A Malta si attende, per il prossimo 28 maggio, il referendum che potrebbe introdurre nell’ordinamento giuridico il divorzio. Il sito For A Secular Europe denuncia la campagna intimidatoria che la Chiesa maltese svolge, spendendo migliaia di Euro, per impedire l’introduzione del divorzio: grandi cartelli con la scritta “Cristo sì, divorzio no” e pastorali in cui si sostiene che nessun vero cattolico può votare per il divorzio.
Il sito diesseits.de degli umanisti di lingua tedesca, sotto il titolo “A Malta i religiosi si mobilitano contro il divorzio”, inquadra la situazione di Malta che, unica nazione europea in cui il divorzio è proibito, costituisce il baluardo del cattolicesimo in Europa: il 98% dei Maltesi sono cattolici e per più della metà sono praticanti. La Chiesa usa tutta la sua influenza nella campagna antidivorzistica.
In molti casi i prelati hanno sostenuto che chi voti per il divorzio commette peccato mortale e la conferenza dei vescovi ha minacciato di scomunica i fautori. Il papa stesso ha invitato i Maltesi ad esser fieri che il loro paese rifiuti l’aborto e il divorzio (cfr. Ultimissima del 19 aprile 2010). La proposta di legge, ispirata al precedente irlandese, fu presentata l’anno scorso da un deputato del partito conservatore cattolico, lui stesso separato dalla moglie: il divorzio sarebbe consentito quando la relazione coniugale risulti irrimediabilmente interrotta.
Si è così creata una situazione delicatissima, perché la maggioranza dispone d’un solo un seggio in più dell’opposizione, la quale è favorevole al divorzio e, visto che la proposta veniva da un deputato della maggioranza, una votazione parlamentare avrebbe mandato sotto il governo. Perciò il capo del governo Gonzi ha demandato la decisione al popolo, che si esprimerà con un referendum.
Oltre al referendum c’è il ricorso presentato da un’avvocata maltese contro il divieto di divorzio sia alla corte costituzionale del paese, sia alla corte europea dei diritti umani. Questo è inaccettabile per la Chiesa. Negli ultimi anni le separazioni coniugali sono cresciute rapidamente, interessando ormai il 7% dei coniugati. Le coppie potrebbero ottenere il divorzio all’estero, ma pochi si avvalgono di questa possibilità; i più ricorrono a un procedimento di separazione legale, che consente di vivere separati, ma non di risposarsi, rimanendo in vigore il dovere di fedeltà e gli obblighi di mantenimento.
Il sito del Times Of Malta dà notizia della decisione del governo maltese di sussidiare i voli dei votanti che rientreranno dall’estero per il referendum sul divorzio. L’Air Malta offrirà voli a.r. a 35 € tutto compreso e il governo pagherà la differenza. Il costo per 3057 elettori venuti a votare alle elezioni del 2008 superò 1.000.000 euro. L’iniziativa è criticata come superata e costosa dai tanti che pensano che siano da adottare metodi più facili e più economici: seggi aperti nelle ambasciate o votazioni on line; il sussidio ai voli si traduce nell’offerta di vacanze economiche per coloro che all’estero spesso godono di alti stipendi nelle istituzioni europee. Però entrambi gli schieramenti, pro e contro il divorzio, appoggiano la decisione del governo, giustificandola o minimizzandone il costo in confronto con quello dell’intiera operazione del referendum.
Al dibattito sul referendum sono dedicati tre articoli del sito The Malta Indipendent On Line, scritti da Scott Grech, Leo Brincat e Stephen Calleja. Gli autori, tutti del campo divorzista, esaminano la questione sia in termini generali, sia riferendosi ad episodi e personaggi locali; per chi ha vissuto l’esperienza italiana del 1974, non c’è nulla di nuovo negli argomenti politico-legali, salvo forse che in questi articoli appare una maggiore pacatezza rispetto ai nostri ricordi, e anche le critiche agli esponenti del campo antidivorzista, pur con qualche goccia di veleno qua e là, sono espresse senza acredine.
Ermanno Morgari
28 maggio 2011.
Sono ancora a discutere di introduzione del divorzio?
La risposta alla tua domanda e’ riportata nell’articolo…
“il 98% dei Maltesi sono cattolici e per più della metà sono praticanti”
Era ironica la domanda, stiamo parlando di una Repubblica di 400 mila abitanti che cerca di allinearsi agli altri Stati europei, ma Madre Chiesa si oppone.
Del resto in Italia, al tempo della Fortuna/Baslini, Giulio Andreotti allora parlava di “Vulnus al Concordato”
‘sta cosa dei cattolici praticanti e non praticanti mi è sempre sembrata ridicola.
come dire che io sono vegetariana non praticante.
Che a malta fossero tutti cattolici lo si capisce benissimo dalla grande accoglienza che riservano ai migranti . Ma non hanno vergogna ? “Cristo si / divorzio no ” e guardano la gente crepare nel mediterraneo . Buttano soldi per stupidaggini ma si guardano bene di spenderne in aiuti per chi ne ha veramente bisogno. Il cattolicesimo mi fa sempre più schifo !
Ho fatto lo stesso pensiero…
Ad essere Maltesi, evidentemente, c’è ben poco di cui esser fieri. Questo referendum è un’occasione per una rivalsa civile e democratica, ma non credo che il 2011 sia l’anno della svolta maltese, perché viste le premesse, dal punto di vista civico sono fermi al nostro Medioevo.
Mi spiace per loro quanto mi spiace per noi, sebbene le nostre battaglie laiciste siano – per “fortuna” – ben diverse dalle loro.
Io quando ho sentito dei migranti ho pensato subito e per fortuna che sono uno stato cattolico… l’ipocrisia regna sovrana…
mi e’ capitato di ascoltare Radio Maria di recente
un ascoltatore cattolico diceva di essersi separato dalla prima moglie e di convivere con un’altra; la nuova coppia era devotissima, erano andati pure a Lourdes. Si lamentava che la prima moglie non volesse firmare l’annullamento alla Sacra Rota.
la risposta del parroco è stata sostanzialmente: “ma non riesci a convincere la prima moglie a passare a firmare?”
Divorzio no, Sacra Rota sì. Come se sapessero veramente quale sia il pensiero di Dio sulla coppia in questione…
Questa Sacra Rota mi sembrava una cosa ipocrita e blasfema già quando ero credente.
Odiavo chi “giocava” con Dio facendo finta di sapere interpretare la sua volontà.
Ora però non posso fare a meno di pensare che la Sacra Rota sono dindi per la CCAR!!! 😉
certo, sono dindi
ma e’ soprattutto un modo per controllare ogni aspetto della vita: dicono che non puoi divorziare, ma hanno un servizio appositto per ottenere quel risultato.
E vogliono che sia l’unico.
Se paghi la sacra rota ti annulla tutto in 5 secondi netti…
È un po’ come ripetere una tiritera infinita, ma se si dà al tutto un taglio diverso, è forse ancora possibile insistere sulla palese, pervicace, irriducibile, connaturata, insita e inestirpabile tendenza della chiesa a conservare con avida cupidigia tutto il conservabile.
Un riferimento “evoluzionistico” può aiutarci ad evitare quel senso di comprensibile stanchezza che deriva dal constatare l’ovvio (ciclico, piatto e sempre uguale a se stesso). Le specie che non hanno dovuto per condizioni ambientali, se ne sono rimaste lì a rivoltarsi nel loro fango senza avvertire alcuna necessità né di ali per volare alto né di polmoni per respirare fresco.
Così i preti: quando l’ambiente è “favorevole”, sfruttano tutto il vantaggio dell’immobilismo esaurendone le possibilità – come un bambino goloso che prima si pappa tutta la marmellata a cucchiaiate e sbrodolandosi, e poi affonda il dito, raschiando come un forsennato
per evitare di perdersi una briciola.
Sono ingordi di passato!
Manca la legge sulla libertà di coscienza?… Dagli contro!
Manca la legge sull’eutanasia?… Vai di randello!
Manca la legge sulla libertà di ricerca?…Picchia e mena!
Manca la legge sulle unioni di fatto?… Piatto ricco, mi ci ficco!
Da manuale di storia naturale ed emblematico di questa disfunzione intrinsecamente “anti-evoluzionistica”, il caso di Malta – unico paese “europeo” – al di là dell’appartenenza alla UE, le virgolette mi sembrano giustificate senza bisogno di troppe spiegazioni – privo di una legge sul divorzio.
Per pura curiosità “scientifica” verrebbe da domandarsi: esiste da qualche parte un posto in cui la chiesa cattolica conta qualcosa e lo Stato non ha ancora sancito ufficialmente che le donne hanno diritto… a qualche diritto anche loro? Se sì, è pensabile che i preti diano una mano a detti Stati affinché proseguano sulla “retta via”, magari continuando a sostenere – dato il contesto “favorevole” – che le donne non hanno un’anima e risultano per ciò stesso esseri inferiori per decreto divino? – Be’, se in Occidente di simili paesi non ce ne sono più, lo fanno indirettamente spalleggiando ogni sacrosanta “consuetudine” dei cugini infedeli (solo a volte e quando serve) islamici.
Detto in altri termini: se il nuovo non si fa processare, torturare e ammazzare, ammazzatelo e basta; altrimenti, torturatelo; altrimenti, processatelo… altrimenti, dategli un calcio; altrimenti, parlatene male – finché si può, con chi si può, dove e quanto si può.
D’altra parte, la “Rerum Novarum” accoglieva opportunamente il concetto di “res novae” nel senso più caro a queste zecche nemiche del progresso: quello di sconvolgimento, perturbazione, fine della pace e del giusto ordine. Per i preti (specie quelli grossi), novità e catastrofe sono da sempre e per sempre tutt’uno – proprio come loro stessi sono una catastrofe e una sciagura vivente per chiunque desideri un futuro più umano e più inclusivo.
Forse ricordo male, ma mi pare che questo Papa sia andato a Malta, ricevendo grande accoglienza, forse la sua tappa estera più partecipata dalla gente, ovviamente proporzionalmente alla popolazione.
Se non ricordo male, la vedo dura al referendum (e anche già il fatto che nel 2011 si debba ancora legalizzare il divorzio la dice lunga).
Non conosco per niente la storia di Malta, per cui non so spiegarmi le ragioni del suo fortissimo tradizionalismo cattolico.
Il papa durante la sua visita aveva ribadito ai maltesi: “Dovreste essere orgogliosi che il vostro paese protegge sia il nascituro che la vita familiare stabile, quindi delle politiche che respingono l’aborto e il divorzio”
piu chiaro di cosi non poteva esprimersi.
Nell’articolo “Finché Rota non vi separi” pubblicato su 30ore (direttore Giulio Andreotti) nel 2004, si legge che dopo gli Stati Uniti il paese con il più alto rapporto di richieste di annullamento di matrimoni cattolici per 10mila battezzati – 3,7 – è proprio Malta. Gli USA sono a 4,7 e l’Irlanda a 0.9 (dati 2002). L’Italia non è presente in tabella, quindi il dato italiano è inferiore a quello irlandese. E’ presente però con il dato di 2500 cause l’anno, sempre per il 2002 (circa 0.5).
Introdurre un elemento a favore della competizione e della libera scelta è un peccato, le circa 150 cause all’anno forse non sono un piatto abbastanza ricco per rischiare di doverlo condividere. Chissà quanto costa l’annullamento a Malta.
Sei cattolico?
Il divorzio è male?
Allora non divorziare, mica nessuno ti obbliga a farlo.
Arrogarti il diritto di proibirlo tutti agli altri, che magari cattolici non sono, è appunto un’arrogante imposizione.
i cattolici “ragionano” così:
la nostra religione dice che non dobbiamo mangiare mele.
ma siccome viviamo in val di non e ci scoccia da morire che ci siano persone che invece si abbuffano, pretendiamo di eliminare tutti gli alberi col napalm in modo che non ci siano più mele e che nessuno possa mangiarle, così noi siamo “salvi” dal nostro peccato (anche se magari ce ne facciamo portare di tanto in tanto una bella cesta) e gli altri non fanno quello che noi abbiamo deciso di non fare.
Questo schifo è la risposta de-fi-ni-ti-va proprio della loro Chiesa ai cattotroll che imperversano su questo sito.
Costoro sostengono che la Chiesa non impone la sua dottrina, la fede e i “valori”. Certo, come no, e il Sole gira intorno alla Terra. Proprio dai preti arriva puntuale la smentita a tutto ‘sto ciarpame. Come Berluska, mentono sapendo di smentire.
Oltre al divorzio, Malta è – e non a caso – il Paese al mondo con la più alta incidenza di preti pedofili pro-capite.
Tutto combacia, il puzzle piano piano si completa ed è sempre lo stesso laido soggetto: una teocrazia che esporta le sue ossessioni all’estero.
@ Fabio FLX
@ Batrakos
Vi stupite che nel 2011 non ci sia ancora una legge sul divorzio a Malta? E perchè quello che sta succedendo in Italia con i ltestamento biologico? Mi sembra (purtroppo) la stessa situazione
Certo, è la stessa: dato il contesto, date le premesse (permesse), si marcia lancia in resta verso lo status quo… quanto più si può, dove si può.
Appunto per questo, sussistendo i margini d’azione, si mira a “ritocchi” della legge sull’aborto anche in Vaticalia.
Quella sul divorzio, è forse, però – dato l’alto numero di fedeli… infedeli – l’unica conquista palesemente stabile nella nostra riserva di caccia vaticana (vorrei anche vedere…).
@Gianluca: nel mio commento ho scritto chiaramente che anche l’Italia è costretta alle sue battaglie laiciste, ma su argomenti diversi.
Certamente noi col testamento biologico siamo indietro.
Ma noi il divorzio lo abbiamo.
Malta, che non ha il divorzio, non credo abbia il testamento biologico.
Tutto qua.
Leggete bene l’articolo e scoprirete perche’ a Malta non hanno una legge sul divorzio e men che meno sul Testamento Biologico…
“il 98% dei Maltesi sono cattolici e per più della metà sono praticanti”
Penso che sia piu’ che sufficente come risposta. Malta e’ un paese a tutti gli effetti Confessionale. 😉
Paul.
Certo che l’attacamento clericale maltese spiega quasi integralmente questa scelta.
Quel che mi domando è perchè i maltesi siano a questo livello di integralismo, storicamente intendo e magari se mi capita tenterò di informarmi.
Anche Brasile ed Argentina, per capirci, hanno una forte base cattolica eppure non solo esiste il divorzio, ma pure ci sono le unioni civili. Per carità, là ha inciso molto la teologia della liberazione, mentre Malta è invece una roccaforte tradizionalista.
Malta è il paese al mondo con la più alta incidenza di preti in generale, un prete ogni 481 abitanti. In Italia ne abbiamo uno ogni 1.250.
Malta è l’ultimo paese in Europa dpve è proibito il divorzio. In Irlanda fu introdotto con referendum nel 195. Ma l’Irlanda è molto più laicizzata di Malta, anche a causa degli scandali pedofili.
Anche Malta è stata colpita dagli scandali pedofili, anche se Ratzinger ha cercato di ingraziarsi le vittime invitandone qualcuna a sua scelta (non quelle arrabbiate col clero): http://laici.forumcommunity.net/?t=36650316
Uno di questi preti pedofili ce lo hanno spedito in Italia, don Felix Cini. Attualmente dice messa beatamente nella diocesi di Campobasso, sotto la protezione dell’arcivescovo Bregantini, dopo essere aver patteggiato una pena a Grosseto: http://laici.forumcommunity.net/?t=34002946
Comunque anche a Malta si avverte la crisi di vocazioni sacerdotali.
Sacerdoti a Malta
2002: 935
2003: 926
2004: 894
2005: 883
2008: 853
In molti casi i prelati hanno sostenuto che chi voti per il divorzio commette peccato mortale e la conferenza dei vescovi ha minacciato di scomunica i fautori
Ma chi sa perché ho l’impressione che peccato mortale non sia. Sempre nn abbiano fatto l’aggiornamento delle Sacre Scritture or ora 😀 😉
La proposta di legge, ispirata al precedente irlandese, fu presentata l’anno scorso da un deputato del partito conservatore cattolico, lui stesso separato dalla moglie: il divorzio sarebbe consentito quando la relazione coniugale risulti irrimediabilmente interrotta.
Perché ho l’impressione che quest’ultimo caso sia proprio il suo?
Questa fame di potere che ha la chiesa fino a che punto e’ determinata dalla presunzione di esercitare il volere divino o e’ determinata dalla avidita’ di denaro?
la seconda che hai detto, al 100%
La seconda Francesco senza ombra di dubbio.
Io al contrario, apprezzo la linea presa dalla Chiesa.
Del resto non si può dire che nella Chiesa Cattolica regna l’ipocrisia. In grandi temi sociali come divorzio (ma anche eutanasia, aborto, famiglia, sessualità) ha sempre mantenuto le proprie posizioni (condivisibili o meno) e non ha cambiato idea a seconda delle mode o dei pensieri del momento.
La Chiesa può mantenere le posizioni che vuole, se queste posizioni, coerenti o no, influenzano lo Stato non va bene
c’è però da dire che il pensiero della Chiesa rappresenta un buon numero di individui e come tale non può essere ignorata. Le persone sono libere di votare come meglio credono, fortunatamente esiste ancora la libertà di voto.
Che cosa proporresti diversamente scusami? che la Chiesa non parla e taccia su qualsiasi argomento dove lo Stato pretende (e spesso deve) legiferare?
In un referendum la maggioranza vince: ogni tanto capiterà che la maggioranza la pensi come la Chiesa, altre volte no, non ci trovo niente di sbagliato.
io sono per rispettare sempre i risultati dei referendum popolari: se il referendum maltese boccerà il divorzio prenderemo atto che i maltesi sono in maggioranza persone a cui non interessa vivere in uno stato laico, minimamente civile e rispettoso della libertà degli individui.
Se il popolo sceglie Torquemada ha il sacrosanto diritto di beccarsi Torquemada, dopo però non si metta a piangere..mi dispiace solo per quelli (pochi) che Torquemada non lo volevano.
viceversa, se non c’era Torquemada doveva dispiacerti per quelli che invece lo volevano!!!
Trovami uno Stato dove il 100% delle persone la pensano nello stesso modo.
Non mi sento poi di dire che uno stato che vieta il divorzio non sia rispettoso della libertà degli individui.
Paolo1984,
la penso un po’ diversamente da te.
Credo che dovrebbero esistere una serie di diritti tutelati in ogni sistema democratico (divorzio, aborto, testamento biologico, rapporti dei separati con la prole, per stare sui diritti formali; salario minimo e pensioni decenti ad esempio per stare su quelli sociale) al di là dell’opinione delle maggioranze.
Però, così non è, e chiaramente bisogna adeguarsi, soprattutto fuori di casa nostra dove non si può far nulla.
“Non mi sento poi di dire che uno stato che vieta il divorzio non sia rispettoso della libertà degli individui.”
io invece sì. Una legge sul divorzio non obbliga i torquemada a divorziare, ma i torquemada vogliono imporre a tutti la loro concezione del matrimonio-galera (salvo annullamento della Sacra Rota dietro pagamento).
Vedi caro, democrazia non vuol dire solo “vince chi prende più voti” vuol dire che chiunque vinca, i diritti dei dissidenti e delle minoranze saranno rispettati perchè chi vince si trova a dover decidere cose che influenzano anche la vita di chi non l’ha votato.
Batrakos, io sono d’accordo con te. In una democrazia dovrebbe essere come dici tu, ma se la popolazione in maggioranza non è interessata o addirittura ostile ai valori democratici e vota di conseguenza ha il diritto di avere ciò che ha scelto.
E c’hai ragione, Paolo: purtroppo il pesce, come dice spesso un amico mio, non è vero che inizia a puzzare dalla testa, ma lo fa dalla coda!
(Ovvio che non parlo di ittiologia ma è una metafora 😉 )
Sull’aborto la chiesa invece ha cambiato opinione e più volte, a seconda che si considerasse come animato o meno il feto. Per esempio dopo la bolla di Sisto V che equiparava l’aborto a omicidio in qualunque caso, il suo successore Gregorio XIV ritornò nel 1591 a una posizione più morbida, in cui l’aborto non era omicidio entro i 40 giorni dal concepimento.
Ma anche sul divorzio la chiesa non è mai stata molto coerente, gli annullamenti per esempio sono di un’ipocrisia lampante, soprattutto che erano appannaggio dei ricchi (e chissà perché) fino a pochi anni fa, e ora di chi paga. La stessa Teresa di calcutta, tutta difesa della vita e della famiglia, ebbe a dire del divorzio della sua amica Diana Spencer: “It is a good thing that it is over. Nobody was happy anyhow.”
Sull’eutanasia, beh, lasciatemi andare alla casa del padre, chi l’ha detto? Non si può fare il papa ttaccato a una macchina, perché un papa deve essere cosciente, capire, in una parola vivere! E per un papa si possono fare eccezioni.
straquoto Sandra… e mi permetto di aggiungere la contestualizzazione della bestemmia alla lunga lista.
mi permetto di aggiungere che la stessa ipocrita santa di una Teresa si precipito’ in Irlanda per lanciare anatemi contro la legalizzazione del divorzio.
Si prendano il vaticano, il papa, e tutte le spese annesse.
Voglio proprio vederli.
Mi permetto di dire la mia su alcuni commenti che ho letto qui sopra.
– “Questa fame di potere che ha la chiesa fino a che punto è determinata dalla presunzione di esercitare il volere divino o è determinata dalla avidità di denaro?” Le due cose, certo; e l’analisi che è comparsa qui sopra dei vantaggi che la Chiesa trae dal monopolio del vincolo matrimoniale dimostra anche come la faccia economica del potere sia indissolubilmente legata a quella politica del prestigio sociale; e allora – perché no? – si può anche ammettere che le fumose convinzioni d’una santità della Chiesa derivante dall’investitura avuta da Pietro ecc. siano lì pronte per coprirne le brame mondane soddisfacendo insieme ogni onesto scrupolo dei suoi funzionari.
– Circa la poca propensione dei Maltesi ad aiutare i migranti, proporrei d’essere un po’ più realisti: come può un francobollo di terra in mezzo al mare con una densità di 1300 abitanti per km2 accogliere migliaia di profughi senza neppur sapere se, come e quando questi potranno proseguire la loro migrazione? Non vorrei che noi ci trovassimo fra poco in condizioni tali da dover ben capire perché i Maltesi non possano essere più umani.
se il 98% sono cattolici vorrà dire che ci saranno pochi divorzi…(ahahahah)
facciano semplicemente in modo che chi è cattolico non possa usufruire del divorzio. Ovviamente i cattos non potranno nemmeno usufruire delle terapie a base di cellule staminali sia embrionali , in quanto tali, che le adulte o le indotte in quanto gli studi per comprenderne meglio i meccanismi derivano comunque da studi su embrioni. Voglio vedere poi quanti continueranno a dichiararsi cattolici.
Fatemi capire una cosa…
Se la maggioranza dei maltesi sceglierà per il divorzio significa che è uno stato laico, altrimenti no.
Ma se in una democrazia la maggioranza si esprime in un modo (mettiamo contro il divorzio), punto, se ne prende atto.
Per essere laici non bisogna avere le idee opposte alla chiesa…
Se in Italia si facessero dei referendum e vincessero il no al divorzio il no all’aborto ecc… non significherebbe cho non siamo in uno stato laico, significherebbe senza dubbio che siamo in uno stato che ha le stesse idee della chiesa; attualmente invece i referendum su divorzio e aborto hanno dato risultati differenti, quindi su questi temi siamo uno stato che la pensa diversamente dalla chiesa.
Tutto qui: ossia, non è laico ciò che è opposto alla dottrina della chiesa e clericale ciò che è conforme…
Ma no, è laico uno stato in cui la maggioranza non impone i propri valori su chi ne ha altri. Ci pensi un po’: sarebbe facile immaginare fin dove potrebbe portare il Suo criterio.
Malta, in attesa del referendum sul divorzio si spara sugli immigrati chi ne colpisce 10 puo’ chiedere l’annullamento del proprio matrimonio alla sacra rota.