Nei giorni scorsi, a Livorno, in occasione della giornata contro l’omofobia si è svolto il convegno Liberi di essere: i diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Organizzato da Arcigay, presenti Paola Concia e Vladimir Luxuria, all’evento ha partecipato anche il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, che nel suo discorso ha tra l’altro sostenuto che “la Chiesa deve smettere di dirci come educare i nostri figli”. Una battuta poco apprezzata in diocesi. Il vescovo, monsignor Simone Giusti, ha prontamente replicato: “il sindaco mi pare fuori dal Comune. Fuori dal comune per l’intelligenza, perchè è una persona molto intelligente, e fuori del Comune perchè non vede che i suoi livornesi fanno la fila di notte per iscrivere i bambini alle scuole cattoliche. La Chiesa non impone niente, fuguriamoci…”. Secondo il prelato, scrive Il Tirreno, quella del primo cittadino “è stata una caduta di stile”. Controreplica del sindaco: “in quella sede avevo sottolineato un percorso positivo della Chiesa, citando il paragrafo 228 della dottrina sociale che parla proprio dell’omosessualità con aperture che giudico positive”. la contestazione riguardava invece “solo l’educazione, che avviene secondo conformismo”. E, dopo aver espresso il desiderio “di non essere costretto ad andare a Canossa”, così conclude: “non sono uno che dà le pagelle, ma nessuno ha il Verbo in tasca”.
Raffaele Carcano
