Andrea Tornielli, ex vaticanista del Giornale recentemente approvato a La Stampa, ha pubblicato un articolo dal titolo Online non solo Wojtyla protagonista in cui dà conto di una ricerca di Reputation Manager sulla visibilità dei papi su internet. Il lavoro, ha spiegato Andrea Barchiesi, managing director di Reputation Manager, si proponeva “di individuare per ciascun Papa la correlazione ai concetti di ‘santità’ e ‘beatitudine’, analizzando al contempo l’identità digitale e la reputazione degli ultimi cinque pontefici del ‘900, rilevandola sul Web in termini di numero di conversazioni, argomenti salienti, canali più attivi e presenza sui Social Network”. Presentato a un convegno di blogger cattolici, ne è emerso che, anche “se Wojtyla è stato considerato il Papa “mediatico”, l’associazione emozionalmente forte alla santità è presente in rete in modo maggiore per alcuni suoi predecessori”, soprattutto Giovanni XXIII. Mentre tra i domini più seguiti tra quelli che parlare dei papi la ricerca ha scoperto che c’è “il sito/blog UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti Italiani), quasi sempre per criticarli” [NDR: le Ultimissime sono il blog più seguito in Italia tra quelli che trattano di religione]. Il sito informazione.it aggiunge che l’UAAR lo fa “anche con dotte dissertazioni sulle procedure di beatificazione e santificazione nella storia della chiesa”.
Raffaele Carcano
Penso proprio che in Italia si viva in una realtà parallela. Il papa per quasi tutto il mondo civile e sviluppato è una figura anacronistica e folkloristica, gli stranieri anche non cattolici vengono a vederlo perché è uno spettacolo di altri tempi, un viaggio con la macchina del tempo. E invece noi italiani lo prendiamo sul serio.
Ma sinceramente, come si fa a prendere sul serio questa gente? Il Tornielli si stupisce che sul blog dell’UAAR i papi vengano criticati. Davvero a lui sembrano normali questi uomini, che raccontando favolette incredibili vivono nel lusso più sfrenato, e che si vestono in modo ridicolo? Un uomo normale può immaginare se stesso conciato da papa?? Wojtyla non era molto equilibrato con le sue idee medievali, Ratzinger chiaramente è fuori dal mondo.
E poi sulla reputazione, questa si valuta dai fatti, dalle cose fatte e anche da quelle non fatte, in quanto manager. Quanta fuffa fanno girare.
infatti più che di politici & co. per rimetterci al passo coi tempi ci serve il Doc di Ritorno al futuro.
Guardate per esempio questo qui, se vi sembra normale:
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/05/02/foto/paramenti_sacri_firmati_giorgio_armani-15677519/1/
“Il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, veste paramenti sacri disegnati e regalati da Giorgio Armani. Li ha indossati per la prima volta ieri in occasione dell’inaugurazione del sagrato della nuova chiesa di Pantelleria, che sta per essere terminata. Nell’abito liturgico sono riportati i segni della terra e del mare dell’isola nella quale lo stilista trascorre le vacanze da 37 anni e di cui dal 2006 è cittadino onorario.”
Quale uomo mentalmente a posto potrebbe guardarsi allo specchio e non sentirsi ridicolo combinato in questa maniera?
E questo, allora? 🙁
http://img176.imageshack.us/i/afp0574064tb9it8.jpg/
“(…) tra i domini più seguiti tra quelli che parlano dei papi la ricerca ha scoperto che c’è “il sito/blog UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti Italiani), quasi sempre per criticarli”
Finalmente qualcuno l’ha scoperto e adesso non potrà più nascondersi: L’UAAR è anticlericale!!!
è vero… e bisognerà pure ammettere che questi atei pensano sempre a Dio più dei religiosi! 😆
No Gualerzi: noi non siamo anticlericali!
Noi crediamo di essere anticlericali, così come crediamo di essere atei o agnostici o comunque increduli, ma in realtà siamo tutti in ricerca di Dio e della benedizione del clero!
Non ti ha ancora insegnato nulla la Sancta Mater et Magistra? 😉
Sai come vanno queste cose quando si tira in ballo il buon Freud e – quasi sempre a sproposito – si va a pescare nell’incoscio: si può sempre girare la frittata dalla parte che più conviene. Per cui, ad esempio, si potrebbe sempre sostenere che i credenti in realtà sono solo degli atei inconsapevoli di esserlo… ma questo non si può dire… non perchè si tratta una solenne stupidaggine come lo è il contrario… ma perchè si deve seguire la strada in una sola direzione.
Ecco perchè sono sempre più del parere che l’ateismo debba il più possibile marcare la propria inconciliabilità con ogni forma di fideismo e con le sue comseguenze: per non prestarsi al gioco che si vorrebbe giocare nel cosiddetto ‘Cortile dei Gentili’.
A proposito di visibilità mediatica, segnalo questo articolo che evidenzia i flop televisivi dei programmi di propaganda vaticana
http://www.repubblica.it/rubriche/il-monsignore/2011/05/02/news/a_caccia_di_audience-15684131/?ref=HRBP-4
Si evince da questo articolo che il vaticano è più preoccupato per l’audience che per le anime, insomma, non è preoccupato per la sorte spirituale delle anime ma per le ricadute economiche che l’audience può rilevare.
Ormai le contestualizzazioni delle frittate dialettiche girate e rigirate del vaticano subiscono anche loro l’indice “audience”, ed io opterei per cancellare i programmi cattolici se non rggiungono una certa % poiché farebbero perdere solo soldi alla RAI, quindi, a chi paga il canone.
La Rai ha pagato milioni di euro per il Caimano di Moretti e poi l’ha censurato, altri sprechi di soldi, come quelli di mantenere Minzolini al suo posto sapendo che gli ascolti del TG1 sono crollati sotto %ali limite, ma anche Ferrara è stato e si dimostra sempre più un flop a carico degli utenti che lo pagano per le sue cazzate pro Berlusconi.
La Rai che censura gli artisti e i cantanti sui referendum ma poi non censura i programi sui miracoli e le assurdità cattoliche in genere. E’ chiaro che la Rai si è accorta di questi cali dell’audience verso il cattolicesimo in genere e verso il papa B16 in particolare, magari arriverà a promettere più posti in platea nei programmi di Vespa a una più ampia lista di pubblico o sconti a utenti che dichiareranno di vedere i programmi cattolici, ma è difficile anche questa ipotesi.
A quanto pare la gente preferisce i Simpson.
evviva siamo anticlericali!!!! sopratutto anti pedofili,bugiardi,ladri.imbroglioni,cioè
“Andrea Tornielli, ex vaticanista del Giornale recentemente approvato a La Stampa, ha pubblicato un articolo dal titolo Online non solo Wojtyla protagonista”
Wojtyla non doveva essere beatificato ma dovevano dargli l’oscar alla carriera con la seguente motivazione:
Per la forte presenza scenica e la perfetta aderenza al personaggio ha mostrato di essere capace di interpretare uno dei papi piu’ grandi di tutti tempi almeno nei confronti della sua mandria di fedeli sottosviluppati.
ciao a tutti, ho lavorato a questa ricerca e vorrei rispondere a sandra quando afferma
“E poi sulla reputazione, questa si valuta dai fatti, dalle cose fatte e anche da quelle non fatte, in quanto manager. Quanta fuffa fanno girare.”
@sandra, noi misuriamo la reputazione on line attraverso strumenti di analisi semantica sviluppati in anni di esperienza nella ricerca sul web. Per noi i fatti sono le opinioni espresse dalle persone sul web, tra le quali c’è anche l’opinione di Sandra.
Valutiamo oggettivamente il punto di vista di tutti fornendo dei dati quantitativi e qualitativi, per cui non mi sembra onesto definirla “fuffa”. Volevo solo precisare questo.
per il resto credo che questa analisi metta in luce degli aspetti che nel dibattito che si sviluppa in questo blog siano utili da approfondire e spero che il confronto continui:)
ciao a tutti,
tecla
grazie
“Per noi i fatti sono le opinioni espresse dalle persone sul web”
Appunto, le opinioni delle persone non sono nemmeno lontanamente assimilabili a fatti! Trattate come fatti parole pescate da rete, la manipolate, rielaborate e la scodellate come “indice di reputazione”.
Scusami, ma rientra tutto in questa mania di sondaggi, ma a me sembrano delle berlusconate, roba da marketing, alla “cosa pensano gli italiani di….”. E che notizia sarebbe? Soprattutto che notizia è visto che gli italiani non sono veramente informati su nulla a parte il calcio? Non mi piace molto il marketing, ci trovo sempre un fondo di intento manipolatorio della realtà a scopi non immediatamente chiari. Che nel web si trovi che a un papa sia associata più spesso una parola che un’altra non ha alcuna attinenza con la realtà: tanto più che la parola in questione – santità – è fumosa di suo. E’ un’opinione ovviamente.
A quando un’inchiesta su quanti ammalati di aids si stimano per il divieto papale di usare preservativi per esempio? O il numero di vescovi e cardinali ancora in carica, con che stipendio, con che ruolo, nonostante la copertura dei pedofili” O il denaro traghettato via IOR da e verso lidi ignoti?
Poi potrete, forse, monitorare l’opinione informata.
Bravissima Sandra!.
anche se è un’azienda commerciale che ha condotto la ricerca, vorrei far notare che a me sembra che questa non fa fatto un “sondaggio” perchè non è andata in giro a porre quesiti mirati ma si è intrufolata, se si può dire, tra la gente del web cercando di capire di cosa si discute, dai cui poi, detto in parole povere, ha tratto semplicemente un indice di “gradimento” o di “reputazione”: mi sembra diverso dal fare un sondaggio o da una “berlusconata”
@gugo, grazie per il tuo commento razionale…
p.s: la mia risposta a sandra è in fondo…
Infatti il sondaggio va molto più “alla cieca”: quando telefoni non sai chi c’è dall’altra parte. Questi nuovi strumenti di indagine sono più mirati: già l’accesso a internet, e soprattutto in italia, esclude la maggior parte degli “anziani”. Per di più molti leggono, ma molti meno scrivo e si esprimono. Tra questi quelli che tengono blog sono quelli più attivi in generale, e anche in un certo senso più “estremi”. Ancora si può mediare le opinioni a seconda dei contatti espressi, ricavando una specie di identità ideologica del blogger. Molto si può fare. E molto si fa, sicuramente è uno strumento utile per chi si occupa di indagini di mercato tra consumatori, per esempio, o tra i politici che devono sondare l’elettorato, e quello giovanile, per cambiare orientamenti.
Quello che non mi piace è quando le opinioni vengono vendute come notizie per influenzare le opinioni.
Tecla, mi risponderesti razionalmente sull’eventuale committente o alternativamente sul motivo per cui avete scelto proprio i papi per questo vostro “biglietto da visita”? Qual è il vostro cliente target?
il nostro target sono le aziende e i personaggi pubblici. Ma siamo molto attivi sulla ricerca sui temi di opinione pubblica (se guardi la sezione news sul nostro sito puoi rendertene conto). Ad esempio di recente abbiamo fatto un’analisi sulle energie rinnovabili e il tema dell’abitare sostenibile, sul risparmio gestito e gli investimenti. Cerchiamo di seguire l’attualità e quelli che sono i temi più discussi sul web in un determinato periodo, per offrire un punto di vista alternativo a quello presentato dalla carta stampata e dalla tv. Questo il motivo per il quale abbiamo scelto questa settimana di fare una ricerca “enciclopedica” sui papi
Mi inchino all’intelligenza analitica di Sandra (è l’unico caso che mi può vedere prono…).
Secondo me GP2 è stato il papa più anitimoderno della modernità ma di questa ha saputo sfruttare a fondo i mezzi di comunicazione di massa . Non a caso la sua prima visita pastorale è stata a Pompei
Più che un papa GP2 è stato un fenomeno televisivo e questa è una delle ragioni per cui, secondo me, si è dovuto pure beatificarlo in fretta…
Stranamente però un papa come Luciani, che ha regnato poco, ottiene un indice di “gradimento” che è del 14% rispetto al 35% di GP2 con tutti i sui megaraduni televisivi.
Sarebbe poi interessante sapere quante persone si sono iscritte all’uaar durante il recente show della beatificazione, nel 2000 il giubileo, se non erro, ci aveva fatto crescere come associazione in maniera esponenziale…
io sarei curioso di sapere quanti candidati allo sbattezzo dopo la festa dell’idolatria cattolica in onore del loro vitello d’oro, gio. paolo II.
puoi metterti il tuo unico neurone in pace: nessun candidato allo sbattezzo!
intanto in tutta Europa ci sono continue uscite dalla ccar, in massa addirittura; se certi troll avessero la pazienza di anadare a vedere le %ali di sbattezzo anche nel resto del mondo, non solo in Italia, si renderebbero conto che le autorità sono disperate, crollano gli audience e diminuiscono gli 8×1000, diminuiscono i matrimoni in ciesa e così la frequenza alla messa e ai sacramenti, per contro aumentano i matrimoni civili e il rimanere lontano dalle ambiguità morali della ccar.
@Poppapopper: intanto la solita FUFFA MIN.CHI.ATEA delle percentuali dello sbattezzo nel mondo. Crollano gli audience? Infatti alla beatificazione di Woytila erano tutti a sentire il sermone di don Poppapopper nella chiesa dell’UAAR. Diminuiscono i matrimoni in chiesa? Caro don Poppapopper chi ti fornisce i registri di tutte le parrocchie delle diocesi in Italia e nel mondo?Forse il Vaticano?Pubblica la lista completa parrocchia per parrocchia dal 2000 al 2011. Fuffa fuffa atea!
Diminuisce la frequenza alla messa e ai sacramenti? Forse ci vai tu tutte le domeniche a registrare l’afflusso della tua parrocchia?
tanto per informarti antonio… altrove esistono registri più attendibili di quelli italiani.
comincia a informarti per esempio su come funziona in germania. o su cosa è successo in finlandia dopo uno spot della locale chiesa (non cattolica, ma comunque cristiana).
ah poi magari impara l’educazione che non siamo all’asilo.
comunque se siete così tanti, il milione e mezzo di pellegrini che millantate di aver radunato è veramente una tristezza. per voi. faccio notare che al mondo siamo più di 7 miliardi, fatti tu le proporzioni, anche solo relative all’europa.
@ Antonio.
Il tuo MEZZO neurone è in cortocircuito. Aripigliate.
I dati sul calo dei matrimoni religiosi IN ITALIA e nel mondo li fornisce proprio la tua Chiesa arraffona.
E, ogni volta che li fornisce, ne parla con preoccupazione. Ora preoccupati anche tu e vai a frignare con essa in qualche confessionale, e attento al prete manolunga.
In Belgio la fiducia nella Chiesa è al 4%. Chiedi al vescovo pedofilo e fuggiasco Vangheluwe perchè!
mi dispiace che non ci capiamo, come ti ho già detto noi monitoriamo tutto il web, e infatti tra i siti più attivi sul tema c’è proprio questo, non mi sembra un punto di vista parziale.
Poi, a me piace confrontarmi sui fatti come dici tu, non sui pregiudizi. Hai letto la nostra ricerca? Sai come lavoriamo? Conosci i nostri sistemi di analisi?
Se vuoi approfondire sul nostro blog ho appena pubblicato un estratto con dei dati più approfonditi e dettagli sulla metodologia utilizzata. Se vorrai approfondire sarò lieta di inviarti il link, non lo pubblico qui altrimenti mi accuseresti di pubblicità occulta;)
Ti faccio una semplice domanda: tu scrivi su questo blog, questo non ha attinenza con la realtà? Non ha attinenza con l’opinione informata?
Io non credo che non ci capiamo 🙂 Perché hai questa opinione, solo perché non “compro” il vostro prodotto?
Ho visitato il sito, e ho un’idea di come funzioni il vostro algoritmo, grazie comunque. E’ sicuramente una faccenda complessa, e niente affatto banale, scegliere e vagliare migliaia di parole nel contesto di ogni blog, fb ecc. Non sto contestanto affatto la complessità tecnologica.
Su questo blog per esempio scrivono parecchi cattotroll. E poi ci può essere la battuta ironica, di cui Bruno per esempio ieri ha deliziato i lettori del sito (anticipando la triste realtà…). Bruno potrebbe essere “singled out” perché l’algoritmo potrebbe ritrovare il suo sito, ma altrimenti la sua ironia potrebbe essere presa per un parere clericale.
Dal vostro sito vedo che la notizia della ricerca data 2 maggio, la stessa dell’articolo di Tornielli. Vi eravate messi d’accordo? La ricerca è stata commissionata da qualcuno?
Oppure era semplicemente una mossa di marketing del marketing, per dare visibilità (e futuri clienti) alla Reputation Management? Se è così la scelta di occuparsi tra tutte proprio della reputazione dei papi è davvero un po’ deludente, per me. Capisco anche che siate interessati a monitorare le reazioni critiche, e infatti sei intervenuta subito. Secondo me avevi capito che ci eravamo capite. Opinione personale, eh?
@sandra, noi ieri abbiamo comunicato questo comunicato con i dati della ricerca
http://www.informazione.it/c/6F58DDB8-78FD-4CC2-8272-49C37EF3F3FD/Ricerca-di-Reputation-Manager-sugli-ultimi-papi-del-900-Wojtyla-una-vita-da-santo-la-parola-al-Web questo è il nostro testo originale
dopo di che la notizia è stata ripresa dalla stampa, così come dall’uaar, così come da altri siti.
Certo che ci teniamo a far conoscere la nostra metodologia su un tema d’opinione così caldo, è il nostro lavoro e lo facciamo da anni come avrai potuto leggere sul sito. Certo che partecipo ad un dibattito che riguarda un nostro lavoro e soprattutto intervengo per chiarire cosa facciamo.
Che male c’è?
Leggi il testo del comunicato diffuso da noi e spiegami su quale punto abbiamo influenzato l’opinione in un senso o nell’altro. Mi piacerebbe ci confrontassimo sui dati, così come noto con piacere stanno facendo gli altri amici qui.
dimenticavo sull’aminguità semantica:
“Su questo blog per esempio scrivono parecchi cattotroll. E poi ci può essere la battuta ironica, di cui Bruno per esempio ieri ha deliziato i lettori del sito (anticipando la triste realtà…). Bruno potrebbe essere “singled out” perché l’algoritmo potrebbe ritrovare il suo sito, ma altrimenti la sua ironia potrebbe essere presa per un parere clericale”
avevo già risposto sotto a bruno (forse ti è sfuggito):
“Dopo di che una redazione di analisti verifica i risultati, perchè naturalmente la macchina non può arrivare a disambiguare tutte le forme del linguaggio naturale (pensiamo ad esempio all’ironia)”
Al contrario mi interessa la metodologia, ma non credo sia questo il punto. Come scrivono i fondatori della Reputation Management su Avvenire del 2000, “Le regole dell’illogico”:
“Belli e Sagrillo, invece, hanno applicato la psicolinguistica al marketing, con ottimi risultati: “Sapere che una casalinga, davanti ad uno scaffale colmo di prodotti simili, sarà attratta da un detersivo “che lava in profondità”, o da una confezione che presenta colori o illustrazioni di un un certo tipo, può garantire successi di vendite eccezionali” Meccanismi che si basano sul nostro lato “irrazionale”, e che potrebbero ricordare esperimenti già provati in passato in contesti e con fini poco democratici. Questo determinismo non è un po’ inquietante? “Non crediamo. È vero, qui c’è dello strutturalismo ma non un meccanicismo assoluto: è un intero contesto che crea una conseguenza, non un singolo elemento, un suono o una parola. E poi noi siamo, comunque, per metà esseri razionali”.
Perché confondere la “santità” con dei capi politici (è questo il mio riferimento al contatto con la realtà, non certo sull’esistenza e il funzionamento dei blog, ovviamente!)? Perché ci credete? Razionalmente, papi che si sono compromessi con dittatori, pedofili, mafiosi meritano l’attenzione di un nuovo strumento sw per associarli a concetti come santità, quando già onestà sarebbe sprecato? E perché appunto?
Se avete avuto la commissione nell’ambito della beatificazione di Wojtyla, vabbé è chiaro, rispondete a un cliente.
Se invece, come sembra, è una vostra mossa di autopromozione, perché questa scelta??? Maggiore visibilità per il “tema di opinione così caldo”? Va bene, ma in questo modo prestate anche il fianco alle critiche, la mia almeno, per questa scelta, vedila come un piccolo prezzo da pagare per la tanta pubblicità che sicuramente avrete in Italia.
Non puoi negare che questi sondaggi o studi (“lo ha detto internet!!”) abbiano un impatto sulle menti più deboli, e in italia sono molte. A me personalmente spiace che una azienda di IT italiana che voglia proporsi al mercato nazionale debba finire per parlare di papi per ottenere una qualche visibilità. La dice lunga sullo stato del nostro paese, il medievo al quale nessuno sfugge. Però è un’opinione personale, l’Italia continuerà a essere soggetta al vaticano, per cui tranquilla, avrete successo.
sul motivo per cui abbiamo scelto questo argomento e sul nostro target di ho risposto sopra (eheh se continui a cambiare posizione è un po’ difficile tenere il filo del discorso).
Non ci stiamo proponendo al mercato, che ci conosce già da diverso tempo. Su una cosa hai ragione, sapevamo che si tratta di un tema critico.
Proprio per questo abbiamo applicato una metodologia di analisi così come facciamo con tutti gli altri argomenti, e nel merito della tecnologia mi pare che tu stessa abbia riconosciuto la complessità e la non banalità.
Nel merito dei contenuti ripeto, non credo che la nostra ricerca sposti l’opinione in un senso o nell’altro come ti ostini a sostenere, non credo che il correlare i nomi dei papi alle parole santo e beato il giorno dopo la beatificazione sia una mossa manipolatoria. Tanto più che come ha notato ateo3 i risultati sono tutt’altro che compiacenti nei confronti di Woytila.
P.s: il libro che hai citato non è dei fondatori di Reputation Manager, ma dei nostri partner nello sviluppo della piattaforma di analisi psicolinguistica, attraverso la quale abbiamo realizzato una parte di questa ricerca.
Quante polemiche Sandra, mi sembra che il solo fatto di avere incluso l’uaar tra i siti/blog più seguiti in campo “”religioso”” vuol dire che come minimo non c’era la volontà di censurare l’associazione come molti altri fanno, questo mi sembra già molto positivo.
Se poi Tecla viene a spiegarci il suo lavoro nell’azienda che ha stilato il rapporto la cosa va anche meglio, vuol dire che questo sito comincia ad incidire, bene o male, su una opininione pubblica ancora troppo collegata al mainstream mediatico, dal cui cono d’ombra l’uaar esce poco e quelle rare eccezioni di solito non sono particolarmente benevole.
Mi sa che il marketing di cui ti lamenti, Sandra, sia andato una volta tanto a favore dell’associazione.
Un sola domanda (non so quanto pertinente: me lo dirai tu): il monitoraggio dei Web, si basa sulla qualità o sulla quantità?
Chiedo questo perchè ogni tanto ne percorro qualcuno e – tra quelli che, pur aperti a tutte le istanze, mantengono una loro precisa fisionimia (tra i quali mi piace pensare ci sia anche Ultimissime) – molti sono solo una sequela di insulti in una gara a chi riesce a creare il più pittoresco, in una sorta di riproposizione di tanti ‘dibattiti’ televisivi. Vengono valutati ugualmente come espressione di opinioni?
Evidentemente ho sbagliato tasto, ma mi riferivo agli inetventi di Tecla.
grazie per la domanda bruno, hai toccato una questione cruciale.
Il monitoraggio del web per essere scientifico deve basarsi su una metodologia quali-quantitativa. Ad esempio la nostra metodologia si basa su un modello concettuale dell’oggeto di indagine: cioè l’argomento viene scomposto in categorie e sottocateogorie associate ai concetti pertinenti (sia positivi che negativi) e a partire da queste vengono rilevati i contenuti.
Il sistema assegna un valore ad ogni contenuto sulla base di tre parametri:
– qualità del contenuto (quanto e positivo o negativo, quanto è dettagliato sull’oggetto di indagine)
– importanza del dominio che ospita il contenuto (determinata in automatico in base a parametri tecnici di importanza del sito, come il page rank)
– pertinenza del dominio (rispetto all’oggetto di indagine, quindi in questo caso il blog dell’Uaar ha una pertinenza massima)
In base a questi parametri per ogni contenuto il sistema elabora un coefficiente di reputazione (chiamato CERR).
Dopo di che una redazione di analisti verifica i risultati, perchè naturalmente la macchina non può arrivare a disambiguare tutte le forme del linguaggio naturale (pensiamo ad esempio all’ironia)
Quindi come vedete non tutti i contenuti hanno lo stesso peso, viene valutata l’autorevolezza e la pertinenza della fonte da cui provengono, e la metodologia di analisi è complessa.
Per questo mi sono alterata con sandra davanti all’accusa pregiudiziale di “fuffa”.
E anche perchè ci vedo una certa miopia, chi usa il web per informarsi e confrontarsi
poi è il primo a criticarlo e a catalogarlo come ammasso di opinioni che nulla hanno a che fare con la realtà. Vi sembra razionale?:)
Mi scuso per la lungaggine ma ci tenevo ad essere chiara sulla questione del metodo
Hai ragione ma purtroppo certi malumori nei confronti delle analisi statistiche (inferenziali o descrittive), non spariranno mai, anche grazie all’abuso che ne fa la politica.
La sola cosa che distingue un’analisi buona da una cattiva è il metodo che si usa, e questo non viene quasi mai reso noto, purtroppo, col rischio successivo che i lettori partano prevenuti davanti a qualunque tipo di indagine.
Ti ringrazio per i chiarimenti.
Io non ci vedo nulla di male nella ricerca, mi sembra anche ben strutturata.
È un indice di opinione, una specie di termometro su come la pensa la gente. E non mi sembra di parte, anzi.
Mi spingo pure oltre.
Direi che i dati sono positivi, per gli atei: in primo luogo, il papa buono si conferma essere uno dei più stimati, anche se col pontificato notevolmente ridotto. Spesso tra l’altro, le circostanze sospette della sua morte e quel poco che è riuscito a dire mentre era in vita, lo rendono quasi un martire delle lotte di potere interne al vaticano stesso.
In secondo luogo, pare che questo blog sia uno dei più rilevanti (in termini di visite) in materia.
Non capisco le polemiche relative alla ricerca stessa: non si vuole dimostrare un attributo del papa, si vuole semplicemente fare un’istantanea fotografica su come la pensa la gente in merito.
Sarebbe interessante anche fare una ricerca di reputazione su cose come il nucleare, la scienza in generale, gli ogm, l’eutanasia e tanto altro.
Intanto, grazie per la serie circostanziata di precisazioni. La mia diffidenza resta, proprio, paradossalmente, per la complessità delle operazioni… che per altro devo dire onestamente non ho percorso con la dovuta attenzione.
(Sono pensionato e – sia pure a fasi alterne dovute o alla necessità di ‘staccare’ o ad arrabbiature che non voglio postare – passo molto tempo su questo blog (lo trovo una palestra insostituibile per confrontarsi nell’immediato, sulla notizia fresca)… quindi ho tempo per rileggere con più attenzione (^_^))
Uffa, ancora una volta ho sbagliato tasto. Credo comunque sia chiaro che mi sono riferito sempre a Tecla.
grazie bruno, si anche io prima ho sbagliato! e dovrei essere un’esperta;)
io sono propenso a valutare in positivo, questa complessità.
aumentando le variabili prese in esame, si riduce la probabilità di incontrare fluttuazioni casuali.
Senza contare che la complessità serve in primo luogo a garantire un’efficace scrematura (che successivamente poi viene revisionata a manina) per garantirsi un campione numericamente importante.
Non a caso, l’unico filtro antispam che mi funziona decentemente sulla casella, usa statistiche bayesiane altamente specifiche e complesse, quando ho provato a dare un’occhiata all’algoritmo mi sono messo le mani nei capelli 😆
grazie ateo3 per tutte le tue riflessioni, che trovo molto pertinenti. Hai ragione quando dici che la complessità è un modo per diminuire la percentuale di errore, ad esempio anche la molteplicità di canali sul web non è un dato da sottovalutare perchè cambia il tipo di interazione (un blog è molto diverso da un sito aziendale) e di conseguenza il contenuto che si va ad analizzare
@Kaworu: ecco suor Kaworu con la sua insostenibile fuffa! Altrove (quale altrove?Specifica, DIMOSTRA con i documenti alla mano!)che ci sono registri più attendibili(e che significa? Ci sono registri non attendibili in Italia? Ma vuoi usare un pochino di cervello? Secondo te i parroci si inventano i nomi dei cresimandi o dei nubendi o dei battezzati per poter aumentare il numero, e li registrano? Forse non sai che sul registro vanno scritti nome cognome data di nascita etc…nome dei padrini e delle madrine. Ma che cosa vieni a raccontarmi?Non hai una copia del tuo ridicolo sbattezzo che appartiene al registro parrocchiale? Ergo…
A proposito di educazione: non venirmi a fare il predicozzo da suora sull’educazione! Tutto questo linguaggio l’ho imparato qui da te e dagli altri che come te, dicono oscenità ben più volgari e offensive.
ma tanto per curiosità, perchè mi chiami suor kaworu?
perchè le rime col mio nick non ti vengono (in effetti la u finale non aiuta)?
o per qualche altro motivo che a logica sinceramente mi sfugge?
tanto per dire, in germania ci si basa sulle tasse versate alla propria confessione religiosa. e pare che i versamenti alla ccar siano in calo.
i parroci non si inventano i nomi ma i registri tu li hai mai visti? lo stato quei numeri li conosce tramite cosa? capisci che è come chiedere all’oste se il suo vino è buono?
beh che ti devo dire sull’educazione che dimostri… si vede che il tuo dio non è riuscito a preservarti dal male e che col libero arbitrio che ti ha donato, tu scegli deliberatamente di comportarti male 😉
@Kaworu
1- ti chiamo suor Kaworu perchè suona bene! Mi ricorda una mia collega suora giapponese di nome Kaori. E poi sono convinto che tu hai studiato dalle suore.
2-Di registri ne vedo tutti i giorni visto che lavoro all’interno della Diocesi *** come impiegato, ed è una Diocesi vasta per numero di parrocchie.
3- In Germania TI PARE che i versamenti alla CCAR siano in calo, ma questo non si può dimostrare se tu non hai i documenti alla mano a partire dal 2000.
4- Riguardo all’educazione, non sei da meno. Parlo semplicemente con quello stesso linguaggio che tu usi.
Comunque, buon pomeriggio e spero che tu abbia un pò di tempo per leggere qualcosa di molto bello e positivo( di poeti ne mancano a questo mondo!).
1) si beh non è che sei convinto, è che l’ho scritto io più volte 😆 solo le elementari, fortunatamente 😉 in ogni caso sono, altrettanto fortunatamente, parecchio lontana da quella gentaglia 😉
2) ok quindi puoi farci sapere come la diocesi fa sapere i numeri allo stato italiano e se esistono registri ufficiali per lo stato italiano?
3) mi parrà, questo è quel che dice la chiesa. parrà anche a loro. e ai tedeschi.
4) dov’è che avrei usato il tuo linguaggio? tendenzialmente sono una persona piuttosto pacata ed educata. chiaro che se arriva gente come il tuo (purtroppo per te, mi rendo conto che sia un pessimo testimonial) correligionario “ale cattolico”, beh… non può nemmeno esserci dialogo.
buona serata a te 😉
Ricerca fuffa prodotta da agenzia vendifuffa, non vedo perché starci così dietro…
A ROMA ROMA, CI STA UN PAPPA, CHE DI SOPRANNOME SI CHIAMA PIONONO.
LO BUTTEREMO GIU’ DAL TRONO, DI PAPI A ROMA NON NE VOGLIAMO PIU’.
LO BUTTEREMO GIU’ DAL TRONO, DI PAPI A ROMA NON NE VOGLIAMO PIU’.
Ascanio Celestini al concertone degli uomini liberi 2011 :
http://www.youtube.com/watch?v=ieGibZEmFd8
antonio “vincente” vedo che il tuo dio ancora non si è accorto di te …..
@ Tecla
“Dopo di che una redazione di analisti verifica i risultati, perchè naturalmente la macchina non può arrivare a disambiguare tutte le forme del linguaggio naturale (pensiamo ad esempio all’ironia)”
Non volevo intervenire perchè, leggendo con più attenzione in dettaglio i procedimenti adottati, mi sono reso conto della mia abissale ignoranza in merito. Quando poi si usano termini tecnici per me è notte fonda (qui riportato ce n’è comunque uno – ‘disambiguare’ – che bene o male ho creduto di intendere).
Perchè allora, invece di farmi correttamente da parte, mi ostino a voler dire la mia? Perchè mi ha incuriosito… da un punto di vista molto, molto, molto teorico (diciamo ‘en philosophe’?)… il momento del procedimanto che ho riportato. Si tratta di questo passaggio dalla ‘macchina’ alla redazione di analisti per ‘disambiguare’ tutte le forme di linguaggio naturale’. In sostanza mi sembra – sempre se ho capito bene – che, in un passaggio cruciale del procedimento, entri in gioco in modo decisivo un fatto culturale. Fatto culturale che condiziona tutta l’indagine, nel senso che occorre che gli analisti – per quanto esperti nel ‘disambiguare tutte le forme del linguaggio naturale’ – non potranno mai veramente togliere al linguaggio la sua ambiguità… costretti quindi necessariamente a scegliere una definizione ‘non ambigua’, ad esempio, di ‘ironia’… che però non può che essere parziale. Insomma, detto in soldoni, un pò semplicisticamente, dipende da cosa si intende per ironia.
Tu dirai, giustamente, che comunque questa ricerca non ha il compito di sottoporre ogni termine usato ad un’analisi rigorosa, in quanto… da un lato si rifà ad un’accezione corrente, adottata più o meno da tutti… e dall’altro si prefigge il compito di evidenziare, come si dice, un trend con quel tanto di oggettività che lo studio approfondito della scienza statistica rende plausibile. Insomma, non deve fare della psico-sociologia e tanto meno un trattato di linguistica…
Ma siccome ho parlato di ‘diffidenza’, e proprio di fronte alla complessità dei procedimenti… questo è il motivo. E poi dovevo ripagarmi della fatica (quasi sicuramente infruttuosa, ma pur sempre fatica) di intendere quanto state dibattendo(^_^).
(Naturalmente nè tu nè altri di quanti hanno dimostrato di sapere veramente di cosa si sta parlando, sono tenuti… se non per un interesse specifico a questo tipo di speculazione… a replicare.)
bruno, mi fa molto piacere questa tua parentesi en philosophie;) hai ragione il fattore culturale e umano entra nell’analisi, ma non solo ex post nella lettura dei contenuti, anche prima nella composizione del modello concettuale. io penso sia proprio all’incrocio di questi due binari che stia il valore dell’analisi. In fondo la materia stessa che andiamo ad analizzare è fluttuante, come ha notato sandra, si tratta di opinioni e più in generale di cultura… quello che cerchiamo di fare noi è dare uno spaccato di questa cultura, senza stimolare risposte attraverso domande preconfezionate ma andando a rilevare ciò che spontanemente si dice. è chiaro che in questo calderone c’è da pesare anche l’autenticità e la fondatezza dei contenuti, e in questa direzione lavoriamo ogni giorno per perfezionare sempre di più la precisione dei parametri e avvicinarci sempre più all’oggettività.
Tutto questo senza la pretesa di rappresentare la verità incarnata…in definitiva, un punto di vista razionale:)
“Mentre tra i domini più seguiti tra quelli che parlare dei papi la ricerca ha scoperto che c’è “il sito/blog UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti Italiani), quasi sempre per criticarli””
Quasi sempre per criticarli?
Il termine piu’ esatto sarebbe descriverli.
quella è stata una aggiunta personale di tornielli:) nell’originale c’era scritto “con dotte dissertazioni sulle procedure di beatificazione nella storia della chiesa”
Fa piacere che sia venuta fuori sul quotidiano la Stampa la nostra Associazione. Sono certo che l’aver scritto che il sito UAAR ed il suo blog, sono tra i piu’ seguiti e critici dei papi, attirerà una valanga di catto-troll, che ovviamente accoglieremo a braccia aperte. 😉
[…] stesso nel corso del quale è stata presentata la ricerca sulla visibilità dei papi in rete (cfr. Ultimissima di ieri). A dire di Niola, le gerarchie ecclesiasticge presenti erano “ben più esperte di Rete e web […]
puntuale come una mossa di una partita a scacchi.
i papi non tirano sul web? ecco che scatta il marketing.