La Dernière heure riporta i risultati e le analisi di uno studio della VUB (Università fiamminga di Bruxelles) sui giovani nella capitale e pubblicato di recente da De Morgen. “Lo studio mette in evidenza il fatto che i giovani belgi, marocchini, turchi ed europei del sud cercano legami con la propria cultura” e che “difficilmente si fanno amici in una comunità etnica diversa dalla propria, anche e soprattutto per quanto riguarda le relazioni amorose”.
In particolare, la metà degli alunni di Bruxelles di confessione musulmana risulta essere antisemita e il sociologo Mark Elchardus della VUB spiega che la gravità di questo dato sta nel fatto che i sentimenti antisemiti non hanno alcun rapporto con un basso livello sociale o culturale ma sono essenzialmente “d’ispirazione teologica” vale a dire che “c’è un legame diretto tra il fatto d’essere musulmano e quello di provare sentimenti antisemiti”. Il sociologo spiega pure che “tra i cattolici che hanno sentimenti antisemiti, questi non sono altrettanto forti” e conclude raccomandando maggiore attenzione per “una reciproca intesa nelle scuole con numerosi musulmani”
Franco Virzo
Che ci sia una correlazione diretta tra l’essere musulmano e l’odiare gli ebrei è da escludere: nel medioevo dovendo scegliere tra due condizioni di inferiorità giuridica a un ebreo conveniva più trovarsi sotto un sultano che sotto un re cristiano..senza voler ripercorrere tutta la vicenda di el-Andalus in cui periodi di grande tolleranza si alternarono ad episodi di violenza.
L’antisemitismo dei musulmani pur se rivestito di religione è essenzialmente politico e legato alla questione israelo-palestinese, questo non giustifica l’antisemitismo ma affermare che l’odio antiebraico è legato all’islam più di quanto non lo sia al cristianesimo è sbagliato
“L’antisemitismo dei musulmani ” cioè della parte fondamentalista, volevo dire.
Credo anch’io che la questione, anzi il dramma, israelo-palestinese sia ora la causa prevalente del riaccendersi di sentimenti antisemiti tra i musulmani, studenti e adulti, colti e incolti. O forse per taluni è anche il pretesto politico che copre e maschera un sottofondo di motivazioni religiose. La forte radicalizzazione dello scontro politico, parallela alla forte ripresa dell’ntegralismo religioso, sia nei paesi mussulmani che in Israele, sta generando inevitabilmente frutti amari anche per le nuove generazioni e in Occidente, dove vivono e studiano giovani delle rispettive fedi religiose.
Ah! quanti problemi in meno ci sarebbero se si potesse insegnare nelle scuole a vivere le “identità religiose” con più distacco e spirito critico, e secondo principi di sana laicità e reciproco rispetto…
@Paolo 1984
Il tuo discorso significa soltanto che tra due oppressioni medievali sugli ebrei quella dei cristiani era peggiore,ma questo non significa certo che quella musulmana fosse un’invenzione.
Lo stesso identico discorso si potrebbe fare sull’antisemitismo dell’Italia fascista paragonato
a quello della Germania nazista :il primo non aveva certo camere a gas,crematori e fosse
comuni,e questo lo distanzia di parecchio dal secondo,ma non credo proprio che Mussolini
meritasse il Nobel per la pace per questo.
E in ogni caso,l’antisemitismo attuale degli arabi e’ semplicemente l’aspetto piu’ appariscente di un’intolleranza che riguarda tutta la cultura occidentale,e che solo per ragioni di opportunita dli islamici manifestano meno esplicitamente dell’antisemitismo,
PER ORA !
Le sure del Corano che grondano odio per gli ebrei sono troppe per essere citate.
Un elenco delle prime che capitano a tiro: 2:61 (Allah maledice gli ebrei), 2:65-66 (gli ebrei discendono dalle scimmie), 2:96 (gli ebrei sono i piu` avidi tra gli esseri umani), 5:12-13 (Allah ha maledetto gli ebrei, ha indurito i loro cuori e loro sono tutti dei traditori), 62:5 (un giudeo ipocrita e` come un asino che porta dei libri), ecc.
“affermare che l’odio antiebraico è legato all’islam più di quanto non lo sia al cristianesimo è sbagliato”
non si sta parlando di legame storico, o di come era la situazione secoli fa: si parla di inchieste fatte oggi
e mi sembra molto plausibile
In questo caso mezza infarinatura di storia medievale non aiuta per niente a capire la situazione.
Mezza infarinatura di storia ci insegna che nel medioevo gli ebrei stavano meglio (di solito) sotto gli islamici che sotto i cristiani. E’ vero. Anzi e’ verissimo, seppur con eccezioni, infatti occasionalmente gli islamici sterminavano anche loro i loro sudditi ebrei, dispiacendosi di essere stati troppo “tolleranti” con loro ma il punto non sono quelle storie di dhimmi (sottomessi) e quelle eccezioni di dhimmi puniti per non essere stati abbastanza sottomessi.
Il punto e’ nel Corano e nel presente che e’ molto diverso dal passato medioevale in cui costantemente gli ebrei erano volonterosi sudditi dei mussulmani, cosa prevista e regolamentata da Corano e sharia meglio (con piu’ tolleranza) che dal medioevo cristiano.
OGGI gli israeliani non vogliono piu’ vivere da dhimmi. Vogliono vivere da padroni a casa loro.
OGGI gli israeliani sono indipendenti, assolutamente indipendenti, con uno stato che rivendica eguali diritti a tutti gli stati sovrani, e questo per i mussulmani e’ uno shock assoluto, come uno shock furono le crociate, cioe’ un contrattacco cristiano. Secondo il Corano sono i mussulmani che debbono conquistare il mondo ed una volta conquistato sterminare i pagani ed offrire tolleranza pelosa vessatoria ed umiliante a cristiani ed ebrei. NON pace stabile e convivenza in eguaglianza. Questo e’ espressamente proibito dal Corano. Ammesso solo temporaneamente e se gli islamici sono deboli. Ma NON su territorio dichiarato mussulmano.
NON sono ammesse ritirate.
Quel che e’ mio e’ mio dice l’islam.
E quel che e’ tuo lo discutiamo.
Non e’ ammessa liberta’ di religione specie nella penisola arabica o sue vicinanze. E’ legge attuale la decapitazione per infedeli che mettano piede entro 30 chilometri intorno a Mecca e Medina.
E’ legge che nessuna chiesa sia edificata o nessun culto altro o libro sacro o segno di religioni altre (perfino una crocetta al collo) non debba essere tollerato in Arabia Saudita & intera penisola Araba.
L’intolleranza verso Israele da parte islamica NON e’ per inesistenti vessazioni Israeliane di mussulmani, ma e’ per la smentita che uno stato indipendente non islamico da’ alla interpretazione razzista e trionfale che il Corano da della colonizzazione (arabo-)islamica del mondo.
E’ la non dhimmitudine di Israele, e’ l’indipendenza di una terra ex islamica che e’ insopportabile per i fondamentalisti islamici. Smentisce il loro supremazismo razzista religioso.
Se gli ebrei Fra il Giordano ed il Mare fossero tranquilli dhimmi non ci sarebbe problema.
Ma cio’ che era meglio delle persecuzioni cristiane nel medioevo, la dhimmitudine, non e’ oggi piu’ tollerabile per i fieri israeliani e neppure per tante minoranze cristiane vessate nella terra dei loro padri dall’Irak alla Siria, dal Libano all’Egitto ed alla Palestina ed ecco che preferiscono emigrare per smettere di vivere da dhimmi tartassati vessati ed umiliati.
Insomma e’ proprio il Corano l’ostacolo principale alla pace, non un territorio piccolo come il Piemonte per gente che detiene il 20% delle terre emerse!
Marcus.
Premetto che quanto scriverò qua deriva da un mio background di letture in merito, per cui faccio fatica a ricordarmi le fonti.
Se sbaglio quindi correggimi pure, ma pregherei con pacatezza come tento di fare io.
Dire che gli ebrei israeliani siano ‘padroni a casa loro’ è, a parer mio, un po’ esagerato; forse sarebbe da dire padroni a casa anche loro, e già essere padroni quando la casa non è solo propria sfalsa un po’ i dati, così come dire che il Corano sia l’ostacolo principale; per me ce ne è anche un altro, e ci arrivo.
Che gli ebrei, fino a 2000 anni fa’, avessero avuto una semdindipendeza politica in un territorio peraltro limitatissimo è vero, ma per il resto che fosse ‘casa loro’ lo dice solo la Bibbia.
Ci sono stati eccome in Palestina gli Ebrei, popolo seminomade probabilmente scappato da altre terre, ma da duemila anni in Palestina c’era rimasta una piccola minoranza (a parte Gerusalemme) mentre gli altri erano dispersi.
Fu il sionismo già dall’epoca di fin de siecle (fine ‘800, primi ‘900) ad iniziare a organizzare navi per mandare ebrei europei -minacciati dal vento antisemita che tirava in Europa, occidentale ed orientale- in Palestina massicciamente, comprando terreni in virtù della povertà congenita dei piccoli proprietari terrieri palestinesi e sostituendo la manodopera palestinese con quella di importazione ebraica/europea e costringendo di fatto attraverso l’economia gli arabi a sloggiare; cosa che del resto ammise esplicitamente anche Ben Gurion.
Anche l’operazione Mosè, con cui si diede ‘diritto al ritorno’ agli ebrei etiopi falasha per salvarli da Mengistu, ha creato una sovrappopolazione ebraica (da aggiungersi a quella esplosiva musulmana che in alcune zone, come a Gaza, è tragicamente elevata), dove tra l’altro gli etiopi ebrei vivono condizioni molto difficili di sfruttamente e ghettizzazione.
Israele ha una bella storia di persone salvate, ma anche del dramma di un popolo, gli arabi, che si è visto arrivare non un fenomeno immigratorio puro e semplice, ma un’immigrazione programmata a priori per la fondazione di uno Stato attraverso l’economia e anche attraverso una certa aggressività iniziale di alcuni gruppi sionisti mai molto osteggiati dal sionismo più legalitario.
Ma è lo stesso ‘diritto al ritorno’ una legge che messa in quel modo e su quel terreno crea una bomba, per cui i coloni ebrei (spesso legati a frange religiose suprematiste, peraltro minoritarie nella popolazione ebraica ma disponente di buoni capitali) stanno continuando ad espandersi oltre il muro divisorio e Nethanyau anzichè contrastarli, spesso e volentieri ha permesso la creazione di infrastrutture e dunque l’espansione di fatto ai danni dei contadini arabi.
Nulla assolve gli arabo-islamici dai loro errori o se vogliamo dalle loro colpe: dalla vergogna del Mufti gerosolimitano, al massacro di Hebron, al rifiuto di ogni negoziato sulla discossione fondata su Balfour, alla deriva religiosa islamica; però credo che quando si parla di Israele e Palestina, di territori e di ostacoli, non si possa non tenere conto anche di questo.
Aggiungo un piccolo passaggio, che forse devo articolare meglio a proposito della ‘legge del ritorno’.
Più dell’Operazione Mosè in sè (che era esemplificativa della vicenda e delle ripercussioni che certe situazioni hanno), il rapporto tra ‘legge del ritorno’ e sovrappopolazione (sovrappopolazione che è sempre un male, da qualsiasi parte si veda) si vede soprattutto dall’esodo verso Israele di moltissimi ebrei dell’Europa Orientale dopo il crollo del comunismo; sovrappopolazione che, aumentando la popolazione, spinge, quasi per una legge fisica, l’eccedenza di popolazione a sconfinare oltre il muro, col fenomeno dei coloni di cui dicevo.
Del resto uno Stato con la densità, piuttosto alta, di circa 365 abitanti a Km quadrato che continua ad aumentare di popolazione non può far altro che espandersi o emigrare: la seconda è fuori discussione per ovvii motivi, non resta che la prima. Altrimenti la soluzione sarebbe la fame, come a Gaza che ha circa 2000 abitanti per km quadrato.
Della serie…la storia riscritta a nostro uso e consumo.
infatti il sentimento è legato all’ostilità verso il governo isdraeliano e più precisamente sono antisionisti che antisemiti….che poi tale sentimento venga generalizzato in un contesto più ampio è un altro conto ma immetterlo in un contesto culturale correlato all’islam in quanto religione è improprio
E’ ipocrita camuffare l’antisemitismo da antisionismo.
Il lemma “antisemita” è una delle truffe linguistiche della nostra modernità. Chiunque muova osservazioni ai comportamenti del governo israeliano è “antisemita”. Allora sono antisemiti anche molti dei rabbini ortodossi che si esprimono una posizione critica rispetto a Tel Aviv. Il che è paradossale e ci fa comprendere come e quanto la stampa mainstream ci manipola col lessico.
@ fabrizio
Esiste la critica ai comportamenti del governo di Gerusalemme, ma esiste anche l’antisemitismo, ed esistono musulmani che dalla critica al governo israeliano oppure dai versetti coranici pervengono a una criminalizzazione generalizzata degli ebrei.
Se poi tra critica al governo israeliano e antisemitismo è stata fatta una distinzione oppure no bisognerebbe chiederlo a chi ha fatto questo studio.
Guardiamo la metà piena o la metà vuota del bicchiere?
Sicuramente tanti di quei musulmani confondono l’etnia ebrea con le politiche nazionaliste e sioniste della destra israeliana (ed effettivamente la questione palestinese è molto sentita presso tutti gli arabi), però esiste anche un’odio indotto verso tutto ciò che non sia islam, caratteristica di certe frange oltransiste e sicuramente minoritarie ma che viene coltivata, in Europa, da tante cattive scelte di falsa integrazione e dal crescente razismo islamofobo nelle nostre città, nonchè dall’imperversare di centri c.d. “culturali” islamici -per lo più finanziati dall’Arabia Saudita- in cui indottrinano i ragazzi mandati lì per studiare, insegnando loro anche la paura per l’ occidente descritto come un Moloch colonialista e schiavista, da contrastare con ogni mezzo.
Queste madrasse europee vanno scovate e chiuse e gli indottrinatori puniti per istigazione all’odio raziale, perchè sono loro il vero pericolo-islam in Europa.
@Michele B
La questione palestinese e’ molto sentita dai paesi arabi nel senso che si sone sempre resi conto di quale serbatoio di “carne da martirio “possa fornirgli nella loro guerra decennale contro Israele.
Nonche di quale occasione di propaganda costituisca presso i “piagnosi” occidentali pronti a commuoversi nelle occasioni “politicamente corrette”.
Ricordate il gruppo “Settembre nero” di Habbash ?Prese il nome da un settembre di violenze contro la popolazione palestinese compiute non dagli israeliani,ma dalle truppe giordane,
su ordine di re Hussein che cominciava a trovarli troppo invadenti come ospiti sul suo territorio.
E credete forse che gli enormi finanziamenti di petrodollari siano andati in tutti questi anni
ai gruppi palestinesi desiderosi di una politica di pace ?Che le offensive terroristiche che mandarono ripetutamente a monte promettenti accordi come quello di Camp David abbiano
fatto gli interessi della popolazione palestinese,o che siano state casuali ?
E questi sono i cosiddetti “fratelli arabi” !
Ma la responsabilità va ripartita frai due fronti. Non puoi negare le colpe di Israele nei fallimenti dei percorsi di pace, nemmeno l’abuso strumentale -come casus belli- di imprese isolate di gruppuscoli insignificanti. La guerra in Palestina ha troppo spesso assunto i connotati di un genocidio, tant’è che esiste da anni un movimento fondato dai molti piloti che si sono rifiutati di compiere missioni sanguinose contro i campi profughi ed i quartieri di Gaza. Il popolo israeliano non è coeso nell’appoggio alle politiche coloniali ed etnocide sostenute invece dalle frange fondamentaliste dei coloni.
Da entrambe le parti ci sono assassini bellicosi e persone ragionevoli. Ma prova ad immaginarti chi ti starebbe più simpatico se tu fossi arabo.
La mia personale impressione è che i petrodollari dell’Arabia Saudita siano più pericolosi per i Palestinesi, di quanto lo sia tutto lo stato D’Israele. Per carità, non sono un politologo ma di cause ed effetti che portano all’odio di un popolo verso l’altro, per quello che posso capirne io, ce ne sono a decine.
@Michele B
E tu prova ad immaginarti che simpatia proveresti ,dopo l’Olocausto,verso qualcuno che non fa che dichiarare esplicitamente,( e’ scritto nero su bianco nello statuto
del movimento di Arafat) che il suo fine e’ la TUA distruzione.
Tra la Tua distruzione o la SUA,quale sceglieresti ?
Qui abbiamo la situazione apparentemente paradossale di qualcuno (i palestinesi)
che minacciano e aggrediscono qualcuno che e’ molto piu’ forte di loro e altrettanto motivato, e che per ogni colpo ricevuto ne restituisce dieci.
E’ solo apparentemente paradaossale,perche i palestinesi,da decenni sono in pratica
marionette manovrate dai paesi arabi integralisti,grazie appunto,come ammette
Grassino, ai petrodollari.
E c’e poco da scandalizzarsi:di che legna credi che si scaldino i NOSTRI movimenti
estremistici ?E probabilmente anche parecchi nostri politici,a cominciare dal divo Giulio.
Sarebbe il primo genocidio negativo della storia.
Su wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Palestine#Demographics) trovo che la popolazione araba in Palestina nel 1948 era di 1292000 abitanti. mentre nel 2005 erano 3330000 con un aumento del 257.73%.
Per rispetto ai vari genocidi reali che sono effettivamente avvenuti nella storia recente, da quello degli armeni a quello degli ebrei, eviterei di usare quella parola.
Hai ragione, oltre per il motivo che hai citato, anche per quello documentato qui:
http://en.wikipedia.org/wiki/Grand_Mufti_of_Jerusalem
Chi ha combattuto con Hitler, alla fine della guerra ha perso dei territori: gli italiani hanno perso l’Istria, gli arabi hanno perso la Palestina.
Lo trovo equo. La perdita di territori e` una misura che e` sempre stata osservata per dissuadere dal generare conflitti.
Belgio: la metà degli studenti musulmani è antisemita, l’altra meta’ sono kamikaze.
E il comportamento del governo israeliano sui palestinesi non c’entra nulla sulla percezione dei musulmani?
c’entra poco. Non sopportano l’ ESISTENZA dello stato di Israele.
LA VERA CARITA VERSO GLl EBREi è FARLI DIvENTARE CRISTIANI CATTOLllCI
devi farti vedere… ma da uno bravo pero’ ! Credo ti serva un TSO.
Intendi ” cristiani protestanti ” e non ” cattolici ” ….?
Ma, questo, cosa c’entra?
@ale cattolico
Come fece Pio iX con Edgardo Mortara,vero ?
@Laverdure
Mi hai tolto le parole di bocca… 😉
Le religioni tengono conto del fatto che credere vuol dire non sapere nulla.
gli atei al contrario tengono conto del fatto che ragionare vuol dire essere consapevoli e non essere ignoranti, e sapere e´´ conoscere. Il dubbio e la curiositä sono i genitori della intelligenza.
gli atei ci saranno sempre perche sempre ci sono stati, c´´erano prima degli ebrei dei faraoni dei sumeri e dei persiani, e anche dopo che l´´ebraismo, come il cristianesimo e tutte le altre credenze, non ci saranno piü gli atei ci saranno ancora. ateismo non ha bisogno dei poteri forti, o di simbolismi. viva il mondo libero dalle religioni, viva la ragione, abbasso la prigione delle religioni´. il credere e´´ la filosofia dello stolto. la religione metafisica di coloro che sono i vinti dalla vita. Con la ferocia la violenza l’inganno e la corruzione i buoni a nulla prendono il potere e con la credenza, la superstizione e la fede, si mantengono il potere costituito. Le religioni si sono inventati l’inferno dell’aldilà per poi darlo a chi non crede nell’aldiquà: agli atei, i veri perseguitati dalla storia dellúmanitä e comunque preoccupandoci di non passare da martiri o santi. Gli atei, paradossalmente, quando dicono che sono perseguitati commettono una debolezza di pensiero e di convinzione; la forza non è in ciò che gli atei sono o hanno, ma in ciò che il mondo è. Altro che rabbini, preti, e mullä. i nostri sguardi rendono gli altri trasparenti, come se gli altri recitassero un ruolo dissonante col mondo, e assonante alla loro autorefenzialitä conservatrice. Diranno e dicono che gli atei sono dei freddi e subdoli calcolatori privi di spiritualità e pragmatici delle cose materiali, niente affatto; sono invece gli atei che conoscono il valore del pensiero e della vita propria e altrui e che una vita appartiene a tutte le vite, l’ateo possiede il dono di lasciarsi andare con le arti e principalmente la musica, in pensieri astratti verso lidi nuovi, cosicchè accetta consapevolmente di essere persona non perfetta e debole, e tali abbandoni sono come gli autoesercizi dei bonzi. ma mentre nel bonzo l’ascesi fa aumentare la sua spiritualità al contrario nell.ateo, come il gioco degli specchi degli inganni, rafforzano il pensiero cognitivo, la conoscenza e l’autodeterminazione, anche, nelle arti, invece di cascare nel tranello delle teologie ci rafforziamo nel pensiero libero e partecipativo.
“c’è un legame diretto tra il fatto d’essere musulmano e quello di provare sentimenti antisemiti”
PRENDIAMONE ATTO DEFINITIVAMENTE E BASTA.
Non ho difficoltà a credere che molti musulmani, spinti dalla loro religione, siano avversi agli ebrei, già da ben prima della questione palestinese.
Credo però, per puntiglio, che sia più giusto usare il termine antigiudaismo anzichè antisemitismo.
Per l’Islam non esistono differenze di razza e popolo: la differenza sta nella Umma dei credenti (di qualsiasi nazione essi siano) e nei kuffar, miscredenti.
Gli ebrei in questo sono visti in modo particolarmente negativo per motivi teologici di rivalità tra monoteismi stretti sin dai tempi di Muhammad, e se nel Corano si trovano anche versetti di grande apertura verso cristiani ed ebrei essi risalgono all’inizio della predicazione di Muhammad, prima del suo scontro con la comunità ebraica, per cui si ritengono, da parte islamica, solitamente superati da quelli più radicalmente negativi che sono successivi cronologicamente.
L’antisemitismo, come si intende di solito, è invece legato alla biologia, per cui l’ebreo non può mai smettere di essere tale, perchè la sua condizione è scritta nel suo DNA.
Per cui, detto in soldoni, per un ebreo -in un regime antisemita- non c’è nessuno scampo di conversione (un ebreo non può diventare ‘ariano’) e la situazione è anche più tragica.
Detto ciò, il problema dell’Islam è che non si tende a contestualizzare il Corano, ma esso è spesso visto come verità dettata ed immutabile.
D’altra parte anche l’ebraismo classico pone una grossa separazione tra ebrei e non ebrei, detti goyim (nel Talmud ci sono pagine veramente dure sul rapporto coi non ebrei), ma a differenza dell’islam l’ebraismo è sempre stata una religione non universale ma etnica, per cui l’idea del proselitismo religioso è ben lontana da tempo.
Il popolo ebraico (quelli che lo sono anche di religione) si sente, è vero, ‘popolo eletto’, ma non per conquistare il mondo: per loro Dio ha scelto il popolo ebraico per rivelarsi pienamente e sancire un’alleanza, che però consta sempre di un ‘fardello’ da sopportare, quello della Torah, a cui i non ebrei non devono esser sottoposti, perchè bastano i sette precetti di Noè, che però, si badi bene, implicano comunque la credenza in Dio e il rifiuto degli idoli.
Un bel guazzabuglio, insomma, che viene alimentato da un malinteso rispetto della religione: sarebbe ora che la critica storica inizi a svilupparsi anche in ambito musulmano, visto che noi atei/agnostici o comunque non religiosi, se ci fosse l’Islam politico saremmo, insieme ai pagani, quelli più a rischio, più dei cristiani e degli ebrei.
Sull’avversione agli ebrei: molti musulmani semplici non conoscono nemmeno bene il Corano che dicono di seguire, ma purtroppo l’avversione agli ebrei, amplificata certamente dalla situazione mediorientale, è talmente radicata a livello popolare che credo essere uno dei pregiudizi più difficili da abbattere; del resto anche qua da noi l’avversione agli ebrei fondata su molti luoghi comuni è stata ben presente fino a poco fa’ e in alcuni soggetti lo è ancora.
Credo che sia ovvio che la maggior parte dei mussulmani nella storia, come la maggior parte dei cristiani vissuti finora sia antisemita.
Se io invento una religione con il dio X, e qualcuno usando il “mio” dio, inventa un’altra religione, è ovvio che non provi simpatia per il “padre di dio” (la religione che creò quel dio).
L’antisemitismo moderno da parte dell’islam è dovuto però anche al genocidio palestinese, che qualche idi.ta chiama falso genocidio.
Poi c’è da considerare un fatto che a molti non piacerà, anche nell’antica roma pagana gli ebrei non erano ben visti, perchè gli ebrei sono sempre stati degli scassaballe, andando in giro e vantandosi di essere il popolo eletto e (prima del cristianesimo) AUTO-ghettizzandosi.
Gli ebrei decenti nascono con gli ebrei laici e atei. Sennò sono sempre stati al livello di cristiani e islamici.