai tuoi criteri – non ponendo in dubbio la visione?
A me non interessa come tu decida tra una visione e l’altra, hai già accettato il fenomeno escludendo TUTTE le spiegazioni alternative attuali e future. Cosa che non fai per le visioni altrui.
Inoltre, accetti per buona la tua se le alternative non dovessero spiegare?
Esentandoti dal portare elementi (condivisi e condivisibili) che consentano di farla reggere sulle proprie gambe?
La scienza ha un metodo condiviso (o condivisibile) proprio per evitare (in line di principio e per lunghi periodi) che ciascuno abbia una propria visione.
Inoltre il metodo DEVE cercare di discriminare tra ipotesi di più alto livello (non solo quelle di dettaglio). Quale religione è stata scartata perché le sue ipotesi si sono rivelate false? All’interno stesso del cristianesimo coesistono versioni concorrenti perché nessuna può dimostrare che l’altra è errata.
Le profezie sono vaghe e quando non lo sono sono riformulate ad hoc.
E’ il tipico modo di procedere per evitare l’invalidazione di una teoria.
“La fatica dell’ateo è nel cercare risposte alternative: allucinazione collettiva di 100.000 persone, fenomeni atmosferici che si sono verificati solo in quella occasione, ufo, problemi alla retina, magnetismo solare…è oggettivamente faticoso..”
Che abbiate le categorie per “spiegare” ogni fenomeno non è novità: basti pensare a terremoti e pioggia. Non si muove foglia che dio non voglia.
Basta sapersi accontentare delle spiegazioni.
E una spiegazione che spiega troppo non spiega niente.
Non stavo aspettando te per sapere che la Filosofia della Religione fosse materia di studio.
E se vuoi la bibliografia te la fornisco io.
E? la solita storia che i cattolici ripropongono, l’evidenza sperimentale è un ferrovecchio dell’ideologia positivista etc. etc. Le nuove concezioni olistiche etc. etc.
solo un modo per deformare i fatti. Non ostante l’evoluzione dell’epistemologia a torto sbandierata la scienza e la fede sono ancora due cose diverse. In quanto alla concezione olistica , non porta certo alla trascendenza ma se mai ad una logica intrinseca alle leggi della natura ( immanente al più) Cioè nella più favorevole delle ipotesi (favorevole per teologo e compagnia) porta ad una concezione panteistica e non antropocentrica, se proprio ci si vuol sforzare, diametralmente opposta ed in contrasto col monoteismo trascendente Abramitico.
Oltre a “partorirai con dolore”, anche “divorzierai con dolore”.
Il cattolicesimo è la religione del dolore.
Se a uno piace il dolore vi aderisca pure, basta che lo sappia.
il problema è che il cattolicesimo è una religione che
ama procurare dolore agli altri.
(per mezzo dell’imposizione legale delle loro fesserie)
se lo procurassero solo a se stessi, per me andrebbe benone…
Già, vedi la Binetti. Siccome lei porta il cilicio, pretende che lo portino anche gli altri metaforicamente, sostenendo leggi di m@rda liberticide.
Infatti, ad un cattolico comprovato tutto sarebbe permesso con un placet curiale, pagando, servendo, eccetera, mentre ad un vile plebeo italico, decisamente no, a meno che non si converta alla volontà vaticana allineandosi e coprendosi anche lui agli altri fedeli della ccar.
Ma in che posto stiamo vivendo?
Dovremmo iniziare noi a smettere di votare cattolici e lacché.
In Italia, nel 2003, fu portata in parlamento una proposta firmata dall’on. Montecchi (DS) per consentire il divorzio “breve” (riduzione a un anno della separazione), quantomeno per le coppie senza figli e disposte a presentare una richiesta consensuale. La maggioranza filo-cattolica (leggi: filo-leccaculo) del parlamento bocciò tuttavia anche questa proposta minimale.
Si deve mandare a casa questo governo e di corsa.
Si deve rimandare ad Avignone il papa e di corsa…….e non solo per il divorzio!!!!!!!
Questa sarebbe un ottima cosa, ma avere un governo (ovviamente non mi riferisco all’attuale opposizione) che approva le proposte tipo quelle dell’onorevole Montecchi facendole diventare leggi sarebbe gia’ un grande traguardo.
Ho chiesto ai miei amici di Avignone, ma quelli il papa non lo vogliono più!!!!!
Ci risiamo. L’erogazione dei diritti è tornata ad essere in base al censo. Non credo che prendere la residenza all’estero solo per divorziare sia esattamente a buon mercato.
If fondo, in alcuni paesi le leggi sono tali per cui aborto e contraccezzione non sono illegali, ma non ricevono alcun sostegno statale e quindi, di fatto, accessibili solo a chi può pagarle. Tagliando fuori la parte di popolazione che più ne avrebbe bisogno: quella più povera.
Non è sempre stato così? Detto brutalmente ignoranza e fame sono sempre stati uno dei principali instrumentum regni usati, così come la doppia morale\legge per le messe ed i “dirigenti”. Le istanze laiche e libertarie degli ultimi 300 anni hanno mitigato, ma non rimosso questa dualità semi-feudale…. e onestamente la colpa è anche del popolo bue che prefersce “chiagnere e fo.t.te.re” piuttosto che darsi da fare.
Hai ragione, tranne per un punto: il “popolo bue” non può “chiagnere e fo.t.te.re”. Qualcuno deve pur pagare il “fo.t.te.re”, e , di solito, è il “popolo bue” a cui viene presentato il conto. Al massimo, “chiagne” e si accontenta di qualche contentino, tipo sfogare la propria frustrazione sugli immigrati per esempio.
Viene da chiedersi per quale motivo gli italiani abbiano legalizzato il divorzio, se poi a distanza di anni, sono costretti dalla stessa giustizia burocratica sottomessa alle logiche precettizzie cattoingerenti, ad andarsene all’estero….Che schifo! 🙁
E’ vero! 🙁
Forse è per questo motivo – assurdità dei tempi del divorzio – che in Italia il numero dei matrimoni è in picchiata.
Con tutto che non possono manco dare la colpa al matrimonio gay, visto che qui non c’è.