L’UAAR, se otterrà almeno dieci adesioni, organizzerà di domenica mattina a Padova (o in una città vicina) un Laboratorio di pratica filosofica, composto di otto lezioni di un’ora, dedicato ai bambini di 9, 10 e 11 anni. L’iniziativa sarà improntata alla Philosophy for Children, che dispone di un curricolo ben strutturato, validato da una sperimentazione ormai pluridecennale, diffuso e riconosciuto a livello internazionale. Maggiori informazioni sono disponibili all’interno della presentazione del progetto.
Giorgio Villella
Iniziativa interessante.
mah a quella età i bambini non vanno volentieri a catechismo e neanche a filosofia 🙂
non lo so, se sono stimolati nella maniera opportuna e li si lascia in grado di esprimersi e di raggiungere da sè delle conclusioni, magari ci vanno anche con piacere…
bella iniziativa, spero che ci saranno sufficienti adesioni perché sono curioso di sapere come rispondono i bambini.
Io la domenica mattina invece andavo al catechismo, una delle attività piú insulse attualmente praticata.
Poi, appena un poco cresciuti, qualche parroco o suora ci diceva che i filosofi sono pazzi, e magari ci portava qualche esempio di ex “buon cristiano” che era impazzito o si era “traviato” leggendo certi libri di filosofia e psicologia.
Quest’ultima affermazione può contenere del vero: non è sempre facile liberarsi senza vicissitudini da certi condizionamenti.
Beh io sono stato “traviato” dal buon vecchio B.Russell…..lo vedete che facevano bene a bruciare i libri!!!!
iniziativa eccellente, cui auguro di cuore un successo per ora “numerico”…
peccato che mio nipote non abbia ancora l’età!
bella iniziativa … peccato che non ho figli
ottimo pedo-indottrinamento
Mi sa che ti stai confondendo col catechismo
sarebbe tale se i bambini che fanno domande venissero messi a tacere come succede a catechismo.
stimolarli a ragionare non mi sembra indottrinamento.
ma forse nel tuo personale vocabolario dove le parole assumono significati arbitrari, le cose stanno diversamente
Ma come? Non lo sai che così li indottrini alla “fede nella ragione”?
Indottrinamento?
Si chiama FILOSOFIA, non DOTTRINA.
E tu che sei teologo, dovresti sapere la differenza…
E c’è una bella differenza tra il dire “Il filosofot Tizio la pensava così, mentre il filosofo Caio la pensava in quest’altro modo” ed il dire “Dio dice che è così, quindi è così”
E gia che ci siamo ,ne approfitto per chiedere al nostro teologo come si concilia il fatto che la “Teologia” e’ per definizione lo studio di Dio,col fatto che la Chiesa stessa,
continuamente (quando le fa comodo,beninteso) sottolinea il fatto che le “vie del Signore sono misteriose e inconoscibili “.
Del resto,una simile affermazione, riferita ad un Dio onnipotente creatore nientemeno che dell’universo intero e quindi necessariamente ancora piu’ complicato dell’universo,
e’ perfettamente coerente.
Meno coerente invece e’ una scienza creata per lo studio di qualcosa che i suoi stessi
praticanti affermano essere inconoscibile e quindi “instudiabile”,non vi pare ?
Nietzche non diceva forse che la “teologia e’ una branca dell’ignoranza umana”?
@laverdure
Non è un problema semplicissimo, è il tema fondamentale della teologia, del discorso su Dio (e dunque anche della filosofia: come posso dire l’Assoluto se il dirlo lo relativizza a chi lo dice?.. a mio avviso Hegel risolve un po’). Tommaso inizia la sua Summa parlando proprio di queste questioni, appunto trattando della conoscibilità e dicibilità di Dio.
In ogni caso non si deve confondere il concetto di “Mistero” con inconoscibile/enigmatico. Dio è misterioso non perchè inconoscibile, ma perchè “sempre più conoscibile”, inesauribile. Eccedenza e Mistero non significa inconoscibilità.
@teologo
Quello si chiama catechismo e si fa all’oratorio…
abbiamo la coda di paglia, eh?
Podologo cattolico,
abbi almeno il pudore di tacere!
credo che “pudore” sia una parola sconosciuta a uno che tenta in tutti i modi di giustificare e/o sminuire le responsabilità della ccar nei confronti dei preti pedofili.
Il pedo-indottrinamento e’ esattamente quello che fa la Chiesa cattolica con il catechismo e l’ora di religione a scuola.
Visto che accusi l’iniziativa Uaar di fare altrettanto, evidentemente non sai di cosa stai parlando.
Meglio stare zitti in questi casi.
Mi pare che questa frase, tratta dal volantino informativo del progetto, sia la miglior risposta per il teologo di cui sopra.
Per Sofia la filosofia era terribilmente eccitante perché riusciva a seguire tutto con la propria testa, senza essere costretta a ricordare quello che aveva imparato a scuola. Giunse così alla conclusione che in realtà la filosofia non era qualcosa che si può imparare; si poteva invece imparare a pensare filosoficamente.
J. Gaarder, Il mondo di Sofia
Gran bel libro…
ma su ragazzi bisogna essere più comprensivi con uno che ha sprecato la sua vita a studiare favole.
Caro teologo la filosofia apre la mente , la religione la chiude.
io non sono comprensiva con una persona tanto viscida da cercare ogni modo possibile per giustificare i preti pedofili e il vaticano che li ha sempre protetti.
una persona del genere è bella furbetta, altro che favole…
Concordo col tuo giudizio Kaworu, ormai l’idea me la sono fatta.
Mi fa rabbia vedere gente che denigra le vittime della pedofilia, che le insulta ed ironizza sui loro problemi, facendo il finto tonto sui problemi che loro incontrano per far emergere i sopprusi subiti e che fa sofismi per non far risultare i soprusi come reato (a livello di Introvigne e Messori) e che volutamente ignora tutto ciò che è emerso ormai nei vari scandali. Soprattutto perchè altri cattolici, più onesti (e solo all’estero purtroppo), hanno ormai riconosciuto parecchie responsabilità.
@roberto
Non denigro e prendo in giro le vittime, ma i commenti che leggo su uaar.
però tenti di sminuire le responsabilità dei carnefici e di chi ha protetto i carnefici.
Scrivete: «L’UAAR, se otterrà almeno dieci adesioni»
Dieci adesioni in una città come Padova, da 215000 abitanti? Vi tenete un po’ bassi! Lungi da me deridervi (e vi prego altrettanto di evitare altri facili e inutili battute), ma dà l’idea che non riponiate poi tutte queste speranze nel progetto, ed è un peccato!
Perché mai? In sé è interessante, sebbene gli “educatori”/”facilitatori” (come li chiamate) saranno atei o agnostici. A proposito: atei o agnostici?
Lascio intendere che il credo ateo o il non credo agnostico dell’educatore sia un limite perché, quantunque scriviate che i bambini saranno «abituati a ragionare autonomamente», poco dopo palesate le reali intenzioni, che sono quelle di dimostrare che «i loro adulti di riferimento li imbrogliano». Le posizioni degli educatori saranno talmente aconfessionali che dite espressamente che i facilitatori faranno sì che i bambini comprendano che «Babbo Natale, la Befana, le Fate, Gesù Bambino, la Madonnina, gli Angeli» sono «tutte entità magiche»! Nella frase conclusiva scrivete chiaramente che «se i bambini vorranno discutere dell’esistenza di Dio li si inviterà a soppesare le evidenze a favore o contro le varie ipotesi». In che modo? Partendo «con la discussione sull’esistenza dell’Unicorno». Ennesimo accostamento tra mito e religione.
L’educatore interverrà sì nelle discussioni tra i bambini in un ruolo esclusivamente di facilitatore della discussione, ma dovrà far rendere conto ai bambini che «ci sono bambini che preferiscono una visione del mondo mitica/religiosa [ossia mito e religione vengono posti sullo stesso piano! Non proprio una posizione aconfessionale… Ma un po’ troppo orientata alla fede atea! Forse quindi tra gli educatori non ci sarà posto per gli agnostici?] e bambini che preferiscono una concezione del mondo razionale».
Però un sincero plauso per la seguente conclusione, decisamente condivisibile:
«in modo che si accettino e si rispettino tutti, che si può essere amici anche con idee filosofiche diverse; tutti devono accettare che c’è pluralismo di concezioni del mondo, che ci sono persone che legittimamente non hanno nessuna religione e che legittimamente ci sono tante fedi in religioni diverse; questo va fatto prima che l’abitudine e il conformismo radichino nel bambino pregiudizi e false sicurezze.»
Infine: non si capisce se il laboratorio inizierà se ci saranno almeno 8 o almeno 10 ragazzi! Qui tra le News scrivete 10, mentre nel PDF scrivete 8…
Dieci adesioni per una associazione che non solo non controlla i media (per interposta politica) come il Vaticano ma viene addirittura osteggiata, sono una bella cifra.
Poi, il “credo ateo” è un non senso, sono sicuro che lo sai da te.
Non era una prerogativa cattolica quella di fare le vittime? Alessandro Baoli da chi si sente osteggiato?
Continuo a dire che un’iniziativa del genere è interessante, e se fatta bene (senza alcuni dei presupposti che purtroppo ha la versione UAAR, come ho già scritto), potrebbe avere molte più adesioni.
Credo ateo un non senso? Perché mai? Mi dimostri razionalmente la non esistenza di Dio, se davvero non ha nulla di fideistico la sua visione del mondo. Gli unici che obiettivamente non hanno fede restano gli agnostici, a cui gli atei amano associarsi non si sa bene perché…
“Mi dimostri razionalmente la non esistenza di Dio” Sure: vediamo… “manuale del piccolo dimostratore” (me lo sono inventato ora, eh)… allora: per dimostrare l’inesistenza di un qualcosa, bisogna confutare tutte le prove a favore della stessa. Quali erano già, le prove dell’esistenza di dio?
P.C. scripsit:
Ha davvero così tanto buio dentro di sé? O semplicemente non è onesto con se stesso? Propendo e spero per la seconda… Do sempre un’ultima possibilità!
E questo cosa vorrebbe significare, scusa? Che le prove ti sembrano ovvie? Allora perchè non me le spieghi? O godi nel lasciarmi nelle tenebre? Complimenti, dio sarà fiero di te… :sarcastico:
“Le posizioni degli educatori saranno talmente aconfessionali che dite espressamente che i facilitatori faranno sì che i bambini comprendano che «Babbo Natale, la Befana, le Fate, Gesù Bambino, la Madonnina, gli Angeli» sono «tutte entità magiche»! ”
Vuoi forse dire che la favola che si racconta ai bambini di Gesù bambino che porta i regali a Natale fa parte della dottrina cattolica?
E magari tu ci credi pure?
La frase del volantino, però, non fa alcun riferimento a regali o doni. Riprova ne è il fatto che non esistono tradizioni con le fate, la Madonna o gli angeli portatori di doni. È palese l’intento di voler ridurre a mito persino la figura di Gesù Cristo e di sua madre Maria, quando ormai sulla sua storicità non discute più nessuno.
un mito è una religione in cui nessuno crede più
“quando ormai sulla sua storicità non discute più nessuno” Eh no caro, (quasi)nessuno (forse) discute più sull’esistenza di un gesù “rivoluzionario” al tempo di ottaviano e sul fatto che abbia dovuto necessariamente avere una madre. In compenso, è estremamente improbabile (anche se non dimostrato e forse non dimostrabile inconfutabilmente) che fosse il gesù descritto dai vangeli; al massimo, sembra fosse un imbroglione alla sai baba…
P.C. scripsit:
Siamo davvero ancora ai livelli di affermare che vi sia qualche studioso degno di nota che neghi l’esistenza di Gesù Cristo? Mi auguri vi siano altri atei che si sentano imbarazzati a leggere ancora simili asserzioni…
Perché “estremamente improbabile”? Su questo si può e si deve discutere, l’ha fatto anche il papa negli ultimi suoi due libri…
guarda che il fatto che tal gesù sia esistito, non implica che fosse un semidio.
probabilmente è esistito anche uno shiva.
“Perché “estremamente improbabile”?” Perchè uno che passeggia sulle acque e resuscita i morti avrebbe dovuto fare molta più notizia e scalpore, nel senso che avrebbe dovuto essere stato riportato da molti più autori (indipendenti dal nuovo testamento, ovviamente) e non solo come un vago accenno…
“l’ha fatto anche il papa negli ultimi suoi due libri…” Per dirlo con parole molto più chiare delle mie (anche se riferite ad altro contesto): il papa ha parlato di cose che non conosce, ma l’ha fatto molto autorevolmente.
@ teologo cattolico
Perchè ti fermi alle battutine da quinta elementare e non affronti l’argomento con serietà? Debbo forse dedurre che non possiedi idee?
non si rende neanche conto (nella sua demenza teologica) della ironia involontaria associata all’uso del prefisso “pedo” da parte di un teologo cattolico
E’ deprimente che non si riesca a trovare chi replica alle nostre idee con argomentazioni serie e valide. Forse il fatto è dovuto alla mancanza di dibattito alla quale la teocrazia non si è mai sottoposta, cosa che tra l’altro non avrebbe mai potuto fare, essendo questi un virus che avrebbe minato la sua esistenza stessa.
Bravo Giorgio, prometto di sostenerti” in modo pratico il piu’ possibile.
Obietterei solo un po’ sul termine”filosofia” , forse un po’ pesante da digerire, ma ci si puo’ riflettere su e pensare a qualchecosa di nuovo, di creativo, esercizio questo, piu’ intelligente della critica spuria, che ne dite?
Credo che l’aspetto più importante sia quello di iniziare un nuovo cammino. Strada facendo le migliorie non potranno che arrivare insieme a qualche errore (non avendo l’UAAR l’infallibilità papale) al quale potremo sempre porre rimedio………vero “teologo cattolico”?
(non avendo l’UAAR l’infallibilità papale)
sarebbe piu’ opportuno parlare di paraculabilita’ papale. 😆
Vabbbbè……ho voluto restare sul generico perchè se andiamo a vedere ben bene, e dire tutto, campa cavallo che l’erba cresce…… 🙂
Non mi convince. I bambini non hanno, salvo rare precoci eccezioni, le capacità di astrazione necessarie per capire il pensiero di un filosofo. Non è catechismo, ma può comunque sfociare nell’indottrinamento nella peggiore delle ipotesi, o in una mortale rottura di coglioni nella migliore. Non è meglio lasciare che certi temi vengano affrontati con comodo con delle buone letture una volta giunti all’età giusta?
In generale aborro l’idea di condizionare i bambini, e qui ne ravvedo il rischio concreto.
Non credo che inizierebbero da Heidegger…
Ricordo che da ragazzino avevo letto un grande libro illustrato che trattava di filosofia per i bambini, e da allora non ho mai dimenticato il paradosso di Achille e la tartaruga…
Ecco, m’è venuta voglia di tornare bambino…magari vicino Padova 😀
@ firestarter che alle 17:20 scrive:
“Bella iniziativa, spero che ci saranno sufficienti adesioni perché sono curioso di sapere come rispondono i bambini”.
Ascolta la voce dei bambini di una classe che hanno fatto questa esperienza:
http://www.radio.rai.it/radio3/uomini_profeti/view.cfm?Q_EV_ID=213304
(la voce dei bambini si ascolta dal minuto 19:25 al minuto 33:12); chi avrà la pazienza di ascoltarla vedrà come bambini di IV o V elementare siano maturi per affrontare questi argomenti razionalmente.
Complimenti vivissimi per l’iniziativa! 😉
@ Hysteron Proteron che alle 17:54 scrive:
“Scrivete: «L’UAAR, se otterrà almeno dieci adesioni»”
“non si capisce se il laboratorio inizierà se ci saranno almeno 8 o almeno 10 ragazzi! Qui tra le News scrivete 10, mentre nel PDF scrivete 8…”
Il numero di partecipanti ideale è di 10 ragazzi, quello minimo è 8, quello massimo è 12.
“Dieci adesioni in una città come Padova, da 215000 abitanti? Vi tenete un po’ bassi!”
Noi non abbiamo una rete di parrocchie distribuite su tutto il territorio; i nostri comunicati stampa raramente vengono pubblicati; i locali pubblici per le nostre iniziative ci vengono spesso negati o fatti pagare a caro prezzo. A Padova saranno un centinaio le persone che sanno di questa iniziativa e magari nessuno di loro ha figli di quell’età.
“gli “educatori”/”facilitatori” saranno atei o agnostici. A proposito: atei o agnostici?”
Ai facilitatori che ho trovato finora non l’ho chiesto; mi interessa che siano laici e basta: il corso non è di ateismo o di agnosticismo.
“il credo ateo” e “fede atea”
Io scrivo invece “la concezione atea”:
L’adesione a una visione religiosa è un atto di fede; è una *credenza* religiosa.
Le *concezioni atee* del mondo e della vita sono il risultato di valutazioni ragionate.
“quantunque scriviate che i bambini saranno «abituati a ragionare autonomamente», poco dopo palesate le reali intenzioni, che sono quelle di dimostrare che «i loro adulti di riferimento li imbrogliano»”.
Rileggi la frase completa di quanto ho scritto in proposito; è una costatazione: i genitori che parlano di Babbo Natale, della Befana, ecc. rischiano che quando i bambini scoprono che non esistono, si rendono conto di essere stati imbrogliati.
“Ennesimo accostamento tra mito e religione”.
Quale religione non avrebbe origine da miti? Le principali parlano del diluvio, della costola di Adamo, di incontri con dio in cima a una montagna (per essergli più vicino?) ;-)) ecc.
Grazie per le critiche pacate e costruttive.
Giorgio Villella scrive:
Grazie del chiarimento.
Si deve anche avere la serenità d’animo di comprendere le ragioni di simili ostilità, senza gridare indistintamente alla discriminazione. È buona norma riflettere anche sulle posizioni prese, sui metodi adottati per esprimerle.
Mi risulta difficile credere che all’associazione UAAR vengano richieste cifre superiori a quelle di mercato. Può dimostrarlo in qualche modo?
Dunque un facilitatore potrebbe essere anche cristiano cattolico? La laicità non è prerogativa dell’ateo, semmai il laicismo è molto più di casa nell’ateismo.
Le muovo due obiezioni:
– pensa forse che un cristiano cattolico non abbia valutazioni ragionate che lo portino a credere?
– la fede atea è, per me, a tutti gli effetti una fede perché, al contrario della posizione agnostica, in cui vi è sospensione di giudizio circa la trascendenza, e non vi è dunque traccia di alcuna forma di fideismo, nell’ateo v’è la certezza che Dio non esista, certezza che non può derivare da alcuna speculazione razionale inconfutabile (nel senso che per ogni contro razionale all’esistenza di Dio si può trovare un pro altrettanto razionale, e anzi i pro sovrabbondano).
In quella frase, come ho già fatto osservare, si accomunano figure come Babbo Natale e la Befana a figure come Gesù Cristo e Maria. Trovo deprecabile l’accostamento, e spero converrà che non è stato dei più riusciti.
Quale religione? Ad esempio quella atea, che in effetti ha basi ancor meno solide. Ad ogni modo anche il più convinto ateo dovrebbe avere rudimenti di letteratura, e conoscere il significato della parola “allegoria”. Quanto all’incontro tra Dio e l’uomo, le auguro sinceramente un giorno di aprire il suo cuore e poterlo gustare personalmente.
non esistono religioni atee, mi spiace dirtelo.
se non riesci a vedere l’accostamento tra la befana e gesu’ bambino nato nella mangiatoia devi prendertela con il lavaggio del cervello da te subito.
ti rendi conto che in condizioni normali la storia di un morto che cammina e’ da pernacchie?
definiscimi trascendentale senza scadere in qualcosa di palesemente indimostrabile per cui non serva un pizzico di fideismo.
trovami una sola ragione per cui dovrei ritenere più concreta l’esistenza di dio rispetto a thor, osiride, zeus, cerere, visnù, divinità per le quali scommetto, tu sarai a-teo.
Meno solide di una religione in cui bisogna fidarsi di uomini unici interpreti di una storia in cui una vergine resta incinta vergine e partorisce vergine il figlio di dio venuto sulla terra, capace di compiere prodigi magici a tempo perso, che muore per salvarci da un peccato commesso chissà come, chissà dove e chissà quando, contro la volontà di un dio onnipotente, onnipresente e creatore dell’universo e dell’uomo in sei giorni ma che lascia tranquillamente che il male accada?
hmm… sì! ha senso!
firestarter scripsit:
È davvero questo tutto ciò che può offrire come dialogo l’ateo moderno? 🙁
test scripsit:
La Treccani è a disposizione anche di voi atei, eh…
http://www.treccani.it/enciclopedia/trascendenza/
«In senso ontologico o metafisico il concetto di trascendenza viene per lo più a coincidere con quello di realtà soprasensibile e, nel Cristianesimo, con quello di Dio inteso come persona e creatore libero del mondo, pertanto contrapposto a tutte le concezioni ‘immanentistiche’ volte a identificarlo con la natura.
Nel 20° sec., soprattutto con la fenomenologia e l’esistenzialismo, si è affermata una concezione più complessa di trascendenza, considerata non tanto come qualità di una realtà in sé, quanto piuttosto come funzione costitutiva della finitezza umana; l’esistenza umana nella sua individualità e temporalità scopre infatti il proprio limite nell’impossibilità di una qualsiasi oggettivazione razionale della t. e al tempo stesso nella continua insopprimibile tensione e apertura verso di essa.»
La sola ragione di ogni cristiano: Dio s’è fatto veramente uomo, e con la sua incarnazione ha realizzato la nostra salvezza. «Cristo Gesù […] pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,5-8) Ben poco a che spartire con le “incarnazioni” goderecce e fini a se stesse di un Giove.
Non ti fidi forse anche tu ogni giorno di tanti uomini, per condurre la vita che conduci?
Come, dove e quando il peccato originale? Anche ora, in questo momento, credendo inutilmente di bastare a te stesso e di poter fare a meno di Dio, stai peccando.
Già è un vero mistero di libertà e di amore che permetta agli uomini di essere liberi di amarlo o di rifiutarlo. Che senso avrebbe essere amati da dei burattini? E invece permette a tutti noi di bestemmiarlo con la nostra vita.
@ Proteron
La Treccani da una definizione da dizionario. Io voglio sapere che ne pensate voi credenti. Chiaro?
Io non vi ho rimandato a qualche letteratura di filosofia atea, io pongo le domande e voi, se riuscite, date le risposte. e viceversa. si chiama dialogo.
Partirò comunque dalla definizione per farti capire quanto fumosa sia:
Definire realtà soprasensibile. Alla stretta è una realtà che sta “sopra i sensi”. A questo punto i filosofi fin dall’antichità hanno dibattuto su quanto sia reale ciò che non si percepisce. Tu ora sei seduto in camera tua, ma se avessi bisogno del bagno sapresti dove trovarlo, quindi sai che esiste anche se non si percepisce. Sai che il bagno c’è però perchè prima ne hai avuto esperienza diretta. È questa una realtà soprasensibile? O è semplicemente quella che molti fedeli hanno, cioè l’idea che “c’è qualcosa al di là”?
ALERT “FIDEISMO” DETECTED!
Quindi filosoficamente il trascendente non esiste in modo reale, ma come “tensione verso qualcosa”. Tanto quanto che ne so, il desiderio di un ferrero rocher.
A questo punto, qual è la concezione di trascendente secondo un credente?
La prima? O la terza?
La seconda l’ho bocciata perchè non soddisfa il criterio primario, quello di essere definita senza implicazioni fideistiche.
Sta a voi definire cosa ritenete sia una realtà soprasensibile. Ecco perchè della Treccani, autorevole come riferimento linguistico, non me ne faccio nulla ora.
Passiamo sopra questo tentativo vano di sviare la domanda
presupposti fideistici. non vuoi confrontare dio con giove? benissimo, confronta dio con allah, o shiva. prova a convincere un altro religioso moderno della superiorità del tuo dio e ti opporrà gli stessi argomenti che opponi tu. a questo punto io, osservatore esterno, come mai potrei ritenere i tuoi argomenti migliori dei suoi? eppure il ragionamento è lo stesso, quello che potresti obiettare all’altro credente è che pur ragionando correttamente, il ragionamento nasce da basi sbagliate.
Alla luce dei fatti, per l’osservatore esterno, tutti questi punti di vista valgono allo stesso modo. sono vani in egual misura e richiedono presupposti impressionanti, per funzionare. Possono anche avere costrutti logici articolati e raffinati ma restano costruiti su una base di carta velina, dato che bisogna assumere per vere troppe cose (fideismo, appunto).
Sì, ma l’ultima parola è la mia, e tengo gli occhi aperti. Sono selettivo nel scegliere i miei “maestri”, che non sempre sono buoni. Si può imparare molto anche da un cattivo maestro, che insegna come NON si fanno le cose. So anche dosare la mia stima nelle persone e la fiducia che ripongo in loro va guadagnata. E si può anche perdere. Io non sono vincolato a loro, loro non lo sono a me. Io inseguo il mio bene e la costruzione di una persona migliore.
Il vostro messaggio di salvezza prima deve convincere le altre persone che hanno un problema, anche se questo è inesistente.
Hai vissuto finora da persona civile, educata e buona senza un dio? Hai un problema. Ti serve dio.
Ecco, tu hai questo problema. Ma rallegrato sia il tuo cuore, ti porto la buona novella.
E io non posso che rispondere “No grazie, tenetevela pure, con tutto il problema inesistente ad essa correlata.”
@ Proteron, e altri cattolici
piccola appendice
Io sono stato per anni cristiano cattolico frequentatore di oratorio e messa, circondato da credenti praticanti e non. Conosco il prodotto. E non sono l’unico qui dentro.
Quindi per favore, non stupitevi e non arrabbiatevi se certe citazioni o frasi che ritenete essere di sicuro impatto, si dimostrano inefficaci o lasciate cadere nel vuoto.
Ma lasciarli giocare questi bambini? a 9 anni direi che hanno più bisogno di un pallone, un acquilone e un prato…
E allora perché voi li tenete chiusi in una stanza a ripetere “quanto sono felice che gesù mi ama”
@Reiuky: non penso fosse quella l’alternativa proposta da Atheizen.
I bambini italiani, dall’asilo e fino alla quinta elementare, hanno DUE ore di religione cattolica alla settimana per TUTTO l’anno scolastico. Ti sembra che otto lezioni in un anno sottratte al gioco siano negative?
Hai ascoltato i bambini di IV e V elementare intervistati da una giornalistra alla radio? Ti sembra che fossero immaturi? Che si annoiassero ad affrontare queste tematiche?
Ti dice niente che queste discussioni hanno 40 anni di pratica e che siano molto diffuse nei Paesi nordici e facciano parte dei programmi scolastici in Belgio?
la lettura della presentazione del progetto -bello, accattivante e corretto- ha fugato i miei principali dubbi in merito all’iniziativa, che erano quelli relativi a una sorta d’indottrinamento catechetico imposto dall’alto; come genitore ho infatti sempre cercato di rispondere alle domande adeguandomi all’età del richiedente, lasciandolo commentare e stimolandone eventuali altri interrogativi ma non mi sono mai messo, senza specifiche richieste da parte dei figli, a far lezione. Anche se, come, credo,ogni genitore, mi sono sempre anche chiesto, quotidiamente, se il mio atteggiamento fosse quello giusto. Oggi, al proposito, vengo ancora rimproverato d’aver dato a volte risposte un po’ troppo complesse, ma mi è stato finalmente riconosciuto dalla prole, ormai ampiamente adulta, di aver principalmente educato alla libertà, al rispetto del prossimo e all’amore per la conoscenza; cosa che mi commuove e gratifica perchè era la mia primaria finalità. Però, senza nulla togliere al valore sociale e culturale della scuola e dei bravi maestri, avendo sempre avuto in odio le Utopie, i Falansteri, gli indottrinamenti oratoriali e di regime, e avendoli sempre trovati repellenti quando esercitati nei confronti dell’infanzia, mi chiedo se, invece (o prima o anche contestualmente) della proposta ricerca per i bambini, non sarebbe soprattutto opportuno un corso propedeutico di avvio alla laicità per quei genitori che non si sentissero in grado, o temessero di farlo in modo non adatto, di rispondere a domande, curiosità e dubbi quotidiani dei propri figli.
@ Hexengut. Prima di tutto ho da dirle che sono estremamente deluso dalla sua non-risposta sulla questione “Il sangue dei vinti”: dobbiamo considerare Pansa non valido solo perchè sembra minare uno degli elementi di quella che considera la sua “storia sacra”, con i buoni che progressivamente ed eroicamente mettono fuori dal corso principale della storia i “malamente”? In questo caso il suo razionalismo e il suo criticismo presentano una breccia, mi sembra.
Credevo che almeno lei si salvasse dal fideismo al contrario, anzi manicheismo rozzo e insolente che la fa da padrone in questo blog.
Quanto all’insegnamento di filosofia ai bambini, bisogna anzitutto vedere che cosa si intende con questo termine.
Se è la filosofia dei “philosophes” illuministi del ‘700, si tratta solo di demolire nella mente dei bambini ogni traccia del pensiero mitico, nel senso deteriore della parola ( fantasie assurde senza riscontro nella realtà, “fuffa”). Allora basterà un po’ di Voltaire, insieme a un poì di Lamettrie ( “L’homme machine” ), con la menzione inevitabile dei casi Socrate, Giordano Bruno e Galilei per ottenere il risultato. Ciliegina sulla torta Nietzsche che fa sempre movimento con la sua veemenza ( una specie di Sgarbi filosofico ). PS Anche Darwin, con la sua scientificità assodata (? ) per una specie di infallibilismo dogmatico ( altrimenti tutto il sistema va a gambe all’aria : stile “Roma locuta, causa finita” ). E’ sciocco proclamere “Noi non abbiamo dogmi” quando certi contenuti sono propugnati di fatto come dogmi.
Senonchè esiste anche un’accezione positiva di “mito”, ed è quella vichiana, che lei conosce come e credo anche meglio di me: un racconto che sotto il velame di immagini simboliche comunica significati più profondi, che si ritengono oggettivi. In questo senso la storia del pensiero umano è pieno di elementi mitici oltrechè animistici e spiritualistici. Allora, per evitare limitazioni precostituite, dovremo far capire ai bambini nientepopodimeno che personaggini come Platone con le sue idee, Aristotele con le entelechie, il neoplatonismo*, Agostino con la sua ricerca interiore e di Dio, le summae medievali, poi il razionalismo seicentesco, Leibniz con le sue monadi e il suo neopitagorismo religioso, Kant e il suo trascendentalismo aprioristico, Hegel con la dialettica e il nesso reale-razionale, Schelling, Schopenauer con la sua “volontà nella natura”…
* Ipazia era una neoplatonica: ve lo siete dimenticati? Seguace di una corrente spiritualistica che metteva insieme scienza e filosofia
( e magari anche teologia razionale ).
L’esperienza comune è che già gli adolescenti stentano a capire i concetti filosofici, a meno che non abbaiano la fortuna di un insegnante particolarmente dotato per capacità sintetiche e divulgative. Io ricordo che la “mia” filosofia licfeale si riduceva a formulette astratte come “essere, non essere, divenire”… L’esperienza mi ha insegnato che quegli schemi potevano essere avvalorati “riempiendoli” con i dati della storia e della storia della cultura. Ad esempio è impossibile capire la dialettica hegeliana di servo e padrone se non si conosce non superficialmente la storia delle istituzioni medievali, oltrchè con gli apporti documentari offerti dalla storia della letteratura e dell’arte.
Come potrebbero i bambini, culturalmente sprovveduti come sono ( cioè normali, interessati al pallone e alle bambole ) compiere simili elaborazioni?
Ergo: Si vede chiaramente che il vero scopo dell’iniziativa, nemmeno troppo velato, consiste nel porre le basi per un'(anti)catechismo laicista. Ad esempio l’indicazione di parlare ai bambini di teiere volanti a proposito della questione di Dio rivela l’intenzione di liquidare la questione rapidamente, annegandola nell’aceto del ridicolo. Invece un pensatore minimamente onesto SA che la teologia razionale, essendo al centro della metafisica, è una tematica assolutamente ricorrente ( per non dire onnipresente ) nella storia della filosofia ( da Platone, ad Aristotele a Heidegger ).
Inoltre: molte filosofie arrivano ad esiti nichilistici ( come in Monod: l’uomo come “zingaro dell’universo” ) con ulteriori conclusioni ultrapessimistiche: “L’uomo è una passione inutile” ( Sartre ); “il male mondiale” ( Schopenauer, in parallelismo con Leopardi ).
Se si è onesti, non si possono escludere simili conclusioni. Sarebbe questo il senso positivo della vita, l’ottimismo di cui bambini ed adolescenti necessitano?
Sul fallimento dell’insegnamento catechistico ho poche obiezioni da fare: troppi catechisti sono non motivati, improvvisati, pochissimo preparati o addirittura insegnano religione cattolica per ripiego
( alimentare
Questo spiega lo scarto fra il disastro catechistico di oggi e i risultati notevolissimi che si otevano ottenere un tempo, con la coltivazione di autentiche “anime belle”.
Questo non e’ un corso di storia di filosofia, ma un laboratorio di pratica filosofica. C’e’ una bella differenza, e tutte le belle parolone e le citazioni di filosofi famosi di cui e’ infarcito il suo post sono solo inutili ostentazioni di saccenza.
Concordo con Fri: non pensiamo minimamente di fare un corso di storia delle filosofia a dei bambini di 9, 10 e 11 anni (addirittura in 8 lezioni). I bambini devono discutere tra loro, quindi al loro livello e con il loro linguaggio. Se alla fine del corso si rendono conto che ci sono posizioni leggittime e diverse che è meglio affrontare ragionandoci e senza scomuniche incrociate, saremo contenti.
Insegnare a ragionare in modo critico è una cosa, imparare a memoria una serie infinita di citazioni, come lei fa, senza essere in grado di rielaborarle e contestualizzarle, è un’altra. Evidentemente da come interviene si vede che lei ha una grande confusione in testa.
Non è necessario sapere tanto per essere considerati intelligenti, ma saper analizzare gli argomenti e saperci ragionare sopra, fare confronti, sono gli strumenti di analisi ad essere importanti. E soprattutto bisogna eliminare tutti gli ipse-dixit, tutti i timori riverenziali per poter ragionare.
Un consiglio per evitarle brutte figure: lasci perdere una buona volta il povero Darwin, si vede chiaramente che ha grossi problemi a comprendere il pensiero scientifico e la sua evoluzione.
L’iniziativa è interessante in via di principio ma non credo sia efficace. I bambini sono immersi in un contesto tv-famiglia-scuola che dà altri insegnamenti che portano in un’altra direzione e che non possono essere contrastati da iniziative isolate. Una goccia di profumo non può cancellare il lezzo di una fogna.
Il fatto è che viviamo in una società fortemente infantilizzata in cui la propensione ad avere idee proprie (e soprattutto a decidere) è considerata un atto antisociale ed è subito penalizzata. In questa società nessuno è considerato adulto se non quei pochi che si sono impadroniti del potere e che sono gli unici che decidono sul come spendere i nostri soldi. Personalmente in 57 anni di vita non mi è stato mai concesso di prendere la benchè minima decisione sul modo di spendere i soldi che, come contribuente, sono anche miei. Questa assoluta mancanza di democrazia è la vera radice nascosta dei tanti mali e delitti che infestano l’italia e che ne fanno uno dei paesi più corrotti del mondo.
In uno stato come questo i cittadini possono al massimo scegliersi un duce-tutore cui delegare tutte le decisioni, ammettendo in questo modo di non essere capaci di intendere e di volere.
Finchè in italia non ci sarà qualche segno, anche minimo, di democrazia non potremo fare altro che consolarci ad ascoltare le nostre chiacchiere, come spesso capita anche in siti come questo.
In sintesi, prima di educare i bambini bisogna educare gli adulti.
Proprio per tutti i mali che hai elencato è importante che si insegni ai bambini a pensare con la propria testa! La rassegnazione e l’indifferenza sono pessimi insegnamenti. Poi è chiaro che i bambini che frequenteranno questo corso non sono bambini di famiglie “medie”. Ma poi i ragazzi si confrontano, e sono ancora abbastanza liberi da condizionamenti da gruppo sociale. I miei figli non hanno fatto religione a scuola. A chi dei compagni, probabilmente imboccati ai genitori, chiedeva con aria più o meno scandalizzata chiedeva “Ma come mai tu non fai religione?”, loro rispondevano “e tu, perché la fai?”. Nessuno è mai riuscito a rispondere. Chissà che qualcuno di questi bambini/ragazzi non si sia poi chiesto, “già, perchè?” e abbia cominciato a pensare.
Io invece credo nella sua efficacia.
Mio fratello ha due figli di 8 e 3 anni.
Li manda a messa e al catechismo, fa fare loro IRC e insomma li ha inquadrati come di norma qui nel Veneto.
L’altro giorno il grande (che legge poco e malvolentieri) ha compiuto gli anni e gli ho regalato questo libro:
http://www.ibs.it/code/9788873073376/layton-neal/grande-storia-universale-libro.html
Quando ha preso in mano il pacco mi ha guardato e sorridendo mi fa “E’ un libro vero zio?”
L’ha aperto e con gli amichetti si è messo a sfogliarlo entusiasta.
Tutti i bambini erano incuriositi ed attratti da quella novità.
Credo lo abbia soddisfatto più di un banale gioco.
Sono dell’opinione che se offri loro l’occasione tramite qualche stimolo interessante, i bambini sanno rispondere positivamente.
L’anno prossimo proporrò a mio fratello di iscrivere il bimbo al corso; se lo convincerò sono convinto che alla prima ora scoprirà la differenza col catechismo e ne uscirà entusiasta.
Al di là della limitata “educazione” dei suoi genitori.
francesco.
L’errore più grande è porsi delle domande e darsi delle risposte. Prova, ‘poi’ saprai.
@ Fri. Non esiste un’elettronica per dilettanti preadolescenti, stile “mordi e fuggi”. Così pure non c’è una fisica nucleare da week-end. La filosofia è una forma di sapere* “dura”, che richiede l’acquisizione di concetti rigorosi e di un linguaggio raffinato,oltrechè il possesso di una panoramica completa dello “staus quaestionis”. Questo vale soprattutto per la filosofia teoretica, rocca centrale di questa disciplina, non più facile della fisica teorica.
Poteva mancare la solita evocazione dello sfoggio di saccenza? E’ l’ultima risorsa ( abbastanza sconsolante ) di chi non sa come rispondere. Prima si dice: al credente l’onere della prova. Poi, se il credente porta le sue “pezze d’appoggio” ( che si è procurato con un impegno gravosissimo ) invece di esaminarle lo si accusa di esibizionismo.
Signor mio, la brutta figura la fanno lei e le persone come lei.
* Non oso usare il termine “scienza” ( come peraltro faceva il sommo Hegel _ “Enciclopedia della SCIENZE FILOSOFICHE” ) per non incappare nel bombardamento petofonico a cui avete assoggettato Benedetto ( “Benny” ) XVI per aver osato dire “scienza dell’amore” a proposito dei mistici.
Guardi che io non sono laureato in filosofia, e il poco che so nel campo ho dovuto acquisirlo da me sudando settecento camicie: questo perchè mi rendevo conto che i problemi fede / ateismo non si possono affrontare e risolvere da dilettanti.
ma come si fa a dialogare con uno che butta nel frullatore titoli, autori, citazioni a casaccio e qualche bella locuzione latina estratta a sorte?
Dalla fisica nucleare alla filosofia teoretica: e tutto in un singolo post e non dire una mazza né dell’una né dell’altra. Tipico approccio superficiale dei tuttologi…
Come gia’ detto questo non e’ un corso di storia di filosofia, ma un laboratorio di pratica filosofica. Non si parlera’ di filosofia, ma si lascera’ che i bambini facciano delle domande e si rispondano.
E con questa sua risposta di nuovo fa sfoggio di inutile saccenza e superficialita’ nella lettura dei commenti altrui nonche’ della notizia di cui si sta discutendo. L’ho detto e lo ripeto. Qui l’unico che ci fa la brutta figura del signor sotuttoio e’ solo lei. Faccia un po’ di esame di coscenza ed abbia un po’ piu’ di umilta’ (che peraltro dovrebbe essere una delle virtu’ principali di voi cattolici).
probabilmente pensa che più citazioni mette, più sarà autorevole.
Si, lo credo anche io.
Flo,
se a bambini di quell’età voi non avete scrupolo di insegnare s†upidaggini incredibili e surreali, perché ritieni che non si possa spiegare loro i primi elementi della logica? Come ho detto più sopra, non cominceranno certo da Heidegger; paradossi e semplici sillogismi sono alla portata dei bambini. O forse temi che la filosofia spu††ani i vostri maghi?
Io proporrei di creare scuole di istruzione dall’infanzia alle medie con i principi filosofici dell’etica razionale e di pensiero basato sul ragionamento scientifico……iniziativa comunque bellissima
@ francesco, che alle 9:15 scrive:
“L’iniziativa è interessante in via di principio ma non credo sia efficace. I bambini sono immersi in un contesto tv-famiglia-scuola che dà altri insegnamenti che portano in un’altra direzione e che non possono essere contrastati da iniziative isolate. … In sintesi, prima di educare i bambini bisogna educare gli adulti”.
Per gli adulti l’Uaar ha messo in campo molte iniziative: Lo “sbattezzo”, i Darwin Day/Uaar, la rivista L’Ateo, la campagna per l’ora alternativa, le azioni per il crocifisso nelle scuole e nei tribunali, l’Ateobus, il nostro visitatissimo sito e altro. Tutto quello che potremo fare lo faremo. Ma perché non tentare ANCHE con questa iniziativa rivolta ai bambini? Se l’iniziativa si fara’, la documenteremo per bene e a quel punto potremo finire nei giornali e potremo proseguirla in tante città.
Certo, male non fa e tentar non nuoce
Ottima iniziativa: ho letto qualcosa sulla Philosophy for Children e l’ho trovata sorprendente. Bene poi che si faccia a Padova, città bacchettonissima che sarebbe invivibile se non ci fosse l’università…
Si farà a Padova, se si raggiungono almeno 8 adesioni, perché a Padova c’è il posto dove farlo e i facilitatori pronti.
MA se afferiscono almeno 8 ragazzi di un’altra città, probabilmente si potrà fare il corso anche in quella città.
Ottima iniziativa, e Padova ne è un buon banco di prova. Ricordiamoci che l’UAAR è nata proprio in questa città.
Nel mio piccolo, mi adopererò da subito con un contributo economico.
Cordiali saluti a tutti voi.
Si parlerà anche della filosofia di Tommaso d’Aquino? Oppure sono filosofi solo alcuni e altri no?
Che vorresti insinuare?…
Come e’ gia’ stato detto questo non e’ un corso di storia di filosofia, ma un laboratorio di pratica filosofica. Non si parlera’ della filosofia di nessun filosofo, ma si lascera’ che i bambini filosofeggino con le loro parole e i loro mezzi.
parlando in generale (e non sul caso specifico di questo laboratorio di pratica filosofica: su questo vale quanto precisato da Fri) fare filosofia significa, per me, sapere che non esistono verità indiscutibili né incontestabili.
Non possiamo mai arrivare ad avere la certezza assoluta, l’esattezza assoluta e l’universalità assoluta: non possiamo, cioè, dire di conoscere la verità assoluta.
Nessuna credenza o convinzione può dire d’essere sicura sempre di tutto, d’essere corretta in qualunque momento su qualunque cosa e d’essere valida in ogni luogo e in ogni tempo.
In altre parole: non ci sono teorie perfette e, quindi, né sistemi né dottrine immuni dall’errore ma solo teorie, sistemi e dottrine perfettibili e migliorabili.
Insomma, ben vengano tutti i liberi pensatori che hanno contribuito con il loro pensiero (giusto o sbagliato che sia), a farci riflettere…
Di Tommaso sarebbero da leggere i testi relativi anche alla sua misoginia.
http://www.20centesimi.it/blog/marcelline-un-inno-fascista-nel-saggio-di-fine-anno/
ma che bei principi che hanno ‘ste suore.
Diocleziano scripsit:
Forse è sulla qualità degli insegnanti che il suo interlocutore aveva qualche dubbio…
Complimenti per la scelta del carattere obelo (o dagger, se preferisce) in luogo delle T. Davvero originale!
serve per evitare la ce n su ra
Hysteron,
mi pare che, per estensione, la risposta sia contenuta nella prima frase del mio post: chi ci garantisce che la qualità degli insegnanti di religione sia adeguata? E a cosa è adeguato chi insegna favole incredibili a ogni umana esperienza?
Grazie a Kaworu per la precisazione.