In Gran Bretagna esiste il General Medical Council (GMC), con funzioni simili a quelle del nostro Ordine dei Medici.
Secondo quanto si legge sul sito BBC Mobile, un medico del Kent, Richard Scott, potrà essere chiamato da GMC a un’udienza disciplinare per aver tenuto una discussione circa la propria fede cristiana con un paziente non cristiano.
Il GMC ha aperto un’indagine sul caso in cui è coinvolto il dottor Scott, su denuncia della madre di un paziente, la quale nell’agosto dell’anno scorso l’aveva chiamato per un consulto. Secondo il dottore, che respinge l’accusa, dopo una ventina di minuti egli valutò che il paziente avrebbe tratto giovamento da una conversazione di ordine spirituale e il paziente accettò. Due mesi dopo il dottore ricevette comunicazione della denuncia della madre del paziente, che sosteneva che il dottore approfittò della debolezza del malato.
Il GMC non ha ancora stabilito la data dell’udienza e frattanto chiarisce che non si occupa di casi individuali, ma della difesa delle sue linee guida, che vietano ai medici di discutere coi pazienti le proprie convinzioni politiche o religiose, tentando d’imporle e procurando loro disagio.
La deputata conservatrice L. Sandys riconosce l’opportunità delle norme del GMC ma in questo caso ne ritiene esagerata l’azione, che mette in dubbio la professionalità d’un medico stimato.
Il dottor Scott sosterrà la sua posizione in qualsiasi udienza disciplinare.
Ermanno Morgari
🙄 Ma Sandys sa la differenza tra “correligioso” e “professionalità” o qualsiasi altra qualità che renda “superiore” una persona rispetto alle altre in qualche campo? 🙄
Perchè lo hanno ammonito,gli dovevano fare un monumento.
Ma quanto è bello venire qui a provocare?
Stai attento però, perché mi sa che è peccato.
@ale troll
Stesso discorso potrei farlo a te, e mi riferisco al mio discorso di sopra, mica al tuo…
ale
questo significa che d’ora in poi i medici atei potranno fare propaganda atea con i loro piccoli pazienti cristiani e cattolici? buono a sapersi………
ah, no, certo, questo sarebbe se tu non fossi un ipocrita che usa 2 pesi e 2 misure, scommetto che approvi perchè fatto da un medico cristiani ma se lo facesse un medico ateo o di altra confessione nei confronti di un bimbop di famiglia cattolica saresti il primo a gridare alla persecuzione……..comoda la vita degli ipocriti, eh?
ma rispondete a questo??? è pagato per sviare
Ma perché non lo ignorate? E’ un troll e neanche tanto bravo.
Magari in italia ci fosse una norma che impedisca ai medici di distribuire bigliettini elettorali ai pazienti…
insomma, per non avere guai,
è sempre meglio curare la malattia,
e NON il malato.
È la malattia che rende malato il malato. Il tuo è un non-sense.
Ma che te lo sto a dire…
immagino che voglia suggerire che per guarire davvero il malato lo si doveva guarire dal suo essere un infedele….-_-
Io qua direi meglio ‘Medice, cura te ipsum!’
Parroco, mi togli una curiosità: perchè scrivi come se stessi verseggiando?
strano, non sai quanti medici si lamentano che all’università gli hanno insegnato a curare le malattie e non i malati.
Ma che te lo sto a dire …
al carissimo batrakos.
ormai sono fuso,
è che non riesco a leggere post
di più di cinque righe
e righe con più di cinque parole.
(potrei anche barare parlando
di limerick e haiku)
PS compresi i miei.
se la cura è “diventare cristiani”, allora la malattia non c’è
Parroco:
Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole, ed è subito sera.
🙂
parroco
ma sai cosa vuol dire “curare non solo la malattia ma anche il malato”?
significa convincere il malato ad ABBANDONARE I COMPORTAMENTI SCORRETTI CHE HANNO PORTATO ALLA MALATTIA (tipo convincere gli obesi vittime d’infarmi a mangiare meno grassi, i fumatori a non fumare, ecc.). ora, dimmi, il non essere cristiani porta alla malattia? perchè altrimenti il tuo discorso suona molto ipocrita…..
il parroco di Funo scripsit:
Grazie! Non conoscevo queste tipologie di componimento poetico… Decisamente alla portata di una corsa in metro mentre si va al lavoro 🙂
non e’ curare il malato che mi preoccupa
e’ la terapia proposta da questo “stimato medico” che e’ inquietante
non capisco perche’ non interpellare uno psicologo (che deve far bene il suo mestiere, sia esso ateo, agnostico, credente)
A parte le forti riserve che nutro nei confronti della psicologia, ma che non e’ oggetto di discussione…
secondo me credere a certe superstizioni E’ una sorta di malattia: da un punto prettamente psichiatrico i sintomi sono quelli della schizofrenia. Se si vuole spostare il discorso su un piano diverso, ritengo che l’avere fede possa essere una sorta di disfunzione sul piano relazionale. Tutto sommato capita spesso di personificare macchine o oggetti non reali (come la sfortuna) attribuendo loro volonta’, intenzionalita’ e spesso intelligenza, questo nonostante si sappia perfettamente che questi oggetti non ne abbiano. Provate ad applicare la stessa teoria a un oggetto inesistente, ma che viene spacciato per reale da secoli… secondo me puo’ funzionare.
tutto sommato non vedo cosa ci sia di così grave che un medico parli di religione con un malato…
Di male c’è che un medico sul posto di lavoro deve tenersi per se le sue opinioni su tutto ciò che non riguarda il caso clinico.
Ti piacerebbe che un medico ti dicesse che se hai il cancro è perchè hai avuto una cattiva condotta in una delle tue vite precedenti?
presumo che abbia detto ben altro.
a scanso di equivoci, io ai malati consiglio esami e consulti,
più che preghiere
“a scanso di equivoci, io ai malati consiglio esami e consulti,
più che preghiere”
perché sei una persona seria.
mi ricordi l’agopunturista del film di Moretti
@myself
Sono d’accordo che un medico deve fare il medico e non il teologo, come un matematico deve fare il matematico, un etologo un etologo, un astrofisico un astrofisco e non mai trattare questioni di filosofia o teologia, di cui non ha competenza.
Però fuori da contesto professioale tutti possono parlare di tutto, una volta che hanno precisato con chiarezza la differenza di oggetto e competenza.
@ teologo cattolico
quindi solo gli astrologi devono parlare di astrologia?
solo i veggenti di profezie?
la teologia puo’ essere criticata in quanto tale, e le affermazioni dei teologi pure
cosi’ come lo si puo’ fare per l’astrologia, per la chiaroveggenza, per la telepatia
@teologo cattolico
Salvo che se un matematico, un etologo, un astrofisico e soprattutto un teologo, le sparano grosse, chiunque, con un minimo di sale in zucca, competenza e buonsenso, puo’ criticarli…Insomma, non serve una preparazione specifica per ravvisare il comportamento di un ciarlatano. 😉
@ teologo cattolico
A me basta che il medico non faccia il teologo, il matematico, l’etologo o l’astrofisico con i suoi pazienti, nel tempo libero potrebbe fare pure l’astrologo o il cantate, come nessun altro che medico non è non si deve spacciare per medico.
Il medico anzichè curarti ti propone di convertirti alla sua religione. Allora, oltre alla tua malattia ti ritrovi con il peccato originale e la consapevolezza di essere una creatura impura. Insomma: dalla padella alla brace…
non è vero che propone una conversione.
il non essere soli ecc, può consolare
e dare anche forza di reagire …
Il fatto che così te ne approfitti della stenchezza psico-fisica del paziente non lo consideri proprio? 😐
@il parroco di Funo Non posso credere a ciò che sto per scrivere ma… hai ragione. Se la malattia è più che altro di origine psicologica, entrare a far parte di un gruppo (in realtà va bene uno qualsiasi, ma quelli religiosi tendono a “preoccuparsi” di più degli altri membri…) religioso può essere di notevole giovamento per la salute fisica e mentale del paziente.
Non sarà il massimo, ma è meglio di niente…
cerrrto… lo vedo bene uno schizofrenico in un gruppo mistico di preghiera 😆
Scherzi? Uno schizofrenico ci andrebbe davvero e anche volentieri in un gruppo mistico di preghiera…
(Nella schizofrenia sembra esserci, almeno in alcuni casi, un’eccessivo funzionamento dei neuroni dopaminergici; la fede sembrerebbe essere almeno in parte sita in alcune reti neurali dopaminergiche…)
già, ma se tu legittimi le sue allucinazioni (dio ti parla veramente per davvero!) e magari soffi anche sul fuoco… (intendo un bel gruppetto tipo i neocatecumenali da furore estatico e gesù che “davvero entra in te” e robe simili)…
Oh, non vorrei perdermi la scena ^^
Comunque, io più che alla schizofrenia stavo pensando, magari, alla depressione…
Depressione che, tra l’altro, sembra essere legata ad un funzionamento ridotto delle reti dopaminergiche!
Quindi, in linea di principio, rinforzare la superstizione religiosa in un soggetto depresso può effettivamente aiutarlo a guarire…
beh dipende dal motivo della depressione.
c’è chi ha pensato anche all’lsd come terapia 😉
Naaa… l’LSD costa troppo! (anche se forse rovina di meno il cervello…) 😆
Il Dr. House motiva il suo essere scostante proprio con il fatto che compito dei medici è curare la malattia e non il malato. Partendo dal presupposto che guarita la malattia, il “malato” cessa di esistere, nel senso che sparisce la sua condizione temporanea; resta la persona, con le sue idee e convinzioni che nessuno può arrogarsi il diritto di cambiare.
Voglio fare un po’ l’avvocato del diavolo, anzi di dio viste le parti invertite!
Visto che il dottore nega, potrebbe essere anche un espediente del malato per scucire soldi.
Se il dottore ha proposto il colloquio religioso ed il malato ha accettato, ha sbagliato in ogni caso il dottore perchè è un dottore e non un prete.
Però il dottore nega e bisogna vedere se poi le cose sono andate realmente come riportato (magari il ‘colloquio di ordine spirituale’ non era legato al proselitismo ed era più qualcosa di esistenziale, anche se per quello è meglio uno psicologo qualificato; magari è stato il paziente a iniziare la discussione…) , perchè a me le denunce tardive un po’ puzzano sempre.
D’altronde l’ultimissima è davvero scarna di notizie e particolari, per cui credo che forse sarebbe bene che faccia luce l’inchiesta interna o trovare fonti più dettagliate, sennò su queste basi è difficile valutare.
non ho ben capito le dinamiche della faccenda…
il medico ha parlato “pour parler” col paziente di religione (e fin qui…)
oppure
ha cercato di convertire il paziente approfittando del momento di debolezza e della sua posizione di forza
oppure
si è fatto condizionare dalle sue credenze nell’esercizio della sua professione
?
perchè la seconda e la terza ipotesi mi sembrano gravi, mentre la prima non così tanto.
Di sicuro, se Scott dovesse venire licenziato per questo, puo’ benissimo presentarsi al Pirellone, al cospetto di “Firmigoni”, che prontamente gli farà un contratto a tempo indeterminato in un catto consultorio pro-life…Altrimenti, a cosa serve CL??? 😉
il mio dottore discute spesso con me di questioni religiose, anche perchè mi conosce, e durante i consulti medici (non abbiamo altra occasione di parlare). Lo devo necessariamente denunciare? certo se sostenesse che è quella discussione il modo per guarire dalla malattie, avrei da ridire anche io qualcosa.
Se poi la discussione serve anche per capire la natura di certe situazioni cliniche, magari derivanti dallo stato di ansia e stress del paziente, cosa non rara, o comunque dall’assunzione di certi stili di vita, scivolare in questioni di materia spirituale e religiosa, può anche succedere; a me è successo.
se a te sta bene che discuta con te di religione, non vedo il problema.
probabilmente lo fa perchè ti conosce.
(com’è che usa la religione per farti capire una situazione clinica? “ecco, dunque, questi batteri sono come i pesci e i pani di gesù… si stanno moltiplicando…”? 😉 )
va da sé che chiacchierare del più e del meno con un paziente che si conosce non è certo reato (a parte il fatto che magari fa s c a z z a re quelli in sala d’attesa).
esprimere giudizi moralistici su base religiosa e affini invece è deprecabile per qualsiasi professionista degno di questo nome.
tentare di convertire e affini anche.
Difatti, come ha giustamente rilevato Kaworu, la situazione non è ben chiara. Ho uno zio medico (specializzato ginecologo, ma fa il medico generico) e da quel che dice molta gente oltre che per problemi di salute lo consulta anche per parlare, per avere un supporto morale, anche se non psicologico. In questo frangente, non ci vedo niente di male a parlare anche di religione. Diverso è il tentativo di conversione o di imposizione di qualsiasi cosa, se c’è stato.
ho letto la notizia originale e non si capisce comunque granchè.
si potrebbe anche interpretare, volendo, come un “il paziente aveva un qualche tipo di disagio di ordine psicologico e anzichè inviarlo da qualcuno di competente, il medico gli ha fatto un fervorino o comunque una discussione sulla religione, la madre del paziente non ha gradito ed eccoci qui”.
mi auguro di no perchè rientrerebbe nel caso “il medico s’è fatto influenzare dalle sue convinzioni religiose nell’esercizio della sua professione”.
@ teologo cattolico
Mi sta bene il comportamento del tuo medico, in quanto il nostro sistema nervoso è talmente complicato, che conoscere del proprio paziente il lato emotivo, è importante. E’ anche vero che arriva il momento in cui il medico che ha il dovere di conoscerti bene, ti deve indirizzare da uno specialista se capisce che la cosa è piuttosto seria. Semplificando le cose: ad un credente può fare benissimo un ritiro spirituale (come lo chiamate voi) ed il dialogo con un padre spirituale mentre ad un’ateo come me è bene mandarlo da uno studioso di psicologia. Spero nei miei limiti enormi di conoscenze mediche di aver fatto un esempio chiaro. Ciao Stefano.
Si puo’ sapere di quale religione parlate?
E se il tuo medico volesse convertirti ad una nuova filolofia new age saresti ugualmente dilettato dai suoi discorsi?
Idem se fosse un seguace di LaVey?
Idem se tu fossi in gravi condizioni che annebbiano la tua capacità mentale di reagire ed argomentare?
Non mi sembra affatto strano che il medico sia chiamato a rispondere davanti ad una commissione. Proprio durante il workshop tenuto a Genova sull’assistenza morale non confessionale ai malati
http://www.uaar.it/news/2011/05/14/resoconto-video-del-wokshop-assistenza-morale-non-confessionale/
Freddy Boeykens spiegava che i volontari belgi non possono influenzare in alcun modo le opinioni del malato (loro lo chiamano il “cliente”). Si tratta di deontologia professionale.
Se il malato chiede assistenza non confessionale, pur essendo un credente preso dal dubbio, il volontario non deve in alcun modo tentare di convincere il malato stesso a lasciare la fede come illusione inutile. Se al credente, posto di fronte alla fine, vacilla la fede, allora sta solamente a lui medesimo la propria decisione finale.
Interessante piuttosto, a questo riguardo, una cosa: Boeykens raccontava che, statisticamente, nei casi terminali esiste una preponderanza di casi di credenti assaliti dal dubbio rispetto ai casi simmetrici di non credenti assaliti dal dubbio opposto. La realtà quindi contraddice in pieno tutte le numerose affermazioni dei credenti (anche in questo blog) che in qualche modo prevedono con soddisfazione che molti atei in fin di vita si convertano, presi da maggior paura rispetto ai credenti. E’ proprio il contrario: infatti, i credenti, avvicinandosi all’evento finale, devono sostenere due pesanti prove: la paura originata dal sostegno fideistico che viene a mancare, e la paura della morte in sè. Un non credente deve invece sostenere soltanto la seconda prova, e non la prima. Da questo punto di vista, un ateo è maggiormente alleggerito di paure rispetto ad un credente.
Deontologia professionale ,,, in Italia sembra destinata a scomparire, che anche i professionisti stanno scomparendo, hanno tutti una laurea pagata coi soldi di papà .
Per il resto in IT onore e gloria ai Belgi e agli Inglesi ,,, popoli civili, perchè hanno saputo liberarsi presto della cattolicità .
lo dice anche Veronesi, nella sua esperienza: agnostici e atei affrontano la morte con maggiore serenità e coerenza con le proprie convinzioni rispetto ai credenti
…E purtroppo, la specializzazione di Veronesi, lo avrà messo di fronte a numerosissimi pazienti che affrontano la morte. 🙁
Concordo con chi dice che la notizia fornisce informazioni troppo scarne.
Se il medico si è limitato a parlare di religione ad un paziente consenziente non ci vedo nulla di male, se invece ha importo pistolotti o tentativi di evangelizzazione ha sicuramente mancato ai suoi doveri.
Con le informazioni disponibili, onestamente, non si può giungere a nessuna conclusione.
Gli inglesi son gente seria. Uno non può fare il cretino impunemente o ne subisce le conseguenze. E hanno sempre in mente il bene comune, non il bene di un gruppo di gerontocrati bavosi arrappati e attaccati al potere.
la cosa che mi sembra più interessante di questa notizia è… la notizia, ovvero che ci sia un dibattito sull’eticità o meno del dottore. purtroppo qui, nel feudo vaticano, abbiamo una soglia del dolore – per così dire – molto più alta. invece in gran bretagna piove sul bagnato!
Secondo lo stesso metro allora se qualche medico suggerisce al paziente l’assistenza non confessionale cosa succede?
quindi tu hai capito cosa è esattamente successo?
spiegacelo, non lasciarci sulle spine.
altrimenti evita cavolate…
Comunque quest o anti cristianesimo in Gran Bretagna è ridicolo, se uno porta la croce viola chissa quale laicità il turbante Sikh invece và bene.
Tu di atei come questi te ne devi solo ridere.
Invece i cattolici come te li prendiamo mooooolto sul serio…
credo che tu non abbia capito proprio nulla (come al solito, aggiungerei).
l’unico caso in cui c’è stata una causa per l’uso della croce, era il caso di un’infermiera che voleva usare la collanina ANCHE SE ERA VIETATO L’USO DI COLLANE IN QUANTO AVEVA A CHE FARE CON PAZIENTI DIFFICILI CHE POTEVANO USARLA PER STRANGOLARLA. il fatto che appesa alla collana ci fosse una croce era un particolare del tutto ininfluente: se avesse voluto avrebbe potuto benissimo anche tatuarsela in fronte e nessuno avrebbe detto niente, era proprio il fatto che fosse una collana a creare il problema.
per dire: se la collana avesse avuto come ciondolo il simbolo dell’UAAR sarebbe stata la stessa identica cosa. ed ora dimmi: in quel caso ti saresti lamentato per la “persecuzione nei confronti degli atei”? che faccia di bronzo che hai (e avete voi cattolici): non solo fate le vittime per questioni inconsistenti, ma dovete pure usare lo straw man a go go per farlo……
e tra parentesi, per quanto riguarda le “persecuzioni anticristiane in gran bretagna”, direi che tra le loro “commissioni per la consultazione con le fedi”, le “faith scholl” pagate con i fondi dello stato e i 26 vescovi NON ELETTI che hanno il posto fisso nella camera dei lord, come minomo DOVRESTI AVERE IL PUDORE DI STARE ZITTO, più ipocrita di questo c’è solo il lamentarsi di persecuzioni religiose nei confronti dei cattolici all’interno del vaticano……
QUOTO .
Il tizio in questione, se è chi dico io, è celebre per la sua genetica incomprensione della parola scritta .
Il poco che comprende poi usa distorcerlo per falsificarlo e mistificarlo per i propri comodi non mancando spesso di diffamare o calunniare il prossimo .
Questa gentaccia dovrebbe essere bannata dai siti frequentati dalla gente per bene .
Quanto furore Nightsade90
Primo leggi questo link
http://news.bbc.co.uk/2/hi/6165368.stm
Non c’entra nulla col caso dell’infermiera.
Secondo la camera dei lord è un istituzione anacronistica e senza logica ma il Regno Unito ha deciso di tenerla, comunque quei vescovi non eletti membri della camra dei lord non sono cattolici quindi studia prima di attaccare a testa bassa,
stai andando ot perchè….?
Rispondo a Nightsade90
si ma vestiti e catenelle non c’entrano una mazza con l’ultimissima che è di tutt’altro genere.
intanto enrico viola la lingua italiana così tanto da far capire che il cattolico medio ha superato con grosse difficoltà l’esame di quinta elementare.
Voler ridurre i lavoratori (che anche quando lavorano rimangono persone) a macchine non è buona pratica. Eppure è un’ambizione che pare si stia facendo strada con prepotenza in molti settori, incredibilmente con l’avallo entusiasta della cosiddetta “gente comune”. Sarebbe utile interrogarsi sul motore che spinge questo tipo di attitudine, e valutarne a mente fredda l’opportunità.
Qua, Aldo, il caso è un po’ ‘buio’ perchè non si sanno bene i particolari.
Riguardo a quanto affermi su quella che un barbuto di Treviri avrebbe chiamato alienazione, qua siamo in una situazione, a mio avviso, differente.
O è una montatura o si tratta di una violazione della deontologia professionale, perchè approfittare di una posizione di forza, non di parità, per fare proselitismo credo sia scorretto.
Se due lavoratori, durante il lavoro, riescono a discutere di religione e politica e qualsivoglia argomento non ci vedo niente di male, anzi: non hai idea di quante belle discussioni sono nate nei locali dove ho fatto il lavapiatti o il barista!
Però, se un insegnante o un educatore approfitta del suo ruolo per fare propaganda volontaria e consapevole (se la fa senza esserne consapevole, evidentemente è un po’ fissato…) non va bene, almeno per me.
Il medico…beh, appunto è da vedere: fosse andata che ha approfittato dello stato di disagio di un malato per fargli proselitismo non va bene; fosse andata diversamente (come ipotizzavo nell’intervento sopra) è altro discorso.
Ovvio che il discorso vale, oltre che per le religioni anche per le ideologie politiche, anche se ovviamente per un medico, visto lo spettro della malattia, il discorso sulla politica calza poco, su un educatore di più.
Hai ragione.
Nelle mie poche righe mi riferivo in modo solo marginale al caso specifico, effettivamente poco chiaro, e notavo una tendenza generale che ha preso piede e si va rafforzando: considerare che un cittadino che lavora è un po’ meno cittadino degli altri, e i suoi diritti sono un po’ meno diritti di quelli degli altri. La “scusa” che si adduce più o meno implicitamente è quella per la quale il lavoratore sta prestando un servizio e per quel servizio è pagato, dunque deve obbedire a protocolli vessatoriamente prescrittivi, e zitto e mosca. Be’, mi sembra un modo di vedere un po’ tirato per i capelli: in definitiva il lavoro, almeno da un punto di vista teorico, è uno scambio di favori — io faccio questa cosa per te affinché tu ne faccia un’altra per me, ed Il denaro che c’è in gioco non è che il mezzo simbolico col quale si registra lo scambio di favori per potere “allargare il giro” (e farci la cresta, ma questa è un’altra questione). Finché ci si mantiene entro i limiti di una onesta correttezza, l’aspetto costrittivo del lavoro non dovrebbe neppure porsi.
Purtroppo la bella teoria è contraddetta quotidianamente dalla pratica, e di anno in anno le cose si vanno facendo più torbide. Non so se hai notato con quanta frequenza anche in questo spazio commenti si va invocando il licenziamento in tronco (o peggio) con una leggerezza che dà da pensare. E non parlo di questa specifica ultimissima. Eppure suppongo che molti dei “forcaioli” siano a loro volta lavoratori, il che rende difficile spiegarsi certi atteggiamenti.
Concordo con Aldo.
Con rammarico, posso dire che tale tendenza è molto frequente anche e soprattutto in quelle zone considerate geografiche considerate “avanzate”e quindi destinata a divenire un trend un po’ dappertutto, d’altronde spesso è il caso : è il trionfo del sonno della ragione a favore di una reificazione dell’essere umano che, quantomeno sul lavoro, deve rifiutarsi di pensare e anestetizzare la propria creatività.
Questo dovrebbe essere il resoconto: si tratta di un’intervista telefonica.
http://www.bbc.co.uk/news/health-13522233
Non ci ho capito granchè dell’audio, ma che Gesù e la fede in lui siano curativi, quello mi pare di averlo capito (mi pare che abbia anche usato l’argomento tipico della passione e della croce)… ebbè credo che a questo punto abbia ragione il paziente, difficile pensare che non sia partito in un sermone.
Solo per quel poco che ho capito io…
Dal mio punto di vista questo potrebbe essere pure una furberia bella è buona. Medico incapace convince il paziente che oltre la cura convenzionale “Gesù e la fede sono cure” se li va bene tutto ok bravo il dottore e pure Gesu, se va male risponda direttamente il dio, Vana Marchi guadagnava sempre, andava o non andava bene la sua “cura”.
Secondo me questa querelle è una scemenza grande come una casa e il medico sarà assolto con formula ampia.
A meno che non abbia fatto un sermone infinito al paziente, tentando pesantemente di convertirlo, francamente non mi pare grave che il medico abbia parlato di religione con un paziente…Tanto lo sanno tutti che la religione e le preghiere, sono un placebo! 😉
Questa è la presentazione della clinica:
WELCOME TO BETHESDA MEDICAL CENTRE
Bethesda was a place in Bible where Christ healed a lame man and means literally ‘house of mercy’
The Practice originated in Northdown Road, Cliftonville, Margate in the 1920s, moving to 77, Cornwall Gardens in 1969 and most recently (December 2003) to Palm bay Avenue where today it offers 12 consulting rooms, 6 treatment rooms and a number of support personal/services such as health visitors, district nurses, counsellors, ophthalmologists, physiotherapist, diabetic podiatrist, minor operations and midwifery. The Practice is also a recognised training centre for medical students and GPs on vocational development.
The 6 Partners are all practising Christians from a variety of Churches and their faith guides the way in which they view their work and responsibilities to the patients and employees. The Partners feel that the offer of talking to you on spiritual matters is of great benefit. If you do not wish this, that is your right and will not affect your medical care. Please tell the doctor (or drop a note to the Practice Manager) if you do not wish to speak on matters of faith.”
Lo dice chiaramente, la fede dei medici guida il loro operato, sostengono che le conversazioni spirituali siano di beneficio, e il meno che ci si possa aspettare è che ti parlino dell’effetto curativo di Gesù (basta ascoltare l’intervista più in alto).
Insomma, uomo avvisato….
Allora è chiaro che è tutta un’altra musica…
Visto?
L’avevo detto io. E’ una scemenza colossale, un pretesto per far casino.
Sandra, ha colto nel segno. Il nostro non ha esitato ha coinvolgere il paziente nella immancabile propiziazione religiosa, in uso nelle fedi.
Dove non può la medicina, perchè escludere l’altissimo. Se poi manca il risultato la responsabilità sta tutta nella insufficiente convinzione del paziente.
La cosa buffa è che il paziente ha accettato la conversione come fosse una midicina. Il tutto ha un che di stregonesco, veramente poco cristiano, a mio avviso.
Papa Ratzinger in visita in Inghilterra a un malore cosi’ viene chiamato un medico per assisterlo e il papa lo riconosce e dice: Ma lei non esseren quel metichen che ha consigliaten ad un pazienten che avrebbe tratten giovamenton da una conversazionen di ortinen spiritualen, ma se vadan ciarlatanen e mantatemi tottoren vero. 😉