Fede per il brand e fede religiosa pari sono

E’ quanto si afferma in un documentario prodotto dalla BBC e trasmesso giovedì scorso dal titolo Secrets of the Superbrands, letteralmente “I segreti dei supermarchi”.
Il brand preso in questione in questo caso è Apple, brand tecnologico che vanta livelli di fidelizzazione tra i suoi utenti particolarmente elevati, ma lo stesso discorso può essere applicato a qualunque altro marchio capace di instaurare un rapporto simile con i suoi aficionados. Alla base del documentario c’è un esperimento condotto su una persona, Alex Brooks, che per sua stessa ammissione è un fan sfegatato di Apple. Brooks viene sottoposto ad una risonanza magnetica mentre gli vengono mostrate immagini di vari oggetti, e chiaramente le reazioni sono abbastanza diverse in funzione del tipo di oggetto mostrato. In particolare le aree del cervello che vengono attivate alla visione di oggetti di marca Apple sono le stesse di quelle che vengono attivate nel cervello di una persona di fede alla vista di immagini religiose.

Massimo Maiurana

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83 commenti

il parroco di Funo

quanti tifosi sono di
“provata fede…” (…aggiungere colori ad libitum).

dov’è la novità?

nightshade90

la novità stà nel fatto che molto evidentemente la fede non è nulla di “trascendentale” o “in grado di far accedere ad una consapevolezza o conoscenza superiore”, ma un processo molto ma molto materiale…..

il parroco di Funo

oppure che c’è chi si accontenta di articoli da discount

Simone

“dov’è la novità?”

“oppure che c’è chi si accontenta di articoli da discount”

Coerenza, questa sconosciuta..

maxalber

il parroco di Funo risponde:
sabato 21 maggio 2011 alle 19:19

oppure che c’è chi si accontenta di articoli da discount

Certo. come quelli che vendi tu…

nightshade90

“oppure che c’è chi si accontenta di articoli da discount”

può essere, ma a quanto pare in entrambi i casi le due fedi hanno gli stessi effetti sulla mente. quindi o i fedeli alla marca hanno una maggiore prossimità alla verità su quale sia il prodotto migliore, oppure…..

AnfreA

Mai che si provi a fare delle deduzioni a partire dalle evidenze empiriche eh?

AndreA

Non sia mai che si provi a fare delle deduzioni a partire dalle evidenze empiriche, eh?

bruno gualerzi

La fede in fondo è sempre fede, che sia per un ‘superbrands, per padre pio, per la sacra sindone, per l’Inter, per una rock star, o per qualsiasi altra cosa di fronte alla quale scatta il meccanismo dell’alienazione. Naturalmente la fede religiosa ha una sua valenza non paragonabile ad altri tipi di ‘fede’ (per una squadra di calcio, ad esempio), ci mancherebbe, ma anche in questi casi la strada è aperta a forme di fanatismo di fronte alle quali la differenza tra fede religiosa e fede ‘laica’ si riduce di molto.

Paul Manoni

Mitico Bruno Moretti Turri!! 😆
Questa e’ buona davvero! 😉

Stefano Grassino

@ Bruno Gualerzi

La fede va a braccetto con l’intolleranza, l’intransigenza, la supponenza, il sentirsi superiori, tutte forme che generano il fanatismo che le racchiude tutte quante.
Possiamo dire che l’individuo esaltato riassume in se i massimi e più puri principi della fede la quale può essere di qualsiasi tipo e genere.
L’unico fattore che a parer mio contraddistingue l’essere razionale da quello pazzo furioso è l’amore per il confronto ed il rispetto dell’altrui posizione, pur restando nella saldezza dei propri principi.

Paul Manoni

Aspetta un momento Bruno (Gualerzi)…
Io scelgo il Milan anziche’ l’Inter, come scelgo la Apple anzichè la Microsoft, la Nike anziche’ l’Adidas, la Coca Cola anziche’ la Pepsi e via dicendo… e poi mi attornio la vita da tutti quei brand che preferisco agli altri e magari me li faccio mettere dentro il sarcofago quando muoio.
Nel caso specifico di una religione pero’, mi sembra evidente che il brand non lo scelgo, ma mi viene imposto, per esempio attraverso il crocefisso nelle aule scolastiche. E’ ovvio che una volta maturato, mi avvicno con una certa difficoltà ad altri brand religiosi, se mi e’ stato imposto il brand CCAR si da bambino.
Spacciando crocefissi, immagini sacre, santini, a tutta mandata in ogni angolo del paese, la CCAR si assicura innegabilmente un perpetuo e perenne legame dei cittadini ad essa. 😉

Giorgio Ceruti

resta peró da stabilire se la fede in qualsiasi cosa sia un sentimento a sé stante oppure espressione dell’esigenza di identificarsi in un gruppo e differenziarsi dagli altri. Io propendo per la seconda ipotesi.

bruno gualerzi

La fede religiosa, nel senso di testimoniare con la propria fede l’appartenenza ad religione storica, positiva, istituzionalizzata, è SEMPRE anche l’dentificarsi in un gruppo che si diffderenzia, si vuole differenziare, dagli altri.

Giorgio Ceruti

per milioni di anni gli uomini sono sopravissuti unendosi in piccoli gruppi di cacciatori, e lí risiede probabilmente l’origine della religione, poi sviluppatasi in grandi religioni nel neolitico col formarsi dei popoli, e probabilmente fu fattore indispensabile alla loro formazione.

sin.night.

I risultati della ricerca non mi stupiscono; del resto esiste anche la figura professionale del product evangelist… a volte ascoltare queste persone è uguale (se non peggio) che seguire una lezione di catechismo di un prete (ma di quelli “duri”, all’antica)…

Mi è capitato di assistere ad alcuni interventi di product evangelist di una nota azienda informatica e mi pareva di essere a messa! Forse ad amplificare la sensazione di fastidio c’era il fatto che non amo i prodotti di quella ditta e tendenzialmente preferisco quelli della concorrenza (ma non sono un “fanboy”, cerco di scegliere sulla base delle caratteristiche tecniche senza fare sconti a nessun brand), però mi sentivo nella stessa condizione di profondo disagio.

Da profano, penso che forse potrebbe essere interessante fare una “prova complementare” per vedere se si attivano le stesse aree del cervello quando ad un fondamentalista religioso vengono mostrati simboli di un’altra religione e quando ad un fanatico di un marchio viene proposto un oggetto del marchio concorrente… e magari vedere anche come si comporta il cervello di un ateo di fronte agli evangelisti di un brand e di una religione…

(Magari l’hanno già preso in considerazione nello studio, però non ho visto il video… ciò non toglie che mi è venuta la curiosità)

IlCensore

A parte la considerazione che questo esperimento è estemporaneo (è un test su una persona sola fatto in occasione di un documentario) è interessante notare come la religione sia stata originata, secondo un’ipotesi scientifica, dall’uso di una facoltà utile ad altri scopi, quella di trovare “agenti” negli eventi (in altre parole, la capacità di presupporre l’esistenza di un fine negli eventi e di individuare l’agente che opera a quel fine). La cosa buffa è che come la religione ha “preso in prestito” le funzioni del cervello deputate a trovare gli “agenti”, la pubblicità ha “preso in prestito” le funzioni deputare al pensiero religioso.

Francesco

“In particolare le aree del cervello che vengono attivate alla visione di oggetti di marca Apple sono le stesse di quelle che vengono attivate nel cervello di una persona di fede alla vista di immagini religiose.”

Non sono le stesse aree del cervello che si attivano ma e’ la restante parte di cervello che si disattiva.

FSMosconi

Le stesse aree del cervello si attivano sia alla vista di.. che so: un’IPod sia alla vista di una Madonnina?

Sia benedetta La Mela… ! 😆

teologo cattolico

Secondo me anche se mostravano le immagini della squadra del cuore, si sarebbero attivate analoghe zone..forse anche alla vista della foto di congiunti – madre, moglie, figli- e amici.

P.C.

Stai suggerendo che la fede sia solo un fenomeno neurologico?
Miscredente! Finirai all’inferno!

nightshade90

@teologo
…..finalmente hai capito che la fede non è nè un dono di dio nè una virtù nè un metodo conoscitivo. bravo.

Marcvs

Sarebbe forse più interessante verificare una correlazione neurologica – quella comportamentale mi pare fin troppo palese e scontata – tra fede sportiva/calcistica Vs fede religiosa(attivazione di identiche aree cerebrali per le stesse fedi)
Azzardo di accompagnare la mia ragazza in chiesa per un mese se dovessero venire respinte eventuali correlazioni.

bruno gualerzi

Non credo sia probante di alcunchè questo verificare neurologicamente la reazione a due esperienze per stabilire una eventuale analogia o una differenziazione, in quanto sempre esperienze soggettive saranno provocando emozioni soggettive in situazioni oltre tutto mai sempre le stesse. Tutt’al più l’eventuale analoga reazione può valere per – come nel caso – un singolo soggetto, quindi mai generalizzabile.
Come dicevo a proposito della collocazione in una particolare area del cervello del ‘credere’ (scusate i termini di sicuro tecnicamente impropri, ma spero si capisca cosa intendo) esiste un’interazione tra il dato culturale (la sua assimilazione, l’emozione che provoca) e l’attività neurologica per cui non è possibile stabilire cosa condizioni cosa.

Federico Tonizzo

Comunque l’oggetto dell’Ultimissima è un argomeno che sarebbe interessante approfondire proprio per verificare quello che obietti.

Federico Tonizzo

Altro esempio interesante: nel libro “Nati per credere” di Giorgio Vallortigara, Telmo Pievani e Vittorio Girotto si parla dell’eventuale disposizione umana a “credere”; di questo libro è illuminante quella pagina che accenna alla “visione” che ebbe Saulo di Tarso cadendo da cavallo sulla via di Damasco: probabilmente battè la testa e (oltre ad una cecità che lo perseguitò per alcuni giorni, e all’epilessia) si produsse una lesione a un lobo temporale, cosa che è (neuropatologia!) correlata con rigidità morale, tendenza al misticismo e scomparsa del desiderio sessuale: il ritratto di Saulo dopo la caduta! Un cerebroleso, altro che un divinamente ispirato!

Fedele Razio

Curioso che vi sfuggano le conseguenze logiche del fatto; siamo di fronte alla reazione del cervello di fronte a due stimoli:

a) uno stimolo derivante da immagini di realtà mondane (prodotti elettronici);

b) uno stimolo derivante da immagini di realtà di fede (immagini religiose).

Stessa reazione.

Che voglia dire che le diverse immagini fanno riferimento a significati tutti reali?

Federico Tonizzo

No, al contrario: significa che il cervello tratta allo stesso modo le emozioni, sia che queste vengano suscitate da realtà sia che vengano suscitate da fantasie (v. la gente che si commuove per un film come si commuoverebbe per un fatto reale).

Raffaele Carcano

Avessi ragione tu, dovrebbero reagire allo stesso modo anche guardando una mela. Ma ciò sembra non accadere. Come dire: una mela non innesca reazioni trascendentali.

Federico Tonizzo

@ Raffaele Carcano:
Suppongo tu stia parlando a Fedele Razio…

bradipo

Che voglia dire che le diverse immagini fanno riferimento a significati tutti reali?

Se non azzardi a dire quali pensi siano equivale ad aver detto nulla.

FSMosconi

@Fedele Razio (il Fides e Ratio di PontifeSS?)

Strano che ti sfugga la conseguenza logica del fatto; siamo di fronte a una reazione del cervello davanti a due stimoli:

1) stato di tensione, agitazione per un fatto che però esiste solo all’inetno dell’immaginazione sotto stress e che crea quindi ombre su cui proiettare la propria paura

2) stato di tensione, agitazione per un pericolo reale e imminente

Che siano solo due riflessi condizionali accompagnati da spirito di sopravvivenza?

francesco

Se si tratta di fede in Dio è difficile parlare di senso di superiorità. Chi crede in un unica entità ‘superiore’ (monoteismo) automaticamente esclude che le altre (incluso se stesso) possano esserlo.
Farsi superiori rispetto agli altri (comprese rispetto alle forme di diita diverse da quella umana) vorrebbe dirsi attribuirsi una prerogativa divina e sarebbe quindi un atto idolatria, perchè avremmo fatto di noi stessi un idolo. E questa è una questione di logica, non di fede.

P.C.

“io credo nella Verità assoluta, la mia fede è quella vera, il mio Dio mi ama e guida, ciò che faccio è il Bene (perchè me lo comanda Lui)”
Difficile non parlare di senso di superiorità…

francesco

A proposito di correlazioni neurologiche

Ci sono vari studi sulle correlazioni neurologiche, fatti per mezzo di traccaiti elettroencefalografici, tra stato di veglia comune e stati indotti dalla pratica di tecniche di meditazione. Queste ricerche sono state fatte soprattutto sulla meditazione zen (detta zazen) e forme di meditazione yoga (dette dhyana) ed hanno evidenziato come in questi stati la ‘coerenza’ (cioè ‘ l’autosomiglianza’) dell’attività elettrica delle varie parti del cervello aumenti in modo significativo, come pure aumentano la sensazione di benessere ed il grado di consapevolezza di sè (intesa anche in senso fisico).

Questi sono settori della conoscenza in cui le religioni (o almeno alcune di esse) hanno lasciato una traccia ed in cui la scienza ufficiale non è ancora riuscita a dire niente.
Sarebbe utile se su questo tipo di terreno scienza e religione riuscissero a camminare insieme.

P.C.

“Sarebbe utile se su questo tipo di terreno scienza e religione riuscissero a camminare insieme.”
Temo sia impossibile: la fede afferma arrogantemente di conoscere la verità assoluta, e ignora qualsiasi prova contraria; la Scienza invece cambia continuamente per adattarsi ad ogni prova ed evidenza si riesca a produrre…

P.S. Una piccola nota: la “scienza ufficiale” è esattamente la Scienza… fondamentalmente ci sono due tipi di argomenti non facenti parte della “scienza ufficiale”: quelli da verificare e quelli ormai dimostrati essere sciocchezze o falsità.

francesco

Le frontiere della scienza come quelle della religione sono frontiere mobili.

La scienza esprime questo fatto dicendo che che ogni teoria scientifica è una rappresentazione provvisoria della realtà suscettibile di essere amplaita e migliorata. In ciò consiste il progresso della scienza.

Le religione dice che ogni parola delle Scritture (‘parola di Dio’) è insondabile e che la sua conoscenza non può mai essere esaurita.
Il credente si immerge incessantemente in questa parola (che assume nel tempo significati sempre nuovi) per conoscere se stesso.
In questo consiste il cammino della fede.

P.C.

Le religione dice che ogni parola delle Scritture è, appunto perchè parola di dio, vera per definizione. E se si dimostra errata, allora o non la si è capita (curioso: onnipotente, onnisciente, onnipresente, benevolo, giusto, ma non sembra capace di parlar chiaro…) o che s’impicchi la dimostrazione!

Curioso poi che la bibbia non la conosca quasi nessuno tra i fedeli, ma molti tra gli atei e gli agnostici…

“Il rispetto dei cattolici per la Bibbia è enorme e si manifesta soprattutto nel tenersene a rispettosa distanza.” Paul Claudel

francesco

E’ solo una questione di linguaggi diversi.

La confusione tra religione e poteri esercitati da organizzazioni umane annebbia la vista.

francesco

Lo spirito di ricerca ha generato sia la scienza comunemente intesa che la religione.
I suoi linguaggi sono diversi ma il fine che entrambe si sono poste è comune.
Questo fine si chiama ‘conoscere’.

Nel corso del tempo alcune organizzazioni umane si sono abusivamente appropriate dell’eredità della religione e ciò ha indotto molte persone ad identificare chiesa con religione.

Da questa confusione (che molto spesso riguarda anche i cosidetti credenti) è nato il rifiuto per la religione come strumento di conoscenza.

P.C.

A parte il fatto che stai sorvolando su una differenza importante, il modo in cui si cerca il “conoscere” (osservando la realtà secondo la scienza, fossilizzandosi su un assunto iniziale per la religione), continuo a non vedere cosa c’entri la frase “Nel corso del tempo alcune organizzazioni umane si sono abusivamente appropriate dell’eredità della religione e ciò ha indotto molte persone ad identificare chiesa con religione” con tutto il resto, sorry…

(il rifiuto della religione come strumento di conoscenza è dovuto al metodo con cui pretende di conoscere la realtà – cioè ignorandola – che secondo alcuni, me compreso, è follia pura)

francesco

Lo strumento principale per conoscere in questo modo si chiama fede.
Chi non sa che cosa sia può pensare che sia una sciocchezza e che chi ha fede sia un invasato.
E’ un punto di vista. Ma l’ebbrezza della fede è una forma di ebbrezza benigna e molto desiderabile che dà vigore allo stanco, sostiene lo sfiduciato e mette le ali ai piedi.
Mentre lo spirito di contesa toglie soltanto senza mai dare niente in cambio.

francesco

Un requisito per fare questo tipo di ricerca è tenere gli occhi ben aperti, senza ignorare niente. Nell’esaminare a fondo ciò che siamo, quali sono i nostri limiti e quali le nostre potenzialità.

P.C.

“Ma l’ebbrezza della fede è una forma di ebbrezza benigna ( 😕 ) e molto desiderabile che dà vigore allo stanco, sostiene lo sfiduciato e mette le ali ai piedi” e giustifica gli atti più orribili e disumani…

“Chi non sa che cosa sia può pensare che sia una sciocchezza e che chi ha fede sia un invasato.” Benissimo, spiegami il tuo punto di vista allora, per favore.
E non partire dal presupposto che non conosca la fede: per buona parte della mia vita sono stato molto credente…

“Mentre lo spirito di contesa toglie soltanto senza mai dare niente in cambio” Ovviamente non sono affatto d’accordo: confrontarsi permette di crescere, sia psicologicamente sia nel senso di capire le ragioni dell’altro e arrivare, insieme, a saperne un po’ di più sull’argomento, e comprenderlo meglio…

“Un requisito per fare questo tipo di ricerca è tenere gli occhi ben aperti, senza ignorare niente” Questo non è vero; ti faccio un esempio: cosa pensi dell’evoluzione? Per la fede è falsa perchè contraddice la creazione (parola di dio), mentre per la scienza è vera (fino a prova contraria) perchè spiega tutte le prove, le evidenze ed i fossili che si siano mai trovati (contrariamente a quanto faccia la creazione).

francesco

@pc

Le domande sono parecchie e rispondere darebbe solo adito a nuove domande come succede nella scienza.

Per impostare una strategia di indagine dovresti considerare che il sistema cognitivo della bibbia è diverso dal nostro laico di tutti i giorni (in cui includo anche la cultura cattolica).
Prendo la bibbia solo per avere un riferimento concreto che appartiene alla nostra storia. Se fossimo in un altro contesto culturale varrebbero riferimenti diversi.

Per sistema cognitivo intendo un insieme di simboli e di modi con cui possiamo manipolarli che ci permette di vivere, di entrare in relazione con gli altri, di dare risposte alle domande che il mondo ci pone, di dare un senso alla nostra vita ed ai nostri limiti.

La fede non è altro che la disposizione deliberata, consapevole e sistematica ad indagare in una certa direzione senza avere la certezza che sia quella giusta.
Allo stesso modo con cui una persona può decidere di investire tempo, soldi ed energie nell’affrontare un corso di studi, per es una laurea impegnativa, senza avere la certezza di essere capaci di arrivare in fondo al percorso intrapreso e mettendo fin dall’inizio in conto che l’investimento potrebbe essere stato vano.
La fede è quindi, almeno all’inizio, una decisione su come vivere, una scelta, non un regalo che ti cade in testa da chissà dove.

Il programma di ricerca delle religioni è quello delineato nella iscrizione sul frontone del tempio di delfi ad atene (cito a memoria, può darsi che il tempio fosse un altro): ‘Conosci te stesso’.
Si tratta quindi di conoscere se stessi.
E’ questa la prima distinzione formale tra il tipo di ricerca di cui si occupa la religione e quella di cui si occupa la scienza che si propone di conoscere il mondo esterno.
Il principale materiale di studio in questo tipo di ricerca è la nostra storia, di cui ognuno di noi è il massimo esperto. Gli altri strumenti, come possono essere le Scritture, sono solo ausili che ci mettono in contatto con le generazioni che prima di noi hanno intrapreso la stessa strada e che ci permettono di trarre beneficio delle loro scoperte allo stesso modo in cui uno studente di fisica usa i libri per avvantaggiarsi del lavoro di chi ha fatto la fisica senza doversela reinventare da capo.

D’altra parte mi sembra che per ognuno di noi dovrebbe essere più interessante ee utile conoscere sè stessi che non una qualunque altra cosa che costituisce il mondo che ci circonda.
Con questo non voglio dire che non sia utile conoscere la realtà esterna ma solo che sarebbe bene chiarirci con noi stessi su quali siano le nostre priorità. Inoltre le due cose non sono incompatibili anche perchè dovendo lavorare per vivere dovremo pure interagire con gli altri e con l’ambiente esterno, il che richiede da parte nostra conoscenze specifiche. Per es se uno vuol fare il muratore deve imparare questo mestiere o se vuole fare medico deve studiare medicina e poi fare la parte pratica.

E’ ovvio che dare un posto nella propria vita alla religione non significa essere scemi e svampiti.
Non significa fare il papaboy o ripetere in coro a pappagallo le stesse parole che anche gli altri dicono, magari leggendole da un foglietto, oppure partecipare alle adunate. E poi dire di essere credenti perchè si fanno queste cose.

La polemica tra creazionismo ed evoluzionismo è una faccenda ridicola che non meriterebbe neanche che se ne parlasse. La versione della creazione nella bibbia è un ovvia metafora, non una teoria sull origine del mondo in senso fisico.
L’unico motivo per cui ha assunto tanta rilevanza è che divenuta un pretesto nella lotta tra gruppi di potere.

La storia di adamo ed eva è un’altra metafora. Dopo che Caino uccide il fratello e viene cacciato da Dio, Caino se ne da un altra parte a vivere tra altra gente in un altra città. Questo lo dice la bibbia. Qiuindi non puoi pensare che adamo, eva, abele e caino fossero i primi esseri umani.

P.C.

1. Mi pare tu non abbia ben chiari i concetti di “etica” e “scienza”… conosci l’effetto Dunning-Kruger?

2. Se “il programma di ricerca delle religioni è … ‘Conosci te stesso’”, perchè pretendono di spiegare il mondo, le sue origini e di dare una “guida” morale e sociale alle persone?

3. Quindi fammi capire, Neurologia, Psichiatria e Psicologia non sono scienze, perchè si preoccupano di studiare non il “mondo che ci circonda”, bensì la mente e il pensiero di ciascuno?

4. Nei libri di Fisica (quelli seri), non c’è scritto (per esempio) E=mc2 punto e basta, prendere o lasciare. C’è anche la storia di come si sia arrivati alla formula e le più note o importanti dimostrazioni, sia matematiche che sperimentali, di questa. In un certo senso, i libri di Fisica (e non solo quelli) sono effettivamente delle guide rapide scritte perchè lo studente possa “reinventarsi” tutta la Fisica necessaria (a seconda dell’approfondimento) nel minor tempo possibile.

5. Per quanto riguarda adamo ed eva come metafora, ti ripeto: è curioso che un dio onnipotente, onnisciente, onnipresente, benevolo e giusto non sembri essere in grado di parlar chiaro alle sue creature preferite…

6. “La polemica tra creazionismo ed evoluzionismo è una faccenda ridicola che non meriterebbe neanche che se ne parlasse” Sono d’accordo. Ma merita che se ne parli perchè, per “difendere” la “verità” ( 😕 ) letterale della bibbia, alcuni loschi figuri cercano di scardinare la Scienza (quella seria).

francesco

pc,

per fare questo tipo di indagine non devi costantemente rivolgere la tua attenzione all’esterno verso ciò che gli altri dicono o non dicono, perchè questo modo di agire non sarebbe produttivo e ti svierebbe dal tuo obbiettivo conoscitivo.
Dovresti invece focalizzare la tua indagine su di te, verso l’interno.

So anch’io che ci sono rami del sapere sviluppati per studiare la psiche ed il substrato biologico del pensiero, ma secondo me la religione è uno strumento molto più potente.

francesco

Hai una concezione antropomorfa di Dio, come di uno che dal di fuori ti deve insegnare le cose.

Imparare la religione è essere come un ragno che trae da sè il materiale con cui costruire il sapere. Dio è dentro di te, non fuori.

P.C.

In verità stavo “usando” l’immagine ebraico/cristiano/islamica di dio… ma se ne preferisci un’altra mi adatto!

“ma secondo me la religione è uno strumento molto più potente.” E perchè, di grazia?

“Imparare la religione è essere come un ragno che trae da sè il materiale con cui costruire il sapere. Dio è dentro di te, non fuori.” Era. Torno ora dal bagno… 😆 :mrgreen: 😆
Seriamente: se stai dicendo che la religione è solo una costruzione mentale che fai per darti rassicurazione e farti sentire bene psicologicamente, senza poggiare su alcuna base reale, allora sono d’accordo, hai ragione.

francesco

Non dico questo.
La religione non è un sedativo nè una costruzione mentale.
Ma un metodo, una disciplina pensata per poter sperimentare direttamente

francesco

Il modo di conoscere la realtà è strettamente sperimentale. E l’oggetto dell’indagine siamo noi stessi.

bradipo

ma io dico… perché proprio la mela dovevano prendere per lo studio?

Vogliono proprio imboccare Pontifex e Fanzaga per i prossimi deliri sul diavolo e l’informatica?
Se Stanzone scopre il collegamento tra Unix e demoni è finita.

Paul Manoni

Trattandosi di una “mela morsicata”, potrebbero scriverci sopra per un paio di decenni… 😉

francesco

Sul significato dell’esistenza e dell’unicità di Dio.

Per chi crede tutta la realtà emana da una sola cosa, che tutti noi chiamiamo comunemente ‘vita’. Senza di questa non potremmo porci nessuna domanda e nessuno di noi potrebbe mai dirsi ateo, teista o qualunque altra cosa.

Chi crede chiama questo principio vitale, ‘Dio’.
Per questo nelle Scritture Dio si rivela a Mosè come Jahvè, nome che deriva da una forma causativa del verbo essere. Per questo Dio è anche conosciuto come il Vivente.

Per chi crede, le forme materiali assumono le parvenze della vita (intesa nella sua accezione biologica) grazie alla loro temporanea associazione con questo spirito vitale.
Quando la materia, che si trova sotto il dominio della legge del tempo, si degrada, diviene inadatta ad ospitare lo spirito. Allora lo spirito si dissocia e riassume la sua forma originaria ed indissociata che è Dio.

P.C.

Io credo in Quelo! Vieni anche tu dall’unico vero… spirito? dio? potenza?
La seconda che ho detto! 😆

– Discepolo: “Esiste il peccato originale?”
– Profeta: “Sì, accoppiarsi con una rana cosparsa di yogurt ai cereali.”

– Discepolo: “Maestro, qual è il segreto della vita?”
– Profeta: “Se te lo dico che segreto è.”

Osvaldo

E allora?
Ognuno è libero di credere quello che vuole. E tra l’altro tutto ciò c’entra poco o niente con la notizia in questione.

Tutt’altra cosa sarebbe se potessi dimostrare che quello in cui credi è vero.

francesco

@osvaldo

La religione è una forma di conoscenza eminentemente sperimentale (e non speculativa), dove il laboratorio in cui effettuare gli esperimenti è la tua stessa vita.

Così come per convalidare i risultati della scienza devi poterli ripetere in laboratorio, allo stesso modo prima di ‘credere’ a ciò che dice la religione dovresti poterla sperimentare su di te.

Paul Manoni

@francesco
Personalmente ho già dato, ed e’ per questo che mi trovi qui. 😉
Coerentemente con la tua logica, si spiegherebbe il secolarismo come fenomeno. Ossia, l’umanità intera “ha già sperimentato su di se” le credenze, ed ora ne prende le distanze. 😉

Osvaldo

@francesco

Nel laboratorio della mia vita tutte le cose di cui tu parli si sono dimostrate abbondantemente false o inesistenti. Ecco perchè, pur avendo ricevuto un’educazione religiosa, non ci credo.

Dal momento che, come saprai, nella scienza sperimentale se un solo dato sperimentale non corrisponde alle previsioni della teoria in discussione tale teoria risulta falsificata, è chiaro che le cose di cui parli non sono verità oggettive, ma al massimo si possono considerare convinzioni personali valide solo per qualcuno.

francesco

Gli esempi non te li posso fare perchè sono esperienze mie, che ti potrei solo raccontare, ma non sarei in grado di indurle direttamente in te.
Verrebbe quindi meno il requisito della ripetibiltà necessario perchè tu le possa verificare. Se tu le potessi verificare non avresti più bisogno di crederci perchè le sapresti per certo.
D’altra parte l’unico modo per potertele ‘trasferire’ sarebbe che tu ci credessi.
Ma non è questo l’uso corretto dello strumento ‘credere.

Credere è un mezzo per indurti a sperimentare in modo mirato, non è l’obiettivo ma il protocollo di ricerca. Credere non vuol dire fidarti ciecamente di quello che ti dice un altro.

Il punto di arrivo del processo innescato dal credere è la conoscenza che non è più un fatto incerto, avvolto dai dubbi.

francesco

Paul,

l’umanità presa nel suo insieme è un astrazione ed in quanto tale non ha sperimentato un bel niente. Sono i singoli individui che sperimentano il vivere.

E’ il cattolicesimo che ha fatto della religione una caricatura, un inverosimile groviglio di credenze.

Se non si separa la religione dalle chiese che dicono di esserne le depositarie non si può uscire da questo circolo vizioso.

francesco

osvaldo,

tu non hai ricevuto un’educazione religiosa. Hai ricevuto un’educazione cattolica, che è un’altra cosa.

Osvaldo

francesco,

ovviamente tu non puoi sapere che tipo di educazione o influenze io abbia ricevuto, e d’altra parte un’educazione cattolica è un’educazione religiosa, in quanto il cattolicesimo è una religione. E’ bene non confondere i termini del discorso altrimenti parliamo del nulla.
Quello che volevo farti notare è che la stessa ricerca interiore di cui tu parli dà risultati opposti in individui diversi, e dunque le convinzioni che hai tratto come risultati della tua ricerca non hanno valore assoluto e non possono essere considerati una conoscenza oggettiva.
Questo dovrebbe farti riflettere sulla validità delle tue convinzioni.

Viceversa, nella scienza, nonostante vi siano dibattiti aperti su molti temi, esiste un corpus di conoscenze condiviso in maniera universale in quanto i risultati delle varie ricerche portano sempre agli stessi risultati.
La religione non è in grado di produrre una conoscenza del genere.

Paul Manoni

@francesco
L’Umanità, per come la intendo io, e’ composta da SINGOLI INDIVIDUI che inevitabilmente arrivano alle stesse conclusioni, dopo aver sperimentato la fede, uno per uno.
Probabilmente stai confondendo la religione con la spiritualità, visto che parli di saperazione delle religioni dalle chiese. Ma non sparei…
Resta il fatto che al giorno d’oggi, sempre piu’ persone vedono in modo critico la religione e le chiese. I motivi sono riportati nella notizia riguardante i “Nuovi studi sull’Ateismo”, che trovi poco piu’ avanti… 😉

francesco

Il cattolicesimo non è una religione. Questa sì che è una credenza.

Infatti la stragrande maggioranza del clero, compresi il papa e quasi tutti i cardinali e vescovi sono secolari, non religiosi. Per non dire dei cattolici non appartenenti al clero, i cosidetti fedeli, che nella quasi totalità, la religione non l’hanno mai vista manco da lontano.

Il cattolicesimo è un modo di vivere e di intendere i rapporti sociali.

francesco

osvaldo,

io non sono affatto nemico della scienza, nè ne disconosco il valore. Tant’è vero che mi sono scelto una formazione scientifica (ingegneria).

Non riesco neanche a concepire la scienza in contrapposizione alla religione.
D’altra parte questa posizione non è neanche storicamente sostenibile.

La maggior parte degli scienziati più noti, da Galileo e Newton in poi erano tutt’altro che antireligiosi (semmai erano in opposizione con le istituzioni del clero).

Anche se assumi un punto di vista più generale e consideri per es la storia delle idee vedrai la stessa cosa.
Per es l’illuminismo, che spesso viene preso come modello per antonomasia di contrapposizione tra ragione e religione, è stato soprattutto una reazione allo strapotere culturale della chiesa che ne aveva aveva bloccato il progresso.
Inoltre l’illuminismo è stato anche un laboratorio per sperimentazioni sociopolitiche e questo dava fastidio alla chiesa.
Perdipiù l’illuminismo aveva fatto propria la nozione di religione, definendosi religione della dea ragione, riconoscendone implicitamente il valore.

Busta

Da cui o si depenalizza la bestemmia, o si applicano pari misure nel caso di improperi che ledano le intime convinzioni di menti tifose o “brandizzate”.

ale cattolico

Fede per il brand e fede religiosa pari sono”,LO DITE VOI ,UNA VOCE MOLTO ATTENDIBILE AH AH AH AH

Kaworu

eh beh, con tutte le fonti che hai portato tu fino ad ora invece…

a parte sproloqui sgrammaticati e deliri assortiti non hai scritto niente di anche solo vagamente interessante.

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