Lo psichiatra Andreoli ricerca il Dio che non c’è

Alla Società Letteraria, lunedì 30 maggio, c’è stato un incontro con lo psichiatra Vittorino Andreoli dal titolo “La ricerca del Dio che non c’è”. Purtroppo, molto tempo se n’è andato per una lunga introduzione del teologo polacco Maciej Bielawski sui cinque romanzi di Andreoli, intercalata da lunghe letture di brani. Quando ha finito di parlare Andreoli, non è rimasto tempo per discutere alcune affermazioni dello psichiatra, come avrebbero desiderato alcuni soci dell’UAAR presenti in sala. Si è capito, comunque, che spesso la religione porta a malattie mentali con conseguenti ricoveri nei reparti psichiatrici e, talora, anche al suicidio. Un punto centrale dell’esposizione di Andreoli è la supposta differenza tra atei e non credenti. Tradizionalmente, per la chiesa cattolica i “non credenti” sono gli atei e gli agnostici. Secondo Andreoli, invece, l’ateo è colui che non solo non crede in Dio, ma nega anche che esista e quindi in qualche modo ritiene che chi ci crede sia un illuso o uno che compie degli errori di valutazione, mentre il “non credente” si differenzia dal credente semplicemente perché gli manca l’esperienza diretta di Dio e quell’incontro può accadere fra un minuto e allora la distanza fra credenti e non credenti è di un attimo. Andreoli ha raccontato d’aver conosciuto persone che hanno incontrato Dio e quell’incontro ha cambiato la loro vita. Forse, non ha conosciuto (ma ce ne sono molte) persone che si sono liberate dalla fantasia mentale “Dio” e questa liberazione ha pure cambiato, in meglio, la loro vita. Andreoli ha anche introdotto di sfuggita la categoria dei neo-atei. Forse, sono coloro che si sono liberati di recente della fantasia mentale “Dio”. Non si è capito di quale Dio parlasse Andreoli. Probabilmente, parlava del Dio della Bibbia. Andreoli dovrebbe sapere che molti hanno studiato quel Dio, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, la sua volontà, i suoi comportamenti, e più l’hanno studiato e tanto più se ne sono liberati e tanto più hanno acquistato in salute mentale. Ma Andreoli si interessa della patologia mentale.

Dalla Newsletter del circolo UAAR di Verona

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23 commenti

Diocleziano

”Purtroppo, molto tempo se n’è andato per una lunga introduzione del teologo polacco Maciej Bielawski sui cinque romanzi di Andreoli, intercalata da lunghe letture di brani. ”

Tutto questo rispecchia fedelmente qual è l’obiettivo di sempre della chiesa: perdere tempo e distogliere l’attenzione dalla realtà. bla bla bla bla bla…

emmebi

ok d’accoro al 100×100. la presunzione dei cattolici è infinita e ciò porta all’infinita creduloneria. mai nessuno che presenti uno straccio di prova, ma bla,bla,bla, e la bibbia, e saul, ecc. ma sono solo chiacchere. ben congeniate citando cose successe pro domo loro e guardandosi bene dal presentare fatti che screditerebbero irrimediabilmente le loro teorie.

Fabio Milito Pagliara

“Andreoli ha raccontato d’aver conosciuto persone che hanno incontrato Dio e quell’incontro ha cambiato la loro vita.”

essendo psichiatra immagino sappia che qualsiasi evento mentale così potente da far credere un fatto illusorio (no perché per principio uno dovrebbe dubitare no?) cambia la vita di chi lo subisce…

a questo punto si poteva pure dire:

“Andreoli ha raccontato d’aver conosciuto persone che hanno incontrato gli Alieni e quell’incontro ha cambiato la loro vita.”

mah

Diocleziano

Fabio M.P.
In effetti ci sono persone che dicono di aver incontrato degli alieni ma, al contrario di dio, non lo si può escludere a priori. Non che io ci creda, eh? 😉

Kaworu

prima o poi leggerò qualcosa di andreoli, giusto per “inquadrarmelo” meglio, visto che non ho ancora ben capito se classificarlo tra i morelli & meluzzi oppure se considerarlo una persona almeno minimamente seria.

Manlio Padovan

Io credo di avere capito che è una di quelle persone che stanno bene un po’ dappertutto perché la loro serietà intellettuale si adatta alle circostanze: tra l’ateo devoto e il devoto ateo: quanto di meglio per fere dire ai preti che la religione pone problemi…ma problemi… ma che problemi…

Giorgio Pozzo

Io avevo trovato molto interessante il libro “Voglia di ammazzare”, del 1996.

Andreoli analizza in dettaglio, e con scrupolo, le origini di un desiderio che, ci piaccia oppure no, è insito in tutti noi. Nel libro non vi sono, se ricordo bene, alcune prese di posizione riguardo a dio, ateismo o agnosticismo: solo una oggettiva e metodica analisi.
Ho l’impressione, ma questa resta parzialmente infondata, che nei libri più recenti Andreoli prenda inopportunamente posizione. Questa presa di posizione, secondo me, riduce l’oggettività di una analisi. E si tratta di un discorso generale, che rientra nell’ipotesi di partenza, che molti rifiutano, della impossibilità della scienza di prendere posizione al riguardo.

La scienza è agnostica per sua stessa ipotesi di partenza: ciò che non si può falsificare, non può essere scientifico.

a-ateo

“molti hanno studiato quel Dio, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, la sua volontà, i suoi comportamenti, e più l’hanno studiato e tanto più se ne sono liberati e tanto più hanno acquistato in salute mentale”.
Un cane potrebbe mai studiare “i pensieri, i sentimenti, la volontà e i comportamenti” dell’uomo con una pur minima probabilità di successo….?
E l’uomo può farlo in modo certo ed esaustivo nei confronti di Dio?
@chi scrive:
“a tutto scemo”….

fanecchissimo

@a-ateo

La Sua argomentazione è senz’altro arguta e ineluttabilmente corretta!
Inoltre non riesco ad esimermi dal commentare la Sua eccellente battuta di spirito,sicuramente degna di un’ antologia di grande letteratura comica.

Credo, a parer mio, che se a studiare “i pensieri, i sentimenti, la volontà e i comportamenti” di dio ci fosse lei come capolista, non potremmo far altro che allontanarci, in un pozzo oscuro di palese ingoranza.
Circa come un cane che volesse studiare etologia umana, per intenderci (e so per certo che capisce cosa intendo)!

Cari saluti!

alessandro pendesini

Ritengo che lo psichiatra Andreoli sappia che
un’illusione (dio) puo’ essere una soluzione a un conflitto o a una ambiguità personale ma non di certo la soluzione a certi problemi esistenziali. Che la specie umana è la sola che puo’ situarsi simultaneamente in un doppio mondo : l’uno naturale, l’altro fantasmatico ! Che in certi sindromi neuropsicologici, il nostro cervello reagisce fantasticando….Che l’ipotesi di dio non è ricevibile poichè un ipotesi deve essere testata e convalidata. Che le filosofie post-moderne prosperano diffondendo false simmetrie e l’idea terrificante che il « verbo » è d’ordine divino…Che dio puo’ essere « tutto », ma per chi non ha abbastanza è meno che niente…Che se l’«istruzione » religiosa non fosse autorizzata PRIMA dell’età della ragione, il nostro mondo sarebbe differente, di certo non peggio di quello in cui viviamo. Che la religione (in particolare la monoteista) è generatrice di malessere e squilibri mentali gravi che a volte, (molto più sovente di quanto noi possiamo immaginare), conducono al suicidio….
Ma soprattutto che si deve combattere il malessere umano non con palliativi (o preghiere), ma agendo sulle cause generatrici di patologie. Ritengo, ad esempio, che amministrare della ritaline (o rilatine) a bambini iperattivi, senza prima ricercare le cause e intervenire con terapie appropriate, è fare prova di pura irresponsabilità ! Idem per molti altri squilibri mentali e particolarmente quelli correlati ai diversi tipi di depressione….
E che « dio è il solo essere che per regnare non ha neanche bisogno di esistere » (Baudelaire)

spapicchio

Notare che questi cattolici implicitamente escludono la esistenza di un Dio appena leggermente diverso da quello codificato dalla CCAR, ossia questo Dio non è un Dio qualunque, generico, come portebbe pensare uno che legge questa Ultimissima;

e questi cattolici introducono ed impongono più o meno tacitamente e moderatamente, questo unico loro Dio, e non solo, ma anche quella loro unica esclusiva organizzazione gerarchica associata a questo loro esclusivo Dio, organizzazione sociale, politica e finanziaria eccetera, che ritengono, sempre più o meno implicitamente, una volontà di questo loro Dio, ossia voluta da questo loro esclusivo Dio.

La volontà di questo supposto loro esclusivo Dio risulta (anche scientificamente) differente da quella dello stesso Dio, ma predicato, proclamato o certificato, eccetera da altre organizzazioni ecclesiali, da altre chiese di pari grado della CCAR.

Solo che questo Dio deciso e codificato da delle creature, non si rivelerebbe liberamente ma solo su certificazione confermativa eventualmente canonizzante della organizzazione gerarchica della CCAR.

😉

faidate

In una recensione di un libro di Andreoli pubblicata sull’Ateo l’anno scorso (n°2, 2010) mi pare che si inquadrasse l’Autore come “un commovente credente in attesa di illuminazione”. Le sue recenti dichiarazioni lo confermano.

FSMosconi

Un po’ confuso Andreoli se la si mette in questi termini, non che ci sperassi…

Dinathos

“Andreoli ha raccontato d’aver conosciuto persone che hanno incontrato Dio e quell’incontro ha cambiato la loro vita.”
In peggio, presumo.

Marcvs

sono sempre incuriosito da queste persone che improvvisamente conoscono “Dio”
avendone avuto modo di leggerne parecchie in 4 anni in un altro sito dalla loro storia emerge quasi come costante che “l’incontro” avviene dopo una grave malattia in famiglia piuttosto che un lutto piuttosto che in età “avanzata”
nella totalità dei casi nessuno mi è mai parso realmente ateo ma piuttosto deista pronto a compiere il grande salto di boccaloneria regressiva infantile verso il teismo

Maurizio_ds

Mah, io la posizione di Andreoli non l’ho capita. Un colpo al cerchio e uno alla botte, questa è la prima impressione. Anche le sue classificazioni mi sembrano abbastanza tirate per i capelli, e fatte soprattutto per non scontentare troppo le gerarchie ecclesiastiche.

Paul Manoni

A prescindere, a me sembra che Andreoli, definisca i “non-credenti”, gli Atei e gli Agnostici, in modo deliberatamente arbitrario. Sembra non prendere minimamente in considerazione, che un “non-credente” e’ semplicemente un non credente…Uno che magari il problema di dio, non se lo pone, non vuole porselo e vive assolutamente bene in questa sua condizione. Da Ateo di maniera quindi.
Penso decisamente che che un’illusione, rimane tale, anche se evantuali “non credenti”, cominciano a crederci. 😉

Federico Tonizzo

“Andreoli dovrebbe sapere che molti hanno studiato quel Dio, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, la sua volontà, i suoi comportamenti, e più l’hanno studiato e tanto più se ne sono liberati e tanto più hanno acquistato in salute mentale.”

Invito l’UAAR ad intraprendere una lunga corrispondenza con Andreoli: lo considero un ottimo psichiatra, ma probabilmente gli manca qualcosa per essere ancora migliore e secondo me fa ancora in tempo ad acquisirla.

teologo cattolico

La differenza che ha scoperto Andreoli tra “ateo” e “non credente” è quella classica tra ateismo forte e ateismo debole.

“Andreoli dovrebbe sapere che molti hanno studiato quel Dio, I SUOI PENSIERI, i suoi sentimenti, la sua volontà, i suoi comportamenti,”
… alla faccia di tutte le difficoltà inerenti l’analogia entis, analogia fidei, analogia relationis e analogia dell’avvento.

Federico Tonizzo

“Andreoli dovrebbe sapere che molti hanno studiato quel Dio, I SUOI PENSIERI, i suoi sentimenti, la sua volontà, i suoi comportamenti,”
Chi ha fatto quegli studi? Qualche etologo? Noooo… Qualche DELIRANTE!!!

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