Resoconto video del wokshop sull’assistenza morale non confessionale

E’ stato pubblicato su Vimeo, divido in due parti, il resoconto video del workshop internazionale sull’assistenza morale non confessionale “L’etica della responsabilità” svoltosi l’8 maggio nell’ambito del convegno internazionale sulle concezioni etiche non confessionali “In un mondo senza Dio – In a Godless world” coorganizzato dall’UAAR e dalla Federazione Umanista Europea a Genova.
Sono intervenuti Isabella Cazzoli (tesoriere UAAR), Laura Balbo (presidente onorario UAAR) Freddy Boeykens (presidente della European Humanist Professionals), Carlo Flamigni (presidente onorario UAAR), oltre ad alcuni partecipanti al workshop.

L’associazione

14 commenti

tianlu

Ma non è sufficiente l’assistenza medica? Non mi interesserebbe avere nè preti nè altri corvi intorno il giorno della mia dipartita.

Roberto Grendene

si sta parlando di servizi a richiesta, giusto che chi non li vuole non sia disturbato

servizi che non interessano solo il “momento della dipartita”, ma ad esempio lunghe degenze, invalidità permanenti o temporanee

tianlu

Forse l’Italia non ha bisogno di altre corporazioni? Gli atei vogliono aggiungerne altre? Perchè sprecare energie per cercare di prendere il posto dei preti. Abbiamo bisogno di formare cittadini maturi, responsabili e forniti di strumenti critici, non di consigli dalla culla fino alla tomba. Che barba.

Paul Manoni

@tianlu
Non si tratta affatto di “prendere il posto dei preti” (!).
Tutto sommato, l’assistenza non confessionale, rientra in pieno negli scopi statutari dell’UAAR. Quando si parla di “tutelare i diritti civili dei milioni di cittadini che non appartengono a una religione”, e’ evidente che un’assistenza non confessionale, rientra i pieno tra questi diritti.
Insomma, che poi un non-credente non voglia avere nessuno intorno, nel periodo critico di una malatia, e’ un’altro paio di maniche, ma la costituzione italiana, all’art. 3 parla di UGUALIANZA dei cittadini (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali).
Se in un ospedale c’e’ un prete che svolge “assistenza morale”, a rigore di logica, per i cittadini di una qualsivoglia diversa religione, dovrebbe esserci un loro ministro di culto, con le medesime mansioni. E per chi non crede, ma vorrebbe essere sostenuto da una persona di fiducia in un momento di malattia grave? 😉
Insomma, va da se, no???
Il giorno in cui negli ospedali ci saranno solo assistenti morali laici (non religiosi e nemmeno atei!), magari con una preparazione ed una formazione di tipo psicologico, allora magari potremmo parlare di UGUALIANZA e pari dingità per tutti i cittadini. 😉

Marioque

Beh…l’assistenza laica è libera. Se c’è chi si sente di farla e a qualcuno interessa riceverla, perchè no ?

tianlu

@ Paul Manoni

Il tuo discorso è logico e formalmente ineccepibile solo che inevitabilmente ricorda quello della destra secondo la quale ogniqualvolta uno di sinistra parla deve essere previsto un contradditorio. E’ come un cane che si morde la coda.

Sarebbe più opportuno secondo il mio parere, agire perchè il cittadino capisca che l’unica assistenza necessaria in quei momenti è quella medica e informare questo paese addormentato che tutti i preti in giro per gli ospedali italiani sono pagati profumatamente e gravano sulle tasche della collettività. Quando la gente capisce che viene toccata nel portafoglio improvisamente capisce tante cose.

Paul Manoni

Non si tratta di un “contraddittorio”…Si tratta piu’ di una questione di ugualianza di trattamento dei cittadini da parte delle istituzioni. Perche’, del diritto all’assistenza morale puo’ beneficiarne un credente cattolico, e non un Indu’ o un Buddista?…E’ chiaro che in questo caso, e’ lo stato che ha un piede in fallo, non riconoscendo a tutti la parita di trattamento, e deve adeguarsi. Ma si puo’ adeguare, solo se ci sono effettivamente, persone che richiedono l’assistenza morale, diverse da quelle cattoliche…Altrimenti e’ ovvio che negli ospedali ci sarannno sempre e solo preti e pagati coi soldi di tutti, per giunta!
Concordo con te sulla necessità che il servizio offerto, debba essere portato avanti da medici, e nella fattispecie psicologi o psichiatri, sarebbe meglio…E sarebbe ancora meglio se fossero già in organico negli ospedali (psicologi e psichiatri delle ASL che se la grattano nei poliambulatori, a firmare scartoffie e sciropparsi visite per certificati anamnestici ce ne sono a bizzeffe!!).
Così si risolverebbero le cose, prendendo due piccioni con una fava (o bacello per i toscani, che e’ meglio!).
Le cose pero’ per essere recepite pienamente dal cittadino “disattento”, debbono essere avviate piano piano, ed un passettino alla volta. 😉

Giorgio Pozzo

Tianlu, ti consiglio di ascoltare piu’ attentamente quanto raccontato da Isabella: le cose non sono affatto come dici tu.
E poi, c’e’ il piccolo particolare che i nostri volontari sono disponibili su richiesta dell’interessato, mentre il prete in genere (ora un po’ meno, per fortuna) arriva non richiesto.
Vorrei anche aggiungere che le nostre locandine, regolarmente affisse nei repoarti ospedalieri, in certi casi vengono rimosse e dobbiamo andare a riaffiggerle. A seconda del reparto dell’ospedale, colui o colei che comanda puo’ essere un vero umanista e liberale, oppure un filoclericale in mala fede. Questo non puoi chiamarlo cane che si morde la coda.

tianlu

Giorgio, ti ringrazio ma ho ascoltato con attenzione i vari interventi di Flamigni, Balbo, anche gli altri in inglese di Boeykens etc, sono interessanti e in parte condivisibili ma continuo a rimanere del parere che l’assistenza morale, religiosa o anche laica negli ospedali sia superflua e immotivata. L’assistenza medica o eventualmente psicologica sono sufficienti.

Vogliamo andare oltre la concezione del cittadino sotto tutela da tutti i punti di vista o alcuni si sentono troppo smarriti ?

Non sarebbe più proficuo indirizzare tutte le vostre preziose energie per cercare di aprire una breccia nel sistema dell’ informazione con fini un po’ più pratici. Forse la prima cosa da far capire all’opinione pubblica sarebbe che il miliardo all’anno destinato all’8×1000 potrebbe aiutare a ridurre il debito pubblico ed evitare tante lacrime ai cittadini. Specie al 90% degli italiani che non vanno in chiesa.

Flaviana

@ tianlu ” L’assistenza medica o eventualmente psicologica sono sufficienti. ”

Sei cosi certo? Quanto ci sei stato tu in ospedale? Sempre che tu mai sia stato ricoverato? Quante persone hai assistito? Sempre che ti sia capitato di farlo? Forse a te questo potra’ bastare. Ad altri no. Quindi limitati al tuo vissuto. Nessuno ti chiede di assisterti quando starai crepando di paura ,perche’ magari potra’ accadere anche a te ( ma forse no , te lo auguro) ma con queste sortite che ti prefiggi? Le preziose energie delle quali vaneggi sono si preziose ma certo non vanno ad inficiare il nostro gia’ esiguo bilancio, Se ti preoccupi dell’informazione dell’8 x 1000 e’ cosa di cui l’UAAR si occupa con impegno gia’ da tempo, se questo e’ cio’ che ti interessa di piu’ datti da fare per questo e rispetta il lavora degli altri

tianlu

@ Roberto Grendene

Grazie della segnalazione. Non avevo mai sentito parlare della campagna Occhio per mille prima d’ora. Intendevo fare riferimento anche a questo infatti. Sui quotidiani nazionali o in tv o anche sul web, il messaggio dell’uuar passa in modo molto parziale. Avrò letto delle vostre iniziative una o due volte e mi pare una sola volta in tv. Mentre i messaggi della chiesa sono quotidiani e martellanti.

@ Flaviana

Non ti sembra di essere un po’ eccessiva. Il termine vaneggiare mi sembra veramente ingiustificato in una discussione fra persone civili. Posso aver espresso un punto di vista un pò categorico, magari preoccupato dalla grave situazione in cui versa la democrazia nel paese, comunque mi è sembrato un punto di vista plausibile.
Ti assicuro che nel mio piccolo impiego tempo ed energie per combattere pregiudizio e oscurantismo.
Sì sono stato ricoverato in ospedale, visto che me lo chiedi, e mia madre è passata a miglior vita in ospedale qualche anno fa. Ho seguito la sua malattia fino all’ultimo minuto e conosco le cose sulle quali ho espresso la mia opinione. Nel tempo ritengo di essere arrivato a capire cosa sia la compassione e cerco anche di metterla in pratica nella mia vita quotidiana ma un gruppo di conforto morale di laici non avrebbe migliorato la situazione di mia madre. Aveva bisogno di silenzio e pace per raccogliere gli ultimi pensieri. Lei stessa mi ha fatto capire che quando arrivano quei momenti bisogna accettare che non siamo esseri impermanenti. Cosa che io ho accettato da tempo. Sono certo che non “creperò di paura”.

Qualche tempo dopo anche mia sorella ha seguito la stessa sorte. Non le sono stato molto vicino in quanto non abitavamo nella stessa regione. Nel suo caso un gruppo di preghiera introdotto da alcune sue amiche, è stato, diciamo un po’ ingombrante, per usare un eufemismo. Ma non esprimo giudizi sul loro operato. Credo che in quel gruppo ci fossero anche persone che le volevano bene.
Mi pare di capire che tu faccia parte dell’uuar. Se in questo sito i pareri non allineati non sono graditi non hai che da dirmelo e tolgo volentieri il disturbo. Non è che non abbia altre cose da fare.

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