Stefano Marullo*
“Sconcerto e dolore”, queste le parole usate dal card. Bagnasco nel commentare le ultime notizie riguardanti il coinvolgimento di membri del clero in fatti di pedofilia. Parole che ricordano molto quelle usate da Benedetto XVI – “vergogna e stupore” – allorché incontrò l’episcopato irlandese dopo reiterate vicende di pedofilia, svelate dal Rapporto Ryan, che sconvolsero quel Paese.
Ormai è uno stillicidio che, per l’alto numero di casi, difficilmente può dare adito ad accuse di complottismo contro Santa Romana Chiesa. Le difese improbabili come “la pedofilia è dappertutto non solo dentro la Chiesa” o il calcolo computisteristico sulle percentuali di preti e vescovi coinvolti rispetto ad altre “categorie”, risultano quantomai risibili e manifestamente in malafede da parte di chi le propugna, anche perché i dati sono ampiamente sottostimati… E’ di ieri la notizia di una nuova circolare, dopo le “Linee Guida” uscite qualche tempo fa, in cui il Vaticano si appella nuovamente ai vescovi di tutto il mondo perché collaborino con le autorità civili in caso di denunce.
Parliamoci chiaro. In tema di opposti estremismi, giudico altrettanto farneticante, chi dichiara che “i chierici sono tutti pedofili”. E tanto per essere oltremodo netti, il pedofilo è una persona mentalmente disturbata affetta da una patologica depravazione sessuale che va curata e messa in condizione di non nuocere; se fosse ateo o zoroastriano non cambierebbe nulla, sarebbe comunque gravissimo se la Lega Mondiale degli Zoroastriani – ove esistesse – o l’UAAR in qualche modo lo coprisse o ne ridimensionasse le aberrazioni.
Di questo si tratta. La ventilata tolleranza zero ostentata da parte di esponenti della gerarchia cattolica ai massimi livelli, appare tardiva e per certi versi – nel migliore dei casi – sottovaluta con colossale ingenuità e mirabile peccato omissivo, il fulcro del problema pedofilia dentro la Chiesa.
Dico nel migliore dei casi, perché le ombre che si addensano sulle responsabilità, non solo oggettive ma “soggettive”, di papi e cardinali sulla questione, sono talmente grandi che si può, in taluni casi, parlare apertamente di complicità e colpevoli silenzi. Rammento solo qualche episodio. La difesa ad oltranza da parte del “beato” Giovanni Paolo II del pluricondannato padre Marcial Maciel, pedofilo conclamato, capo dei Legionari di Cristo. Gli improvvidi “complimenti” – approvati dallo stesso Wojtyla – da parte del cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos a mons. Pierre Pican, vescovo di Bayeux-Liseux, che si era rifiutato di denunciare un prete pedofilo e per questo fu condannato dalla giustizia francese a tre mesi di carcere con la condizionale. Quanto a Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede per 24 anni, nel 2001 attraverso una lettera impose al clero statunitense di attenersi alla Crimen Sollecitationis, documento del 1962, che si appellava al “Secretum pontificium” sulle denunce riguardanti i reati sessuali dentro la Chiesa, pena scomunica. In una celebre puntata di AnnoZero, mons. Fisichella ha cercato di ridimensionare il valore di quella istruzione, osservando che il segreto riguardava solo il “foro interno”. Di fatto, però, le denunce alle autorità civili sono state pressoché nulle, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha avocato a sé tutte le segnalazioni sui crimini sessuali, con il risultato di migliaia di denunce finite nel nulla e qualche decina di “processi interni” effettuati nel più stretto riserbo, con chierici pedofili spostati da una diocesi ad un altra. Un episodio, mai chiarito, riguarda poi la cosiddetta “incriminazione” di Joseph Ratzinger da parte di un avvocato americano, Daniel Shea, legale delle vittime della pedofilia, per manifesto insabbiamento delle inchieste proprio come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Eravamo alla vigilia della travagliatissima agonia di Giovanni Paolo II. Il cardinal Ratzinger attraverso la Nunziatura Apostolica al Segretario di Stato degli Stati Uniti, chiese ed ottenne dal Dipartimento di Giustizia statunitense “l’immunità”, riservata, come papa, ai Capi di Stato. Circostanza davvero singolare, dal momento che la richiesta arrivava mentre papa Wojtyla era ancora vivo! Se l’elezione del successore di Giovanni Paolo II è opera dello Spirito Santo, si è trattato certamente di un caso di preveggenza. Ma questa è un’altra storia.
Negli ultimi anni, con il fioccare delle denunce di pedofilia, la Chiesa ha dapprima reagito nel peggiore dei modi. Negando o addirittura denunciando le vittime degli abusi. Molti ricorderanno l’ex vescovo di Agrigento, mons. Carmelo Ferraro – tristemente noto per la strenua difesa degli abusivi della Valle dei Templi – che con eccesso di zelo chiese alla vittima di un prete pedofilo condannato per abusi su 7 minori, la somma di 200 mila euro a titolo di risarcimento danni per “il nocumento che la denuncia aveva arrecato al prestigio della Chiesa agrigentina”. Quando di fronte alle prove e alle condanne non ha più potuto negare gli abusi, la Chiesa allora ha pensato che risarcendo le vittime si potessero evitare processi e sovraesposizioni mediatiche. Ecco le astronomiche cifre dell’arcidiocesi di Los Angeles che è arrivata a pagare qualcosa come 660 milioni di dollari a 500 vittime di abusi sessuali commessi da preti, religiosi, diaconi e laici dal 1940 alle fine del 2006. Oppure i 50 milioni di dollari pagati dalla Compagnia di Gesù per risarcire 110 esquimesi vittime di abusi tra il 1961 e il 1987 – molti finirono per togliersi la vita. In Irlanda il fondo risarcimenti è arrivato a 1,3 miliardi di dollari. E si potrebbe continuare – e stendiamo un velo sugli “asili” concessi in Vaticano ad alti prelati statunitensi condannati in patria.
Tutte le volte che le alte gerarchie ecclesiastiche sono state messe con le spalle al muro di fronte ai misfatti dei chierici, si sono trincerate dietro al classico “non siamo responsabili”. Eppure nel documento della Congregazione per i Vescovi “Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi Apostolorum Successores” si legge che “la chiamata agli ordini è responsabilità personale del vescovo e del superiore maggiore” i quali “hanno il dovere di accettarne la maturità effettiva”. Se ci sono dei pedofili che sono diventati preti, questa responsabilità è da ascrivere a coloro che avevano il dovere di discernere. E se tanti pedofili si “travestono” da preti, forse perché fino a poco tempo fa, sapevano di ricevere adeguata “copertura”.
Quello che sconcerta nelle parole di Bagnasco e nei provvedimenti adottati “contro” la pedofilia – linee guida e istruzioni – è l’incapacità della Chiesa di fare una severa autocritica ad intra, e di pensare che mettere delle pezze solo quando il danno è compiuto sia sufficiente a guardare avanti.
Nessun ripensamento invece su celibato forzato, criminalizzazione del sesso, omofobia, tutti ottimi ingredienti per sviluppare comportamenti sessuali deviati come la pedofilia.
La battaglia non può essere vinta sul piano meramente giudiziario e del codice penale, anche se la Chiesa Cattolica inaugurasse, come sarebbe auspicabile, un nuovo corso di proficua collaborazione con le autorità civili. C’è una questione più profonda, cui possiamo solo accennare, e riguarda il profilo ecclesiologico, l’istantanea che la Chiesa ha di se stessa, che risente ancora troppo di una concezione medievale di società “perfetta” che può e deve risolvere i suoi problemi senza appellarsi a “corpi estranei”. E’ quello che il teologo Leonardo Boff in “Chiesa. Carisma e potere” – un vero gioiello di ecclesiologia, forse una delle opere più interessanti degli ultimi 30 anni – chiamava il meccanismo del riassorbimento. Per chi conosce il diritto amministrativo italiano, alla Chiesa Cattolica manca un provvedimento come il Decreto Legislativo 231/01 che all’art. 8 sancisce che “l’ente è responsabile anche se la persona che ha commesso il reato non può essere punita o non è stata individuata”. Una responsabilità oggettiva dell’Ente, insomma, che si aggiunge alla responsabilità della persona del cui Ente fa parte.
Le grandi svolte possono partire da gesti più che simbolici, come il riconoscimento della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, che la Santa Sede non ha mai sottoscritto integralmente. O l’introduzione di termini come “diritti umani” o “diritti civili”, espressioni che non ricorrono mai nel Codice di Diritto Canonico (1983) o nel Catechismo (1992). E pensare che poi insegnano che la superbia è uno dei vizi capitali.
* Laureato in Storia, ha compiuto studi di teologia e filosofia. Redattore della rivista “Non Credo”, è socio attivo del Circolo UAAR di Padova.
Bell’articolo, Stefano.
Una ricostruzione dettagliata ed equilibrata della situazione; almeno a me così pare.
Sul dettagliato ed equilibrato in fondo ai commenti faccio presente come ci siano scritte una serie di boiate….
Ah, il link è http://www.uaar.it/news/2011/05/17/chiesa-pedofilia-oltre-sconcerto/#comment-498166
Al di là delle analisi che si possono fare per capire il fenomeno e le sue cause, alla fine quello che conta è essere pragmatici ed affrontare il problema nei suoi termini più concreti.
Si tratta di un reato previsto dal codice penale italiano.
Dovremmo quindi puntare sull’applicazione della legge senza disperdere le nostre energie in altre direzioni.
Ma tutto il punto E’ fare l’analisi per capire il fenomeno e le sue cause!!
A me sembra che don Gallo ne abbia esposte due piuttosto bene, anche se con la dovuta prudenza dato il suo stato, omissione di controllo/indifferenza e sessuofobia, entrambe imputabili alla gerarchi, non al singolo che è ovviamente perseguibile per legge:
– vorrei rivolgermi proprio all’Arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, per dirgli che pur comprendendo i numerosi impegni che lo coinvolgono … credo sia altrettanto doveroso sottolineare la solitudine di noi preti: abbiamo bisogno di essere … ascoltati … costantemente contattati, e solo il nostro Vescovo e al più il suo ausiliare possono svolgere questa importante funzione. Non bastano incontri sporadici …
Ma a volte i pressanti impegni del Cardinale ci danno la sensazione di una diocesi acefala: momenti così, come questo ci fanno richiedere massima attenzione, massima vicinanza.”
Certo che per un cardinale dalle capacità e dall’ambizione di Bagnasco passare da incontri politici di rango a riunioni operative con parroci di paese non verrà percepita esattamente come un avanzamento di carriera. Eppure essere capo di un’organizzazione di persone prevede una certa presenza e responsabilità.
“Ho 83 anni, conosco le formazioni degli ambienti cattolici, soprattutto nei seminari. Conosco l’aria che si respira, aria di tabù. Solo per i testi del sesto comandamento si usa il latino… come se non ci fosse libertà per i figli di Dio, come se la sessualità non fosse un dono di Dio, pur consapevoli della nostra fragilità.
Quel che è successo è una devianza…”
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2011/05/16/AOKq2XU-bagnasco_preti_vicino.shtml
Sandra le rispondo alle domande che m’ha fatto nell’altro thread, ormai chiuso.
Sandra scripsit:
Sì ho letto oggi: davvero gravi le mancanze della Curia di allora! Spero che le voci non fossero arrivate al vescovo dell’epoca, altrimenti sarebbe tutto ancor più grave.
Però l’occasione per deridere con dati falsi (come ho dimostrato e come lei ha ammesso) il prete l’ha presa al volo, chissà perché! Come direbbero tanti iscritti all’UAAR: facile chiedere scusa dopo!…
Decisamente strano! La sua malattia doveva essere individuata e curata (per quanto possibile) molto prima. Nessuno discute su ciò…
Bisognerebbe capire perché non hanno denunciato, non lo sappiamo – ed è questo che cerco di farle capire da 2 giorni, lei ha troppi pochi elementi per giudicare, eppure lo fa con una nonchalance preoccupante. Perché i giornalisti non fanno queste domande a quelle mamme che oggi, sicure, dichiarano apertamente di essersi rese conto del problema? Come le ho scritto nell’altro messaggio lei continua a non contemplare l’ipotesi che Bagnasco potesse non sapere, quando lei stessa riconosce che, per i suoi alti incarichi, Bagnasco è purtroppo spesso assente nella sua diocesi. Il che non è affatto un bene, in quanto è l’arcivescovo di Genova, ma questo è un altro discorso! Ha degli ausiliari anche per questo.
Com’è strano. All’uscita della sentenza di Strasburgo minimizzavate imbarazzati, nonostante tutte le energie profuse per avere il vostro contentino… E ora, nonostante le evidenze, nonostante il chiaro cambio di rotta della Chiesa su questi casi (inutile negarlo, causato soprattutto dal susseguirsi di scandali indicibili), continuate tranquilli a spalare letame contro la Chiesa e il suo clero. 🙂
😀 Mai domanda fu tanto esilarante. No, non sono un prete, e, tranne un’assidua frequentazione della mia parrocchia e una sporadica frequentazione della mia prefettura (composta da alcune parrocchie limitrofe), non frequento altri sacerdoti. Inoltre ho la vaga impressione che lei mi creda molto più âgé di quanto non sia effettivamente, il che rende il tutto ancor più divertente (ma potrei sbagliarmi!).
Mi chiede inoltre di guardare il problema con un certo distacco, quando, come ho appena scritto, voi stessi tendete miseramente a minimizzare non appena avete cocenti delusioni. Direi che il pulpito non è dei migliori!
Sono davvero stupita del fatto che si possa difendere la dirigenza di un ente che chiaramente ha fallito nel compito di controllare il suo personale. Nei paesi anglosassoni esiste il concetto di accountability, molto diverso dal lavarsi le mani nostrano, e si vede il riflesso di questa policy nel nostro corrottissimo paese.
Non so dove veda il cambio di rotta, a parte nelle dichiarazioni, il ministro irlandese ha detto che gli insabbiamenti della Chiesa non saranno più tollerati. Cinque giorni fa.
Mi spiace di aver offeso il prete genovese. Ma sa, pensavo che uno intelligente però non scrive messaggini compromettenti a ragazzini (io con il mio limitato cervellino penso sempre, prima del fatidico send di una mail o messaggio). A meno che non pensasse di avere le spalle coperte….
Io non ho profuso energia, se si riferisce a Strasburgo. Non credo abbia elementi per giudicare me in quel frangente o in altri.
I cristiani (del nord europa) non hanno bisogno di crocifissi, non per questo sono meno onesti dei cattolici italiani. Il vescovo luterano Jepsen si dimise appena lo scandalo la sfiorò, perché, giustamente, non si sentiva più credibile agli occhi dei suoi fedeli. Da noi c’è sempre qualche scusa, era occupato, non poteva sapere, non c’era e se c’era dormiva… Al punto che non sa cosa sia più probabile, se le dimissioni di Berlu o quelle di Bagnasco. Il quale non sapeva, sapeva? E’ nel torto in entrambi i casi. Il capo è sempre tenuto alla responsabilità, per questo è un capo. Perché il prete di sestri non è il primo e nemmeno il secondo, perché la mancanza di controllo dei preti a contatto con i minori era parte del sistema. Nelle questioni dottrinali, la Chiesa invece si è dimostrata capace nei secoli di controlli capillari. Lo stesso Wojtyla, con Ratzinger, hanno mostrato inflessibilità e tolleranza zero verso i preti dissidenti. Molta tolleranza verso i preti pedofili. Una semplice questione di priorità.
Sono davvero stupita del fatto che si possa difendere la dirigenza di un ente che chiaramente ha fallito nel compito di controllare il suo personale.
Magari perchè non è la dirigenza dei tempi in cui questi errori ci sono stati, magari perchè gli sbagli sono perlopiù dipesi dai vescovi che non applicavano le stesse direttive vaticane (vedi in fondo il mio commento).
“perché la mancanza di controllo dei preti a contatto con i minori era parte del sistema”
Insisto: ma il controllo quale sarebbe stato? Telecamere in ogni angolo? Sondaggi fra i genitori se sapevano che il parroco fosse pedofilo? Si dica piuttosto che si è spesso sbagliato nell’affrontarli quando emergevano…
“Lo stesso Wojtyla, con Ratzinger, hanno mostrato inflessibilità e tolleranza zero verso i preti dissidenti. Molta tolleranza verso i preti pedofili.”
Dimostri.
Una corte del Texas aveva chiamato Ratzinger in causa per sua letterina del 2001. Il vaticano ha pensato meglio di prendere tempo, fino alla sua elezione e alla successiva richiesta di immunità. Fosse stato innocente sarebbe andato in Texas alla prima convocazione, quando era ancora cardinale.
Avrà letto che il fmi ha negato l’immunità a DSK. Altro caso di connivenza del potere con un potente, ha fatto caso? Nel giro di quelli che contano sapevano con chi avevano a che fare. Provi a pensare a quanto c’è in comune tra questi casi. L’aiuto, il potere induce all’omertà. A spese di chi potere non ha.
“Una corte del Texas aveva chiamato Ratzinger in causa per sua letterina del 2001. Il vaticano ha pensato meglio di prendere tempo, fino alla sua elezione e alla successiva richiesta di immunità. Fosse stato innocente sarebbe andato in Texas alla prima convocazione, quando era ancora cardinale.”
Non è stato il tribunale a chiamarlo in causa, ma l’avvocato: negli USA nelle cause civili questo tipo di citazione è automatico se richiesta. Andare apposta in Texas a spiegare un documento in latino a chi evidentemente non aveva fatto lo sforzo di leggerlo era sicuramente più impegnativo di ciò.
http://www.cesnur.org/2007/mi_buf.htm
Ratzinger era citato in giudizio, e ha chiesto e ottenuto l’immunità.
“…in the pending lawsuit against defendant Joseph Ratzinger, now Pope Benedict XVI, the sitting head of state of the Holy See, and suggest to the Court the immunity of the Pope.”
Una persona che non ritiene di dover rispondere del proprio operato non è necessariamente colpevole, ma è sicuramente non credibile.
Il papa ha approfittato dell’autorità della sua posizione, ma ha perso in autorevolezza.
Come in tutti coloro che abusano del proprio potere, non è abuituato a rispondere alle domande che riguardano il suo lavoro, vedi schiaffo al giornalista per la domanda su Maciel.
Non per niente l’abuso di potere e di autorità è così profondamente legato alla corruzione.
Sandra,
vogliamo dire cosa sarebbe successo se non lo avessero fatto?
Visto che per simili citazioni bastano i bolli in regola, ne sarebbero piovute a raffica da qualunque processo simile. Chiaramente quello era il modo più efficace per mettere un tappo su una procedura (civile e decisa dagli avvocati, non dai giudici!) simile.
Sandra scripsit:
Perché stupita? È esattamente ciò che fanno i soci UAAR ad ogni disfatta delle loro campagne: minimizzare, sorvolare, aggredire gli oppositori… È umano!
Lei forse no, ma tanti suoi compagni nell’ateismo sì. Inoltre non credo che neppure lei abbia tutti questi elementi per giudicare l’arcivescovo di Genova e il suo operato, eppure continua a farlo. Anzi arriva a dire che, comunque sia, egli ha certamente sbagliato! Tesi un tantino insostenibile e ingiustificata, non le pare? No, purtroppo, incredibilmente (e scusi se mi ripeto), non le pare! 🙁
I cristiani del nord Europa sentono invece il bisogno di tante cose che le stesse Sacre Scritture, da loro prese come unico punto di riferimento (saprà cos’è il Sola Scriptura, immagino), dicono essere sbagliate… Non li prenderei come fulgidi esempi di coerenza.
Non ci resta che aspettare per una conferma una caduta del presidente dell’UAAR, se mai ci sarà ma soprattutto se mai si saprà, vista l’importanza che ha l’UAAR nella società italiana…
http://www.youtube.com/watch?v=la-Urbvg-3I
Ottimo articolo !!
Aggiungo:
Ecco cosa avrebbe detto padre Dominique Pire (dominicano belga) ai prelati del Vaticano e relativi tentacoli, includendo anche certi dominanti politici italiani (ma non solo) :
« AGIRE SENZA SAPERE E’ PERICOLOSO ; MA SAPERE SENZA AGIRE E’ CRIMINALE » !
alessandro pendesini scripsit:
“Dominicano belga”? Un po’ come dire “nigeriano francese” o “vietnamita danese”?
Ho notato che molti iscritti UAAR pretendono estrema precisione dai cattolici che osano scrivere qui. Vi esorto, pertanto, ad essere altrettanto precisi, quando sconfinate in argomenti che conoscete davvero poco.
Padre Dominique Pire era un frate domenicano!
giusto per essere precisi: scrivere qui non implica iscrizione all’UAAR.
E adesso mi scusi ma vado a prendere a calci un albero per torgliermi di dosso una certa irritazione che mi assale in certe situazioni.
firestarter scripsit:
Mi scusi, è ateo o agnostico, scrive nel sito dell’UAAR… Cosa la blocca dall’iscrizione? Il costo o non condivide determinate impostazioni?
Non fa che confermare l’immagine che date quotidianamente qui: irosi e disperati all’inverosimile! 🙁
Non ho detto di non essere iscritto: le ho fatto presente, visto che lei è un precisino ino ino, che la sua logica era fallace in quanto identificava gli scriventi qui che pretendono precisione con gli iscritti UAAR, mentre è possibile scrivere ed essere iscritto, scrivere e non essere iscritto, scrivere e poi prendere a calci gli alberi per non calciare i precisini irritanti a sproposito etc
iroso si, disperato le piacerebbe. Purtroppo per lei i disperati sono i venditori di nulla coperti d’oro che vedono crollare il loro mondo ipocrita bigotto. Non capisco inoltre che cosa ci faccia un precisino pulito e profumato come lei in una bolgia di irosi e disperati.
Non so perché, ma nel leggere di iroso e disperato mi è saltata alla mente la faccia di La Russa… o ce ne sono di buoni e cattivi?
Beh, i miei cavilli perlomeno vertono su errori veri. Lei mi sta invece facendo notare una cosa che era autoevidente, dal momento che è davvero poco pensabile che un cattolico come me fosse iscritto all’UAAR… 😉
Guardi, meglio prendere a calci un albero che insultare un altro uomo. Perciò continui pure: qualche suo interlocutore credente beneficierà di questo suo tentativo di autodistruzione!
No, no, è proprio una certezza! Disperato, ossia senza speranza! Speravo avesse compreso.
Sta parlando di qualche ateo benestante e orafo?
<blockquoteNon capisco inoltre che cosa ci faccia un precisino pulito e profumato come lei in una bolgia di irosi e disperati.
Mi diverto a stuzzicare quelli meno disposti al dialogo, come lei, per vederli poi prendere a calci un albero, senza rendersi conto che la loro vita potrebbe migliorare subito, ponendosi in modo diverso con chi non la pensa come loro. E mi diverto a parlare con quelli disposti a una qualche forma di dialogo (seppure mantenendo tono accesi, come il mio del resto), come Sandra ad esempio.
PRIEST OFF !!
Ottimo sguardo d’insieme dove sono toccati tutti i punti nodali della questione in modo veramente organico.
Una cosa particolarmnte irritante è il modo con cui i tg, tutti indistintamente, danno notizia (quando la danno) degli episodi di pedofilia da parte di preti. L’accento non è messo tanto sull’accaduto ma sulla reazione della gerarchia (“sconcerto e dolore”, “vergogna a stupore”, appunto), come se si trattasse di in fatto eccezionale e non invece del minimo (a volte nemmeno dell minimo) che ci si dovrebbe aspettare.
Naturalmente si parla degli episodi recenti perchè, per quanto riguarda il passato, fino a quando la cosa non potè più essere tenuta nascosta non ci fu nè sconcerto, nè vergogna, nè stupore ecc….
«Naturalmente si parla degli episodi recenti perchè, per quanto riguarda il passato, fino a quando la cosa non potè più essere tenuta nascosta non ci fu nè sconcerto, nè vergogna, nè stupore.»
Com’è vero. Come se queste cose non le sapessero, non le avessero mai sapute. Adesso sembrano essere loro in prima fila nella lotta contro la pedofilia.
In commenti ad altre notizie su tale argomenti i ferventi cattolici ribattono:
– La chiesa ha dichiarato guerra alla pedofilia dei preti; ci sono state centinaia di esternazioni dalle alte gerarchie. Cosa volete di più?
Dico la mia lista:
1 Valutazione seria da parte della chiesa se la loro morale sessuale applicata al clero possa avere una relazione con i comportamenti devianti dello stesso.
2 Comunicazione aperta e onesta a credenti e non sulle conclusioni di tale valutazione e sulle intenzioni di adottare o meno azioni correttive.
3 Elenco di tutti i casi degli ultimi xx anni in cui la ccar è venuta a conoscenza di casi di devianza e dettaglio sulle loro azioni al riguardo.
4 Sulla base dell’elenco di cui sopra azione ufficiale con la giustizia civile per azioni legali nei confronti dei responsabili tuttora in vita e per relativi indennizzi nei confronti delle vittime.
Ritengo che siano i requisiti minimi per riacquisire credibilità da parte di chi – credente o no -voglia e possa esercitare un giudizio sull’organizzazione.
Se poi la ccar preferisca continuare avvalersi dell’adesione acritica di chi non pensa e non vuole giudicare, non ha che da proseguire nel cammino intrapreso.
mario
Tutto questo senza alcun dubbio; ma é impensabile che la chiesa cattolica quale é quella attuale, con certi figuri al vertice, possa cambiare rotta e intraprendere determinate azioni. Per un drastico cambiamento ci vorrebbe una drastica pulizia. La chiesa così come la conosciamo dovrebbe scomparire e il suo posto essere preso da quelle realtà religiose ben più democratiche come ad esempio le comunità cristiane di base (qui a Livorno ce n’é una, retta da un prete sposato, sempre su posizioni “eretiche” rispetto al vaticano).
Molto prima che emergesse il fenomeno della pedofilia all’interno del clero mi sono sempre chiesto come mai la maggioranza dei genitori italiani considerassero sensato e sopratutto sicuro affidare bambini dai tre anni all’età puberale all’educazione impartita da suore e preti, cioè categorie che – a parte aberrazioni pedofile – non si possono certamente definire “normali” dal punto di vista della visione ed esperienza del sesso.
Forse il ragionamento inconscio è di questo tipo:
– Lì di sesso non si parla; se capita di accennarne per qualsivoglia motivo se ne parla come di cosa negativa e da evitare.
– Se questa è l’impostazione della ccar, tanto meno è il caso che ai miei figli vada a parlare di sesso io.
Risultato: il bambino o l’adolescente acquisisce conoscenza delle problematiche sessuali da parte di chi ne sa quanto o meno di lui, il tutto con la consapevolezza di fare qualcosa che non dovrebbe.
mario
1-2, cosa intendi? Quale dovrebbero essere gli spunti per pensare una cosa del genere?
3,4: Praticamente stai ipotizzando che al momento invece simili informazioni siano tenute nascoste (devianze? Intendi pedofilia?) a livello gerarchico. Prove?
3,4:
Lettera del Cardinale Castrillón riguardo il caso Pican… approvata da beato GP2.
I congratulate you on not denouncing a priest to the civil authorities. You have acted wisely, and I am delighted to have a fellow member of the episcopate who, in the eyes of history and of other bishops, would prefer to go to prison rather than denounce his priest-son For the relationship between priests and their bishop is not professional but a sacramental relationship which forges very special bonds of spiritual paternity.
Caso che appunto è stato abbondantemente scoppiato.
Che poi è un po’ più complesso di così, il colpevole stesso si era confidato al vescovo in virtù della loro relazione particolare sul piano “professionale”, e la tesi vaticana era appunto che questo dovesse inquadrarsi proprio come segreto professionale analogo a quello per esempio valido per uno psichiatra.
Ci si riferisce appunto alla pretesa vaticana di un “diritto” dei sacerdoti a confidarsi con i vescovi senza che questi siano obbligati a denunciare, non ad una generica protezione dei colpevoli. Come la citi tu sembra sia semplicemente “sei stato bravo a nascondere un pedofilo”.
B’Rat… lascia perdere le arrampicate… sulle motivazioni di tale segretezza possiamo anche sorvolare.
Ma in qualunque modo vuoi giustificarla, conferma o no che le informazioni che riceviamo all’esterno sono attenuate e che questo è un comportamento abituale della gerarchia?
“B’Rat… lascia perdere le arrampicate… sulle motivazioni di tale segretezza possiamo anche sorvolare.”
Ci prepariamo ad infornare gli psichiatri adesso dopo i sacerdoti e i vescovi?
Secondo me, il discorso della confidenza coperta da segretezza ha abbastanza senso, anche se per come è stato messo rischia di essere ambiguo.
continui a non rispondere… ripeto la domanda:
Se anche fossi d’accordo con te sulla segretezza dei rapporti sacramentali, è vero o no che le informazioni che riceviamo all’esterno sono attenuate e che questo è un comportamento abituale della gerarchia (tanto più che ora lo stai definendo come necessario per la “professione”)?
“Se anche fossi d’accordo con te sulla segretezza dei rapporti sacramentali, è vero o no che le informazioni che riceviamo all’esterno sono attenuate e che questo è un comportamento abituale della gerarchia (tanto più che ora lo stai definendo come necessario per la “professione”)?”
Grazie al cavolo, si. Ma non vuol dire nulla, soprattutto se ammetti che è per professione (ci mettiamo ad inforcare gli psicologi che non ci danno tutte le informazioni che hanno sui loro pazienti?).
Il punto è capire quando non vengono passate per motivi legittimi o meno. Il punto era: le diocesi stanno trattenendo informazioni che non possono essere legittimamente nascoste? Se si dice di si, si ipotizza un comportamento criminale, e servirebbero prove.
Nah, niente forca… non era questo lo scopo.
Ma per lo stesso equilibrio capirai anche tu che l’eccedere nel voler sempre spostare il piatto della bilancia sul “fulmine a ciel sereno, nessuno ne sapeva nulla, la pedofilia non esiste” tende a innervosire chi cerca di fare una valutazione onesta del fenomeno.
E appunto, se ho la certezza che una sorgente mi fornisce un segnale attenuato, mi sembra più che doveroso, nel tentativo di ricostruire la verità di partenza, equalizzare le informazioni che ricevo e amplificarne il contenuto.
Tutti i preti sono pedofili? No.
E’ un fulmine a ciel sereno? No.
L’omelia di Bagnasco è una presa in giro? Si.
etc…
Sconcerto è il sentimento più blando suscitato nei giorni scorsi (12 maggio) dalla Chiesa cattolica irlandese, di cui è emerso che ha omesso di segnalare ben 219 casi di abuso su un totale di 272.
Dei preti segnalati per abuso sessuale su minore, 12 risultano a oggi ancora “in servizio”.
http://www.independent.ie/national-news/fury-as-church-withholds-abuse-complaints-from-own-watchdog-2644481.html
Il ministro per l’infanzia e la gioventù Fitzgerald ha dichiarato: “Tutto ciò che non sarà piena cooperazione con l’associazione, il cui scopo è indagare la conformità della chiesa con le procedure per la protezione dei bambini, non può essere tollerata.”
http://www.irishtimes.com/newspaper/ireland/2011/0512/1224296752716.html
Mi scuso ma non riesco a capire lo stupore: un pedofilo ha due opportunita’ di lavoro, inserviente presso una casa di cura per anziani e bidello in una scuola elementare. Cosa e’ verosimile attendersi che questo scelga? Pertanto ritorno alle scuse iniziali ma dalla faccenda rimango tutto tranne che stupito.
Mauro
Scusa @Stefano, so che infastidisco. Ma il prete della diocesi di genova che genera “sconcerto e dolore” a Bagnasco, è accusato di aver avuto rapporto omosessuali con un ragazzo di 16 anni. Non è reato di pedofilia. Non è reato di nulla. Semmai il problema è la corruzione di minore con cocaina. Questo lo avete anche riportato nel blog dell’uaar qualche giorno fa.
http://www.uaar.it/news/2011/05/15/abusi-sessual-genova-foggia-oristano-amnesty-momento-nero-per-la-chiesa/
Se poi vuoi vedere pedofilia ovunque la trovi di certo.
http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/402586/
magari non ce n’è solo uno…
Appunto, materiale ne ha a disposizione. Non deve inventarsi casi che non esistono
@Stefano.
Poi scusa ancora; se riporti un virgolettato sarebbe opportuno sempre citare la fonte. Non so a quale dichiarazione di Bagnasco ti riferisci. Dall’articolo dell’uaar che cito sopra e da questo altro si dice che bagnasco prova “vergogna e sgomento”…okkei non cambia molto, ma se cominciamo appunto a far dire alle persone quanto non hanno detto, possiamo invertarci le notizie che vogliamo; o almeno non usiamo il virgolettato
”Sgomento, vergogna e totale disapprovazione se le accuse dovessero dimostrarsi vere”. Sono alcune delle parole che Bagnasco ha pronunciato durante l’omelia. ”Non è soltanto questa comunità a essere ferita ma tutta la chiesa di Genova – ha aggiunto – ribadisco la mia fiducia nella magistratura”. ”Questa santa messa – ha proseguito – è per voi e per le vostre famiglie e per chi è stato eventualmente colpito, affinché la ferita dello scandalo sia sanata”.
http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-7d1381c3-d11a-4625-a220-577d98cccb5d.html?refresh_ce
Dichiarazioni di intento della ccar e suoi vertici relative alla lotta contro la pedofilia ce ne sono tante, alcune datate 10 o più anni fa senza che vi sia stato alcun reale cambiamento di atteggiamento nei riguardi del problema: fino a pochissimo fa il comportamento reale si basava su:
– nascondiamo tutto
– neghiamo minimizziamo l’evidenza
– controlliamo il fenomeno esclusivamente al nostro interno preoccupandoci solo delle ripercussioni sulla ccar, non sulle vittime (che poi – alla fine – se la sono magari anche cercata).
Il termine “chiacchiericcio” usato non so se da Ratzinger o da qualche eminente cardinale per liquidare il problema risale a non molti mesi fa e costituisce – secondo me – una vergogna raccapricciante per chi l’ha usato.
Probabilmente ora la ccar si è resa conto che il sistema usato finora è controproducente: abbia il coraggio, al di là delle parole, collaborare con la giustizia che finora ha solo cercato di evitare ed ostacolare e forse riacquisterà una certa credibilità (Vedi il mio commento delle 12.19).
Può darsi che il prezzo sia alto (per esempio rinunciare a fare subito santo un papa che ha scelto di previlegiare la lotta al comunismo rispetto a quella contro il clero pedofilo – prendere una posizione chiara nei riguardi di un pedofilo e/o puttaniere non appartenente al clero ma estremamente gradito alla ccar per i soldi ed i favori che le concede – sconfessare e ridimensionare cardinali “contestualizzatori).
Insomma: più don Milani e meno Fisichella.
mario
Chissà mai perchè lo hanno arrestato, nevvero ?
E allora andiamo a vedere e ad informare, del perchè anche questo prete pedofilo è finito nella gabbia che gli compete ,,,
Dall’Ansa :
Il PRETE PEDOFILO arrestato venerdi’ scorso ,,, “si muoveva in un sottobosco. Un sottobosco dove cercava vittime da adescare.
Li voleva giovani i ragazzini ai quali rivolgere le avances sessuali: quattordici, al massimo 15 anni. Perche’ ”sedicenni sono gia’ troppo vecchi”, diceva al telefono. Meglio se avevano problemi di famiglia, qualche disagio. E ancor meglio se erano assuntori di droga.
Le accuse nei suoi confronti sono di tentato abuso sessuale e cessione di stupefacenti.”
—————————————
Sembra dunque che tentare di STUPRARE UN MINORENNE sia reato anche per i preti !
Ricordo “en passant” che in USA, dove certezza della pena e diritto vanno a saldo braccetto, solo due giorni fa è stato arrestato un potente banchiere per tentato stupro di una maggiorenne, ed ora rischia 70 ( dicansi settanta ) anni di galera .
Civus
perche mai lo anno arrestato? lo dice l’articolo:
l’accusa non è di tentato stupro, ma di violenza effettiva. e il reato è tale anche se viene compiuto ai danni di un novantenne. Ma non è pedofilia. Dalle fonti che ti cito si dice che l’accusa è di violenza su sedicenne. Non è accusato di aver detto qualcosa al telefono…ci mancherebbe.
poi se ti fa stare bene inventarti le notizie sono contento anche io per te.
…ops..errata: “..hanno arrestato..”
se si è fatto dei 14 enni o anche meno, il reato di pedofilia c’è eccome, essendo il prete classificabile come figura di riferimento o comunque influente.
@kawaru
“e si è fatto dei 14 enni o anche meno, il reato di pedofilia c’è eccome, essendo il prete classificabile come figura di riferimento o comunque influente.”
Non conosco le tue fonti, io mi riferisco a quelle citate, compresa quella riportata da uaar, che parla di relazione omosessuale con un sedicenne. non ho capito e non so se è stata violenza, se è stato tentata violenza come dice @civus, se è stato rapporto consesuale ma con corruzione: ma la questione è che si parla di un sedicenne.
se invece è stato con minori di 14 anni, hai ragione. Ma le fonti a mia disposizione parlano solo di relazione con un sedicenne. Se mi linki le tue abbiamo una notizia in più.
Potete guardare sul sito:
http://www.cismai.org/
e scaricare il file “L’abuso sessuale nei bambini prepuberi”. A pag 82 c’è un’interessante tabella che riassume la situazione legislativa italiana, fino ai 18 anni di età.
Scriveva il barone d’Holbach nel 18esimo sec. nel suo dizionario portatile della Religione:
ABUSI:
<>
talora si insinuano nella Chiesa nonostante le vigili cure della Divinità; comunque li si riforma, quando suscitano troppe proteste. Del resto è solo la gente senza fede a notare tali abusi; quelli che hanno fede a sufficienza non li notano mai
Perciò mi ripeto ,,, STATE ATTENTI genitori cattolici !
Non affidate i vostri figlioli a questa Nera genìa.
Non lasciategli frequentare gli oratori, loro luoghi preferiti di adescamento, le chiese, le sacrestie cattoliche ,,, Ci sono luoghi pubblici molto più sani e utili per il loro sviluppo come cittadini del mondo, ma soprattutto, luoghi preventivamente disinfettati e bonificati dai domini-cani .
Occhio, poi non dite che non siete stati avvertiti .
Alcuni punti meriterebbero approfondimento
1) Nessuna norma o disposizione ecclesiastica impone l’obbligo di denunciare i preti criminali. Ci si limita a dire che bisogna “collaborare” o “seguire” le autorità o leggi ivili. Dovere che significa semplicemente non opporsi alla legge. Comportamento doveroso per tutti.
2) Al di là delle norme, che sono solo parole scritte su carta (o su una tastiera) i fatti ci dicono che le prassi applicative restano le stesse da secoli: soffocare lo scandalo, proteggere il prete criminale, sottrarlo alla giustizia, diffamare le vittime che denunciano.
3) La legge penale e civile in Italia protegge il pedofilo (prete e non prete) criminale: la prescrizione è 10 anni, tempo troppo breve perché il minore abbia la capacità di elaborare la violenza e denucniare il criminale. Idem per la prescrizione civile. L’Italia si rifuta di Lanzarote, che suggerisce di raddoppiare i termini prescrizionali.
4) La causa della pedofilia ecclesiastica (la repressione affettiva e sessuale del clero) non viene affrontata e quindi sarà impossibile eliminare i preti pedofili, che continueranno ad essere allevati nei seminari e a mietere vittime.
Correggo refuso:
“L’Italia si rifiuta di ratificare la Convenzione di Lanzarote, che suggerisce di raddoppiare i termini prescrizionali.”
Ottimo articolo.
E’ tempo di affrontare le cause che provocano tanti casi di pederastia e sadismo tra i prelati cattolici. Così si potrebbero prevenire anche tutte quelle vite spezzzate, che altro non sono, quelle cioé degli ecclesiastici psicopatici, a loro volta vittime, spesso fin dall’infanzia, di una struttura sadica e disumana.
Sarebbe assurdo pensare che la prima vittima (dico bene la prima) di un pedofile è il pedofile lui stesso ?
in che senso?
Puo’ un pedofile, se lo desidera, NON essere pedofile ?
In altre parole la pedofilia è una scelta personale ?
l’essere pedofilo non impedisce di intendere e di volere pur essendo un disturbo psichico.
quindi un pedofilo esclusivo (ci sono quelli esclusivi e quelli diciamo “occasionali”) non può decidere di non essere pedofilo ma può decidere o meno di mettere in pratica le sue fantasie (per essere classificato come pedofilo, secondo il dsm bastano le fantasie, non è necessario passare alle vie di fatto).
purtroppo non esiste una terapia efficace.
(la prevenzione però sarebbe già un ottimo punto, dato che poco meno della metà dei pedofili esclusivi a loro volta sono stati vittime da bambini)
@ alessandro pendesini
la pedofilia (intesa come attrazione sessuale per i bambini) non è una scelta personale, però è una scelta personale avere o non avere rapporti sessuali con i bambini, ci sono pedofili che non lo fanno perchè hanno una coscienza
E di chi vuoi che sia ?
Qui siamo tutti Uomini e Donne liberi e abbiamo l’abitudine di assumere solo la nostra Coscienza come unica resposabile delle nostre scelte .
Se credi sia una scelta discesa da altrove, dall’alto, magari dallo spirito santo ,,, hai sbagliato sito.
E se invece vuoi ( come non penso ,,, ma rimango in guardia nel leggere tali cattocastronerie ) mistificare e confondere dicendo che il prete non ha colpe per presunti insorgenti fattori genetici ,,, ti faccio inseguire dai miei moccoli finchè non torni a rifugiarti in sacrestia .
Non so se sia con rispetto, ma questo articolo è una boiata (pazzesca).
Si, nella Chiesa il problema pedofilia (e pederastria) c’è, è grosso, è stato gestito male ecc. , ma se queste sono argomentazioni…
“[…]o il calcolo computisteristico sulle percentuali di preti e vescovi coinvolti rispetto ad altre “categorie”, risultano quantomai risibili e manifestamente in malafede da parte di chi le propugna, anche perché i dati sono ampiamente sottostimati”
Fonte? Chi dice che sono “ampiamente sottostimati”? Non è che c’è anche il rischio del contrario, trattandosi perlopiù di accuse e non processi compiuti?
“Quanto a Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede per 24 anni, nel 2001 attraverso una lettera impose al clero statunitense di attenersi alla Crimen Sollecitationis, documento del 1962, che si appellava al “Secretum pontificium” sulle denunce riguardanti i reati sessuali dentro la Chiesa, pena scomunica.”
Santissimo Iddio, BASTA BASTA BASTA!
Chi ne vuole scrivere si prenda la briga di leggerli quei sacrosanti documenti. Sennò come qua dà l’idea di non saperne nulla. Il saggio che discetta dei problemi “veri” della questione della questione sapendone a malapena.
A parte l’assurdità del De Delictis Gravioribus inviato al clero statunitense (chè, era un problema solo loro?), figuriamoci poi il fatto di attenersi al Crimen (che citava la pedofilia in una frase: era sull’abuso del sacramento della confessione), quando invece introduceva nuove procedure. E mamma mia, non si capirà mai, il segreto è solo sulle informazioni apprese negli atti del processo canonico, una sorta di segreto istruttorio, la sentenza è pubblica ed esso non proibisce certo di denunciare all’autorità civile. Curioso notare come poi nel Crimen la scomunica latae sententiae sia prevista per coloro che non denunciano alla Diocesi i casi (di abuso della Confessione) di cui sono a conoscenza entro un mese)…
Un episodio, mai chiarito, riguarda poi la cosiddetta “incriminazione” di Joseph Ratzinger da parte di un avvocato americano, Daniel Shea, legale delle vittime della pedofilia, per manifesto insabbiamento delle inchieste proprio come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Mai chiarito? Manifesto insabbiamento? Ma stiamo scherzando? Ma chi scrive ha letto proprio ciò che diceva Shea? Lo ha denunciato semplicemente in virtù della sua (delirante) opinione sul De Delictis Gravioribus! E notiamo come prima del 2001 la Doctrina Fidei non si occupasse di un bel nulla!
E da dove ha preso la trovata che l’immunità sarebbe stata chiesta prima dell’elezione a pontefice? Io non lo ho mai trovato menzionato da nessuna parte?
Quando di fronte alle prove e alle condanne non ha più potuto negare gli abusi, la Chiesa allora ha pensato che risarcendo le vittime si potessero evitare processi e sovraesposizioni mediatiche.
Si, perchè i risarcimenti li decide la Chiesa che non vede l’ora di spillar soldi, mica le autorità… E soprattutto grande strategia per non farsi notare dare milioni su milioni di dollari alle vittime in miriadi di cause legali con lo scandalo già scoppiato da un pezzo. Dei veri strateghi.
Quello che sconcerta nelle parole di Bagnasco e nei provvedimenti adottati “contro” la pedofilia – linee guida e istruzioni – è l’incapacità della Chiesa di fare una severa autocritica ad intra, e di pensare che mettere delle pezze solo quando il danno è compiuto sia sufficiente a guardare avanti.
A parte quisquillie come le volte su volte che Joseph Ratzinger, soprattutto da pontefice, ha espresso il suo dolore per la “sporcizia dentro la Chiesa”, ha parlato di “procedure inadeguate per determinare l’idoneità dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa; insufficiente formazione umana, morale, intellettuale e spirituale nei seminari e nei noviziati; una tendenza nella società a favorire il clero e altre figure in autorità e una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali,”, ha detto che “oggi le più grandi persecuzioni alla Chiesa non vengono da fuori, ma dai peccati dentro la Chiesa stessa” e così via…
“Nessun ripensamento invece su celibato forzato, criminalizzazione del sesso, omofobia, tutti ottimi ingredienti per sviluppare comportamenti sessuali deviati come la pedofilia.”
Si, che siano questi gli ingredienti lo decide il nostro esperto di storia, filosofia e teologia.
Stiamo bene attenti a non farci distrarre da questioni come il fatto che al momento tutti i (pochi) studi di cui si ha conoscenza mostrano la tendenza verso pedofilia come indipendente dal celibato, mi raccomando.
“O l’introduzione di termini come “diritti umani” o “diritti civili”, espressioni che non ricorrono mai nel Codice di Diritto Canonico (1983) o nel Catechismo (1992).”
Già, visto che ci siamo perché nella terminologia religiosa non si introduce anche il concetto di reato, la necessità che gli stati abbiano una Costituzione, una preferenza verso il modello presidenziale alla tedesca e similia?
Che poi scusate, ma più ci penso più è da patte, ma quale sarebbe il senso di imporre nel 2001 un documento del 1962? E nel frattempo?
Legga la relazione del giudice Westpfahl per la Baviera. E’ commissionato dal cardinale Marx di Monaco e dice chiaramente che dai documenti della chiesa, che ovviamente non vengono resi pubblici, si intuiscono parecchi altri casi che, però, sono difficili da ricostruire, anche perchè parecchi documenti sono spariti.
Su Quello che sconcerta nelle parole di Bagnasco e nei provvedimenti adottati “contro” la pedofilia – linee guida e istruzioni – è l’incapacità della Chiesa di fare una severa autocritica ad intra, e di pensare che mettere delle pezze solo quando il danno è compiuto sia sufficiente a guardare avanti.
poi faccio presente anche che il De Delictis, il principale mezzo per affrontare il fenomeno, è del 2001, precedente cioè all’emergere dello scandalo (2002 negli USA).
Per il resto, non si capisce cosa vorrebbe dire fare autocritica e guardare avanti se non dire quel che ha detto il Papa e organizzarsi per affrontare questioni simili in futuro.
A me personalemente di come il clero affronta il problema al suo interno ,,, è STORICAMENTE nota l’endemia della patologia pedofila all’interno delle loro schiere e l’abitudine all’insabbiamento sotto le sottane pretesche ,,, ma non me ne frega niente .
Dei loro documenti di indirizzo e comportamento al riguardo, mi ci pulisco il .
A me interessa solo come lo affronta il Diritto, che prevede una pena certa e per il quale siamo tutti uguali e tutti destinati a pagare per un reato compiuto .
Che dunque li si acchiappino tutti questi sozzoni e li si rinchiuda al gabbio, senza cincischiare troppo.
Per individuarli preventivamente semmai occorrerebbe tra noi persone civili un indicazione del tipo ,,, se trovi un tizio buffo che se ne va in giro libero in tonaca e collarino, ecco un sospetto “attenzionabile”, nel gergo poliziesco .
@ B’Rat
Già, per il futuro. Hai detto bene.
Perchè dopo aver impiegato il tuo tempo nel tuo intervento “chiarificatore” una sola cosa continua ad essere chiara: nonostante l’esegesi e la cronologia dei documenti – nel passato niente (di efficace) è stato fatto.
Fin quando è stato possibile non farlo.
PS “esso non proibisce certo di denunciare” è una scusa meschina se denunce non se ne fanno.
“Perchè dopo aver impiegato il tuo tempo nel tuo intervento “chiarificatore” una sola cosa continua ad essere chiara: nonostante l’esegesi e la cronologia dei documenti – nel passato niente (di efficace) è stato fatto.”
Ora, andiamoci piano con le affermazioni. Molto è stato fatto male o non è stato fatto. Studiare i documenti mostra come in buona parte ciò sia avvenuto proprio perchè i vescovi hanno disatteso gli stessi documenti vaticani. In generale, il fallimento è stato dovuto al troppo potere che i vescovi avevano in questo caso: così se il vescovo era attento le cose andavano come dovevano, se il vescovo, come è successo troppo spesso, rientrava nello spettro fra l’ingenuo (terapia psichiatrica e ritornano alla vita, che secondo un assistente sociale citato su Wikipedia, non ho altre fonti, era il comportamento tipico anche delle istituzioni civili) e il mascalzone, la vicenda diventava ancora più dolorosa. Ma che non sia stato fatto nulla è una panzana bella e buona; vorrei ricordare che nei casi in cui si è cercato di “incastrare” il Papa (operazione evidentemente non riuscita, sennà Repubblica, L’Unità e il Manifesto non si farebbero certo scrupoli di sbandierarne continuamente la colpa) i pedofili erano stati almeno indagati dalle autorità civili, quando non condannati.
PS “esso non proibisce certo di denunciare” è una scusa meschina se denunce non se ne fanno.
Vuol dire che dipende da altro quando questo non è successo. Volete capire cosa è successo e accusare la Chiesa degli errori che ha effettivamente commesso o qualunque mezza motivazione buttata lì (“I documenti vaticani puzzano!”) vi basta?
Sull’autonomia (che poi se violano le procedure non è che uno possa dar la colpa alle procedure…) dei vescovi per esempio io ero rimasto stupito nei primi tempi di trovare su Bishop Accountability accanto alla lista dei peggiori vescovi nell’affrontare i casi di pedofilia quella dei migliori.
Per esempio potrebbe far dimettere i vescovi che erano responsabili e non hanno vigilato. In Germania ed Austria non se ne è dimesso uno nonostante migliaia di denunce ed ammissioni. Io sto ancora aspettando che succeda, ed invece vedo tanto una voglia di restaurazione adesso che non è più sotto pressione. In Germania non hanno ancora risarcito le vittime nonostante siano mesi che ne parlano. I rapporti promessi dalla chiesa ritardano da mesi, ma già quello della giudice Westpfahl, commissionato dal cardinale Marx per la Baviera, è più che eloquente. Inoltre tutti questi rapporti sono gestiti dalla chiesa e non pubblicano i documenti visionati, ma li riassumono. In diversi ormai chiedono di rendere accessibili gli archivi della chiesa, questo potrebbe essere un gesto per dimostrare che vuole chiudere con il passato.
RobertoV,
tutto molto giusto, e questo probabilmente è la principale colpa delle gerarchie. Sennonchè in Irlanda per esempio ci sono stati vescovi fatti dimettere e in Germania ed Austria c’è un problema di base per una simile strategia: che si parla perlopiù di casi dei primi anni ’80 o precedenti (anche di 20 anni). Ovvero quei vescovi presumibilmente non sono già più tali.
Ribadisco quello che ho sempre detto chiedere alla chiesa di contrastare la pedofilia e’ come chiedere alla mafia di contrastare le attivita’ criminali che si svolgono al suo interno.
E la scienza (neuropsicologia cognitiva), e non la religione che mi ha insegnato a distinguere e valutare separatamente le caratteristiche cognitive, razionali del nostro cervello « neocorticale », da quelle che dipendono dal cervello « limbico » coi relativi meccanismi neuronali legati al Q.E. (quoziente emozionale) difficilmente controllabili dalla nostra volontà! Purtroppo credo che per essere capaci di auto-controllo (self control) non basti « volere » ; la volontà regna ma non governa, (anche se miliardi di persone sono convinte del contrario) Ma per riuscire in qualsiasi campo è imperativo « potere » volere !
Noi possiamo volere cio’ che è possibile ottenere, ma raramente « potere » ottenere cio’ che desideriamo specialmente quando trattasi di evidenti squilibri mentali (nevrosi o psicosi etc…)!
Se accettiamo questo discorso conforme alla neuroscienza attuale (non è di mia invenzione) tutto diventa più facile ; in sostanza non cambia niente, ma le tensioni antagoniste e particolarmente l’odio verso chi non la pensa come noi non avrebbero più nessun significato. Cercheremmo di risolvere i nostri problemi senza agressività, spontaneamente, naturalmente, in un modo che sarei tentato di definire realmente «umano»….
Un utopia ? Forse ! ma tentar non nuoce…..
Per ulteriori chiarimenti in merito suggerisco di leggere i miei articoli (in francese) :”Libre arbitre” – e “Personnalité” nella rubrica Discussions -Wikipédia
Premesso che condivido indubbiamente sia il percorso che la logica esposti in questo pezzo, mi preme aggiungere un paio di precisazioni:
– “eschimesi” o “esquimesi” viene usato diffusamente per indicare 2 gruppi etnici, Inuit e Yupik, ma è un termine che loro stessi ritengono offensivo; se mai nessuno lo fa presente, continueremo ad offenderli, ma il peggio, è che lo faremo inconsapevolmente
– riguardo la “Compagnia di Gesù” a me risulta che gli Inuit coinvolti erano 450 e 166 i milioni di dollari concordati per il risarcimento, solo che in seguito alla sentenza, l’allegra “compagnia” ha dichiarato fallimento, avendo tempestivamente provveduto a scorporare tutte le proprietà, quindi non scucirà un bel nulla (i nativi si ritengono soddisfatti comunque perchè hanno ricevuto scuse scritte)
Un sentito grazie a Stefano Marullo per aver menzionato tra gli altri, anche questo fatto, qui in Italia a mio parere è alquanto impossibile riconoscerne le reali proporzioni e non se ne discute mai abbastanza.
ps. posso fornire diverse fonti per approfondimenti
@Maurizio
Tempo fa lessi di quanto accaduto ai nativi canadesi, la storia delle “residential schools” ma ho notato che è pressoché sconosciuta… esgerazione o altro enorme insabbiamento? Hai per caso info in merito?
L’articolo è una ciofeca: sopra ho elencato una serie di grossolani errori che mostrano una scarsissima conoscenza della materia.
http://www.uaar.it/news/2011/05/17/chiesa-pedofilia-oltre-sconcerto/#comment-498166
Un ministro irlandese solo qualche giorno fa ha dichiarato che l’atteggiamento della chiesa nei confronti degli abusi non saranno più tollerati.
La Chiesa deve smetterla di abusare del proprio potere per abusare dei bambini!
Purtroppo non si tratta di esagerazioni, i fatti sulle scuole residenziali (o anche Boarding schools) superano ogni immaginazione. Parliamo di un genocidio silenzioso che ad oggi non è ancora terminato; l’ultimo istituto di questo genere è stato chiuso nel 1996. Ho conosciuto personalmente alcuni dei “sopravvissuti” delle scuole residenziali, (loro stessi si definiscono così e già questo è agghiacciante) e penso che il termine “Olocausto Americano” adottato da molti, non sia per niente esagerato, anzi forse gli stessi nazisti ne rimarrebbero disgustati.
Il motto “Kill the Indian, Save the Man” è di Richard H. Pratt, fondatore della prima boarding school, la “Carlisle Indian Industrial School”: modello che ha ispirato i governi statunitensi e canadesi per i loro programmi di “gestione della questione indiana”; in tutto ciò che è seguito, la CCAR ha avuto un ruolo di primo piano, amministrando solo in Canada almeno 79 istituti.
Sono convinto che per avere un quadro completo sia fondamentale ascoltare le testimonianze dirette: su arcoiris.tv si trova una versione sottotitolata in italiano di “Unrepentant” un documentario di Kevin Annett che viene distribuito gratuitamente e ha vinto alcuni premi. Il sito di Kevin è http://www.hiddenfromhistory.org/
Potresti leggere anche: http://www.nativiamericani.it/?p=4096
Credo che nativiamericani.it sia la migliore e più attendibile risorsa in italiano sull’argomento, contiene anche innumerevoli collegamenti a fonti native; prova una ricerca con la chiave “scuole residenziali” al suo interno.
Altri video degni di nota, ma reperibili solo In lingua inglese, potrebbero essere il doc. “Our Spirits Don’t Speak English”, il film “Muffins For Granny” e la miniserie “Into The West”.
@ B’Rat
Sono molto spiacente, ma non sono abituato a replicare a chi mi insulta.
@teologo cattolico
i cardinali parlano anche con i giornalisti non solo nelle omelie
Confermo tutto quello che ho scritto nell’articolo. Anche le “fonti”.
stefano marullo,
definisca l’insulto.
Il fatto che ho detto che l’articolo è una ciofeca o che lei parla di cose che evidentemente non conosce granchè? Non è che lo abbia detto gratuitamente, lo ho argomentato: lei ha scritto, mi ripeto, discrete boiate. Mi tiri fuori argomenti che dimostrano che i dati sono sottostimati, sveli i passi scandalosi del Crimen sul segreto pontificio, porti indizi che il problema della pedofilia abbia legami con il celibato, argomenti il fatto che pagare miliardi di dollari in cause pubbliche strombazzate sui giornali è un’astuta strategia per mettere tutto a tacere, trovi prove che il card Ratzinger sia stato incriminato di alcunchè o che ci sia qualcosa di oscuro in quella vicenda.
Comunque quali sarebbero le “fonti” di cui parla?
Bisogna boicottare la chiesa: basta otto x mille alla chiesa, togliere i figli dall’ora di religione, finirla di battezzarli e metterli nel gregge delle pecore come fanno invece tanti atei che conosco, dalle belle parole bisogna passare ai fatti concreti.
E’ un po’ difficile che la grande svolta della chiesa sia avvenuta con il cardinale Levada e le sue recenti linee guida. Il cardinale conservatore americano William Joseph Levada, attuale prefetto della congregazione della fede, prima come vescovo, poi come arcivescovo di San Francisco era statto messo a conoscenza ed aveva dovuto gestire diversi casi di preti pedofili (New York Times). E non li aveva gestiti bene nonostante avesse promesso di istituire commissioni. Aveva rimesso al loro posto i preti accusati. Per esempio nel caso del prete Walsh nel 1995 aveva detto che lui aveva fiducia nel prete e per questo non si era attivato (e solo nel 2002 dopo lo scoppio degli scandali americani Walsh fu esonerato). E’ stato criticato da diverse associazioni di vittime della pedofilia (per esempio la SNAP). Nel 2002 un prete aveva fatto causa giudiziaria (e l’aveva vinta) contro l’arcivescovado di Levada perché era stato messo sotto pressione dopo che lui aveva denunciato i tentativi di abuso sessuale di un prete pedofilo ad un giovane.
L’anno scorso durante il consiglio dei vescovi in Vaticano aveva rilasciato un’intervista al canale televisivo PBS dove aveva riconosciuto che avrebbe potuto fare meglio le cose di come le aveva fatte. Ribatteva alle critiche alla chiesa di aver nascosto per decenni i casi, che non si considerava un aspetto importante: come gestire la pedofilia era un problema di apprendimento di tutta la società che non era ancora concluso. Egli stesso quando era stato nominato vescovo nel 1983 non aveva mai sentito che un prete avesse molestato un bambino. “Questo avveniva a porte chiuse, non si parlava dell’argomento. Abbiamo avuto bisogno di molto tempo per capire quali danni questo comportamento causasse ai bambini.”
Stranamente nella società civile invece del problema pedofilia se ne parlava ampiamente visto che è proprio negli anni ’80 che negli USA si ha il picco di denunce, dell’ordine di 200 mila e che da allora sono progressivamente calate, a meno di 100 mila. Poi negli anni ’90 c’è stato lo scandalo pedofilia tra i Battisti americani, con valori simili (leggermente superiori) a quelli riportati nel John Jay Report. Ma la chiesa niente e solo all’inizio del 2000 è scoppiato anche per lei lo scandalo e dal John Jay Report si è visto che il picco di casi c’era negli anni ’70, pari al 10%, cioè 1 su 10, ma lui non si era accorto di nulla. Forse per questa sua capacità l’hanno messo a capo della congregazione della fede: ed è lui quello che ha dato le direttive sulla pedofilia, speriamo che abbia imparato.
Il link dell’articolo è il seguente:
http://www.spiegel.de/panorama/0,1518,693382,00.html