Ha abusato per vent’anni di bambine e adolescenti, hanno sostenuto i pm, usando anche il Cantico dei cantici per adescarle. Ma il reato è ormai prescritto, perché nessun fatto è stato commesso dopo il 1993. E così don Lelio Cantini, ex parroco della Chiesa Regina della Pace di Firenze, oggi ottantottenne, è riuscito a evitare la condanna. Non sarebbe finita così, scrivono i giudici, se le vittime si fossero rivolte alla magistratura anziché alla diocesi fiorentina, perché quest’ultima decise di rimanere “in un assordante silenzio”. Anche perché vescovo ausiliario era allora Claudio Maniago, già allievo di Cantini. Le vittime attendono ora “un gesto pubblico di riconciliazione” da parte della diocesi.
Luciano Vanciu
nessun commento di gasparri? e giovanardi: tutto tace?
Aspetto il commento di (suor) Paola Binetti… vediamo cosa riesce a sfornare !
certi reati non andrebbero MAI prescritti, che vergogna!
Però le vittime effettivamente hanno sbagliato a rivolgersi prima alla diocesi. Se fossero andati in Procura subito le cose sarebbero andate diversamente, poi ora Le vittime attendono ora “un gesto pubblico di riconciliazione” da parte della diocesi…
Beh, secondo me lo vogliono prendere in c..lo due volte!
Il fatto assurdo è proprio questo: recarsi a denunciare un gravissimo reato alla diocesi e non alle autorità competenti. Questo comportamento di fatto è un favoreggiamento del reato, sia perché permette alla “macchina degli occultamenti” di mettersi in moto tempestivamente, sia perché si ritardano i processi.
La chiesa resta e resterà impunita per tutti i reati commessi in passato nel presente e in futuro. Ovviamente con la grave complicità dello stato e soprattutto della gente che ci crede e fa finta di non vedere.
Questo, però, è valido solo in Italia.
All’estero non si fanno intortare dalle adunate oceaniche, e condannano al risarcimento danni (se non alla galera).
All’estero è meglio, ma purtroppo anche li vi sono parecchi favoritismi. Per esempio anche in Germania ed Austria (come negli USA) le commissioni d’indagine sono state gestite dalla chiesa (non dallo stato, che si è limitato a fare pressione su di essa) ed era la stessa chiesa che filtrava le denunce al potere giudiziario (quindi tutti i dati a riguardo provengono direttamente da relazioni gestite dalla chiesa). Se invece il potere giudiziario riceve una denuncia per un prete deve comunicarlo al Vescovo prima di procedere.
Una vera berlusconata , anzi peggio !
Ma di cosa vi preoccupate tanto poi va all’inferno…
Oppure no?
Che tristezza.
Più che all’inferno dovrebbe finire nella camera a gas… Oppure in uno stanzino con un genitore ben piazzato e incazzato nero!
La cosa drammatica e’ che non c’e’ nessuna reazione dei nostri politici, che non hanno scrupolo a fare leggi ad personam ma di modificare la legge per impedire certe atrocita’ non ci pensano nemmeno.
Possa servire di lezione alle generazioni future.
Quanto al gesto pubblico di riconciliazione… come possono cercare riconciliazione dopo aver subito violenza con adescamenti biblici ed avere subito in prima persona le grandi capacità di gustizia (leggasi insabbiamento) della diocesi??? Mah…
Ecco cosa avrebbe detto padre Pire (dominicano belga) ai prelati del Vaticano e relativi tentacoli, includendo anche certi dominanti politici italiani (ma non solo) :
« AGIRE SENZA SAPERE E’ PERICOLOSO ; MA SAPERE SENZA AGIRE E’ CRIMINALE » !
Stranamente padre Pire, malgrado abbia ricevuto il premio Nobel della pace nel 1958, non è mai entrato nell’ambito di una eventuale beatificazione !
Ritengo che al Vaticono e C° interessi molto più la « grande teatralità ‘$’» di un gusto più che dubbio, anzichè l’imparzialità morale…..
A questo punto è legittimo affermare che il « demens » che si trova nel « sapiens » ha una formidabile tendenza a imporre la sua “verità” convintissimo che è la sola ortodossa possibile ??
Io è da sempre che affermo che tali reati andrebberro considerati crimini contro l’umanità : non cadono mai in proscrizione e giudicati dal tribunale dell ‘ Aja.
a morte il prete!
Pretendere che la chiesa condanni la pedofilia e come pretendere che la mafia condanni la violenza.
Fa parte della loro cultura come il crocifisso.
Aspetto il commento del cardinal bertone e del cardinal bagnasco.
Che senso ha una giustizia a scadenza? Da consumarsi preferibilmente entro il…
Un reato andrebbe prescritto solo se chi lo ha commesso è morto.
…attendono un gesto pubblico di riconciliazione…
Avete presente il gesto dell’ombrello?
Ecco, è quello che si meritano, perché all’imbeci||i†à deve pur esserci un limite!
Non mi fanno nemmeno minimamente pena. Cantini, almeno riallacciati la patta, eh?
Ma che cosa sarebbe un “gesto pubblico di riconcialiazione”?
I bambini morti e quelli mai nati vengono universalmente amati e compianti, solo la sofferenza dei bambini vivi è di continuo, stranamente, minimizzata.
Alice Miller
purtroppo questa donna ha assolutamente ragione.
E’ incredibile cosa fa fare la religione alla gente. Qualsiasi persona rincorrerebbe col forcone chi ha stuprato suo figlio, ma se il colpevole è un prete subentra il timore reverenziale.
in effetti osservavo già in un’altra discussione che la religione è uno dei pochi “mezzi” per mettere i genitori contro i figli, fratelli contro fratelli e via dicendo.
ed effettivamente fa anche passare la tendenza a proteggere i figli in secondo piano rispetto alla deferenza a certe figure.
Le pecore che giravano attorno al cadavere di GP II domenica scorsa sono la personificazione di “quella gente” di cui parlavi.
La prescrizione di Cantini è coerente con la “beatificazione” di chi quelli come Cantini li proteggeva.
Infatti questo è evidente nella relazione che era stata resa pubblica in Austria (oltre che da varie testimonianze di vittime) a fine anno dall’associazione indipendente di vittime della violenza nella chiesa “Platform für Opfer kirchlicher Gewalt” dove si riportava:
“Oltre il 90% delle vittime aveva già parlato precedentemente con altre persone, ma era stato zittito, o picchiato, anche dai propri famigliari (tipo “non dire queste brutte cose sul signor prete”, “Un prete non fa certe cose”, “Ci saranno conseguenze pesanti se dici queste cose su un prete”, “Considerati fortunato che hai una buona istruzione”) o non preso in considerazione: 21% aveva parlato coi genitori, 16,6% coi famigliari, 14% si era rivolto a persone della chiesa”. Alcuni erano scappati dal collegio per sfuggire alle violenze e vi erano stati riportati dagli stessi genitori.
@Roberto.
“Oltre il 90% delle vittime aveva già parlato precedentemente con altre persone, ma era stato zittito, o picchiato, anche dai propri famigliari..”
..Ma allora perchè non denunciare i genitori che non hanno voluto denunciare alla polizia l’abuso?? Non solo loro che hanno primariamente coperto il crimine e i primii responsabili verso i figli?
E poi mi sfugge sempre la denuncia a scoppio ritardato (anche dopo trent’anni). in questo caso le vittime hanno aspettato almeno dal 93, ossia 18 anni. Perchè la vittima maggiorenne non denuncia e si sveglia con un decennio di ritardo? Ma se la vitima (maggiorenne forse anche da decenni) non ha il coraggio di denunciare, perchè pretenderlo da altri, perchè strapparsi le vesti se non lo fanno gli altri al tuo posto??
…Come ho ripetuto alla noia sono cose che non capisco.
teologo, prova a entrare nell’ottica di una persona che ha subìto degli abusi (e che magari non è stata creduta dai suoi familiari)…
in questo modo la denuncia a scoppio ritardato diventa molto più comprensibile.
purtroppo.
Nel caso di Cantini la spiegazione era stata data ad Annozero (la puntata sul filmato bbc) da una certa signora Mariangela. La sua denuncia era emersa quando sua figlia aveva raggiunto l’età che aveva lei all’inizio degli anni subiti da don Cantini, e nel vedere, anche a ragione della forte rassomiglianza fisica, proiettare sulla figlia quello che aveva subito lei. Potresti cercarti la puntata, magari riusciresti a capire.
Sui genitori da denunciare, vorrei dire che certo, è da vigliacchi non denunciare un crimine subito da un figlio. Ma di fronte a un potente, per proteggere la propria famiglia, ci si piega: soprattutto in piccoli centri mettersi contro l’autorità può costare caro in termini di esclusione per tutti i componenti della famiglia, anche come sopravvivenza materiale.
Perché pretenderlo da altri? Intendi dai colleghi o superiori? Che sanno che ci saranno altre vittime, e che quindi hanno una responsabilità morale? Cos’è che non ti è chiaro esattamente sulle vesti?
@ Teologo cattolico.
Per fugare alcuni tuoi dubbi, riprendi in mano la storiaccia di Don Marco Dessì, che ha violentato indisturbato decine di meninos de rua (bambini di strada) in Nicaragua.
Era considerato un “santo” e tutto quello che si diceva sul suo conto era considerato come “calunnia satanica”.
Poi, un giorno, un dentista scoperchiò la pentola di vermi e la sua facciata di cartapesta crollò. Nonostante questo, ci fu chi si fece il viaggio Nicaragua/Italia per sostenerlo e difenderlo a spada tratta fino all’ultimo.
Quanto descritto da “Platform für Opfer kirchlicher Gewalt” somiglia in modo impressionante a quanto succedeva nelle “Case delle Maddalene”.
E’ sempre lo stesso modus operandi e cogitandi: il prete non si tocca, non si critica ed è innocente a prescindere.
@kawaro
entro nell’ottica e mi dispiace per le vittime
Ma ancora:
– perchè allora giustifichi o almeno ti mostri tollerante verso la possibilità che i genitori possano non aver creduto al figlio, e invece ci si dichiara scandalizzati se un Vescovo di una diocesi non crede al bambino?
– Se invece dici che i genitori sapevano e loro hanno fatto la denunciato al Vescovo, non mi spiego perchè non siano andati anche dall’autorità giudiziaria…hanno aspettato 20 anni prima di rendersi conto che la diocesi non era intervenuta e si lamentano ora?
– infine d’accordo con lo scoppio ritardato, un bambino non va alla polizia se non è nemmno creduto in famiglia, ma quando è maggiorenne si sveglia. Tranne il caso in cui il bambino sia stato abusato al momento della nascita, ad età di anni zero (cosa che dubito), non mi spiego il ritardo di 18 anni (e NB: di tutte le vittime…cioè nessun giovane che per caso e per un rigurgito di dignità abbia denunciato il prete prima della prescrizione; tutti si sono svegliati con anni di rirardo…per poi accusare di ritardo le autorità ecclesiastiche)
Non posso non vedere un atteggiamento contraddittorio in queste vicende
@teologo
– scusa dov’è che giustifico o tollero che i genitori non abbiano creduto al figlio? potresti sottolineare il passaggio?
– la questione dei genitori che sapevano e hanno aspettato molto a denunciare ti è già stata spiegata. ti sembra così assolutamente improbabile? guarda che qui da noi, nel 2011, accade ancora che quando c’è un prete indagato per pedofilia, “il paese” si stringa al prete e demonizzi le vittime.
– quando è maggiorenne si sveglia? ok, allora quel tuo “entro nell’ottica” iniziale è fasullo perchè se tu fossi entrato nell’ottica non diresti una cosa simile. probabilmente non hai minimamente idea di tutti i meccanismi che si innescano in una persona quando subisce esperienze simili. però vabbè, fai il teologo. non è roba per te.
@teologo
davvero, non è per superbia che non ti sto a spiegare cosa si innesca nella testa di un bambino abusato (e per di più non creduto dai genitori). è che ci vorrebbe molto tempo e molto spazio. e al momento il primo mi manca e il secondo manca qui.
però posso assicurarti che a 18 anni uno non si sveglia proprio per niente, spesso si “svegliano” molto più tardi e dopo molto lavoro.
La reazione omertosa dei genitori e del vescovo responsabile gerarchico del prete sporcaccione è dovuta a un atteggiamento differente verso il potere: quello dei genitori è paura di sfidarlo, quella del vescovo paura di scalfirlo.
Inoltre i genitori conoscono un solo atto nel cv dell’attività extra del prete. Solitamente i vescovi hanno dossier molto più corposi, come abbiamo avuto occasione di vedere pubblicati nei mesi scorsi, addirittura corrispondenze intercontinentali.
Sul ritardo che induce a parlare ti ho risposto sopra, ma è bloccato. Intuitivamente ha a che fare con lo choc, il senso di colpa, anche una volontà di sopravvivenza che coincide con il seppellire certi ricordi, che la vita magari porta a dover riesaminare. E il fatto di non sapersi soli a soffrire per quel senso di colpa porta a volersi strappare questi ricordi portandoli alla luce.
L’atteggiamento contraddittorio, criminalmente contraddittorio, è in chi ha dato a questi mostri le chiavi per rinchiudere i bambini nella propria stanza.
A 18 anni uno è maturo solo civilmente, ma non lo è di fatto: secondo me e ho visto che altri la pensano così, per poter parlare di piena maturità bisogna andare verso i 25 anni per persone normali. Perchè per trovare il coraggio di denunciare e affrontarne le conseguenze, cosa che in genere si configura come un secondo trauma, bisogna avere un carattere forte e purtroppo queste persone sono spesso traumatizzate e quindi deve passare un periodo piuttosto lungo perchè possano guardare a quei fatti con un certo distacco.
Per quanto riguarda i genitori il discorso è complesso, ma risente dei pesanti condizionamenti culturali e sociali che subiscono anche loro sin da piccoli. Abbiamo visto che quando un prete considerato una autorità e rispettato viene accusato la comunità dei fedeli in genere si schiera aprioristicamente in sua difesa e quindi i genitori si troveranno contro famigliari, amici e conoscenti e gerarchia (infatti una cosa che si trova ricorrente è che le vittime vengono percepite come nemiche della chiesa, non il prete pedofilo). Inoltre spesso non vogliono vedere le cose negative perchè queste cambiano la loro “tranquilla” visione del mondo.
Certo in un mondo perfetto un ragazzino che subisce violenza dovrebbe parlarne coi famigliari o amici (cosa già difficile) e dall’altra parte trovare persone ricettive che si attivano. Inoltre c’è il problema anche del potere giudiziario che può non essere ricettivo, dopo tutto si denuncia un appartenente ad una casta potente.
chi avvicina i propri figli a questi malati patologici dovebbe essere almeno cosciente di cosa fa.
quando si sono rivolti alla Diocesi?
non si potrebbe procedere contro i responsabili della diocesi per aver coperto un reato?
probabilmente li salva la prescrizione.
Se questo prete è davvero credente dovrebbe essere preoccupato: avrà scampato la giustizia ordinaria ma quella divina lo manderebbe all’inferno sicuramente… Per noialtri, basta ricoprirlo di vergogna finché avrà vita. La cosa migliore sarebbe isolarlo e lasciare che nei suoi ultimi anni di vita marcisca da qualche parte senza che nessuno gli rivolga più la parola.
Ricordo per i catto-troll che Prescrizione non è Assoluzione, ma solo il termine del tempo entro i quali si potevano svolgere indagini e processo…
…e io ricordo che in Italia una persona è innocente fino a che non è condannata.
Però presumere che uno sia innocente vuol dire presumere che chi lo accusa mente. Come ne usciamo? Le varie nazioni si stanno rendendo conto che la prescrizione per questo tipo di reato è troppo breve e permette a troppi pedofili di farla franca (soprattutto se qualcuno è riuscito a far ritardare le denunce). Anche nelle nazioni più avanzate nella lotta alla pedofilia come Germania e USA si stima che quello che scopriamo è meno della metà (o forse molto meno) di quello che avviene. Quante vittime soffrono in silenzio senza avere giustizia?
L’associazione italiana Arcobaleno stima che lo 0,5% delle accuse si è rivelata chiaramente falsa (mentre il John Jay Report parla nel caso dei preti di un 1,5%): preoccuparsi troppo della possibilità che vi siano accuse false significa accettare che tante vittime non vengano aiutate. Cosa preferisce?
e io ti ricordo che la prescrizione e le attenuanti si danno ai colpevoli, non agli innocenti.
Pena di morte per i pedofili!
“….Claudio Maniago,gia allievo di Cantini “.
E’ facile immaginare quali stretti rapporti intecorressero tra i due,vero ?
Ma che dico,caso raro tra i prelati pedofili lui sembrave prediligere le femmine !
“Non sarebbe finita così, scrivono i giudici, se le vittime si fossero rivolte alla magistratura anziché alla diocesi fiorentina…”
….ma bisogna insegnare alle persone che per denunciare un reato si deve andare dalla polizia. E non dopo decenni. Non capisco i genitori che non denunciano gli abusi subiti dei figli alla polizia, e poi magari si lamentano se la giustizia non fa il suo corso. Non li capisco proprio.
Si legga la relazione dell’associazione indipendente di vittime della violenza nella chiesa austriaca “Platform für Opfer kirchlicher Gewalt” e capirà. Oppure può provare con la relazione per la Baviera del giudice Westpfahl.
http://www.betroffen.at/wp-content/uploads/2010/11/Bericht20111122.pdf
teologo
Non è difficile capire: se riesci a rintracciare i servizi delle ‘Iene’ su casi analoghi vedrai che le pressioni delle gerarchie sui genitori erano inaudite e vergognose. Arrivavano ad accusare i genitori stessi di voler denunciare il prete pedofilo solo per danneggiare la chiesa e per pura cattiveria. Forse non frequenti i preti?…
Per Diocleziano
Oltre i motivi che hai appena menzionato bisogna tenere in considerazione che
il compito principale della chiesa e’ quello di lasciare le persone nell’ignoranza (renderli quindi incosapevoli dei loro diritti e di come farli valere) per potersi fare i porci comodi suoi.
In ogni organizzazione che si rispetti esiste un capo, un responsabile , per intenderci, che
risponde di quello che fanno i suoi dipendenti!
Se le cose non funzionano o si manifestano gravi disfunzioni, il capo ne risponde con le proprie dimissioni.
Nella chiesa, sappiamo perfettamente chi comanda, essendo una dittattura, perchè allora
tutti fanno finta di non sapere, di conoscere lo schifo che impesta le fila di questa organizzazione criminale!
hai presente “chi ha rubato la marmellata?”, la canzoncina di johnny bassotto? :-/
se si trattasse di uno dei miei figli, ipotetico perchè non frequentano questa gentaglia, andrei in diocesi o parrocchia, ma per dale fuoco!
io andrei in questura
Una via di mezzo tra le due…
Andrei in chiesa, prenderei per un’orecchio il prete (possibilmente staccandoglielo!), e lo accompagnerei io stesso in questura. Pero’ e’ davvero troppo poco per persone come queste…
La prescrizione non é una corsia preferenziale per gli uomni di chiesa, ma una legge dello stato che vale per tutti i cittadini. Quindi c’é poco da far polemica.
E comunque il Cantini non sfuggirà al giudizio di Dio, al quale voi non credete ma noi si.
@ Giuseppe.
Infatti. E’ una legge dello Stato INGIUSTA e INFAME, promulgata PER I SUOI INTERESSI da un pluridivorziato e abortista à la carte che DICE di essere un fedele servitore della Chiesa.
La prescrizione breve è servita a lui e ai sepolcri imbiancati come lui, tra i quali ‘sto Don Cantini.
E voi – come Chiesa – lo applaudite e lo votate. Qui sta il problema.
Dal 2005 e grazie alla ex-Cirielli la prescrizione per reati sessuali su minori è passata da 10 a 6 anni. Grazie all’unto del signore, che la giustizia ci penso io, che non c’è mica quella di dio.
E comunque le leggi si possono cambiare: gli svizzeri con un referendum di un paio di anni fa hanno abolito la prescrizione per reati sessuali su minori.
giuseppe,
in attesa del giudizio del vostro dio catalettico, quel galantuomo si sta godendo una splendida vecchiaia in qualche palazzo della curia.
Consolatevi nella vostra illusione. A noi resta l’amarezza delle persone ingiuste che riescono a farla franca e a godersi immeritatamente fino all’ultimo minuto della loro unica vita.
L’Austria nel 2009 ha portato la prescrizione del reato al compimento dei 48 anni della vittima prolungando di 20 anni il periodo precedente perchè si sono resi conto che per questo tipo di reato i tempi sono molto lunghi e con prescrizioni uguali a quelle degli altri reati troppi pedofili si salvano. In Germania stanno discutendo di portare a livelli simili all’Austria la prescrizione.
Purtroppo l’idea della presunzione di innocenza e di concedere diritti all’accusato limitando a 10 anni il periodo di prescrizione si scontra coi diritti delle vittime perchè questo reato è particolare e richiede tempi molto lunghi perchè la vittima rielabori il trauma e trovi un ambiente favorevole per poter denunciare. E ci sono varie ragioni psicologiche e non per cui nel caso il reato sia commesso da un religioso i tempi siano ancora più lunghi.
Se si trattasse di uno dei tuoi figli dovresti riolgerti alla giustiza e non fare giustizia da te. Capisco la reazione umanissima di un qualunque padre davanti a fatti simili, ma non é certo dando fuoco che si possono regolare i conti.
E se capitasse in un ambiente diverso, daresti fuoco anche a quello ?
Giuseppe, ‘sto schifo di malati in tunica, perpetuano le loro sozzure, perche’ in giro c’e’ gente come te che riamanda a dio, la loro punizione ed il loro giudizio. Tradotto significa sostanzialmente IMPUNITA’. Il “tanto vanno all’inferno” o il “tanto ci pensa dio” e’ la piu’ grandiosa forma di complicità che si possa fornire a queste merde…Perdonami il francesismo.
Caro teologo cattolico
Mi permetta qualche osservazione : l’uomo nasce NON colto, ma bensi con un cervello « vuoto ». Sappiamo che l’auto-educazione è pura utopia ! Allora chi lo « riempie » sono, sin dalla nascita, tutte le persone che lo influenzano (induzione psico-sociale) a cominciare dalla famiglia, principalmente i genitori ; in seguito intervengono, oltre che al nucleo famigliare, altri fattori educativi : scuola+TV+mass media etc…
Una domandina : se la cultura che deriva da questi elementi è costruttiva, e cioè orientata verso il benessere umano, come spiega che certi genitori non sappiano assumersi la loro responsabilità denunciando alle autorita competenti l’abuso che certi ecclesiasti hanno fatto subire ai propri figli, sovente considerato dai pedospichiatri come traumi irreversibili ?
Se la cultura scolastica e parascolastica è efficace in Italia, come spiega l’immaturità (involontaria) di un numero tuttaltro che negligente di persone « adulte » ?
Il passaggio dall’adolescenza alla maturità puo’ avvenire solo se il contesto educativo nel quale evolviamo sin dalla nascita è EFFICACE, cominciando nel descrivere l’uomo non come vorremmo che sia, ma com’è REALMENTE !
L’educazione non puo’ avvenire pienamente se inculchiamo a bambini, e non solo, delle false simmetrie basate su leggende o miti insegnate loro come « verità » irrefutabili ! Questo tipo di « educazione » non puo’ altro che abbambinare, alienare e disorientare le persone. A questo punto il cerchio vizioso diventa inevitabile; infatti come puo’ una persona « pseudo-colta » e di conseguenza immatura educare razionalmente e pragmaticamente i propri figli ??
Aggiungo che l’uomo non nasce irrazionale, ma in certi contesti, definiti a torto educativi, lo diventa !!
A vous lire….