Tunisia: minacce di morte alla regista Nadia El Fani

La Tunisia è stata sempre considerata come il paese arabo più “laico” del Magreb, al punto che il vecchio Habib Bourguiba aveva potuto impunemente permettersi a suo tempo, di bere del succo d’arancia in pubblico durante un ramadan. Oggi però, a qualche mese dalla caduta di Ben Ali, lo scenario sembra totalmente diverso e chi ostenta libertà di coscienza e dichiara apertamente d’essere ateo, lo fa mettendo in serio pericolo la propria vita. E’ quello che sta accadendo alla franco-tunisina Nadia El Fani, realizzatrice del film Ni Allah, ni maître ovvero Né Dio, né padrone (al festival di Cannes il 18 maggio), già realizzatrice del film Ouled Lenine (I figli di Lenin) sull’epopea comunista tunisina.
“In seguito ad un reportage diffuso dalla tv tunisina Hannibal TV – scrive Séverine Labat su Le Nouvel Observateur – il suo nuovo film le procura, da qualche giorno, l’ira di un islamismo le cui reazioni minacciose cominciano ad incutere seria paura”. Il luogo delle minacce è ovviamente Facebook, dove spuntano i detrattori della El Fani, i quali, secondo quando riporta ancora l’articolo di cui sopra, sarebbero già più di 33.000, si mostrano con la foto di Bin Laden e rappresentano la realizzatrice cinematografica come il diavolo, promettendole l’Inferno o più espressamente “un proiettile in testa”.
“Il suo crimine? Aver semplicemente dichiarato di non credere in Dio…” scrive la Labat.
Stesse minacce di morte per il cineasta Nouri Bouzid da parte ancora del partito islamista En-Nahdha, quello stesso che aveva tentato di appiccare il fuoco ai bordelli nella medina di Tunisi.
“Così, – conclude l’articolo – mentre i tunisini sono chiamati alle urne per l’elezione di un’Assemblea costituente il 24 luglio, si profila lo spettro di serie battaglie politiche per la difesa dell’eredità bourguibiana in termini di diritti delle donne e di una certa concezione della laicità”.

Franco Virzo

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16 commenti

bardhi

Le rivolte del nord africa hanno rovesciato dei dittatori laici, questa ondata di islamismo(non estremismo islamico ma islamismo) dimostra ancora una volta che la popolazione di quelli paesi è lontano anni luce dalla concezione di laicità.

Batrakos

Temo che l’esaltazione del ‘vento del Maghreb’ sia stata una cantonata che la sinistra, anche di movimento (forse per ingenuità giovanile).
Si vede che si è perso lo studio della scienza sociale: dovunque si tenga un Paese bloccato per settimane e si reggano scontri di piazze vuol dire che dietro c’è un’avanguardia forte ed organizzata, politicamente ed economicamente, che riesca ad organizzare una cosa del genere; le iniziative del web hanno la durata di un giorno: se non esiste dietro un’avanguardia organizzata e forte, che poi indirizzerà il movimento per ovvie ragioni di egemonia, si disperdono subito.
Nell’area egiziana era evidente che l’unico attore sociale capace di avere queste risorse, per la fortissima rete di istituti radicati sul territorio come ospedali gratuiti islamici, scuole islamiche, casse sociali islamiche, fossero i Fratelli Musulmani.
A questo punto credo che anche in Tunisia essi abbiano indirizzato la rivolta.
E’ evidente che in un contesto culturale anti laico i Fratelli Musulmani si ritrovino a dover fare i conti con gruppi islamici radicali, anche un po’ dubbi nel loro spuntare come funghi, che in un contesto laico avrebbero dovuto tenere la cresta basta, e infatti fino a poco fa’ non avevano lo stesso impatto, almeno per quel che mi risulta.

Solidarietà a Nadia El Fani.

DURRUTI 51

Voglio sperare che queste merde non siano la sola realtà emergente, altrimenti queste rivolte porteranno dalla padella alla brace i popoli maghrebini.

Paul Manoni

Tecnicamente le rivolte del Magreb sono nate e si sono propagandate proprio grazie ad internet ed ai social network, e quelli e’ piuttosto risaputo che vengano utilizzati prevalentemente dai giovani e da persone senza paraocchi. 😉
Auspico quindi che un’alternativa a queste sacche di fondamentalismo ci sia e che dalla padella, possano finire altrove e sicuramente non nella brace.

Batrakos

Non sarei così ottimista, Paul.

Sul fatto che i social network lo usano quasi solo menti libere e senza paraocchi: qua è il contrario; il web, e Facebook, lo stanno usando per minacciare questa signora con 30 000 e passa iscritti.
Facebook e il net ormai lo usano quasi tutti, soprattutto fuori di Italia, e molti gruppi religiosi, islamici in particolare, sono attivi sul web.

La rivolta: sì, probabilmente il casus belli è scoppiato da qualche social network, ma la cenere covava sotto da anni, e senza una struttura alle spalle come i fratelli musulmani sarebbe durata un giorno, perchè ospedali (islamici), casse di solidarietà (islamiche) ecc… il web non te le dà.
E si sa storicamente che una minoranza (nemmeno poi tanto minoranza) organizzata e strutturata sposta la maggioranza e conduce una rivolta dove vuole, indipendentemente dall’inizio della rivoluzione (se si guardano la rivoluzione francese e quella d’ottobre si può notare come gli sbocchi che esse ebbero furono diversi dalla linea iniziale della rivolta).

Spero però con tutto me stesso di sbagliarmi: se per l’Egitto ho sempre avuto ben poche speranze, sulla Tunisia ci avevo investito molto in speranze.

antoniadess

come volevasi dimostrare: che si passi dalla padella alla brace? fin dall’inizio io sono rimasta scettica su questo gran vento di “cambiamento”: gli esiti son tutti da vedere, ma le premesse, sia in Egitto che in Tunisia, per non parlare della Libia o la Siria, non fanno sperare in una diminuziuone dell’oppressione e maggiore libertà 🙁

Chiericoperduto

In Egitto il 60% della popolazione non disdegnerebbe l’introduzione di parti rilevanti della sharia nell’ordinamento legislativo. Il fatto è che questi popoli spesso sono ancora culturalmente arretrati e cacciati i dittatori “laici” ne verranno altri più “islamici”, quindi la strada per la democrazia VERA è ancora lunghissima per questa gente, intanto saranno problemi seri per noi europei.

gugo

concordo con Chiericoperduto che la strada per la “democrazia VERA” sia ancora lunga per questa gente, ma è comunque un cammino iniziato e, a mio avviso senza ritorno…i pericoli evidentemente sono tanti, con rischi molto seri (vedi Iran) ma fin qui questi popoli erano restati forzatamente immobili mentre le immagini della “democrazia” occidentale gli arrivavano fin dentro casa via satellite o internet…
le gravi minacce alla El Fani sono comunque opera di un gruppo di fanatici che a mio parere non rappresentano il popolo tunisino

giulio

Nel breve periodo la democrazia può essere controproducente per la laicità, se si viene da dittature laiche e la popolazione è bigotta. Però la Tunisia è il paese su cui si possono avere più speranze.

claudio285

sì, anche perchè sennò gli rimettiamo un altro dittatore.

Paul Manoni

Speriamo che a Nadia El Fani, non capiti la stessa cosa di Teo Van Gogh… 🙁
Van Gogh venne ammazzato e sgozzato in pieno centro di Amsterdam per aver diretto un documentario sulle donne islamiche…Per molto meno quindi, rispetto all’esplicita dichiarazione di Ateismo della El Fani.
33.000 persone che la minacciano di morte, non sono poche. Se gli dovesse capitare qualcosa, sicuramente tra queste sarà possibile reperire il colpevole.

Gérard

Il film di Nadia El Fani verrà presentato a Cannes e il miglior sostegno a darle è di vedere il suo film quando uscira nelle sale .

Batrakos

Hai proprio ragione Gerard.

Ci andrò di certo; sempre che la grande distribuzione italiana lo proietti nella mia città, dove c’è solo una multisala che fa film di larga utenza (cinepanettoni e americanate per capirci) e un piccolo cinema (peraltro credo che nella proprietà ci siano di mezzo anche i preti) dove comunque vengono proiettati film interessanti, anche se pochi.
Semmai lo proiettassero in qualche comune vicino (presumibilmente in qualche capoluogo di provincia qua vicino) vedrò, se sono libero, di andare.

Gérard

Sono molto triste per questa notizia che avevo letto sul Nouvel Observateur . La Tunisia era sempre abbastanza laica, sopratutto grazie ad Habib Burghiba che come scritto sopra beveva in pubblico durante ramadan e andava per le campagne sperdute della Tunisia per togliere di persone il velo alle donne, le quale erano contentissime di ciò ! ( Ci sono documenti filmati d’epoca ) ma Ben Ali ha soltanto represso l’islamismo senza fare realmente qualcosa per neutralizzarlo

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