Raffaele Carcano*
È ripreso oggi l’esame parlamentare del ddl Calabrò. In discussione c’è una proposta che, in nome della laicità e del testamento biologico, stravolgendone il significato (come ha sottolineato molto bene ieri Carlo Flamigni) mira esplicitamente a introdurre una legge clericale che viola l’autodeterminazione dell’individuo. Purtroppo, tutto porta a pensare che il dibattito sarà breve, perché la legge è voluta da troppi: dalla Chiesa cattolica, ovviamente, ma anche da Berlusconi, dall’UDC, dai rutelliani, dai popolari del PD. Solo un’improbabile caduta del governo potrà fermarne l’iter. Siamo in campagna elettorale, se non si fosse capito, e un argomento come le scelte di fine vita è in grado di compattare la maggioranza e dividere l’opposizione.
Di fronte a un tale schieramento di forze poco si può fare, ma molto si deve fare. Quantomeno continuare a ricordare a voce alta che il ddl Calabrò recepisce ossequiosamente la dottrina cattolica, specialmente in materia di nutrizione e idratazione: nessun Dio ha chiesto questo, semmai qualche papa. Ed è indispensabile non dimenticare che il provvedimento sposta la libertà di scelta dall’individuo ad altri individui: i medici che dovranno prendere la decisione finale, i politici che attribuiranno loro tale responsabilità, i vescovi che hanno loro chiesto di approvare una legge che rappresenta un pugno in faccia al principio di autodeterminazione. Che, del resto, il magistero ecclesiastico nega: «la vita appartiene a Dio», dicono. Infine, indossare qualcosa di arancione, anche un solo fiocchetto, come ha chiesto il Coordinamento Nazionale Laico: un piccolo gesto, utile a informare e a far parlare quanto più possibile i cittadini.
Saranno molto probabilmente i tribunali (se l’Italia continuerà ad avere un ordinamento giudiziario autonomo) a dire la loro sulla legittimità o meno di un testo così illiberale. Ma già ora è impossibile negare che questa legge non solo sfregia la libertà di scelta, trasformando il cittadino da soggetto a oggetto, ma nega altresì la sua responsabilità individuale, ritenendolo incapace di comprendere le implicazioni di quanto vorrebbe sottoscrivere. Una legge paternalista, che mette nero su bianco che vescovi, medici e politici capiscono meglio del diretto interessato quali sono i suoi reali desideri.
Sarebbe già molto riuscire a ribadire tutto questo in ogni sede possibile. E ancora più importante sarebbe ribadirlo anche all’interno della cabina elettorale. Se tutti gli italiani favorevoli al testamento biologico (tre quarti della popolazione, dicono i sondaggi) smetteranno di votare chi contribuirà ad approvare un simile scempio, l’Italia sarà un paese incomparabilmente migliore. «La sovranità appartiene al popolo», recita l’articolo 1 della Costituzione.
Esercitatela.
* Studioso della religione e dell’incredulità, curatore di Le voci della laicità, coautore di Uscire dal gregge, segretario UAAR
Ottimo articolo, Raffaele, fateci sapere se avrete una sottoscrizione a tal proposito che necessiti di contributi economici, chessò una Class Action per esempio, le procdure costano e i tempi sono sempre un po’ lunghi.
Purtroppo Casini ha combinato si suoi soliti casini coi suoi blitz, non se ne poteva discutere con calma più avanti? No, al fine di mettere in crisi la maggioranza ha costretto ad anticipare la discussione sulla legge Torquemada.
Un Baba Show arancione che circola nel blog già ce l’abbiamo!
sono uscito dall’ufficio e ho preparato il fiocco arancione
Massima solidarietà e vedrò di fare il possibile in cabina elettorale.
Ma non metterò nulla di arancione: queste proteste simboliche, individuali e ‘colorate’a parer mio non servono a nulla, perchè il governo dei gesti di testimonianza se ne f r e g a (e direbbe che tanto la maggioranza non protesta, dunque è perfettamente legittimato, cosa che ha detto più volte, a cominciare dalle proteste dello scorso autunno/inverno in cui il numero e ka forza dei protestatari era ben maggiore) e credo dunque che il gesto non abbia alcun potere di mettere pressione al governo.
Poi posso sbagliarmi, ma la testa mi dice così.
Ovviamente, anche se non indosserò nulla di arancione, farò nel mio piccolo quanto in mio potere per informare chi conosco su questa p o r c a t a.
mettere quacosa di arancione e’ esattamente una strada per informare la gente di questa porcata 😉
naturalmente non esclude altre forme
Sì, l’avevo capito, Roberto, per quello ho precisato col secondo commento.
chiedo…
possibilità che qualche articolo venga dichiarato incostituzionale (v. art. 32 cost.)?
e un referendum abrogativo ?
si lo so.. la battaglia dovrebbe essere per il quorum.. ma non lascerei niente di intentato per cancellare questa porcheria.
ogni cosa a suo tempo
sia l’incostituzionalità che il referendum potranno essere azioni da portare avanti, e ben presenti tra le associazioni del CLN, UAAR compresa
ma hanno tempi molto lunghi, e abbiamo di fronte ora la possibilità di contestare questa legge che nega la libertà di coscienza e calpesta la dignità degli individui
Se la legge dovesse passare la cosa migliore sarebbe fare un referendum abrogativo. Il ddl calabrò è un insulto alla libertà delle persone e un favore al vaticano.
Non so se ho qualcosa di arancione da mettere, ma ora ho iniziato a usare un detersivo per i piatti all’arancia. Va bene lo stesso? 🙂 A parte gli scherzi, i gesti simbolici vanno bene ma le iniziative concrete sono meglio. Se l’UAAR apre una sottoscrizione per qualche iniziativa manderò il mio contributo.
La Chiesa sta rimontando dopo il secco 2 a 0 di divorzio e aborto. Grazie all’ateo gaudente ma compiacente di Arcore siamo già 2 a 1. Vuoi vedere che pareggia e vince in zona Cesarini? E noi finiamo in serie C.
Sono d’accordo con chi sostiene che il referedum sia la via ordinaria più efficace per abrogare una legge
se la legge e’ incostituzionale, come questa per me e’, c’e’ anche la possibilità del veto del Presidente della Repubblica e l’abrogazione da parte della Corte Costituzionale, ma occorre il martirio di altri individui
che crudeltà
Nell’ambito della libertà individuale, non ci dovrebbero essere nè leggi da fare e nemmeno da abrogare.
La vita è della persona, e la persona deve poter decidere come affrontare la propria fine, secondo la propria volontà.
Penso sia ovvio no?
Ciao a tutti
Caro Andrea, ti rendi conto da solo a chi hai risposto mi auguro. 😉
Le cose piu’ ovvie, per certi personaggi, non lo sono affatto.
Mah… ormai mi sono rassegnato.
Facessero come vogliono, la mia discendenza non sarà in italia e questo mi genere ogni giorno una piccola grande soddisfazione.
A me l’arancione non piace affatto; in più sono d’accordo con Batrakos: il governo se ne frega di 300mila cittadini che sfilano per Roma, figuriamoci di 100 sfigati che si vestono da operai dell’ANAS. Oltretutto una cosa così non verrebbe recepita da nessuno finchè ce la diciamo fra di noi; saremmo semplicemente ridicoli. Non siamo nell’Ucraina della “rivolta arancione”, dove quel colore era una sorta di uniforme di partito.
Credo invece nell’opzione referendaria, purchè supportata da un forte impegno in prima persona di tanti volenterosi che si sbattono per informare la gente, come stiamo facendo adesso per il referendum di Giugno.
Se passa il DDL, iniziamo la procedura di proposta referendaria e prepariamoci ad una battaglia seria dall’esito vincolante.
“il governo se ne frega di 300mila cittadini che sfilano per Roma, figuriamoci di 100 sfigati che si vestono da operai dell’ANAS”
solo che 300mila a Roma costano una marea di soldi (per chi organizza e per chi si paga il viaggio)
indossare magari ad un sit-in nella tua città un fiocco arancione costa zerovirgola
e comunque i mezzi di informazione hanno già dato risalto alla “protesta arancione”
300.000 manifestanti o 300.000 persone che si vestono di arancione, non risolvono il nostro problema di farci ascoltare dal governo clarico fascista, che se ne sbatte. Roberto leggiti il mio post del 27 aprile 2011 alle 20:30.
Invidio chi se ne può andare all’estero, qui non c’è speranza.
“Cosa fare di fronte a una legge liberticida”
DISOBBEDIENZA CIVILE NON VIOLENTA
Premetto che non sono affatto critico nei confronti di questo articolo o di questa (ennesima!) iniziativa del Coordinamento Laico Nazionale per fermare la legge scellerata denominata DDL Calabro’, e plaudo a qualsivoglia forma di protesta organizzata da Associazioni come la nostra.
Nutro pero’, lo stesso tipo di dubbi che hanno sollevato anche Batrakos e Michele B.
Il Governo clerico-fascista con cui abbiamo a che fare, e’ uno di quei governi che sostanzialmente se ne sbatte delle manifestazioni, delle proteste, e dei sit-in. Di chi sale su gru e tetti e dei sondaggi che vedono il 70% dei cittadini a favore di una legge sul fine-vita, che non sia questo schifo che sono stati capaci di partorire…Figuriamoci il vestirsi di Arancione per sensibilizzare l’opinione pubblica!!
Il progetto del governo in merito al Testamento Biologico e’ ormai chiaro ed arcinoto, e non prevede certo il riconoscimento del principio di autodeterminazione dell’individuo, il quale viene defraudato, con sotterfugi, virgole e punteggiatura varia inserita ad hoc nel DDL Calabro’, di un suo diritto costituzionale.
Il nostro segretario UAAR Raffaele Carcano, invita tutti quanti noi soci a mettersi una mano sulla coscienza nelle cabine elettorali alla “prossime” elezioni, ma alla luce dell’elenco dei partiti da lui stesso stilato che voteranno questa legge liberticida, faceva prima a nominare gli unici partiti disposti a non vendersi alle ingerenza del tempio. Resta il fatto che la prossima volta che andremo a votare, sarà purtroppo già tardi, e dovremo ricominciare la battaglia per la libertà di scelta sulla propria salute da capo. Referendum, quorum, firme, pressioni, manifestazioni, solidarietà, comunicati stampa, giornali, considerazioni, dibattiti, libri, e chi piu’ ne ha, piu’ ne metta. EBBENE IO NON CI STO, E NE HO PIENE LE PALLE!
La possibile soluzione? …David Henry Thoreau.
“Sotto un governo che imprigiona ingiustamente chiunque, il vero posto per un giusto è la prigione”.
Anziche’ manifestare e prenderci la briga di urlare le nostre raioni a persone che non hanno orecchi, perche’ non gli facciamo capire che non hanno a che fare con i soliti manifestanti, ma con persone che sono disposte anche a sacrificarsi individualmente, esattamente come individuale e’ la libertà di scleta sulla propria salute?
Perche’, per esempio, anziche’ vestirci di arancione, non cominciamo a digiunare in massa per protestare contro un governo che non ci ascolta e non ci rispetta?
Non parlo di un singolo Raffaele Carcano o Paul Manoni che digiuna come lo fa’ Pannella nei suoi deliri egocentrici…Ma di trovare per ogni Circolo UAAR o Associazione Laica aderente al CNL, come minimo 10 o 15 persone che da un momento all’altro, SMETTONO DI MANGIARE PER PROTESTA. Che lo faccia qualche Radicale, e’ ormai noto e qualche risultato lo hanno anche ottenuto….Ma immaginate se a digiunare fossero 2000 persone tutte insieme. Immaginate se poi nel corso dei giorni che verrebbero, queste 2000 passassero a ad essere 10.000 e finissero tutte insieme in ospedale per i relativi mancamenti dovuti al digiuno. Come potrebbe il Governo, fare finta di niente!?
Ricordo, bisbigliandolo, che gli angoli delle strade pullulano di pusher in grado di fornire a prezzo ragionevole quel che serve al fine vita. Ovviamente non esorto nessuno a ricorrere alla loro “assistenza”, né alla loro merce. Mi limito a osservare un fatto che è sotto gli occhi di tutti.
E come faccio a farmi una pera se sono in coma vegetativo?
Ti piacerebbe che tutto avvenisse in modo clandestino ed illegale vero Aldo!?
Certi commenti risparmiateli…
Infatti: la legge servirebbe proprio per evitare soluzioni illegali a rischio dei congiunti o di qualche medico di buon cuore che, vista la situazione irreversibile e la sofferenza (del malato o dei congiunti), aiuta illegalmente il paziente a morire.
Un piccolo aneddoto.
A me qualche giorno fa è morto il cane, che aveva ormai oltre 15 anni.
Stava talmente male che l’eutanasia è stata un gesto di pietà dovuto.
In quel momento ho pensato che in questo gli animali sono più fortunati, visto che non hanno leggi che negano loro una morte dignitosa.
Ed è per questo che serve una legge, a parte la battuta precedente che tedeva più ad inquadrare la differenza tra fine vita dovuta ad una malattia ed il suicidio.
E, fosse anche il solo suicidio, non è mica facile se uno non è pratico farsi un buco endovenoso di eroina (visto che l’overdose di eroina non ti fa soffrire, mentre già quella di coca sì).
Insomma, una situazione così clandestina e squallida sarebbe proprio ciò che è da evitare.
@Batrakos
Era così anche per gli aborti. Preferivano che venissero eseguiti in modo clandestino e nell’assoluta illegalità, piuttosto che ricnoscerlo come diritto.
Paul, carissimo, non so come tu abbia potuto intuire un “piacere” che non esiste nelle mie parole (e neppure nella mia testa). Ti invito a essere un po’ più cauto.
Batrakos, ovviamente è indispensabile un certo residuo di libertà d’azione. Per gli altri casi, la situazione è una sconceria già ora. Temo sarà ancor peggio nel prossimo futuro.
Sai quando credo che la cosa si “risolverà” (ovviamente non senza distorsioni e strumentalizzazioni)? Quando i malati terminali, che ora generano un cospicuo giro d’affari, diverranno un peso per gli interessi delle dirigenze, un drenaggio di risorse che peserà su di loro. A quel punto, e solo a quel punto, li sentirai stracciarsi le vesti in favore di quelle “soluzioni” oggi avversate e che diverranno, come per incanto, sintomo di profonda e umana pietas. Ma credo che non sia questione d’una manciata d’anni, e temo che anche allora non saranno rose e fiori, perché anche se in senso contrario si continuerà a negare la possibilità di avere per sé la fine che si desidera, cioè il meno peggio.
Aldo, condivido il discorso che fai sul futuro, anzi spesso avevo pensato anche io più o meno la stessa cosa.
Ma se la situazione è squallida, il consiglio che davi tu è improponibile per una persona molto malata, e assolutamente in linea con lo squallore che viviamo; in ogni caso il fatto che sia impossibile da fare per le ragioni di cui sopra rende inutile discuterne oltre.
Io magari ho un approccio più volontarista alla realtà, e penso che sia giusto battersi per una legge civile dunque per un diritto (che è altro dall’iniettare di nascosto qualche grammo di roba ad un parente in fin di vita col rischio di finire in galera se ti pescano), anche nell’estrema difficoltà del terreno di scontro.
Se fai una battaglia difficile hai grandi possibilità di perdere, ma se non la fai hai il 100% di possibilità di essere sconfitto.
Ma è questione anche semplicemente di carattere.
Aldo, rileggendo il tuo post mi accorgo che la tua era una constatazione e non un consiglio, come ho detto avendo probabilmente malcompreso, per cui mi scuso se è così.
Ma in ogni caso, anche se per dovere di ciò va dato atto, la sostanza del discorso non mi pare cambiare, nel senso che per un malato in fin di vita è una soluzione direi criminogena e difficilmente praticabile e, credo, praticata.
nell’articolo di Raffaele Carcano c’è un passaggio che mi ha lasciato perplesso, dove dice “… : nessun Dio ha chiesto questo”.
Posto che ovviamente dio non esiste, credo che intendesse “nessuna religione chiede questo” e allora mi domando: ma se esistesse una religione che lo chiede, perché dovrebbe riguardarmi o comunque dare qualche peso su una norma dello stato laico?
Smettere di votare chi contribuirà ad approvare un simile scempio.
D’accordo.
Ma ci sarà alle prossime elezioni una lista che si propone di difendere la laicità delle istituzioni?
si puo’ iniziare anche dalle elezioni amministrative
A Bologna abbiamo letto i programmi dei candidati sindaco:
http://bologna.uaar.it/2011/04/elezioni-amministrative-2011-e-laicita/
La dignità e la libertà di ciascun individuo circa le scelte che riguardano se stesso trovano nel vecchio infatuato commendatore e nei suoi antidemocratici bigotti politici italiani del compromesso la più nefanda e dolosa delle violenze.
Sancta mater ecclesia aborret a sanguine: con questa sentenza consegnava l’eretico al rogo della profana politica servile. Con questa nuova inumana antidemocratica violenza che si vuole legalizzare, si provoca il Popolo Italiano.
Reagire in qualsiasi modo è umano, doveroso, necessario. Piegarsi all’altare ed ai suoi chierichetti della politica italiana, non è il sentire dei laici italiani. La religione cattolica apostolica romana con la cultura derivante aborrisce la dignità e la libertà di ogni singola persona umana. E’ fin troppo chiaro: imporre anche a chi ha un concetto più nobile di dignità e libertà in base ai quali mai costui si sognerebbe d’imporre per legge quanto l’altro non condivide in scelte tanto personali.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/staccai-la-spina-a-un-amico-prescrizione-per-don-verze-836671/
“Staccai la spina a un amico”, prescrizione per Don Verzè.
mmmmmm……non era l’amico di Berlusconi al quale aveva promesso un posto per la figlia?
Questa è una bomba che scoppia proprio in corrispondenza del rientro in aula della legge Torquemada, e poi qualcuno si domanderà perchè proprio ora.
la mia risposta, ne discutevo ‘stamattina con degli ex colleghi e pensionati come me, è um mitra e una strage di casini e nani e ballerine